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Smart city. Tutte le possibilità offerte dalla geolocalizzazione

La geolocalizzazione consente non solo di identificare posizioni e percorsi ma di raccogliere una serie di informazioni indispensabili per sviluppare sistemi e servizi urbani in chiave smart. Un white paper dell’OGM cerca di ridefinire standard aperti e condivisibili.

Parlare di smart city significa riflettere sul concetto di integrazione di sistemi. E per raggiungere un ottimo livello di integrazione di ciascuna struttura, digitale, fisica e umana, uno degli elementi più importanti è quello della comunicazione spaziale. O meglio, della cosiddetta geolocalizzazione. Che consente non solo di identificare posizioni e percorsi ma di raccogliere una serie di informazioni indispensabili per realizzare dei reali passi in avanti nello sviluppo di sistemi complessi e ‘comunicanti’.

Standard aperti e condivisibili

Per poter sfruttare le possibilità offerte dalla geolocalizzazione sono necessari degli standard aperti e condivisibili. Con questa finalità, l’Open Geospatial Consortium (OGC) ha redatto un white paper, intitolato ‘Smart Cities Spatial Information Framework’ (VEDI ALLEGATO), che tenta di fare il punto sullo stato dell’arte delle tecnologie attualmente in uso e delle possibilità ad esse legate in termini di applicazioni sul suolo urbano. Basandosi sugli attuali standard disponibili sul mercato, come OGC CityGML, IndoorGML, Moving Features, e Augmented Reality Markup Language 2.0 (ARML 2.0), il documento vuole essere uno strumento per comprendere come queste architetture possano essere utilizzate per integrare dati GIS (Geographic Information System)- sistema informativo computerizzato che permette l’acquisizione, la registrazione, l’analisi, la visualizzazione e la restituzione di informazioni derivanti da dati geografici (geo-referenziati)- a immagini e informazioni ricavate da sensori e social media utilizzabili per lo sviluppo di sistemi e servizi ad uso della comunità.

Una guida per pianificare e implementare architetture aperte

Il documento si pone anche come guida su come pianificare e implementare architetture aperte basate su standard spaziali e orientate all’interoperabilità. Il sistema è sviluppato da quattro punti di vista, definite sezioni: Enterprise Viewpoint, che include la definizione di una Smart City, gli indicatori per valutare il valore della distribuzione della tecnologia e una serie di componenti per il sistema informativo di una Smart City;
Information Viewpoint, che delinea le informazioni spaziali e i dati di una Smart City; Services Viewpoint, che include interfacce e flussi di lavoro necessari per l’interoperabilità in un’architettura orientata ai servizi e Deployment Viewpoint, che identifica approcci per la distribuzione del quadro informativo territoriale nelle città.

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Bilancio, con approvazione: Roma riparte sul serio

E’ stata una giornata storica per Roma quella di ieri perchè l’approvazione del bilancio di previsione 2015 da parte dell’Assemblea capitolina, una manovra da 6,318 miliardi di euro che sancisce, dopo quasi due anni di risanamento portato avanti dal Sindaco Marino e dalla sua Maggioranza, un cambio di rotta rispetto al passato e pone le basi per un vero sviluppo della città. – Lo dichiara Emanuela Mino, Presidente del Consiglio del Municipio XI

Ereditavamo nel 2013 un Comune sull’orlo del fallimento, con più di 800 milioni di euro di debito che in questi mesi abbiamo risanato grazie ad una azione fondata sulla trasparenza e sul rigore che ha portato finalmente l’istituzione alla legalità contabile approvando, primi tra i Comuni italiani, il Bilancio di Previsione 2015 e, con oltre un anno di anticipo, chiudendo il Piano di Rientro Triennale predisposto dal Governo giungendo così al risanamento finanziario.

Ora la Città può crescere, forte di una solidità finanziaria che le permette di guardare al futuro programmando azioni concrete che si traducono in maggiori servizi e minori tasse ai cittadini, tutela per le classi più deboli, un piano di investimenti di 164 milioni di euro che porterà nuove opere e che risanerà le tante ferite del nostro tessuto urbano.

