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Vent’anni di storia dei gruppi d’acquisto solidali dimostrano quali e quanti progetti possano realizzare i cittadini che si organizzano per soddisfare in modo migliore i loro bisogni, a partire da quelli di cibo e relazioni. L’economia solidale è -oggi- un’alternativa concreta e praticata.
L’introduzione di Andrea Saroldi a “Il libro dei Gas”, appena uscito per Altreconomia edizioni.
Forse non ve ne siete accorti, ma qualcosa sta cambiando. Pur in mezzo alle difficoltà e di fronte a un futuro incerto moltissime persone hanno iniziato a comportarsi in modo diverso, chiedendosi cosa possono fare per migliorare un po’ la situazione e iniziando a farlo, a partire dalla propria vita.
I gruppi di acquisto solidali (Gas) sono un pezzo di questa rivoluzione silenziosa.
In questi 20 anni di storia italiana i Gas hanno potuto mostrare concretamente quanto siano arricchenti – oltre che faticose – le relazioni dirette, quanto si possa imparare e cambiare all’interno di un gruppo, quanto la nostra vita possa migliorare facendo attenzione a cosa e da chi acquistiamo, quanto sia fruttuosa la ricerca di soluzioni che possano funzionare per tutti, quali progetti possano realizzare i cittadini che si organizzano per soddisfare in modo migliore i loro bisogni: cibo e relazioni, Gas e socialità, tessile e prodotti per la casa, filiere partecipate, e convenzioni sui servizi, reti di Gas e Distretti di Economia Solidale (Des), reti nazionali e transnazionali.
A partire dal primo gruppo di Fidenza i Gas si sono moltiplicati e diffusi in tutta la penisola e hanno iniziato a collaborare con esperienze simili all’estero, hanno cercato alleanze con gli altri attori dell’economia solidale e insieme hanno avviato la sperimentazione di progetti e reti locali e nazionali, mostrando che l’economia solidale è un’alternativa concreta e praticata. Alcuni temi come il rapporto diretto con il produttore, il legame con il territorio, il rispetto della terra e delle tradizioni, il chilometro zero sono diventati di dominio comune e diverse forme di economia collaborativa stanno sciogliendo la corazza dell’uomo economico.
Ciononostante non ci vogliamo fermare, perché il passaggio d’epoca è appena iniziato e basta poco a disinnescare questa trasformazione; la crisi multipla sta colpendo e le forme della condivisione rischiano di essere rivoltate a vantaggio di pochi. Ma noi pensiamo che sia proprio questo il momento per provare il vantaggio di pensarsi insieme.