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E-commerce, Roma e il Lazio indietro

UNA città e una regione poco inclini al commercio elettronico, indietro in un settore decisivo per lo sviluppo dell’ economia. È quanto emerge da uno studio presentato ieri in un incontro organizzato dalla Confcommercio di Roma. “Nel nostro territorio, su un campione 400 imprese, solo il 15% fa uso dell’ e-commerce“, ha spiegato il vicepresidente Rosario Cerra. A penalizzare le imprese italiane, oltre alla “loro dimensione medio – piccola”, sono la burocrazia e la difficoltà nel sistema dei trasporti. Eppure, in tempi conclamati di crisi economica, le opportunità offerte dallo sviluppo tecnologico sono una risorsa da sfruttare necessariamente. “Le potenzialità dell’ e-commerce sono infinite, perché il web è diventato lo strumento attraverso cui imprese e consumatori dialogano”, ha aggiunto il numero due di Confcommercio. Ma se in Paesi come gli Stati Uniti e la Cina gli scambi di prodotti per via telematica sono ormai prassi, da noi siamo ancora indietro, e a Roma e nel Laziola percentuale di imprese che ricorrono all’ e-commerce scende ulteriormente. Dal segretario generale della Camera di Commercio di Roma, Pietro Abate, arriva il sostegno al progetto: “Le imprese che entrano nella cultura dell’ ecommerce sono in crescita aumenta del 10%”, ha spiegato, lasciando ben sperare per il futuro.




Incentivi per i “condomini verdi” che autoproducono energia.

ARRIVA un superbonus del 65 per cento per gli interventi che risparmiano energia nelle abitazioni (scadrà a fine anno) e si estende ai condomini (scadrà alla fine del 2014) (…) E’ la misura più attesa: sarebbe scaduta il 30 giugno riducendo la detrazione sull’ Irpef dal 55 al 36 per cento delle spese sostenute. Invece sale al65 per cento (in ingresso al consiglio dei ministri era stato indicato il 75 per cento ma i costi erano eccessivi), spalmabile in dieci anni, con un tetto che va dai 30 mila a 100 mila euro a seconda della caratteristica degli interventi. Il bonus riguarda una serie di misure ad alto risparmio energetico che riguardano l’«involucro edilizio » degli appartamenti in modo da favorire un risparmio energetico stabile e duraturo: dai termopavimenti agli infissi (esclusi i pannelli solari già oggetto degli sconti per le rinnovabili mentre le caldaie godono del bonus ristrutturazioni edilizie). Una novità volta adevitare abusi riguarda la certificazione ecologica: non potrà più farla l’ azienda che esegue i lavori ma un professionista «terzo» (geometra o architetto). la misura è già stata testata con successo: oltre 400 mila utenti l’ hanno utilizzata solo nell’ anno 2011.FOTOVOLTAICO IN TERRAZZA Il decreto estende gli sconti ai condomini e ne facilita la riconversione energetica e la ristrutturazione antisismica. Il super ecobonus del 65 per cento per i condomini (su almeno il 25 per cento della superficie esterna) varrà per un anno e mezzo, fino al 31 di-cembre del 2014 (per espletare le assemblee condominiali). Si potranno introdurre coibentazioni dei muri perimetrali e speciali impianti fotovoltaici sulle terrazze condominiali. In questo senso nasce la formula programmatica di edificio «energia quasi zero», cioè un condominio che diventa una sorta di oasi ecologica a risparmio energetico dove la piccola comunità autoproduce l’ elettricità necessaria.

R. Petrini

La Repubblica

testo decreto legge




Nuovo Paese Sera – Il Lazio inverte la rotta sulle terre

Quante volte vi siete sentiti dire che Roma è il Comune agricolo più grande d’Europa? Milioni, direi, utilizzando un’iperbole forse non troppo lontana dal vero – specie sotto campagna elettorale. Un po’ meno noto è un altro dato, che ha sempre a che fare con l’immenso patrimonio di terre, e quindi di economie, servizi, bellezza, bontà e quant’altro legato al nostro territorio. Aggiungete sul taccuino: il Lazio è la seconda Regione d’Italia per stima del patrimonio di terre pubbliche in essa presenti, in cifre fa 41.720 ettari circa. Un tesoro enorme e come nella migliore delle tradizioni italiane mai davvero messo al centro neppure delle politiche regionali.