A titolo esemplificativo, viene alzata da 10.000 euro a 12.000 euro la soglia di reddito che garantirà ad oltre 83.000 cittadini l’esenzione dal pagamento dell’addizionale IRPEF; per la prima volta, dal 1986, diminuisce per tutti la tariffa sui rifiuti dell’1,5% grazie ad un risparmio di 50 milioni di euro frutto di una gestione più efficiente fondata su un aumento della quota rifiuti differenziati (con obiettivo del 50% nel 2015) e un nuovo sistema di gestione del ciclo che ha spezzato il monopolio di “Malagrotta”, dicendo “no” a discariche ed inceneritori ed investando sul porta a porta e su na nuova politica industriale; la famiglia con ISEE al di sotto dei 20.000€ non pagherà nulla per il terzo figlio iscritto alle scuole comunali mentre per ISEE tra i 20.000€ e i 40.000€ la tariffa sarà del 30%.

Risorse pari a 150 milioni di euro sono venute grazie al coraggio dell’amministrazione di rimettere ordine al sistema delle partecipate cedendo quote nelle aziende non strategiche per le finalità che l’Amministrazione deve perseguire come, ACEA ATO2, Aeroporti di Roma, Centro Agroalimentare Romano, il Centro Ingrosso Fiori, la Centrale del Latte il Banco del Credito Cooperativo.
Riprendono poi fiato le strutture dipartimentali che possono contare su risorse aggiuntive grazie all’approvaizone da parte dell’Assemblea capitolina del maxi-emendamento che fa segnare un +7,3 milioni di euro per il Dipartimento Scuola, +9,3 milioni di euro per il SIMU (manutenzioni strade, ponti e gallerie, caditoie), + 4 milioni di euro per il Dipartimento Ambiente mentre anche per quest’anno sarà garantita l’Estate Romana con lo stanziamento di 2 milioni di euro trasferiti al Dipartimento Cultura.

 Una vera opera di rilancio, che non lascia indietro le periferie e coinvolge e responsabilizza i Municipi: si partirà dai luoghi lontani dal centro con nuova illuminazione pubblica fatta a led che interesserà 198 mila punti luce, con un investimento di 47 milioni di euro oltre alla possibilità data ad ogni Municipio di poter decidere e programmare opere manutentive e di rigenerazione urbana contando su un milioni di euro messo a disposizione da questa manovra.

 Con questa manovra e con il percorso virtuoso messo in atto, Roma si candida ad essere esempio di risanamento per tutti i Comuni italiani, mostrando che con il buon governo, con la trasparenza e con il rigore una città può tornare a sperare e a crescere ed i propri cittadini tornare ad essere orgogliosi del luogo in cui vivono.

 




Case della Salute, altre due aperture

I nuovi “sportelli” a Ostia e a Torrenova. Il governatore: dopo anni di desertificazione sviluppiamo i servizi per la prima cura.

Due nuove Case della salute. Una a Ostia, su Lungomare Toscanelli e l’altra in via della Tenuta di Torrenova, un territorio che si sviluppa nel VI municipio e per lo più fuori dal Grande Raccordo Anulare. “L’innovazione della sanità continua dalle periferie della città” ha spiegato Nicola Zingaretti, governatore del Lazio parlando del progetto: “Apriamo a Ostia e Torrenova le nuove Case della salute di Roma dopo anni di desertificazione, continua lo sviluppo di nuovi servizi per la prima cura”.

E così dopo Magliano Sabina, PratiTrionfale nel cuore di Roma, Rocca Priora, Sezze e Pontecorvo venerdì 3 aprile aprirà Torranova e una settimana dopo, il 10, Ostia. “Sono contento di dare segnali nuovi e concreti per le persone: il Lazio”, ha commentato il presidente della Regione le due inaugurazioni.
Sul litorale romano la Casa della Salute  che è stata ricavata nell’ex ospedale Agostino  e si estende su 700 metri quadrati  sarà aperta dal lunedì al venerdì dalle 7,30 alle 18,30 e il sabato fino alle 13,30 ed è stata pensata per essere la porta di accesso unificata al Sistema sanitario regionale e unica sede territoriale di riferimento per i residenti del X municipio per i servizi socio sanitari.

