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Il nuovo quadro legislativo sulle politiche strutturali dell’UE nel periodo di programmazione 2014-2020 (politica di coesione, politica di sviluppo rurale e politica della pesca) rilancia fortemente l’approccio territoriale integrato, potenziando l’utilizzo del metodo LEADER sia nell’ambito dei Programmi di Sviluppo Rurale e applicandolo anche ai Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali (attraverso lo strumento Community Led Local Development – CLLD – oppure gli Integrated Territorial Investments).
Nella bozza di Accordo di partenariato inviata a Bruxelles il 9 dicembre, il Ministero della Coesione Territoriale ha fatto proprio questa focalizzazione degli interventi su scala sub-regionale, basata anche nell’ambito dei POR FESR e FSE sull’approccio LEADER.
A tale riguardo, vorrei segnalare un mio contributo sul mio blog in cui evidenzio:
– come sarebbero desiderabili degli aggiustamenti di “metodo”, da parte del prossimo Governo, per quanto concerne l’utilizzo del nuovo approccio CLLD,
– quanto sarebbe desiderabile un potenziamento dell’approccio “partecipativo”, anche adottando tecniche sempre più avanzate di coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali (secondo l’approccio “smart communities”),
– quanto l’adozione di tecniche di coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali non è solo una specie di “moda”, ma è anche il modo migliore di potenziare il commitment delle comunità locali nei confronti dei piani di sviluppo e di valorizzare adeguatamente la loro migliore conoscenza su problematiche e potenzialità dei territori in cui vivono (“people-centred approach” riconducibile come motivazioni allo “user-centred approach” adottato per migliorare i processi innovativi, secondo le intuizioni di Eric von Hippel ed altri esperti sostenitori della “open innovation”).