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IL CORVIALE DELLA POESIA: Rifkin, il festival della poesia e le stampanti 3 D

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Molti si saranno meravigliati del dossier appena pubblicato sulla stampanti 3 D chiedendosi che “c’azzeccano” col progetto di rigenerazione di Corviale. Ci facciamo aiutare da Jeremy Rifkin: “La tecnologia sta (…) creando un futuro migliore (…) una Super Internet, una rete (…) che consenta lo scambio (…) di oggetti, grazie alle stampanti 3 D, e  (…) di energia rinnovabile che tutti ormai possono produrre autonomamente”.

Alla domanda se sia un visionario risponde: “Vedo le cose ovvie che altri sottovalutano. Vedo le opportunità.”

Una volta si diceva che per fare le rivoluzioni ci vuole la poesia ora le utopie ci vengono spesso disegnate dagli scienziati, ma noi crediamo ancora che la poesia ci possa dare le parole e i sogni per il cambiamento.

Non per niente al Festival della Poesia a Corviale, il poetitaly dal 1 al 7 settembre alla Biblioteca Nicolini e alla Cavea, c’è – tra tanti altri – Nanni Balestrini l’autore di “Vogliamo tutto”.

Una grande stagione di cambiamenti ci aspetta se la sappiamo cogliere entrando nello spirito del tempo.

Spirito del tempo che possiamo cogliere se andiamo oltre le prime pagine dei giornali ed entriamo nel dettaglio di articoli che quasi sempre non leggiamo: solo alcuni titoli per identificare i temi che determineranno il futuro:

2025, quando l’energia sarà a costo zero (e fatta in casa)”

Cercasi piccoli geni Apple e Google a caccia tra i banchi delle scuole medie”

“Come apprendere a scuola (…) i segreti per costruire un programma”

Makerspace il loft del Pigneto dove i trentenni fanno gli artigiani

Se poi aggiungiamo che nel nuovo Decreto Legge sulla Casa è previsto “Se (…) comunità di cittadini (…) presentano un progetto di riqualificazione consistente nella pulizia (…) nella manutenzione ed abbellimento (…) anche mediante la collocazione di elementi di arredo urbano o la realizzazione di eventi (…) quei cittadini possono essere esonerati dal pagamento del (…) tributo (…)”.

Se si sa leggere tra le righe si vedono tutte le caratteristiche del nostro progetto di rigenerazione di Corviale in cui tutto si tiene dal Festival della Poesia allo sviluppo di una generazione di makers anche con l’uso delle stampanti 3 D, il tutto con lo l’utilizzo di progetti basati sui Fondi Europei di sviluppo.

Programma del Festival di Poesia di oggi:

Bibliote Nicolini

h.17,30

Introduzione e presentazione di Carla De Angelis

Omaggio a Maria Luisa Spaziani: letture di Maria Piazza e Michela Zanarella

(il pubblico potrò partecipare con un proprio omaggio poetico o con una testimonianza)

Interventi musicali di “Evi – Lillj – Maria”

La poesia classica: letture e interpretazioni a cura di Angelo Filippo Jannoni Sebastianini

 




INTRODUZIONE ALLA STAMPA 3D: COME USARLA

stampantiArticolo di proprietà del portale www.stampa3d-forum.it

Se state leggendo questa pagina probabilmente siete alla ricerca delle informazioni di base sulla stampa 3D. Questa guida intende essere un’Introduzione alla stampa 3D destinata a tutti coloro che vogliono capire meglio come funzionano le stampanti 3D e cosa realmente possono produrre queste macchine. Non aspettatevi solamente un’infarinatura generale, le nostre Guide affrontano anche tematiche estremamente specifiche, al punto da poter essere utili anche ai più esperti.

La nostra Introduzione alla stampa 3D è suddivisa in più sezioni, le quali possono essere viste a loro volta come delle vere e proprie Guide ad ogni singolo argomento relativo alla stampa 3D. Infatti, per usare una stampante 3D, è necessario avere diverse conoscenze sulla modellazione 3D, sui materiali, sui software, sulle diverse tecnologie esistenti e molto altro. Questo non significa che per stampare in 3D sia necessario studiare chissà quanti argomenti, ma sicuramente è importante aver letto almeno una volta una Guida, in modo da non essere completamente all’oscuro di piccoli dettagli che a lungo andare potrebbero solamente darvi dei problemi.

