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Horizon 2020: 15 bandi aperti per l’innovazione sociale

Presentate a dicembre, nell’ambito del pilastro “Sfide nella Società” del Programma Horizon 2020, sono quindici le forme di finanziamento diretto che vi segnaliamo come un’opportunità da non perdere per città, centri di ricerca, università ma anche attori privati come imprese, associazioni e cooperative sociali . I bandi finanziano quasi totalmente gli interventi, ma richiedono un elevato livello di innovatività nelle azioni proposte: alcuni infatti sono destinati a finanziare anche solo cinque o sei progetti.

E’ richiesta una forte capacità sia progettuale che di gestione agli enti che intendono partecipare con l’obiettivo di sviluppare soluzioni innovative ed efficaci in collaborazione con i partner europei.

Di seguito le quindici opportunità finanziarie più interessanti, i cui termini scadono tra aprile e maggio:

Le città che cambiano tra partecipazione e innovazione sociale

1. Strengthening the knowledge and capacities of local authorities MG-5.4-2015
Scadenza: 23/04/2015
Il bando finanzia proposte progettuali dai 2 ai 4 milioni di euro e punta a creare un impatto maggiore soprattutto nelle regioni dove il tema dei trasporti urbani puliti non è ancora centrale per l’economia locale.
Le proposte dovranno focalizzarsi su due ambiti principali: tecniche e strumenti utili per la preparazione di Piani per la mobilità urbana sostenibile, capaci di integrarsi con il resto delle politiche urbane attraverso il coinvolgimento dei cittadini e dell’intera amministrazione locale, e pianificazione e della realizzazione di misure innovative in materia di mobilità sostenibile, con particolare attenzione alla loro sostenibilità finanziaria e alla creazione di modelli innovativi di business.

2. ICT-enabled open government INSO-1-2015
Scadenza: 28/05/2015
Il bando si focalizza sulla creazione di nuovi servizi a partire dall’utilizzo di tecnologie innovative per favorire l’open government e la partecipazione dei cittadini al governo del territorio.
Attraverso la creazione di reti fra città e stakeholder già attivi in questo campo, saranno individuati sistemi e applicazioni utili per rafforzare la trasparenza dei processi decisionali. Il bando finanzierà inoltre la creazione di servizi innovativi, personalizzati e accessibili attraverso piattaforme mobili e l’utilizzo di open data.
Saranno quindi finanziati progetti fra uno e tre milioni di euro, nell’ambito dei quali sarà necessario indicare l’impatto socio-economico sul territorio da raggiungere attraverso una semplificazione burocratica e l’introduzione di nuovi servizi e applicazioni tecnologiche.

3. Social innovation Community INSO-5-2015
Scadenza: 28/05/2015
La creazione di un terreno comune fra esperti settoriali e la definizione di figure (come i “facilitatori locali”) e strategie per la diffusione di ricerche e innovazione sul piano locale figura tra le azioni principali del bando che finanzia progetti fino a tre milioni di euro.
Il bando punta quindi a favorire la replicabilità su scala più ampia di iniziative urbane di innovazione sociale, contribuendo così in pratica a chiarire tale formula favorendo al contempo una nuova spinta alla crescita dei territori.

Le città tra efficienza energetica e sostenibilità finanziaria

4. Project development assistance for innovative bankable and aggregated sustainable energy investment schemes and projects EE-20-2015
Scadenza: 4/06/2015
Il bando finanzia azioni di studio e assistenza tecnica per favorire la realizzazione di grandi investimenti locali nel campo dell’efficienza energetica. Decisivo il coinvolgimento di una pluralità di attori, dalle città alle imprese, per la definizione di interventi su vasta scala che saranno testati grazie al finanziamento del bando.
Il bando finanzia interventi da 500 mila a due milioni di euro, a condizione che per ogni milione di euro ottenuto da Horizon 2020 sia possibile sostenere mobilità di investimenti almeno per 15 milioni.

5. Demand response in blocks of buildings EE-06-2015
Scadenza: 4/06/2015
L’attivazione di sistemi di gestione energetica intelligente nei quartieri urbani è il tema del bando che finanzia soluzioni innovative e in linea con smart grid e standard che emergono dalla direttiva europea del 2012 sull’efficienza energetica.
I progetti finanziati andranno da un minimo di tre a un massimo di cinque milioni di euro.

