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Newslettere Biblioteca Renato Nicolini: gli appuntamenti 2015

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Lunedì 12 gennaio   ore 18.00 
Invito all’opera

 “La Boheme” di G. Puccini  a cura di M. Laurenza

Mercoledì 14 gennaio   ore 17 / 18.30
POESIA A CORVIALE

I poeti scrittori MARCO BELOCCHI e CINZIA MARULLI
in dialogo con Carla De Angelis e Angelo Filippo Jannoni Sebastianini parleranno delle loro opere.

Venerdì 16 gennaio ore 17.00
Escher tra Matematica e Magia

In occasione della mostra “Escher” al Chiostro del Bramante qualche considerazione sulle relazioni tra Matematica e Arte  in collaborazione con la Banca del tempo di Corviale

Martedì  20 gennaio ore 17.00
Nati per leggere

Proseguono gli incontri di letture ad alta voce nell’ambito del progetto Nati per leggere grazie alla collaborazione di lettrici e  lettori volontari   fascia di età  3 – 6 anni. E’ indispensabile la prenotazione al numero 0645460421




Salario accessorio: da nuovo contratto più servizi per i cittadini

È entrato in vigore il 1 Gennaio 2015 ed andrà a regime gradualmente il nuovo contratto di lavoro dei dipendenti capitolini, una riorganizzazione complessiva della macchina capitolina e dei suoi lavoratori che vede, tra le altre cose, che la parte accessoria del salario non sia più illegittimamente versata indistintamente a tutti i dipendenti ma attribuita sulla base del merito, misurato in reali e maggiori servizi erogati al cittadino: prima conseguenza sarà l’apertura pomeridiana degli uffici anagrafici municipali sino alle 18,30, avviata già dalla giornata di oggi. – Lo dichiara Emanuela Mino, Presidente del Consiglio del Municipio XI.

La redazione del nuovo contratto nasce in un clima di aspro confronto tra Sindacati ed Amministrazione, di cui la diserzione di massa dal lavoro dei Vigili durante la notte di Capodanno è solo uno degli aspetti, dove i dipendenti pubblici da ormai sei anni vedono bloccato l’adeguamento dei loro salari da provvedimenti del Governo. Questa condizione è generalizzata a tutti i dipendenti pubblici e l’Amministrazione capitolina ne risente particolarmente in quanto “azienda” da 24.000 dipendenti. La Giunta Alemanno ed i Sindacati hanno in questi anni ovviato alla perdita di potere d’acquisto dei lavoratori erogando il salario accessorio a tutti i dipendenti capitolini senza che per questo siano richieste prestazioni aggiuntive o migliori servizi per i cittadini. La Corte dei Conti e gli ispettori del MEF chiamati dal Sindaco per far chiarezza sulla gestione Alemanno, hanno dichiarato irregolare e inefficiente questo sistema ed hanno contribuito alla decisione presa dall’Amministrazione Marino di riscrivere i contratti per riportare nella legalità contabile ed amministrativa la città, offrendo al contempo maggiori servizi ai cittadini.

Da oggi il salario accessorio sarà versato a fronte di prestazioni effettivamente erogate ai cittadini, premiando il merito, tutelando le retribuzioni in modo da valorizzare quei lavoratori che svolgono con responsabilità il ruolo di servitori della città e che vivono con orgoglio e con profondo senso civico l’impiego pubblico. Si inizierà quindi con i servizi anagrafici e da Febbraio entrerà in vigore anche la parte che interessa il settore educativo-scolastico e così tutti i settori dell’Amministrazione. All’inefficienza della Giunta Alemanno rispondiamo con un’Amministrazione più efficiente e vicina ai cittadini, che agisce nella legalità, che valorizza le risorse interne e che invita i Sindacati a rendersi protagonisti di questa sfida e condividere il processo di cambiamento in corso, già dal prossimo 8 Gennaio, data fissata per l’ennesimo Tavolo di confronto tra Organizzazioni e Amministrazione.




La favola milionaria di Gianluigi: “Dal Salento agli Usa l’eolico per tutti”

A neanche 20 anni ha brevettato in Puglia le mini pale “casalinghe” sulle quali un gruppo di finanziatori americani sta investendo cinque milioni e mezzo di euro. “Da una piccola startup ai capitali stranieri, ma la produzione resterà in Italia”

La Befana, nella calza di un ragazzo salentino, ha infilato cinque milioni e mezzo di euro; e quando è ripartita, per l’America o chissà dove, invece della scopa, era a cavallo di una mini turbina eolica fatta in Puglia. Questa storia è una fiaba da raccontarci la sera per credere ancora che non è tutto perduto.
Non è tutto perduto se esistono ragazzi come Gianluigi Parrotto che, senza chiedere un euro a nessuno, si è inventato un prodotto innovativo, ci ha costruito attorno una azienda e ha avuto così successo che in un anno appena ha venduto tutto ad un misterioso gruppo americano non con l’obiettivo di diventare ricco, ma per continuare a produrre turbine – e non solo – nella sua terra: «Voglio far nascere altre startup nel Salento» dice con la sua parlantina sicura, e per un attimo dimentichi che lui stesso è nato soltanto nel 1994: ha vent’anni.

