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Ecco l’altra Torbella

Miglior differenziata, libri, club e fai-da-te. E ora riapre il teatro.
Alemanno la voleva abbattere, migliaia di abitanti si danno da fare per staccarsi l’etichetta di Bronx.
È la Tor Bella Monaca che non t’aspetti quella che si svela dietro il grigiore delle torri “M” e “R” che scalano il cielo con quindici piani e migliaia di inquilini. È l’altra faccia di una periferia conosciuta come il “Bronx capitolino”, il porto franco dell’illegalità, ma con record ed eccellenze sconosciute ai più.

È il quartiere con la più alta percentuale di raccolta differenziata: nel 2015 ha raggiunto il 55% e oltre il 35 lo ha fatto grazie al porta a porta. Ha la popolazione più giovane della città, un tasso di matrimoni civili tra stranieri — se ne celebrano oltre 200 ogni anno — che non ha eguali negli altri municipi, ha un solo istituto di credito — la Bcc di via Aspertini — per circa 30mila abitanti con il bancomat più utilizzato di tutte le filiali del gruppo in Italia, una biblioteca “Marie Anne Erize” di 4.500 volumi “l’ha patrocinata — racconta la presidente Stefania Catallo — l’ambasciata francese e argentina, qui si possono scoprire Proust, Moravia, la letteratura russa e americana”. Benvenuti nell’altra “Torbella”, così l’apostrofano i romani.

Nel quartiere simbolo dell’associazionismo dove molti si rimboccano le maniche e provano a fare piuttosto che recriminare. “Sono 80 i comitati attivi nel quartiere — ci tiene a ricordare il presidente del municipio VI, Marco Scipioni che a Tor Bella Monaca è nato e cresciuto — trovi giovani, anziani, immigrati, attivisti e artisti che lottano per trasformare quello che per molti è un ‘non-luogo’ scollegato dalla città in una fucina di idee e iniziative”. Le mamme del comparto R5 a suon di volantinaggi sono riuscite a far riaprire lo scorso 30 maggio le porte della ludoteca ‘Il sommergibile giallo”. Al centro anziani ‘Ai pini’ incontri la popolazione più longeva di Roma, il più anziano ha 108 anni.
Tor Bella Monaca, i record buoni del quartiere
E tra loro ci sono anche i fondatori della Bcc filiale di Tor Bella Monaca che hanno avuto il coraggio di fondare una cassa cooperativa in un territorio dove nessuno ha mai voluto investire. Troppo rischioso aprire in questa borgata considerata il fortino dello spaccio, l’enclave malata dove i problemi mai risolti da decine di amministrazioni si sono accumulati negli anni insieme alle risse, alle occupazioni abusive, al disagio sociale. La Bcc invece nel ‘92 ha sfidato gli eventi e oggi conta 10mila correntisti. “È la sede — racconta il direttore Andrea Fucili — con più clienti di tutta Roma. Carichiamo i due bancomat ogni giorno, perché quello dopo già sono completamente vuoti”. La fama di borgata inquietante, Tor Bella Monaca prova a cancellarla anche con il suo teatro — qui ha recitato tutta la nouvelle vague di talenti romani — che a marzo alzerà di nuovo il sipario.

Uno spazio che accoglie anche le performance artistiche delle scuole come quelle dell’istituto Amaldi, fiore all’occhiello dell’istruzione romana dove iniziano a iscriversi anche ragazzi di altri quartieri. Finita quasi sempre sui giornali per i blitz anti-spaccio e per il progetto dell’ex sindaco Alemanno di buttar giù i palazzoni, provando così anche a cancellare la vergogna dell’urbanistica sbagliata degli anni Sessanta; Torbella è un territorio che prova a riscattarsi con il fai-da-te. Franco Appettito, titolare della ferramenta in via Amaretta, non ne poteva più di vedere quella
grossa buca aperta nell’asfalto di via Villabate così “ho donato — dice — per amore del quartiere 10 sacchetti di cemento e la manodopera di due operai per chiudere quel cratere che nessuno riusciva a sistemare”. C’è una grande vivacità dietro le finestre opache di un quartiere spesso dimenticato. E come nei film di Kieslowski, la bellezza delle esistenze colora anche i più grigi e anonimi casermoni di periferia.

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