Proprio per questo motivo la nostra Introduzione alla stampa 3D rimarrà online a lungo termine, in modo che voi possiate usufruirne tutte le volte che ne sentiate la necessità. Non avrete bisogno di studiare a memoria i contenuti di queste pagine, potrete consultarli tutte le volte che volete, stamparli e condividerli con altre persone, sempre nel rispetto delle regole Creative Commons del nostro portale.

Ecco gli argomenti trattati nella nostra guida introduttiva:

Una volta terminata la lettura di questa nostra guida introduttiva alla stampa 3D sarete in grado di capire quanto sia sfacettato questo mondo in continua crescita.

Alessandro Tassinari

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SCANNER 3D PER LA STAMPA 3D

scanner-3dArticolo di proprietà del portale www.stampa3d-forum.it

Gli scanner 3D sono dispositivi che ci permettono di ottenere modelli 3D da oggetti esistenti. Questi dispositivi rilevano le superfici che rientrano nel proprio raggio d’azione memorizzando le informazioni ottenute e rielaborandole, producendo in conclusione una descrizione matematica per punti dell’oggetto scansionato. In altri termini, un modello 3D digitale.

 

Le tecnologie per gli scanner 3D sono diverse e differiscono soprattutto per:

 

  • la meccanica: gli scanner 3D possono essere fissi o mobili. Quelli fissi dispongono generalmente di un piano che ruota, sopra al quale viene posizionato l’oggetto da rilevare. Quelli mobili sono impugnati da un operatore che deve avere la cura di puntarlo contro l’oggetto interessato, rilevandone le superfici.
  • la tipologia di raggi che lanciano verso l’oggetto desiderato.

 

SCANNER 3D LASER A TEMPO DI VOLO

 

Questi dispositivi utilizzano una luce laser che viene riflessa sulla superficie dell’oggetto rilevato. Il sensore del laser cronometra il tempo di volo, ossia il tempo che ci mette il fascio di laser a tornare all’origine in seguito essere rimbalzato sulla superficie rilevata, potendo definire se un determinato punto è più o meno vicino al diodo laser che emette l’impulso di luce. Questa misura è possibile in quanto la velocità della luce è costante, sarà quindi il tempo di andata e ritorno dell’impulso luminoso laser che definirà la posizione nello spazio del punto battuto. La precisione di uno scanner 3D laser a tempo di volo dipende quasi esclusivamente dalla precisione con cui esso riesce a misurare il tempo di volo.

 

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SCANNER 3D CON SISTEMA A LUCE STRUTTURATA

 

Gli scanner 3D con sistema a luce strutturata proiettano sulla superficie dell’oggetto da rilevare un fascio di luce. La deformazione del pattern proiettato definisce la posizione dei punti che compongono l’oggetto, permettendo ad una telecamera di calcolarne le coordinate tridimensionali attraverso una triangolazione.

 

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SCANNER 3D ECONOMICI

 

Sono diverse le aziende che si sono lanciate nel mercato degli scanner 3D vedendo l’aumentare dell’interesse nei confronti di questi utili pezzi di tecnologia. Stiamo parlando, per esempio, degli scanner di MakerBot, Rubicon 3D e Structure Sensor.

 

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Esistono poi altri metodi più smanettoni per scansionare degli oggetti 3D. Uno dei più conosciuti è quello che sfrutta il potenziale del Microsoft Kinect. Proprio così, l’accessorio per la famosa XBox 360 può essere trasformato in uno scanner 3D low cost grazie ai suoi driver open source e a diversi software scaricabili online. Altro metodo economico è quello di utilizzare una macchina fotografica o uno smartphone e software open source per elaborare le immagini ottenute. Per maggiori informazioni su questo metodo di rilievo vi rimandiamo a questo articolo su 3D ArcheoLab.

link all’articolo

 




3D ARCHEOLAB: LA STAMPA 3D PER I BENI CULTURALI

archeolab-scannerArticolo di proprietà del portale www.stampa3d-forum.it

Le tecnologie di rilievomodellazione e stampa 3Dstanno rivoluzionando il settore dei Beni Culturali, creando nuove forme di documentazione, fruizione e divulgazione. Proprio la tecnologia della stampa 3D, associata alle moderne tecniche di rilievo tridimensionale open source, consente di ottenere in tempi rapidi e a costi contenuti riproduzioni fisiche di reperti archeologicielementi scultorei oarchitettonici che possono essere utilizzati a scopi differenti: per studio e ricerca, per la didattica con le scuole, per l’allestimento di percorsi museali alternativi.

