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Veloccia: «oggi abbiamo visto il film su Gigi Petroselli. Un uomo solo al comando non può cambiare il mondo, ma un grande uomo, con il suo esempio può trasmettere a molti la voglia di cambiare le cose».

«nicolini




Guida allo studio di fattibilità nei Partenariati Pubblico Privati

partenariatoLo studio di fattibilità è il supporto fondamentale e un fondamento per la programmazione e la successiva realizzazione di opere di interesse pubblico perché consente la valutazione del grado di utilità dell’opera per la collettività, anche in relazione a costi non quantificabili economicamente (costi sociali relativi alla salute, alla quantificazione del tempo necessario, etc.)

Lo Studio consente di valutare la “centralità del progetto”, nei suoi aspetti tecnico – funzionale, economico – finanziario e contrattuale.

Per l’Amministrazione è un momento fondamentale per:

  • verificare i requisiti per la dichiarazione di pubblico interesse
  • verificare l’effettiva fattibilità del progetto (proposta) in senso lato
  • verificare l’effettiva convenienza per la P.A. (ad esempio in relazione alla congruità del contributo richiesto)
  • comparare più proposte progettuali alternative

Per il privato rende l’opportunità di:

  • verificare la redditività dell’investimento
  • verificare il livello di accettabilità /gestibilità del rischio
  • verificare la chiarezza di obiettivi, procedure, tempi, e costi

In fase di stesura dello Studio di Fattibilità, al fine di fa emergere tutti i fattori che concorrono alla realizzazione di una iniziativa progettuale con finalità pubblica, sia essa una infrastruttura primaria o un’opera di pubblico interesse, occorre effettuare una disamina approfondita delle componenti finanziarie ed economiche sottostanti, anche attraverso lo studio delle caratteristiche gestionali, pubbliche o private, più idonee a conseguire gli obiettivi attesi.

In particolare si dovranno conseguire i seguenti obiettivi progettuali:

  • rappresentare il contesto territoriale e socio-economico entro cui il progetto dovrà realizzarsi con l’individuazione dell’obiettivo o del sistema di obiettivi che il progetto intende conseguire; 
  • individuare e quantificare la domanda effettiva e potenziale, analizzare la dinamica temporale, formulare ipotesi per il suo andamento futuro, e stimare la disponibilità da parte dei potenziali fruitori a pagare per i beni o servizi ottenibili dalla realizzazione del progetto;
  • individuare e quantificazione l’offerta effettiva e potenziale, analizzare la dinamica temporale, e formulare ipotesi per il suo andamento futuro;
  • analizzare il quadro delle risorse finanziarie disponibili o attivabili, nonché delle modalità (tempi e condizioni) di conferimento di tali risorse al progetto, anche con riferimento agli eventuali contributi previsti;
  • costruire un modello di analisi finanziaria che, per le varie alternative progettuali, consenta di effettuare:
    a. stima dei flussi costi-ricavi;
    b. calcolo dei flussi di cassa e dei principali indicatori sulla qualità finanziaria della gestione;�
    c. formulazione delle ipotesi gestionali che sottendono il modello finanziario;
    d. verifica della sostenibilità finanziaria in un arco temporale sufficiente date le caratteristiche tecniche, economiche e gestionali del progetto;
  • costruire un modello di analisi economica (es ACB – Analisi Costi-Benefici), in grado di valutare la convenienza dell’investimento dal punto di vista del benessere della collettività nelle varie alternative;
  • sviluppare un adeguato sistema di simulazioni (analisi di sensitività e, per gli Sdf di più grandi dimensioni, analisi di rischio) in grado di verificare i punti di debolezza economica e finanziaria del progetto stimando la probabilità che si verifichino condizioni di insostenibilità economico-finanziaria. Individuare, sulla base dei risultati del sistema di simulazione e dell’analisi di rischio, di azioni o modifiche progettuali che permettano di ridurre la probabilità che si verifichino le condizioni di debolezza (o di rischio) sopra indicate.
  • costruire un modello in grado di valutare la convenienza dell’investimento a farlo realizzare e gestire, a terzi (concessione di gestione) considerando tutti i rischi d potenzialmente accollabili a questi ultimi, rispetto a realizzarlo direttamente (cd “Value for Money”1), come esplicitamente richiesto2.

