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Fare tanto con poco in luoghi marginali

E’ il messaggio del Padiglione Italia alla Biennale di Architettura 2016
Il tema svelato da Tam associati: «Taking care – Progettare per il bene comune»

Il Padiglione Italia alla 15a Biennale di Architettura di Venezia parlerà della capacità dell’architettura di saper creare bellezza e di operare per il bene comune in luoghi marginali, nonostante la scarsità di risorse. Un’assenza di mezzi che spesso – come alcuni esempi italiani di rigenerazione ci insegnano – viene bilanciata dalle energie del luogo, da associazioni, da cittadini attaccati al loro territorio e pronti ad agire, se interpellati. Energie capaci di sostenere le idee e di facilitarne la realizzazione.

Un messaggio rivolto non solo agli architetti interessati ad operare per il bene comune, ma anche ai committenti e ai decisori politici. È quanto è emerso dalla presentazione dei contenuti dell’allestimento curato da Tam Associati all’interno del Padiglione che rappresenterà l’Italia alla Biennale.
Qual è la buona architettura e in che modo questa può fare il bene della comunità, è il tema al quale dare risposta. Un tema non scontato se per buona architettura, come ha affermato Massimo Lepore (curatore dell’allestimento insieme a Simone Sfriso e a Raul Pantaleo), intendiamo quella capace di creare bellezza e armonia intorno a sé, tanto da generare condivisione, appropriazione e rispetto del luogo.

«La cura dei luoghi è attenzione agli individui», ha ricordato ancora l’architetto Lepore. Dunque è soprattutto una responsabilità dei decisori politici, è obbligo della politica affrontare i problemi delle periferie, promuovere l’inclusione e la lotta alla marginalità. E se si dimostra che si possono ottenere risultati anche con poco, impegnando piccole risorse, allora si dimostra anche che le azioni sono possibili e che non ci sono alibi per iniziare ad agire.
I progetti in mostra e la creazione di dispositivi mobili sostenuti dal crowdfunding

In mostra ci saranno progetti realizzati che sono stati in grado di trasformare i luoghi a vantaggio delle comunità. Progetti di piccola scala ma ricchi di energia. Saranno venti gli studi italiani che parteciperanno, pronti ad evidenziare molteplici approcci, varietà di attori, pluralità di obiettivi dei lavori svolti. La selezione spazia in campi come l’abitare, il lavoro, la salute, l’istruzione, la cultura e valorizza il rapporto tra una committenza variegata (pubblica, privata, associativa, civica) e un’architettura parte attiva nel processo di partecipazione e condivisione.
20 progetti di studi italiani all’interno del Padiglione Italia

Non si conoscono i nomi dei partecipanti, non sono stati svelati. Così come restano avvolti nel mistero i nomi dei progettisti chiamati a progettare cinque dispositivi mobili insieme ad associazioni nazionali impegnate nel contrasto alla marginalità in aree periferiche del nostro Paese.

Saranno realizzati 5 artefatti personalizzati in un lavoro congiunto tra progettisti e associazioni, che porteranno – in un progetto complessivo di sussidiarietà sociale -, qualità, bellezza e diritti laddove manchino o risultino limitati.

Per la realizzazione dei dispositivi all’apertura della Biennale sarà attivata un’azione di crowdfunding, in modo da ottenere altre risorse oltre a quelle messe in campo dagli sponsor.

La selezione dei progetti spazia in campi come l’abitare, il lavoro, la salute, l’istruzione, la cultura e valorizza il rapporto tra una committenza variegata (pubblica, privata, associativa, civica) e un’architettura parte attiva nel processo di partecipazione e condivisione.

L’allestimento di Taking care avviene inoltre all’insegna del ‘low-cost’, privilegiando la riduzione del superfluo e la creazione di valore aggiunto, ottimizzando costi, efficienza e riuso.
Le domande da cui è partita la scelta dei progetti del Padiglione Italia

In cosa risiede il valore sociale dell’architettura?
Quali sono i parametri che permettono di definire un’opera di architettura come esemplare?
Perché una comunità dovrebbe riconoscersi nel lavoro dei suoi architetti?
Come può l’architettura contribuire a creare un bene comune che tutti utilizzano e di cui tutti si appropriano?
In che modo parlare di architettura laddove i mezzi sono limitati?
Le periferie sono sempre più periferie dei diritti: come può l’architettura promuovere l’inclusione e la lotta alla marginalità?

PADIGLIONE ITALIA
Biennale di Architettura 2016

28 maggio – 27 novembre 2016
Tese delle Vergini, Arsenale 30122 Venezia.

