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Il rammendo delle periferie

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Osservazioni di Corviale Domani alle linee guida ATER

1) Per la riqualificazione del Palazzo Ater di Corviale queste le priorità e modalità individuate:

LEGALITÁ — Ristabilire la legalità è priorità assoluta, per farlo, si suggerisce di:

– verificare il nominativo dell’assegnatario con  l’attuale possessore dell’alloggio;

– fare contratto di locazione a  coloro che ne hanno diritto, verificando la situazione familiare ed eventuali sanatorie presentate nei termini di legge;

– verificare le condizioni socio-economiche dei soggetti per la chiusura dei contenziosi;

– prevedere in fase contrattuale l’assegnazione con patto di futura vendita.

SICUREZZA — Strettamente collegata a quanto sopra indicato ai fini di ristabilire la legalità. Inoltre i progetti di connessione orizzontale e verticale, trancio H compreso, dovranno tenere in considerazione:

– la criticità di spazi troppo vasti che da sempre favoriscono vandalismi, furti ed uso impropri;

– recupero ed assegnazione ai titolari degli alloggi dei posti auto e cantine ad oggi occupate abusivamente per farci depositi di materiali vari ed attività sociali e artigianali (carrozzieri, meccanici, falegnami ecc.) le quali dovranno trovare sistemazione legale ed adeguata nel progetto di riqualificazione, previa disponibilità degli stessi e indagine in merito. Attualmente tali attività risultano prive di autorizzazioni quali CPI (certificati prevenzione incendi) ed altro ai fini della sicurezza;

–  sistemazione degli ascensori, peraltro non adeguati ai portatori di Handicap, per vano ascensore e porte inadatte all’introduzione di carrozzine;

–  trasferimento dei contatori di energia elettrica dai sottoscala ai singoli alloggi, al fine di impedire gli allacci abusivi per il prelevamento di corrente elettrica;

– prevedere strumenti necessari per la messa in sicurezza quali impianti di videosorveglianza (videocitofoni, telecamere, ecc..) o guardiania.

-Riscaldamenti e uso acqua  diamo per scontato che con i lavori previsti questi servizi essenziali saranno messi a norma con contatori nelle singole abitazioni o  nei locali assegnati per attività socio-culturali e produttive.

COSTRUZIONE DEGLI ALLOGGI QUARTI E QUINTI PIANI — Dopo la realizzazione dei nuovi alloggi, già previsti nei progetti: –  assegnarli con i requisiti previsti agli aventi diritto previa identificazione e verifica di idoneità  anche per gli occupanti delle sale condominiali e delle torrette.

SVOLGIMENTO LAVORI — I lavori dovranno rispettare quanto previsto dai piani di riqualificazione, nel rispetto delle normative vigenti e dei tempi di attuazione.

Queste le priorità individuate:

– coibentare totalmente il Palazzo, utilizzando la bioarchitettura, soprattutto se si vuole che gli interventi ai fini del risparmio energetico siano efficaci;

–  intervenire e/o sostituire gli infissi degli alloggi;

–  intervenire al rifacimento o la risistemazione dei tetti di tutto lo stabile compreso il Corpo Basso e trancio H;

–  ricostruzione delle fognature esistenti e di servizio al Palazzo, al trancio H e a tutte le strutture collegate (vedi gli stabili che ospitano il consiglio municipale, vigili e mitreo, il mercato, la scuola, ecc..),  in gran parte ostruite o insufficienti e causa di  continui allagamenti e fuoriuscita di liquami con necessario continuo intervento di auto spurgo dai costi elevatissimi e che causano danni alle strutture e alle attività esistenti. Costi aggiuntivi per le casse regionali e comunali

– Anche qui diamo per scontato che  i 9 piani esistenti vengono collegati con ascensori e scale dirette.

