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Concorsi di progettazione obbligatori per tutti gli interventi di trasformazione del territorio, incluse le grandi opere della legge obiettivo; stop agli appalti integrati di progetto e lavori, con obbligo di affidare a un unico professionista (o società o team ) tutti e tre i livelli della progettazione; rilascio dei permessi edilizi per interventi (piccoli e grandi) promossi da privati subordinato alla presentazione di un progetto redatto da un professionista abilitato; direzione lavori da assegnare al professionista responsabile del progetto esecutivo, salvo sua espressa rinuncia.
Sono alcuni dei principi, dalla grande carica innovativa, contenuti nel disegno di legge promosso da Luigi Zanda, capogruppo dei senatori Pd. Il provvedimento viene calendarizzato oggi. E c’è da scommettere che il senatore, che aveva presentato un Ddl di contenuto analogo nella scorsa legislatura (in cui peraltro era stato presentato alla Camera un provvedimento simile promosso dal settimanale «Progetti e Concorsi» del Sole 24 Ore) , non mancherà di far pesare il suo ruolo per sollecitare l’esame del provvedimento.
Due i capitoli in cui si divide il disegno di legge. Nella prima parte l’attenzione si concentra sulla promozione della qualità della progettazione , mutuata dalla legge francese sull’architettura (Mitterand , 1977). Qui si chiarisce che la qualità dei progetti (nuove opere, recupero del patrimonio, infrastrutture) assume un «interesse pubblico primario » . Di particolare rilievo la norma che impone l’obbligo di assegnare un incarico di progettazione a un professionista abilitato a «chiunque intenda intraprendere un’attività sottoposta a titolo edilizio». Tra i principi fondamentali di cui dovranno tenere conto le Regioni nelle loro leggi c’è il ricorso ai concorsi di progettazione o di idee per scegliere i progetti delle opere pubbliche (con bandi riservati ai giovani) .
Il secondo capitolo si interseca con la riforma appalti all’esame della commissione Lavori pubblici di Palazzo Madama (vedi articolo). Delega il governo a rivedere le norme sulla progettazione sia per le grandi che per le piccole opere. Tra i principi: concorsi di idee o di progettazione obbligatori per incarichi oltre centomila euro, stop agli appalti integrati e ai progetti affidata a general contractor, obbligo di affidare a un unico soggetto i tre gradi del progetto e la direzione lavori al titolare del progetto esecutivo. E, infine, obbligo per la Pa di fare ricorso a società di project management per controllare l’operato in cantiere delle grandi imprese (con gara e spese a carico dei general contractor).