Sito ufficiale del Padiglione Italia 2016: www.takingcare.it

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Azzardo: Feroci (Caritas), “Nelle periferie è in atto una devastazione sociale”

“La Chiesa di Roma e la Caritas hanno a cuore questo problema che non possiamo mettere da parte visto che il giro d’affari è addirittura aumentato, rispetto all’anno scorso, di 4 miliardi di euro”. Lo ha detto monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma, durante la conferenza stampa di presentazione del “Manifesto di democrazia economica” promosso dal movimento Slot Mob contro il gioco d’azzardo. “Come Chiesa e come Caritas – ha aggiunto il responsabile della Caritas romana – stiamo andando nelle scuole e nelle periferie dove il problema è più evidente ed è in atto una devastazione sociale perché ci vive la povera gente, la principale vittima di questo tipo di sciacallaggio. Non lo dico perché l’ho letto nei libri ma perché abbiamo incontrato persone ridotte sul lastrico per colpa del gioco. Solo per fare un esempio, un impiegato statale si è ridotto a vivere in strada dopo aver sommato oltre 800mila euro di debiti. Un altro è stato lasciato dalla moglie per lo stesso motivo. Di questi esempi ne contiamo tantissimi, Roma, infatti, è il centro del cristianesimo ma anche la capitale europea dell’azzardo con più di 25 mila slot machine attive. Per questo, come Caritas, ci saremo il 7 maggio al fianco del movimento Slot Mob a piazza Re di Roma dove si trova la sala bingo più grande d’Europa”. “Papa Francesco – ha concluso monsignor Feroci – ci esorta a non truccare la vita e quando ci sono difficoltà ci invita a parlarne e prendere decisioni. L’azzardo invece suggerisce una scorciatoia senza assumere nessun impegno, affidandosi alla fortuna ma è un’assurdità perché la fortuna non risolve i problemi”.

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Portuense: il Consiglio approva la delibera per il Parco Ruspoli

PORTUENSE: IL CONSIGLIO APPROVA LA DELIBERA, UN ALTRO PASSO VERSO LA REALIZZAZIONE DEL PARCO RUSPOLI

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Oggi il Consiglio del Municipio XI ha approvato la delibera che dà l’avvio alle procedure di esproprio, propedeutiche alla realizzazione del Parco Ruspoli, un’opera fortemente voluta sia da questa amministrazione municipale che da quella precedente che, a fianco dei cittadini, hanno costruito con tenacia il percorso che ha portato all’atto approvato questa mattina. – Lo dichiara Emanuela Mino, Presidente del Consiglio del Municipio XI.

 

Una vicenda non semplice, cominciata con la realizzazione del Pup Ruspoli e la richiesta da parte del Municipio di controbilanciare l’opera con la costruzione di un parco che potesse essere a servizio dell’intero quartiere. Da allora e dalla progettazione partecipata sono passati ben tre anni durante i quali il Municipio ha continuato, a fianco dei cittadini, a chiedere il mantenimento del finanziamento e la possibilità di dar seguito al progetto. Ora, con la somma necessaria a bilancio, il progetto approvato e la delibera di oggi, sarà possibile chiedere al Commissario Tronca al Commissario Tronca di dare il via libera all’atto conclusivo in tempi brevi, in modo da consentire l’avvio delle procedure di esproprio e poter salutare, al più presto, l’apertura di questo polmone verde che tanti cittadini attendono.




Portuense: Regione Lazio su accreditamento CEM, garantiti pazienti ed operatori

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Si è finalmente conclusa, con la firma del decreto di accreditamento da parte del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, la vicenda relativa al Cem (Centro di educazione motoria) di via Ramazzini: quest’atto segna la fine dei dubbi e delle incertezze che negli ultimi due anni hanno preoccupato i parenti degli ospiti disabili che sono accolti nel Centro e al contempo, risolve i problemi della struttura mettendo gli operatori in condizione di lavorare in modo sereno. – Lo dichiara Emanuela Mino, Presidente del Consiglio del Municipio XI.

 

Il centro, gestito dalla Croce Rossa provinciale, è ora in possesso dei requisiti previsti ed ha così ottenuto l’autorizzazione e l’accreditamento per poter erogare prestazioni residenziali socio-riabilitativi in modalità mantenimento (ad alto carico assistenziale), semiresidenziali socio-riabilitativi in modalità mantenimento (ad alto carico assistenziale) e non residenziali di recupero e riabilitazione funzionale.

 




Canili: Tronca e nuovo bando per Muratella e Ponte Marconi

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Il ripristino delle regole e delle corrette procedure nell’assegnazione degli appalti pubblici è un obiettivo che le forze politiche devono perseguire, il tempo delle proroghe che nascondevano le inefficienze della politica a gestire servizi e beni deve finire: ecco perché accolgo con piacer e soddisfazione il bando di gara europeo emanato dal Dipartimento Tutela Ambienta per l’affidamento del servizio di gestione dei canili comunali “Muratella” e “Ponte Marconi. – Lo dichiara Emanuela Mino, Presidente del Consiglio del Municipio XI.

 

Tale percorso recepisce, infatti, le osservazioni dell’Autorità Nazionale per l’Anti Corruzione in un settore che non presentava tutti i requisiti di idoneità e il cui precedente affidamento risultava non conforme all’attuale regolamentazione: dall’inizio di Ottobre 2016 e per i successivi 12 mesi si avrà quindi un nuovo gestore che sarà selezionato con un bando europeo che sarà pubblicato la prossima settimana.

