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Horizon 2020: 15 bandi aperti per l’innovazione sociale

Presentate a dicembre, nell’ambito del pilastro “Sfide nella Società” del Programma Horizon 2020, sono quindici le forme di finanziamento diretto che vi segnaliamo come un’opportunità da non perdere per città, centri di ricerca, università ma anche attori privati come imprese, associazioni e cooperative sociali . I bandi finanziano quasi totalmente gli interventi, ma richiedono un elevato livello di innovatività nelle azioni proposte: alcuni infatti sono destinati a finanziare anche solo cinque o sei progetti.

E’ richiesta una forte capacità sia progettuale che di gestione agli enti che intendono partecipare con l’obiettivo di sviluppare soluzioni innovative ed efficaci in collaborazione con i partner europei.

Di seguito le quindici opportunità finanziarie più interessanti, i cui termini scadono tra aprile e maggio:

Le città che cambiano tra partecipazione e innovazione sociale

1. Strengthening the knowledge and capacities of local authorities MG-5.4-2015
Scadenza: 23/04/2015
Il bando finanzia proposte progettuali dai 2 ai 4 milioni di euro e punta a creare un impatto maggiore soprattutto nelle regioni dove il tema dei trasporti urbani puliti non è ancora centrale per l’economia locale.
Le proposte dovranno focalizzarsi su due ambiti principali: tecniche e strumenti utili per la preparazione di Piani per la mobilità urbana sostenibile, capaci di integrarsi con il resto delle politiche urbane attraverso il coinvolgimento dei cittadini e dell’intera amministrazione locale, e pianificazione e della realizzazione di misure innovative in materia di mobilità sostenibile, con particolare attenzione alla loro sostenibilità finanziaria e alla creazione di modelli innovativi di business.

2. ICT-enabled open government INSO-1-2015
Scadenza: 28/05/2015
Il bando si focalizza sulla creazione di nuovi servizi a partire dall’utilizzo di tecnologie innovative per favorire l’open government e la partecipazione dei cittadini al governo del territorio.
Attraverso la creazione di reti fra città e stakeholder già attivi in questo campo, saranno individuati sistemi e applicazioni utili per rafforzare la trasparenza dei processi decisionali. Il bando finanzierà inoltre la creazione di servizi innovativi, personalizzati e accessibili attraverso piattaforme mobili e l’utilizzo di open data.
Saranno quindi finanziati progetti fra uno e tre milioni di euro, nell’ambito dei quali sarà necessario indicare l’impatto socio-economico sul territorio da raggiungere attraverso una semplificazione burocratica e l’introduzione di nuovi servizi e applicazioni tecnologiche.

3. Social innovation Community INSO-5-2015
Scadenza: 28/05/2015
La creazione di un terreno comune fra esperti settoriali e la definizione di figure (come i “facilitatori locali”) e strategie per la diffusione di ricerche e innovazione sul piano locale figura tra le azioni principali del bando che finanzia progetti fino a tre milioni di euro.
Il bando punta quindi a favorire la replicabilità su scala più ampia di iniziative urbane di innovazione sociale, contribuendo così in pratica a chiarire tale formula favorendo al contempo una nuova spinta alla crescita dei territori.

Le città tra efficienza energetica e sostenibilità finanziaria

4. Project development assistance for innovative bankable and aggregated sustainable energy investment schemes and projects EE-20-2015
Scadenza: 4/06/2015
Il bando finanzia azioni di studio e assistenza tecnica per favorire la realizzazione di grandi investimenti locali nel campo dell’efficienza energetica. Decisivo il coinvolgimento di una pluralità di attori, dalle città alle imprese, per la definizione di interventi su vasta scala che saranno testati grazie al finanziamento del bando.
Il bando finanzia interventi da 500 mila a due milioni di euro, a condizione che per ogni milione di euro ottenuto da Horizon 2020 sia possibile sostenere mobilità di investimenti almeno per 15 milioni.

