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GUIDA A CURA SLICER -BASE-

scanner 3DArticolo di proprietà del portale www.stampa3d-forum.it

Il processo di produzione di un oggetto 3D si può suddividere in 3 grandi categorie: lamodellazione, lo slicing e la stampa.
In questo articolo entreremo nel vivo del processo che maggiormente influisce sulla qualità finale dell’oggetto: lo slicing. Per farlo utilizzeremo un software libero chiamato “Cura”.

 

Ma cos’è lo Slicing?

 

Dopo aver creato il nostro oggetto 3D tramite i programmi di modellazione (LINK alla nostra guida alla modellazione), abbiamo bisogno di convertire il disegno in un linguaggio comprensibile dalla nostra stampante 3D.  Qui entra in gioco il nostro programma Cura Slicer, che grazie ad una serie di parametri impostati dall’utente elabora il modello 3D, calcolando il percorso più efficiente che la nostra stampante 3D deve fare per ottenere il risultato migliore.

 

Perché Cura?

 

Esistono moltissimi software predisposti a fare questo genere di operazioni ma sicuramente i punti di forza di Cura rispetto ai suoi competitor sono la semplicità e l’ottima user-experience, riuscendo così ad ottenere ottimi risultati agendo su un numero essenziale di parametri. In più è un software libero: Cura è scaricabile dal sito della Ultimaker (QUI) ed è disponibile per tutti i SO quali Windows, Mac OS e Linux.

 

Il primo avvio

 

Una volta installato ed avviato Cura ( lo potete scaricare gratuitamente a questo link), dovremmo settare il software in modo da farlo comunicare con la nostra stampante. Per far ciò andremo nel menu  “Machine->Machine settings..  “

 

Machine_settings

 

  •     Maximum width: lunghezza del piano di stampa (asse X).
  •     Maximum depht: profondità del piano di stampa (asse Y).
  •     Maximum height: Altezza del piano di stampa (asse Z).
  •     Serial Port: lasciare AUTO.
  •     Baudrate: selezionare il baud della vostra  elettronica.

 

 

 

 

 

I Parametri base

 

Nella parte sinistra della schermata di Cura è possibile accedere ai parametri di personalizzazione dello slicing.
Cura

 

– Quality

 

Questa sezione è dedicata alla qualità della stampa, che andrà ad influire anche  sul tempo finale della stampa: una maggior qualità richiede un maggior tempo di lavorazione:

 

  • Layer height: è l’altezza del layer, quindi di ogni singolo strato depositato dall’ugello dell’hotend: influisce direttamente sulla qualità della stampa (valore consigliato da Cura: 1/4 del diametro del vostro ugello);

 

layer Height

 

  • Shell Thickness:  é lo spessore delle pareti, che va espressa come multiplo del diametro dell’ugello di estrusione. Esempio: avendo un ugello di 0.5 e impostando la Shell a 1.0, verranno generate 2 linee perimetrali (in genere da 2 a 4 linee);

 

  • Enable retraction: se spuntata, abilita la retraction della quale parleremo dopo. (default: ON)

 

 

 

– Fill

 

Con questi due parametri andremo a modificare i criteri di riempimento dell’oggetto: cosa che influirà sulla resistenza meccanica del pezzo stampato:

 

  • Bottom/Top thickness: è lo spessore delle pareti superiori e inferiori del modello, dovrà essere un valore multiplo del Layer Height. Esempio: con un Layer Height di 0.2 per avere 3 strati pieni si imposterà questo campo con 0.6 (solitamente da 2 a 4 layer);
  • Fill Density: è il valore espresso in percentuale della quantità del riempimento: impostando 25%, il riempimento del modello sarà composto da 25% di materiale e 75% vuoto. Maggiore sarà il riempimento e maggiore sarà il materiale utilizzato ma anche la solidità del pezzo. (valore consigliato minimo: 25% );

 

raft_25%                               raft_60%

 

– Speed temperature

 

In questa sezione di Cura si settano i valori di velocità e temperatura di stampa essenziali per la buona riuscita del modello:

 

  • Print Speed: agendo su questo valore si modifica la velocità della stampa: all’aumentare della velocità diminuisce la qualità e la durata della stampa (si utilizzano valori compresi tra 30 e 60, si puo arrivare fino a 120 mm/s);
  • Printing temperature: temperatura di stampa dei materiali (PLA 210- 180° , ABS 210-230°, Nylon 230-260°), questi parametri sono indicativi, la temperatura ottimale di stampa per lo stesso materiale varia molto in base al produttore della plastica e anche dal colore (ovviamente si parla in misura di 3-4 gradi massimi);