 




Rinasce il Baobab

“Lasciati soli dal Comune, ma andiamo avanti”.
I volontari hanno deciso di rimettere in piedi una struttura abbandonata alla stazione Tiburtina. Il nuovo progetto si chiamerà Baobab experience: all’interno non solo distribuzione di cibo e vestiti ma anche tutela legale, sanitaria e psicologica e un museo. L’iniziativa sarà in rete con le altre esperienze nazionali.
Il Baobab riaprirà i battenti entro l’estate: dopo mesi di silenzio assordante da parte del Comune di Roma, saranno i volontari a prendere ancora una volta l’iniziativa, per creare il primo centro per transitanti della Capitale. Non sorgerà più a via Cupa ma nella sede dell’ex Istituto Ittiogenico, a pochi passi dalla stazione degli autobus di Tiburtina. Proprio lì, l’anno scorso, scoppiò il caso dell’emergenza migranti a Roma, che diede vita all’attività dei volontari nel centro Baobab. Il nuovo progetto, che nelle intenzioni dovrebbe essere attivo entro pochi mesi, si chiamerà Baobab experience.

Il progetto. L’area dell’ex Istituto Ittiogenico che comprende due stabili e un ampio giardino, per un totale di più di 6.000 metri quadri, attualmente è in stato di abbandono. L’obiettivo dei volontari è di riqualificarla e creare all’interno un’iniziativa di accoglienza a 360 gradi. “Quello che abbiamo in mente non è un progetto solo assistenziale, limitato alla distribuzione di vestiti e cibo – spiega Roberto Viviani, uno dei volontari del Baobab -. La struttura è molto grande quindi dentro si potrebbe creare un vero centro di accoglienza dove, con il contributo delle altre associazioni che già ci supportano a via Cupa, fare tutela legale e psicologica. Pensiamo anche di dare vita a un museo della migrazione e a un centro didattico, perché riteniamo che ormai questo sia un tema da affrontare anche culturalmente”. L’assistenza sanitaria sarà garantita tramite la firma di un protocollo di intesa tra diverse associazioni, come già avvenuto la scorsa estate. Ci sarà poi uno sportello legale, saranno attivati corsi di lingua e attività ludiche per i bambini.

Il via vai continuo e il silenzio “assordante” delle istituzioni. Al centro Baobaob di via Cupa, da giugno fino a settembre 2015 sono stati accolti circa 30mila migranti in transito nella capitale. Il centro è stato poi stato chiuso e sgomberato per un’ordinanza del Commissario straordinario di Roma Capitale, Francesco Paolo Tronca. Nelle promesse iniziali del Comune il progetto sarebbe dovuto andare avanti, ma in un’altra area da destinare. Un’ipotesi, poi tramontata, era quella dell’ex Ferrhotel di via Tiburtina . I volontari hanno proposto, con tanto di progetto dettagliato, l’ex Istituto Ittiogenico, ma nonostante diverse riunioni, non hanno ottenuto una risposta. “Abbiamo deciso di andare avanti da soli – aggiunge Viviani – anche perché vorremmo iniziare la riqualificazione prima che inizino gli arrivi massicci e si crei una nuova situazione emergenziale. A Roma questo è ormai un fenomeno strutturale, di cui le istituzioni faticano a prendere coscienza”. In questi mesi, anche se con numeri più contenuti, è continuato il via vai in via Cupa, dove è stato allestito uno sportello di consulenza al di fuori dell’ex Baobab. L’ultima ad arrivare questa mattina è stata una donna eritrea con un bambino di 3 mesi, partorito in Libia. Ma sono tanti anche i casi di minori non accompagnati: “L’altra sera al presidio si è presentato un minore non accompagnato del Gambia: sbarcato in Sicilia ad ottobre, ha vissuto per mesi fuori da tutti i circuiti accoglienza, ha dormito in stazione ad Agrigento finché non ha deciso di prendere il treno per Roma – racconta ancora Viviani – . Quando è venuto da noi abbiamo subito chiamato un’operatrice di Save the children per aiutarlo. Mentre parlavamo con lei sono arrivati altri tre ragazzini eritrei, di 13 anni circa, che erano scappati dalla Sicilia, ed erano arrivati a Roma senza sapere dove andare. Il via vai è continuo, di storie così ne incontriamo tutti i giorni, vorremmo costruire un sistema di accoglienza e tutela per queste persone”.