In tal modo, attraverso opportuni indicatori, lo Studio di Fattibilità potrà consentire di stimare i seguenti fattori:

  • il costo
  • il grado di innovazione
  • gli impatti significativi
  • il grado di rischio dell’opera e la sua gestibilità
  • il valore dell’opera

Il tutto consentirà di prevenire ed evitare sprechi, nonché danni irreversibili al territorio e i risultati ottenuti consentiranno di valutare l’effettivo grado di utilità dell’opera, la sua sostenibilità anche durante la gestione, nonché di ottimizzare benefici/costi e le tempistiche.

Lo Studio di Fattibilità e la verifica della sostenibilità economica e finanziaria

Considerato più conveniente l’affidamento in concessione ad un soggetto privato della realizzazione e gestione dell’opera, le simulazioni economico finanziarie di una iniziativa dovranno evidenziare le capacità di quest’ultima di generare adeguati flussi monetari in grado sia di assicurare la copertura delle spese di gestione che di remunerare gli investimenti iniziali; i costi complessivi dovranno trovare copertura nelle principali fonti, costituite dal debito bancario e dai mezzi propri immessi dal promotore, entro un arco temporale idoneo.

La valutazione dell’equilibrio economico finanziario e della convenienza a livello reddituale di un progetto tende ad accertare la validità dell’investimento sotto il profilo della migliore allocazione delle risorse nonché ad accertare che l’impiego delle stesse risulti in grado di garantire un adeguato rendimento in termini economici.

Per verificare le condizioni di equilibrio economico – finanziario si adoperano specifici indicatori utilizzati nella prassi finanziaria e si effettua una loro comparazione, verificando il rispetto delle seguenti condizioni:

  • TIR progetto >≈ WACC;
  • TIR azionisti >≈ ke;
  • Annual Cover ratio ADSCR >= valore minimo prefissato;
  • Durata del finanziamento bancario < = Durata massima e/o durata concessione;
  • Rispetto della struttura finanziaria (“leva”) ottimale D/E (rapporto Debito bancario/capitali propri).

dove

per TIR si intende il tasso interno di rendimento

per WACC si intende il costo medio ponderato del capitale apportato (Weighted Average Cost of Capital), ossia il tasso medio ponderale determinato dalle componenti dei mezzi apportati (mezzi propri e mezzi bancari a debito) e dai relativi tassi (Kd = tasso bancario; Ke = tasso atteso dagli investitori privati).

per ADSCR si intende il rapporto tra il flusso di cassa annualmente generato dalla gestione al netto delle imposte e l’ammontare annuo relativo al servizio del debito (rata annualmente da corrispondere all’istituto finanziatore, composta da quota capitale e quota interessi). Usualmente si fa attestare tale valore intorno a 1,30 – 1,40 ma il range dipende da diversi fattori.

per ke si intende il tasso di remunerazione atteso sul capitale investito, ossia il tasso di rendimento atteso di un investimento rischioso, che viene determinato definendo la somma dei seguenti tassi: Rf + ße(E(Rm) – Rf)

ove:

Rf = tasso di rendimento delle attività “free risk”

E(Rm) = rendimento atteso del mercato

ße = coefficiente di correlazione tra il rendimento atteso del asset/iniziativa imprenditoriale ed il rendimento atteso del mercato azionario; tale coefficiente di misura è determinato da tre variabili: il settore di attività, il grado di leva operativa e la leva finanziaria, solitamente determinato sulla base di valori di aziende comparabili, quotate, cui si aggiunge un valore correttivo correlato alla mancata possibilità di diversificare il rischio.

In pratica tale tasso deve evidenziare che la remunerazione di un investimento rischioso per un investitore privato sia senza dubbio maggiore di quella di un investimento privo di rischio.

Riguardo al tasso WACC – Weight Average Cost of Capital, questo risulta essere il tasso minimo che un’azienda deve generare come rendimento dei propri investimenti per remunerare i creditori, gli azionisti e gli altri fornitori di capitali, incluse banche/istituti finanziatori, rappresentato dalla seguente formula:

E/(E+D) x Ke + D/(E+D) x Kd x (1-t)

dove E rappresenta il capitale proprio (Equity), D il capitale di debito, ke e kd sono i tassi definiti precedentemente e (1-t) è il fattore da applicare nella formula per quei Paesi dove vige la deducibilità fiscale degli interessi bancari, o oneri finanziari, ove t è appunto l’aliquota fiscale applicata sulla base imponibile che risente della deducibilità degli interessi (in Italia l’IRES).

