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“Basta degrado e illegalità a Magliana”

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I comitati di quartiere “Magliana Viva” e “Magliana senza nomadi” sono scesi in piazza per protestare contro lo stato di degrado e illegalità in cui il quartiere versa da anni soprattutto per la presenza di insediamenti rom abusivi: « Diciamo basta nomadi, basta degrado, basta carrelli e rovistaggio, basta discariche fonderie abusive sugli argini del Tevere, basta prepotenze subite da donne, anziani e commercianti, basta angherie vero i ciclisti – dichiarano i comitati – Vogliamo destinazione delle aree abbandonate, sgomberi e pattugliamenti, vogliamo il rispetto dell’art. 633 del Codice Penale da parte delle Istituzioni »

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La manifestazione è stata appoggiata dal gruppo romano di Fratelli d’Italia per il quale erano presenti il consigliere del Municipio XI Valerio Garipoli e il dirigente romano Federico Iadicicco che hanno contribuito a mantenere l’ordine e a far si che la manifestazione si svolgesse in maniera pacifica: «a Magliana i residenti non ce la fanno più, esasperati da una situazione oramai paradossale alla quale nessuna Istituzione sembra dare risposta. – dichiara Garipoli – dalle linee programmatiche alle interrogazioni, fino alla richiesta in Commissione Politiche Sociali, ho chiesto come consigliere dell’opposizione del Municipio XI di affrontare la problematica la quale però ancora non è stata presa in considerazione»

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Georgia. Il fascino della funivia di Stalin

People pass a cable car station that is not running during a power cut in the town of ChiaturaL’incredibile rete di teleferiche della città di Chiatura, nata negli anni ’50 per servire le miniere di manganese, unico modo per trasportare lavoratori e metallo. E il suo legame con il dittatore.
La chiamano la funivia di Stalin. Definizione impropria, ma fino a un certo punto. Perché è vero che la rete degli “impianti di risalita” che solcano i cieli della città georgiana di Chiatura, a 220 chilometri a Nord-ovest di Tbilisi, fu varata nel 1954, cioè un anno dopo la morte del leader sovietico, ma l’opera e la sua città sono strettamente legate con il controverso Iosif Vissarionovich, che georgiano era d’origine e che in questa città ebbe i suoi primi importanti successi politici.

E’ un incredibile network di teleferiche, nato per servire le miniere di manganese della città, trasportando sia i minatori che la materia prima. Delle 21 coppie di cabine che si inerpicavano per un’estensione complessiva di oltre 6mila metri, ancora 15 rimangono in servizio, pressoché identiche rispetto a 50 anni fa, nel loro esterno in metallo dal look retrò e vagamente lugubre. E seppure la città e il suo contorno, pur scosceso, circondato da boschi e incastonato nella valle del fiume Qvirila, non abbiano una vocazione turistica naturale, a maggior ragione addobbate come sono da tanta edilizia socialista-reale, è l’audacia dell’opera in sé a ergersi ad attrazione: chi l’ha vista la definisce come una delle opere ingegneristiche più affascinanti del pianeta.

Tutto nato per necessità, in un’area che già alla fine dell’Ottocento era diventata un importante “nodo” minerario, e dove nel periodo di massimo splendore si estraeva il 60 per cento dell’intera produzione mondiale di manganese. La costruzione di una città funzionale all’estrazione del metallo è del 1905, ma ci vollero quasi 50 anni prima di realizzare quel progetto che, data l’orografia, ben presto si intuì indispensabile: a tutt’oggi, infatti, la via aerea è nettamente la più veloce ed efficiente per domare i multipli saliscendi della zona.

E’ a quel punto che entra in scena Stalin. Il futuro dittatore sovietico, durante la Rivoluzione Russa del 1905 (la Georgia fa parte dell’Impero russo da circa un secolo) è attivissimo propagandista nella zona. E proprio a Chiatura lascia il segno, conquistandola con la sua oratoria alla causa dei Bolscevichi, unica città in un’area menscevica. Nacque così la leggenda del “sergente maggiore Koba” – così era stato battezzato in quei giorni – che Stalin riuscì a far vivere sino a dopo la sua morte, nonostante le ripetute deportazioni (o forse anche per quello, visto che ebbero come vittime le minoranze etniche) che ordinò dalle aree del Caucaso alla Siberia.