Mentre quella di Tenuta di Torrenova, che sarà aperta dal lunedì al venerdì dalle 7,30 alle 18 e il sabato fino alle 14  si occuperà deii servizi socio sanitari di quartieri come Tor Vergata, Torre Angela, Torre Gaia e Tor Bella Monaca. E come le altre già attive entrambe si occuperanno soprattutto di assistenza primaria, presa in carico dei pazienti cornici sorveglianza temporanea.
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Il New York Times e l’aereo precipitato: lezione di giornalismo

È circa mezzanotte, ora italiana, quando il New York Times batte la notizia, pubblicando un pezzo e twittandolo a breve giro di posta: “Uno dei due piloti era bloccato fuori dalla cabina prima che l’aereo precipitasse in Francia” è il titolo dell’articolo che, come evidente, non ha bisogno di sofisticate trappole di “click baiting” per svelare il suo contenuto.

L’articolo  in questione è stato ripreso globalmente da tutte le testate , twittato migliaia di volte, una notizia che ha bucato trasversalmente tutti i media, vecchi e nuovi.

Il primo pensiero che mi è balenato alla mente è: “come diavolo fanno a stare sempre sul pezzo e ad arrivare primi questi del NYT?”. Eppure lo abbiamo visto in televisione, ribadito centinaia di volte sui media di ogni tipo, a Seyne-les-Alpes vi sono centinaia di giornalisti piovuti da tutte le parti del mondo.

E , se lo andate a leggere quel pezzo sul New York Times, ha tutto meno che il “look” del sensazionalismo gratuito. La testata americana rivela indiscrezioni di un ufficiale militare francese che sarebbe venuto a conoscenza di un primo ascolto della scatola nera (quella che registra l’audio di cabina), non solo, ma altre indiscrezioni provenienti sempre dal comparto militare, rivelate nell’articolo del NYT, iniziano a svelare alcuni dei misteri della tragedia.

Il tutto con grande sobrietà, senza alcun “titolone”, senza tecniche particolari di coinvolgimento o cattura dei lettori. Perché? Evidente quella è una NOTIZIA !!!

Certo possono essere formulate le più avanzate teorie (già largamente discusse) sui chiari rapporti tra stampa americana e ambienti militari, rapporti fatti di “do ut des” e quindi basati su forti legami ed interessi reciproci.

Tutte le teorie e le spiegazioni possono essere sviluppate o proposte, resta tuttavia alla fine qualcosa che nel giornalismo fa, ed ha sempre fatto, la differenza: il NYT aveva la notizia, il NYT ha fatto il pezzo, il NYT ha fatto giornalismo.

Credo che questo elemento, ancor più di ogni altra considerazione, debba farci riflettere sulla famosa questione “dove sta andando il giornalismo”, che se giornalismo vuole essere, non potrà mai fare a meno delle notizie.

Poi potremo discutere delle piattaforme, dei social media e, come miseramente avviene da noi, se la pagina Facebook di un giornale sia o non sia “il giornale”

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Finanza Sociale. On line la prima guida dedicata al tema

Presentato lo stato dell’arte di un settore di mercato che entro il 2020 potrebbe valere 250 miliardi di euro.

È stato presentato oggi mercoled’ 25 marzo, in occasione dell’evento “Finanza a impatto sociale. Prospettiva a portata di mano?”, il Quaderno “Introduzione alla Finanza Sociale”, curato da Fondazione Sodalitas. La pubblicazione è la prima Guida italiana agli strumenti di Finanza Sociale – dai più tradizionali ai più innovativi – che mette a disposizione degli operatori del sociale, della finanza e delle imprese il quadro complessivo delle opportunità disponibili.

La finanza sociale: definizione e contorni di un fenomeno in evoluzione
Si definisce “a impatto sociale” quella finanza “che sostiene investimenti legati ad obiettivi sociali misurabili in grado, allo stesso tempo, di generare un ritorno economico per gli investitori”: un ambito di attività che può mettere a disposizione risorse finanziarie a progetti in grado di soddisfare gli investitori, generando benefici sociali misurabili, raggiungendo, al contempo, una redditività del capitale.