 

In quest’ottica è nato 3D ArcheoLab, un progetto di tre giovani professionisti dei Beni Culturali: Giulio Bigliardi, Sara Cappelli e Sofia Menconero. L’obiettivo del progetto 3D ArcheoLab è quello di permettere a tutti il libero e pieno accesso al nostro patrimonio culturale, facilitandone la fruizione attraverso ilsuperamento delle barriere geografiche, fisiche e culturali. A questo scopo, 3D ArcheoLab utilizzatecnologie 3D libere, open source e low-cost per creare  nuove forme di conoscenza, divulgazione e accessibilità del nostro patrimonio.

 

3D ArcheoLab si rivolge a tutti quei musei che vogliono rinnovare il proprio percorso espositivo e i propri servizi online e offline, attraverso un approccio più tecnologico, più innovativo e più coinvolgente.

 

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Il primo passo è quello di creare una galleria fruibile liberamente online, anche in mobilità, e popolata di modelli 3D di reperti museali (un esempio: 3d-archeolab.sketchfab.me). Il team di 3D ArcheoLab è infatti specializzato nella realizzazione di rilievi e modelli 3D ad alta risoluzione di oggetti utilizzando esclusivamente software libero e open source.

 

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Il secondo passo è quello di riprodurre gli oggetti rilevati in 3D attraverso la tecnologia della stampa 3D. Tali riproduzioni sono gli strumenti più efficaci per creare originali attività didattiche per le scuolee per gli studenti, nella convinzione che l’approccio tecnologico e lo sviluppo di soluzioni innovative che riuniscono educazione e intrattenimento sia il modo più efficace per migliorare la conoscenza del nostro patrimonio culturale tra le giovani generazioni.

 

Infine, le riproduzioni vengono utilizzate per allestire all’interno dei musei percorsi tattili per non vedenti, in modo da garantire anche a loro un’esperienza di visita completa, troppo spesso legata solamente a testi descrittivi in braille o ad audioguide che in alcun modo riescono a restituire la complessità di un reperto.

 

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Al momento 3D ArcheoLab ha attiva una collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria di Perugia e con l’Accademia Valdarnese del Poggio di Montevarchi; ha inoltre in corso un progetto su Parma, in collaborazione con il costituendo On/Off FabLab Parma. Infine, collabora conOpen Téchne e l’Istituto di Formazione e Ricerca della Federazione Italiana Club e Centri UNESCO nell’organizzazione di attività di formazione nel campo del software libero e dei Beni Culturali.

 

3D ArcheoLab: dall’oggetto reale alla riproduzione 

 

Il miglior modo che abbiamo oggi per una corretta documentazione di un qualsiasi oggetto è il rilievo tridimensionale, poiché consente di ricreare un modello virtuale identico all’originale, metricamente corretto e fotorealistico. Un modello 3D ci permette di estrarre un qualsiasi rilievo bidimensionale dell’oggetto, come prospetti, piante o sezioni, nonché di ricreare materialmente l’oggetto grazie alla tecnologia della stampa in 3D. Uno dei limiti principali ad un uso diffuso delle tecnologie di rilievo 3D (su tutte laser scanning e fotogrammetria) nell’ambito dei Beni Culturali è dato dal costo elevato per l’acquisto delle strumentazioni necessarie e delle rispettive applicazioni, spesso nell’ordine delle decine di migliaia di euro.

 

Tuttavia, oggi esistono tecnologie e software liberi e open source che, partendo da semplici immagini digitali, consentono di ottenere un accurato rilievo 3D semplicemente utilizzando una macchina fotografica digitale, anche compatta, e un PC di medie prestazioni, come un notebook.