6. New ICT-based solutions for energy efficiency EE-11-2015
Scadenza: 4/06/2015
Il coinvolgimento dei cittadini verso un cambiamento delle abitudini in materia di consumo energetico rappresenta la sfida che le azioni finanziate dal bando intendono cogliere attraverso lo sviluppo e la diffusione di applicazioni per smartphone e tablet. Il bando finanzia soluzioni che uniscono l’uso delle nuove tecnologie al rilevamento di informazioni sui consumi energetici dei cittadini, ricavabili sia dai contatori intelligenti che persino dai social network.
Gli interventi promossi dal bando, che finanzia progetti tra 1,5 e 2 milioni di euro, saranno testati in edifici di interesse pubblico e in spazi di social housing.

7. Technology for district heating and cooling EE-13-2015
Scadenza: 4/06/2015
Il bando punta all’integrazione tra fonti differenti di energia con particolare attenzione alle energie rinnovabili. Oltre a promuovere una maggiore efficienza nelle tecniche di realizzazione di tali sistemi, il bando finanzia l’ottimizzazione delle soluzioni strategiche e di controllo per ridurre gli sprechi e migliorare le modalità di consumo energetico.
Attraverso i nuovi progetti, finanziati dal bando con stanziamenti tra 1,5 e 2 milioni di euro, si punta a ridurre il consumo energetico per tali operazioni dal 30 al 50% rispetto ai livelli attuali.

Le nuove soluzioni per le smart city

8. Smart Cities and Communities solutions integrating energy, transport, ICT sectors through lighthouse (large scale demonstration – first of the kind) projects SCC-01-2015
Scadenza: 5/05/2015
L’integrazione tra sistemi innovativi di teleriscaldamento e teleraffreddamento con le più ampie strategie di innovazione urbana per la smart city è il tema del bando che finanzia progetti pilota in partenariati contenenti almeno tre città. A tali contesti urbani, già dotati di infrastrutture tecnologiche all’avanguardia si affiancheranno due o tre città “follower” (una per ogni paese coinvolta) che intendono replicare le attività sperimentali messe in piedi dalle città-guida.
Il bando finanzia quindi progetti su vasta scala, dai 18 ai 25 milioni di euro, suddivisi in rimborso dei costi ammissibili e costi unità per metro quadro calcolati direttamente negli edifici dove saranno testate le soluzioni elaborate dai progetti.

9. Development of system standards for smart cities and communities solutions SCC-03-2015
Scadenza: 5/05/2015
La definizione di tecnologie e sistemi standard per l’innovazione urbana rappresenta l’obiettivo del bando che favorisce l’identificazione di soluzioni tecnologiche adattabili a diversi contesti economici e sociali. Allo stesso tempo sarà assicurata una rilevazione uniforme di set di dati attraverso standard comuni e misurazioni dei risultati, in stretto coordinamento con gli esiti dei bandi su Smart Cities and Communities solutions integrating energy, transport, ICT sectors through light house projects
Ogni progetto sarà finanziato da 500mila a un milione di euro e costituirà un deciso avanzamento verso un quadro europeo in materia di smart cities and smart communities.

Le città fra ricerca e innovazione

10. Innovation ecosystems of digital cultural assets REFLECTIVE-6-2015
Scadenza: 28/05/2015
La creazione di ecosistemi locali di innovazione basati sulle risorse digitali che consentono l’accesso ai beni culturali è il tema promosso dal bando, che introduce nuove modalità di comprensione e produzione di conoscenza in Europa.
I progetti, finanziati dai due ai quattro milioni di euro ciascuno, favoriranno la creazione di nuove reti tra studiosi, professionisti dell’ICT e operatori culturali.

11. Topic: The young as a driver of social change YOUNG-4-2015
Scadenza: 28/05/2015
Il ruolo dei giovani come agenti di innovazione e cambiamento sociale nell’organizzazione degli spazi urbani e, più in generale, della vita economica e sociale dei territorio è al centro del bando che finanzia azioni di ricerca capaci di porsi alla base di una nuova tipologia di politiche pubbliche in favore dei giovani. Il bando finanzia progetti che vanno da 1,5 a 2,5 milioni di euro.