Regno Unito, Stati Uniti, Australia e Canada sono i Paesi più all’avanguardia nell’impact investing: gli investimenti ad impatto si stanno rivelando contesti fertili per la costruzione di partnership pubblico-privato di tipo innovativo, in cui il risparmio ottenuto dal settore pubblico nel conseguimento dell’obiettivo sociale viene ripartito tra pubblico e privato e rappresenta la fonte di remunerazione dell’investitore.

In Italia, nonostante la finanza sociale vanti una lunga storia – da far risalire alle esperienze delle istituzioni mutualistiche, delle casse di risparmio, delle banche di credito cooperativo e delle fondazioni bancarie – il fenomeno nelle sue connotazioni più attuali è in fase nascente.
La spesa pubblica nazionale per protezione sociale ammonta a 432 miliardi di Euro, pari al 56% della spesa pubblica corrente complessiva. Ma – al netto della spesa per pensioni e per la sanità (rispettivamente il 61% e il 24%) – solo 63 miliardi di Euro, pari al 15% della spesa per protezione sociale, sono dedicati a settori come invalidità, sostegno alle famiglie, housing ed esclusione sociale. (ISTAT, Conti ed aggregati economici delle Amministrazioni Pubbliche, 2013).
Il Rapporto della Social Impact Investment Task Force arriva a stimare che il gap tra bisogni sociali e spesa pubblica, per il periodo 2014-2020, potrà raggiungere i 150 miliardi di euro.
È dunque in questo specifico contesto di bisogni che si sta strutturando la finanza sociale italiana: un numero crescente di banche, fondazioni bancarie, intermediari assicurativi, fondi pensione e cooperative sociali sta elaborando nuove tecnologie, nuovi modelli organizzativi e nuovi strumenti di intervento a favore della domanda di assistenza che rischia, in prospettiva, di restare senza risposta. Un mercato, questo, che potrebbe raggiungere entro il 2020 i 250 miliardi di euro.

“È arrivato il momento per il nostro Paese di creare un ecosistema favorevole agli investimenti a impatto e alla finanza sociale” ha dichiar ato Giovanna Melandri, Presidente di Human Foundation e Coordinatore dell’Advisory Board Italiano della G8 Social Impact Investments Taskforce. La crisi ci sta imponendo di ripensare il nostro sistema, non approfittarne per provare a cambiare paradigma sarebbe davvero miope. Nel mondo anglosassone hanno presente da tempo che muovere capitali verso la dimensione sociale genera ricchezza economica, occupazionale, sociale. Pensiamo, per esempio ai Social Impact Bond sperimentati in UK e Stati Uniti. O al radicale cambiamento previsto dal meccanismo del “pay for results” che il Congresso americano sta esaminando. Il lavoro fatto nell’ultimo anno dalla Social Impact Investment task Force, nata in ambito G8 e di cui ho presieduto l’advisory board italiano, può essere prezioso per i policy makers italiani. Bisogna con urgenza lavorare a un nuovo quadro di politiche pubbliche atte a favorire lo sviluppo di una cultura dell’impatto sociale e dell’erogazione di risorse pubbliche collegate a doppio filo ai risultati raggiunti Il Governo non abbia timore dei cambiamenti e mantenga sul tema l’apertura mostrata fin’ora. Si tratta infatti di aprire una nuova stagione nelle politiche di prevenzione, e favorire la nascita di un nuovo protagonismo dell’impresa sociale e degli investimenti ad impatto”.

“Le recenti stime di crescita economica – ha aggiunto Letizia Moratti, co-fondatrice della Fondazione San Patrignano – non permettono di pensare che il gap tra bisogni crescenti espressi dalle comunità e risorse pubbliche sempre più scarse per il finanziamento dei sistemi di welfare possa ridursi. Per questo il tempo per dotarsi sia a livello nazionale che comunitario di un ecosistema normativo capace di spingere l’economia sociale stringe. Nel nostro Paese molto si sta facendo per incentivare l’impresa sociale, ma molto si dovrà ancora fare soprattutto sul piano degli incentivi fiscali e della semplificazione burocratica ed amministrativa. A fronte delle difficoltà di finanziamento dei sistemi centralizzati di welfare da parte degli Stati, sappiamo che le organizzazioni orientate al conseguimento di valore sociale sono capaci mobilitare e attrarre risorse, creare ricchezza e posti di lavoro”.