 

Il primo passaggio fondamentale è ovviamente l’acquisizione di buone fotografie digitali. In questa fase è certamente utile l’utilizzo di una buona macchina fotografica, anche se camere compatte e addirittura smartphone hanno dato buoni risultati (qui un esempio). In certe situazioni può essere molto utile l’uso di un cavalletto, sopratutto in luoghi chiusi con poca luce dove il rischio di ottenere immagini mosse è molto alto; è infatti da evitare l’uso del flash. Può risultare utile anche l’uso di un manfrotto nei casi in cui l’oggetto da fotografare sia particolarmente alto e diventi impossibile scattare fotografie anche della parte più elevata dell’oggetto. Quando scattiamo le fotografie dobbiamo sempre considerare la tridimensionalità dell’oggetto che abbiamo di fronte. Per ottenere un rilievo completo e accurato è indispensabile scattare foto tutt’attorno all’oggetto: su tutti i lati, sopra e, se possibile, anche sotto. Ogni porzione dell’oggetto deve comparire in almeno tre fotografie e ogni foto deve avere un margine di sovrapposizione del 60% circa con quelle adiacenti. In pratica, si scatta una prima fotografia, poi ci si sposta un po’ di lato e se ne scatta un’altra, e così via finché abbiamo compiuto un giro completo attorno all’oggetto e non siamo tornati al punto di partenza; è consigliato scattare una fotografia almeno ogni 15 gradi di spostamento.

 

Il software

 

Una volta scattate le fotografie dell’oggetto, possiamo elaborarle con il software libero Python Photogrammetry Toolbox – PPT. Dopo aver aperto il software (è possibile installarlo sia su GNU/Linux che su Windows: si rimanda al sito dello sviluppatore per tutti i dettagli), il primo passo è caricare la cartella contenente le immagini nel tab “Check Camera Database” e qui inserire la larghezza in mm del sensore CCD della macchina fotografica che abbiamo utilizzato (se non si ha a disposizione il manuale, basta fare una veloce ricerca su Google). Il secondo passo è caricare la cartella delle immagini nel tab “RunBundler“: questo processo orienterà nello spazio le immagini ricostruendo i punti di presa di ciascuna immagine. Al termine di questo processo PPT crea una cartella temporanea con i risultati parziali dell’elaborazione. Il secondo e ultimo passaggio consiste nel caricare tale cartella temporanea nel tab “RunCMVS/PMVS” e al termine di questo passaggio il software avrà creato una nuvola di punti 3D degli oggetti che abbiamo fotografato; il risultato, in formato PLY, è visibile all’interno della solita cartella temporanea (percorso /tmp/”nome-cartella-temporanea-creata-da-PPT”/pmvs/models/).

 

Per visualizzare il risultato possiamo utilizzare il software libero MeshLab: qui è possibile caricare la nuvola di punti creata da PPT, ripulirla dai punti in eccesso e creare la mesh lanciando il comando “Surface Reconstruction: Poisson” (sul canale YouTube degli sviluppatori si trovano molti tutorial).

 

La stampa 3D

 

A questo punto ci basta esportare il file in formato STL e aprirlo con un software di slicing, come CURA o Slic3r, per creare il file GCODE da dare in pasto ad una stampante 3D.

 

Il progetto 3D ArcheoLab sta rivoluzionando il mondo dei Beni Culturali in modo innovativo, sfruttando software open source e nuove tecnologie che piano piano stanno diventando accessibili a tutti.

 

Per chi volesse approfondire l’argomento del software di Slicing per un oggetto 3D, consigliamo la consultazione della guida apposita a CURA SlicerLINK

 

Giulio Bigliardi

link all’articolo

 




GUIDA A CURA SLICER -BASE-

scanner 3DArticolo di proprietà del portale www.stampa3d-forum.it

Il processo di produzione di un oggetto 3D si può suddividere in 3 grandi categorie: lamodellazione, lo slicing e la stampa.
In questo articolo entreremo nel vivo del processo che maggiormente influisce sulla qualità finale dell’oggetto: lo slicing. Per farlo utilizzeremo un software libero chiamato “Cura”.

 

Ma cos’è lo Slicing?