E’ interesse dell’Amministrazione Pubblica concedente minimizzare i differenziali precedentemente esposti; ciò infatti comporterebbe per l’Ente una riduzione del valore della controprestazione da parte del Concessionario (es in termini di riduzione dei margini di gestione, ad esempio riconoscendo un canone al Concedente, o in termini di riduzione della durata della concessione), ovvero della contribuzione, qualora erogata attraverso un “contributo/prezzo”, monetizzato o in forma di cessione di diritti reali.

Al contrario, il Privato tenderebbe a massimizzarlo, chiedendo l’estensione dell’arco temporale della concessione, delle tariffe e/o delle fonti di ricavo maggiori, eventuali contribuzioni aggiuntive.

E’ importante comunque che – in fase di predisposizione dello Studio di fattibilità – emergano tutti i fattori che maggiormente concorrono alla determinazione dell’equilibrio economico finanziario, al fine di un corretto dimensionamento, sin dalla fase iniziale dell’iter concorsuale.


1 Cfr anche Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma – Commissione Project Financing e PPP: “ Il confronto tra appalto e concessione – La valutazione del Value for Money”. 2009

2 Cfr AVLP “linee Guida per gli Studi di fattibilità” – Det. 1/09

L. Checola (da www.fasibiz.it)




Roma: arrivano 12,2 milioni di euro per la sostenibilità degli edifici

soldiScuole, palestre e case di riposo romane saranno protagoniste del rinnovamento: grazie a 12,2 milioni di euro di fondi europei stanziati dalla Regione Lazio sarà possibile infatti intervenire per migliorare la sostenibilità economica ed ambientale

Circa 12,2 milioni di euro di fondi europei consentiranno nei prossimi mesi di intervenire per migliorare l’efficienza energetica in scuole, palestre e case di riposo romane.

Lo ha annunciato l’Assessore allo Sviluppo delle Periferie, Infrastrutture e Manutenzione Urbana di Roma Capitale, Paolo Masini, dopo che la Regione Lazio ha pubblicato la graduatoria definitiva delle proposte ammesse alla Call europea “Energia sostenibile – Investire sugli edifici pubblici per migliorare la sostenibilità economica ed ambientale attraverso interventi per l’efficienza energetica e l’incremento dell’uso delle energie rinnovabili”.

Si tratta di una notizia che “premia il grande lavoro di progettazione svolto dagli uffici a partire da agosto in collaborazione con gli assessori Cattoi, Cutini e Pancalli e i Municipi per rendere più efficienti i nostri edifici”, ha spiegato l’assessore Masini. I progetti approvati libereranno 7,5 milioni per gli edifici scolastici, 2,7 milioni per le palestre delle scuole e 2 milioni per le strutture sociali, e consentiranno di rendere efficienti 12 scuole, 8 palestre di altrettanti istituti e 3 case di riposo su tutto il territorio di Roma Capitale. Con questi fondi – ha concluso l’Assessore – facciamo un altro passo avanti verso quella rivoluzione energetica che renderà Roma all’avanguardia nel campo dell’efficienza e del minor impatto ambientale”.

Questi gli interventi approvati:

Edifici scolastici
Scuola Elementare via Motta Camastra (Municipio VI), Scuola Media Statale Belon (Municipio VI), Scuola Media Statale Rodari (Municipio VII), Scuola materna ed elementare Manzoni (municipio VII), Scuola Media Statale Schweitzer (Municipio VII), Asilo nido e scuola materna Pescaglia (Municipio XI), Scuola Media Statale Einstein (Municipio XI), Scuola Elementare Pirandello (Municipio XI, Asilo Nido Coccinella (Municipio XII), Scuola materna Artom (Municipio XII), Asilo Nido Morgana (Municipio XII), Istituto Comprensivo Chiodi (Municipio XIV),

Strutture sportive scolastiche
Istituto Comprensivo Elsa Morante (Municipio I), Istituto Comprensivo Dante Alighieri (Municipio I), Istituto Comprensivo Winckelmann (Municipio II), Istituto Comprensivo Bruno Munari (Municipio III), Istituto Comprensivo largo Volumnia (Municipio VII), Scuola elementare Gregoracci (Municipio IX), Scuola Gramsci (Municipio XI), Istituto Comprensivo Soglian (Municipio XV).