5. Demand response in blocks of buildings EE-06-2015
Scadenza: 4/06/2015
L’attivazione di sistemi di gestione energetica intelligente nei quartieri urbani è il tema del bando che finanzia soluzioni innovative e in linea con smart grid e standard che emergono dalla direttiva europea del 2012 sull’efficienza energetica.
I progetti finanziati andranno da un minimo di tre a un massimo di cinque milioni di euro.

6. New ICT-based solutions for energy efficiency EE-11-2015
Scadenza: 4/06/2015
Il coinvolgimento dei cittadini verso un cambiamento delle abitudini in materia di consumo energetico rappresenta la sfida che le azioni finanziate dal bando intendono cogliere attraverso lo sviluppo e la diffusione di applicazioni per smartphone e tablet. Il bando finanzia soluzioni che uniscono l’uso delle nuove tecnologie al rilevamento di informazioni sui consumi energetici dei cittadini, ricavabili sia dai contatori intelligenti che persino dai social network.
Gli interventi promossi dal bando, che finanzia progetti tra 1,5 e 2 milioni di euro, saranno testati in edifici di interesse pubblico e in spazi di social housing.

7. Technology for district heating and cooling EE-13-2015
Scadenza: 4/06/2015
Il bando punta all’integrazione tra fonti differenti di energia con particolare attenzione alle energie rinnovabili. Oltre a promuovere una maggiore efficienza nelle tecniche di realizzazione di tali sistemi, il bando finanzia l’ottimizzazione delle soluzioni strategiche e di controllo per ridurre gli sprechi e migliorare le modalità di consumo energetico.
Attraverso i nuovi progetti, finanziati dal bando con stanziamenti tra 1,5 e 2 milioni di euro, si punta a ridurre il consumo energetico per tali operazioni dal 30 al 50% rispetto ai livelli attuali.

Le nuove soluzioni per le smart city

8. Smart Cities and Communities solutions integrating energy, transport, ICT sectors through lighthouse (large scale demonstration – first of the kind) projects SCC-01-2015
Scadenza: 5/05/2015
L’integrazione tra sistemi innovativi di teleriscaldamento e teleraffreddamento con le più ampie strategie di innovazione urbana per la smart city è il tema del bando che finanzia progetti pilota in partenariati contenenti almeno tre città. A tali contesti urbani, già dotati di infrastrutture tecnologiche all’avanguardia si affiancheranno due o tre città “follower” (una per ogni paese coinvolta) che intendono replicare le attività sperimentali messe in piedi dalle città-guida.
Il bando finanzia quindi progetti su vasta scala, dai 18 ai 25 milioni di euro, suddivisi in rimborso dei costi ammissibili e costi unità per metro quadro calcolati direttamente negli edifici dove saranno testate le soluzioni elaborate dai progetti.

9. Development of system standards for smart cities and communities solutions SCC-03-2015
Scadenza: 5/05/2015
La definizione di tecnologie e sistemi standard per l’innovazione urbana rappresenta l’obiettivo del bando che favorisce l’identificazione di soluzioni tecnologiche adattabili a diversi contesti economici e sociali. Allo stesso tempo sarà assicurata una rilevazione uniforme di set di dati attraverso standard comuni e misurazioni dei risultati, in stretto coordinamento con gli esiti dei bandi su Smart Cities and Communities solutions integrating energy, transport, ICT sectors through light house projects
Ogni progetto sarà finanziato da 500mila a un milione di euro e costituirà un deciso avanzamento verso un quadro europeo in materia di smart cities and smart communities.

Le città fra ricerca e innovazione

10. Innovation ecosystems of digital cultural assets REFLECTIVE-6-2015
Scadenza: 28/05/2015
La creazione di ecosistemi locali di innovazione basati sulle risorse digitali che consentono l’accesso ai beni culturali è il tema promosso dal bando, che introduce nuove modalità di comprensione e produzione di conoscenza in Europa.
I progetti, finanziati dai due ai quattro milioni di euro ciascuno, favoriranno la creazione di nuove reti tra studiosi, professionisti dell’ICT e operatori culturali.

