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Corviale, il caso e la necessità

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Soltanto il caso è all’origine di ogni novità afferma Monod ne “Il caso e la necessità”.

Questo è anche l’unico mio credo.

E penso, come già scrissi ne “Il caso e la necessità nella ricerca per parola” ai primordi della transizione dalla carta al digitale argomentando che nel digitale abbiamo molte meno possibilità casuali di ricerca e quindi meno innovazioni, che anche nell’attuale transizione all’intelligenza artificiale sarà la funzione del caso a preservare l’umana capacità di creare innovazione.

Già Italo Calvino nelle “Lezioni americane” parlava di “epidemia di immagini”.

Ebbene io credo che la casuale visione in tv del video di Maria Lai che ha determinato il progetto del forno e del telaio condominiale a Corviale e il casuale ascolto in radio di una trasmissione sulle “Lezioni americane” facciano parte di quei felici casi che indirizzano la “necessità” di una vocazione artistica per rigenerare davvero Corviale non solo nelle mura ma nella vita dei suoi abitanti e frequentatori.

Se infatti schiudiamo il muro di cemento di Corviale a frequentatori di arte noi rompiamo quell’immagine di recinto ch’esso rimanda.

Questo è il motivo della connessione con Maria Lai e il lascito della sua arte tutto dedito alla distruzione del recinto dell’isolamento della sua Ulassai.

Una borsa di Fendi costruita sul lavoro a telaio della cooperativa tessile di Ulassai sui disegni regalati alla cooperativa da Maria Lai è un ariete reale e simbolico che spezza questo recinto d’isolamento.

Noi abbiamo immaginato, nel nostro progetto “Di bordo in bordo seguendo la linea di Maria Lai”, di creare un ariete simile, un ariete in forma di forno e telaio condominiale, un ariete che porti bambini, donne, anziani, stranieri, visitatori, turisti a impastare pani di comunione e tessere intrecci relazionali.

Perché, se per Calvino la letteratura contrastava la “epidemia di immagini”, per noi l’arte ha la stessa funzione.

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