12. Topic: Meeting new societal needs by using emerging technologies in the public sector EURO 6 – 2015
Scadenza: 28/05/2015
L’applicazione delle nuove tecnologie per un miglioramento del settore pubblico, capace di coniugare partecipazione, efficienza e riduzione dei costi, è il tema affrontato dal bando. I progetti, finanziati dal bando dai 2 ai 5 milioni di euro, studieranno l’impatto sulle pubbliche amministrazioni dell’utilizzo di innovazioni come il web 3.0, l’internet delle cose, open data e interoperabilità semantica.

13. European cohesion, regional and urban policies and the perceptions of Europe REFLECTIVE-3-2015
Scadenza: 28/05/2015
Il bando finanzia studi e ricerche comparative sull’applicazione delle politiche di coesione europee, le differenze storiche, culturali e amministrative tra le regioni e il contributo delle politiche regionali per favorire l’integrazione delle società europee. Principali destinatari del bando, che finanzia progetti da 1,5 a 2,5 milioni di euro, sono centri di ricerca, università, associazioni e autorità pubbliche.

14. The cultural heritage of war in contemporary Europe REFLECTIVE-5-2015
Scadenza: 28/05/2015
Esplorare l’eredità culturale della Guerra nell’Europa contemporanea attraverso un’azione di ricerca multidisciplinare e comparativa è quanto intende favorire il bando, che si concentra sulla mappatura di esperienze legate all’impatto sui territori dei diversi conflitti avvenuti negli ultimi secoli in Europa.
I progetti, finanziati da 1,5 a 2,5 milioni di euro, approfondiranno il ruolo dei conflitti nella creazione delle identità nazionali e locali.

15. ERA-NET on Smart Urban Futures EURO-5-2015
Scadenza: 28/05/2015
Sostenere la creazione di città più sostenibili e inclusive a partire da un’azione di ricerca che individui elementi di forza e di debolezza dei processi di sviluppo urbano è l’obiettivo del bando che finanzia studi comparativi su esperienze realizzate in città e regioni europee. Il bando selezionerà una sola fra le idee progettuali presentate, fino ad un massimo di cinque milioni di euro.

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Internet delle cose, un mercato da 1700 mld di dollari al 2019

Business Insider: l’Internet of Things diverrà in 4 anni il più grande mercato al mondo, grazie agli usi governativi e domestici (smart home). La sfida è migliorare la sicurezza dei device

Da diversi anni a questa parte innovazione fa rima con interconnessione. E il futuro andrà sempre più in questa direzione. Il mercato del cosiddetto ‘Internet of Things’ (IoT) sta crescendo in modo esponenziale, trainato dallo sviluppo tecnologico ma sopratutto da una sempre maggiore consapevolezza, di consumatori e aziende, dei vantaggi ottenibili dalla connettività diffusa.
Secondo un recente report di BI Intelligence, servizio di ricerca di Business Insider, l’Internet delle cose sarà il più grande mercato al mondo, il cui valore entro il 2019 sarà più del doppio di quello generato da smartphone, pc, tablet, automobili connesse e tecnologie indossabili. Parliamo di un valore di circa 1700 mld di dollari, che includerà  hardware, software, costi di installazione, servizi di gestione.

La smart home farà da traino al mercato IoT

Il numero degli oggetti connessi venduti sarà di 6,7 miliardi nel 2019 con un tasso annuo di crescita del 61%. Le entrate generate dalla vendita dell’hardware sarà pari ad appena l’8% delle entrate totali generate dall’IoT. A guidare lo sviluppo della tecnologia sarà il settore del business, che attualmente detiene una quota di mercato del 46%, ma nei prossimi anni cresceranno notevolmente gli utilizzi in campo governativo (destinato entro il 2019 a diventare il mercato leader, quello con più dispositivi connessi) e domestico, dove lo scenario di smart home diventa di anno in anno sempre più reale.

Il problema della sicurezza
Se i vantaggi più evidenti dello sviluppo dell’IoT sono legati all’efficienza, alla facilità di utilizzo dei dispositivi e a un abbattimento dei costi, i maggiori limiti sono legati alla sicurezza (leggi). Perché ‘mettere in rete’ alcuni dati personali e sensibili significa anche renderli vulnerabili ad attacchi esterni.
L’industria sta infatti concentrando i propri sforzi, conclude lo studio, su due fronti: quello del miglioramento della sicurezza dei device e quello di una maggiore standardizzazione e compatibilità dei sistemi.