11. Topic: The young as a driver of social change YOUNG-4-2015
Scadenza: 28/05/2015
Il ruolo dei giovani come agenti di innovazione e cambiamento sociale nell’organizzazione degli spazi urbani e, più in generale, della vita economica e sociale dei territorio è al centro del bando che finanzia azioni di ricerca capaci di porsi alla base di una nuova tipologia di politiche pubbliche in favore dei giovani. Il bando finanzia progetti che vanno da 1,5 a 2,5 milioni di euro.

12. Topic: Meeting new societal needs by using emerging technologies in the public sector EURO 6 – 2015
Scadenza: 28/05/2015
L’applicazione delle nuove tecnologie per un miglioramento del settore pubblico, capace di coniugare partecipazione, efficienza e riduzione dei costi, è il tema affrontato dal bando. I progetti, finanziati dal bando dai 2 ai 5 milioni di euro, studieranno l’impatto sulle pubbliche amministrazioni dell’utilizzo di innovazioni come il web 3.0, l’internet delle cose, open data e interoperabilità semantica.

13. European cohesion, regional and urban policies and the perceptions of Europe REFLECTIVE-3-2015
Scadenza: 28/05/2015
Il bando finanzia studi e ricerche comparative sull’applicazione delle politiche di coesione europee, le differenze storiche, culturali e amministrative tra le regioni e il contributo delle politiche regionali per favorire l’integrazione delle società europee. Principali destinatari del bando, che finanzia progetti da 1,5 a 2,5 milioni di euro, sono centri di ricerca, università, associazioni e autorità pubbliche.

14. The cultural heritage of war in contemporary Europe REFLECTIVE-5-2015
Scadenza: 28/05/2015
Esplorare l’eredità culturale della Guerra nell’Europa contemporanea attraverso un’azione di ricerca multidisciplinare e comparativa è quanto intende favorire il bando, che si concentra sulla mappatura di esperienze legate all’impatto sui territori dei diversi conflitti avvenuti negli ultimi secoli in Europa.
I progetti, finanziati da 1,5 a 2,5 milioni di euro, approfondiranno il ruolo dei conflitti nella creazione delle identità nazionali e locali.

15. ERA-NET on Smart Urban Futures EURO-5-2015
Scadenza: 28/05/2015
Sostenere la creazione di città più sostenibili e inclusive a partire da un’azione di ricerca che individui elementi di forza e di debolezza dei processi di sviluppo urbano è l’obiettivo del bando che finanzia studi comparativi su esperienze realizzate in città e regioni europee. Il bando selezionerà una sola fra le idee progettuali presentate, fino ad un massimo di cinque milioni di euro.

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Roma, sampietrini in periferia e boulevard a Tor Sapienza: il nuovo piano del Campidoglio

Dalla pulizia delle strade alla valorizzazione dei beni archeologici. Il vicesindaco di Roma Luigi Nieri detta le linee guida di quella che sarà il suo piano per le periferie e annuncia: la prima piazza pedonale decentrata con i sampietrini tolti dalle vie ad alta percorrenza del centro di Roma «sarà realizzata in tempi rapidi, comunque entro il 2015».
Martedì intanto è previsto un incontro tra l’amministrazione comunale e i comitati degli abitanti di Tor Sapienza, il quartiere della Capitale della rivolta anti-immigrati. In quell’occasione l’assessore alla Rigenerazione Urbana Giovanni Caudo presenterà un progetto per trasformare viale Giorgio De Chirico da «autostrada» a «boulevard urbano».

«Iniziamo il processo di ascolto dei municipi per la realizzazione di 14 piazze pedonali in 14 municipi di Roma, fatta eccezione per il primo municipio, centro storico – annuncia Nieri – L’idea è realizzare piazze che siano luoghi veri e gli unici luoghi che funzionano sono quelli scelti con i cittadini. Pensiamo a vere e proprie isole pedonali con quante più funzioni possibili».