I contenuti del Quaderno Sodalitas “Introduzione alla finanza sociale”
La pubblicazione che Fondazione Sodalitas ha presentato oggi mette a disposizione degli operatori – sia profit che nonprofit, sia finanziatori che fruitori di finanziamenti – ma anche dei non addetti ai lavori un riferimento omogeneo in termini di informazioni e lessico disponibili.
Il Quaderno, nel susseguirsi dei capitoli in cui è organizzato, fa il punto della situazione insistendo sulla necessità, da un lato, di ottimizzare l’utilizzo delle risorse, e dall’altro, di individuare sistemi di finanziamento dei servizi sociali in grado di veicolare risorse aggiuntive per contribuire a colmare il gap esistente.
La riflessione entra poi nel merito degli strumenti di finanza sociale ad oggi disponibili: dal Social Impact Fund al Social Impact Bond, dal Social Bond al Mini Bond, fino al Crowdfunding, alla Microfinanza e al Microcredito.
Fondazione Sodalitas ha organizzato l’evento di oggi e redatto il Quaderno “Introduzione alla Finanza Sociale” nell’ambito di FATTI&EFFETTI, il progetto che diffonde la cultura e la pratica della valutazione dell’Impatto sociale in Italia mettendo in comune le forze e le competenze di diversi stakeholder, tra cui i network nazionali ed internazionali più all’avanguardia.

“L’impatto sociale è un tema di largo respiro e lunga durata” ha dichiarato Maria Teresa Scherillo, Consigliere d’Indirizzo di Fondazione Sodalitas. E sta diventando un movimento carico di energia, un network in costante espansione di organizzazioni diverse e persone che guardano al futuro con generosità e ottimismo: una grande opportunità per generare, oggi, nel mondo dei servizi, un salto di paradigma analogo a quello rappresentato, negli anni ’80, dal Movimento per la Qualità Totale nel manufacturing. Attraverso il programma FATTI&EFFETTI, che abbiamo avviato nel 2012, intendiamo continuare ad alimentare questo processo sviluppando iniziative di confronto e coinvolgimento, formazione e apprendimento. Siamo convinti che solo un concorso plurale e multistakeholder permetta di armonizzare i mezzi con i fini, individuando gli impatti e gli obiettivi che vogliamo realizzare, e disegnando insieme il percorso per raggiungerli”.

I protagonisti del dibattito nazionale
Come emerso dall’analisi di Fondazione Sodalitas e dai lavori della Social Impact Investment Task Force, aprire il sociale alla finanza e la finanza al sociale potrà favorire l’innovazione necessaria nelle risorse e nelle soluzioni per affrontare i temi della povertà, della disuguaglianza e dell’esclusione.
Il dibattito è aperto e sono numerose, anche in Italia, le esperienze pionieristiche cui fare riferimento.

Banca Prossima per esempio, nata nel 2007, è il primo esempio italiano di banca dedicata esclusivamente al sociale, nel cui contesto sono state avviate iniziative e proposte innovative. Una su tutte Terzovalore.com, la piattaforma web dove le Organizzazioni Nonprofit, clienti di Banca Prossima, possono presentare progetti a finalità sociali e rivolgersi al “pubblico” per raccogliere, nelle forme del prestito e del dono, le risorse finanziarie necessarie alla loro realizzazione. Al 10 aprile 2014 sono stati pubblicati progetti per 8,7 milioni di euro raccogliendo prestiti per 3,65 milioni di euro da 837 prestatori e 638 mila euro da 102 donatori.