 

Dopo aver creato il nostro oggetto 3D tramite i programmi di modellazione (LINK alla nostra guida alla modellazione), abbiamo bisogno di convertire il disegno in un linguaggio comprensibile dalla nostra stampante 3D.  Qui entra in gioco il nostro programma Cura Slicer, che grazie ad una serie di parametri impostati dall’utente elabora il modello 3D, calcolando il percorso più efficiente che la nostra stampante 3D deve fare per ottenere il risultato migliore.

 

Perché Cura?

 

Esistono moltissimi software predisposti a fare questo genere di operazioni ma sicuramente i punti di forza di Cura rispetto ai suoi competitor sono la semplicità e l’ottima user-experience, riuscendo così ad ottenere ottimi risultati agendo su un numero essenziale di parametri. In più è un software libero: Cura è scaricabile dal sito della Ultimaker (QUI) ed è disponibile per tutti i SO quali Windows, Mac OS e Linux.

 

Il primo avvio

 

Una volta installato ed avviato Cura ( lo potete scaricare gratuitamente a questo link), dovremmo settare il software in modo da farlo comunicare con la nostra stampante. Per far ciò andremo nel menu  “Machine->Machine settings..  “

 

Machine_settings

 

  •     Maximum width: lunghezza del piano di stampa (asse X).
  •     Maximum depht: profondità del piano di stampa (asse Y).
  •     Maximum height: Altezza del piano di stampa (asse Z).
  •     Serial Port: lasciare AUTO.
  •     Baudrate: selezionare il baud della vostra  elettronica.

 

 

 

 

 

I Parametri base

 

Nella parte sinistra della schermata di Cura è possibile accedere ai parametri di personalizzazione dello slicing.
Cura

 

– Quality

 

Questa sezione è dedicata alla qualità della stampa, che andrà ad influire anche  sul tempo finale della stampa: una maggior qualità richiede un maggior tempo di lavorazione:

 

  • Layer height: è l’altezza del layer, quindi di ogni singolo strato depositato dall’ugello dell’hotend: influisce direttamente sulla qualità della stampa (valore consigliato da Cura: 1/4 del diametro del vostro ugello);

 

layer Height

 

  • Shell Thickness:  é lo spessore delle pareti, che va espressa come multiplo del diametro dell’ugello di estrusione. Esempio: avendo un ugello di 0.5 e impostando la Shell a 1.0, verranno generate 2 linee perimetrali (in genere da 2 a 4 linee);

 

  • Enable retraction: se spuntata, abilita la retraction della quale parleremo dopo. (default: ON)

 

 

 

– Fill

 

Con questi due parametri andremo a modificare i criteri di riempimento dell’oggetto: cosa che influirà sulla resistenza meccanica del pezzo stampato:

 

  • Bottom/Top thickness: è lo spessore delle pareti superiori e inferiori del modello, dovrà essere un valore multiplo del Layer Height. Esempio: con un Layer Height di 0.2 per avere 3 strati pieni si imposterà questo campo con 0.6 (solitamente da 2 a 4 layer);
  • Fill Density: è il valore espresso in percentuale della quantità del riempimento: impostando 25%, il riempimento del modello sarà composto da 25% di materiale e 75% vuoto. Maggiore sarà il riempimento e maggiore sarà il materiale utilizzato ma anche la solidità del pezzo. (valore consigliato minimo: 25% );

 

raft_25%                               raft_60%

 

– Speed temperature

 

In questa sezione di Cura si settano i valori di velocità e temperatura di stampa essenziali per la buona riuscita del modello:

 

  • Print Speed: agendo su questo valore si modifica la velocità della stampa: all’aumentare della velocità diminuisce la qualità e la durata della stampa (si utilizzano valori compresi tra 30 e 60, si puo arrivare fino a 120 mm/s);
  • Printing temperature: temperatura di stampa dei materiali (PLA 210- 180° , ABS 210-230°, Nylon 230-260°), questi parametri sono indicativi, la temperatura ottimale di stampa per lo stesso materiale varia molto in base al produttore della plastica e anche dal colore (ovviamente si parla in misura di 3-4 gradi massimi);

 

– Support

 

Cura è in grado di disegnare automaticamente i supporti per l’adesione al piatto e se necessario il supporto per le parti a sbalzo (bridge):

 

