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Da Corviale a Scampia: gemellaggio e sport sociale

Corviale e Scampia, le periferie di due grandi città, a confronto oggi al Campo dei Miracoli, a Corviale.

Quattro classi di due scuole romane, la scuola media Raffaello della Romanina e la Primaria dell’Istituto Corviale, sono intervenute alla “festa dello sport sociale”, organizzata dall’associazione ASD Miriade e patrocinata dalla Presidenza dell’Assemblea Capitolina, nella struttura sportiva inaugurata un anno fa nella periferia dell’XI Municipio a via di Poggio Verde.

L’occasione dell’incontro: la presentazione  del libro “L’Oro di Scampia” di Gianni Maddaloni, che si è confrontato con i ragazzi sullo sport modello e occasione di integrazione e formazione. Proprio come nella palestra  Star Judo di Scampia, gestita proprio dal maestro Maddaloni, dove i corsi sono occasione di riscatto alla criminalità e all’abbandono, a Roma nel Campo dei Miracoli del “Serpentone” l’aggregazione e la socialità si mettono in gioco sul campo di calcio.

A Napoli, in uno dei quartieri più difficili, Scampia, lo sport della Star Judo alimenta il sogno di bambini e famiglie della costruzione di una società civile attraverso sport e legalità. Oggi, per la passione con la quale opera nel sociale, la palestra e il “progetto Maddaloni” sono realtà affermate e impegnate in prima linea per il recupero di giovani in difficoltà, compresi bambini diversamente abili e non vedenti. L’associazione Maddaloni consente a moltissimi giovani di fare sport gratuitamente, senza costi per le famiglie. L’idea forte del progetto Maddaloni è poi quella di esportare nei territori altri poli dello sport.

Si punta sulle qualità e sulla voglia di affermarsi dei ragazzi anche a Corviale, nel Campo dei Miracoli, una cittadella dello sport che ha le caratteristiche della palestra di Scampia: dallo sport la medicina per emergere per tanti ragazzi e giovani di periferia. Il Campo dei Miracoli è una struttura in bioarchitettura ed ecosostenibile: il cemento ha lasciato il posto a legno, argilla, canapa, pannelli solari e geotermia. Non solo, i campi di calcio sono realizzati in materiale organico (fibra di cocco, sughero e olio di lino), la palestra non ha barriere architettoniche ed è rivestita in faggio naturale e cortecce. Dalla struttura al messaggio il passo è breve: qui si sperimentano laboratori e modelli nuovi di integrazione, attraverso il gioco del calcio e grazie a spazi polifunzionali destinati al tempo libero dei ragazzi. E oggi sono almeno 500 i tesserati del Calcio Sociale di Corviale.

Insieme all’autore, Gianni Maddaloni, sono intervenuti tra gli altri: Valeria Baglio, presidente dell’Assemblea Capitolina, Paolo Masini, assessore alla Scuola e allo Sport, Maurizio Veloccia, presidente del Municipio XI, l’onorevole Laura Coccia, parlamentare, Giovanna Boda direttore generale Dipartimento per lo Studente del MIUR, insieme al giornalista di Rai Sport Carlo Paris.

“Lo Sport è certamente un’occasione di crescita sana ed equilibrata per tanti ragazzi – ha dichiarato la Presidente dell’Assemblea Capitolina, Valeria Baglio – Questo ce lo insegna egregiamente il maestro Maddaloni, che ne ha fatto un progetto di vita. E un’ulteriore testimonianza arriva dal Campo dei Miracoli di Massimo Vallati. Ma tutto questo impegno, pure importantissimo, da solo non basta se poi le Istituzioni non ci sono e non fanno sentire la loro voce, scommettendo sui giovani e sulle periferie, su progetti come questi. Lo scorso 21 giugno avevo sostenuto l’edizione dei campionati nazionali di judo per non vedenti e ipovedenti, organizzati dall’ASD Miriade, svolti all’interno  dell’impianto scolastico di via Biagio Petrocelli. Oggi continuo a sostenere con forza il ruolo delle istituzioni cittadine che vivono e fanno propri i valori comuni della solidarietà, dello sport come occasione di aggregazione e di riscatto per tante ragazze e tanti ragazzi delle periferie delle nostre città”.

 

L’associazione Miriade, organizzatrice dell’evento, svolge da tempo attività sportiva, in particolare con la disciplina del judo, nel quartiere della Romanina, presso l’istituto Comprensivo Raffaello, nella palestra del plesso Petrocelli.