UBI Banca è invece capofila nel settore dell’investimento sociale, con numerose obbligazioni già emesse. I Social Bond collocati da UBI Banca fino a marzo 2015 sono stati 62 per un controvalore di oltre 650 milioni di euro: i contributi a titolo di liberalità sono stati pari a oltre 3,2 milioni di euro. I Social Bond sono stati sottoscritti da circa 24.000 clienti del Gruppo UBI.

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Facebook ospiterà le notizie direttamente sulla bacheca

Per leggere una notizia su Facebook potrebbe non essere più necessario cliccare sui link postati dai giornali. Il team di Mark Zuckerberg sta portando avanti un progetto che permetterà alle testate giornalistiche di pubblicare direttamente sul social network, rendendo i contenuti più fruibili da parte degli utenti.

National Geographic, Buzzfeed e New York Times starebbero già firmando accordi per testare la novità, che potrebbe essere operativa già nei prossimi mesi. Ed è proprio il New York Times a spiegarla: “Gli articoli pubblicati su Facebook contengono dei link che rimandano al sito del giornale. Cliccandoli si apre una pagina web che solitamente impiega 8 secondi per caricarsi. Troppo tempo, soprattutto per i dispositivi mobili. Se si tratta di catturare gli occhi sfuggenti dei lettori anche i millisecondi contano”.

La parola chiave del nuovo sistema è, dunque “velocità”. Ma anche “guadagno”: alla testate verrebbe garantita una parte degli introiti derivanti dalla pubblicità. “Per rendere la proposta più attraente, Facebook ha discusso con gli editori alcune strategie per fare soldi grazie alla pubblicità disposta a fianco dei contenuti”, scrive il New York Times. Ma non solo: le testate potranno usufruire della visibilità che il social network garantisce ai video, uno strumento pubblicitario molto potente.

Allettante è anche l’idea di poter arrivare a coinvolgere sempre più lettori: con i suoi 1,4 miliardi di utenti, Facebook è una risorsa irrinunciabile per molti giornali. L’algoritmo che “seleziona” le notizie che compaiono in bacheca è un filtro sempre più importante, soprattutto per i più giovani. Se il progetto andrà in porto, qualche difficoltà non mancherà per le testate: ad esempio, potrebbe essere più difficile raccogliere le preziosissime informazioni sulle preferenze degli utenti perché i dati sul traffico potrebbero essere più sfuggenti.

L’ambizione di Facebook di ospitare direttamente le notizie è stata anticipata e raccontata lo scorso ottobre dal famoso giornalista David Carr, morto il 12 febbraio 2015. “Aprire le pagine di alcuni giornali sugli smartphone può essere straziante perché sono troppo rallentate dalla pubblicità. Facebook ama i contenuti, ma non sopporta la tecnologia che alcuni editori usano per il mobile. Il social network può aiutarli a fare di meglio”, scriveva su Nyt. Una “profezia” che sembra combaciare perfettamente con il nuovo sistema: “Le testate potrebbero semplicemente rinviare ad altre pagine di Facebook, che vivrebbero dentro il social network e che potrebbero, perciò, essere caricate più velocemente, con le pubblicità giuste. Il guadagno poi sarebbe condiviso”.

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Roma, stop alle pubblicità sessiste

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Un’importante vittoria delle donne che si battono contro l’uso distorto della figura femminile quella che vede, con l’applicazione della delibera votata nel luglio scorso, l’entrata in vigore del divieto nel Comune di Roma di affissioni pubblicitarie con contenuti che discriminino le donne o incitino alla violenza. Finalmente Roma diviene free zone da immagini che usano il corpo della donna in maniera distorta e sessista. – Lo dichiara Emanuela Mino, Presidente del Consiglio del Municipio XI

Sono molto felice di poter dire che sono finiti, quindi, i tempi dell’uso malato del corpo delle donne e del richiamo sessuale propalato per vendere e replicato cartellone dopo cartellone in una sequenza degradante con un meccanismo perverso che, mostrando le donne come oggetti sessuali, alimenta quella subcultura che inevitabilmente genera violenze.

Bene dunque questo divieto in un provvedimento che si aggiunge ad altri atti concreti che questa amministrazione porta avanti nel segno di un percorso contro sessismo, omofobia e comportamenti violenti che non possono più trovare spazio in una Società moderna.