Ma chi è davvero? E come ha fatto?
«Sono nato a Poggiardo, in ospedale, ma i miei stavano a Casarano, in provincia di Lecce. Dopo il biennio di Istituto industriale, a 16 anni mi sono trasferito da solo a Brindisi perché volevo frequentare una nuova scuola di cui avevo letto meraviglie».

Parla del Majorana, dove il preside Salvatore Giuliano aveva appena iniziato la sperimentazione di libri scritti da docenti, computer e wi-fi per tutti, lezioni “rovesciate”, classi scomposte e colorate: il progetto Book in Progress. Parrotto è subito uno degli studenti migliori. L’anno seguente, la prima coincidenza: su un volo da Brindisi a Roma siede accanto a un piccolo produttore bresciano di impianti fotovoltaici.
«Proprio quel giorno a Casarano avevano iniziato l’installazione di pannelli che non mi piacevano affatto. “Possibile fare di meglio?”, gli chiedo». Una mini turbina eolica, niente di davvero speciale in fondo. «Sì, ma avevo davanti due strade: o diventavo un venditore di turbine o me ne inventavo una mia. Ho scelto la seconda».

Dopo i primi prototipi, realizzati in un capannone a Brescia, nel maggio del 2012 Parrotto presenta domanda di brevetto: la sua mini turbina ha una distanza fra albero e vele che le permette di partire anche con pochissimo vento, «arriva ad un picco di potenza di 6 kilowatt con appena 130 rotazioni al minuto».

Nel marzo del 2013 nasce la GP Renewable, le iniziali del fondatore nel nome. A dicembre il primo impianto viene installato in Puglia: «Lo abbiamo venduto sottocosto, per 13 mila euro». Già, e i soldi? Dove ha trovato Parrotto i soldi per partire? Non dai bandi pubblici, «mai partecipato»; non dagli investitori professionali in startup, i venture capitalist, «mai visti». E non dalla famiglia, anzi: sebbene il papà sia diventato socio al 10 per cento, nel frattempo aveva perso il lavoro «e oggi è un dipendente della mia società, fa l’installatore».

E qui c`è la seconda coincidenza: un altro volo, stavolta fra Brindisi e Milano.
Il compagno di viaggio stavolta è il direttore generale di una grande banca. Insomma, si innamora del progetto (e della parlantina di Parrotto) e il giovane startupper ottiene un affidamento bancario sufficiente a partire. Anche perché le sue turbine si vendono alla grande: «Un centinaio in un anno». Cosa hanno di speciale? Qui Parrotto si fa serio: «Lo ammetto. Non molto. A parte il fatto che l`azienda era guidata da un adolescente e questo ci ha aiutato a farci conoscere».

I nuovi prodotti invece saranno una bomba, dice: «Vetroresina, fibra di carbonio, titanio: il team di ingegneri che lavora al mio fianco ha fatto meraviglie, vedrete». Quando? A fine gennaio: presentazione ufficiale del nuovo gruppo, “gli americani”. Chi sono? Mistero, ma i giornali locali hanno già sparato la notizia in prima pagina cantando le lodi di quello che un tempo li chiamavano “Il Briatore dei poveri” per via degli occhiali azzurri ormai archiviati, ma che adesso merita un soprannome molto più generoso, probabilmente. Insomma, gli americani: «Un fondo di investimento, roba grossa, nomi grossi: hanno investito 5,5 milioni di euro nella creazione di una nuova società, la Air Group Italy, che ha inglobato la GP Renewable e io sarò presidente. Prenderemo capannoni industriali abbandonati a Casarano: le turbine le produrremo li. Ma non solo: vogliamo creare un polo di startup innovative in Salento. Spazi e consulenza li metteremo a disposizione gratis».

Sembra anche troppo, persino per una fiaba, e molte cose sono ancora da raccontare e chiarire.
Ma intanto giù il cappello per questo ragazzo-grande, sempre elegante, sicuro ma mai arrogante, che guarda avanti e parla come se fosse destinato a un futuro più grande quando dice: «La turbina diventerà come la lavatrice, un elettrodomestico alla portata di tutti».