Una copia del libro L’Oro di Scampia verrà donato alle due scuole e a ogni biblioteca romana.

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“Illuminiamo le periferie del mondo”

Al via la nuova rete delle associazioni.

Si è svolta venerdì 10 aprile presso la sede della Fnsi, alla presenza del segretario e del presidente Raffaele Lorusso e Santo Della Volpe, una riunione per dar vita ad una rete di associazioni con lo scopo di valorizzare temi e soggetti cancellati. Si chiamerà “Illuminiamo le periferie” e nasce con lo spirito di creare una positiva contaminazione tra sensibilità ed esperienze diverse. Associazioni e movimenti – per la libertà di informazione, per la pace, per l’integrazione, per i diritti umani, per la legalità… – riuniti in una rete per lanciare campagne comuni e dare maggiore risonanza alle iniziative delle singole organizzazioni.
La rete si doterà di un sito internet che farà da punto di raccolta degli appuntamenti. Per questo si è costituito un primo coordinamento organizzativo composto da:
Valerio Cataldi (Comitato 3 Ottobre), Martina Chichi (Carta di Roma), Stefano Corradino (Articolo21), Daniela De Robert (Usigrai), Raffaella Della Morte (Ossigeno per l’Informazione), Fabio Michele D’Urso (I Siciliani Giovani), Norma Ferrara (Libera Informazione), Gian Battista Frontera (AssoProvider), Gian Mario Gillio (Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia), Andrea Iacomini (Unicef), Michele Formichella (Fnsi), Antonella Napoli (Italians for Darfur), Danilo Sinibaldi (Casagit), Paola Venanzi (Inpgi e Adepp).
Tra le associazioni che hanno aderito anche Amnesty International Italia, Il Mondo di Annibale, Rivista Confronti, Premio Lucchetta, Premio Roberto Morrione, Rivista San Francesco d’Assisi, Tavola della Pace.

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Riqualificazione delle periferie: dal Municipio VII arriva fumata bianca

Passano all’unanimità le richieste della Comunità territoriale sui “piani particolareggiati” dei quartieri fuori dal Raccordo Anulare. Più trasparenza e condivisione nelle scelte che riguardano il territorio.

Maggioranza ed opposizione hanno votato in maniera compatta, accogliendo le istanze che arrivavano dal territorio. E che riguardano i servizi da garantire a decine di migliaia di cittadini. Tanti sono infatti gli abitanti dei quartieri periferici del Municipio VII, quelli cioè che si trovano fuori dal Raccordo Anulare e che si sono coordinati nella rete della Comunità Territoriale.

RIPARTONO LE RIQUALIFICAZIONI – Gli argomenti oggetto delle due risoluzioni votate, sono di quelli importanti, che hanno a che fare sia con la trasparenza che con i servizi da realizzare nei vari territori. La fumata bianca, dopo il passaggio dello scorso mese in commissione, è infine arrivata. Ed ora il Presidente e la sua Giunta dovranno impegnarsi “affinchè vengano riattivati i piani particolareggiati per Gregna S Andrea e per definire l’iter di quelli in attesa di approvazione definitiva, vale a dire Romanina e Ponte Linari” ha spiegato il portavoce della Comunità Territoriale Maurizio Battisti. In sostanza si tratta di quelle opere necessarie a riqualificare delle zone ex abusive, con i soldi derivanti dai condoni e dagli oneri di altre edificazioni.

LA NECESSARIA TRASPARENZA – L’impegno a vigilare perché quei piani siano rispettati, fa il paio con un altro onere che è stato chiesto al Presidente Fantino ed alla sua Giunta: quello di “attivarsi per rendere più trasparenti e condivise con il territorio e con il Municipio le opere a carico dei consorzi per opere a scomputo” ha spiegato Battisti. La politica per una volta ha quindi saputo mettere da parte le divergenze, accogliendo le istanze del territorio. A loro va il ringraziamento della Comunità Territoriale, perché “al di là della normale dialettica politica, hanno capito la delicatezza dei temi oggetto della seduta consiliare e che hanno compattato le forze politiche presenti. In particolare – ha sottolineato il portavoce Battisti – ringraziamo quella parte dei consiglieri del gruppo del PD che, dopo aver dichiarato la loro volontà di astenersi dal voto, hanno invece, molto opportunamente, votato favorevolmente alle due risoluzioni in oggetto”.