Case di riposo
Casa di riposo via Rocco Santoliquido (Municipio I), Casa di riposo via Ventura (Municipio III), Casa di riposo Vittoria (Municipio XI).

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Architettura e pedagogia per il nuovo asilo firmato Mario Cucinella

asiloIl nuovo asilo di Guastalla prevede l’uso di materiali naturali o riciclati a basso impatto ambientale

Sarà presentato ufficialmente alla città di Guastalla (Reggio Emilia) il 12 aprile 2014 il nuovo nido d’infanzia designato a sostituire due nidi comunali dell’infanzia (Pollicino e Rondine) danneggiati dal terremoto del maggio 2012. Progettato dall’architetto Mario Cucinella, l’asilo ospiterà 120 bambini tra 0 e 3 anni ed è stato scelto dalla commissione di gara che ha lanciato tempo fa l’appalto integrato per l’opera. L’aggiudicazione è stata perfezionata lo scorso 17 marzo dal sindaco Giorgio Benaglia e dall’assessore ai Lavori pubblici, Elisa Rodolfi.

A BASSO IMPATTO AMBIENTALE. Il progetto prevede l’uso di materiali naturali o riciclati a basso impatto ambientale. L’intera struttura portante (salvo le fondazioni, che saranno in cemento armato), sarà in legno. L’edificio avrà ampie superfici vetrate ed è previsto il recupero dell’acqua piovana e l’inserimento in copertura di un impianto fotovoltaico.

Per progettare un asilo nido e una scuola d’infanzia – ha commentato Mario Cucinella – è necessario che si incontrino e dialoghino discipline diverse: l’architettura, la pedagogia, la psicologia, l’antropologia. La qualità degli spazi dipende da come questi saperi riescono a interagire tra loro. La costruzione di ambienti per i più piccoli può essere uno spunto di riflessione sul ruolo dell’architettura – ha aggiunto l’architetto – che non è solo materia da riviste patinate ma può diventare strumento educativo: lo spazio condiziona i comportamenti e bambini cresciuti in un ambiente confortevole, stimolante, adatto alle loro esigenze saranno adulti più consapevoli.