Quanto al piano per le periferie, «dobbiamo lavorare sui servizi affinchè chi ci abita non si senta più un cittadino di serie B. Dobbiamo coordinare gli interventi: dalla pulizia delle strade ai trasporti, fino a alle iniziative culturali decentrate. Serve valorizzare i siti archeologici fantastici che ci sono, ad Ostia Antica come sull’Appia, e le esperienze giovanili».

I fondi? «Li dobbiamo intercettare – risponde – Il sindaco ha detto che concentreremo i fondi sulle grandi necessità della città e le periferie sono tra queste». L’incontro di martedì tra il sindaco Ignazio Marino, il vicesindaco Nieri e l’assessore Giovanni Caudo da una parte e i comitati di Tor Sapienza non è il primo e probabilmente non sarà l’ultimo.

«A Tor Sapienza c’è uno stradone largo 60 metri e lungo circa 1,5 km, viale Giorgio De Chirico, che faceva parte di un progetto di tangenziale che non è mai stato realizzato – dice Caudo – È rimasto solo questo pezzo di autostrada in città che noi vogliamo trasformare in un un boulevard urbano.

Se si portasse a 35 metri di larghezza la strada si recupererebbero 3 ettari da utilizzare per dare un nuovo carattere a tutta la zona: una via con marciapiedi, dove passeggiare, con servizi. Si tratta di un progetto pilota per fare capire come si lavorerà anche su altre zone di Roma. Intendiamo operare in un nuovo rapporto pubblico-provato, attraendo fondi europei, mentre il Comune metterà a disposizione il suolo. Non siamo, comunque, ancora nella fase operativa».

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Internet delle cose, un mercato da 1700 mld di dollari al 2019

Business Insider: l’Internet of Things diverrà in 4 anni il più grande mercato al mondo, grazie agli usi governativi e domestici (smart home). La sfida è migliorare la sicurezza dei device

Da diversi anni a questa parte innovazione fa rima con interconnessione. E il futuro andrà sempre più in questa direzione. Il mercato del cosiddetto ‘Internet of Things’ (IoT) sta crescendo in modo esponenziale, trainato dallo sviluppo tecnologico ma sopratutto da una sempre maggiore consapevolezza, di consumatori e aziende, dei vantaggi ottenibili dalla connettività diffusa.
Secondo un recente report di BI Intelligence, servizio di ricerca di Business Insider, l’Internet delle cose sarà il più grande mercato al mondo, il cui valore entro il 2019 sarà più del doppio di quello generato da smartphone, pc, tablet, automobili connesse e tecnologie indossabili. Parliamo di un valore di circa 1700 mld di dollari, che includerà  hardware, software, costi di installazione, servizi di gestione.

La smart home farà da traino al mercato IoT

Il numero degli oggetti connessi venduti sarà di 6,7 miliardi nel 2019 con un tasso annuo di crescita del 61%. Le entrate generate dalla vendita dell’hardware sarà pari ad appena l’8% delle entrate totali generate dall’IoT. A guidare lo sviluppo della tecnologia sarà il settore del business, che attualmente detiene una quota di mercato del 46%, ma nei prossimi anni cresceranno notevolmente gli utilizzi in campo governativo (destinato entro il 2019 a diventare il mercato leader, quello con più dispositivi connessi) e domestico, dove lo scenario di smart home diventa di anno in anno sempre più reale.

Il problema della sicurezza
Se i vantaggi più evidenti dello sviluppo dell’IoT sono legati all’efficienza, alla facilità di utilizzo dei dispositivi e a un abbattimento dei costi, i maggiori limiti sono legati alla sicurezza (leggi). Perché ‘mettere in rete’ alcuni dati personali e sensibili significa anche renderli vulnerabili ad attacchi esterni.
L’industria sta infatti concentrando i propri sforzi, conclude lo studio, su due fronti: quello del miglioramento della sicurezza dei device e quello di una maggiore standardizzazione e compatibilità dei sistemi.