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Torna a ottobre Maker Faire la fiera europea degli inventori

Robot, droni, stampanti 3d, ma anche mostre, workshop sul teletrasporto e laboratori per catapultare il mondo nel futuro.

Robot, droni, stampanti 3d, ma anche mostre, workshop sul teletrasporto e laboratori per catapultare il mondo nel futuro. Torna Maker Faire Rome, la fiera europea degli inventori e degli artigiani digitali promossa dalla Camera di Commercio di Roma e organizzata dall’azienda Asset Camera, che quest’anno per la sua terza edizione sarà ospitata dall’Università La Sapienza. Dal 16 al 18 ottobre i creativi che avranno fatto domanda e passato le selezioni occuperanno la città universitaria con i propri gioielli di tecnologia e innovazione. Ma quest’anno non mancheranno le novità.
Robot di impatto sociale
La “Call 4 Makers” si aprirà il prossimo 15 aprile e fino al 31 maggio gli inventori di tutto il mondo (lo scorso anno erano 800 provenienti da 65 diversi Paesi) avranno tempo per elaborare le creazioni. La valutazione e la selezione spetterà, invece, a una commissione capitanata dai curatori della manifestazione: “Vista la location chiederemo progetti di grande impatto visivo e sociale – ha spiegato Massimo Banzi, curatore Maker Faire Rome insieme a Riccardo Luna, e co-fondatore di Arduino -. Magari avremo un numero inferiore di stand occupati ma saremo ancora più selettivi. Invitiamo tutti i makers a presentare progetti utili anche da un punto di vista sociale, progetti che potranno cambiare davvero la vita ad alcune persone”.
La Città del futuro
Lo scorso anno la Maker Faire Roma ha raggiunto 90 mila visitatori, 15 mila studenti, 600 progetti esposti, oltre 200 performance live. Numeri destinati ad essere superati. La Sapienza si trasforma, infatti, da luogo simbolo di studio a vera e propria Città del futuro con oltre 80 mila metri quadri a disposizione di makers e visitatori. “Il momento è maturo per dare maggiore attenzione al futuro – ha detto il rettore dell’Università La Sapienza, Eugenio Gaudo – E’ un’occasione per avvicinare l’innovazione al Paese reale”. L’area dedicata gli artigiani innovativi passerà, infatti, dai 48 stand del 2014 ad 80. E l’area kids da 1300 a 3500 metri quadri pieni di attrazioni per i più piccoli. Ci sarà anche un’area droni: una grande voliera per l’esposizione ma anche per dimostrazioni e corsi.
Calls 4 Schools
E anche i giovani talenti delle scuole superiori italiane sono già all’opera. Il primo aprile scorso, in collaborazione con il Miur e l’assessorato alla Scuola del Comune, è partita la “Call 4 School”. Nel 2014 parteciparono 100 scuole e ne furono scelte 18. In questa edizione, grazie anche ai maggiori spazi a disposizione, saranno 30 gli istituti ammessi (e non solo istituti tecnici), ha ricordato l’assessore capitolino alla Scuola, Paolo Masini, aggiungendo che “chi si occupa come noi di formazione ha grandi responsabilità verso i giovani: stiamo creando un piano di offerta formativa per le scuole di tutta Roma che punterà anche sui temi dell’innovazione”.
Roma hub internazionale – “Roma sta tornando ad essere la Roma che vorrei e cioè una città vibrante, tornata nella legalità contabile che fa i bilanci ed indica precisamente come vengono spesi i soldi”, ha commentato il sindaco di Roma, Ignazio Marino, che giovedì ha partecipato alla presentazione della kermesse in Campidoglio. Mentre l’assessore capitolino alla Roma Produttiva, Marta Leonori, ha sottolineato la volontà “che Roma diventi un hub internazionale dell’innovazione per dimostrare che non siamo solo la città dell’archeologia ma anche del futuro”. Resta in tema l’appello lanciato dal curatore Massimo Banzi: 15 mila euro per mettere in rete tutte le stampanti del Lazio e realizzare una gigantesca mappa di Roma in 3d da lasciare poi in regalo alla città.

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Anna Gedda: “Riciclata e sostenibile, ecco la t-shirt del futuro”

Produrre tessuti senza inquinare con fonti rinnovabili e rispettando i diritti: la sfida di H&M.