2) Ristrutturazione del piano terra: obiettivi e strategie — Il Progetto di rigenerazione funzionale, ambientale e sociale dell’edificio Corviale  dovrà occuparsi anche del  sistema di servizi e degli spazi aperti ad esso connessi (Distretto evoluto d’arte, cultura, sport e ambiente), migliorando così le prestazioni dell’edificio  inteso come condensatore sociale, energetico e di comunicazione. In questo senso appare molto importante creare spazi idonei a supportare le nuove relazioni tra edifico e contesto, attraverso la rigenerazione di parti del basamento con eventuali demolizioni e creazioni di spazi liberi trasversali  in cui realizzare  percorsi e aree attrezzate e in generale spazi della socialità, tenendo in conto  sicurezza e gestibilità. Il sistema di attraversamenti dell’edifico dovrà essere in stretto rapporto con il progetto di  riorganizzazione ambientale e paesistica degli spazi verdi sui due lati opposti dell’edificio (verso il calcio sociale, il municipio, il mercato, il mitreo, la biblioteca, la scuola, i campi sportivi rugby, piscina, ecc) da un lato e verso la campagna (orti urbani, passeggiate, ecc.)  dall’altro.

3) “Colorare il Corviale” — Gli interventi di ristrutturazione dovranno tenere in considerazione la volontà  più volte espressa con inchieste e incontri da parte della Comunità e non solo, circa la necessità di “colorare il Corviale” anche attraverso elementi identitari.

4) Connettività di Corviale con il resto della città e sviluppo produttivo — Una attenzione particolare merita il tema mobilità e connettività da e verso la città che, per quanto riguarda il servizio pubblico verso le due stazioni Termini e Tiburtina, attualmente necessita di due o tre mezzi (bus + metro), penalizzando lo sviluppo economico delle attività già presenti sul territorio. Tale tematica va inquadrata anche in previsione della costruzione del nuovo stadio della A.S. Roma e dell’ipotesi di prolungare la Metro B da Laurentina a Muratella che suggerisce la realizzazione di un rapido e diretto collegamento con il Corviale e il suo quadrante tramite navette e funivia. Ciò risulta essere una priorità anche in relazione all’idea di sviluppo produttivo che il progetto nel suo insieme rappresenta. Aree specifiche, oggi spazi occupati o vandalizzati saranno infatti destinati ad attività legate al riuso e riciclo dei rifiuti, al recupero artigianale ma anche allo sviluppo turistico e culturale legato alla storia del Corviale da attuare di concerto con le strutture già esistenti sul territorio. Al proposito andranno individuati, per favorirne lo sviluppo produttivo tenendo in conto il Terzo Settore,  requisiti e parametri per l’affidamento degli spazi  pubblici a soggetti attivi a favore  della collettivita’ e che, insieme a forme di tutoraggio, andranno  verificati con indirizzi, scelte e  risultati ottenuti.

5) Attività innovative/creative connesse — La rigenerazione sociale dell’edificio Corviale  dovrà passare attraverso lo sviluppo di progetti che rendano i suoi abitanti protagonisti della loro storia. Tali attività potranno essere gestite dalle strutture socio-culturali esistenti, in collaborazione con le scuole, che hanno contribuito in questi anni a generare una fitta rete di relazioni, dando voce ai cittadini e richiamando, in più occasioni, l’attenzione dei media e delle istituzioni. Scelta questa che si coniuga con consapevolezza, competenze e partecipazione come hanno dimostrato nel corso di questi anni eventi, manifestazioni, proposte ed i Forum “La forza nel segno”, tanto per citare, che insistono  sulla necessità di intervenire nella riqualificazione e nel completamento del Progetto Corviale. Vanno in questa direzione le linee guida dell’ATER,  arricchendolo di spunti di riflessione e progettualità innovative ed avveniristiche, il Corviale nel terzo millennio,   in cui si ineriscono, fra l’altro, la nascita del 1° Distretto dell’arte, cultura, sport ed ambiente di Roma e la sottoscrizione di un partenariato interistituzionale che vedrà il Corviale e il suo territorio presente nel  prossimo autunno alla Biennale Internazionale dell’Architettura di Venezia quale prima  vetrina del nostro contributo all’Expo’ 2015 su cui tutti i soggetti interessati stanno lavorando.