LA LEGGE REGIONALE – E’ per questo che il mio primo atto da consigliera del gruppo ‘Per il Lazio’ alla Pisana, è stato presentare insieme al consigliere Gino De Paolis (Sel) una proposta di legge che ha per titolo proprio: “Disposizioni per favorire l’accesso dei giovani all’agricoltura e contrastare l’abbandono e il consumo di suoli agricoli”. Sono quattro articoli, brevi, e che vanno dritti al cuore della questione: attraverso un censimento delle terre pubbliche e/o abbandonate del Lazio predisporre bandi pubblici che rendano quegli stessi terreni accessibili ai giovani agricoltori del nostro territorio.

LAVORO AI GIOVANI E CRISI AMBIENTALE – Quattro articoli, dicevo, che però tentano con il loro primo passo di dare una risposta alle innumerevoli crisi che riguardano il nostro tempo presente: quella occupazionale (specialmente giovanile), la crisi ambientale, la crisi dei servizi, della città e delle sue periferie, infine la crisi dell’agricoltura. In Italia (e il Lazio non fa eccezione) il tema del mancato ricambio generazionale tra gli agricoltori è drammatico: solo il 3,9% dei conduttori agricoli ha meno di 40 anni, ad oggi siamo lo Stato membro dell’Unione Europea con il più basso tasso di ricambio generazionale accanto al Portogallo, una maglia nera generata dall’assenza di politiche pubbliche per le terre e da una classe politica invece fin qui molto attenta agli interessi del mattone, con il relativo consumo di suolo e l’enorme speculazione che ne è derivata.

http://www.paesesera.it/Rubriche-e-opinioni/Il-Lazio-inverte-la-rotta-sulle-terre




“Chi posso aiutare oggi?”

C’è chi il sabato sera non ha impegni e cucina per quelli che vivono sotto il cielo della stazione. Chi ha un pomeriggio libero e aiuta i rifugiati a studiare per la patente o dipinge le pareti di un asilo. Benvenuti tra i “volontari liquidi”. Quelli che vorrebbero dare una mano ma non sopportano (o non possono permettersi) un impegno fisso. Poche ore di bontà che, sommate con quelle degli altri, diventano tantissime. La loro forma di altruismo è 2.0: consultano in Rete il calendario di chi ha bisogno, si prenotano quando possono e, magari dopo sei mesi, ci riprovano. Felici di aiutare il prossimo offrendo il proprio tempo ma, soprattutto, di restare senza legami.

Il modello è quello americano di HandsOn Network, la rete di volontariato flessibile già attiva in 12 Paesi (dall’Olanda alla California), e 250 città che in 20 anni ha fornito 25 milioni di ore di servizi. Solo nel 2012 ha messo in moto 2,6 milioni di persone e prodotto un impatto economico di 600 milioni di dollari.

Il volontariato leggero sembra dunque essere la formula che, in un mondo che va sempre di fretta, è riuscito a risvegliare un’inane bontà. Da due anni è arrivato in Italia trionfando tra gli animi più insospettabili. Ad attirarli è la mancanza di rigidità: veloci, elastici e, finalmente, migliori. La prima organizzazione è stata MilanoAltruista, fondata dalla bocconiana

 

Odile Robotti. In 24 mesi i suoi volontari sono cresciuti di sei volte. Boom che si spiega con la “facilitazione” dell’incontro tra domanda e offerta: “Da noi arrivano persone che non avrebbero mai pensato d’impegnarsi nel sociale, alcuni si limitano a un servizio mordi e fuggi, altri decidono di entrare a far parte di gruppi strutturati. La media d’impegno è 8 ore l’anno a persona, apparentemente poche ma allargando la base dei partecipanti diventano tantissime”.

La figura del volontario 2.0 si sta diffondendo anche nella capitale, grazie a RomAltruista: “Il nostro portale è stato inaugurato alla fine del 2011 e abbiamo già 4mila associati che crescono al ritmo di 300 ogni settimana”, spiega il fondatore Mauro Cipparone. “Il segreto del successo sta nell’offrire attività adatte a tutti, senza appesantirli con la formazione preliminare”. Ma così non si rischia di perdere in qualità? “Per garantirla ci sono i capi-progetto che sostengono e consigliano i volontari”. Chiunque abbia volontà, se guidato da chi ha esperienza, può dunque aiutare i rifugiati politici, cercare badanti, rallegrare i bimbi malati o insegnare l’italiano agli stranieri. La stessa formula che funziona a Trieste: “La difficoltà principale era l’eccessivo impegno delle riunioni”, sostiene uno dei fondatori, Andino Castellano. “Con noi chiunque ha l’opportunità d’inserirsi dove c’è una necessità: modalità che piace soprattutto ai giovani”.