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SVILUPPO GREEN ECONOMY: LA NOTA DI LETTURA DEL SENATO

Il Servizio Studi del Senato della Repubblica ha pubblicato la nota di lettura riguardante “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”. Il documento, già approvato dalla Camera dei Deputati, è articolato in XI capi, ognuno dei quali affronta uno specifico settore della green economy. Una riflessione particolare la merita il Capo IV, che si interessa di green public procurement. L’articolo 10, recante disposizioni per agevolare il ricorso agli appalti verdi, interviene sulla disciplina delle garanzie a corredo dell’offerta nei contratti pubblici, di cui all’art. 75 del Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, al fine di prevedere la riduzione del 30% dell’importo della garanzia, e del suo eventuale rinnovo, per gli operatori economici in possesso di registrazione al sistema di ecogestione e audit EMASo e una riduzione del 20% per quelli con certificazione ambientale ai sensi della norma tecnica UNI EN ISO 14001, nonché per gli operatori in possesso del marchio di qualità ecologica dell’Unione europea Ecolabel, in relazione ai beni o servizi che costituiscano almeno il 50 per cento del valore dei beni e servizi oggetto del contratto stesso. Nei contratti relativi a lavori, servizi o forniture l’importo della garanzia, e del suo eventuale rinnovo, è ridotto del 15 per cento per gli operatori economici che sviluppano un inventario di gas ad effetto serra ai sensi della norma UNI EN ISO 14064-1 o Carbon footprint di prodotto ai sensi della norma UNI EN ISO/TS 14067. All’articolo 12, invece, vengono identificati i criteri ambientali minimi negli appalti pubblici per le forniture e negli affidamenti di servizi. La norma, modificata dalla Camera dei deputati, disciplina con l’introduzione dell’articolo 68-bis nel Codice dei contratti l’applicazione dei “criteri ambientali minimi” (CAM) negli appalti pubblici di forniture e negli affidamenti di servizi nell’ambito delle categorie previste dal Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione (PANGPP). In particolare, la norma prevede l’obbligo per le amministrazioni pubbliche, incluse le centrali di committenza, di contribuire al conseguimento degli obiettivi ambientali attraverso l’inserimento, nei documenti di gara relativi ai predetti appalti e affidamenti, almeno delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenute nei decreti ministeriali adottati in attuazione del PANGPP. L’articolo 13, infine, presenta una ulteriore specificazione rispetto a quanto stabilito dall’articolo precedente perchè reca ulteriori disposizioni volte all’applicazione dei criteri ambientali minimi (CAM) nei contratti pubblici. Nello specifico, il comma 1 e 1-bis integrano le competenze dell’Osservatorio dei contratti pubblici assegnando all’Osservatorio il monitoraggio dell’applicazione dei criteri ambientali minimi disciplinati nei relativi decreti ministeriali e del raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica amministrazione (PANGPP), senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Il comma 2, modificando l’articolo 64, comma 4-bis,del Codice dei contratti pubblici, prevede che i bandi-tipo, sulla base dei quali sono predisposti i bandi da parte delle stazioni appaltanti, devono contenere indicazioni per l’integrazione dei criteri ambientali minimi. Il comma 3, nel modificare l’articolo 83, comma 1, lettera e), del Codice dei contratti pubblici, integra i criteri di valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, relativamente alle caratteristiche ambientali e al contenimento dei consumi energetici e delle risorse ambientali, specificando che tali criteri devono riferirsi anche al servizio, e non solo al lavoro e al prodotto, e che, quanto al prodotto, occorre tenere conto anche delle “specifiche tecniche premianti” previste dai criteri ambientali minimi.

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Ancora sulle periferie come tema del giorno (piccola rassegna stampa)

da: La memoria di Pasolini affidata a Dacia Maraini per il quarantennale della morte (link all’articolo) :

“L’Italia ha il dovere di ricordare Pasolini e di trasmettere alle nuove generazioni l’attualità del suo messaggio di ricerca e denuncia. Il collegamento con il tema che sta finalmente diventando centrale delle Periferie Urbane, rende la rilettura dei lavori di Pasolini ancora più importante e significativo”, ha detto Franceschini.