6) la ricchezza verde — I parchi urbani – Tenuta dei Massimi e Valle dei Casali 1350 ettari – che definiscono i limiti territoriali del quadrante Corviale e altre aree verdi complementari sono parte centrale del progetto con l’obiettivo di progettare il territorio oltre l’urbano e agricolo per migliorare  la qualità paesaggistica, l’efficienza energetica e la sua capacità di ripristinare  la condizione di equilibrio dell’ecosistema.  Questa ricchezza   dovrà parlare sempre di più la lingua della multifunzionalità e dell’interdisciplinarietà dell’agricoltura, della tutela attiva dei territori, uno sviluppo locale partecipato, un’interazione dell’urbano rurale che rispondano ad una domanda di servizi e di spazi pubblici. Progettare il territorio oltre l’urbano e l’agricolo per migliorare la qualità paesaggistica, l’efficienza energetica e la sua capacità di riequilibrare l’ecosistema territoriale sono  resi possibili se accompagnati da un percorso partecipativo a cui la Comunità allargata sta lavorando. Multifunzionalità e interdisciplinarietà dell’agricoltura, la tutela attiva dei territori, uno sviluppo locale consapevole, un’interazione dell’urbano rurale che  risponda ad una domanda di servizi  che i cittadini e le nuove economie verdi richiedono. Nella traduzione del fare significano orti urbani; agri club; chilometro zero; agricoltura sociale; tetti da costo a ricavi; energie rinnovabili; risposte all’inquinamento; economie dei rifiuti urbani; spazi pubblici collegati, formazione,  conoscenza,  forma collaborative di organizzazione e produzione.

7) Corviale 2020  intelligente sostenibile inclusivo — Un capitolo a parte merita Corviale 2020/ fondi europei su cui il progetto ATER e le sue linee guide sul Palazzo Corviale avranno un rilievo importante in quanto  strettamente connesse con il suo territorio e con il modello di rigenerazione urbana proposto. Nel  contempo  sono in corso d’opera incontri promossi dal MIBACT con tutti i firmatari del partenariato interistituzionale, come da Forum 2013, per definire la proposta quadro degli interventi da presentare in modo pubblico a fine giugno su questo tema.

Si segnalano al proposito alcune possibili iniziative di partecipazione diretta:

Laboratorio inclusivo di scrittura, realizzazione e comunicazione di uno spettacolo sulla storia di Corviale dagli anni ’70 ai giorni nostri. Al centro del laboratorio saranno le persone con il supporto degli operatori specializzati sul territorio e delle diverse realtà del partenariato ognuna delle quali metterà a disposizione idee, progetti, competenze, tecnologie, ecc..ma soprattutto la sua storia legata al Corviale.

Realizzazione di uno  spazio/laboratorio sul tetto del Mitreo, con la costruzione di una sorta di Casa di Vetro, in cui lavorare ed essere visibili dall’edificio e dal territorio.

Condividiamo:

– L’opportunità di valutare, di concerto con Roma Natura, l’implementazione del numero degli orti urbani ( valorizzando quelli esistenti) e lo sviluppo della prevista vocazione agricola e  di progetti/strutture/attrezzature per rendere gli spazi aperti  intorno al Palazzo, piazza di Corviale compresa, funzionali all’idea che il progetto complessivo rappresenta (fattorie sociali, ippovie, ecc..).