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SVILUPPO GREEN ECONOMY: LA NOTA DI LETTURA DEL SENATO

Il Servizio Studi del Senato della Repubblica ha pubblicato la nota di lettura riguardante “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”. Il documento, già approvato dalla Camera dei Deputati, è articolato in XI capi, ognuno dei quali affronta uno specifico settore della green economy. Una riflessione particolare la merita il Capo IV, che si interessa di green public procurement. L’articolo 10, recante disposizioni per agevolare il ricorso agli appalti verdi, interviene sulla disciplina delle garanzie a corredo dell’offerta nei contratti pubblici, di cui all’art. 75 del Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, al fine di prevedere la riduzione del 30% dell’importo della garanzia, e del suo eventuale rinnovo, per gli operatori economici in possesso di registrazione al sistema di ecogestione e audit EMASo e una riduzione del 20% per quelli con certificazione ambientale ai sensi della norma tecnica UNI EN ISO 14001, nonché per gli operatori in possesso del marchio di qualità ecologica dell’Unione europea Ecolabel, in relazione ai beni o servizi che costituiscano almeno il 50 per cento del valore dei beni e servizi oggetto del contratto stesso. Nei contratti relativi a lavori, servizi o forniture l’importo della garanzia, e del suo eventuale rinnovo, è ridotto del 15 per cento per gli operatori economici che sviluppano un inventario di gas ad effetto serra ai sensi della norma UNI EN ISO 14064-1 o Carbon footprint di prodotto ai sensi della norma UNI EN ISO/TS 14067. All’articolo 12, invece, vengono identificati i criteri ambientali minimi negli appalti pubblici per le forniture e negli affidamenti di servizi. La norma, modificata dalla Camera dei deputati, disciplina con l’introduzione dell’articolo 68-bis nel Codice dei contratti l’applicazione dei “criteri ambientali minimi” (CAM) negli appalti pubblici di forniture e negli affidamenti di servizi nell’ambito delle categorie previste dal Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione (PANGPP). In particolare, la norma prevede l’obbligo per le amministrazioni pubbliche, incluse le centrali di committenza, di contribuire al conseguimento degli obiettivi ambientali attraverso l’inserimento, nei documenti di gara relativi ai predetti appalti e affidamenti, almeno delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenute nei decreti ministeriali adottati in attuazione del PANGPP. L’articolo 13, infine, presenta una ulteriore specificazione rispetto a quanto stabilito dall’articolo precedente perchè reca ulteriori disposizioni volte all’applicazione dei criteri ambientali minimi (CAM) nei contratti pubblici. Nello specifico, il comma 1 e 1-bis integrano le competenze dell’Osservatorio dei contratti pubblici assegnando all’Osservatorio il monitoraggio dell’applicazione dei criteri ambientali minimi disciplinati nei relativi decreti ministeriali e del raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica amministrazione (PANGPP), senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Il comma 2, modificando l’articolo 64, comma 4-bis,del Codice dei contratti pubblici, prevede che i bandi-tipo, sulla base dei quali sono predisposti i bandi da parte delle stazioni appaltanti, devono contenere indicazioni per l’integrazione dei criteri ambientali minimi. Il comma 3, nel modificare l’articolo 83, comma 1, lettera e), del Codice dei contratti pubblici, integra i criteri di valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, relativamente alle caratteristiche ambientali e al contenimento dei consumi energetici e delle risorse ambientali, specificando che tali criteri devono riferirsi anche al servizio, e non solo al lavoro e al prodotto, e che, quanto al prodotto, occorre tenere conto anche delle “specifiche tecniche premianti” previste dai criteri ambientali minimi.

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Il lavoro «alla spina». Modernità e opportunità

La copertina con cui l’Economist ha inaugurato il 2015 non passa inosservata: un rubinetto dal quale esce un getto di lavoratori autonomi (dai tassisti, agli addetti alle pulizie, ai manutentori) e di liberi professionisti (dai consulenti di direzione ai medici, passando per avvocati e commercialisti), disponibili su chiamata a prestare la loro opera per fare ciò che serve, quando serve e finché ce n’è bisogno.

