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DA CORVIALE RIPARTE L’UTOPIA DI PERIFERIE UMANE

AgriculturalUrbanism2Da simbolo di degrado a segnale di riscossa: le periferie diventano il fulcro della partita per il rilancio economico/sociale.

Il là l’ha dato Renzo Piano pianocon l’ovvia e semplice constatazione che nelle periferie c’è lo spazio e il bisogno del cambiamento urbanistico.

Ed è dalle periferie che può partire la grande chance delle smart city, le città dal volto umano che aiutano a salvare l’ambiente producendo nel contempo benessere, servizi, occupazione e cibo a km zero.

E’ questa la partita che può aiutare Renzirenzi a lanciare il grande piano keynesianokeynes che immagina per riaccendere l’economia e l’occupazione: partire dai bisogni dei cittadini più disagiati per costruire una macchina urbanistica  e amministrativa che offra risposte in termini di servizi e di vivibilità.

Scuole e ricerca, innovazione e green economy: questi i cardini di un “rammendo” delle periferie delineato da Piano.

Non a caso sono le stesse parole d’ordine del consorzio di associazioni che con corviale_domani_11 ha da tempo impostato un progetto complessivo di rigenerazione del Quadrante di Corviale.

Un consorzio che si è confrontato con urbanisti, amministratori, economisti, ricercatori senza perdere mai il contatto con le esigenze di servizi e sicurezza degli abitanti.

Ritrovare le ragioni dell’utopia significa proprio questo: coniugare il rilancio urbanistico/economico con i bisogni dei cittadini.

L’articolo di Francesco Erbani su REPUBBLICAdel 27 maggio “Basta costruire, gli architetti ora rigenerano” non a caso parte proprio dai progetti su Corviale dell’architetto Daniel Modigliani modiglianicommissario dell’Ater di “aprire il pian terreno e installarvi servizi e altre attività e per consentire il passaggio dalla strada agli orti che sono alle spalle dell’edificio, così da alimentare le relazioni con il quartiere.” Un’idea quindi di interazione tra la città del cemento e la campagna dei 1.200 ettari di parco del Quadrante da sempre propugnata da Alfonso Pascale pascaledi Corviale Domani con la realtà delle Fattorie Sociali che proprio il 6 giugno s’incontrano al Forum del Terzo Settore per la costituzione di una rete cittadina anche in previsione dell’Expo 2015 dedicata all’alimentazione. expoErbani su Corviale prosegue con  Modigliani: “Sul tetto sono previsti verde e impianti per la raccolta dell’acqua e il risparmio energetico” riprendendo il progetto del prof. Stefano PanunziAnnuncio-partenza-Corviale dell’Università del Molise tante volte propugnato nei due Forum che la direttrice del servizio di Architettura del  Ministero dei Beni Culturali Maria Grazia Bellisario

The Making of / Artisti al lavoro in tv

ha promosso con Corviale Domani.Last but not least il progetto di rigenerazione di Corviale sarà il 2 giugno alla trasmissione “I visionari” di Corrado Augias.augias

Quale auspicio maggiore per far ripartire da Corviale l’utopia di periferie umane.

Tommaso Capezzone




Energia. Clima, Finmeccanica: “Ecco Di-Boss per edifici smart”

smart-cityUn cervello ‘green’ nei nostri edifici che ottimizzi il consumo energetico, riduca le emissioni di CO2, mantenendo inalterati i livelli di comfort dei residenti. Tutto questo è’Di-Boss’ (Digital-Building operating system solution), un sistema di Selex Es, azienda di Finmeccanica, presentato questa mattina a Roma presso il Centro studi americano durante il convegno ‘Innovation 4 smart soluzion’. Il sistema che rende ‘intelligenti’ gli edifici è stato lanciato sul mercato ed entro il 2015 dara’ un volto ‘smart’ a 16 grattacieli di Manhattan, a New York.sistema di bossBannernewsletter_Thumb

 

Di-Boss, che fino ad oggi e’ stato installato su quattro grattacieli di proprieta’ di Rudin Management Company, e’ il primo esempio di sistema operativo creato da un team composto da rappresentanti dell’industria, universita’ e di proprietari di edifici.