Una rete nazionale di accoglienza dal basso. L’idea è anche di mettere in rete l’esperienza romana di accoglienza dal basso con le tante iniziative sorte nelle diverse città italiane, dai porti del sud Italia dove i migranti sbarcano, alle città di frontiera (Milano, Ventimiglia, Bolzano). “E’ importante che ci sia uno scambio continuo di informazioni, soprattutto per salvaguardare le figure più fragili – spiegano i volontari – come i minori non accompagnati, le donne in stato di gravidanza o le persone con particolari patologie”. Proprio per questo a fine mese si terrà a Roma una 3 giorni (dal 29 aprile al 1 maggio) dal titolo Pensare migrante, che riunirà gli attivisti di tutta Italia per una prima assemblea nazionale. Sono previsti anche woorkhsop e dibattiti sul fenomeno migratorio.

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Corviale: pubblicato bando per 100 alloggi, primo passo ristrutturazione

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Continua il processo di riqualificazione del palazzo di Corviale, dopo la ristrutturazione dei corpi scala e gli interventi di manutenzione straordinaria, arriva da parte del Dipartimento Politiche Abitative l’ok al bando che pone le basi per sanare la questione ultra decennale delle occupazioni abusive dei piani centrali dell’edificio: il tutto avviene con un progetto innovativo e tenendo conto delle esigenze di chi ha veramente bisogno. – Lo dichiara Emanuela Mino, Presidente del Consiglio del Municipio XI.

 

Il bando è un passo importante perché permette a 98 famiglie, aventi i requisiti e che attualmente occupano parte dei 3,4,5 piani in locali pensati originariamente per ospitare piccole attività artigianali e botteghe, di fare domanda ed intraprendere un percorso di regolarizzazione; ma non solo, una volta accertati gli aventi diritto potranno partire i lavori, già finanziati, di ristrutturazione dei livelli interessati Questi prevedono la creazione dentro la struttura di abitazioni temporanee all’interno delle quale alloggeranno le famiglie nel tempo utile per realizzare l’appartamento loro regolarmente assegnato.

 

Pertanto, la pubblicazione da parte del Dipartimento di questo bando e la graduatoria degli aventi diritto che seguirà, è un passaggio indispensabile per avviare questo processo di riqualificazione che dopo anni è stato sbloccato, grazie al grande lavoro di pressione fatto dal Municipio e l’impegno che si è tramutato in fatti concreti e fondi spendibili del Comune e dalla Regione. Il termine ultimo per presentare la domanda è il 31 Luglio 2016.

 




#MunicipioXI: la newsletter del Presidente

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SOVRAPPASSO VIA CRUGNOLA

Partiranno a metà aprile i lavori per la riqualificazione del sovrappasso ferroviario tra via Crugnola (via Belluzzo) e via della Magliana. I lavori dureranno circa tre settimane e saranno effettuati da RFI – Rete Ferroviaria Italiana, nell’ambito di una collaborazione con il Municipio che è riuscito ad ottenere la ristrutturazione del cavalcavia pedonale che collega i due quartieri Portuense e Magliana. Il sovrappasso è molto utilizzato dai cittadini del quadrante per i quali costituisce un importante passaggio verso Magliana, la pista ciclabile e la stazione Villa Bonelli ed era, da anni, in attesa di un’opera di riqualificazione e messa in sicurezza per migliorarne la fruibilità. Dopo il Ponte che collega il parcheggio di scambio di Ponte Galeria con la stazione ferroviaria e la riqualificazione della Scalinata di San Rufo, quello di via Belluzzo – via Crugnola sarà il terzo intervento realizzato per migliorare i collegamenti pedonali, rendendoli più sicuri e funzionali. Durante l’intervento di riqualificazione il sovrappasso rimarrà chiuso.

 

INIZIATA BONIFICA IN VIA PACINOTTI

E’ iniziata la bonifica dell’area di proprietà di Ferrovie dello Stato situata in Via Pacinotti, adiacente alla Parrocchia Gesù Divino Lavoratore. L’area, un tratto dismesso delle ferrovie, nel corso degli anni è stata oggetto di numerosi insediamenti abusivi e conseguenti sgomberi, l’ultimo dei quali effettuato alcune settimane fa. In seguito allo sgombero erano rimasti nella zona cumuli di rifiuti, anche ingombranti, che creavano una situazione di degrado e rischi igienico-sanitari. Il lavoro di bonifica avrà una durata di circa 10 giorni e comprenderà anche il ripristino della recinzione. Trattandosi di un impalcato ferroviario abbandonato di proprietà di Ferrovie dello Stato, è stato particolarmente difficile far partire l’intervento, ottenuto soltanto grazie ad un’azione di sollecito quotidiana e costante. Abbiamo insistito con tenacia considerando inaccettabile la condizione di Via Pacinotti anche perché, oltre al degrado creato dagli accampamenti abusivi, si era creata una situazione igienico-sanitaria insostenibile vicino ai palazzi e all’oratorio parrocchiale. Grazie al nostro impegno, e dopo un sopralluogo congiunto con Ferrovie, abbiamo ottenuto un intervento massivo di pulizia, la messa in sicurezza ed il ripristino della chiusura degli accessi. È del tutto evidente che le bonifiche non sono una soluzione e che luoghi come questi devono essere costantemente tenuti puliti. Per questo abbiamo chiesto a FS di attivare un monitoraggio periodico dell’area e di valutare, di concerto con la Parrocchia, la possibilità di affidarle in comodato d’uso alla comunità parrocchiale affinché possa essere utilizzata e manutenuta per evitare il ripetersi di situazioni come queste.