Ma il volontariato 2.0 ha conquistato anche l’Irpinia, che da due mesi ha un sito “Altruista”. Dice il presidente Stefano Iandiorio: “La buona volontà in Italia c’è, l’importante è farla emergere. Questa formula individuale è molto trasversale e spesso crea uno scambio tra giovanissimi e anziani”. Così come Melpyou, in provincia di Modena, network che mette in relazione 80 associazioni e più di mille persone. La racconta il responsabile Emanuele Bellini: “È un’evoluzione del volontariato, tutti gli enti no profit possono scrivere le loro richieste d’aiuto indicando ora, luogo e attività e chi vuole può aiutare come può. Il nostro sogno è che Melpyou diventi un nuovo modo per passare il tempo libero e che migliori la vita di chi aiuta e di chi ha bisogno”.

I. M. Scalise

La Repubblica

 




Veloccia (PD), Regione sbloccherà fondi per riqualificazione Corviale

(AGENPARL) – Roma, 15 mag – “La Regione Lazio sbloccherà i fondi per la riqualificazione di Corviale e i lavori per far rinascere il quartiere potranno finalmente cominciare”. Lo comunica in una nota Maurizio Veloccia, candidato per il centrosinistra alla presidenza del Municipio XI (ex XV). “Insieme alle associazioni di cittadini – prosegue Veloccia – e ai comitati di quartiere ieri abbiamo incontrato l’assessore alle Infrastrutture, alle Politiche abitative e all’Ambiente, Fabio Refrigeri, che si è impegnato a scongelare i fondi destinati a Corviale. Una decisione attesa da tre lunghissimi anni, arrivata solo grazie al cambio di amministrazione alla Regione. Gli oltre 20 milioni di euro per la riqualificazione del quartiere, infatti, erano stati immotivatamente bloccati dall’ex governatrice Polverini con la scusa di voler abbattere e ricostruire il palazzo dell’Ater. Ora che la Polverini ha lasciato la Pisana, Corviale può e deve rinascere”. “Il prossimo passo – precisa Veloccia – è mandare a casa il sindaco Alemanno, che in questi cinque anni nulla ha fatto per sviluppare le potenzialità del quadrante e che anzi ha bloccato il suo sviluppo definanziando opere importantissime come la copertura della Cavea e il palazzetto dello sport di via Maroi. Grazie alla sensibilità dimostrata dall’assessore Refrigeri e dalla giunta Zingaretti, si dovrà invece riprendere la strada del progetto di recupero della qualità urbana di Corviale per rilanciare l’intero quadrante. Il centro Campanella, la biblioteca comunale, il Mitreo, la piscina, il campo da rugby e gli stessi uffici del Municipio sono un vero e proprio patrimonio per Corviale che grazie a nuovi slanci ha tutte le potenzialità per diventare il distretto culturale e sportivo della città. Ad esempio – conclude il candidato al Municipio XI – ho proposto a Refrigeri di portare nel quartiere l’università e le residenze per studenti: i giovani avrebbero a disposizione un vero e proprio campus a cielo aperto e Corviale beneficerebbe di un’opportunità di sviluppo”.




Un rinnovamento lungo un chilometro

Il “serpentone” di Corviale tenta la via del rinnovamento sostenibile e della riqualificazione, dopo essere stato il simbolo del degrado urbano

Per i romani, assieme al quartiere di Tor Bella Monaca, Corviale – l’edificio lungo oltre un chilometro sorto negli anni settanta alla periferia della Capitale – è simbolo del degrado urbano derivato dall’edilizia pubblica, ma oggi questo “ingombrante” intervento architettonico potrebbe essere a un punto di svolta. L’Ater, Azienda territoriale per l’edilizia residenziale del Comune di Roma, infatti ha deciso di mettere in campo una serie di attività e azioni per il recupero dello stabile, che in realtà è un intero quartiere.

«Il nuovo ambizioso progetto, dall’alto contenuto innovativo, è stato proposto dall’Universitá del Molise, capofila di una decina di laboratori universitari nazionali in una rete di ricerca in continua espansione – ha detto il direttore dell’Ater Roma, Renato Panella, presentando il progetto – Attraverso la firma della convenzione Corviale Expo, avvenuta lo scorso 7 marzo 2013, è iniziata la selezione degli enti di ricerca, supportati da fondi pubblici e aziende, per sperimentare moduli di verde pensile, serre idroponiche fotovoltaiche per produrre alimenti ed energia, laboratori per riciclare materiali, monitorare consumi e salute, artigianato digitale, formazione a distanza».