 

“Il progetto nasce dall’esperienza dell’azienda nel campo dell’integrazione di sistemi per il controllo, applicata sia in campo civile che militare- spiega il presidente di Finmeccanica Gianni De Gennaro- l’alta tecnologia, infatti, non e’ ne’ militare ne’ civile: e’ duale, e’ un valore in se’ ed e’ chiamato a rispondere alle richieste multidisciplinari che emergono dalla societa’: sicurezza, ambiente, cultura, sostenibilita’ economica”.

 

La chiave di volta “per il successo delle politiche ambientali sta nell’innovazione, nella capacità cioè di creare le condizioni più favorevoli affinché si possa realizzare quella ‘low carbon strategy’ che ci vede tutti impegnati- sottolinea il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti,intervenendo al convegno- è una sfida che possiamo vincere se sapremo lavorare insieme, legislatori e imprenditori, europei ed americani”.

 

Il sistema intelligente Di-Boss, di Selex Es, azienda di Finmeccanica, e’ in grado di ‘far parlare’ lo stesso linguaggio a tutti i singoli sotto-sistemi complessi che gestiscono le specifiche funzionalita’ degli edifici come distribuzione elettrica, distribuzione del riscaldamento e del condizionamento, gestione degli ascensori, sistema idrico e di illuminazione, controllo degli accessi, sistemi antincendio e di sicurezza, rete Ict, energie rinnovabili e storage energetico, veicoli elettrici”.

 

Di-Boss e’ un sistema intelligente che impara dalla propria esperienza, in grado anche di proporre soluzioni e raccomandazioni. Il ‘cervello’ puo’, ad esempio, individuare il momento ottimale per l’accensione o lo spegnimento del riscaldamento/condizionamento, variandolo in base ai comportamenti registrati in passato, al flusso di utenti presenti in quella data ora nell’edificio, anche in funzione delle previsioni climatiche.

di Serena Tropea (da www.dire.it)

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Illuminiamo il Futuro

illuminiamoFuturo

Opportunità a tutti i bambini per combattere la povertà educativa

 

In Italia la povertà dei bambini e degli adolescenti ha raggiunto livelli allarmanti. Un milione vive in povertà assoluta e 3 milioni e mezzo, uno su tre, sono a rischio povertà ed esclusione sociale. A colpire il presente e il futuro dei bambini non è solo la povertà materiale, ma anche la povertà educativa. La mancanza di opportunità educative pregiudica il rendimento scolastico e blocca sul nascere la possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni dei più piccoli.

 

Combattere la povertà educativa significa dare a tutti i bambini non solo una scuola di qualità ma anche garantire loro spazi educativi sul territorio, accesso al gioco e allo sport, possibilità di leggere libri, conoscere la musica, poter fare una gita o un campo estivo con i coetanei. Per Save the Children combattere la povertà educativa significa illuminare il futuro dei bambini garantendo tutte le opportunità necessarie per la loro crescita.

 

Illuminiamo il futuro dei bambini se investiamo su di loro

 

Per l’infanzia spendiamo meno che nella stragrande maggioranza dei paesi europei. È fondamentale investire su i bambini e sui loro bisogni educativi. Per farlo possiamo chiedere “una regola d’oro per l’infanzia”, in modo che le spese per i bambini e gli adolescenti vengano considerate un investimento e separate dal calcolo dell’indebitamento.

 

Illuminiamo il futuro dalla prima infanzia

 

Gli asili nido e i servizi per la prima infanzia sono fondamentali per contrastare la povertà educativa. Per questo è necessario rifinanziare il Piano Nidi nazionale interrotto dal 2010 e investire le risorse europee già stanziate ma non utilizzate e garantire ai bambini e alle loro famiglie il diritto a servizi per la prima infanzia di qualità.

 

Illuminiamo il futuro dei bambini quando mettiamo al centro la scuola e la cultura

 

Una società che non parte dalla scuola e dal sapere non dà un futuro ai bambini. Per dare loro una scuola di qualità occorre mettere in sicurezza tutti gli edifici scolastici e garantirne la buona manutenzione, promuovere il tempo pieno, valorizzare il ruolo degli insegnanti, garantire il servizio mensa gratuito per i bambini in condizione di povertà, rendere accessibili per tutti il materiale e i

 

libri di testo.