 

– Support

 

Cura è in grado di disegnare automaticamente i supporti per l’adesione al piatto e se necessario il supporto per le parti a sbalzo (bridge):

 

  • Support type: è  la selezione del tipo di supporto per modelli con sbalzi, difficilmente viene utilizzato per le prime stampe e quindi normalmente viene settato su None;
  • Platform adhesion type : questo campo ci interessa maggiormente di più, è il tipo di supporto per l’adesione al piatto, il Brim estende il primo layer oltre ai contorni del modello per aumentare considerevolmente l’adesione al piatto di stampa, mentre Raft crea uno strato aggiuntivo che verrà stampato tra il piatto e l’oggetto, cosa che rende più difficoltosa l’eliminazione del surplus di materiale ( consiglio: Brim );

 

– Filament

 

  • Diameter: è il diametro del filo, va cambiato ogni volta che si cambia la bobina dalla quale si sta stampando, si consiglia di utilizzare il calibro in quanto il diametro del filo può variare di o,4mm da bobina a bobina;
  • Flow: valore percentuale della quantità di materiale estruso, non dovrebbe essere necessario modificarlo;

 

-Advanced

 

Per ora vediamo solo due opzioni della tendina advanced che sono necessari per un primo settaggio del software

 

Advanced

 

– Machine

 

  • Nozzle size: è il diametro del nostro ugello di estrusione, un nozzle con diametro minore ci permetterà di inseguire una qualità sempre maggiore ( solitamente 0,5 – 0,4 – 0,35 – 0,3 ).

 

 

 

– Retraction

 

Ecco che siamo arrivati alla famosa retraction che avevamo anticipato all’inizio della guida, praticamente è l’azione di ritirare il filo fuori dall’estrusore, per poter fermare l’estrusione ed evitare il gocciolamento, deve essere eseguito quando l’estrusore si sposta da un punto all’altro senza dover depositare materiale:

 

  • Speed: velocità con la quale viene eseguirà la retraction, da non aumentare eccessivamente per evitare slittamenti (tra 90 e 140 mm/s);
  • Distance: la lunghezza della retraction, dipende dal nostro tipo di estrusore di diretto ( con il motore sul carrello dell’hotend) oppure bowden (motore solitamente ancorato al telaio della stampante) , Diretto: 4-5mm , Bowden: 8-16mm;

 

 

 

 

 

Eseguiti tutti questi settaggi saremo in grado di caricare il modello 3D ed esportare il relativo GCode, oppure inviarlo direttamente alla nostra stampante.

 

E con questo abbiamo visto tutti i parametri base per configurare al meglio la nostra stampante con Cura slicer. Se si riscontrano dei problemi durante la stampa, molto probabilmente agendo su questi valori riuscirete a sistemarli. Inoltre, mentre inserite alcuni parametri, Cura stesso vi informerà se c’è qualcosa che non va.

 

Ovviamente, per qualsiasi problema o necessità di chiarimento potete chiede consiglio sul forum della nostra community. Buone stampe!

Leonardo Bertè

 

link all’articolo

 




Alle imprese sociali gli immobili pubblici inutilizzati

immobiliLe imprese sociali potranno usare gli edifici pubblici inutilizzati e i beni mobili e immobili confiscati alla criminalità. Le imprese private (con scopo di lucro) e le amministrazioni pubbliche potranno assumere cariche negli organi di amministrazione delle imprese sociali, ma non potranno averne la direzione e il controllo. Infine, il Governo si prende 12 mesi di tempo (anziché sei) per emanare i decreti legislativi che tradurranno in pratica la riforma del terzo settore.

Sono queste alcune novità introdotte nel disegno di legge delega approvato dal Consiglio dei ministri, rispetto alla bozza del provvedimento circolata prima della riunione dell’Esecutivo. Il ministero del Lavoro e quello dell’Economia stanno ancora definendo le ultime limature al Ddl.

Per sostenere le imprese sociali, come annunciato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, sarà istituito un fondo rotativo: dovrà finanziare a condizioni agevolate gli investimenti in beni strumentali «materiali e immateriali».

Una delle sfide legate all’attuazione della riforma sarà quella di misurare l’impatto delle azioni svolte dalle imprese sociali. A questa valutazione saranno infatti legate le agevolazioni fiscali per coloro che investiranno in queste imprese. In base al disegno di legge varato dal Governo, i decreti attuativi dovranno dare una definizione puntuale dell’impresa sociale, come «impresa privata a finalità d’interesse generale» che abbia come obiettivo principale «il raggiungimento di impatti sociali positivi misurabili, realizzati mediante la produzione o lo scambio di beni e servizi di utilità sociale».