– la valorizzazione del bene Corviale anche attraverso:

il recupero di risorse aggiuntive per interventi di manutenzione ordinaria e gestione con operazioni di marketing quali:

– quella sul tetto del Palazzo (visibile da Google Map), come suggerito durante la riunione   del 12 marzo scorso, in attesa dell’avvio della sua rigenerazione come da modello di sviluppo del prof. Panunzi. Al proposito si condivide l’opportunità che il tetto divenga l’elemento orizzontale    unificante, ricordando che la Comunità ha favorito l’accordo fra l’università del Molise e  l’Ater per la sperimentazione dei primi 500mq;

– il facilitare le richieste da parte di registi, artisti, ecc. di utilizzo degli spazi del Corviale come location per film, performance, istallazioni, ed altro;

la diffusione di opere d’arte sul territorio del Quadrante e la continuazione dell’iniziativa avviata durante il Forum e che sta coinvolgendo le persone che a vario titolo si stanno impegnando per la rigenerazione del territorio.

la formazione come elemento qualificante di conoscenza e di competenze per la riuscita  degli interventi previsti nel progetto di riqualificazione  (vedi smart community, riuso e riciclo, spazi interni per attività produttive e artigianali. agricoltura sociale…)

la gestione come requisito determinante su cui investire risorse, competenze e coinvolgimento diretto degli abitanti nelle attività che verranno attivate e negli spazi pubblici da affidare.  Che sia in filo diretto con la sicurezza e il mantenimento curato del bene Corviale.

La registrazione del marchio Corviale  per evitarne usi distorti e valorizzazioni improprie.

– di intervenire, come suggerito dal Presidente Veloccia, sulle carenze dei locali che

ospitano realtà  già attive ed a rischio e che hanno coinvolto fin qui finanziamenti pubblici

e privati ( vedi Centro N. Campanella, struttura che ospita il Consiglio del Municipio,

l’ufficio Tecnico, i vigili, il Mitreo, i centri sportivi…) .

– l’opportunità di costruire gli interventi individuando un preliminare complessivo e poi, a seconda delle priorità, da individuare in modo condiviso, da programmare le scelte in base  alle risorse esistenti e a quelle prossime venture.

Scuola Collodi 7




La rigenerazione urbana è l’infrastruttura base europea

araba feniceC’era un tempo in cui si pensava che lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione avrebbe trasformato a forme remote buona parte delle attività produttive che originarimenete erano svolte nelle città o nelle periferie urbane. Oggi più che mai si assiste a fenomeni inversi di attrazione dei grandi poli urbani di cittadini e competenze che trovano dalla connettività del tessuto urbano terreno fertile per la relaizzazione delle proprie ambizioni.  Lo sviluppo mondiale avrà al centro le città. Ma i grandi investimenti europei vanno dalla parte opposta.

“L’Unione Europea deve mettere al centro della propria azione le politiche di rigenerazione urbana sostenibile, uscendo da una visione miope che porta ad investire, prioritariamente, sulle grandi infrastrutture di trasporto, e considerando, invece, secondarie le politiche dell’abitare; tutto ciò senza tenere conto che decine di milioni di europei vivono e lavorano nell’altra Europa, quella non collegata dalle reti veloci, dove tantissime città ricche di storia e dense di vita rischiano di morire perché abbandonate dagli investimenti pubblici e privati”.

E’ questo il monito lanciato dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori nel corso del Forum EU Cities Reloading che gli architetti italiani hanno organizzato in collaborazione con il Forum Europeo per le Politiche Architettoniche,  il Consiglio Europeo degli Architetti e l’Ance, Associazione nazionale dei costruttori edili.