 

Illuminiamo il futuro quando diventiamo comunità educante

 

Non solo la scuola, ma tutti gli ambienti di vita dei bambini e dei ragazzi: le reti familiari, le realtà locali, associative, culturali sono fondamentali per lo sviluppo e la crescita dei bambini. è importante che tutte queste realtà condividano la responsabilità educativa sui bambini e facciano rete. Per dare maggiori opportunità educative vogliamo promuovere lo sviluppo di “comunità educanti” e fare in modo che vengano valorizzate tutte le risorse presenti nei diversi territori.

 

Illuminiamo il futuro quando incentiviamo il gioco e le attività extrascolastiche

 

Tutti i bambini hanno diritto al gioco e all’accesso alle attività extrascolastiche, ma spesso molte attività quali lo sport, la musica, i campi estivi non sono accessibili ai bambini e ragazzi più in difficoltà. Per dare opportunità anche a loro e non discriminarli rispetto ai coetanei, dobbiamo promuovere il diritto di tutti i ragazzi ad avere pari accesso a questi beni educativi. Dobbiamo garantire più servizi al territorio, attivare ingressi agevolati per le strutture sportive e le iniziative culturali e artistiche.

 

Illuminiamo il futuro dei bambini insieme,

 

Combattiamo la povertà educativa.

 

Accendiamo la luce delle opportunità

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Basta costruire gli architetti ora rigenerano