 




“Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, Bologna 21 marzo 2015

La Giornata della Memoria e dell’Impegno ha ricordato tutte le vittime innocenti delle mafie. Oltre 900 nomi di vittime innocenti delle mafie, semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perché, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere. In 200 mila a sfilare per le strade di Bologna: il percorso è partito alle 9.30 dallo stadio dall’Ara in via Andrea Costa con l’arrivo in Piazza VIII Agosto, passando per Piazza Maggiore, via Indipendenza e via Irnerio. Quest anno a marciare nel corteo non vi erano solo i familiari, i volontari e gli studenti ma anche i venti anni di Libera, venti anni di esperienza e di lotta contro le mafie che sono stati festeggiati nell’Aula Magna di Santa Lucia, nel pomeriggio.

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Campagna #Senzatomica: il Consiglio Municipio XI approva la mozione di adesione

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E’ stata approvata quest’oggi all’unanimità la Mozione di adesione alla Campagna “Sentatomica Trasformare lo spirito umano per un mondo libero dalle armi nucleari”, una campagna internazionale promossa dall’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai in collaborazione con importanti organizzazioni internazionali che si occupano di disarmo mondiale e collegata ad altre due Campagne Internazionali con l’obiettivo di risvegliare la coscienza collettiva sui pericoli connessi all’utilizzo delle armi nucleari e che la Campagna promuoverà centinaia di iniziative e raccolte firme su tutto il territorio nazionale. – Lo dichiara Emanuela Mino, Presidente del Consiglio del Municipio XI e firmataria dell’atto con i Consiglieri PD Gianluca Lanzi, Rossella Coltorti e Giulia Fainella.

Nell’ambito di questa Campagna, a Roma fino al 26 Aprile, è allestita la più grande mostra sul disarmo nucleare mai realizzata, che è già stata presente in 44 città italiane e che ha avuto più di 180 mila visitatori, di cui oltre 100 mila studenti e che ha come obiettivo quello di informare, far riflettere e dare l’opportunità alle persone di informarsi sul tema del disarmo nucleare arrivando a creare un  movimento di opinione per l’elaborazione e l’adozione di un trattato internazionale che vada nel senso dell’eliminazione totale e definitiva delle armi nucleari.

Importante in questo senso è l’impegno chiesto al Presidente Veloccia ed alla Giunta del Municipio affinchè veicoli l’informazione relativa a questa campagna e alle iniziative ad essa collegate e perché organizzi nel territorio iniziative di sensibilizzazione e promuova nelle Scuole la visita alla Mostra da parte degli studenti.

A distanza di 70 anni dall’immane tragedia del lancio dei primi ordigni nucleari su Hiroshima e Nagasaki, la minaccia delle armi nucleari non appartiene al passato ma è ancora un drammatico pericolo dei nostri giorni ed è per questo che dobbiamo portare avanti e sostenere iniziative come queste al fine anche di impegnare il Governo affinchè si faccia promotore in sede internazionale dell’immediato avvio delle trattative per l’elaborazione del testo definitivo della Convenzione sull’Abolizione delle Armi Nucleari.




Animali a Roma: legalità o interessi privati?

Flash mob delle associazioni animaliste ANIMALISTI ITALIANI – AVA – AVCPP – ENPA – LAV – OIPA sulla piazza del Campidoglio

INTERESSI PRIVATI SUGLI ANIMALI DI ROMA: PILOTATA IN FAVORE DI MAFIA CAPITALE LA GARA PER LA GESTIONE DEI CANILI COMUNALI, MILIONI DI EURO AI CANILI PRIVATI, 1.350.000 EURO PUBBLICI PER LE NUOVE SCUDERIE DEI 38 VETTURINI DELLE BOTTICELLE

