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Piccoli comuni, buone pratiche sociali

Nasce un portale in cui i primi cittadini italiani presentano le tante iniziative sociali deliberate a livello locale. Dalla didattica a distanza agli sconti Imu per chi aiuta i poveri, sono già tanti gli esempi da copiare.

Lezioni in videoconferenza per contrastare l’abbandono scolastico. Sconti Imu a chi pratica contratti d’affitto a famiglie in difficoltà. Incentivi all’uso della bicicletta attraverso concorsi a premi. Riduzioni Tari a chi adotta cani randagi. Recupero e valorizzazione di opere d’arte trafugate. Sono tante le iniziative sociali dei Comuni italiani che nascono dalla buona volontà degli amministratori e dalla collaborazione di associazioni e cittadini. Ma spesso rimangono isolate, e le conoscono soltanto gli abitanti della zona o al massimo i lettori dei quotidiani locali. Per mettere in rete queste buone pratiche, e favorire così il loro sviluppo e contaminazione, è nato a marzo un nuovo portale, Italia in Comune, frutto dell’idea del 32enne sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci, che ha presentao l’iniziativa nel corso di un Forum a cui hanno partecipato decine di primi cittadini italiani.

Scopo del portale è proprio quello di mettere in comune le disposizioni concrete che hanno portato benefici alla cittadinanza e fare rete tra i sindaci. “Le problematiche che dobbiamo affrontare sono spesso simili e a volte può essere sufficiente prendere esempio da chi ha già trovato una soluzione per risolvere le cose”, ha spiegato Pascucci. Così qualsiasi sindaco può inserire nel sito la propria “buona pratica”, a patto ovviamente che il provvedimento sia concreto e supportato da delibere o atti, che devono caricati sul portale. L’idea è creare un database pubblico di buone pratiche a cui tutti potranno accedere.

Tra le tante iniziative già presenti online, interessante quella dello sconto Imu a chi affitta ai bisognosi, realizzata dall’amministrazione comunale di Valmontone, in provincia di Roma. Il provvedimento, nato per contrastare l’emergenza abitativa e favorire l’applicazione di contratti d’affitto regolari, segue a un accordo con le associazioni di categoria dei proprietari di casa e dei sindacati inquilini, grazie al quale il Comune ha reso possibile l’utilizzo del canone concordato, con locazioni fisse e il pagamento della cedolare secca al 10 per cento. Al tempo stesso è stata creata una graduatoria comunale di singoli o famiglie in situazione di difficoltà abitativa: a chi decide di affittare casa applicando il canone concordato a persone in stato di bisogno certificato, l’amministrazione concede uno sconto del 2 per cento sulla somma dovuta per l’Imu.

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Openbilanci: quanto spendono i Comuni per il sociale?