REPUBBLICALa parola chiave è rigenerazione. E il luogo dal quale si srotola il racconto di una nuova frontiera per architettura e urbanistica – non occupare altro suolo libero, intervenire sul già costruito restituendo vita a pezzi di città non solo dal punto di vista fisico, ma sociale – è Corviale. Simbolo per molti di sconcerto e quasi di orrore metropolitano, per altrettanti, invece, manufatto fra i pochi significativi del secondo Novecento, il grande edificio lungo un chilometro della periferia ovest di Roma, concepito a metà anni Settanta e che ora ospita 4.500 persone (ne erano previste 8 mila), sta per conoscere una nuova esistenza. E se si rigenera Corviale vuol dire che la sfida è alta e rischiosa e rimbalza nelle periferie di altre città, dove, secondo le stime, almeno i nove decimi del costruito sono successivi al dopoguerra. Un costruito affetto da malattie profonde. Renzo Piano ha invitato al “rammendo”, una metafora che rimanda alla riparazione e non all’aggiunta di nuovo tessuto. E in questo programma ha coinvolto giovani professionisti. Alla imminente Biennale architettura (dove viene esposto il progetto Corviale), il titolo del padiglione italiano curato da Cino Zucchi è “Innesti”, cent’anni di edifici realizzati in ambienti già storici (ma qui si sconfina in un campo assai controverso, quello del moderno nell’antico). A Scampia, periferia napoletana, Vittorio Gregotti costruisce da anni, stop and go permettendo, una sede della facoltà di medicina dove un tempo svettava una delle Vele poi demolita, altra architettura con lo sbrigativo bollino di infamia. A Roma l’assessore Giovanni Caudo – assessore alla Rigenerazione urbana – ha impostato un piano per realizzare, in un’area di caserme dismesse di fronte al Maxxi, un museo della scienza, abitazioni a canone concordato e spazi pubblici, lasciando una parte all’edilizia privata. Rigenerare è connesso con l’abbandono dell’idea di un’espansione illimitata. La legge urbanistica toscana, promossa dall’assessore Anna Marson, prevede che le aree urbanizzate vengano perimetrate e che si costruisca solo al loro interno, lasciando integro il territorio libero. Un’invalicabile linea rossa intorno ai centri urbani è stata immaginata dall’urbanista Vezio De Lucia nel Piano della provincia di Caserta, la Gomorra massacrata da un’edilizia selvaggia. Gli esempi italiani potrebbero continuare. Molte università sono impegnate nella ricerca. Si guarda all’Olanda, alla Germania, alla Svezia. Ma intanto Gregotti, che di questi temi ha scritto in Architettura e postmetropoli (Einaudi), mette sull’avviso: «Rigenerare significa ricreare un tessuto urbano, non pensare a un oggetto isolato. Occorre legare l’intervento all’ambiente che lo contiene, creare una mescolanza fra abitazioni, servizi e altre funzioni che soddisfino i bisogni di quel contesto». Architettura e urbanistica insieme. Un cambio di paradigma: non più oggetti che splendano in solitudine, ma ricuciture nelle slabbrature di una città cresciuta senza regole, che ha invaso terreni agricoli, diradandosi e sprecando suoli pregiati. Esiste però buona rigenerazione e cattiva rigenerazione, non basta dire “stop al consumo di suolo”: è l’avvertenza di Edoardo Salzano, urbanista, animatore del sito eddyburg. it. «Una cosa è proporsi di migliorare le condizioni fisiche di parti della città e la vita delle persone», spiega Salzano, «altro è preoccuparsi di moltiplicare il volume d’affari e i valori immobiliari. La prima strada è rigenerazione, la seconda no». Rigenerazione non solo dell’involucro fisico, ma della qualità del vivere. I progetti di Corviale li illustra Daniel Modigliani, architetto, commissario dell’Ater, l’azienda regionale per l’edili- zia pubblica proprietaria dell’edificio: «Il primo problema è densificare Corviale. Molto spazio è sprecato. E anche le abitazioni sono troppo grandi per famiglie ridotte a una coppia o anche solo a una persona. Al quarto piano, che l’architetto Mario Fiorentino aveva destinato ai servizi e alle aree collettive, poi occupato da abusivi e ora degradato, Guendalina Salimei ha previsto un centinaio di al- loggi». Per Massimiliano Fuksas, Corviale andrebbe abbattuto. Per altri, spezzettato in una trentina di convenzionali palazzine. «Lo decideremo con il concorso», replica Modigliani. «Io insisto per conservarne l’unitarietà. Abbiamo un progetto per aprire il pian terreno e installarvi servizi e altre attività e per consentire il passaggio dalla strada agli orti che sono alle spalle dell’edificio, così da alimentare le relazioni con il quartiere. Sul tetto sono previsti verde e impianti per la raccolta dell’acqua e il risparmio energetico ». A Corviale il verde è tanto e anche i servizi, compresa una delle migliori biblioteche comunali. Al progetto si è arrivati dopo consultazioni fra le istituzioni, il ministero per i Beni culturali, l’università e, soprattutto, i comitati di cittadini. La nuova frontiera della rige- nerazione in realtà viene rincorsa da una trentina d’anni. Da quando, in Europa e in Italia, si rendono disponibili aree in zone periferiche o semicentrali occupate da industrie e altri impianti. Resta esemplare la storia delle caserme francesi di Tubinga, in Germania: 64 ettari, liberati dai militari dopo la riunificazione, hanno accolto case ad affitto convenzionato per 6 mila abitanti, costruite da cooperative degli stessi futuri residenti, aziende per 2 mila occupati, verde, scuole, servizi comunitari come il car sharing, biciclette a disposizione di tutti. E se si allarga lo sguardo ecco le esperienze, ormai storiche, dell’America Latina, da Curitiba (Brasile) del sindaco-urbanista Jaime Lerner a Medellín in Colombia. Qui, nella capitale del narcotraffico, si è avviata una rigenerazione che – racconta Ma- rio Tancredi, architetto italiano che insegna in Colombia – «ha fronteggiato la segregazione sociale con una rete di trasporto pubblico e una linea di cabinovie che a ogni stazione realizzava uno spazio di convivenza e che si arrampicava su un’altura raggiungendo alcune biblioteche, cinque progettate nel giro di poco tempo, e poi un parco urbano. Tutto questo accompagnato da piazze, strade, scuole, fognature e dalla ristrutturazione di tante abitazioni sorte in maniera incontrollata e in luoghi pericolosi. Gli effetti? Omicidi crollati di decine di punti percentuali e crescita del commercio del 300 per cento». Se invece di progetti a questa scala si punta a incrementare la rendita – insiste Salzano – la rigenerazione non c’è più: centri commerciali, residenze a prezzi di mercato, speculazione. Occasioni sprecate. Come a Vicenza, dove a poche centinaia di metri dalla Rotonda di Andrea Palladio, nella zona di Borgo Berga, al posto dello storico stabilimento Cotorossi sta sorgendo un quartiere di forme spropositate, realizzato da una società che fa capo a Enrico Maltauro, in carcere per le tangenti Expo 2015, che grava sui due fiumi, il Retrone e il Bacchiglione, esondati due anni fa. «Per queste iniziative è indispensabile la regìa pubblica, senza sottomissioni al volere dei privati», spiega Salzano. «La città non è fatta solo di abitazioni, ma di spazi per stare insieme. La prima cosa che si insegnava a chi studiava urbanistica era di calcolare i fabbisogni. Adesso si calcola la valorizzazione delle aree».