 

APPROVATO PROGETTO DEFINITIVO PER PARCO RUSPOLI – AVVIO DELLE PROCEDURE DI ESPROPRIO

La Giunta ha approvato il progetto definitivo del “Parco Ruspoli”, nel quartiere Portuense, e l’avvio delle relative procedure di esproprio delle aree private adiacenti a via Cruciani, via Crispigni e via Crugnola propedeutiche all’avvio della realizzazione del Parco stesso. Con questa delibera portiamo a compimento un lavoro lungo e complesso, nato con la realizzazione del Pup Ruspoli e con la battaglia, sostenuta dal Municipio, per bilanciare tale opera con la creazione di un parco pubblico che dotasse il quartiere di un’ampia area di aggregazione, un polmone verde nel quadrante a servizio di tutti i cittadini. Purtroppo le vicissitudini finanziare del Comune avevano messo in discussione la realizzazione del Parco, con il definanziamento dell’opera. Il lavoro tenace del Municipio insieme al sostegno dei comitati e di migliaia di cittadini, ha permesso di riottenere i fondi e di arrivare oggi a questa delibera importantissima. A soli 10 giorni dalla nuova disponibilità finanziaria, infatti, abbiamo approvato il progetto e l’avvio degli espropri, a riprova della massima priorità che abbiamo dato, da sempre, alla realizzazione del Parco. Ora, non appena il consiglio Municipale avrà approvato la delibera, la faremo giungere sulla scrivania del commissario Tronca che ci ha assicurato una pronta approvazione, anche a livello comunale. Questo percorso, seppur accidentato, dimostra da un lato la costanza con cui ci siamo sempre mossi per garantire la realizzazione del Parco Ruspoli e, dall’altro, che la collaborazione tra Istituzioni e società civile quando è forte, sincera ed appassionata, è in grado di portare a importanti risultati e cambiare, in meglio, il futuro dei nostri quartieri.

 

RIPARTITI LAVORI PER SCUOLA VIA PENSUTI A MURATELLA

Dopo il nullaosta del Genio Civile, il 30 marzo sono ripresi i lavori per il completamento del plesso scolastico di via Pensuti, opera attesissima dal quartiere. Il cantiere che prevede la realizzazione di un complesso 0-6 anni, per 3 sezioni di nido e 3 sezioni di scuola d’Infanzia a Muratella. Nel 2014 è stato svincolato il finanziamento dell’opera, bloccata dal Patto di Stabilità, e sono state effettuate le verifiche strutturali sulla parte di scuola già edificata ma abbandonata per anni dopo il fallimento della prima ditta che si era aggiudicata l’appalto. Dopo aver constatato la necessità di procedere alla demolizione delle strutture già elevate, è stata presentata al Genio Civile una perizia di variante al progetto, senza aumento della spesa già stanziata, per portare a completamento l’intero plesso scolastico. Terminate le operazioni di pulizia dell’area di cantiere, che riguarderà lo sfalcio dell’erba e il conferimento in discarica di tutti i residui delle demolizioni effettuate, partiranno i lavori di costruzione la cui durata è prevista in circa 500 giorni. Il Municipio continuerà a monitorare, per garantire l’apertura della scuola a settembre 2017 e contestualmente ha già presentato la richiesta di accertare le responsabilità civili e penali che hanno causato la necessità di demolire la precedente struttura.

 

IL NUOVO NIDO DI COLLE DEL SOLE SARA’ ULTIMATO PER PROSSIMO ANNO SCOLASTICO

Il Nido di via San Marcello Pistoiese, a Colle del Sole, sarà pronto per l’avvio del prossimo anno scolastico. La Commissione Lavori Pubblici del Municipio Roma XI ha, infatti, effettuato un sopralluogo verificando il rispetto del cronoprogramma dei lavori, che termineranno entro Agosto. Il Nido sarà costruito interamente in legno e, una volta ultimato, darà posto a 60 bambini. Il nostro Municipio è da sempre impegnato per la costruzione e l’apertura di nuovi asili e scuole dell’infanzia e per la ripresa dei lavori fermi di edilizia scolastica. La costruzione del nuovo nido di via San Marcello Pistoiese è un ulteriore passo in questa direzione.