QUALCHE esempio virtuoso c’è. Aziende che da anni cercano di migliorare le condizioni di lavoro nei paesi emergenti. La sostenibilità è soprattutto questo. Non solo non inquinare, riciclare, utilizzare fonti rinnovabili, ma soprattutto tutelare gli operai che lavorano nell’industria tessile, rispettare la loro dignità, impedire sfruttamento e orari impossibili, garantire stipendi adeguati, debellare la piaga del lavoro minorile. Ne parliamo con Anna Gedda, responsabile della sostenibilità di H&M, colosso svedese dell’abbigliamento low cost presente in 57 paesi con 3.500 negozi. H&M non possiede fabbriche proprie, ma si avvale di circa 900 fornitori indipendenti collaborando con i quali crea oltre un milione di posti di lavoro. E ieri era il giorno in cui, non senza orgoglio, l’azienda ha presentato il suo tredicesimo report annuale sulla sostenibilità, una sorta di bilancio delle cosiddette “azioni consapevoli” stilato dal gruppo. “La tragedia del Rana Plaza a Dacca, due anni fa, in cui morirono 1.129 operai che lavoravano per marchi internazionali e da cui H&M era completamente estraneo, è stato un terribile campanello d’allarme per le aziende che producono nei paesi emergenti – commenta Anna Gedda – Fortunatamente, e ne siamo orgogliosi, noi da anni abbiamo adottato una politica aziendale di segno molto diverso”.

Quali sono nel dettaglio le vostre iniziative concrete?
“Dopo la tragedia del Rana Plaza, nonostante non fossimo in alcun modo coinvolti, siamo stati la prima azienda a firmare il Fire and Safety Agreement, l’accordo tra sindacati, organizzazioni non governative e marchi di moda per garantire standard di sicurezza ai lavoratori dell’industria tessile nel Bangladesh. Quanto alle nostre iniziative concrete, tutti i nostri fornitori, e i fornitori dei fornitori, e tutti coloro che hanno un rapporto d’affari con la nostra azienda devono necessariamente sottoscrivere il nostro Codice di condotta, istituito già nel 1997”.

Cosa prescrive?
“Regola e sancisce i requisiti legali, il divieto assoluto del lavoro minorile, il rispetto delle norme di sicurezza, i diritti dei lavoratori a condizioni ambientali favorevoli, il diritto alle cure mediche”.

Come vi assicurate che questo codice venga rispettato?
“Con ispezioni a sorpresa da parte di controllori interni ed esterni, ispezioni rispetto alle quali siamo severissimi, inflessibili”.

Come si concilia la sostenibilità con il profitto?
“La sostenibilità è una grande opportunità. Dobbiamo coglierla e applicarla a tutto il nostro business se vogliamo crescere nel tempo”.

Quale considera un passo avanti significativo compiuto dalla vostra azienda?
“Indubbiamente la trasparenza della nostra catena di fornitura, disponibile in rete nel sito www. hm. com a chiunque voglia consultarla. Abbiamo aggiunto all’elenco pubblico delle fabbriche di cui ci avvaliamo anche chi fornisce tessuti e filati”.

A che punto è il vostro piano aziendale per una politica di stipendi più equi? Cosa intendete per stipendio equo?
“Un salario minimo equo è un salario in grado di soddisfare le esigenze primarie del lavoratore. Deve essere aggiornato a cadenza annuale e negoziato con sindacati democraticamente eletti. Purtroppo in molti dei nostri paesi di produzione questo non avviene”.

Ma in che cosa consiste il vostro piano d’azione?
“È un progetto, chiamato Fair Wage Method, con cui facciamo appello ai governi, alle altre imprese dell’abbigliamento e ai rappresentanti della manodopera tessile perché si possa lavorare tutti assieme garantendo salari equi e rispetto dei diritti. Ci stiamo spingendo in territori mai esplorati prima dalle aziende e invitiamo il resto dell’industria a seguirci”.

Un progetto ancora agli inizi.
“Abbiamo cominciato a testare la nostra strategia per salari equi l’anno scorso, per il momento in tre fabbriche-modello, due nel Bangladesh e una in Cambogia e quest’anno amplieremo l’esperimento a 60 stabilimenti. Il risultato è stato un aumento dei salari a fronte di una diminuzione degli straordinari. Ora stiamo lavorando per introdurre sistemi simili in tutte le fabbriche dei nostri fornitori, il che dovrà avvenire entro il 2018. La misura interesserà circa 850 mila operai dell’industria tessile”.