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Una piazza partecipata

piazzaIl coordinamento CorvialeDomani, dopo  consultazione dei propri aderenti, ritiene che la Piazza prevista dal P.R.U. Corviale ed in corso di progettazione da parte dell’Isveur, debba essere anzitutto uno spazio pubblico funzionale al progetto di riqualificazione di Corviale e  alle direttrici di sviluppo del suo quadrante urbano su cui – secondo il Protocollo d’Intesa sottoscritto dalle parti – stanno lavorando insieme, oltre a noi,  l’ATER, il MIBACT, l’Ente RomaNatura, il Comune di  Roma Capitale,  con i diversi assessorati competenti,  i Municipi XI e XII, le Università romane “La Sapienza”,  “Roma  Torvergata” e “Roma Tre”, il CESV, nonché associazioni, fondazioni, centri ricerca e esperti e operatori di vari settori.  Il progetto della piazza in corso di redazione da parte dell’Isveur, da realizzare principalmente con risorse straordinarie dovute dal costruttore Marronaro al Comune di Roma per le residenze da lui già realizzate in prossimità della piazza stessa, non tiene attualmente conto – a giudizio del coordinamento CorvialeDomani – delle funzioni, spazi,  interazioni e attività  necessarie ed utili per attrarre le diverse fasce sociali che vivono nel territorio. Non ne tiene conto perché non conosce le potenzialità e le vocazioni che invece sono da tempo oggetto di studio e riflessione da parte dei molti e qualificati soggetti che – come detto – hanno sottoscritto il protocollo d’intesa. Per assicurare la “riuscita” di questo nuovo spazio pubblico, per attribuirgli valore urbano, non basta infatti progettarne le forme architettoniche, ma è indispensabile definire da subito le funzioni da insediare ai margini e dentro, in modo da far diventare la piazza stessa luogo identitario, polivalente, connettivo tra il Corviale e i tessuti edilizi circostanti. Vanno parimenti definite da subito le modalità di gestione futura della piazza, sia per quello che riguarderà la sua manutenzione e guardiania, sia per la programmazione delle attività temporali eventualmente da tenervi (spettacoli estivi, mercatini natalizi e dell’usato, incontri politici, manifestazioni della società civile etc.).  Centralità va assolutamente data al rapporto con l’Ente Parco Roma Natura in quanto la  piazza dovrà rappresentare – a nostro giudizio – principalmente l’ingresso del Parco Tenuta dei Massimi, che si connette poi con la Riserva Naturale “Valle dei Casali”.  Le attività agricole, cui la Tenuta dei Massimi è prevalentemente destinata dal suo Piano di assetto vigente, potranno essere un volano per aumentare l’attrattività di questo nuovo spazio pubblico, unitamente ad attività di tempo libero, sport e ristoro che il Piano di assetto rende possibili al suo interno (percorso ippo-ciclo-pedonale di oltre 10 Km.) ed una risorsa per la manutenzione e la guardiania.  La Piazza dovrà essere dunque integrata architettonicamente con l’intorno ed in particolare con il Palazzo/il Kilometro.  Da qui la richiesta, su cui sappiamo esistere disponibilità, ad ATER di mettere a disposizione del progetto, laddove possibile e necessario, anche alcuni terreni di sua proprietà.    Per entrare nel merito e dare un contributo fattivo si propone che il progetto della piazza debba prevedere al suo interno:  – la “Casa del Parco” – in accordo con Roma Natura – in cui oltre alla documentazione informativa ci sia l’opportunità di offrire servizi come affitto bici, visite guidate per i cittadini, scuole etc., assistenza per le fasce svantaggiate, attività didattica, possibilità di avere spogliatoio con docce, per fare footing, mountain bike, passeggiate a cavallo, ippoterapia, orti e attività agricola da connettere con i mercati – al coperto e in sede aperta – già presenti in Corviale  – un mix di attrezzature e arredi per arricchirne la capacità attrattiva: un’area dedicata all’infanzia e alle fasce giovanili ovvero giochi e attrezzature per l’infanzia; uno spazio d’acqua  zampillante ad intermittenza, come spesso presente in molte piazze europee; uno skateball; un’arrampicata sportiva  idonea per svolgersi campionati nazionali; la possibilità di accogliere in alcuni periodi dell’anno anche una Giostra, confinata attualmente in uno spazio verde, e magari una pista di pattinaggio su ghiaccio.  – il trasferimento del mercato bisettimanale che si svolge attualmente su un parcheggio di Via M.Mazzacurati.  – Il trasferimento e ammodernamento del chiosco-bar rendendolo finalmente luogo di incontri e relazioni    – per le attività culturali  prevedere un palco per spettacoli ed eventi, percorsi per esposizioni, attività ludiche nonchè  attività ricreazionali , compresi i giochi da tavolo.  – l’interramento dei cavi elettrici ma salvaguardando i tralicci esistenti, che potenzialmente si prestano ad avere una trasformazione artistica, diventare “landmarker” colorati  che possono rappresentare un richiamo e il segno di identità della piazza. I risparmi delle Ferrovie (che usano l’elettrodotto) o di TERNA per il mancato smantellamento dei tralicci potranno essere reinvestiti sulla piazza medesima.   – particolare attenzione dovrà essere posta dal progetto all’immagine notturna della piazza. Si chiede sin d’ora che lo spazio risulti molto illuminato. Anche per accrescere le misure di sicurezza nei confronti dei fruitori. I contatti con l’ACEA per concordare scelte e dimensionamenti dovranno essere presi subito – se la cosa come si spera non è stata già avviata dall’Isveur – per evitare successivi malintesi e diseconomie.  La piazza dovrà essere accessibile sempre e con facilità dai pedoni. Dunque si a misure per dissuadere l’accesso di eventuali veicoli o motocicli, no a recinzioni e chiusure con cancelli fissi.  Inoltre ove si realizzassero gli edifici privati ancora previsti nelle adiacenze  e si creasse – come auspicabile – un’offerta di fondi o negozi, allora per valorizzare la medesima piazza con servizi di qualità si può richiedere:  – al Comune di Roma Capitale: il trasferimento della Farmacia Comunale attualmente localizzata all’interno della stecca del Corviale che può, come da indirizzi del contratto servizio Farmacap, diventare  anche un presidio medico. .  – alle Poste Italiane il trasferimento presso la nuova piazza dell’ufficio postale di zona, attualmente in funzione in prossimità di via degli Adimari,  strada angusta,  a senso unico e senza parcheggi.  Il Municipio potrà a tal fine farsi promotore di verificare da subito la disponibilità di Farmacap e Poste italiane e potrà altresì contribuire favorire l’insediamento di ulteriori attività commerciali, di ristoro e produttive nell’ambito della piazza e di eventuali servizi ai cittadini.   Nota bene  Ribadiamo che la “Piazza di Corviale” – che poi dovrà essere la piazza di tutto il territorio –  deve rispondere alle esigenze del territorio stesso e della sua Comunità e al progetto di sviluppo urbano e sociale che i partners del “protocollo”  stanno costruendo.  Per Noi che lottiamo da anni per riqualificare il territorio e il Palazzo Ater  sarebbe davvero  inaccettabile realizzare una piazza solo perché bisogna spendere dei fondi pubblici previsti a questo scopo. Se non sarà possibile realizzare una piazza bella ed effettivamente utile al territorio, secondo le indicazioni date in precedenza, allora è meglio che investiamo questi fondi disponibili in altra maniera e non aggiungiamo un futuro degrado a quello contro cui stiamo già lottando.  Pino Galeota Coordinatore progetto CorvialeDomani