(…)

Si torna oggi a parlare di ‘periferie urbane’, temi cari a Pasolini. ”Nelle periferie, in quei luoghi ai margini delle città secondo Pasolini ‘vi abitavano gli angeli’ -ha commentato Ravera”

da: Che Fuori Tempo Che Fa, puntata 17 gennaio 2015 in diretta: gli ospiti e le interviste (link all’articolo) :

Renzo Piano: “Le città sono lo specchio delle civiltà: per costruire si dovrebbe ripartire dalle periferie. Le periferie devono essere fecondate e devono diventare città, perché sono le città di domani, le città del futuro: nelle periferie c’è l’energia vitale. Cosa lasciamo ai nostri figli? Noi abbiamo ricevuto delle città stupende e rischiamo di lasciare dei deserti affettivi.”




Il lavoro «alla spina». Modernità e opportunità

La copertina con cui l’Economist ha inaugurato il 2015 non passa inosservata: un rubinetto dal quale esce un getto di lavoratori autonomi (dai tassisti, agli addetti alle pulizie, ai manutentori) e di liberi professionisti (dai consulenti di direzione ai medici, passando per avvocati e commercialisti), disponibili su chiamata a prestare la loro opera per fare ciò che serve, quando serve e finché ce n’è bisogno.

Ad aprire il rubinetto, ci pensa una nuova generazione di imprese, con le competenze per intercettare la domanda di servizi di ogni tipo e per soddisfarla con una rete capillare di freelance qualificati, attivata e coordinata dalla potenza di connessione delle app per smartphone.

Si chiama «on-demand economy», sta ridefinendo il funzionamento dell’economia dei servizi in tutto il mondo e, con lo sbarco di Uber a Padova, ha fatto breccia anche in Veneto. Tutto fa pensare che siamo di fronte all’ennesimo fenomeno dirompente per il lavoro. Per i prestatori di servizi sarà come esternalizzare la funzione commerciale.

I più giovani ne trarranno vantaggio: entrano subito nel network di un operatore specializzato, aumentano la probabilità di incrociare richieste di servizi coerenti con le loro competenze ancora acerbe e così fanno rapidamente esperienza.
Per i lavoratori autonomi e i professionisti più anziani, esposti al rischio di essere messi fuori mercato dall’età e dalle innovazioni, l’accesso al portafoglio clienti dell’intermediario è la via più semplice per raggiungere l’età della pensione.

Per quelli che si rifiuteranno di lavorare «alle dipendenze di un’anonima app» per rimanere ostinatamente indipendenti, la via maestra è differenziare il portafoglio di servizi con soluzioni più qualificate o più economiche della concorrenza: qualunque sarà la modalità scelta, i clienti ringrazieranno.

A dirla tutta, esiste anche un’altra strada da esplorare: mettersi nella scia della «on-demand economy» e avviare forme di imprenditorialità collaborativa, con l’obiettivo di condividere la funzione commerciale invece di affidarla ad altri e perderla per sempre.

In Veneto, esistono già esperienze positive di network territoriali di esperti e professionisti. Queste reti saranno tanto più competitive quanto prima faranno propri i nuovi modelli di gestione e di coordinamento.
Non si tratta di scimmiottare i grandi operatori emergenti, ma di individuare con cura i leader a cui ispirarsi e poi scegliere le pratiche da imitare (e da adattare). È una strategia nobile: copiare da uno è plagio, ma copiare da tanti è ricerca.

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NYT e altre testate esplorano uso droni

Il prossimo premio Pulitzer potrebbe vincerlo un drone. Nuove frontiere del giornalismo: un gruppo di illustri dieci testate americane tra cui New York Times, Washington Post e l’agenzia di stampa Ap hanno creato un consorzio per sperimentare l’uso di piccoli velivoli senza pilota nella raccolta delle notizie.