QUESTA LA LEGALITA’ SECONDO IGNAZIO MARINO

ROMA, 18 marzo 2015 – Dopo la notizia dello sventramento abusivo di Villa Borghese e dello spreco di 1.350.000 euro pubblici per la costruzione delle nuove scuderie per gli interessi privati dei 38 vetturini delle botticelle, un nuovo scandalo avente per sfondo gli animali si abbatte sulla Giunta Marino. E’ di questi giorni la conferma che la Cooperativa 29 Giugno non solo ha partecipato alla gara per la gestione dei canili e gattili comunali di Roma ma che addirittura è stata ammessa a gareggiare da sola, senza alcun raggruppamento di impresa con soggetti già con esperienza. Una ammissione in gara non compliant con il testo della manifestazione di interesse che prevedeva che solo soggetti con esperienza almeno triennale “in servizi analoghi” potessero partecipare alla gara.

“Che fine ha fatto l’articolo 97 della Costituzione Italiana che prevede che la pubblica amministrazione sia governata seguendo criteri di legalità e di imparzialità? – così le associazioni animaliste Animalisti Italiani, AVA, AVCPP, ENPA, LAV, OIPA che, dopo aver consegnato 10.000 firme (il doppio di quelle necessarie) per la presentazione di una delibera di iniziativa popolare di cancellazione dell’obsoleto servizio delle botticelle, stanno protestando da giorni contro il cantiere illegale del Pincio per le nuove scuderie dei vetturini – Che interessi garantiva la Cooperativa 29 Giugno, i cui appetiti, in spregio alla legalità, stavano per essere soddisfatti anche sulla pelle degli animali, che da Mafia Capitale – nei loro mille business – non sono stati mai gestiti?”.

“Voglia l’assessore Estella Marino spiegare come sia possibile ammettere in una gara che dovrebbe avere al centro il benessere degli animali una cooperativa che nel suo statuto ha servizi di pulizia industriali, ospedalieri e servizi di raccolta e trasporto di rifiuti. Cani come la mondezza? Muratella come Malagrotta, con i cani spostati fuori Roma come succede per i rifiuti della Capitale che finiscono nel nord d’Italia? – incalzano le associazioni – Voglia l’assessore Estella Marino spiegare come sia possibile tagliare il budget dell’Ufficio Benessere degli Animali del 28% in un anno, facendolo passare dai 7 milioni di euro del 2014 ai 5 milioni di euro previsti per il 2015, di cui la metà sub impegnati in favore di strutture private convenzionate dove i cani rimangono chiusi a vita nelle gabbie di cemento a spese della collettività.

Voglia l’assessore Estella Marino spiegare perché si chiudono i canili comunali (di 4 strutture, solo Muratella è ancora aperta all’accoglienza degli animali bisognosi) e si privatizza il sistema di accoglienza degli animali randagi a Roma. E voglia l’assessore Estella Marino spiegare quale sarebbe il vantaggio di questa operazione visto il deficit di adozioni mostruoso dei canili privati. Nel 2014 sono entrati a Muratella 2060 “nuovi” cani e gatti, che si sono aggiunti ai 600 mediamente presenti ogni giorno. Grazie ad AVCPP,  gestore del canile comunale, sono usciti più cani di quanti ne sono entrati. Nei canili privati convenzionati, dove il Comune di Roma trasferisce i cani e gatti in esubero non potendoli più spostare negli altri due rifugi comunali- Ponte Marconi e Vitinia ex Poverello chiusi rispettivamente a novembre 2013 e a novembre 2012 – QUANTE ADOZIONI SI FANNO IN UN ANNO ? ASSESSORE ESTELLA MARINO, LEI LO SA ? In una delle strutture private convenzionate, in 5 anni di volontariato a titolo gratuito per il Comune di Roma, AVCPP è riuscita a fare uscire 123 cani, nonostante innumerevoli ostacoli e difficoltà. 123 cani usciti in 5 anni da un canile privato finanziato dal Comune di Roma (che paga per il mantenimento del cane 4.2 euro al giorno a singolo animale per tutta la durata della sua vita) contro i  1207 cani usciti in un anno dalle strutture comunali”.

“Questa la legalità secondo Ignazio Marino. Questo il benessere degli animali secondo Ignazio Marino. Solo interessi, solo interessi privati” concludono le associazioni animaliste.