Piazza_Corviale_report_riunione_13_gennaio_2014

Piazza_Corviale_Report_riunione_5_febbraio_2014




Edifici pubblici, un progetto Ue per riqualificarli con tecnologie attive e passive

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Il Bricker project, che partirà in Spagna, Turchia e Belgio, prevede l’implementazione di sistemi trigenerativi industriali e lo sfruttamento di risorse rinnovabili locali
Ridurre del 50% il consumo energetico di edifici esistenti con soluzioni che possano essere prese come esempio da replicare. Si chiama Bricker un nuovo progetto finanziato dall’Ue che ha l’obiettivo di trasformare, in quattro anni, alcuni edifici pubblici in Spagna , Turchia e Belgio in edifici sostenibili ed energeticamente efficienti.

 

Sistema trigenerativo
Alla base del progetto vi è l’idea di combinare tecnologie attive e passive in modo innovativo e nello specifico verrà sviluppato un sistema di trigenerazione in grado di produrre simultaneamente energia, riscaldamento e raffreddamento con una potenza di circa 150 kilowatt e una capacità termica di circa 600 kilowatt. Un sistema che funzionerà grazie all’installazione in copertura di collettori solari parabolici che andranno a lavorare su una temperatura più alta di quella solitamente sfruttata, ovvero a circa 250-270 ° C. E l’innovazione riguarda l’applicazione perché sarà la prima volta che un tale sistema, usato in ambito industriale, verrà implementato in edifici pubblici.

 

Risorse rinnovabili locali
Il progetto prevede, poi, l’utilizzo delle risorse rinnovabili disponibili localmente in ogni regione e quindi ciascuna struttura avrà delle caratteristiche diverse dalle altre. Verranno usate, in base al caso specifico, caldaie a biomassa, sistemi geotermici e refrigeratori ad assorbimento che usano il calore per produrre l’energia necessaria per attivare il sistema di raffrescamento. Tecnologie già in uso ma che verranno “cucite” addosso al singolo sistema-edificio.

 

Sistemi passivi: finestre aerate, isolanti e facciate ventilate
Per quanto riguarda il sistema passivo, verranno implementate delle nuove finestre di aereazione con scambiatore di calore elettronico integrato, sistemi isolanti in PIR (poliisocianurato) e con PCM (phase change materials), materiali in grado di di cambiare, a seconda delle sollecitazioni esterne, il proprio stato da solido a liquido e viceversa, assorbendo e trattenendo il calore. E per finire facciate ventilate.