I dati sulle spese dei Comuni ora sono direttamente accessibili dai cittadini.
La spesa sociale locale
Gli enti locali sono i principali finanziatori della spesa sociale locale, basti pensare che nel 2011 il 62,5% di tale è spesa è stato finanziato con risorse proprie dei Comuni – a fronte del 17,1% di Fondi Regionali e 12,4% del Fondo nazionale per le Politiche Sociali (Dati Istat) (vedi anche I Comuni: le risposte dei territori alla crisi). E’ evidente quindi che le scelte degli amministratori possono avere un grande impatto sulla quantità e sulla qualità dei servizi che i cittadini ricevono, determinando forti differenze a livello territoriale. Vale a dire, il luogo in cui viviamo contribuisce a determinare il nostro “paniere di welfare”. Per questo motivo è importante che tutti i cittadini possano conoscere le scelte effettuate dai propri amministratori così da valutarne l’operato anche su questa base. Un obiettivo oggi più facile da raggiungere grazie ai nuovi strumenti tecnologici, tra cui il portale openbilanci.it.
Openbilanci
Openbilanci è un progetto realizzato e gestito da Depp srl Democrazia Elettronica e Partecipazione Pubblica – organizzazione che mira a sperimentare concretamente internet per l’informazione e la partecipazione politica – , pensato per rendere la gestione delle risorse pubbliche trasparente, comprensibile e verificabile. Si tratta di un portale dove sono disponibili i bilanci degli ultimi 10 anni dei Comuni italiani, analizzabili per indicatori, uscite, entrate per funzioni/interventi, e che comprende quindi anche la spesa per i servizi sociali (asili nido, servizi di prevenzione e riabilitazione, strutture residenziali e di ricovero per gli anziani residenti, altri). Una grande quantità di dati ufficiali in formati leggibili da computer e liberamente riutilizzabili, pronti per essere scaricati da cittadini, media e ricercatori.
I dati
In Openbilanci vengono utilizzate due tipologie di dati: quelli dei bilanci e quelli relativi ai sindaci. Riguardo ai bilanci, la fonte dei dati è la Direzione Centrale della Finanza Locale del Ministero dell’Interno cui la legge (T.U.E.L. del 2000) affida il compito di raccogliere e pubblicare i bilanci dei Comuni italiani secondo una classificazione omogenea (certificati di bilancio preventivo e consuntivo). I dati del singolo bilancio di un Comune vengono prodotti e trasmessi al Ministero dal Comune stesso che è quindi il soggetto responsabile della veridicità, esattezza e completezza dei dati presenti nella banca dati del Ministero e, di conseguenza, dei dati pubblicati in Open bilanci. La fonte dei dati relativi ai sindaci dei Comuni italiani è invece Open politici, piattaforma di Openpolis, che a sua volta fa riferimento alla base dati dell’Anagrafe Amministratori Locali e Regionali, curata dalla Direzione Centrale dei Servizi Elettorali del Ministero dell’Interno. Tuttavia i dati di Open politici non corrispondono esattamente a quelli del Ministero in quanto vengono aggiornati con maggiore frequenza.
Come funziona?
Attraverso il portale è possibile effettuare confronti tra due Comuni, fare classifiche (ad esempio, chi spende di più e per cosa?) e creare mappe. I dati possono essere filtrati e analizzati in base a svariati criteri: regione di appartenenza, numero di abitanti, andamento nel tempo, ecc. Per esempio, volendo classificare i principali Comuni italiani (cioè con popolazione superiore a 200.000 abitanti) sulla base della spesa sociale pro capite nel 2012, troviamo al primo posto il Comune di Trieste con 457,86 euro, a metà classifica Torino con 247, 82 euro e all’ultimo posto Napoli, con 47,9 euro. Più nel dettaglio, potremmo sullo stesso campione confrontare la spesa pro capite per gli asili nido, e troveremmo la stessa variabilità: dai 137,61 euro di Trieste, ai 75,80 euro di Genova, a metà classifica, fino ai 3,64 euro di Messina.
Sempre sullo stesso campione, potremmo analizzare la spesa per la gestione e costruzione delle case popolari. Anche in questo caso si riscontra un’alta variabilità territoriale, che parte dai 63,78 euro del Comune di Milano, scende quasi dimezzandosi per la “seconda classificata”, Venezia (34,02 euro) e si ferma a 2,03 euro nel Comune di Genova.
Queste sono alcune delle interrogazioni, ma moltissime indagini di ricerca sono possibili.
Basta collegarsi al sito e seguire alcuni semplici passaggi.

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Fondi UE: si delinea la programmazione 2014-20

In attesa che siano approvati gli ultimi documenti si va delineando il quadro della Programmazione italiana dei fondi europei 2014-2020.
Per quanto riguarda il FESR, il fondo europeo di sviluppo regionale sono infatti on line sul sito della Commissione Europea 3 degli 8 programmi operativi nazionali (PON) ( di cui tre sono finanziati da solo FESR e cinque dal FESR e dal FSE), e 11 dei 21 programmi operativi regionali (POR).
a) National Operational Programme on Culture [IT] (solo FESR)
b) National Operational Programme on Governance, networks, special projects and technical assistance [IT] (FESR e FSE)
c) National Operational Programme on Education [IT] (FESR E FSE)
  1. POR Piemonte ERDF [IT]
  2. POR Liguria ERDF [IT]
  3. POR Marche ERDF [IT]
  4. POR PA Trento ERDF [IT]
  5. POR Emilia Romagna ERDF [IT]
  6. POR Lombardia ERDF [IT]
  7. POR Toscana ERDF [IT]
  8. POR Umbria ERDF [IT]
  9. POR Lazio ERDF [IT]
  10. POR Valle d’Aosta ERDF [IT]
  11. POR PA Bolzano ERDF [IT]
Con riferimento invece al FSE, Fondo Sociale Europeo, sono stati pubblicati (sempre sul sito della Commissione Europea, 5 degli 8 programmi nazionali (di cui tre finanziati dal solo FSE e cinque dal FSE e dal FESR), e 16 dei 21 programmi operativi regionali.
a)National Operational Programme on Education  [EN]  [IT]
b) National Operational Programme on Governance, networks, special projects and technical assistance  [EN]  [IT]
c) National Operational Programme on Social Inclusion  [EN]  [IT]
d) National Operational Programme on Systems for Active Employment Policies  [EN]  [IT]
e) National Operational Programme on Youth Employment  [EN]  [IT]
  1. POR Abruzzo ESF  [EN]  [IT]
  2. POR Basilicata ESF  [EN]  [IT]
  3. POR Emilia Romagna ESF  [EN]  [IT]
  4. POR Friuli Venezia Giulia ESF  [EN]  [IT]
  5. POR Lazio ESF  [EN]
  6. POR Liguria ESF  [EN]  [IT]
  7. POR Lombardia ESF  [EN]  [IT]
  8. POR Marche ESF  [EN]  [IT]
  9. POR Piemonte ESF  [EN]  [IT]
  10. POR Sardegna ESF  [EN]  [IT]
  11. POR Sicilia ESF  [EN]  [IT]
  12. POR Toscana ESF  [EN]  [IT]
  13. POR Umbria ESF  [EN]  [IT]
  14. POR Valle d’Aosta ESF  [EN]  [IT]
  15. POR Veneto ESF  [EN]  [IT]
  16. ROP PA Trento ESF  [EN]  [IT]