Mi faccia un esempio: quanto guadagna oggi un’operaia che lavora in una di queste fabbriche?
“Alla Suzhou Silk, in Cina, lo stipendio mensile di un operaio ammonta a circa 425 euro. Vale a dire il 50 per cento in più rispetto al salario minimo locale”.

Sintetizza il ceo dell’azienda, Karl-Johan Persson: “Offriamo moda e qualità al miglior prezzo, ma non a qualsiasi prezzo. Per questo continuiamo a lavorare duramente per rendere sostenibile l’intero settore, dalla coltivazione del cotone alla raccolta degli abiti usati “. In un anno ne sono state messe insieme oltre 13 mila tonnellate, una massa di fibra tessile equivalente a 65 milioni di t-shirt. L’Italia è uno dei paesi in cui il progetto ha avuto maggiore successo. Entro il 2015 la quantità dei capi prodotti in fibre riciclate, che l’anno scorso è raddoppiata, si prevede aumenti del 300 per cento. Altro obiettivo è quello di utilizzare energia elettrica proveniente solo da fonti rinnovabili, oggi al 27 per cento.

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Hollywood punta su Roma Il ritorno dei divi a Cinecittà

Da «Zoolander 2» a «Ben Hur», i ciak delle grandi produzioni La concorrenza straniera battuta grazie agli incentivi fiscali.

La grande tribù della produzione di «Ben Hur», dopo aver lasciato Matera, è sbarcata a Cinecittà il 2 febbraio, tra gli stabilimenti di via Tuscolana e il retroterra del parco tematico di Cinecittà World sulla via Pontina, e lascerà Roma solo il 18 maggio dopo aver costruito l’esatta replica del Circo Massimo col coinvolgimento di 80 cavalli e di una media di 7-800 comparse al giorno per le scene di massa, per un totale di circa 12 mila scritturati sotto la guida dell’italiano Enzo Sisti, line producer del film diretto da Timur Bekmambetov (nel cast, col protagonista Jack Huston-Ben Hur, c’è Morgan Freeman nel ruolo dello Sceicco Ilderim).

Storia lunga 78 anni

Due giorni fa, nella città del cinema che ormai ha alle spalle 78 anni di storia, è stato anche battuto il primo ciak di «Zoolander 2», sequel della parodia del mondo della moda girato nel 2001. Un entusiasta Ben Stiller si è auto-immortalato con un selfie negli studios romani postando la foto su Instagram con l’eloquente commento «First day of shooting down! #Zoolander2 #Cinecitta #Finallymakingthismovie!». Ovvero: finalmente si gira!

Il remake della Dolce vita

E per le strade di Roma, nei vicoli dell’antico Ghetto ebraico, i fotografi capitolini giocano al remake della Dolce Vita inseguendo il co-protagonista accanto a Stiller, cioè Owen Wilson (l’attore che nel 2011 recitò per Woody Allen in «Midnight in Paris» con Carla Bruni sotto gli occhi preoccupati di Sarkozy) nelle sue scorribande notturne tra ristoranti (è ghiotto di carciofi alla giudìa) e una discoteca romana ora di gran moda in via Fleming, sopra Corso Francia. Uno spettacolo nello spettacolo, il divo che si sottrae ai flash sullo sfondo di Roma antica stando a un gioco mediatico che è alla radice del mito di Cinecittà.

Ferve l’attività

Ma non basta. Proprio ieri negli uffici dell’amministratore delegato di Cinecittà Studios, Giuseppe Basso, si è tenuta una riunione forse decisiva per la produzione di una serie tv targata Sky dedicata a Diabolik, destinata al mercato internazionale, col coinvolgimento del maestro Dante Ferretti (tre premi Oscar) per le scenografie.
Cinecittà conosce una nuova primavera, e si respira un clima quasi euforico. «Sono rientrato da pochi giorni da un lungo giro negli Stati Uniti. Ho incontrato a Hollywood i rappresentanti delle grandi Major e dei maggiori produttori indipendenti. Ho riscontrato una nuova attenzione per Cinecittà, per il nostro marchio, per la città di Roma e, in generale, per il nostro sistema Paese», racconta Basso. Ma cosa è accaduto? «Finalmente si comincia ad avere meno timore per le autorizzazione per le riprese, per le leggi sul lavoro. Ma soprattutto bisogna dare atto al ministro Dario Franceschini per la determinazione con cui è riuscito a far approvare il nuovo sistema di tax credit, ovvero degli incentivi fiscali. Prima eravamo assolutamente non competitivi, ci ritrovavamo esclusi dal circuito dei migliori set europei».