Rifiuti: “No” del TAR al ricorso di Cerroni, ora parta riqualificazione della Valle Galeria

Sulla vicenda di Monti dell’Ortaccio il TAR del Lazio ha, finalmente, messo la parola fine, respingendo il ricorso presentato dalla società di Manlio Cerroni, patron di Malagrotta, e scongiurando, una volta per tutte, il perocolo che quell’area possa in qualche modo divenire discarica: una vittoria dei cittadini, il riscatto di un territorio che oggi ha bisogno di riqualificazione e di essere restituito alla città. – Lo dichiara Emanuela Mino, Presidente del Consiglio del Municipio XI.

Erano iniziati in gran segreto, ben prima del 2012, le operazioni di preparazione e scavo di una cava a Monti dell’Ortaccio che copriva in realtà la realizzazione di un sito alternativo dove sversare i rifiuti indifferenziati in sostituzione  dell’ormai colma discarica di Malagrotta, distante uno scarso centinaio di metri. Operazioni e scavi del tutto irregolari, effettuati fino ad arrivare alla falda acquifera tanto da far emergere un laghetto naturale, tuttora presente. Operazioni illecite come sostenevano da tempo i cittadini e smascherate, nel Settembre del 2012, dal Municipio XI e dalla Polizia di Roma Capitale che avevano sorpreso mezzi ad operare movimentazioni di terra e che avevano proceduto al fermo dei lavori ed alla denuncia alla Magistratura. Il fine di tutto questo era criminale, si puntava sulla totale inerzia delle Istituzioni, bloccate nel rimpallo di responsabilità tra l’allora Sindaco Alemanno e la Presidente della Regione Polverini sul dove fare la nuova discarica, per gettare Roma nell’emergenza e creare al contempo la “soluzione”: un meccanismo criminale smascherato dalla Procura.

Nonostante il parere tecnico contrario della Conferenza dei Servizi e la contrarietà politica espressa dal Municipio, dall’Assemblea Capitolina e dal Consiglio Regionale del Lazio, il 27 dicembre del 2012 il sito di Monti dell’Ortaccio aveva comunque ottenuto l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), dall’allora Commissario all’emergenza rifiuti romana, Goffredo Sottile per la realizzazione di una discarica provvisoria di 36 mesi. Tale autorizzazione era poi stata revocata tramite una determinazione della Regione Lazio (la n. G02364 del 28/02/2014) sia per l’assenza di adeguate garanzie finanziarie, sia perchè il sito non era considerato adatto dal punto di vista idrogeologico. Manlio Cerroni ha impugnato questa decisione ma, il TAR del Lazio il 29 Dicembre del 2014 ha respinto il ricorso, mettendo definitivamente la parola fine a questa annosa vicenda.

Nel frattempo, il Sindaco Marino si è insediato e nel Settembre 2013 ha provveduto alla chiusura di Malagrotta, escludendo Cerroni dalla  gestione romana dei rifiuti ed anticipando la Magistratura che, nel Gennaio del 2014, ha provveduto all’arresto dello stesso Cerroni con l’accusa, tra l’altro, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti. La città, adesso, seppur con fatica, sta andando verso una gestione del ciclo dei rifiuti che fa a meno di discariche ed inceneritori e che investe sul riciclo, il riuso e sulla raccolta differenziata estendendo sempre a più zone il “porta a porta”. Passaggi questi che sono andati avanti grazie ad un cambio di management di AMA ed alla dotazione di nuovi strumenti come quelli previsti nella delibera “Roma verso Rifiuti Zero”, approvata prima di Natale dall’Assemblea Capitolina.




Periferie in movimento

Nell’ambito del bando promosso dal Comune di Alessandria per stimolare la partecipazione della cittadinanza alla vita cittadina una risposta (e una proposta) è arrivata anche dall’associazione “Mondi Vitali”, realtà che si occupa di cultura e politica ispirata all’opera di Achille Ardigò. Ecco il loro progetto.

Ente proponente
Mondi Vitali-Associazione

Nome dell’iniziativa proposta
Periferie in movimento. Attivare dati e conoscenze per una’partecipazione consapevole