Ad aprire il rubinetto, ci pensa una nuova generazione di imprese, con le competenze per intercettare la domanda di servizi di ogni tipo e per soddisfarla con una rete capillare di freelance qualificati, attivata e coordinata dalla potenza di connessione delle app per smartphone.

Si chiama «on-demand economy», sta ridefinendo il funzionamento dell’economia dei servizi in tutto il mondo e, con lo sbarco di Uber a Padova, ha fatto breccia anche in Veneto. Tutto fa pensare che siamo di fronte all’ennesimo fenomeno dirompente per il lavoro. Per i prestatori di servizi sarà come esternalizzare la funzione commerciale.

I più giovani ne trarranno vantaggio: entrano subito nel network di un operatore specializzato, aumentano la probabilità di incrociare richieste di servizi coerenti con le loro competenze ancora acerbe e così fanno rapidamente esperienza.
Per i lavoratori autonomi e i professionisti più anziani, esposti al rischio di essere messi fuori mercato dall’età e dalle innovazioni, l’accesso al portafoglio clienti dell’intermediario è la via più semplice per raggiungere l’età della pensione.

Per quelli che si rifiuteranno di lavorare «alle dipendenze di un’anonima app» per rimanere ostinatamente indipendenti, la via maestra è differenziare il portafoglio di servizi con soluzioni più qualificate o più economiche della concorrenza: qualunque sarà la modalità scelta, i clienti ringrazieranno.

A dirla tutta, esiste anche un’altra strada da esplorare: mettersi nella scia della «on-demand economy» e avviare forme di imprenditorialità collaborativa, con l’obiettivo di condividere la funzione commerciale invece di affidarla ad altri e perderla per sempre.

In Veneto, esistono già esperienze positive di network territoriali di esperti e professionisti. Queste reti saranno tanto più competitive quanto prima faranno propri i nuovi modelli di gestione e di coordinamento.
Non si tratta di scimmiottare i grandi operatori emergenti, ma di individuare con cura i leader a cui ispirarsi e poi scegliere le pratiche da imitare (e da adattare). È una strategia nobile: copiare da uno è plagio, ma copiare da tanti è ricerca.

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NYT e altre testate esplorano uso droni

Il prossimo premio Pulitzer potrebbe vincerlo un drone. Nuove frontiere del giornalismo: un gruppo di illustri dieci testate americane tra cui New York Times, Washington Post e l’agenzia di stampa Ap hanno creato un consorzio per sperimentare l’uso di piccoli velivoli senza pilota nella raccolta delle notizie.

I test – si legge in un comunicato – prevedono una serie di scenari realistici in cui le testate potrebbero far uso dei droni incorporandone l’impiego nelle pratiche quotidiane del giornalismo. Saranno condotti in collaborazione con il Virginia Tech, il politecnico della Virginia celebre per una celebre strage a scuola nel 2007, a cui fa capo uno dei centri autorizzati dal Congresso per assistere la Federal Aviation Administration a formulare regolamenti per integrare i droni nello spazio aereo nazionale.

“L’AP e’ eccitata all’idea di partecipare con altri importanti mezzi di informazione nell’esplorazione dell’uso responsabile dei droni per migliorare la nostra comprensione di fatti correnti”, ha detto il direttore della fotografia dell’agenzia di stampa Santiago Lyon.

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Manifestazione contro l’internalizzazione delle biblioteche di Roma

26 GENNAIO ORE 9.30 BIBLIOTECA RISPOLI
PIAZZA GRAZIOLI (VICINO PIAZZA VENEZIA)

INTERNALIZZAZIONE DELLE BIBLIOTECHE DI ROMA : UNA PROPOSTA NATA SENZA UN CONFRONTO

Il CdA dell’Istituzione Biblioteche di Roma, riunito questa mattina in via Zanardelli, esprime all’unanimità la sua opposizione all’ipotesi di internalizzazione dell’Istituzione.

Questa proposta determina, infatti, per le Biblioteche di Roma, un forte cambiamento di identità con la perdita della sua autonomia progettuale, interrompendo di colpo un’esperienza che ha dato nel tempo risultati positivi sia sul piano della gestione economica che della qualità dei servizi.