Quali siano i meriti del sergente maggiore Koba nel progetto, resta tutto da verificare. E’ un fatto che i primi leader del movimento operaio avessero ben chiari i problemi della città, dove circa 4mila minatori erano costretti a turni massacranti, dell’ordine delle 18 ore, con frequenti pernotti in miniera, anche a causa delle difficoltà logistiche, poi risolte dalla rete di teleferiche. Che oggi continuano a trasportare lavoratori e metallo, ma cominciano ad attirare l’attenzione dei turisti. Nonostante la loro palese arretratezza e i trascorsi non proprio edificanti della rete di trasporto aereo via cavo della Georgia, dove nella capitale Tbilisi un incidente alla funivia che collega la Rustaveli Avenue al Monte Mtatsminda provocò morti e feriti.

di Arturo Cocchi

http://viaggi.repubblica.it/articolo/georgia-il-fascino-della-funivia-di-stalin/228296?ref=HREC2-13




Lo dimostra Angela Merkel: in politica le donne sono meglio degli uomini

Angela Dorothea Merkel (Amburgo, 17 luglio 1954)

Angela Dorothea Merkel (Amburgo, 17 luglio 1954)

È la donna più potente del mondo. Con il trionfo alle ultime elezioni in Germania, Angela Merkel ha confermato di essere la signora della politica. Mutti (mamma), come la chiamano i tedeschi, è diventata cancelliera per la terza volta, catapultando il partito cristiano democratico oltre il 40 per cento dei consensi.

Presa la poltrona più ambita di Germania nel 2005, non l’ha mollata più senza curarsi delle critiche che spesso riguardano soltanto il suo look e il suo fisico. Basta pensare all’irripetibile insulto rivolto alla cancelliera e al suo lato “B”, pronunciato da Berlusconi durante una telefonata intercettata e finita su tutti i giornali. O all’ironia spicciola di altri politici italiani che forse qualcosina da lei potrebbero imparare in termini di modestia e sobrietà.

Lei va avanti per la sua strada, con le sue giacchette dai colori improbabili, certi pantaloni che urlano vendetta, le scarpe basse dal tacco tozzo e, come unico vezzo, le collane che abbina sempre al colore dei bottoni delle giacche. Incurante di tutto, continua il percorso iniziato tanti anni fa nella Germania Est. Angela Dorothea Kasner nasce nel 1954 ad Amburgo, città della  Germania Ovest ma cresce Germania Est, dove si laurea in fisica e dove inizia la sua irresistibile ascesa politica.

Nonostante gestisca un potere enorme, Angela è rimasta una donna semplice che va a fare la spesa con una scorta minima, fa colazione con il marito, sempre negli stessi posti: per Pasqua a Sant’Angelo di Ischia, d’estate sulle Dolomiti. Una tipa così, apparentemente alla buona, ispira fiducia anche ai più giovani.

«Indipendentemente dal partito che rappresenta, i ventenni tedeschi considerano la Merkel una figura in grado di trasmettere speranza. Cosa che in Italia non è accaduta», spiega a Nuovo la giornalista Maria Latella. «Padri, madri e giovani hanno visto in lei una persona capace di costruire un futuro. E come donna, ha sfatato trent’anni di messaggi molto basati sull’apparire e poco sull’essere: “Se non sei bella, magra e sexy, è inutile che tu vada in giro”. Ebbene una signora non particolarmente bella, magra e sexy, è il leader di tutti i signori maschi europei. E il messaggio che arriva a tutte le ragazze è: “Conviene studiare e acquisire una sicurezza che il tempo non porterà via. La sicurezza di Angela Merkel non diluirà con gli anni, anzi si rafforzerà perché è basata sui contenuti e non sul corpo o sull’apparire».

