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Dieci piccoli sospetti
di Rian Johnson. Con Daniel Craig, Chris Evans, Ana de Armas, Jamie Lee Curtis, Michael Shannon USA 2019
La cameriera Fran (Edi Patterson) porta la colazione al famoso scrittore di gialli ed editore Halan Trombey (Chistopher Plummer) e lo trova nel suo studio con la gola tagliata. La polizia sembra convinta che si sia trattato di un suicidio ma, all’improvviso, nella villa arrivano il tenente e l’agente Wagner (Noah Segan) che ricominciano ad interrogare tutti i familiari del morto accompagnati dal famoso criminologo e detective Benoit Blanc (Craig), il quale ha ricevuto del denaro con una lettera anonima che lo invitava a far luce sul caso, definendolo un omicidio. I parenti la sera del decesso erano tutti in villa per festeggiare il compleanno del decano. In quell’occasione, molti di loro avevano subito qualche grave torto dallo scrittore: al genero Richard Drysdale (Don Johnson) – marito della figlia Linda (Lee Curtis), ricca immobiliarista, e padre del dissoluto Ransom (Evans) – Harlan aveva fatto vedere una foto che lo ritraeva con un’amante, minacciandolo di informare la figlia, dalla quale lui dipendeva economicamente; Ransom aveva avuto una violente lite con il nonno che aveva dichiarato di volerlo diseredare; il figlio Walt (Shannon) – marito di Donna (Riki Lindhome) e padre di Jacob (Jaeden Martell), adolescente onanista e con sentimenti neonazisti – cui era affidata la società editrice che pubblicava i romanzi del padre si era visto licenziato su due piedi per aver tentato di convincerlo a cedere i diritti cinematografici dei suoi titoli; alla nuora Joni (Toni Collette) – vedova del primo figlio di Harlan, madre di Meg (Katherine Langford), proprietaria di una fallimentare ditta di cosmetici – il capofamiglia (avendo scoperto che lei incamerava, oltre al generoso assegno con cui lui la manteneva, anche i soldi della ricca retta per gli studi della figlia) aveva deciso di tagliare i fondi. C’è poi l’anzianissima madre dello scrittore, Wanetta (K Callan), che ha visto tutto ma non sembra in grado di parlare. Tutti cercano, sulle prime, di negare e comunque proclamano amore e devozione per il defunto e Benoit indirizza le sue attenzione verso l’infermiera Marta Cabrera (de Armas) – giovane e onesta ragazza di origini ecuadoriane che deve proteggere la madre (Marlene Forte) a rischio di espulsione perché entrata clandestinamente negli USA. – che è affetta da una sindrome che le induce il vomito se dice una bugia. Lei ha un segreto da nascondere: nel fare le consuete due iniezioni serali ad Halan, si era accorta di aver sbagliato boccetta e di avergli inoculato una dose mortale di morfina; lo scrittore, che le voleva bene, le aveva imposto di non dire nulla e si era tagliato la gola per fuorviare eventuali indagini. Benoit la nomina sua assistente nelle indagini e lei cerca di nascondere (sempre senza mentire) tutte le tracce che potrebbero evidenziare il reale accaduto. Il giorno dopo arriva il notaio Stevens (Frank Oz) che legge il testamento dello scrittore nel quale l’infermiera è nominata erede universale. Tutta la famiglia le si avventa contro tranne Ransom che la porta in salvo, le estorce (sapendo della sua sindrome) la verità e si offre di aiutarla contro l’avidità dei suoi parenti, che lui detesta …
Alla fine degli anni ’70 Neil Simon aveva scritto due commedie cinematografiche, Invito a cena con delitto e A proposito di omicidi, che – entrambe con un cast ricchissimo – parodiavano i generi del romanzo poliziesco. Cena con delitto (titolo italiano evidentemente allusivo al primo lavoro di Simon ma non propriamente esplicativo: il titolo orinale si potrebbe tradurre con un più pertinente Fuori i coltelli) ha un’ironia di fondo ma non lo si può definire una parodia; il nome francesizzante del protagonista, sembra semmai alludere al Poirot di Agatha Christie; l’impianto narrativo e la presenza di attori famosi in molti ruoli rimandano, infatti, ai due Assassinio sull’Orient Express e ad Appuntamento con la morte, Assassinio sul Nilo e Delitti sotto il sole , tutti con al centro l’investigatore belga. Forse, però, oltre a qualche assonanza con le riduzioni cinematografiche di Dieci piccoli indiani (11, se si considerano anche le libere trasposizioni come 5 bambole per la luna d’agosto di Mario Bava e il soft-porno Vergini corpi frementi), il romanzo della Christie che più ha ispirato il regista e scrittore Rian Johnson (Star Wars – Gli ultimi Jedi, Looper) è E’ un problema (dal quale è stato tratto il film Mistero a Crooked House), con delitti un una lussuosa villa e un investigatore più adiacente per età e fisicità a Daniel Craig. La qualità del film e il suo buon esito sono un’ulteriore prova (vedi anche qualche recente titolo italiano) della rinascita al cinema del poliziesco del genere whodunit (letteralmente: chi l’ha fatto, cioè giallo d’indagine), anche in un mercato ostico alla riflessività come quello americano (negli USA ha incassato 53 milioni). Non è una cattiva notizia per vecchi appassionati come noi.