I test – si legge in un comunicato – prevedono una serie di scenari realistici in cui le testate potrebbero far uso dei droni incorporandone l’impiego nelle pratiche quotidiane del giornalismo. Saranno condotti in collaborazione con il Virginia Tech, il politecnico della Virginia celebre per una celebre strage a scuola nel 2007, a cui fa capo uno dei centri autorizzati dal Congresso per assistere la Federal Aviation Administration a formulare regolamenti per integrare i droni nello spazio aereo nazionale.

“L’AP e’ eccitata all’idea di partecipare con altri importanti mezzi di informazione nell’esplorazione dell’uso responsabile dei droni per migliorare la nostra comprensione di fatti correnti”, ha detto il direttore della fotografia dell’agenzia di stampa Santiago Lyon.

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Centro-Periferia

Il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini al Museo Maxxi all’inaugurazione della mostra Centro-Periferia di Ferculture il 15 gennaio 2015 : “la sfida dell’integrazione si gioca nelle periferie, lì si possono sperimentare gli innesti dell’arte e dell’architettura contemporanea. È questa la sfida del nuovo secolo: “valorizzare il patrimonio di creatività che nelle periferie trova espressione”. Dal catalogo della mostra : “le periferie dimenticate possono essere animate dalle azioni degli artisti (…) e le architetture abbandonate si trasformano in promesse di uno sviluppo futuro”. (Silvia Rossi, Geraldina Cipolla)

 




Mappe d’Italia, il progetto che vede la qualità del futuro

Un’analisi che alla tradizionale dimensione del bilancio dello stato dell’arte unisce quello delle potenzialità, arrivando così a quantificare e tracciare, per i territori, la capacità di produrre innovazione e “qualità del futuro”. Un po’ come, per utilizzare una metafora sportiva, scovare i talenti destinati a diventare campioni. Il progetto si chiama “Mappe d’Italia” ed è promosso dall’Istituto Nazionale di Urbanistica. 

Attualmente si trova nella fase sperimentale ed è concentrato sull’area emiliano – romagnola (coinvolti, tra gli altri, i Comuni di Reggio Emilia, Cervia e Imola) ma una volta messi a punti gli indicatori e “rodato” il processo valutativo sarà possibile estenderlo, in prospettiva, a tutto il territorio nazionale. Le possibili applicazioni sono notevoli: i risultati del lavoro potranno essere utilizzati, ad esempio, dalle aziende che vorranno impostare investimenti a lungo termine e che hanno necessità di tenere conto delle potenzialità di sviluppo di un territorio e dallo Stato e dalle sue articolazioni che, in tempi di risorse finanziarie sempre più magre, hanno assoluto bisogno di ottimizzare l’efficacia della spesa. Le “Mappe d’Italia” potranno essere inoltre un utile punto di riferimento per individuare difetti e margini di miglioramento, e correggere le storture. Per valutare i territori nella dimensione della prospettiva e delle traiettorie di sviluppo, si terrà conto di fattori come la sostenibilità ambientale e sociale, la resilienza, i paradigmi smart.

Non è detto che le città e i territori dove le ricerche tradizionali individuano tassi più alti di qualità della vita siano quelli in grado di mantenere la leadership in futuro, così come non è dato sapere, con gli strumenti attuali, quali sono quelli ora nelle parti inferiori delle classifiche ma che stanno sviluppando da ora le capacità di ripresa. “Mappe d’Italia” si prefigge proprio questo.

Spiega Gianluca Cristoforetti, responsabile del progetto: “L’obiettivo è la mappatura relativa alla capacità dei territori di immaginare la ‘qualità del futuro’ provando a superare il concetto per cui la qualità della vita (analisi della situazione presente) possa essere anche e necessariamente qualità del futuro. Mappare l’importanza della pianificazione del buon uso dei beni comuni, ad esempio, o delle strategie che provano a mettere le comunità al centro dei processi decisionali. Questo, al di là degli slogan tipo ‘zero consumo di suolo’, permetterebbe di tracciare realmente le traiettorie di sviluppo dei territori mettendo a sistema qualità dell’ambiente, resilienza, paradigma smart e sostenibilità sociale”.