  • Support type: è  la selezione del tipo di supporto per modelli con sbalzi, difficilmente viene utilizzato per le prime stampe e quindi normalmente viene settato su None;
  • Platform adhesion type : questo campo ci interessa maggiormente di più, è il tipo di supporto per l’adesione al piatto, il Brim estende il primo layer oltre ai contorni del modello per aumentare considerevolmente l’adesione al piatto di stampa, mentre Raft crea uno strato aggiuntivo che verrà stampato tra il piatto e l’oggetto, cosa che rende più difficoltosa l’eliminazione del surplus di materiale ( consiglio: Brim );

 

– Filament

 

  • Diameter: è il diametro del filo, va cambiato ogni volta che si cambia la bobina dalla quale si sta stampando, si consiglia di utilizzare il calibro in quanto il diametro del filo può variare di o,4mm da bobina a bobina;
  • Flow: valore percentuale della quantità di materiale estruso, non dovrebbe essere necessario modificarlo;

 

-Advanced

 

Per ora vediamo solo due opzioni della tendina advanced che sono necessari per un primo settaggio del software

 

Advanced

 

– Machine

 

  • Nozzle size: è il diametro del nostro ugello di estrusione, un nozzle con diametro minore ci permetterà di inseguire una qualità sempre maggiore ( solitamente 0,5 – 0,4 – 0,35 – 0,3 ).

 

 

 

– Retraction

 

Ecco che siamo arrivati alla famosa retraction che avevamo anticipato all’inizio della guida, praticamente è l’azione di ritirare il filo fuori dall’estrusore, per poter fermare l’estrusione ed evitare il gocciolamento, deve essere eseguito quando l’estrusore si sposta da un punto all’altro senza dover depositare materiale:

 

  • Speed: velocità con la quale viene eseguirà la retraction, da non aumentare eccessivamente per evitare slittamenti (tra 90 e 140 mm/s);
  • Distance: la lunghezza della retraction, dipende dal nostro tipo di estrusore di diretto ( con il motore sul carrello dell’hotend) oppure bowden (motore solitamente ancorato al telaio della stampante) , Diretto: 4-5mm , Bowden: 8-16mm;

 

 

 

 

 

Eseguiti tutti questi settaggi saremo in grado di caricare il modello 3D ed esportare il relativo GCode, oppure inviarlo direttamente alla nostra stampante.

 

E con questo abbiamo visto tutti i parametri base per configurare al meglio la nostra stampante con Cura slicer. Se si riscontrano dei problemi durante la stampa, molto probabilmente agendo su questi valori riuscirete a sistemarli. Inoltre, mentre inserite alcuni parametri, Cura stesso vi informerà se c’è qualcosa che non va.

 

Ovviamente, per qualsiasi problema o necessità di chiarimento potete chiede consiglio sul forum della nostra community. Buone stampe!

Leonardo Bertè

 

link all’articolo

 




Decoro urbano e condivisione: questo è il messaggio dei Pittori Anonimi del Trullo

 

 

 

Condivisione: all'esterno, un tavolo lungo e adibito per la cena.

Condivisione: all’esterno, un tavolo lungo e adibito per la cena (le foto sono volontariamente sfuocate per tutelare la riservatezza dei pittori)

 

I Pittori Anonimi del Trullo, per rilasciare questa intervista, mi invitano a cena, in una casa che sembra una comune. Un lungo tavolo all’esterno è adibito per la cena. Mi accolgono tante persone sorridenti, mi mettono a mio agio.
E mi sento subito come se fossi a casa mia. Piacevolmente, mi accorgo che l’unico interesse che c’è  tra loro è stare insieme, davanti ad un bicchiere di vino o con le mani sporche di vernice.

 

 

 

 

Carissimi Pittori, come funziona il vostro anonimato? Oramai il progetto è abbastanza avviato, qualcuno vi avrà spiato? Qualcuno vi conoscerà?

“Siamo ancora semi anonimi. Ma alla fine, siamo obbligati a mettere la faccia. D’estate, non ce la fai a non farti vedere, perché le persone si affacciano alle finestre o passano più tempo fuori casa. Addirittura, a volte, devi chiedere a queste persone di chiuderle, per poter lavorare ! E poi, non possiamo uscire troppo tardi, la mattina lavoriamo tutti e non possiamo fare le ore piccole!”

la raccolta di barattoli di vernice

la raccolta di barattoli di vernice

C’è un progetto di base che riguarda solo il Trullo o è un progetto estendibile a Roma?