E su questa strada della concretezza e della laboriosità è cresciuta anche Julia Klöckner, vicepresidente della Cdu (Unione Cristiano Demopcratica). Alta, bionda, con padronanza delle lingue è considerata la “delfina” della cancelliera anche se non c’è stata ancora nessuna investitura ufficiale e dovrà aspettare almeno quattro anni prima di succedere alla Merkel. E non è detto che Angela, ancora giovane come capo di stato, lasci lo scettro tanto facilmente.

«Ha una grandissima capacità di mediare, di galleggiare, di gestire i rapporti con calma. È una donna che è stata lungamente sottovaluta ma è impressionante vedere come abbia distrutto tutti i suoi antagonisti interni ed esterni al suo partito», ci spiega la sociologa Chiara Saraceno. « Non ha un’idea politica forte ma è una donna che assorbe tutto: conservatrice della CDU ha inglobato moltissimi temi della socialdemocrazia cambiando idea senza fare grandi drammi. È un interessante fenomeno di capacità di gestione del potere e di conquista della fiducia. In questo senso è una bravissima politica. I cittadini non la amano ma si fidano.

«Durissima in Europa, è prontissima a cambiare idea in patria come ha fatto due volte per il nucleare, piegandosi all’umore del suo paese più che del suo partito. Può piacere o non piacere ma è sicuramente una politica di razza».

Una politica che ha in mano le sorti dell’Europa, la possibilità di cambiare realmente le cose, privilegio appartenuto a pochissime donne. Una è stata Margaret Thatcher, a cui Angela è stata spesso paragonata. Unica donna ad aver ricoperto la carica di primo ministro del Regno Unito, la lady di ferro, scomparsa nell’aprile scorso, ha tenuto in pugno le sorti europee, e non solo, dal 1979 al 1990 con una durezza che aveva turbato anche la regina Elisabetta che una volta si lasciò scappare di detestarla “cordialmente”.

Un’altra delle protagoniste del vero potere in rosa è Hillary Clinton. A lei il presidente Obama aveva affidato la politica estera durante il suo primo mandato. E anche se l’ex first lady non ha ancora sciolto la riserva sulla possibilità di candidarsi ala Casa Bianca nel 2016 molti giurano che potrebbe essere lei la prima presidente donna degli Stati Uniti.

Prima di Hillary si era seduta sulla poltrona di Segretario di Stato degli Stati Uniti Condoleezza Rice, la prima donna afroamericana a ricoprire tale carica, nella seconda amministrazione di George Bush, e seconda donna dopo Madeleine Albright che ricoprì il ruolo dal durante la presidenza di Bill Clinton.

Su 339 capi di stato e di governo, soltanto 22 sono donne ma lungo è stato il percorso di conquista di un potere al femminile. Quasi quarant’anni sono trascorsi da quando, dopo la morte del presidente argentino Juan Domingo Perón nel 1974, la sua terza moglie Isabel Peron diventò la prima donna al mondo a ricoprire la carica di Capo di Stato. Ma non va dimenticata Eva Duarte, detta Evita, la seconda moglie di Perón che, con la sua appassionata retorica lo aiutò tantissimo a catturare e mantenere il favore delle masse. Grazie alla mediazione di Evita, amata e odiata dal popolo, nel 1947 il voto in Argentina fu esteso anche alle donne.

Un’altra importante personalità politica è Antonia Edvige Albina Maino, detta Sonia, italiana naturalizzata indiana. Leader del Partito del Congresso, attualmente al governo della più grande democrazia del mondo, Sonia è entrata in politica qualche anno dopo l’assassinio del marito Rajiv (figlio di Indira Gandhi e già primo ministro), avvenuto nel 1991, riuscendo a risollevare il partito e conquistando la fiducia degli elettori.