Cristoforetti sottolinea che le novità del progetto risiedono nella “valorizzazione di un patrimonio straordinario del nostro Paese, che negli ultimi tempi abbiamo fortemente smarrito: la capacità di prefigurare, immaginare, progettare i nostri territori coniugando il fare delle nostre comunità con la bellezza che ha pervaso, fino a un certo punto, la nostra storia. L’Italia può farcela se ritrova la capacità di costruire qualità, anche del proprio futuro, attraverso la pianificazione che oggi qualcuno paradossalmente ritiene un freno allo sviluppo. Per questo dobbiamo essere in grado di valutarci, di verificare quali sono i nostri gap, di comprendere che esistono territori dove investire risorse produce ricchezza ed altri dove gli investimenti hanno bisogno di un territorio capace prima di apprendere e poi caso mai di spendere”.

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Nuova cella solare a concentrazione con un’efficienza del 45,7%

Dagli Usa una cella solare multigiunzione ideata per moduli a concentrazione che, grazie a uno strato aggiuntivo assorbente, riesce a catturare porzioni più ampie dello spettro solare

Il centro di ricerca statunitense National Renewable Energy Laboratory (NREL) del Dipartimento dell’energia statunitense (DOE) ha annunciato di aver ottenuto un’efficienza di conversione del 45,7% per una cella solare a concentrazione a quadrupla giunzione. Secondo quanto comunicato dal NREL, tale risultato rappresenta una delle efficienze più alte mai raggiunte per qualsiasi tipo di cella solare.

Strato assorbente aggiuntivo di alta qualità
La nuova cella solare, progettata per funzionare in un sistema fotovoltaico a concentrazione (CPV) riesce a raggiungere un fattore di concentrazione di 1000 soli in totale, migliora notevolmente i precedenti standard, grazie a uno strato assorbente aggiuntivo di alta qualità.
Le celle solari multigiunzione sono una tecnologia molto promettente perché riescono a catturare porzioni più ampie dello spettro solare rispetto a quelle tradizionali. La combinazione di materiali caratterizzati da un ‘band gap’ (conosciuta anche come ‘energia proibita’) ottimale è fondamentlae per ottenere l’alta efficienza. La sfida sarà quella di  mantenere l’alta qualità dei materiali, integrandoli in una cella complessa capace di una fotoconversione efficiente.

La caratteristica di questo dispositivo multigiunzione è l’altissima qualità delle sub-celle reticolari non corrispondenti, ha dichiarato Ryan France, scienziato del NREL  e progettista della cella solare. I materiali reticolari corrispondenti richiedono l’introduzione di alcuni elementi nel dispositivo, chiamati ‘dislocazioni’ che possono drasticamente ostacolarne le prestazioni.

Il NREL è riuscito a controllare e limitare queste dislocazioni nelle zone inattive del dispositivo, consentendo anche ai materiali altamente non corrispondenti di essere utilizzati in una cella multigiunzione. La massima efficienza della cella, pari al 45,7% è stata misurata con uno spettro AM 1,5 a una concentrazione di 234 soli. Secondo gli sviluppatori la tecnologia è però in grado di raggiungere il 45,2% di efficienza anche con una concentrazione di 700 soli.

Risultati convalidanti dal laboratorio NREL, si attende la verifica esterna

Il laboratorio di misurazioni cellulari del NREL ne ha convalidato l’efficienza. In particolare, le misure ad elevata concentrazione sono state verificate con simulatore flash (T-HIPPS), in grado di controllare in modo accurato lo spettro di luce concentrata e di garantire che ciascuna giunzione del dispositivo riceva una quantità di luce rappresentativa dello spettro solare, riducendo notevolemente gli errori nella misurazione. La cella è stata inviata ad un laboratorio esterno accreditato per testarne la validità e per una conferma dei risultati ottenuti.

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