Il “serpentone”, così lo soprannominano i romani che gli imputano anche la mai verificata responsabilità di aver ridotto lo storico Ponentino, ossia il vento serale che rinfresca le serate estive della Capitale, dall’ottobre 2012 è stato riconosciuto dal ministero dei Beni Culturali come Distretto della Cultura dell’Arte dello Sport e dell’Ambiente.

Uno degli obiettivi più interessanti del progetto è quello di “ristrutturare” il tetto dell’edificio trasformando il lastrico solare in una serie ininterrotta di giardini e orti pensili che dovrebbero, secondo Ater, «contribuire positivamente alla salute dell’ecosistema cittadino».

«La prima fase – aggiunge Panella – prevede parallelamente il concorso a progetti sperimentali e la sperimentazione preventiva in tutte le regioni, coordinate da Unimol, nei laboratori e sui tetti delle aziende di edilizia residenziale pubblica locali. I moduli promossi saliranno sul tetto di Corviale per creare un vero e proprio Expò da collegare interattivamente con l’Esposizione Universale di Milano 2015». L’intenzione è quella di utilizzare l’edificio sulla falsariga di esperienze già sperimentate in grandi città come Parigi e New York, dove in quest’ultima si stanno recuperando a verde pubblico le linee aeree dismesse della metropolitana, declinandole in base alla cultura e al clima mediterraneo.

«Parte ora un vero laboratorio partecipato da universitá, associazioni e imprese, messo in moto con il MediterRaid 2011 e che, una tappa dopo l’altra, continua a mettere a segno obiettivi sempre piú ambiziosi, grazie al mix di economia e velocitá, degli strumenti di cooptazione e comunicazione digitale e di forza ed empatia, dei tradizionali rapporti sociali diretti», conclude Panella.

S. Ferraris

Tekneco




Marino, riqualificheremo Corviale e le periferie

CANDIDATO SINDACO, SBLOCCHEREMO SUBITO FONDI CONGELATI (ANSA)

ROMA, 5 MAG – ”Con la giunta Alemanno la proposta era quella di demolire. Io credo che le parole da utilizzare sono riqualificare e rigenerare il tessuto urbano. A partire dalle periferie”. Cosi’ il candidato sindaco di Roma Ignazio Marino che questa mattina ha incontrato i residenti di Corviale e ha visitato il cantiere del ‘Campo dei miracoli’ per la realizzazione di un centro sportivo con palestra e campi di calcetto. ”Noi stanzieremo subito le somme congelate e riqualificheremo Corviale – ha aggiunto – facendo anche delle gare e dei bandi a livello internazionale a cui potranno partecipare giovani architetti anche dall’estero. Roma puo’ davvero rinascere, basta volonta’ e passione. Come quelle dimostrate qui a Corviale dall’associazione Calciosociale che sta trasformando un edificio abbandonato in un centro sportivo. Il tutto all’insegna della bioarchitettura e usando materiali innovativi e la geotermia. Questo – ha concluso Marino – puo’ servirci come esempio per rigenerare e cambiare la Capitale”.




Il nostro quartiere esempio positivo per tutte le periferie nel programma elettorale del Movimento 5 Stelle

Ripensare il ruolo dei quartieri periferici sfruttando la contiguità con la campagna sempre più attrezzata a rispondere alla domanda nuovi servizi (aziende agro-ambientali con vendita diretta, agriturismi, fattorie sociali, sportive e per il tempo libero, maneggi, body farm, cliniche per animali, vivai, ecc. ). A partire da Corviale, monumentale simbolo di una progettualità che ha fatto il suo tempo, si sperimenteranno nuove politiche e interventi condivisi di sviluppo: ricostruzione o costruzione ex novo di spazi pubblici e collettivi capaci di rinsaldare i legami di comunità, costituzione di distretti d’arte, cultura, sport e tempo libero, localizzazione decentrata di funzioni amministrative di scala sovracomunale, co-housing, agricoltura sociale, orti urbani, food hubs, economia di comunione, nuove forme possibili e sostenibili dell’abitare.