Un esempio di questo impatto positivo lo dà Luigi Bobba, sottosegretario al Lavoro con delega al terzo settore: «Un’impresa sociale che opera nel reinserimento lavorativo dei carcerati – spiega – e fa registrare una diminuzione del tasso di recidiva, comporta un beneficio per il lavoratore e uno per la società, perché sgrava lo Stato di un nuovo costo. Dovremo trovare un parametro per misurare concretamente l’impatto sociale delle azioni messe in campo».

Infine, saranno riviste le regole del cinque per mille dell’Irpef, introducendo «obblighi di pubblicità» delle risorse destinate dai contribuenti agli enti del terzo settore. Probabilmente, saranno potenziati gli strumenti per rendicontare le somme del cinque per mille, un obbligo già previsto dal 2008. I destinatari del contributo, infatti, entro un anno dall’incasso degli importi, devono redigere un rendiconto dal quale risulti in modo chiaro e trasparente la destinazione delle somme ricevute, e conservarlo per 10 anni. Le organizzazioni che ricevono più di 20mila euro devono anche inviare il documento al ministero che ha erogato le somme. Gli enti che non redigono il rendiconto rischiano di dover restituire gli importi ricevuti, in caso di controlli.

Fonte: ilsole24ore.com




3000 euro di vivibilità‏

pedoniSei disposto a spendere 3000 euro in più? Chi sta cercando casa potrebbe sentirsi chiedere questo dall’agente immobiliare e alla sua richiesta di chiarimenti vedersi prospettare in cambio una vita molto più rosea: la possibilità di avere a portata di una passeggiatina a piedi la palestra, il parco, il supermercato e la scuola per i figli.

Secondo gli agenti immobiliari sceglie quest’opzione soprattutto chi ha bambini piccoli, chi ama fare sport, chi ha un cane.
Anche l’Unione Europea incrementa questo tipo di scelte per arrivare all’obiettivo nel 2020 di ridurre del 50% gli spostamenti in auto.
Esperimenti come Pedibus aiutano a raggiungere l’obiettivo: 2 genitori a turno accompagnano a piedi in gruppo i bambini a scuola. Funziona già in più di 500 realtà portando fino a 20 scolari per un massimo di 1500 metri.

Tommaso Capezzone




“Consumabile la frutta cresciuta in città, è meno inquinata di quella industriale”, le analisi di Frutta Urbana

ortiSul sito del programma “Frutta Urbana” le prime analisi chimiche effettuate sulla frutta di due diverse zone di Roma che potrebbero essere paragonate probabilmente ad altre aree urbane. I risultati dicono che “la frutta urbana non è pericolosa e può essere consumata senza rischi per la salute”

LA FRUTTA IN CITTÀ È INQUINATA?

Esperti e ricercatori, tra cui Johnathan Leake, del Dipartimento di Animal & Plant Sciences all’Università di Sheffield, affermano che la frutta cresciuta in città è meno inquinata rispetto a quella cresciuta in modo industriale, poiché non è trattata chimicamente con fertilizzanti o pesticidi e non subisce tutti quei trattamenti successivi alla raccolta, per la maturazione e la conservazione. Inoltre le particelle inquinanti che si depositano sulle piante possono essere facilmente rimosse con un lavaggio accurato e non si accumulano all’interno dei frutti.

Per quanto riguarda la contaminazione dei suoli con metalli pesanti, questa non ha alcun impatto sulla qualità della frutta; contrariamente alle verdure, la frutta non è mai a contatto diretto con il suolo e non rischia di essere contaminata da eventuali sostanze nocive presenti nella terra. Anzi, la frutta che cresce nei centri urbani viaggia poco o nulla per arrivare al consumatore e non richiede i lunghi trasporti e gli stessi intensivi processi di elaborazione e imballo di quella industriale. In conclusione quindi la frutta urbana non è pericolosa e può essere consumata senza rischi per la salute, anzi contribuisce a ridurre l’inquinamento di aria e acqua relazionati alla produzione e al trasporto convenzionale dei prodotti freschi.


LE ANALISI CHIMICHE REALIZZATE

La Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Roma – Area V Certificazione di Prodotto – Laboratorio Chimico Merceologico ha realizzato le analisi chimiche sulla frutta che abbiamo raccolto. Nel corso di un anno faremo fare le analisi di tutta la frutta che raccogliamo. I risultati sono ottimi!!!