Obiettivi
progetto si propone di avviare un percorso partecipativo nel quartiere Cristo di Alessandria suddiviso in 3 step. Il primo step prevede una “passeggiata di quartiere” (PdQ) con il coinvolgimento di volontari, ricercatori, testimoni privilegiati provenienti dalle principali istituzioni e organizzazioni profit e non profit operanti nel quartiere. In questa fase sarà fondamentale l’apporto del gruppo “Alessandria Open Data”, che in questi anni ha creato un nuovo circolo di competenze sul territorio, importando idee da vari centri di competenza italiani e stimolando l’innovazione sociale nella città tramite la diffusione della c.d. “cultura del dato”.
La PdQ, quale strumento di ricerca partecipativa, sarà utile
1) a interpretare e integrare i dati disponibili e già organizzati grazie all’opera di Open Data;
2) a “interrogare” le banche dati rispetto ad esigenze informative non ancora sviluppate
3) a far emergere informazioni non disponibili. In questo contesto, verrà sviluppata la “mappatura” di iniziative, luoghi e strutture di aggregazione presenti nel territorio tramite l’inserimento di un nuovo livello informativo sulle cartografie di OpenStreetMaps. Quest’ultimo è un progetto collaborativo finalizzato a creare mappe a contenuto libero: esso punta a una raccolta di dati geografici, la cui caratteristica fondamentale è la disponibilità per l’accesso e l’uso da parte degli utenti.
Il secondo step prevede un’assemblea deliberativa, all’interno della quale una porzione di cittadini il più possibile rappresentativa ed eterogenea per età, genere, professione, estrazione socio-culturale discuteranno in maniera informata su temi rilevanti emersi nella ricerca preliminare, con il supporto di facilitatori appositamente formati e di esperti delle diverse tematiche.
Al termine di questo percorso (terzo step) sarà organizzato un seminario per condividere i risultati emersi e sarà messa a disposizione dei cittadini una infrastruttura informatica con dati e mappe del quartiere ricche di informazioni e segnalazioni. In occasione del seminario saranno presentati i due principali prodotti finali del progetto: 1) un rapporto sintetico che illustrerà i metodi e i processi del percorso partecipativo, ivi compresa la filiera di raccolta, esposizione e analisi del dato; 2) un sito web che aggreghi e visualizzi di informazioni geografiche e statistiche integrate e contestualizzate grazie alle conoscenze relative al territorio del quartiere in forza dell’attivazione di soggetti locali che hanno partecipato al processo.

Finalità
Il progetto si propone come fase preliminare nell’ambito di un piano di ricerca-intervento più ampio in un quartiere considerato “di periferia” per eccellenza. La definizione di periferia spesso si accompagna a una accezione negativa in forza di alcuni fattori:
– vasti insediamenti di residenzialità pubblica e “popolare”, con aree storicamente identificate come ad alta intensità di disagio sociale (ad es. via Gandolfi e le Casermette);
– presenza consistente di cittadini migranti;
– debole presenza di presidi pubblici e istituzionali;
– elementi di separazione fisica oltreché simbolica con il resto del tessuto urbano (nel nostro caso, la ferrovia, con i due attraversamenti del sottopasso e del cavalcavia).

A partire dall’istituzione delle “circoscrizioni” e poi, tendenzialmente negli ultimi 15 anni, le istituzioni hanno manifestato un’attenzione rinnovata verso questo quartiere. In particolare:
– è stata aperta la sede della circoscrizione, con un presidio della Polizia Municipale e dei servizi anagrafici;
– l’area è stata chiaramente identificata come “direttrice di espansione urbana”, con un consistente rilascio di autorizzazioni e progetti di edilizia, specialmente convenzionata, con ricadute per l’aspetto demografico;
– il quartiere è stato laboratorio di progettualità urbanistica (il villaggio fotovoltaico e il Contratto di Quartiere ne sono esempi)
– si sono insediati servizi di grande distribuzione commerciale, precedentemente pressoché assenti;
– è sorta una zona industriale interna (D4), oltre a quella storica della città (la D3), e una immediatamente limitrofa (Cantalupo/Castellazzo Bormida)-

La ricerca partecipata oggetto di questa proposta rappresenta la necessaria “fase pilota” di un maturo processo di promozione della partecipazione democratica dei cittadini. Il progetto ha dunque la finalità di
1) stimolare una discussione informata, ampia, aperta e inclusiva;
2) condividere e far circolare la conoscenza diffusa presso i cittadini rispetto alle problematiche del quartiere, nelle diverse sfaccettature attraverso le quali esse sono percepite dai cittadini, residenti e non;
3) avviare un percorso più ampio che preveda anche azioni condivise di intervento partecipato. Esso ha quindi una valenza propedeutica nell’ambito di un percorso più ampio che. veda poi una successiva fase di intervento con il coinvolgimentcy dei cittadini, attraverso forme già organizzate della società civile e gruppi -spontanei che vogliano organizzarsi.per agire con scopi comuni a favore. del miglioramento della vita dei quartiere.

L’idea è quella di sperimentare un modello che può essere anche in futuro-replicato in altri quartieri, nell’Ottica di promuovere in maniera più diffusa forrne nuove di partecipazione alla vita cittadina.

Ricaduta Territoriale
l processi partecipativi e deliberativi rappresentano una opportunità dal punto di vista dell’inclusione, della prevenzione del disagio e della coesione sociale, nonché un investimento di medio-lungo periodo per la qualità della vita dei cittadini.