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Architettura per le comunità intelligenti

il “Gruppo di lavoro dell’Agenzia per l’Italia Digitale per le smart city” ha curato e definito il documento “Architettura per le Comunità Intelligenti: Visione concettuale e raccomandazioni alla pubblica amministrazione”, con il quale viene proposto un approccio metodologico e di governance per l’attuazione del paradigma delle smart city/community.
architettura per le comunita intelligenti



Contributi alle associazioni nazionali di promozione sociale

MINISTERO LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Linee guida per la presentazione delle domande di contributo in favore delle associazioni nazionali di promozione sociale per il 2015.

Linee_guida




Rolex al figlio e sfratti per i poveri

Lupi un Ministro esemplare.

Siamo disgustati da questa infinita casistica di politici corrotti, di burocrati corrotti, di imprenditori corrotti che sporcano l’immagine del paese rendendolo ridicolo e inaffidabile. Arriviamo sempre in ritardo, i giudici non ce la fanno più a star dietro ai ladri e a scoperchiare il malaffare e i cittadini onesti sono stremati dalle tasse e dalla mancanza di lavoro perché la classe politica ruba, i commis di stato rubano e gli imprenditori spolpano.

Un Ministro esemplare, Lupi, che, ultimamente, nel Milleproroghe, si era distinto per la tenacia con cui si era opposto alla deroga sugli sfratti, dichiarando che era suo il merito di aver ripristinato un diritto che veniva calpestato da anni. Così mentre il Ministro sfrattava i poveri, gli anziani e i portatori di disabilità gravi, il figlio del Ministro, poco più che ventenne, riceveva orologi Rolex e contratti da capocantiere per il nuovo palazzo dell’Eni a Milano (il Fatto quotidiano, Corriere della sera, la Repubblica). Questa è l’Italia. Questo è il senso di giustizia e la morale che alberga nella coscienza di chi ci amministra, ovviamente in nome dello Stato. Per il momento il Ministro non ha ricevuto avvisi di garanzia ma un suo gesto di responsabilità, le dimissioni, toglierebbe dall’imbarazzo il Governo.

Basta, Uniat dice basta a questo stato di cose e chiede al Governo che al Ministero delle Infrastrutture venga mandata una persona dalla morale e dal profilo professionale degna, capace di assumere incarichi per lo Stato e per la cura degli interessi dei cittadini e dei bisognosi.

Uniat esprime la più profonda indignazione per quanto è avvenuto e per quello che apprenderemo dall’inchiesta e ribadisce la necessità che nel Paese si ricostituisca un Ministero della casa e che questo sia distinto dal Ministero delle infrastrutture. Uniat chiede al Presidente del Consiglio dei Ministri di intervenire urgentemente nel ripristinare un rapporto di fiducia tra i cittadini e le istituzioni, rimuovendo, se necessario, un Ministro che crea imbarazzo, capace di gettare un ombra non solo sul nome del Paese ma anche sul percorso futuro del suo ragazzo.

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Gas, bollettino dalla rivoluzione silenziosa

Vent’anni di storia dei gruppi d’acquisto solidali dimostrano quali e quanti progetti possano realizzare i cittadini che si organizzano per soddisfare in modo migliore i loro bisogni, a partire da quelli di cibo e relazioni. L’economia solidale è -oggi- un’alternativa concreta e praticata.
L’introduzione di Andrea Saroldi a “Il libro dei Gas”, appena uscito per Altreconomia edizioni.

Forse non ve ne siete accorti, ma qualcosa sta cambiando. Pur in mezzo alle difficoltà e di fronte a un futuro incerto moltissime persone hanno iniziato a comportarsi in modo diverso, chiedendosi cosa possono fare per migliorare un po’ la situazione e iniziando a farlo, a partire dalla propria vita.
I gruppi di acquisto solidali (Gas) sono un pezzo di questa rivoluzione silenziosa.