Il CdA non può quindi accettare che una formula che ha funzionato, ed è stata una conquista maturata con un ampio dibattito culturale, venga ora liquidata con un gesto unilaterale, senza confronto con le parti in causa e senza ascoltare il suo parere, dopo essere stato chiamato, tra l’altro, proprio dalla stessa amministrazione comunale ad offrire la propria competenza.

Il CdA non è convinto delle motivazioni di “economicità e convenienza”, con cui è stata sostenuta la decisione. Chiede comunque che vengano dimostrate.

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L’internalizzazione priva le biblioteche del loro slancio progettuale senza reali benefici di economicità. I presìdi culturali che esse rappresentano non possono essere gestiti senza riconoscerne lo specifico irriducibile.

In conclusione il CdA convoca per Lunedì 26 alle ore 9.30, presso la Biblioteca Rispoli di Piazza Grazioli un’Assemblea cittadina a cui chiama a partecipare le rappresentanze sindacali, i capigruppo dell’Assemblea capitolina, i componenti della Commissione Cultura, gli amministratori dei Municipi, i lavoratori delle Biblioteche e i cittadini stessi.
Il CdA sarebbe molto lieto di poter contare sulla presenza dell’Assessora alla Cultura Giovanna Marinelli e della Assessora al Bilancio Silvia Scozzese.

Michela De Biase, Presidente della Commissione Cultura ha già confermato la sua partecipazione.

Il CdA dell’Istituzione Biblioteche di Roma Capitale

IO DICO NO.
Come Consigliera del CdA dell’Istituzione Biblioteche ora non dirò nulla. Attendo di condividere le parole pubbliche con i miei colleghi e soprattutto con la Presidente.

Ma sono Consigliera perché sono stata eletta come cittadina, perché riconosciuta (forse) capace di rappresentare, come presidente di un’associazione dedicata a promuovere la lettura, ciò che le biblioteche sono chiamate a fare per il territorio e quindi ho un’opinione precisa su questa decisione annunciata di “internalizzare l’Istituzione Biblioteche” mandando a casa il CdA, l’autonomia progettuale, una storia di 18 anni che è stata sempre e solo una crescita. Cosa che nessuna delle altre idee/aziende comunali può vantare: la crescita.
Perché la storia dell’Istituzione Biblioteche è un vanto per la Città, dal 1996 anno di sua fondazione; è una storia che rende onore al lavoro culturale in quanto dà valore al singolo bibliotecario che vi opera quanto al singolo utente che vi accede.
Ma soprattutto dà valore al territorio che non è un concetto astratto e nemmeno un’idea universale ma tante specificità concrete e un insieme articolato di esigenze..
Ora ci si dovrebbe fermare tutti, sindacati, giunta, commissioni varie e chiedersi perché una macchina culturale capace di produrre senso debba essere smantellata. Perché una crescita dimostrabile in numeri di utenza, prestiti, attività, sedi e metri quadri, che definiscono profili reali di efficienza e di vitalità, debba cambiare gestore. “Costa troppo questa macchina culturale, bisogna risparmiare” – questa la sentenza. “La soluzione è affidare al Dipartimento Cultura, competente e più bravo a risparmiare, tutta la baracca”. Ma il piano reale di risparmio non viene tracciato. Si risparmia e basta. Sicuramente non si risparmia buttando a mare il CdA appena eletto: nessuno di noi prende soldi. Quindi dove e come si risparmia? E da quando il Risparmio è la Visione di un’azione culturale?
Ho il sospetto che la competenza reale di cui ci si vanta è quella del saper far di conto, l’unica “sapienza” che sembra avere ragioni e ragionieri in questo piccolo mondo di roma ex capitale.
Ancora una volta la Cultura si trova faccia a faccia con la Ragioneria. Che non è più vera delle cosiddette “finzioni culturali” perché anch’essa si basa su strutture narrative quando cambia capitoli di spesa per “fingere” risparmi.
Una volta la lotta era più nobile perché la Ragion di Stato non faceva i conti della serva ma disegnava visioni del mondo.
Temo che l’Inverno sia arrivato e che quei granai costruiti con cura rischino di perdere il senso stesso della loro missione: erano lì per indicare a tutti che il Mondo è vasto non per ridurlo all’ombra di pochi.
Le Biblioteche sono presidi culturali…così si dice: “presidi”, sa di strutture militari, di stanziamenti, di fortezze. No, le biblioteche per me sono persone che leggono, persone che s’incontrano, persone che imparano, persone che sanno, sono silenzi e parole: i mattoni immateriali con cui si costruiscono le persone. E le persone non sono né stanziamenti né stanziali.
Mi dispiace tanto: l’Istituzione Biblioteche era una visione, imperfetta nel suo realizzarsi ma mai più in basso dei suoi sogni.
Non c’è Dipartimento fatto di funzionari che possa avere questa stessa “esigenza”. La grammatica è cosa diversa dalla Letteratura.
Io sono costretta a stare dalla parte degli offesi.