Francesco Erbani

vai all’articolo di Repubblica.it




Parco subito

l'obbiettivo di un grande fotoreporter: Giordano Pennisi

l’obbiettivo di un grande fotoreporter: Giordano Pennisi

Rispondiamo all’inaccettabile prepotenza che nega agli abitanti l’uso dell’area pubblica del lago dell’Ex SNIA. Presidio oggi ore 18:00 all’ingresso al lago su via di Portonaccio

Domenica 25 Maggio in una bella giornata di partecipazione attiva, gli abitanti con le proprie mani sono riusciti a rendere accessibile l’ingresso pubblico al lago su via di Portonaccio, costruendo una scala di legno sopra un muro illegittimo, rendendo finalmente fruibile a centinaia di persone quest’area che custodisce il lago, espropriata dal 2004 per essere un parco e negata da dieci anni a tutti noi. A distanza di soli tre giorni una ruspa ha fatto scempio di questa struttura e scavato un fossato per impedire ogni ulteriore ingresso.

L’intervento con la ruspa è avvenuto in un’area pubblica di Roma Capitale, chi ha autorizzato quest’atto distruttivo, per conto di chi, per quali interessi?

Dopo il criminoso sbancamento della collina del Parco delle Energie a ottobre, questa è una risposta violenta contro la volontà degli abitanti di poter usare un bene comune.

Comune e Municipio continuano a tergiversare sul lago e sul parco, parole alle quali dopo otto mesi ancora non è seguito nessun atto concreto, nessuna soluzione. Per aprire il parco si tratta di completare semplici formalità, e fino a pochi giorni fa l’amministrazione faceva finta di non sapere che quell’area è pubblica dal 2004 e di chi è la competenza.

Se non si fa il parco subito, il 14 agosto scadono i termini dopo dieci anni dall’esproprio, con il grave rischio di dover rendere indietro a Pulcini l’area, lago compreso. Tanti i progetti speculativi già tentati negli ultimi 20 anni con il centro commerciale, i mondiali di nuoto, i residence per studenti e le quattro torri da 100 metri, che solo la mobilitazione degli abitanti è riuscita a fermare. Non c’è più tempo!

Dopo mesi di mobilitazione e di studio dell’ecosistema del lago, a distanza di un mese dal 25 Aprile che ha visto entrare e liberare il lago dell’ex Snia da un corteo di più di 5000 persone, dopo la giornata di domenica 25 Maggio in cui abbiamo cominciato a realizzare il nostro parco con l’autocostruzione, ora non ci fermiamo.
Lanciamo un presidio per oggi, giovedì 29 maggio 2014 dalle 18:00 all’ingresso al lago su via di Portonaccio (direzione Prenestina dopo il ponte della ferrovia). Per affermare con forza che quel cancello è pubblico e deve garantire l’uso dell’area a tutti gli abitanti e che sia istituito il PARCO SUBITO stanziando i soldi in bilancio per l’immediata cantierizzazione e l’annessione al parco delle Energie.

Parco subito – Lago per tutt* – Cemento per nessun*




Laurea Smart City Iuav

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Soluzioni innovative per la Città Intelligente

 

Se intendiamo la Città come Sistema di Sistemi (abitativo, mobilità, servizi, cultura, energia, sicurezza, ambiente ecc.) per Smart Cities possiamo intendere la rete di integrazione tra questi, supportata da un flusso reciproco di informazioni sostenito dalle risorse ICT.