Nel caso del quartiere Cristo un simile percorso partecipato può:
1) restituire una rappresentazione accessibile e co-costruita del quartiere e della sua complessità, fondata su dati quantitativi e qualitativi, introducendo nella costruzione di processi partecipativi cittadini elementi di consapevolezza rispetto al valore del dato e della sua disponibilità.
2) contribuire a distinguere gli oggettivi fattori negativi che si ripercuotono sulla popolazione (deprivazione economica e culturale, difficoltà di collegamento con il resto del tessuto urbano etc.) dalla percezione diffusa degli stessi;
3) far emergere i sistemi di risorse presenti – attive o latenti – nel quartiere (associazioni, reti di solidarietà, attività economiche e imprenditoriali), anche attraverso iniziative specifiche e replicabili come la PdQ;
4) stimolare, a fronte di analisi quali-quantitative rigorose, processi di informazione e partecipazione consapevole dei cittadini (anche di soggetti normalmente collocati ai margini della discussione pubblica) per delineare un possibile fùturo del quartiere in termini di obiettivi, interventi e relative priorità.

Eventuali partners
Il progetto è proposto dall’associazione Mondi Vitali – Gruppo di Alessandria, in collaborazione con il Centro di Cultura – Gruppo di operatori dell’Università Cattolica e il Gruppo Open Data Alessandria (www.associazionemondivitali; www.gocalessandria.it; alessandriaopendata.wordpress.com).

Indicazioni di eventuali esperienze simili già realizzate
Il team che promuove il presente progetto è da circa due anni impegnato, a vario titolo, in un importante percorso di partecipazione attivo nella città di Novara e denominato “SpeDD-Sperimentazione di percorsi di Democrazia Deliberativa”. Promosso da una onlus novarese in collaborazione con partner istituzionali (Comune, Università, Diocesi, ecc.) e del terzo settore (tra i quali il Centro di Cultura alessandrino) e finanziato dalla Fondazione Cariplo, SpeDD si propone di sperimentare a Novara (e, in particolare, in alcuni quartieri della città) un programma coordinato di interventi, volti a promuovere la partecipazione dei cittadini alle scelte e alle azioni collettive attraverso il metodo della deffiocrazia deliberativa. Questa esperienza (sulla quale maggiori dettagli all’indirizzo: www.spedd.it) si pone come precedente prezioso per il presente progetto. Infatti, gli strumenti che questo intende impiegare secondo quanto suesposto sono già stati sperimentati sia sul piano operativo (in termini di competenze disponibili e di attendibilità delle previsioni di costo, con essenziali effetti positivi sulla sostenibilità della presente proposta) sia su quello teorico.

Costi presunti
La durata del presente progetto è prevista in 12 mesi.
Le attività, secondo i principi e le pratiche (documentate e sperimentate nella loro efficacia) delle associazioni partner, saranno in gran parte svolte da persone che opereranno a titolo volontario. Si prevede un impegno medio per ciascun partecipante pari a circa 10 ore mensili.
I partner mettono altresì a disposizione le proprie sedi (in particolare quella del Centro di Cultura, in via inviziati 1 e la propria strumentazione. Le spese vive, relative all’organizzazione di incontri e all’acquisto della strumentazione non disponibile saranno sostenute mediante strumenti di autofinanziamento. Anche in tal caso il preventivo è pienamente sostenibile in ragione ‘dell’esperienza che sia il capofila sia i partner hanno sviluppato nell’ambito del fundraising (dalle cene solidali al crowdfunding).

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Progetto ecopark a Corviale

zero wasteprogetto di Eco-parco a Roma, proposta innovativa da inserire nell’ambito del concorso internazionale per la Rigenerazione di Corviale che sarà presentato da ATER Roma

progetto di ecopark a corviale




Crowdfunding, alcuni ce la fanno. Casi di successo nel mondo di startup e iniziative italiane

Negli ultimi due anni, diverse iniziative italiane hanno trovato i fondi per il proprio sviluppo su piattaforme italiane e, soprattutto, straniere. Abbiamo selezionato alcuni casi di successo secondo noi particolarmente significativi.

Il crowdfunding nelle sue varie forme (equity, reward, donation), soprattutto negli ultimi due anni, si è affermato come forma di finanziamento alternativa di successo, anche per iniziative italiane.

Ecco alcuni casi di successo “italiani”, prodotti, servizi, iniziative e perfino un film e un porgetto editoriale che abbiamo selezionato in base alla eclatante differenza del risultato rispetto all’obiettivo iniziale. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, la raccolta è avvenuta attraverso piattaforme non italiane.

Chupa-Mobile

Fondata a Roma nel Febbraio 2012 da Stefano Argiolas e Paolo De Santis, ma basata a Londra, Chupamobile è il primo Marketplace dove chiunque può acquistare Applicazioni e Giochi mobile professionali, pronti per essere personalizzati e distribuiti sugli App Store. Nel 2 Q 2014 ha lanciato una campagna di equity crowdfunding su crowdcube.com dove ha raccolto £740.000 da 122 investitori, a fronte di un target iniziale di £400.000.