In questi 20 anni di storia italiana i Gas hanno potuto mostrare concretamente quanto siano arricchenti – oltre che faticose – le relazioni dirette, quanto si possa imparare e cambiare all’interno di un gruppo, quanto la nostra vita possa migliorare facendo attenzione a cosa e da chi acquistiamo, quanto sia fruttuosa la ricerca di soluzioni che possano funzionare per tutti, quali progetti possano realizzare i cittadini che si organizzano per soddisfare in modo migliore i loro bisogni: cibo e relazioni, Gas e socialità, tessile e prodotti per la casa, filiere partecipate, e convenzioni sui servizi, reti di Gas e Distretti di Economia Solidale (Des), reti nazionali e transnazionali.

A partire dal primo gruppo di Fidenza i Gas si sono moltiplicati e diffusi in tutta la penisola e hanno iniziato a collaborare con esperienze simili all’estero, hanno cercato alleanze con gli altri attori dell’economia solidale e insieme hanno avviato la sperimentazione di progetti e reti locali e nazionali, mostrando che l’economia solidale è un’alternativa concreta e praticata. Alcuni temi come il rapporto diretto con il produttore, il legame con il territorio, il rispetto della terra e delle tradizioni, il chilometro zero sono diventati di dominio comune e diverse forme di economia collaborativa stanno sciogliendo la corazza dell’uomo economico.

Ciononostante non ci vogliamo fermare, perché il passaggio d’epoca è appena iniziato e basta poco a disinnescare questa trasformazione; la crisi multipla sta colpendo e le forme della condivisione rischiano di essere rivoltate a vantaggio di pochi. Ma noi pensiamo che sia proprio questo il momento per provare il vantaggio di pensarsi insieme.

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Quercus robur alla Certosa

quercia

La quercia che si affaccia su Via Filarete

A Roma c’è una quercia nel cuore di Tor Pignattara che sta lì da tanto. Ha visto crescere i suoi abitanti e ha assistito alle vicende del quartiere. Non tutti la conoscono, perché è una presenza discreta, messa in disparte in una piccola area verde. In questo agglomerato di case lungo via dei Savorgnan, che gli abitanti chiamano comunemente la Certosa, spazi di verde pubblico non ce n’è. Solo un ampio parco adiacente alla Villa Certosa da cui prende il nome, dal 1.700 convento di monaci certosini e ora convento di suore, ma rigorosamente inaccessibile. Allo stesso modo la nostra quercia vegeta in un’area privata, da piano regolatore destinata a verde privato, ma di cui nessuno si occupa da anni. E’ quindi abbandonata a se stessa, adiacente ad un muro, in un pratino incolto di neanche mezzo ettaro, attualmente triste testimone del degrado sociale imposto da una crisi economica impietosa. Sotto la sua chioma c’è un tappeto di siringhe, drammatica testimonianza dell’impossibilità di utilizzare un’area verde che i cittadini e le cittadine da tempo vorrebbero per loro e per i propri figli. Gli amministratori si sono dimostrati incapaci di affrontare e risolvere il problema, così ci si è dati da fare.

La quercia, un maestoso esemplare di Farnia (Quercus robur), nonostante alcune branche secche, si presenta ancora vitale, con una circonferenza di tre metri e mezzo, un’ampia chioma con un raggio di circa 12 metri, e un’altezza stimata intorno ai 15 metri. Gli abitanti anziani la ricordano con quelle dimensioni da quando hanno memoria, almeno la metà del secolo scorso, portandoci ad attribuirle un’età sicuramente superiore ai 100 anni. I numeri per farne ufficialmente una pianta monumentale ci sono tutti. Così gli abitanti hanno preso in mano la Legge Regionale del Lazio (L.R. 28 Ottobre 2002, n. 39 “Norme in materia di gestione delle risorse forestali”) e hanno portato avanti una raccolta di adesioni per richiederne l’inserimento nell’Elenco regionale degli alberi monumentali. La qual cosa renderebbe l’esemplare protetto e l’area su cui sorge inedificabile, al riparo da tentativi di speculazione. E forse spingerebbe Roma Capitale ad acquisire o comunque gestire l’area a favore dei suoi abitanti. Raccolte 136 firme e l’appoggio di sei Associazioni della zona, ci si è però accorti che era subentrata nel frattempo la legislazione nazionale (Legge n. 10 del 14 gennaio 2013  – Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani), secondo cui il censimento delle piante monumentali andava fatto dai comuni, per essere poi passato alle Regioni e da queste al Corpo Forestale dello Stato, così da inserirle in un Elenco nazionale degli alberi monumentali d’Italia. Ma niente paura, cambiava solo il destinatario a cui spedire la richiesta. Attualmente il plico è stato inviato al Dipartimento Tutela Ambientale di Roma capitale, a quella Direzione Gestione Territoriale Ambientale e del Verde ultimamente al centro di casi di corruzione e appalti sospetti. A termini di legge dovrebbe completare il censimento e consegnarlo alla Regione Lazio entro luglio 2015, che a sua volta, entro dicembre dello stesso anno, deve validarlo e consegnarlo al Corpo Forestale dello Stato, il quale, compiuta una verifica formale, provvederà a redigere il definitivo Elenco degli alberi monumentali d’Italia. In caso di inadempienza, da parte delle regioni, è previsto l’intervento dei poteri sostitutivi da parte del C.F.S.. Nel frattempo vige una sorta di Iimbo, anche se a partire dalla proposta di attribuzione di monumentalità da parte del comune, con atto amministrativo notificato al proprietario, l’abbattimento della pianta deve essere motivato e autorizzato da comune e C.F.S., a rischio di forti sanzioni pecuniarie. La palla sta quindi a Roma Capitale, i cittadini aspettano.