Lo sviluppo di progetti e iniziative di ricerca in questo ambito è orientato a innovare servizi ai cittadini e alle imprese in una prospettiva di trasparenza, multiattorialità, partecipazione attiva e informata nei processi decisionali, ecosviluppo e democrazia, in particolare per quanto riguarda nuove modalità di dialogo e cooperazione tra Pubblica Amministrazione e segmenti delle comunità locali.

Si tratta di fatto di un contesto caratterizzato anche da forti impulsi che derivano da azioni UE con origine da Europa 2020, dall’Agenda Digitale europea e nazionale oltre che da una serie di call promosse dal MIUR che a queste iniziative attribuiscono un ruolo strategico per lo sviluppo del Paese.

 

Seconda tornata di preiscrizioni dal 3 Luglio al 25 Agosto 2014.

Per l’accesso al corso di laurea è necessario effettuare la preiscrizione. Consulta i dettagli alla pagina delle iscrizioni.




L’Istituto Italiano Open Data e’ finalmente realta’

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C’è voluto un po’ ma alla fine, dopo una lunga fase di preparazione, si è costituito l’Istituto Italiano Open Data, fortemente voluto anche da Stati Generali dell’Innovazione (l’associazione che più di un nostro blogger rappresenta :)).

L’Istituto si configura come rete di associazioni, organizzazioni, enti, gruppi e persone singole, tutti a sostegno del valore degli Open Data come opportunità di crescita economica. Obiettivo dell’Istituto è quello di catalizzare tutte queste energie e raccordare i diversi protagonisti per far incontrare domanda e offerta e  condividere pratiche, strumenti, tecnologie relative agli Open Data.

Forte di queste energie, appunto, l’Istituto intende anche supportare le organizzazioni governative nella formazione delle politiche sugli Open Data e nella loro attuazione, oltre che per favorire l’incontro con le associazioni, le imprese, i cittadini.

Nei prossimi mesi saranno definite le modalità di collaborazione con queste organizzazioni, da quelle governative come Agenzia per l’Italia Digitale e FormezPA, a enti, associazioni, centri di ricerca e universitari come AMFM,  Archivio Centrale dello Stato, Associazione Informatica Giuridica, CIRSFID – Università di Bologna, Centro Nexa, W3C, Fondazione Bruno Kessler- Centro ICT.

Promosso dagli organizzatori dell’evento italiano dell’International Open Data Day – Stati Generali dell’Innovazione e Regesta.exe – l’Istituto ha tra i fondatori associazioni come Centro Studi Democrazie Digitali, GISIG, Istituto Europeo Pegaso, Italia per il Mondo, IWA Italy, Manager non-profit, OpenGeoData Italia, società in-house come Venis e aziende private come 3D Informatica, Cerved Group, EtcWare, EvoDevo, Forum PA, Lynx, Nexus, Planetek Italia, Sistemi Territoriali, SpazioDati.

Le attività dell’ Istituto Italiano Open Data

Tante le attività che l’Istituto sta pianificando nei prossimi mesi:

  • la realizzazione di piattaforme e processi di condivisione tra tutte le organizzazioni e i soggetti individuali partecipanti;
  • l’organizzazione di incontri e attività di disseminazione per favorire lo sviluppo della comunità degli Open Data in Italia in stretta connessione con il movimento Open Data internazionale.

Inoltre l’istituto intende promuovere e supportare lo sviluppo di tecnologie basate su Open Data all’interno delle organizzazioni  pubbliche e private; definire partnership con Università e Centri di ricerca su problematiche, metodi e tecnologie legate agli Open Data; attivare l’avvio di programmi di supporto alla nascita e allo sviluppo di iniziative imprenditoriali basate sugli Open Data.

Non meno rilevante sarà l’avvio di un Osservatorio per monitorare  lo stato e la qualità di attuazione degli Open Data nella realtà italiana  e fornire anche feedback e proposte agli organi istituzionali di riferimento (Comuni, Regioni, Governo), sulla base delle esperienze già presenti di valutazione.