La Fenice

La Fenice è stata fondata da un team di imprenditori milanesi ognuno dei quali da tempo opera a vario titolo nell’industria del caffé. La loro idea è quella di creare una macchina da caffé che sfrutti il principio dell’induzione elettromagnetica per fare sia il caffé espresso che quello americano. La macchina funziona con qualunque tipo di capsula e anche con il caffé macinato, risparmiando l’80% dell’energia elettrica rispetto a una normale macchina. La loro campagna di reward crowdfunding su Kickstarter, conclusa nel giugno 2014, ha raccolto $215.000 da 565 sostenitori, a fronte di un obiettivo iniziale di $70.000.

FABtotum

FABtotum è una stampante 3D open source, che permette di produrre da soli gli oggetti desiderati a un costo accessibile. E’ stata fondata da tre ragazzi del Politecnico che hanno costruito un prototipo di macchina che stampa in 3 dimensioni. Una specie di factotum, che usa plastiche o metalli leggeri. Da una scansione si ottiene una stampata del prodotto in materiale fisico. La campagna di reward crowdfunding su Indiegogo, conclusa a Ottobre 2013, ha raccolto la bellezza di $590.000 a fronte di un obiettivo iniziale di $50.000.

Ginkgo

Ginkgo è l’ombrello dal design innovativo – personalizzabile nei colori di ogni elemento, compresa la tela – realizzato interamente in polipropilene riciclabile al 100%, nato dall’idea del designer Federico Venturi e dell’ingegnere meccanico Gianluca Savalli, studenti del Politecnico di Milano, ai quali si è poi aggiunto l’ingegnere gestionale Marco Righi. La campagna attivata su Indiegogo nel 2013 ha raccolto un totale di $ 137,255 da parte di 5223 “finanziatori”, superando i primi due goal prefissati ($ 30,000 e $ 100.000).

Vivax

Mattia Ventura, romano di ventun anni, ha avuto l’idea di un laptop case indistruttibile e in grado di resistere a ogni tipo di condizione estrema: finire in mare, precipitare da un palazzo, essere schiacciato dalle ruote di un’automobile. Lo sviluppo di Vivax è stato finanziato con una campagna di reward crowdfunding si Kickstarter che ha raccolto €53.000 da 538 sostenitori a fronte dell’obeittivo iniziale di €20.000.

Festival del giornalismo di Perugia

Il Festival del Giornalismo di Perugia è stato salvato da una piattaforma di crowdfunding. Dopo aver annunciato la chiusura per mancanza di fondi, gli organizzatori hanno avuto l’idea di reperire i finanziamenti mancanti attraverso una piattaforma di crowdfunding dedicata, e realizzata attraverso il servizio offerto da Starteed, co-fondata da Claudio Bedino. La campagna è stata un successo: in 90 giorni sono stati donati €115.420 da 749 sostenitori. Poi si sono aggiunti altri sponsor, ma la cifra è stata essenziale per permettere alla macchina di ripartire.

Intuiti

Intùiti è una sintesi di Design, Tarocchi e Psicologia della Forma. Ogni carta rappresenta uno stimolo visivo, disegnato seguendo le teorie della Gestalt, il quale riprende un archetipo dei tarocchi classici. A differenza del brainstorming, è uno strumento non violento, che spinge a mettersi in discussione: si mescola il mazzo, si pesca una carta e ci si lascia ispirare dall’immagine. All’inizio del 2013 l’ideatore Matteo Di Pascale ha lanciato una campagna su Kickstarter raccogliendo quasi €50.000 da quasi 2.000 sostenitori, a fronte dell’iniziale obiettivo di circa €12.000.

Lumina

Lùmina, progetto editoriale italiano degli autori Emanuele Tenderini e Linda Cavallini, è un fumetto disponibile in italiano, francese e inglese, a metà tra Sci-Fi e fantasy, realizzato in stile euro-manga combinando il ritmo e i codici dei cartoons nipponici con la qualità estetica dell’animazione e dei videogame. Conclusa nel Maggio 2014, la campagna su Indiegogo ha raccolto €60.000 da 1631 sostenitori, rispetto all’obiettivo iniziale di €44.000.