 

La convenienza di riqualificare piuttosto che costruire
Ma tutti questi interventi rendono la riqualificazione davvero più conveniente rispetto la costruzione di nuovi edifici? Secondo le recenti dichiarazioni del coordinatore del progetto Ue Juan Ramón Jiménez de las Cuevas, assolutamente si, perché “gli investimenti per rendere un edificio esistente efficiente come uno di nuova realizzazione sono soltanto il 20% del prezzo previsto per una nuova costruzione”.

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In aula Giulio Cesare delibera su funicolare Magliana

funivia(ASCA) – Roma, 24 mar 2014 – ”A seguito della riunione dei capigruppo di questa mattina si e’ deciso che domani, martedi’ 25 marzo – dalle ore 16 alle ore 20, l’Assemblea capitolina esaminera’, oltre ai provvedimenti lasciati in sospeso nella precedente seduta, la Delibera sulla gestione e distribuzione del gas naturale. Tra le Mozioni al vaglio dell’Aula: stabilizzazione di 125 lavoratori interinali ATAC; realizzazione della funivia leggera sopra il Tevere di collegamento tra il quartiere Magliana e l’omonima stazione della metro B; monitoraggio di dati ambientali sulle discariche; programma di controllo costante del Colle Oppio; iniziativa di intitolare una strada o una piazza a Franco Califano”. Lo comunica in una nota la Presidenza dell’Assemblea Capitolina.




Quando la rigenerazione urbana parte dagli edifici scolastici

Un grande campus scolastico a Baltimora al centro di un quartiere da riqualificare, con tanto verde, aree da condividere e spazi interni flessibili e adattabili ai diversi programmi pedagogici

Non un edificio scolastico, ma un vero e proprio campus dedicato all’apprendimento (e insegnamento). La Henderson-Hopkins School è più di un progetto architettonico, è un modello di “rigenerazione urbana” volto ad incidere profondamente sulla società di Baltimora.

Microcosmo all’interno della città 
Sviluppato come una sorta di microcosmo all’interno della città, il complesso di edifici scolastici destinati a vari classi di istruzione, si compone di una serie di piccoli fabbricati- ispirati nella loro conformazione alle tradizionali villette a schiera di Baltimora- immersi in strade, piccole aree verdi e spazi da condivere.

Spazi in condivisione

Ciascun edificio è dotato di uno spazio in comune dove si consumano i pasti e di una terrazza destinata ad alcune attività didattiche o ludiche, che ha lo scopo di promuovere sia la condivisione di spazi con i compagni di scuola sia l’apprendimento individuale (vi sono tavolini dove gli studenti possono fermarsi a studiare o leggere).


Spazi interni flessibili

L’architettura del campus riflette l’attuale stato dell’arte della ricerca pedagogica. Gli spazi interni sono flessibili e adattabili a qualsiasi tipo di programma pedagogico e conformi alle diverse capacità di apprendimento, abitudini ed età degli studenti. Per facilitare, inoltre, l’apprendimento si è puntato sulla realizzazione di grandi aperture finestrate che consentano un forte ingresso di luce naturale.

Questo progetto – afferma Robert M. Rogers, fondatore dello studio Rogers Partners che ha realizzato il progetto –  rappresenta ciò che l’architettura scolastica potrebbe (e dovrebbe) essere. Il nostro obiettivo era quello di recuperare e re-immaginare un tessuto urbano ricco di opportunità per l’area ad est di Baltimora e di tradurre concretamente il concetto di scuola come istituzione fortemente radicata all’interno di una comunità

Crediamo che i quartieri forti siano costruiti intorno a delle forti scuole pubbliche – ha aggiunto Christopher Shea, Presidente EBDI (East Baltimore Development , Inc.), organizzazione no-profit che ha collaborato al progetto, che prevede non solo la costruzione del campus scolastico ma una serie di strutture e servizi volti a riqualificare l’intero quartiere: un consultorio familiare, una biblioteca, un auditorium e una palestra

Architetti: Rogers Partners

Località: 2100 Ashland Avenue, Baltimore, MD 21205, USA

Sviluppatore del progetto: Vincent Lee, AIA, Associate Partner

Project Manager: Timothy Fryatt, Associate

Project Architect: Kip Katich, AIA

Superficie: 12.000 mq

Anno: 2014

Costo: 53 milioni di dollari

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