ARANCE AMARE raccolte in Via del Porto Fluviale e quindi molto esposte all’inquinamento veicolare: vedi analisi PDF

PRUGNE raccolte in Via del Vaticano, lato sala Nervi, con poco traffico veicolare: vedi analisi PDF

da ecodellecitta.it

link al sito




Documenti della Regione Lazio per l’attuazione delle politiche regionali ed europee

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link al sito della regione lazio




Cittadino-pixel dello sviluppo HD del territorio, Corviale al centro dell’Europa

Percorso in salita con tappeto ancora virtuale

CITTADINO-PIXEL (PICTURE ELEMENT), SVILUPPO HD (ALTA DEFINIZIONE)

Nel secondo Forum che svolgemmo a Corviale di Roma nel novembre 2013 presentammo un documento-manifesto così intitolato: “Corviale verso Europa 2020. Dal sogno originario a un partenariato per lo sviluppo sostenibile”. E scrivemmo: “Occorre affrontare lo sviluppo territoriale con un approccio globale; integrare politiche diverse; potenziare l’economia; creare e assicurare spazi pubblici e infrastrutture di qualità; progettare il territorio andando oltre l’urbano e il rurale; salvaguardare e valorizzare i beni paesaggistici e architettonici, sia storici che contemporanei; irrobustire il sistema della conoscenza; migliorare l’ambiente e l’efficienza energetica. Si tratta di creare un Partenariato pubblico-privato che intende allargarsi ad altri quartieri del Quadrante per candidarsi a gestire in modo integrato i Fondi Europei 2014-2020”.

Sulla base di questa impostazione definita per Corviale e con gli arricchimenti venuti anche da altre realtà di Roma nel corso del Convegno svoltosi nei Musei Capitolini il 25 giugno scorso, Rete Fattorie Sociali, Forum Terzo Settore Lazio e IfoRD hanno chiesto alla Regione Lazio di adottare – nell’ambito dei Programmi Operativi in fase di definizione – il metodo dello sviluppo locale partecipativo integrato per tutto il territorio regionale (comprese le aree urbane) e per l’insieme dei Fondi Strutturali e d’Investimento Europei (SIE) 2014-2020.

La Programmazione dei Fondi SIE introduce nuovi strumenti che permettono di conseguire l’obiettivo di fondo del secondo Forum, cioè quello di candidare il Partenariato Pubblico-Privato a diventare soggetto attuatore dello sviluppo locale.

I regolamenti comunitari danno la possibilità alle autorità di gestione (Regioni) di decidere l’adozione del Metodo Community Led Local Development (CLLD) – obbligatorio solo per le aree rurali con problemi complessivi di sviluppo – su tutti i territori, comprese le aree urbane, e l’utilizzo integrato dei Fondi (plurifondo).

Tale strumento intende favorire lo sviluppo locale integrato su scala sub-regionale con il contributo prioritario delle forze locali.

La Regione Lazio dovrebbe fare tale scelta nell’ambito dei Programmi Operativi da approvare entro il 22 luglio 2014. Ma poi c’è tutta la fase del negoziato con la Commissione Europea per l’approvazione definitiva. E dunque il confronto potrà continuare anche dopo tale scadenza.

Per il Progetto CORVIALE 2020 tale scelta significherebbe affiancare al Tavolo di Concertazione multilivello, il Gruppo di Azione Locale (GAL), costituito prioritariamente da soggetti locali, con un ruolo operativo (amministrativo e gestionale) e con il compito di elaborare il Piano di Azione Locale (PAL), dotandosi di una struttura tecnica in grado di effettuare tali funzioni.

L’Accordo di Partenariato fa esplicito riferimento a tale strumento quando lega, ad esempio, l’obiettivo di favorire la legalità nelle aree ad alta esclusione sociale e migliorare il tessuto urbano nelle aree a basso tasso di legalità alle priorità di investimento “strategie di sviluppo locale partecipativo” e “sostegno alla rigenerazione fisica ed economica delle comunità urbane e rurali sfavorite” con il FSE e il FESR.

Anche l’Agenda Urbana propone un’innovazione di metodo nella filiera attuativa tra cui gli strumenti territoriali integrati di sviluppo locale.