Io sto con la sposa

Io sto con la sposa” è un docu-film che nasce dai tre registi Gabriele Del Grande, Antonio Augugliaro e Khaled Soliman Al Nassiry: hanno radunato alla stazione centrale di Milano una ventina di siriani e palestinesi intenzionati a raggiungere la Svezia per chiedere asilo-politico. L’avventura è durata tre giorni, con una fermata a Marsiglia e migliaia di chilometri percorsi in smoking, elegantissimi, a bordo di macchine lussuose prese a noleggio, con il timore di non farcela. E invece l’obiettivo è stato raggiunto: i profughi arrivati a Lampedusa sono riusciti a mettere piede a Stoccolma. Il film è stato finanziato con una campagna su Indiegogo che ha raccolto €98.000 rispetto ai €75.000 previsti, grazie a 2500 sostenitori.

Hydrojacket

Hydro Jacket è una giacca resistente a vento e acqua. Qual è la novità? Che è al 100% di cotone organico ed ecosostenibile. Luca Sburlati e un gruppo di professionisti torinesi, amanti dello sport, quattro anni fa in Norvegia, scoprono capi sportivi certificati bio e senza fibre sintetiche. Unico problema: quei capi sono brutti. Decidono così di produrre una linea analoga, ma ad alto contenuto di estetica e design e fondano N2r (si legge nature). La campagna su Kickstarter, terminata nel Gennaio 2014, ha raccolto €52.000 a fronte dei €40.000 previsti inizialmente.

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Edilizia popolare

L’area di Ponticelli è un territorio difficile, come spesso lo sono quelli dei comuni che formano la cintura suburbana delle grandi città e che stentano a ritrovare una loro identità storica e un tessuto sociale che li allontani dal destino di anonime periferie dormitorio.

Un tema di grande attualità (non a caso è stato scelto tra le tracce assegnate agli studenti che hanno affrontato gli esami di maturità quest’anno) che per il Senatore a vita e architetto Renzo Piano rappresenta la vera sfida urbanistica e architettonica dei prossimi anni:“
é fragile il paesaggio e sono fragili le città, in particolare le periferie dove nessuno ha speso tempo e denaro per far manutenzione. Ma sono proprio le periferie la città del futuro, quella dove si concentra l’energia umana e quella che lasceremo in eredità ai nostri figli. C’è bisogno di una gigantesca opera di rammendo e ci vogliono delle idee. […] Spesso alla parola “periferia” si associa il termine degrado. Mi chiedo: questo vogliamo lasciare in eredità? Le periferie sono la grande scommessa urbana dei prossimi decenni. Diventeranno o no pezzi di città?”.
Una importante opera di “rammendo” è stata completata a Ponticelli dall’Istituto Autonomo Case Popolari di Napoli che ha portato a termine i lavori del complesso di alloggi popolari in via De Meis, un intervento programmato nel lontano 2002 e avviato, con lo stanziamento dei fondi necessari nel 2010.I 158 alloggi realizzati rappresentano solo una boccata di ossigeno per uno dei territori dove la fame di case è più disperata: nella zona di Napoli i senza tetto censiti sono più di 1500 e oltre 17.000 persone hanno partecipato al bando indetto nel 2011 per l’assegnazione di alloggi popolari.Qualità degli alloggi ed efficienza energetica
Il nuovo nucleo residenziale di Via De Meis è stato progettato con attenzione alla qualità globale del complesso: gradevoli gli affacci su aree verdi, ampi gli spazi delle unità abitative, con una razionale suddivisione tra zone giorno e nottee la presenza di doppi servizi.
Grande attenzione anche all’efficienza energetica degli edifici con l’adozione di strutture opache efficacemente isolate. Per i circa 25.000 metri quadrati di facciate è stata adottata la tecnica dell’isolamento a cappotto applicato direttamente alle murature in laterizio che compongono le pareti perimetrali. I vantaggi di questa tecnica applicativa, sempre più diffusa sia nelle nuove costruzione e sia nelle opere di ristrutturazione, consentono di:- dimensionare correttamente lo spessore del materiale isolante in assenza di vincoli determinati dalla necessità di limitare la riduzione dei volumi abitativi tipici degli isolamenti applicati dall’interno,
– migliorare il comfort abitativo sia in estate che in inverno; la massa delle strutture, concentrata verso il lato interno, offre i maggiori benefici di inerzia termica e le pareti si raffreddano e si riscaldano più lentamente,
– eliminare le dispersioni determinate dai ponti termici in corrispondenza di pilastri e solai,
– evitare i fenomeni di muffe e condense all’interno degli ambienti,
– proteggere le strutture dell’edificio dagli sbalzi termici garantendone una maggiore durata,
– adottare tipologie di pareti a muratura singola economicamente molto vantaggiose rispetto a soluzioni in doppia muratura con isolamento posto in intercapedine.