“L’idea è estendibile, siamo stati alla Garbatella e abbiamo fatto un mercato per autofinanziarci. A noi costa molto questo progetto, non possiamo farcela da soli. Abbiamo dato l’input e riceviamo messaggi da tutta Roma, da Tiburtina, Garbatella stessa. Il messaggio è “Scendi e fallo con noi” o anche “Perché non dipingi tu?”.
“Io ci passo e tu mantieni nel tempo”. Non abbiamo un’esclusiva o un appalto. La gente ci ferma per strada e ci chiede “Ma al mio palazzo non venite?” Forse non siamo riusciti a far capire il messaggio. La gente apprezza, sì, e ci richiede anche. Noi non abbiamo tempo di tornare indietro: quando arriviamo in una zona, puliamo tutto ciò che è pulibile, se dobbiamo dipingere, dipingiamo. Poi andiamo via. E se quella parte viene mantenuta, come l’abbiamo lasciata, è grazie a chi ci abita.”

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ultimo lavoro a Via del Trullo

Come è nato il progetto? Con chi è nato?

“Quando abbiamo fatto questi dipinti, abbiamo pensato di mettere insieme le forze, abbiamo chiesto ai Poeti,
che sono un’istituzione – chi non è fan dei Poeti der Trullo? (https://www.facebook.com/ipoetidertrullo?fref=ts) – se volevano contribuire al progetto e sono stati d’accordo.
C’è anche Solo con noi (https://www.facebook.com/h4solo?fref=ts),
c’è l’architetto di Trasformazioni urbane (http://trasformazioniurbane.weebly.com/) e un ragazzo che scrive a mano le poesie.

Questo progetto ha un nome ed è NINA. Nina è stata ideata e realizzata dallo street artist Solo, dai Pittori Anonimi Trullo e da noi PdT. I Pittori hanno colorato in modalità cubo-di-rubik la Porta di BrandeTrullo, sostenendo con raggi di colore Nina Piangente. Solo ha passato ore su una scala di altezza indefinita con pennello in mano per darle forma, colore, vita. Il calligrafo Daniele Tozzi [https://www.behance.net/danieletozzi] ha prestato la sua abile mano ai nostri versi. Noi abbiamo dedicato a Ninetta una poesia. Ringraziamo tutti i residenti, anziani, genitori, ragazzini che passando ci hanno sostenuto. Ringraziamo Andrea di Trasformazioniurbane per la compagnia evergreen. L'opera si trova tra Via Massa Marittima e Via del Trullo, angolo con Via Sarzana. E non è la prima, e non sarà l'ultima. Push the Poetry: sui muri, nelle vie, in tutte le periferie. PdT

Questo progetto ha un nome ed è NINA. Nina è stata ideata e realizzata dallo street artist Solo, dai Pittori Anonimi Trullo e da noi PdT. I Pittori hanno colorato in modalità cubo-di-rubik la Porta di BrandeTrullo, sostenendo con raggi di colore Nina Piangente. Solo ha passato ore su una scala di altezza indefinita con pennello in mano per darle forma, colore, vita. Il calligrafo Daniele Tozzi [https://www.behance.net/danieletozzi] ha prestato la sua abile mano ai nostri versi. Noi abbiamo dedicato a Ninetta una poesia. Ringraziamo tutti i residenti, anziani, genitori, ragazzini che passando ci hanno sostenuto. Ringraziamo Andrea di Trasformazioniurbane per la compagnia evergreen. L’opera si trova tra Via Massa Marittima e Via del Trullo, angolo con Via Sarzana. E non è la prima, e non sarà l’ultima.
Push the Poetry: sui muri, nelle vie, in tutte le periferie.
PdT

La prima opera tutti insieme è stata un successo: i poeti hanno messo la poesia, l’architetto ha innestato un vaso sul palo della luce, Solo ha fatto il disegno, noi abbiamo dipinto. La poesia è dedicata a tutti noi e all’Arte.”