 

SCUOLA GHERARDI (EX EINSTEIN): INAUGURATI LAVORI EFFICIENTEMENTO ENERGETICO

Alla scuola media Gherardi (ex A. Einstein), a Marconi, è terminato il cantiere per l’efficientamento energetico dell’edificio scolastico. I lavori sono stati realizzati grazie allo stanziamento di 689mila euro di fondi europei assegnati attraverso un Bando vinto dal Municipio e permetteranno alla scuola di risparmiare circa 15 mila euro l’anno di costi di gestione, riducendo di 22 tonnellate l’anno l’emissione di Co2. In particolare: sono stati sostituiti 250 infissi in tutta la scuola e sono stati coibentati i solai di copertura che avevano delle infiltrazioni. Inoltre è stato realizzato un impianto fotovoltaico che produce energia pari alla metà del fabbisogno dell’intero edificio. Siamo particolarmente felici del fatto che la Regione non abbia deciso di finanziare interventi a pioggia ma abbia fatto una vera e propria gara. Il fatto che il nostro Municipio sia quello con più progetti vinti e con il maggior numero di interventi ci riempie di orgoglio e ci fa dire che, grazie al lavoro fatto, in questo territorio molte scuole sono più belle, più sicure, più ecosostenibili e contribuiscono a ridurre l’inquinamento atmosferico delle nostre città.

 

PREMIO ARVALIA, PER LA PRESENTAZIONE DELLE CANDIDATURE C’È TEMPO FINO A 15 APRILE

Si svolgerà il 21 maggio la premiazione della seconda edizione del “Premio Arvalia”, lo speciale riconoscimento che il Municipio XI ha istituito per dare risalto all’impegno di quanti contribuiscono a valorizzare le capacità e peculiarità della comunità municipale. Il Premio viene assegnato, con cadenza annuale, a personalità, singoli cittadini e organizzazioni che operano nel territorio e che si sono distinti per l’impegno sociale, culturale, sportivo, educativo o nella loro attività lavorativa. Visto il successo dell’iniziativa dello scorso anno, con oltre 2500 persone ad assistere alla premiazione al Parco Tevere, il Municipio ha deciso di organizzare la seconda edizione nella stessa location. Le candidature al Premio possono essere presentate, debitamente motivate e documentate, da almeno 20 cittadini residenti nel Municipio o da comitati, associazioni, enti, gruppi, comunità del territorio. Anche quest’anno sarà una speciale commissione a valutare la candidature presentate e scegliere i vincitori. Il termine per la presentazione delle candidature scade il 15 aprile. Il modulo è scaricabile dal sito del Municipio.

 

FIRMATO PATTO DI AMICIZIA TRA MUNICIPIO ROMA XI E MUNICIPIO ROMA XV

Il 31 marzo, con il Presidente Daniele Torquati, abbiamo firmato il “Patto di Amicizia tra il Municipio Roma XI e il Municipio Roma XV”. Si tratta di un patto di collaborazione ed amicizia promosso dalle Associazioni culturali Rosa D’Eventi e Pittori Anonimi del Trullo a cui i due Municipi hanno immediatamente aderito. Nel 1966, in seguito ai forti nubifragi che colpirono i quartieri di Prima Porta e Labaro, molti dei residenti si trasferirono nelle nuove case popolari che si trovavano al Trullo, all’interno delle abitazioni in via di ultimazione di Montecucco. Questo accordo nasce, quindi, per rafforzare il rapporto tra questi due quartieri, consolidare i legami fra i residenti, favorire lo scambio di esperienze, sostenere una serie di iniziative in ambito culturale, sociale, sportivo e ricreativo e far conoscere reciprocamente le peculiarità dei territori in cui sono inserite.

 

PARCO TEVERE, AL TEATRO INDIA WORKSHOP “UN KM DI ARTE E PAESAGGIO SUL TEVERE”
Venerdì 1 aprile, al Teatro India di Lungotevere Gassman, 1, si è svolto il Workshop “Un Km di arte e paesaggio sul Tevere” organizzato dal Municipio Roma XI in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Roma, a cui hanno partecipato il Presidente del Municipio Roma XI, Maurizio Veloccia, il Consigliere regionale Cristina Avenali e gli assessori municipali all’Ambiente Marcozzi e alla Cultura Mossino. Il Workshop è stata l’occasione per fare il punto ad un anno dall’apertura del Parco Tevere, il primo Km di parco fluviale a Roma, e per presentare i bozzetti delle opere realizzare dagli studenti dell’Accademia e che saranno presto collocate stabilmente nel Parco.