Tra le misure del Programma di Sviluppo Rurale assume particolare importanza – ai fini del Progetto CORVIALE 2020 – la Misura “Cooperazione” che risponde all’esigenza di migliorare governance e coordinamento tra attori del “sistema della conoscenza e dell’innovazione” e imprese, garantire una conservazione attiva dei Paesaggi Rurali Storici (tra cui quello dell’Agro Romano), creare nuovi rapporti sistemici tra aree urbane e aree rurali, organizzare le filiere corte, stimolare la diversificazione delle attività e migliorare l’accesso ai servizi per la popolazione con un approccio innovativo e di sistema, a partire dall’agricoltura sociale.

Con questa Misura potranno essere sostenuti i Gruppi Operativi (GO), mettendo insieme imprese, ricercatori, consulenti, organizzazioni, Enti pubblici e portatori di interessi collettivi diffusi, che realizzino il Partenariato Europeo per l’Innovazione (PEI) “Produttività e sostenibilità del sistema agricolo”; i Gruppi di Cooperazione (GC) che realizzino progetti collettivi a carattere ambientale; i Gruppi di Cooperazione (GC) che operino nell’ambito delle filiere corte; i Gruppi di cooperazione (GC) dei soggetti che operino nell’ambito delle agricolture civili.

Quante risorse finanziarie la Regione destinerà a questa Misura strategica?

Un’altra scelta importante che la Regione Lazio deve compiere è quella di destinare all’Obiettivo “Inclusione sociale e lotta alla povertà” oltre il 20 per cento del Fondo Sociale Europeo (FSE). Tra le azioni del Programma Operativo FSE – ai fini del Progetto CORVIALE 2020 – sono particolarmente rilevanti quelle per l’inserimento lavorativo e l’occupazione dei soggetti svantaggiati e delle persone con disabilità,  per promuovere l’imprenditorialità sociale e l’integrazione professionale nelle imprese sociali e dell’economia sociale e solidale.

Il risultato di tali azioni dovrà essere l’aumento delle attività economiche (profit e non-profit) a contenuto sociale e delle attività di agricoltura sociale.

Rete Fattorie Sociali, Forum Terzo Settore Lazio, IfoRD e altri soggetti pubblici e privati si stanno attivando per promuovere coi Fondi SIE, nei territori di Roma e del Lazio, processi aggregativi e creazione di reti.

L’attenzione è rivolta anche al Programma Horizon 2020 e al Sottoprogramma Cultura di Europa Creativa 2014-2020, i cui bandi sono già attivi.

L’obiettivo di istituire nei territori di Roma la Casa dell’Alimentazione e realizzare una serie di attività nell’ambito di EXPO 2015 è un primo passo per costruire salde e durature sinergie tra le diverse forme di agricolture civili, Terzo Settore ed economia sociale.

Anche sui temi della ricerca e dell’innovazione ci sono novità importanti nella Programmazione dei Fondi SIE.

Con la costituzione dei PEI e il sostegno dei GO mediante i PSR, Horizon 2020 fa un salto di qualità perché finalmente si costruisce un legame tra la ricerca e le esigenze specifiche di settore e si adotta un approccio di sistema (imprese, ricerca, consulenza, formazione) in una logica plurifondo.

L’altro elemento che viene introdotto è lo stretto legame tra ricerca e innovazione, in cui l’innovazione non è più riferita esclusivamente alla dimensione tecnologica ma a tutte le fasi del processo produttivo e al contesto interno ed esterno nel quale esso si realizza.

L’ulteriore novità è l’adozione del modello a rete caratterizzato da un processo di comunicazione interattivo partendo dai bisogni e dalle problematiche delle imprese e dei sistemi locali. E questo perché si va consolidando la consapevolezza che l’evento ideativo e la sua trasformazione in innovazione non proviene soltanto dal mondo della ricerca e della sperimentazione, ma anche dal mondo produttivo.

Rete Fattorie Sociali, Forum Terzo Settore Lazio e IfoRD annettono grande importanza al nuovo paradigma dell’”innovazione sociale” che rovescia completamente il rapporto tra mondo della ricerca, economia e società e favorisce la riqualificazione delle relazioni tra i diversi soggetti istituzionali, economici e sociali.

