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CORVIALE: IL TRICOLORE ILLUMINA LE PERIFERIE

corv Il domani dovrà essere diverso ripetono tutti. Il domani deve ripartire dove vivono le persone e gli “eroi” che ogni giorno stanno tenendo in piedi la vita nell’epidemia: gli infermieri, le commesse, i riders, gli spazzini, gli operai, i trasportatori, i poliziotti, le badanti… Nelle periferie vivono i lavoratori dipendenti che con le loro tasse e i loro contributi tengono in piedi la sanità, la scuola, la polizia, i trasporti pubblici, lo smaltimento dei rifiuti, le pensioni…insomma gran parte della comunita’ nazionale. Nelle periferie vivono i tantissimi artigiani, lavoratori autonomi, partite iva, piccoli imprenditori, commercianti…che sono la struttura portante dell’economia e dell’occupazione del Paese. Nelle periferie vivono i pensionati che con le loro pensioni mantengono famiglie intere.

Questi sono i motivi perché bisogna ripartire dalle periferie dove il disagio e le povertà si toccano con mano.
Corviale, con la sua bandiera tricolore, diventa simbolo di tutte le periferie e dei tanti che ci hanno perso la vita. Una voce che richiama ad un impegno comune scandita da Regione Lazio, Ater e comunità di Corviale in ricordo di Eugenio De Crescenzo che con generosità e impegno sociale ci ha lasciato la vita. Un impegno che non dovrà fermarsi a Corviale ma che deve contaminare positivamente le periferie della nostra città e del nostro Paese.
Insieme ce la possiamo fare

 

Chi è Eugenio De Crescenzo

Eugenio De Crescenzo ha dedicato la sua vita all’impegno sociale ricoprendo negli oltre 40 anni numerosi incarichi di rilievo nella Cooperazione e nel Terzo Settore. Eugenio era uno di noi. Al centro del suo agire c’erano le persone, i disabili, gli emarginati, le donne, i fragili, quelli in difficoltà economica.

Abbiamo iniziato insieme decidendo da che parte stare, da dove partire. Da quelle periferie che erano il condensato reale e visivo per ricostruire relazioni, risposte alle fragilità, al disagio, alle solitudini e a quella lontananza delle istituzioni che spesso creano rabbia e disincanto.
L’avventura di Corviale, una delle grandi periferie del nostro Paese, l’abbiamo messa in cantiere insieme nel corso dei 12 anni in cui è diventata una comunità che sta ancora facendo la sua parte per quel “Rigenerare Corviale” che proprio poche settimane fa aveva trovato un percorso comune con la Regione e l’Ater.
Le sue competenze, la sua disponibilità, il suo stare sul pezzo, sono figli di una storia culturale e sociale maturata e sperimentata sul campo che ci ha consentito di rimanere in piedi e attivi. Un’avventura che ci ha fatto collaborare con le periferie di Scampia, di Zen, di Torino, di Milano, di Bologna, di Bari. E’ stato un cammino ed anche una scommessa fatta con un’allegria e affettività che ci davano stimoli e perseveranza.

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