Italia tra periferie e riscatto

Biennale Architettura: il Padiglione Italia della prossima mostra di Venezia si intitola “Taking care”. Gli ideatori: progettare per il bene comune riduce esclusione e marginalità.
Architettura come servizio alla comunità, attenzione agli individui, attenzione agli spazi, ai luoghi e alle risorse. Ecco la spinta propulsiva che ha portato alla creazione del Padiglione Italia dal titolo: «Taking care», sottotitolo, Progettare per il bene comune, che sarà aperto per la 15. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, presentata (lunedì 4 aprile) a Roma. «Un’architettura che faccia la differenza» è il proposito di TaMassociati, il team curatoriale dell’edizione 2016 del Padiglione, composto da Massimo Lepore, Raul Pantaleo e Simone Sfriso. «Un’architettura partecipata e intelligente, in grado di scardinare gli status quo e di immaginare un futuro migliore». Un progetto proposto alla Biennale Architettura 2016 con l’intenzione di radicarsi e riprodursi al di fuori di essa, per generare una nuova consapevolezza civica. Un’architettura al servizio del bene comune sociale, baluardo contro le frontiere create da marginalità ed esclusione.
Un progetto molto apprezzato dal Ministro Dario Franceschini, ospite alla presentazione assieme al presidente della Biennale Venezia Paolo Baratta. E proprio il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha sottolineato quanto questo procedere per il bene comune debba interessare soprattutto le periferie, in quanto rappresentano «la vera sfida del XXI secolo, luoghi in cui vive lavora e sogna la grande maggioranza degli abitanti delle nostre città. Organizzare questi spazi, connetterli ai grandi flussi metropolitani rispettandone le identità, restituire loro bellezza e armonia è il grande ruolo che gioca l’architettura in questo contesto». Politiche perciò, volte a sostenere processi virtuosi di riqualificazione.
Il tema di Biennale Architettura 2016 è stato scelto dal Direttore artistico Alejandro Aravena, proprio perché indagasse la necessità di comprendere in un unico insieme, l’architettura con la qualità della vita delle persone. E infatti il presidente Baratta avverte: «Abbiamo temuto che l’architettura rischiasse di non avere altre alternative, oltre a quella della realizzazione di interventi spettacolari o di bricolage. Questa Biennale vuol dirci che l’architettura è partecipe di una grande finalità: dar forma allo spazio comune».
All’interno del Padiglione Italia, venti progetti di studi italiani in cui si evidenziano differenti approcci. La selezione spazia in campi come l’abitare, il lavoro, la salute, l’istruzione, la cultura e valorizza il rapporto con la committenza, pubblica o privata, associativa o civica. Nel percorso espositivo, una rassegna di scatti fotografici e cinque progetti inediti realizzati in un lavoro congiunto tra progettisti e associazioni nazionali impegnate nel contrasto alla marginalità in aree periferiche del Paese.

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Oggi Gesù abita nelle periferie

Esce il libro di Andrea Riccardi.
Nel volume lo storico esplora la nuova frontiera della Chiesa nel mondo globale
Vivere il Vangelo tra la gente dei quartieri degradati, l’impegno indicato dal Papa.
Pubblichiamo un estratto dal saggio dello storico Andrea Riccardi «Periferie. Crisi e novità per la Chiesa» (Jaca Book), che esce giovedì 7 aprile. Un viaggio nelle realtà marginali che si richiama agli appelli di Papa Francesco.

La condizione umana è cambiata rapidamente nel XX secolo: ai primi del Novecento solo un decimo degli abitanti del mondo viveva nelle città, soprattutto nel Nord America e in Europa, mentre nel 2030 si prevede che quasi il 60% della popolazione mondiale sarà urbana. Il pianeta è una realtà ormai urbanizzata: nel secolo scorso si è avviata la grande svolta, che ha invertito il rapporto tra città e campagne. Nel 2007, in pieno processo di globalizzazione, per la prima volta nella storia umana, gli abitanti delle città hanno superato quelli delle campagne: il mondo è divenuto essenzialmente urbano. Ma tutto questo è avvenuto in modo molto particolare: gran parte della popolazione delle città vive ormai nelle periferie. Paolo Sellari osserva che le città del Terzo Mondo tendono a riprodurre la dialettica centro-periferia che in larga parte caratterizza ancora oggi il mondo socio-economico, non solo nei centri urbani ma in interi Paesi.

La periferia caratterizza in profondità il mondo contemporaneo con agglomerati che si addensano attorno alle città. Infatti il processo di urbanizzazione globale induce un fenomeno caratteristico della città contemporanea: la cosiddetta slumizzazione. Nel 2003, il 71,9% della popolazione dell’Africa subsahariana vive negli slum. Questa è la condizione urbana più diffusa nel continente: quella di periferico. A livello mondiale gli abitanti degli slum accolgono oggi il 31,6% della popolazione. È un popolo enorme. Un mondo che non ha voce, ma riceve costanti messaggi da un centro («mediatico»), che attrae verso standard di vita peraltro non praticabili. I periferici sono un popolo di «esclusi», che vengono continuamente sollecitati e messi a contatto con modelli non raggiungibili.

I problemi concreti posti dal rapido cambiamento della condizione di vita della popolazione mondiale sono numerosi: da quelli inerenti agli approvvigionamenti alimentari, a quelli della diminuzione o dell’inquinamento delle risorse idriche, alla difficoltà dei trasporti urbani (inadeguati o estremamente carenti in alcune città), agli ovvi, ma drammatici, problemi del lavoro. La realtà umana e sociale della città del XXI secolo è fortemente diversa da quella della città novecentesca. La presenza di grossi agglomerati di proletariato (quindi di periferici) nella città novecentesca spesso era in rapporto dialettico o conflittuale con il «centro» attraverso la realtà della lotta politica e sindacale, ma in fondo si ritrovava — pur in contrapposizione — all’interno di un orizzonte comune. Attraverso lo scontro e la politicizzazione delle aspirazioni della periferia, si veniva a creare un processo integrativo.