 




Le banche del tempo compiono vent’anni e hanno un futuro

Avete mai pensato di poter depositare il vostro tempo in banca? E di staccare un assegno pagando in ore? All’interno di una Banca del Tempo questo è possibile. Le Banche del Tempo sono istituti di credito dove si contabilizzano crediti e debiti usando come unità di misura l’ora. Sono nate nel 1995 a Sant’Arcangelo di Romagna (RN) dall’intuizione di un sindaco donna e di alcune amministratrici, con lo scopo di valorizzare il tempo di lavoro delle donne ancora oggi ignorato dal mercato (persino escluso dalle voci che compongono il PIL). Così è nata l’idea di una Banca dove due ore impiegate a riparare una tapparella rotta valessero quanto due ore spese a preparare una torta.

«Servono a risolvere piccoli problemi del quotidiano», dice Marialuisa Petrucci, presidente dell’Associazione Nazionale delle Banche del Tempo, «ad esempio ho bisogno di qualcuno che mi accompagni in macchina per un servizio, qualcuno che mi faccia un orlo o qualcuno che mi insegni a fare una torta. È un modo di condividere i propri saperi e le proprie passioni con altre persone. L’originalità della Banca del Tempo sta in due valori fondamentali: quello della reciprocità e quindi dello scambio paritario, e quello del dono di sé agli altri».

Nate in tempi di crisi

Le prime esperienze europee di Banche del Tempo sono sorte in un clima di crisi economica dove ci si aggregava per sostenersi a vicenda: in Inghilterra nascono durante il Governo della Tatcher e in Francia con un gruppo di mamme che mantengono aperto un asilo alternando i turni a vicenda. In Italia, invece, è la profonda crisi sociale a prevalere sui fattori economici, in particolar modo dal 2008 ad oggi: il sentirsi espulsi dalla società, il vivere un egocentrismo esasperato, il bisogno di ricostruire relazioni.

«In una società in cui il tempo schiaccia qualsiasi tipo di valore della persona – continua Petrucci – noi recuperiamo e mettiamo al centro la dimensione del tempo, una dimensione comune a tutti. Il tempo elimina le differenze sociali, culturali, di genere. Nella Banca del Tempo siamo tutti uguali come persone, dallo scienziato che tiene una conferenza alla mamma che prepara una torta. In questo caso il tempo supera il denaro in quanto valore intrinseco della persona».

Attualmente le Banche del Tempo in Italia sono circa 500 con 25.000 correntisti iscritti all’Associazione nazionale (dati 2014 de l’Associazione Nazionale delle Banche del Tempo) che depositano e prelevano “ore” attraverso i diversi sportelli. Teresa è una di loro e dal 2011, nella Banca del Tempo Longhena di Roma, scambia le sue lezioni di inglese con delle visite guidate. «Mi piaceva l’idea che non circolasse denaro e che ognuno mettesse a disposizione ciò che sapeva fare. Avendo studiato un po’ di lingue, insegno il francese ai bambini il sabato e l’inglese alle signore il mercoledì. In cambio vado a visitare musei o altre visite itineranti organizzate da un altro correntista».

Il valore della reciprocità

Per diventare correntisti di queste Banche, occorre recarsi presso lo sportello del proprio quartiere e sostenere un breve colloquio conoscitivo con l’operatore. Quest’ultimo compila una scheda personalizzata con l’attività che sono disposto a svolgere e con quella che richiedo in cambio. Terminata la procedura il correntista riceve il tesserino di iscrizione e il libretto degli assegni che può utilizzare (e successivamente depositare) ogni qual volta richiederà una prestazione. Lo scambio avviene sempre attraverso l’operatore di sportello che mette in comunicazione chi da e chi riceve.