Dati sulle città italiane

Nel corso del Forum sono stati diffusi alcuni dati che riguardano le città italiane: 24 milioni di persone vivono in zone ad alto rischio sismico in oltre 6 milioni di edifici; oltre il 70% del totale degli edifici è stato realizzato prima delle norme antisismiche. Tra questi oltre il 50% delle scuole che dovrebbero, invece essere i luoghi più sicuri; 5 milioni e mezzo di persone vivono in 1,2 milioni di edifici in zone a grave rischio idrogeologico; il 55% degli edifici italiani ha oltre 40 anni di vita, il 75% di questi sorge nelle nelle città; oltre un quarto degli 11 milioni di edifici italiani sono in stato di conservazione mediocre o pessimo e si avvia rapidamente a fine vita. Ed ancora: dal 1948 al 2009 si contano 4,6 milioni di abusi edilizi, 450 mila edifici illegali e 1,7 milioni di alloggi illegali. Solo un quarto degli iter autorizzativi rispetta i tempi prescritti dalle norme; siamo il fanalino di coda dell’Unione Europea nell’attesa di un sì o di un no dell’Autorità pubblica a un progetto (la World Bank ci pone al 153° posto su 180 Stati rispetto all’efficienza dei tempi per la burocrazia in edilizia). Il 35% dell’energia consumata in Italia – pari a 48 Mtep, milioni di tonnellate equivalenti in petrolio – è usata per gli edifici, veri e propri colabrodi energetici che ci fanno “buttare” 22 miliardi ogni anno, risparmiabili dalle famiglie italiane.

L’architettura è in grado di offrire soluzioni pratiche ai problemi delle città, ambiente e inclusione sociale

L’architettura europea non è solo una grande risorsa culturale e scientifica per l’Unione. E’ anche capace di offrire soluzioni pratiche ai problemi della rigenerazione delle città, dell’ambiente, dell’inclusione territoriale e sociale. Ed è anche in grado di declinare il nuovo paradigma di riduzione del consumo del suolo e di riuso delle aree urbane, affinchè le città europee, grandi e piccole, siano adeguate alla contemporaneità che coniuga innovazione, sviluppo e ambiente, senza lasciare che cittadini, comunità e luoghi vengano messi ai margini a causa di strategie macroeconomiche indifferenti alla vita quotidiana e cieche verso il futuro.

Le città italiane sono in emergenza
Per Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale “esiste una vera e propria emergenza per le città italiane: serve che il Paese adotti una politica urbana seria e una specifica politica per l’architettura, ma entrambe oggi sono del tutto assenti. Il primo passo è quello di costruire una visione organica e d’insieme capace di generale progetti ambiziosi ma realistici in grado, anche, di fruire di finanziamenti europei. Le risorse comunitarie sono una fonte importante, ma se mancano un disegno complessivo, obiettivi chiari da raggiungere e progetti definiti in ogni loro parte, il Paese non saprà come fruire delle risorse comunitarie e finirà – come spesso succede – di perderle”.

La questione urbana è il principale problema dei governi europei di questi anni e lo sarà anche per i prossimi: la maggior parte della vita delle persone si svolge – e sempre di più si svolgerà – negli agglomerati urbani e l’esaurimento delle risorse energetiche ne segna un destino inimmaginabile anche solo pochi decenni fa: nel mondo, come in Italia, la città e l’habitat sono a rischio “default” e l’allarme è già stato suonato dalle istituzioni internazionali e dai cittadini

I lavori del Forum EU Cities Reloading – che fruisce dei patrocini della Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea, della Commissione europea, del Dipartimento Affari regionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero dell’ambiente e del Comune di Milano – si sono conclusi sabato 8 novembre.

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Valutazione della qualità economica dei progetti di trasformazione urbana

condominio

Il documento definisce una linea guida all’applicazione della UNI/TS 11453 sull’iter di finanziamento delle costruzioni, indirizzata alla specifica dei contenuti e delle modalità di sviluppo del piano economico-finanziario di un progetto di trasformazione urbana.

 

prassi di riferimento

 




In Giappone una casa ai giovani che aiutano i vecchi

geisha“Stanze in cambio di ore di volontariato…per evitare il collasso…Alcune città offrono le abitazioni ai ragazzi che rianimino i quartieri con bar e concerti…frequentino nel tempo libero locali e circoli della zona, parlino e scherzino con gli anziani…consegnino un pò di spesa a chi non riesce a muoversi e animino le feste dei vicini…Governo e privati offrono case per volontari a studenti e under 30 che pagano il canone in ore di volontariato…Kobe e Akashi hanno spinto il modello all’estremo: stanze in offerta per ragazzi che rianimano la città. Devono organizzare concerti e barbecue, gestire palestre, tenere aperti cinema, biblioteche e bar.”