Tra i materiali isolanti di possibile impiego in un sistema a cappotto la scelta progettuale ha selezionato i pannelli in poliuretano espanso STIFERITE Class SK specificatamente sviluppati per gli isolamenti in sistema ETICS (External Thermal Insulation Composite System) ed impiegati all’interno di numerosi sistemi certificati ETA (European Technical Approval – Benestare tecnico europeo) sulla base delle prescrizioni prevista dalla Guida EOTA – ETAG 04. L’utilizzo dei pannelli STIFERITE Class SK ha permesso, rispetto a soluzioni alternative, di ottenere elevate prestazioni ed interessanti economie di sistema grazie a:

– riduzione degli spessori di materiale isolante necessario ad ottenere le prestazioni prefissate e conseguente riduzione dei tempi e degli oneri relativi alla movimentazione in cantiere e alla messa in opera
– limitazione del peso dell’intero sistema grazie alla massa contenuta dei pannelli in schiuma poliuretanica (35 kg/m3)
– minore incidenza del costo degli accessori necessari al montaggio e alla finitura del sistema (tasselli più corti, profili di contenimento di minore spessore, soglie e davanzali delle aperture meno profondi
– stabilità nel tempo delle prestazioni di isolamento termico, stabilità dimensionale e resistenza meccanica
– maggiore resistenza alle alte temperature determinate dall’irraggiamento
– ottime prestazioni di reazione al fuoco del sistema (ottenibile l’Euroclasse B s1 d0)
– limitato impatto ambientale grazie alla riduzione dei volumi e dei pesi dei materiali coinvolti e alla limitazione degli impatti determinati dai trasporti.

Le fasi di realizzazione del sistema a cappotto con STIFERITE SK negli edifici del comparto di Via De Meis hanno rispettato le linee guida definite dall’associazione europea EAE (European Association for External Thermal Insulation Composite Systems) e dal consorzio CORTEXA, il consorzio italiano per la cultura del Sistema a Cappotto a cui aderisce STIFERITE in qualità di Main Partner.

I pannelli termoisolanti STIFERITE Class SK sono stati posti in opera, a giunti sfalsati, con malta adesiva cementizia distribuita lungo il perimetro del pannello e per punti centrali e successivofissaggio meccanico mediante tasselli plastici in corrispondenza di tutti gli spigoli di ogni pannello e di due punti centrali. Nelle fasi successive si è proceduto all’applicazione di rasatura sottile con malta cementizia rinforzata in cui è stata annegatauna rete di armatura in fibra di vetro con appretto antialcalino. Lo strato armato è stato completato con una successiva rasatura e con l’applicazione di uno strato continuo di rivestimento granulato.

Le caratteristiche prestazionali delle schiume poliuretaniche sono state valorizzate anche nella fasi di isolamento degli 8000 metri quadrati di coperture piane che hanno previsto l’impiego del pannello STIFERITE Class B, destinato principalmente alle opere di coibentazione delle coperture sotto manti impermeabili bituminosi.

Nella prima fase dei lavori le coperture erano state realizzate con solai in laterocemento, strato di pendenza ed una prima impermeabilizzazione destinata a proteggere dalle precipitazioni le coperture fino al completamento delle opere. Si è quindi optato per il mantenimento in sede della membrana di sicurezza su cui è stata applicata:

– una barriera al vapore, con trattamento al textene per consentire sia l’adesione verso il piano di posa sia l’incollaggio dei pannelli isolanti mediante sfiammatura
– lo strato isolante in pannelli STIFERITE Class B
– un manto impermeabile in membrane bituminose con strato a finire in saglie di ardesia.

Oltre alle eccellenti prestazioni isolanti anche altre caratteristiche del pannello STIFERITE Class B hanno svolto una funzione determinate per la qualità dell’intera applicazione, tra queste soprattutto la resistenza alla alte temperature, sia in fase applicativa sia in fase di esercizio, ed il rivestimento in vetro bitumato che agevola una perfetta e stabile adesione dei pannelli all’elemento di tenuta.

Dati Cantiere
158 alloggi in edilizia residenziale pubblicaPonticelli – comparto Via De Meis (NA)

Tipo di intervento: Adeguamento sismico e completamento
Ente Appaltante: Istituto Autonomo Case Popolari di Napoli
Progettista: T.ec.a – Promoproject srl – Ing. Stefano Senes Napoli
Responsabile del procedimento: Dirigente settore tecnicoIng. Francesco Bellinetti
Direttore dei Lavori: Ing. Guido Peduto
Direttore Operativo: Geom. Giuseppe Orefice
Collaudatori in corso d’opera Ing. L. Ghezzi e Ing. A. Valeriani
Impresa Appaltatrice: A.T.I. Fin Consorzio – Roma
Impresa Specializzata: MV EDIL ASFALTI – Massa di Somma NA

Isolamento termico facciate con soluzione a cappotto
Stiferite Class SK spessore mm 40 e 50
Metri quadrati complessivi: 25.000

Isolamento termico copertura
Stiferite Class B spessore 60 mm
Metri quadrati complessivi: 8.000

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