Le Banche del Tempo fanno parte della grande famiglia del volontariato, anche se non rappresentano una forma di volontariato: in questo sistema chi dà deve ricevere e chi riceve deve dare. «Per i correntisti il principio non è il volontariato» ci dice Lucia Salvemini, direttrice della Banca del Tempo Longhena, «Siamo davanti a un altro tipo di economia. Noi teniamo il conto delle ore delle persone che danno e che ricevono e cerchiamo che il conteggio vada sempre in pari». Eppure capita spesso che le stesse Banche creino una vera e propria rete solidale con le altre realtà sociali e culturali del territorio come le scuole, le biblioteche, le palestre, i centri giovanili, i centri anziani ecc. «Una della caratteristiche più interessanti della nostra Banca è che dialoghiamo anche con altre esperienze sociali del territorio: abbiamo stretto rapporti con una scuola qui vicino, abbiamo riorganizzato la biblioteca organizzando le letture per i bambini e ci sono nostri correntisti che restituiscono le loro ore in queste altre strutture».

La sfida: i giovani

Sono molteplici le sfide che oggi le Banche del Tempo vogliono intraprendere, tra cui un maggior coinvolgimento di giovani correntisti. «I valori che trasmette una Banca del Tempo sono evidentemente educativi – spiega Marialuisa Petrucci – ecco perché siamo partiti con alcuni progetti direttamente all’interno delle scuole e delle università. Lo scambio generazionale è uno dei nostri punti forza: io giovane che conosco le nuove tecnologie e so navigare su internet posso insegnarlo a chi è più grande e si trova in difficoltà».

Avranno un futuro queste Banche? «Le Banche del Tempo hanno un futuro perché lo hanno costruito su radici e valori antichi dell’uomo: quello della solidarietà, dall’aiuto e di percepire l’altro come una persona».

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Newsletter dal Municipio XI

Ponte dei Congressi, con la Conferenza dei Servizi si fa un ulteriore passo in avanti

Ad inizio marzo si è tenuta la Conferenza dei Servizi per la realizzazione del Ponte dei Congressi: siamo molto soddisfatti per il rispetto dei tempi previsti e per le parole del Sindaco Marino in proposito. Con la Conferenza dei Servizi, infatti, la realizzazione di questa opera fa un ulteriore passo in avanti. Il Ponte dei Congressi rappresenta una grande vittoria, in primo luogo per Roma e per il nostro Municipio che da sempre si è battuto per la sua realizzazione, grazie a cui si potrà sbloccare il nodo fortemente congestionato Colli Portuensi – Newton – Magliana – Eur, e chiudere l’anello di collegamento con la parte nord della città. Sappiamo perfettamente che è un’opera molto complessa ma è importante procedere senza indugi in questo percorso e arrivare, nel più breve tempo possibile, alla sua cantierizzazione. Ancora una volta questa Amministrazione ed il Governo si sono dimostrati seri e lungimiranti, rifinanziando un’opera che nella precedente consiliatura era stata, invece, eliminata. Infrastrutture come il Ponte dei Congressi, sono fondamentali per lo sviluppo della nostra città e contribuiscono a far diventare Roma una grande capitale europea, non più prigioniera delle sue contraddizioni e dello sviluppo urbanistico degli anni scorsi.

Rifacimento marciapiedi Via Francesco Pallavicini

Partirà il 30 marzo il rifacimento del lato destro dei marciapiedi di via Pallavicini, nel tratto tra via Bartolucci verso Largo Ruspoli. I lavori consentiranno di ripristinare la corretta percorribilità dei marciapiedi, di ridimensionare le quote dei cigli e di sostituire quelli ammalorati. Prevista anche la pulizia delle caditoie presenti. Gli interventi avranno una durata di circa 45 giorni.

 

Riqualificate le aree pedonali davanti le scuole “G. Pascoli” e “G. Perlasca”

Proseguono gli interventi per la messa in sicurezza delle aree pedonali davanti alla scuola elementare “G. Pascoli”, nel quartiere Marconi. I lavori hanno permesso la sistemazione della pavimentazione, dei parapedonali e dei dissuasori di velocità per l’accesso all’area pedonale. Contestualmente sono state sistemate anche le panchine ed i cestini. In collaborazione con la scuola, inoltre, si sta realizzando un murales sul muro di via dei Papareschi: i bambini della Pascoli hanno scelto il tema e realizzato dei disegno dai quali è stato tratto il bozzetto dell’opera.

Anche l’area pedonale davanti la scuola “G. Perlasca”, a Monte Cucco, è stata ripristinata.

 

Riqualificazione Largo Santa Silvia, spunta anche un murales!