Segna la data > Rimini fiera, 5 novembre 2014 – Ecomondo, città sostenibile – Padiglione B7 – Sala Agorà 14.30-18.30

Stefano Panunzi (Unimol) presenta Corviale 2020

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PROGRAMMA COMPLETO DELLA CONFERENZA – RIGENERARE, RIQUALIFICARE  – CLICCA SULL’IMMAGINE

 

 

 

 

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…cominciamo dal TETTO

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Egregi Condomini,
un passo alla volta … cominciamo dal TETTO, trasformandolo in una piattaforma rigenerativa.
ROOF Top FARM – Rigenerazione delle superfici di copertura con verde pensile per produzione alimentare con terra (orti) e senza terra (serra idroponica), per assorbimento calore, polveri sottili e acque piovane (giardino pensile);
REUSE – Riuso di acque (piovane e grigie) e rifiuti (umido e materiali) a scala condominiale, reimpiegabili nello stesso edificio nel ciclo riproduttivo generato dal tetto;
FabLab KM 0 – Mini laboratori per servizi artigianali, tradizionali e innovativi, a KM ZERO di riparazione e modificazione (abiti, elettrodomestici, cucina, elettronica, impianti);
TELE PRESENCE – Assistenza a distanza (sanitaria e formazione);
MONITORING – Monitoraggio e rappresentazione dinamica di tutti i consumi e della produzione nell’edificio, delle condizioni di sollecitazione strutturali e ambientali (domotica);
ENERGY – Produzione di energia rinnovabile (serre e pergole fotovoltaiche).
Presentazione:
Template ater unimol – forum pa challenge 2014 – bologna smart cities




Non solo verde

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Il Roof Top Lab di Corviale (preconvenzione ATER Roma-UNIMOL)  è stato selezionato a Smart City Exhibition 2014 a Bologna – 22 Ottobre 2014

Abbandonare i vecchi modelli di lavoro è ormai una necessità, ora bisogna trovare nuovi luoghi per connettere e condividere vecchi e nuovi lavori basati sulla straordinaria capacità artigianale e creativa del saper fare italiano. E’ l’obiettivo concreto che emerge dopo una lunga stagione di errate valutazioni del concetto di Smart City come sola incentivazione di procedure virtuali e immateriali. Questa è stata l’apertura di Andrea Di Benedetto, vice presidente del Consiglio Nazionale Artigiani alla quale ha risposto Massimiliano Colella, direttore generale di Asset Camera, che ha riferito come Roma sia ormai considerata in USA come la capitale dei Makers dopo lo straordinario e imprevedibile successo consecutivo delle due Maker’s Fair romane, i raduni dei nuovi artigiani digitali. A queste domande hanno risposto Daniel Lanfrey (segreteria tecnica del Ministro del MIUR), Pedro Sampaio Nunes (Eureka – Esco vision), Carolyn Hassan (Knowle West Media Centre) e molti altri partecipanti. E’ in questa cornice che la presentazione del progetto di fattibilita’ del tetto produttivo più grande del mondo, il Roof Top Lab di Corviale (Universita’ del Molise – Ater Roma) è sembrata la risposta più innovativa e paradossalmente concreta a quella domanda di nuovo lavoro e nuovi luoghi per il lavoro. Trasformare i tetti degli edifici residenziali ad alta densità abitativa in luoghi produttivi, innovativi, ecosostenibili e a KM Zero è il messaggio lanciato a Smart City Exhibition 2014 di Bologna. Una proposta selezionata fra molte, come sfida concreta legata prima di ogni altra cosa al lavoro, appoggiata da una comunità associativa attivissima, da un invidiabile tavolo interistituzionale, confermata dalle linee guida del futuro concorso internazionale di rigenerazione del distretto di Corviale che ATER lancerà entro primavera 2015, sfida lanciata ormai anche all’imminente Esposizione Universale di Milano.

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