Pagina sul New York Times

La conferma è arrivata dal New York Times che ieri in prima pagina titolava: «Hollywood ancora una volta torna sulle rive del Tevere», grazie proprio «ai benefici fiscali per le produzioni straniere voluti dal governo italiano». 
Con la nuova norma i progetti stranieri hanno un beneficio del 25% di quanto spendono in Italia. Unendo insieme Cinecittà Studios e Filmmaster, entrambe aziende del gruppo Italian Entertainment Group, si possono trasferire alla produzione fino a 20 milioni di benefici fiscali a progetti che investono in Italia fino a 90 milioni di euro.

Fondamentale il tax credit

Basso assicura che senza il tax credit «Zoolander 2» sarebbe finito altrove, probabilmente in Gran Bretagna o in Francia. Ma un’altra carta decisiva, spiega Basso, è stata giocata grazie a James Bond: «La produzione di quel film è andata bene, Roma ha dimostrato di poter essere un eccellente set per una grande produzione. Un esempio come quello è importante. Perché noi vogliamo e dobbiamo pensare in grande. Cinecittà è una straordinaria realtà composta da venti teatri di posa, più di cento persone impiegate stabilmente, con un reparto scenografico tra i più vasti d’Europa con quaranta addetti. Le voci circolate nel 2012 di una trasformazione di Cinecittà in un maxi resort non ci hanno aiutato. Ma ora possiamo guardare al futuro con sicurezza e decisione». 
Aveva insomma ragione Fellini: «Quando mi chiedono dove vorrei vivere, a Londra, New York… io penso sempre che vorrei vivere a Cinecittà» 

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Cooperazione una risposta per immigrati, donne, giovani disoccupati, disabili e detenuti

AGCI LAZIO e La Camera di Commercio di Roma promuovono insieme la creazione d’impresa nella Provincia di Roma

È al via il progetto: “Cooperazione una risposta per immigrati, donne, giovani disoccupati, disabili e detenuti” ideato per diffondere la cultura d’impresa e sviluppare le attitudini manageriali di coloro che intendono avviare un’attività imprenditoriale, ma sono carenti di strumenti e conoscenze adeguate.

ATTIVITÀ PROGETTUALI GRATUITE

Sportello di promozione d’impresa rivolto agli immigrati, donne, giovani disoccupati e disabili che aspirino a costituire una propria impresa;
Seminari per la condivisione e analisi di idee imprenditoriali proposte dai partecipanti e per l’impostazione di percorsi start up d’impresa per le idee più rilevanti e concretamente realizzabili;

Laboratorio d’impresa attraverso attività di coaching ad opera di esperti che affiancheranno individualmente e/o a piccoli gruppi le/gli aspiranti imprenditrici/imprenditori nel loro percorso di creazione d’impresa;

PRINCIPALI TEMATICHE

Il concetto d’impresa, il ruolo dell’imprenditore, le forme societarie previste dal codice civile, la stesura del business plan, le opportunità di accesso ai finanziamenti pubblici, la salute e sicurezza dei lavoratori.

Per informazioni e richieste di appuntamento

AGCI LAZIO tel: 06.40500200 – info@agcilazio.it Via Benedetto Croce n.68 – 00142 Roma




Tra Lazio e Campania arriva il festival della street art

Da marzo a giugno 40 street artist provenienti da tutto il mondo lavoreranno su altrettanti spazi urbani per trasformare le zone più trascurate in un museo a cielo aperto.

«Un muro è fatto per essere disegnato», diceva Keith Haring. E di muri il festival della street art Memorie Urbane, nato nel 2011 da un’idea di Davide Rossillo, ne ha già trasformati più di 90.
Per la quarta edizione, che coinvolgerà da marzo a giugno ben 7 città tra Lazio e Campania, il programma sembra essere sempre più ambizioso. 40 street artist provenienti da tutto il mondo, alcuni dei quali per la prima volta in Italia, lavoreranno su altrettanti spazi urbani per «trasformare le zone più trascurate della città in un museo a cielo aperto, accessibile a tutti», come afferma il curatore.
La street art si conferma come un brillante strumento per offrire nuova linfa a luoghi solitamente abbandonati o poco noti, per aprire un dialogo sempre nuovo con il territorio e i suoi abitanti.