Proseguono i lavori di riqualificazione di Largo Santa Silvia. Gli interventi riguardano la risistemazione dei giardini, con il ripristino dei giochi e della pavimentazione anti-trauma, la piantumazione di essenze erbose, l’installazione di un impianto di irrigazione e l’installazione di parapedonali intorno alla piazza per impedire l’accesso ai motorini. L’area, inoltre, è stata interessata, nei giorni scorsi, da un intervento di pulizia straordinaria da parte dei Pics. Per sabato 14 marzo, a partire dalle ore 11, è prevista una festa di inaugurazione dell’area durante la quale sarà anche mostrato il pannello con un murales realizzato appositamente dall’Associazione Scuola Viva Onlus.

Sos Azzardo, nel Municipio XI aperto il primo sportello gratuito per le vittime di ludopatie

È attivo, nel nostro territorio, un servizio totalmente gratuito contro le ludopatie. E’ stato presentato infatti il 2 marzo nella sede di Villa Bonelli, il nuovo sportello “SOS Azzardo” realizzato dal Gruppo Magliana ’80, in collaborazione con il Municipio e con il Servizio per le Dipendenze patologiche (SerD). SOS Azzardo offre programmi di accoglienza, orientamento e supporto legale, sociale e psicologico in collaborazione con psicologi, medici, avvocati ed educatori, a tutte le persone che soffrono di patologie legate al gioco d’azzardo ed a tutti i potenziali giocatori, con particolare attenzione agli adolescenti, alle donne e agli anziani.

Le problematiche relative alla dipendenza da gioco d’azzardo sono in costante crescita e rappresentano un vero e proprio allarme sociale. Questo dato di fatto ci ha portato a riflette sulla crescente gravità del problema e sulla necessità di offrire il giusto supporto a chi sta vivendo un momento di difficoltà in un contesto storico di crisi e di precarietà lavorativa ed economica, in cui le persone tendono a rinunciare a servizi e consulenze che potrebbero aiutarli a superare situazioni che mettono a dura prova la propria resistenza personale.

Lo sportello si trova in via della Magliana Nuova 160, presso la sede della Cooperativa Magliana ’80, ed è aperto dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 16.

 

Prorogati i termini Premio Arvalia: vota il tuo candidato entro il 15 aprile!

Prorogati di un mese i termini per presentare le candidature per il Premio Arvalia 2015. La scadenza, originariamente fissata al 15 marzo è stata, infatti, posticipata al 15 aprile 2015, al fine di consentire una più ampia partecipazione dei cittadini del Municipio.

Il Premio è uno speciale riconoscimento che il Municipio XI ha istituito nei mesi scorsi per “dare risalto all’impegno di quanti abbiano contribuito a valorizzare le capacità e peculiarità della comunità municipale”. Il premio sarà assegnato, con cadenza annuale, a personalità, a singoli cittadini, ad organizzazioni, che operano nel territorio del Municipio e che si siano distinti per l’impegno sociale, culturale, sportivo, educativo o nella loro attività lavorativa. Una speciale commissione valuterà le candidature che potranno essere presentate, debitamente motivate e documentate, da almeno 20 cittadini residenti nel Municipio o da comitati, associazioni ed enti.

Per informazioni e candidature: www.premioarvalia.it

Il Municipio aderisce a “Spiazziamoli: 50 piazze per la democrazia e contro le mafie”

Il nostro Municipio ha aderito formalmente alla manifestazione “Spiazziamoli: 50 piazze per la democrazia e contro le mafie” del 6 e 7 marzo 2015. L’iniziativa, aperta alla partecipazione di associazioni, gruppi, comitati e cittadini, ha avuto come obiettivo la realizzazione di 50 eventi nella città per rompere il silenzio sulle mafie e la corruzione e fare di Roma un palcoscenico e una piattaforma di democrazia e impegno antimafia. Nel nostro territorio, in particolare, il 7 marzo si è svolto a Corviale, presso il Campo dei Miracoli di via Poggio Verde 455, l’evento “Un calcio contro l’illegalità contro Mafia Capitale”, che ha visto insieme la Nazionale Magistrati, l’Associazione Avviso Pubblico, e l’Associazione Calciosociale, in una giornata dedicata allo sport e al confronto. Continua, quindi, l’impegno del nostro Municipio contro le mafie e l’illegalità, iniziato a novembre 2013 con l’adesione al “Manifesto dei Sindaci per la legalità contro il gioco di azzardo” e la firma del Protocollo “Municipi senza Mafie” promosso dall’Associazione DaSud, per ribadire il proprio impegno nella diffusione dei valori della legalità e di buone pratiche di prevenzione e controllo sui fenomeni di corruzione e illegalità. Impegno che, inoltre, ha visto il Municipio partecipare alla Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie che si è tenuta il 22 marzo 2014 a Latina.