Oggi è molto diverso. Le periferie, che sono molto più integrate da un punto di vista di comunicazione rispetto a quelle del secolo scorso, sono invece distaccate e non rappresentate da un punto di vista sociale e politico. Qui spesso le reti sociali sono scadenti o assenti. Il controllo sugli spazi urbani periferici risulta complesso e difficile, tanto che vaste aree — specie nelle megalopoli — finiscono sotto il dominio di mafie e di cartelli internazionali o nazionali del crimine.

La città del XXI secolo è sempre meno una comunità di destino. Anzi, mentre una parte di essa viene assorbita nei flussi globali e procede sulla via dell’internazionalizzazione, un’altra resta ai margini e fuori dai circuiti di integrazione, se non sprofonda in una condizione di isolamento. Sono i quartieri abbandonati dove spesso le persone vivono per l’intera esistenza e dove forse i figli faranno la stessa vita dei genitori. L’universo delle megalopoli si è strutturato in modo che molto spazio abitato diventi luogo di esclusione. La megalopoli produce costantemente periferie urbane e periferizzazioni umane. Di fronte a questa realtà, specie nel Sud del mondo, lo Stato e le istituzioni sovente rinunciano ad un controllo reale di questi spazi. Diventa un mondo perduto, in cui i drammi umani e sociali si annodano con reti criminose e ribellismi endemici, nel quadro di una cultura della sopravvivenza.

Il cristianesimo — su impulso di papa Bergoglio — ha la possibilità di comprendere in modo nuovo la condizione umana e urbana del XXI secolo. Certo questo processo richiede profondi cambiamenti. Non è più possibile affrontarlo con la mappatura territoriale, tipica di altre età, fortemente influenzata dal mondo delle campagne, che divideva lo spazio in circoscrizioni predefinite. L’idea stessa di territorio come habitat esclusivo dell’uomo e della donna è rimessa in discussione dalla mobilità umana e dai trasporti, oltre che dalle comunicazioni via internet. Il sistema pastorale si rivela inadeguato.

Dopo il Vaticano II, sulla scorta del rinnovamento dell’eccelesiologia, si è molto insistito sulla dimensione della Chiesa locale, ma è stato un rinnovamento a metà. La Chiesa locale, a sua volta, ha spesso una visione centralistica che non dà spazio alle periferie. Non basta dividere le diocesi e rendere il centro più prossimo alle periferie. Occorre suscitare nuove realtà cristiane nelle periferie, accettandone la storia e la configurazione. Non tutto può essere programmato dal centro. E la diversità delle esperienze cristiane sullo stesso territorio non significa competitività. Il vero punto focale è quello di un cristianesimo inserito nella cultura e nella realtà urbana, soprattutto, delle periferie.

Papa Francesco, parlando ai superiori generali delle comunità religiose, ha fatto un’importante affermazione: «Io sono convinto di una cosa: i grandi cambiamenti della storia si sono realizzati quando la realtà è stata vista non dal centro, ma dalla periferia. È una questione ermeneutica: si comprende la realtà solamente se la si guarda dalla periferia, e non se il nostro sguardo è posto in un centro equidistante da tutto».

La «chiave ermeneutica» di Franceso non è un progetto di riforma della Chiesa attraverso strutture più decentrate. È una proposta che va recepita e realizzata con costruttività, inaugurando o continuando percorsi nelle periferie e con una visione dal basso. Bisogna infatti chiedersi che cosa significa vivere il Vangelo in un mondo urbano globale così cambiato, anzi vorrei dire in una «civiltà» per tanti aspetti nuova, come quella introdotta dalla globalizzazione. Per compiere questa operazione così importante, che rappresenta un passaggio storico, occorre dislocarsi nelle periferie come vissuto cristiano e come punto di partenza per un’intelligenza della realtà. Non si tratta di una posizione ideologica, ma di ripensare una storia che può e deve ricominciare da queste posizioni e di maturare una visione in questi ambienti.

Il tema delle periferie e quello della città globale segnano un passaggio fondamentale da una concezione ecclesiastica della Chiesa e della pastorale, che faticosamente e con contraddizioni ha provato a recepire il Concilio Vaticano II, a una concezione di Chiesa di popolo. Non si tratta certo di sottovalutare il ministero sacerdotale, ma di non concentrare in esso tutta la responsabilità pastorale (come si fa generalmente, nonostante i tanti discorsi di segno contrario e quelli ricorrenti contro il clericalismo). Si deve far emergere un popolo che, nella sua complessità e interezza, sia capace di comunicare il Vangelo, di viverlo nelle periferie delle città, di dar origine a percorsi cristiani diversi, anche se convergenti nell’unica grande famiglia della Chiesa.

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