Infine non potrà prescindere dall’avvio di un confronto sistematico con le organizzazioni governative preposte per supportarle nello sviluppo delle politiche pubbliche in tema di Open Data e la definizione di un piano di attività di disseminazione, comunicazione e sensibilizzazione nei confronti di cittadini, istituti di formazione e imprese sulle finalità e utilizzo dei dati aperti, tra cui è inclusa naturalmente anche l’organizzazione dell’evento italiano dell’International Open Data Day 2015.

  (da pionero.it)




Detrazione 50% per la trasformazione dei lastrici solari in giardini pensili

tettiLo prevede la delibera n. 1/2014 del Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, istituito dalla legge n. 10/2013

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etrazione 50% (prevista per le ristrutturazioni edilizie) anche per gli interventi di trasformazione dei lastrici solari in giardini pensili.

Lo prevede la delibera n. 1/2014 del Comitato per lo sviluppodel verde pubblico, istituito presso il Ministero dell’Ambiente dalla legge n. 10 del 14 gennaio 2013, recante “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 27 dell’1 febbraio 2013.

RISPARMIO ENERGETICO CON LE COPERTURE A VERDE. Il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico ritiene che le coperture a verde “rientrino senz’altro fra gli interventi che legittimano a fruire” della detrazione fiscale del 65% prevista per gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche delle unità immobiliari.

Come è dimostrato dagli esperti del settore, le coperture a verde producono notevoli effetti sul risparmio energetico, su scala abitativa e su scala urbana. Peraltro, l’Agenzia delle Entrate, con la circolare n. 29/E del 18 settembre 2013, ha precisato che “qualsiasi intervento, o insieme sistematico di interventi, che incida sulla prestazione energetica dell’edificio, realizzando la maggior efficienza energetica richiesta dalla normativa di riferimento, è ammessa al beneficio fiscale”.

Il DM 26 giugno 2009 sulle Linee guida per la certificazione energetica degli edifici, fa espressamente riferimento, tra le norme per la caratterizzazione dell’involucro contenute nell’allegato B, alla norma UNI 11235, che detta specificamente istruzioni proprio per la progettazione, l’esecuzione, il controllo e la manutenzione di coperture a verde.

Inoltre, all’art. 2, comma 5, del DPR n. 59/2009, le coperture a verde sono definite come “coperture continue dotate di un sistema che utilizza specie vegetali in grado di adattarsi e svilupparsi nelle condizioni ambientali caratteristiche della copertura di un edificio. Tali coperture sono realizzate tramite un sistema strutturale che prevede in particolare uno strato colturale opportuno sul quale radificano associazioni di specie vegetali, con minimi interventi di manutenzione, coperture a verde estensivo, o con interventi di manutenzione media e alta, coperture a verde intensivo”. Tale definizione, osserva il Comitato, è funzionale a quanto previsto dall‘art. 4, comma 18, lett. c) del medesimo DPR n. 59/2009, ai sensi del quale le coperture a verde sono considerate quale misura innovativa e alternativa ai criteri del rispetto dei valori di massa superficiale e alla trasmittanza termica periodica delle pareti opache, utilizzate per sfruttare gli effetti positivi delle condizioni ambientali esterne che limitano il fabbisogno energetico e contengono la temperatura interna dell’immobile.

La fruizione delle detrazioni fiscali è però esclusa per gli interventi dal mero valore estetico e/o paesaggistico e privi di apprezzabili effetti sul piano del risparmio energetico.

DETRAZIONE 50% PER LA TRASFORMAZIONE DEI LASTRICI SOLARI IN GIARDINI PENSILI. Infine, il Comitato precisa che “poiché l’art. 6, comma 1, lett. c), della legge n. 10/2013 individua l’obiettivo specifico di favorire, per quanto possibile, la trasformazione dei lastrici solari in giardini pensili, muovendo dalla qualificazione ex lege delle coperture a verde, di cui all’articolo 2, comma 5, del regolamento di cui al d.P.R. 2 aprile 2009, n. 59, quali strutture dell’involucro edilizio atte a produrre risparmio energetico, questo Comitato si riserva di adottare apposita delibera sulla fruibilità, nei casi appunto di trasformazione dei lastrici solari, degli sgravi fiscali (attualmente pari al 50% della spesa sostenuta) previsti per gli interventi di ristrutturazione edilizia.”

deliberazione 1 2014

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Rifiuti, “Dalle emergenze alle opportunità” con il Forum di Legambiente

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Organizzata da Legambiente, Editoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club, l’iniziativa prevede incontri con esperti di settore, rappresentanti di aziende pubbliche e private, giornalisti specializzati

Legambiente, Editoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club organizzano la prima edizione del Forum Rifiuti che si terrà a Roma il 18 e il 19 giugno 2014 presso il Centro Congressi Palazzo Rospigliosi (Via XXIV Maggio, 43).