Siglato un protocollo d’intesa con Amministrazione penitenziaria per reinserimento sociale

Il Municipio Roma XI grazie ad un protocollo di intesa con il Provveditorato regionale Amministrazione penitenziaria del Lazio, metterà a disposizione opportunità lavorative, formative e di reinserimento sociale per lo svolgimento di lavori di utilità pubblica in favore di persone in esecuzione di pena e in messa alla prova: il Provveditorato, tramite l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Roma e Latina, individuerà un numero di persone per le quali sussistano le condizioni per l’ammissione al lavoro all’esterno e/o alle misure alternative da inserire nelle attività previste, mentre il Municipio XI metterà a disposizione opportunità lavorative, formative e di reinserimento sociale. Il Protocollo prevede il coinvolgimento, nel lungo periodo, di circa 10 persone di cui 3 nell’immediato, in lavori di utilità pubblica a titolo volontario per periodi determinati nell’attività di manutenzione del decoro urbano e delle aree verdi del Municipio XI. Grazie a questo Protocollo le persone con problemi di giustizia potranno scontare la pena in lavori di pubblica utilità, anziché in carcere. Per la prima volta un’amministrazione di Roma Capitale sigla un’intesa di questo genere. Siamo molto orgogliosi, quindi, che il nostro Municipio faccia da esempio e speriamo che sia seguito anche da altre Amministrazioni.

Corsi di italiano per donne straniere al Centro Maree

Al Centro per le Donne “MAREE” di Via Monte delle Capre, si svolgerà un corso di italiano gratuito per donne straniere. Il corso è del Livello A2, ha una durata di 80 ore e prevede un esame finale per il rilascio della certificazione valida per l’Accordo di Integrazione e il Permesso di Soggiorno UE di lungo periodo. Il Municipio ha patrocinato e promosso questo corso di “alfabetizzazione” per favorire l’integrazione delle molte persone straniere che vivono nel nostro territorio e che, soprattutto nel caso delle donne, spesso non hanno opportunità per migliorare la conoscenza della lingua italiana. Il corso si rivolge, in particolare, alle donne più vulnerabili, ospitate per ragioni di sicurezza ed incolumità presso il Centro Antiviolenza “Maree” e presso il centro per vittime di tratta “Prendere il volo”.

Presto le “Casa dell’Acqua” nei mercati rionali

In alcuni mercato rionali del nostro territorio saranno presto installate le “Case dell’Acqua”, moderni nasoni hi-tech che offrono acqua fresca, naturale o frizzante ai cittadini, con dosi da bicchiere o da bottiglia di un litro. Il Municipio ha scelto i mercati rionali per posizionare le “Case dell’acqua” con l’obiettivo di promuovere le attività degli stessi mercati, mettendo a disposizione un servizio originale che, creando un nuovo punto di interesse e di attrazione, può favorire una maggiore presenza di utenti. I mercati scelti sono: Mercato Magliana in via Fauglia, Mercato Trullo in via Campagnatico e Mercato Santa Silvia in via degli Irlandesi.

Nuove potature degli alberi in via del Trullo

Si stanno effettuando, in questi giorni, le potature degli alberi in via del Trullo. Le operazioni, che non venivano effettuate da molti anni, hanno riguardato circa 90 alberi. Questi interventi rientrano nel programma di potature previsto per 2015 dall’Assessorato all’ambiente di Roma Capitale che, nel nostro territorio, comprende anche via Blaserna e via Borghesano Lucchese.

Corviale 3D: al via progetto per over 65

Il Municipio Roma XI, in collaborazione con Arci Solidarietà Onlus e grazie al finanziamento della Regione Lazio – Direzione Politiche Sociali, Autonomie, Sicurezza e Sport, ha promosso Corviale 3D: un progetto di sensibilizzazione verso l’invecchiamento attivo e lo scambio intergenerazionale. Il suo obiettivo primario è il benessere sociale della persona anziana (over 65), attraverso l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, vero e proprio “patrimonio collettivo” in grado di moltiplicare le occasioni di incontro e confronto. Ma non solo. Corviale 3D mira a riunire, attraverso uno scambio di informazioni, esperienze e competenze due generazioni e, di conseguenza, tutto il quartiere. Il progetto, infatti, propone un modello di scambio intergenerazionale: attraverso le risorse presenti sul web, come i social media, i blog, i portali aggregatori, sarà possibile stimolare un atteggiamento solidaristico tra i giovani e gli anziani, partendo dalla trasmissione di conoscenze e competenze in entrambe le direzioni. Si partirà giovedì 12 marzo alle 16, dal Centro di Aggregazione Giovanile “Luogocomune”, frequentato dai giovani del quartiere, che si aprirà ai cittadini over 65. A partire da questo spazio i giovani e gli anziani collaboreranno per realizzare un modello di mappatura partecipata del quartiere, individuandone i luoghi di aggregazione, i servizi, gli spazi comuni e proponendo un racconto nuovo di Corviale, che sia il risultato dei due punti di vista.