Farfalla d’acciaio, così era chiamata Imelda Marcos, vedova del presidente delle Filippine. First lady dal 1965 al 1986, esercitò una fortissima influenza politica sul suo paese e accumulò ricchezze enormi sottraendole alle risorse pubbliche. Quando il governo fu rovesciato nel 1986, Imelda fuggì in espadrillas perché abbandonò precipitosamente il palazzo presidenziale lasciando una collezione di 2700 scarpe e più di 4000 abiti firmati.

Di tutt’altra pasta per correttezza e incorruttibilità la nostra Nilde Iotti, la prima donna presidente della Camera  dei Deputati, uno scranno che occupò per tre legislature, dal 1979 al 1992. Un record ancora imbattuto nell’Italia repubblicana. La compagna di Palmiro Togliatti, leader del Pci, diventò una delle più autorevoli figure del panorama politico italiano nonostante la criticata relazione con il Migliore, così era definito Togliatti. Come lei stessa rivelò in una delle sue rare confidenze: «Lui era sposato, anche se il legame con Rita Montagnana era consunto, il divorzio non c’era e il moralismo dell’Italia di allora non concepiva certi amori».

Daniela Artioli

Settimanale Nuovo N.40 – 10 Ottobre 2013 (oggi in edicola)




WORKSHOP GRATUITO ARDUINO – 14/10/2013

arduinoIn occasione del Quasar Open Day del 14 ottobre , alle ore 14:30 in via Nizza 152 – Roma, presso l’Istituto Quasar si svolger à il WORKSHOP GRATUITO di ARDUINO.
Osservare e imparare a progettare, in poco tempo, piccoli prototipi interattivi che comunicano con l’ambiente circostante attraverso dei sensori e l’uso di un semplice software.
I partecipanti al workshop saranno coinvolti in una sessione di progettazione attraverso l’utilizzo della piattaforma Arduino.
Emanuele Tarducci – Interaction Designer e coordinatore del corso in Web & Interaction – darà dimostrazione pratica di come progettare oggetti e sistemi interattivi basati su questa piccola scheda a microprocessore.
I partecipanti al workshop potranno utilizzare i computer messi a disposizione dall’Istituto Quasar oppure installare direttamente sui propri computer il software e sperimentare in prima persona quanto sia facile muovere i primi passi nell’affascinante mondo della progettazione interattiva.
Per partecipare basta riservare il proprio posto allo 06 8557078 o sul sito: http://istitutoquasar.com/content/quasar-open-day/.

link all’articolo




Google si prepara a investire in Italia. Eric Schmidt: «Ma serve la banda larga»

googleEccolo mister Google, Eric Schmidt. Fa il suo ingresso da star al Tempio di Adriano, in una delle più belle piazze di Roma. E la platea pende dalle sue labbra perché sta per fare un annuncio. Saluti di rito, una breve introduzione e via: «Abbiamo deciso – scandisce l’executive chairman del Colosso di Mountain View – di fare un importante investimento in Italia e offrire il nostro contributo per accompagnare il Made in Italy alla conquista dell’economia digitale».

Stavolta a parlare non è un politico o un imprenditore qualunque, ma il presidente di una delle più grandi e importanti aziende del mondo. Lo fa al Big Tent, evento organizzato nella Capitale da Google insieme ad Uniocamere, per discutere di come le tecnologie digitali possano fare da volano all’economia italiana, ma anche per raccontare le storie di chi, tra le migliaia di imprenditori del nostro Paese, ha già intrapreso il cammino della digitalizzazione.

Oltre a Schmidt, sul palco del Big tent si avvicendano il ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo, il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello, il segretario generale Cgil Susanna Camusso e Francesco Sacco.

Anche se sugli aspetti concreti del progetto (a partire dall’entità dell’investimento) Eric Schmidt dice assai poco, il fatto che l’azienda più importante del web si interessi all’Italia è già una buona notizia. Mister Google si dice molto interessato dalle potenzialità di sviluppo del nostro Paese, ricordando che «l’Italia, in cui l’economia internet è a poco più del 2% del Pil, ha dalla sua un potenziale unico che deriva dalla sua tradizione. Ossia, da quello che all’estero siamo ormai abituati a chiamare il Made in Italy. Il sistema economico italiano, infatti, seppur penalizzato da un ritardo tecnologico, ha tutte le caratteristiche per risultare vincente su Internet: l’Italia è un brand fatto di prodotti, di stile di vita, di cultura e di luoghi, ed è riconosciuto e ricercato all’estero».