Tra i temi di questa prima edizione: l’innovazione nel ciclo dei rifiuti, il ruolo delle istituzioni nazionali e degli enti locali, le opportunità per le imprese.

Il Forum si propone di fare il punto sul rispetto degliobiettivi della normativa europea di settore e sulle criticità del sistema. Ma anche sugli sviluppi futuri della ricerca e sulle novità legate alla tecnologia degli impianti, sugli aspetti gestionali e sulle buone pratiche per la riduzione dei rifiuti.

Per adesioni, inviare una mail a forumrifiuti@legambiente.it

La documentazione sarà garantita ai primi 150 iscritti

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Roma città da coltivare: terre pubbliche ai giovani e agli agricoltori

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Roma Capitale, in attuazione del programma “Roma Città da Coltivare”, mette a disposizione di imprenditori agricoli già operanti e giovani che aspirano ad intraprendere una nuova attività, circa 100 ettari di terreno agricolo.
Il “Bando per l’assegnazione di immobili rurali di proprietà di Roma Capitale finalizzato alla tutela e al recupero produttivo dell’Agro Romano mediante sviluppo di aziende agricole multifunzionali”, che interessa 4 tenute agricole, è stato predisposto d’intesa tra il Dipartimento Patrimonio Sviluppo e Valorizzazione e il Dipartimento Tutela Ambientale – Protezione Civile.
 

Le tenute (Tenuta della Cervelletta, Tenuta Redicicoli, Tor de’ Cenci,  Borghetto San Carlo), tutte comprensive di un casale e di manufatti rurali da recuperare, sono inserite in aree di notevole pregio ambientale e saranno assegnate in affitto per 15 anni agli aggiudicatari, con contratto regolato dalla vigente legge sui patti agrari e da rigide modalità di controllo per prevenire inadempienze nell’attuazione dei progetti o interventi non autorizzati.
Il bando premia l’orientamento dei concorrenti verso l’agricoltura biologica, le pratiche agricole che incrementino la biodiversità e la presenza nelle nuove aziende di servizi fruibili dalla cittadinanza, quali le fattorie didattiche, l’assistenza e l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, lo sviluppo di orti sociali e di attività ricreative da condurre in campagna.

La domanda di partecipazione dovrà essere presentata al Dipartimento Patrimonio Sviluppo e Valorizzazione di Roma Capitale, Piazza Giovanni da Verrazzano, 7 – 00154 Roma, a pena di esclusione, entro e non oltre le ore 12,00 di lunedì 22 luglio 2014, secondo le modalità previste dal Bando.

 

Per illustrare il bando e rispondere ai quesiti dei partecipanti, i funzionari responsabili organizzano un incontro giovedì 29 maggio dalle ore 17.00 alle ore 19.00 presso la sala conferenze della Città dell’Altra Economia, in Largo Dino Frisullo.
 
Bando
Determinazione di approvazione bando n. 326 del 20 maggio 2014
Lotto 1 – Tenuta della Cervelletta
Lotto 2 – Tenuta Redicicoli
Lotto 3 – Tor de’ Cenci
Lotto 4 – Borghetto San Carlo
Fac –simile domanda imprenditori agricoli e coltivatori diretti già operanti
Fac –simile domanda soggetti al primo insediamento

 
Per saperne di più sul Programma Roma città da coltivare

 
Per informazioni:
Dipartimento Patrimonio, Sviluppo e Valorizzazione
Responsabile del procedimento
dott. Piero Malenotti tel. 06 67106179 piero.malenotti@comune.roma.it
Dipartimento Tutela Ambientale – Protezione Civile
arch. Romano Maria Dellisanti tel. 0667105428 romanomaria.dellisanti@comune.roma.it

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