Il Piano Nazionale per la Ricerca in Agricoltura, presentato in questi giorni dal MIPAAF, elenca una serie di temi estremamente importanti per le agricolture delle aree urbane:

– individuazione dei meccanismi alla base della benefica azione delle piante in città e sviluppo di materiale agrario adatto all’uso come verde urbano;

– studi e ricerche sull’impiego sostenibile di scarti organici (es. sottoprodotti agricoli e zootecnici), rifiuti inorganici, nanoparticelle e nanomateriali;

– sperimentazione di nuovi processi di raccolta, gestione, trasformazione e valorizzazione energetica di biomasse prodotte in ambito urbano e in vivaio (potature, sfalci, abbattimento di alberi vecchi…);

– messa a punto di tecniche di “phytoremediation assistita”, sfruttando le sinergie fra piante, microorganismi, ammendanti e pratiche agronomiche; nuovi processi di bioremediation”;

– ricerca di piante arboree e arbustive in grado di diminuire l’impatto degli inquinamenti atmosferici da cause antropiche e quantificazione del ruolo della vegetazione urbana nel limitare le emissioni di gas a effetto serra attraverso il sequestro CO2 e di altri gas traccia, e l’emissione di gas a elevata reattività ambientale;

– definizione delle capacità di alcune specie di produrre/emettere o assorbire i principali inquinanti atmosferici;

– miglioramento genetico delle piante per aumentarne la capacità di accrescimento rapido, di copertura del suolo, di formazione di barriere vegetali, di capacità di rimozione di inquinanti;

– studio di varietà e specie più adattabili ai cambiamenti climatici e alla scarsità di risorse idriche in aree urbane;

– sperimentazioni di microorganismi che favoriscano lo sviluppo delle piante anche in assenza di concimazioni e che aumentino la loro resistenza ai patogeni in assenza di trattamenti antiparassitari;

-sviluppo di tecniche di micro-irrigazione e di recupero e riciclaggio dell’acqua in ambiente urbano e in vivaio;

– costruzione di modelli di formazioni vegetali a geometria diversa adatti a svolgere funzioni di filtro e di mitigazione in presenza di sorgenti di inquinamento da traffico veicolare (barriere e cortine vegetali);

-sviluppo di studi sulle pratiche di utilizzo e gestione di spazi verdi in contesti urbani (community gardening, orti sociali, orti scolastici, ecc.);

-analisi di terapie orticolturali sul piano cognitivo, psicologico, fisico e sociale in termini di benessere individuale e miglioramento della qualità della vita attraverso la riduzione dello stress e il miglioramento della coesione sociale;

-valutazione di terapie che impiegano piante o animali in contesti produttivi (cooperative, imprese), e del loro impatto sul sistema sanitario nazionale e sullo sviluppo locale con particolare riferimento alle aree rurali;

-analisi delle pratiche di AS capaci di generare nuove opportunità economiche, forme di socialità e modelli di welfare-mix per ridurre l’esclusione sociale;

-monitoraggio e valutazione delle esperienze di AS realizzate all’interno di contesti produttivi (agriturismo, ristorazione, attività didattica, confezionamento, vendita, ecc.);

-analisi delle esperienze relative al rapporto urbano-rurale, sia sul fronte della fruizione degli spazi sia su quello della vendita e del consumo dei prodotti agricoli;

-studi sulla filiera corta (punti vendita aziendale, mercati contadini, GAS, box scheme,Community Supported Agriculture – CSA);

-analisi delle esperienze sull’utilizzo dei prodotti invenduti o non commercializzabili per la riduzione degli sprechi sull’esempio del last minute market;

-analisi di attività didattiche, educative, ricreative per bambini, giovani, famiglie, anziani e analisi dei servizi connessi al verde urbano (nidi, asili, ecc.);

-analisi delle buone pratiche agricole in zone urbane e per agricoltori non professionali (p.es. agricoltura organica) per ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura, promuovendo una sana alimentazione;

-definizione e realizzazione di una forma di gestione associata di servizi tra enti pubblici e produttori agricoli per la co-tutela del territorio;

-analisi delle nuove tecnologie agroalimentari, a supporto delle imprese, del processo di trasferimento dell’innovazione e dei meccanismi di policy (accettabilità, disegno, impatto, efficienza, implementabilità);

-sviluppo di protocolli, indicatori e criteri green per gli appalti pubblici.

Si tratta di attivare tutti i centri di ricerca e sperimentazione e l’insieme delle Università pubbliche e private che operano nell’area romana e creare un saldo legame tra il sistema della conoscenza e dell’innovazione con la realtà economica, sociale, civile e istituzionale locale.

Sarebbe davvero un delitto se la Regione Lazio non dovesse cogliere queste opportunità per far diventare Roma davvero una metropoli europea.

 

 




Disattenzione del Comune di Roma e indifferenza della Regione

 




PIANO DI RIEQUILIBRIO ROMA CAPITALE