Ma c’è un «ma». E Schmidt non manca di porvi l’accento: «Il governo dovrà garantire la banda larga veloce ovunque, nulla può accadere senza questo», sottolinea. Lo stesso governo, d’altronde, è il primo partner annunciato del progetto di Google. Il ministro De Girolamo ha incontrato il presidente del motore di ricerca e insieme hanno già individuato alcune delle direzioni da prendere. Il progetto, che vedrà la luce nel 2014, punta alla valorizzazione del made in Italy agroalimentare.

«Portare l’economia italiana nel digitale non deve significare snaturare la vostra economia e abbandonarne i settori di punta nel tentativo di creare in Italia una nuova Silicon Valley; significa piuttosto utilizzare internet come tecnologia abilitante, come strumento per analizzare i mercati, far conoscere il proprio prodotto e raggiungere i potenziali clienti». Ma per far questo «serve una maggiore capacità delle imprese italiane, tutte, anche le più piccole, di farsi vedere agli occhi del mondo attraverso internet».

L’azienda di Mountain View, dice Schmidt, si prefigge di aiutare l’Italia a raggiungere questo obiettivo: «In un paese con il 40% di disoccupazione giovanile, trovare soluzioni alla portata del tessuto imprenditoriale che aiutino a far crescere il fatturato delle imprese, il Pil del paese e allo stesso tempo utilizzino il talento dei giovani, sembra essere imprescindibile.

Ecco perché, come Google, abbiamo deciso di fare un importante investimento in Italia e offrire il nostro contributo per accompagnare il Made in Italy alla conquista dell’economia digitale. Ci concentreremo su tre aree: I) far conoscere le eccellenze nascoste dell’Italia II) diffondere tra gli imprenditori le competenze digitali III) valorizzare i giovani come promotori della transizione al digitale dell’economia italiana. L’Italia è straordinaria nel mondo, se questa straordinarietà riusciamo a portarla online, un piccolo pezzettino per volta, ne deriverà un grande contributo alla crescita del paese. E noi siamo qui per fare la nostra parte».
di Filippo Bernardi
articolo del Messaggero




E’ il paesaggio più bello dell’anno e si trova in Australia

giardinoil giardino più bello del mondo
Il giardino botanico di Cranbourne ha vinto il premio come migliore progetto paesaggistico al World Architecture Festival 2013. Ospitato all’interno di una vecchia cava di sabbia, vicino a Melbourne, il giardino si presenta come un viaggio attraverso la flora australiana: dalla costa al deserto, tra costruzioni e laghi artificiali. 170,000 piante per 1700 specie: “E’ una raccolta di diversità – commentano i giudici – con un forte comune denominatore: l’evocazione dell’identità australiana senza bisogno di parole né di cartelli, solo la straordinaria flora del continente”
repubblica.it




Cagliari, a Castello spuntano le dead drops

deaddropSettanta le porte usb murate in Italia a Milano, Roma, Martina Franca e Cagliari. L’iniziativa in città grazie all’associazione Urban Center per Leggendo Metropolitano.
Le dead drops spuntano fuori dai muri delle case bombardare del quartiere di Castello, a Cagliari, e funzionano. Seguendo la filosofia del suo ideatore, l’artista berlilnese Aram Bartholl, che per primo le ha ‘murate’ nel 2010 a New York, anche a Cagliari sono ben nascoste, difficili da individuare. Solo un occhio attento riesce a cogliere i pochi centimetri di cavetto usb che spunta fuori dal muro di pietre, bombardato 70 anni fa dagli alleati.