 

Parliamo del rapporto con i graffitari, sono d’accordo o siete ostili?

Pittrice anonima durante l'intervista

Pittrice anonima durante l’intervista (le foto sono volontariamente sfuocate per tutelare la riservatezza dei pittori)

“Non abbiamo un rapporto con i graffitari, i muri che abbiamo utilizzati erano principalmente vuoti. C’erano slogan calcistici e politici.
Se ci capita un palazzo con delle tag o dei lavori di altri, noi non li tocchiamo.”

 

Chi sono i pittori iniziali ?

“Un gruppo di amici, originari del Trullo, nati e cresciuti in questo quartiere, fedeli nella loro amicizia da 40 anni. Il progetto è nato in una brutta giornata, in cui un evento funesto ci univa. Autonomamente ci siamo separati per ritrovarci insieme a tagliare l’erba, pulire il giardino davanti la Chiesa San Raffaele per il bene comune, per renderlo più civile (Via di San Raffaele, 28, Roma). Da un episodio brutto, nasce un’esperienza unica. E da qui, un seguito di persone, tutte diverse, che non si conoscevano, provenienti da quartieri limitrofi. Un seguito di persone che porta avanti un progetto che ha superato le periferie, ripreso e filmato dai giornali locali, da Roma Today, dai video blog, oltre che da Repubblica.”

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non solo righe e fasce sono i motivi decorativi della squadra Anonima, ma anche riqualificazione di muretti e scale con disegni e fantasie.

Altre esperienze anonime…

Una ragazza mi racconta che, incuriosita, ogni mattina cercava dove fossero arrivati a dipingere durante la notte. Tutte le mattine va a fare colazione al bar Alexander e lascia 5€ nel salvadanaio di autofinanziamento dei Pittori. Una notte poi, cercando parcheggio, se li ritrova davanti, armati di pennelli e tute da lavoro. Rimane di stucco, scende e il parcheggio non era più un problema, aveva trovato la strada giusta.
Anche lei ora è un’anonima pittrice.

Ritrovo a questa cena una mia collega della biblioteca, che mi racconta: “Io non abito al Trullo – anche se ora lo frequento più del mio quartiere – vivo a Casetta Mattei, poco distante da qui. Mi sono resa conto che c’era un movimento diverso, che qualcosa stava cambiando.
Li ho contattati su Facebook e ho chiesto se potevo partecipare a questa iniziativa e loro mi hanno risposto -Puoi? Devi!-”

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Questo è chiaro: chiunque si può aggregare.
Buona volontà, impegno e la voglia di condividere i colori, che sono l’espressione più immediata e visibile di un sentimento comune che sta cambiando.

#avantitutta, questo è l’hastag di Corviale Domani.

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https://www.facebook.com/pages/Pittori-Anonimi-Trullo/1475527179342965?fref=ts

 

Rassegna stampa sull’argomento:

http://www.corviale.com/index.php/poeti-der-trullo/

http://www.corviale.com/index.php/pittori-anonimi-del-trullo/

 

Intervista e foto b/n: Elisa Longo




Corviale convoca l’Ater in piazza

CorvialeDomani convoca la dirigenza Ater per portarla nelle strade del quartiere e fargli toccare con mano i problemi reali della cittadinanza.

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L’incontro è servito a far uscire dai loro comodi palazzi al centro di Roma coloro che hanno il compito politico di risolvere quei problemi, mettendoli così di fornte ai cittadini di Corviale.

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Dopo l’occupazione della sede dell’Ater, Corvialedomani continua così la sua azione di sensibilizzazione dell’ammnistrazione pubblica pretendendo dalla nuova dirigenza Ater, presieduta dall’architetto Daniel Modigliani, fatti concreti e non più chiacchiere.

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un’azione che continuerà senza sosta, fino a quando l’Ater non sblocchera i fondi necessari per tutti quegli interventi di ristrutturazione che i cittadini aspettano da trent’anni.

Tutti ora hanno visto con i propri occhi i problemi reali del quartiere; tutti hanno ascoltato la voce dei cittadini; è ora quindi che ognuno si prenda le sue responsabilità davanti al tribunale popolare di Corviale!

 




Documenti della Regione Lazio per l’attuazione delle politiche regionali ed europee

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