Tra Lazio e Campania arriva il festival della street art: da marzo a giugno 40 street artist provenienti da tutto il mondo lavoreranno su altrettanti spazi urbani per trasformare le zone più trascurate in un museo a cielo aperto.

Ciascuna opera è accompagnata da una targa con le informazioni riguardanti gli artisti.
Inoltre, grazie all’App Urbancolors dei francesi Urbanmedia sarà possibile geolocalizzare gli interventi e con il sistema Koin Art si potrà avere accesso via smartphone ad approfondimenti su ogni street artist.
Il programma, che si svolgerà secondo diverse tappe temporali lungo i due mesi, prevede anche una serie di mostre personali all’interno di gallerie e spazi museali, come quella, imperdibile, dedicata a Martha Cooper. Una selezione di scatti della grande fotografa americana, che ha documentato la street art a New York sin dagli anni ’70, saranno esposte negli spazi della Pinacoteca comunale di Gaeta dal 29 marzo al 17 maggio.

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Smart community. Milano rileva l’umore dei cittadini

La ‘rivoluzione’ in chiave smart dell’area di Porta Nuova di Milano parte dall’analisi del grado di soddisfazione dei residenti e visitatori del quartiere.

Cosa fa di una città una smart city? L’innovazione tecnologica e le soluzioni orientate all’efficienza energetica e alla sostenibilità ambientale contano, ma la ‘rivoluzione’ dovrebbe passare dal capitale umano. Perché, aldilà di ogni congettura, le città sono fatte da e per chi le abita. E le persone, con i loro bisogni, desideri e aspirazioni, dovrebbero essere messe al centro di qualsiasi dibattito sui centri urbani. Prova a farlo Milano con il progetto Smart Community, che già dal nome sposta l’attenzione dalla città alla comunità. La comunità in questione è quella del nuovo quartiere di Porta Nuova, che comprende le aree di Garibaldi, Varesine e Isola, che è senza dubbio l’area meneghina su cui si è investito di più, in termini di riqualificazione urbana, negli ultimi anni e che, in vista dell’imminente ‘apertura’ del semestre Expo, vuole proporsi come vetrina indiscussa per il capoluogo lombardo.

Avviato dalla Fondazione Riccardo Catella, in collaborazione con le fondazioni Nicola Trussardi, Cometa, Romeo ed Enrica Invernizzi, Feltrinelli e Cariplo, ‘Smart Community’ comprende tre contenuti principali: Porta Nuova Smart Lab, MiColtivo.The Green Circle e L’Italia si alza. Che cercano di affrontare tre aspetti fondamentali per la rivitalizzazione dei centri urbani, quello della digitalizzazione, dell’agricoltura urbana e della socialità.

Verso l’Internet delle cose

Più che di digitalizzazione, in realtà, parliamo di una vera e propria implementazione del concetto dell’Internet of Things. Porta Nuova Smart Lab prevede infatti lo sviluppo di una serie di strumenti per dare informazioni, facilitare i servizi, incentivare le relazioni fra i cittadini e per analizzare la comunità reale e virtuale della zona. Si cercherà di creare una vera e propria connessione fra oggetti, spazi e persone e le tracce di quest’ultime verranno raccolte e rielaborate per comprendere il loro grado di soddisfazione e per favorire un miglioramento della qualità della vita.

Un’app per rilevare l’umore degli abitanti

La tecnologia più interessante e innovativa è infatti un’app, chiamata MIXMood, che misurerà l’umore delle persone. Residenti fissi o momentanei, visitatori nazionali o semplici osservatori digitali, che si avvicinano al quartiere attraverso i siti web, avranno la possibilità di esprimere, direttamente o indirettamente, la loro opinione. Contribuendo alla costruzione di un indicatore inedito per la città, perché indagherà il sentimento dei cittadini verso l’ambiente circostante e i risultati potranno essere utilizzati per migliorare non solo l’area in questione ma anche per la progettazione di nuovi insediamenti urbani.