Sono circa settanta – riporta il sito Adnkronos.it – le dead drops murate in tutta Italia, ma solo in pochissime citta’, tra le quali Roma, Milano, Martina Franca e Cagliari, appunto. L’idea di installare in citta’ le Usb anonime e’ nata in occasione del festival letterario internazionale “Leggendo Metropolitano 2013” dedicato quest’anno ai ‘Lega’mi’. Ne sono state installate 8 da 4gb per rappresentare “i lega’mi nella societa’ odierna: lega’mi tra utenti che rimarranno sconosciuti, lega’mi con il sapere e la conoscenza costruiti e diffusi orizzontalmente, nella rete”.

Anche a Cagliari, citta’ molto recettiva alle novita’ dell’higth tech, entra nel novero delle citta’ italiane che utilizzano questo sistema di comunicazione, off line che permette di caricare o scaricare materiale digitale, rimanendo nell’anonimato. E da qui deriva il nome del sistema: ”dead drop” era, infatti, il metodo con cui le spie si scambiavano documenti riservati, depositati in un luogo segreto concordato in precedenza.

”Lo uso spesso – spiega un utente anonimo che ha risposto all’Adnkronos, tramite dead drop -. Scambio informazioni di diverso genere, dalla musica agli appunti delle lezioni dell’universita’, agli appuntamenti della vita mondana in citta’. Nessuno sa chi sono. E io non sono interessato a saperlo. Qui l’onesta intellettuale e la sincerita’ sono d’obbligo”.

Il progetto è arrivato a Cagliari grazie all’associazione Urban Center che ha proposto l’iniziativa come parte di un percorso di riattivazione dello spazio pubblico del quartiere di castello iniziato con l’edizione 2012 di Studi Aperti e passato per tappe come il bookcrossing. Otto le realizzazioni in città create da cinque artisti: Barbara Ardau, Matteo Campulla, Domenico Mimmo Di Caterino, Marco Porcedda, Matteo Paolo Tauriello (alias Freom).
http://deaddrops.com/#




“Stati generali della cultura e del turismo” a Roma dal 15 al 17 novembre

forum giovaniConsultazioni online, in vista del Forum Nazionale dei Giovani, hanno lanciato gli “Stati Generali della Cultura e del Turismo”, iniziativa volta a promuovere e sostenere il turismo e la cultura nel nostro Paese.
Obiettivo ultimo del progetto e’ delineare strategie, proposte e iniziative per generare nuovi modelli di sviluppo economico e nuove figure professionali che possano coinvolgere soprattutto le giovani generazioni, per il comparto che rappresenta la maggiore industria nazionale con un valore pari a 161,2 miliardi di euro, ovvero il 10,3% del Pil.
L’iniziativa – patrocinata dal Senato della Repubblica e dalla Camera dei Deputati e organizzata in collaborazione con la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, con l’ANCI e con il Circuito Internazionale del Premio ProArte – si articola su più livelli: i risultati delle consultazioni, che si sono svolte tra il 4 e il 6 ottobre, costituiranno la base per i lavori dei panel, l’incontro tra le organizzazioni giovanili, gli operatori di settore e le Amministrazioni nazionali e locali che avverrà dal 15 al 17 novembre a Roma. A chiusura dell’iniziativa ‘Villaggio Italia’ in primavera.
Le imprese del turismo sfiorano le 660 mila unita’, pari all’11% del totale delle aziende italiane; nel 2012 le presenze complessive nel nostro Paese sono state oltre 845 milioni e quest’anno l’Italia è al 5 posto tra le mete turistiche preferite a livello mondiale. Gli occupati nel settore rappresentano l’11,7% dell’occupazione nazionale di cui oltre il 63% ha meno di 40 anni.
Per approfondimenti:
http://www.culturaturismo.it
regioni.it




