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Le esperienze psicofisiche formano il sistema conoscitivo attraverso mappe naturali e mappe culturali.
Mappe disegnate attraverso i sensi che costruiscono la nostra idea di realtà.
Ora che gli HoloLens della Microsoft ci permettono di vedere ologrammi tridimensionali mischiati alla realtà e di modificarli e guidarli con il movimento delle mani che li “toccano” e li spostano e li modificano, l’equilibrio tra queste due specie di mappe si sbilancia a favore di quelle culturali.
Se De Kerckhove dice che “ogni volta che il linguaggio umano cambia di medium cambia anche l’etica” vuol dire che siamo in “un cambiamento di civiltà” perché “il sapere della rete (che è la somma dei dati di tutti i nostri movimenti e azioni on e off-line inseriti nei social network) orienta la definizione della realtà … e del mondo sociale … alla base dei nostri processi mentali e delle nostre azioni.” (*)
E non importa che singolarmente siamo o no presenti nei social network o che v’inseriamo o meno i nostri movimenti e le nostre azioni, dal momento che l’insieme dei movimenti e delle azioni altrui determina di fatto anche la nostra visione del mondo e quindi la nostra percezione della cosiddetta realtà che costituirà la mappa culturale attraverso cui noi ci costruiamo la “nostra” idea di mondo e il “nostro” conseguente modo di comportamento.
Passiamo quindi da una realtà dominata dall’inconscio individuale (quell’insieme di istinti e desideri che guida i comportamenti individuali) a una realtà dominata da un “incoscio digitale” caratterizzato da una “portata globale e da una straordinaria velocità di accesso a una collezione infinita d’informazioni” (*)
Questo cambio di paradigma non può non modificare radicalmente i modi della politica che oscilla tra l’estrema personalizzazione e identificazione nel leader e una “massa interattiva” completamente diversa dalle storiche maggioranze silenziose ma egualmente dominata da impulsi irrazionali.
La capacità dei nuovi soggetti politici deve quindi indirizzarsi verso quella “richiesta globale di correttezza politica, di società della condivisione, di collaborazione interculturale, di preoccupazione per la salute del mondo”(*).
(*) Derrick De Kerckhove Inconscio digitale
1 Responses to Come cambia la politica al tempo de “l’inconscio digitale”