Campo di grano fra i grattacieli

Sempre inserita nel progetto ‘Smart Community’, l’iniziativa ‘Mi coltivo-The Green Circle’ che comprende diversi eventi, il più importante dei quali è la realizzazione di un enorme campo di grano tra i grattecieli dell’area di Porta Nuova, realizzato dall’artista americana Agnes Denes. Scopo dell’opera, a cui a collaborato anche Confartigianato, sarà sopratutto il coinvolgimento dell’intera comunità, nel raccolto, che avverrà nel mese di luglio.

Concorso di design per sedie per spazi pubblici

E per finire, il progetto di design L’Italia si Alza, per la realizzazione di sedie da esterni da collocare nello spazio pubblico. Il concorso ha coinvolto gli studenti dell’area falegnameria e tessile della Scuola Oliver Twist dell’Associazione Cometa di Milano che , affiancati da tre designer professionisti, Philippe Bestenheider, Giopato&Coombes e Mario Ferrarini, hanno dato vita a una serie di prototipi di sedia che doveva essere: resistente, facile da trasportare e immagazzinare, dai costi di produzione contenuti e creativo. Tra gli otto progetti già selezionati, saranno scelti i tre finalisti, che saranno esposti durante la Design Week 2015 a Porta Nuova.

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“Buonanotte Fiorellino”. Primo nido serale tutti i bimbi a nanna

Torrevecchia, apertura il 10 aprile. “Un aiuto per chi lavora fino a tardi”.

Si chiama “Buonanotte Fiorellino”. E il nome non è certo casuale. Si tratta, infatti, del primo asilo nido romano aperto 24 ore su 24. Dove il servizio serale e notturno  –  diviso in due turni, dalle 19 alle 24 e dalle 24 alle 7 del mattino  –  sarà però aperto anche ai bimbi più grandi, dai 3 mesi ai 6 anni. L’asilo, privato ma convenzionato con il Comune e gestito dalle cooperative “Ludus” e “Giasf”, si trova in via Decio Azzolino a Torrevecchia, nel Municipio XIII. E aprirà i battenti, in via sperimentale, il 10 aprile, con servizio solo serale e notturno fino al prossimo settembre, dal venerdì alla domenica.

“Se ci saranno richieste, siamo pronti a offrire il servizio anche negli altri giorni della settimana”, assicura Gaetano Debilio, presidente della cooperativa “Ludus”. Specificando che le prenotazioni saranno accettate “fino a 24 ore prima”. “Abbiamo constatato  –  spiega Debilio  –  che in città mancava un servizio simile, ma ce n’era sempre più l’esigenza. I genitori, così, avranno la certezza di lasciare i loro figli in un luogo sicuro e professionale, che rispetta gli standard previsti dal Comune”. L’idea è nata “per semplificare la vita alle famiglie”, pensando in particolare “ai tanti lavoratori con turni serali e notturni, visto che in zona ci sono ad esempio diversi ospedali, e alle famiglie monoparentali”. Ma anche ai genitori che dovessero avere un’emergenza o che, semplicemente, per una sera dovessero o volessero assentarsi da casa per un momento di svago. Per questo, si può usufruire del servizio serale e notturno anche sporadicamente, solo per un turno o per tutta la notte. Con tariffe, per ora, di 19,50 euro dalle 19 alle 24 e di 45 euro per tutta la notte (più una “Ludus card” d’iscrizione di 10 euro). “Ma naturalmente ci saranno sconti per chi avrà bisogno di un servizio settimanale o mensile”, specifica Debilio.

Da settembre, invece, partirà il servizio diurno con le normali tariffe comunali. Settantaquattro i posti disponibili nella fase sperimentale, “ma in futuro potremo ospitare fino a 150 bimbi, visto che la struttura è su due piani”. Fra le attività proposte, giochi  –  anche multimediali e di ruolo  –  adatti ai bambini delle diverse età, oltre a letture, film e cartoni animati. E, naturalmente, si serviranno la cena e la colazione. Per presentare il servizio alle famiglie interessate, martedì, dalle 17 alle 18.30, è stato organizzato un Open Day. A cui parteciperanno anche il presidente del Municipio XIII, Valentino Mancinelli, e l’assessore alla Scuola, Eleonora De Venuti. “Il progetto  –  raccontano minisindaco e assessore  –  è stato reso possibile grazie all’erogazione di un finanziamento da parte della Regione Lazio nell’ambito del bando Innovazione Sociale. Prevede standard di qualità simili a quelli dell’asilo nido diurno classico, ma con modalità operative e relazionali speciali e innovative”.

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