Expò 2015: nel 2013 pronti il 50% dei padiglioni

expoRegione Liguria e Regione Lombardia lavorano insieme per Expo’ 2015 e rafforzano la collaborazione in campo turistico e dell’attrattività dei rispettivi territori, con le loro eccellenze e specificità, per creare le condizioni e dar vita a un sistema sovraregionale di coordinamento delle politiche regionali sul quale fondare la competitivita’ dell’offerta turistica anche in vista di Expo’ 2015.
Inoltre va avanti l’organizzazione dell’evento ed entro la fine dell’anno saranno pronti il 50% di lotti padiglioni.
International Participants Meeting, arrivato alla sua terza edizione, ”e’ un appuntamento fondamentale perche’ l’esposizione universale e’ costruita con la partecipazione dei Paesi ed e’ veramente un lavoro cooperativo che nasce da un dialogo continuo”, ha spiegato il Commissario unico per Expo 2015 Giuseppe Sala.
Entro la fine del 2013 – ha spiegato Sala – saranno pronti 30 lotti per i padiglioni, che rappresentano il 50 per cento del totale. Per febbraio 2014 saranno pronti il 75 per cento dei lotti e ad aprile 2014 il 100 per cento. ”Proprio questo pomeriggio – ha aggiunto Sala – porteremo i delegati a vedere i lavori del sito espositivo di Expo e gli mostreremo quelli che saranno i loro padiglioni. Speriamo che possano trarre dalla visita un giudizio positivo sull’andamento dei lavori”.

www.regioni.it




RICOSTRUIRE IL PAESE. UN EDIFICIO ALLA VOLTA

rigenerazioneLe ricchezze ed i risparmi del nostro paese sono stati tradizionalmente investiti nel mattone: il patrimonio immobiliare delle famiglie italiane ammonta a 6.355 miliardi di euro, pari a 4,2 volte il PIL nazionale e rappresenta quindi uno dei principali asset nazionali.

Una risorsa che però sta perdendo valore: il nostro patrimonio immobiliare è il secondo più vecchio d’Europa. 2 miliardi di metri quadri, ovvero circa l’85% del totale, necessitano di interventi di riqualificazione.

Questi numeri includono le nostre case, sicurezza delle nostre famiglie.

Sono le nostre città, simbolo della nostra qualità di vita.

Sono i nostri risparmi, fondamento del nostro sviluppo.

Con la prima edizione di REbuild abbiamo aperto un capitolo mettendo in chiaro alcune cose: non c’è più crescita per il mercato nazionale tradizionale delle costruzioni; la riduzione del consumo di suolo costituisce un vincolo inscindibile per la ripresa del settore; la frammentazione tra la filiera edile, finanziaria e tecnologica blocca nuove possibili strade; la redditività nella gestione dei patrimoni perde quota e i processi di valorizzazione sono difficilmente finanziabili con le vecchie prassi di mercato.

Durante i mesi trascorsi dopo la prima edizione di REbuild, abbiamo visto un’accelerazione ed una convergenza verso il tema della riqualificazione. E non solo a livello italiano. Dall’Inghilterra alla Germania si stanno sviluppando strategie nazionali e strumenti dedicati. In Germania 1 euro investito in riqualificazione genera 2-5 euro di gettito fiscale derivato principalmente da nuova occupazione. Alcune di queste esperienze sono ormai note e largamente testate. Il patrimonio immobiliare, se riqualificato, può contribuire alla crescita del paese, anziché essere solo oggetto di tassazioni.

Per questo la seconda edizione di REbuild vuole spostare ancora di più l’attenzione sul fare.

Le numerose buone pratiche presentate a Riva del Garda durante l’appuntamento dell’anno passato ne hanno dimostrato la fattibilità in termini di mercato: anche le idee più complesse si possono realizzare. Assieme. Per crescere bisogna allargare il proprio network: REbuild sarà l’occasione di incontrare operatori che vogliono mettere in campo approcci pioneristici al mercato.

Non un incontro “da fiera”, con qualche battuta e troppe business card: l’evento è limitato a 500 partecipanti. Pragmaticità e fattibilità sono le nostre linee guida per l’organizzazione della convention.

Alla prima edizione hanno partecipato tanti dei principali leader di mercato, portando le migliori idee ed esempi sulla riqualificazione e gestione sostenibile dei patrimoni immobiliari.

http://www.rebuilditalia.it/rebuild/