INVITO > Donne di Carta consiglia

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Mappe d’Italia, il progetto che vede la qualità del futuro

Un’analisi che alla tradizionale dimensione del bilancio dello stato dell’arte unisce quello delle potenzialità, arrivando così a quantificare e tracciare, per i territori, la capacità di produrre innovazione e “qualità del futuro”. Un po’ come, per utilizzare una metafora sportiva, scovare i talenti destinati a diventare campioni. Il progetto si chiama “Mappe d’Italia” ed è promosso dall’Istituto Nazionale di Urbanistica. 

Attualmente si trova nella fase sperimentale ed è concentrato sull’area emiliano – romagnola (coinvolti, tra gli altri, i Comuni di Reggio Emilia, Cervia e Imola) ma una volta messi a punti gli indicatori e “rodato” il processo valutativo sarà possibile estenderlo, in prospettiva, a tutto il territorio nazionale. Le possibili applicazioni sono notevoli: i risultati del lavoro potranno essere utilizzati, ad esempio, dalle aziende che vorranno impostare investimenti a lungo termine e che hanno necessità di tenere conto delle potenzialità di sviluppo di un territorio e dallo Stato e dalle sue articolazioni che, in tempi di risorse finanziarie sempre più magre, hanno assoluto bisogno di ottimizzare l’efficacia della spesa. Le “Mappe d’Italia” potranno essere inoltre un utile punto di riferimento per individuare difetti e margini di miglioramento, e correggere le storture. Per valutare i territori nella dimensione della prospettiva e delle traiettorie di sviluppo, si terrà conto di fattori come la sostenibilità ambientale e sociale, la resilienza, i paradigmi smart.

Non è detto che le città e i territori dove le ricerche tradizionali individuano tassi più alti di qualità della vita siano quelli in grado di mantenere la leadership in futuro, così come non è dato sapere, con gli strumenti attuali, quali sono quelli ora nelle parti inferiori delle classifiche ma che stanno sviluppando da ora le capacità di ripresa. “Mappe d’Italia” si prefigge proprio questo.

Spiega Gianluca Cristoforetti, responsabile del progetto: “L’obiettivo è la mappatura relativa alla capacità dei territori di immaginare la ‘qualità del futuro’ provando a superare il concetto per cui la qualità della vita (analisi della situazione presente) possa essere anche e necessariamente qualità del futuro. Mappare l’importanza della pianificazione del buon uso dei beni comuni, ad esempio, o delle strategie che provano a mettere le comunità al centro dei processi decisionali. Questo, al di là degli slogan tipo ‘zero consumo di suolo’, permetterebbe di tracciare realmente le traiettorie di sviluppo dei territori mettendo a sistema qualità dell’ambiente, resilienza, paradigma smart e sostenibilità sociale”.

Cristoforetti sottolinea che le novità del progetto risiedono nella “valorizzazione di un patrimonio straordinario del nostro Paese, che negli ultimi tempi abbiamo fortemente smarrito: la capacità di prefigurare, immaginare, progettare i nostri territori coniugando il fare delle nostre comunità con la bellezza che ha pervaso, fino a un certo punto, la nostra storia. L’Italia può farcela se ritrova la capacità di costruire qualità, anche del proprio futuro, attraverso la pianificazione che oggi qualcuno paradossalmente ritiene un freno allo sviluppo. Per questo dobbiamo essere in grado di valutarci, di verificare quali sono i nostri gap, di comprendere che esistono territori dove investire risorse produce ricchezza ed altri dove gli investimenti hanno bisogno di un territorio capace prima di apprendere e poi caso mai di spendere”.

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