Marino al calcio sociale




Ecco perché il sindaco di Roma non riesce a risolvere il complicato rebus del tetto sotto il Colosseo

Pomeriggio di maggio a Corviale. In via Poggio Verde il Serpentone è ancora lì. Ideato negli anni ’70 come fiore ad occhiello dell’edilizia popolare, ne ha rappresentato invece il suo fallimento. C’è chi con progetti come il centro culturale Il Mitreo e la Biblioteca è riuscito a rendere più vivibile la vita tra i blocchi. Ma se ci si addentra dentro, la quotidianità “popolare” è ancora in salita, con conti e rette da far quadrare a fine mese. “Io sono in ritardo di due pagamenti” spiega una signora davanti all’ufficio Caf/Ater. “Piano piano cercherò di pagarle tutte. L’ho sempre fatto. Spero mi vengano incontro”. Con lei tanti altri vicini di casa. Si attende fuori, buste alla mano. Sono diverse le cose che non funzionano, come gli ascensori per esempio. “Salgono e scendono, ma spesso rimani bloccato dentro” racconta un anziano. “Il Comune dovrebbe interessarsi a noi, in realtà questo non succede” incalza un altra donna. “Prima c’erano i sorveglianti” aggiunge, ricordando anni migliori e peggiori. “A me – si sfoga una mamma – mi chiedono come mai mio figlio non ‘stia giù’ insieme agli altri. Ringrazio Dio che sia riuscito a tenersi fuori da quei giri”. Vivere qui non è facile. Per raggiungere un market o un tabacchi bisogna andare al centro commerciale. Solo un baretto dietro il parco fornisce pasta e detersivi. Le saracinesche abbassate dentro gli stabili sono diverse (eccetto qualche associazione e comitato). Rimaste chiuse da sempre nonostante si abbia tentato un progetto di riqualificazione nel 2009.

VITA DA ABUSIVI – Il famoso quarto piano è ancora lì. Oltre 500 famiglie vivono a Corviale, ma “quelli” che occupano il quarto livello la casetta se la sono fatta da sé. Un tramezzo, qui ed uno un po’ più avanti e quelli che dovevano esser negozi sono ora alloggi a tutti gli effetti. Qualcuno col mattoncino grezzo sulla facciata, qualcun’altro con la piantina davanti alla porta. I problemi però sono altri. La convivenza va avanti tra allacci abusivi e affitti pagati ad “altri”. Nonostante l’Ater (che gestisce le rette) ne sarebbe a conoscenza. Una famiglia in un alloggio popolare paga in regola 70 euro di canone mensile a cui si aggiungono spese condominiali quali disinfestazione e pulizia (che in molti qui dicono non si siano mai viste). Il 30 di ogni mese tra ascensori rotti, erba alta e moscerini si possono sfiorare anche le 250 euro a botta. Quelli “del quarto” invece pagano ad altri. Se si chiede chi siano nessuno sfila un cognome. Quello che è certo è che gli inquilini sono stranieri mentre i locatori italiani. Tutto in nero, ovvio, con cifre che qualcuno pensa siano “più alte di quelle che paghiamo noi”. C’è poi chi vende (sempre in nero) l’alloggio ad altri. Prezzo base: 30/40 mila euro. Poco importa se poi dai censimenti risultano nomi diversi tra inquilini e destinatari di bollette. Giuseppe Cerri, dipendente dell’ufficio qui a Corviale dà una mano agli inquilini. E’ un punto di riferimento tra 730 e dichiarazioni Isee delle famiglie. Conosce bene la situazione e i soliti problemi: “Qui sembra che nessuno voglia effettivamente metterci mano”.

ALLA RISCOSSA – Al quarto piano tra vasi di fiori e cancelli chiusi qualche ragazzo osserva i passanti. Fuori, per bere qualcosa di fresco, bisogna attraversare prato e chiesa e scendere al market sulla via. Lì, tra qualche peroncino e macchine parcheggiate, si passa il pomeriggio. “Ho vissuto da tante parti – racconta una ragazza – ora sono tornata qui”. Ha una casa grande (110 metri quadri) ma aggiunge: “Non tutte sono così”. Non le manca il sorriso, nonostante qualche trascorso con la droga. Due bimbe giocherellano sul piazzale. Cercano pietre di una collanina rotta e qualche altro cimelio da metter da parte e reinventare. Se non c’è “nulla” a Corviale qualcosa da fare lo si trova comunque. “Come è la vita qui? Diciamo che io mi sono persa. Per venti lunghi anni. Capisci? Poi mi sono, diciamo, ritrovata. E’ questo l’importante, no?”.

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