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“MACERIE, ascesa e caduta”: invito all’inaugurazione della Mostra

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Locandina dell’evento

Il Mitreo Arte Contemporanea ospiterà dal 19 al 27 ottobre
la mostra “MACERIE, Ascesa e Caduta” curata da Spazioallarte

Siete invitati oggi alle 18.30 a prender parte al vernissage della mostra
presso il Mitreo Arte Contemporanea in Via Mazzacurati 61 – 63, Roma.

 

 

 

 

 

 

 

 

http://www.youtube.com/watch?v=acL7YKQ4GKA&feature=share&list=UUFyjgK_h8_9UjHvwhmy0mOA




Mancata consegna A Corviale dei kit per la raccolta differenziata

Dal 15 ottobre è iniziata la raccolta differenziata ma molti cittadini di Corviale non hanno ricevuto i kit e le istruzioni relative.

Il Comitato inquilini Corviale-Casetta Mattei ha organizzato un incontro pubblico con l’Ama per dare spiegazioni ai cittadini facendo presente che a molti ancora non è stato consegnato nulla.

Il responsabile dell’Ama ing. Giuseppe Perrone si è fatto carico di risolvere il problema al più presto e il Comitato Inquilini si è reso disponibile a collaborare mettendo a dispozione la propria sede.

Questo significa che ogni cittadino potrà venire alla sede del Comitato in largo Odoardo Tabacchi, 5 (quarto lotto) per ritirare il kit e le relative istruzioni.

IL Comitato sta aspettando che l’Ama comunichi i giorni e gli orari per la consegna.

I giorni e gli orari saranno indicati nelle locandine che saranno affisse lungo il palazzo.




Costruiamo il cambiamento: incontro in preparazione del Forum di Corviale

Legalità, sviluppo e progettualità. Queste le tre parole chiave del partecipato incontro che si è tenuto mercoledì 16 ottobre nella sala dei convegni del Mitreo Arte Contemporanea, a Corviale. Numerosi gli interventi dei relatori e le domande del pubblico: i cittadini, le istituzioni e le associazioni hanno approfittato di questo evento per partecipare attivamente e sollevare nuovi e interessanti spunti di dibattito.

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Sala Convegni del Mitreo Arte Contemporanea

 A dirigere i lavori Pino Galeota, coordinatore di Corviale Domani, sul palco Daniel Modigliani, commissario dell’Ater; Maurizio Veloccia, presidente del Municipio XI Arvalia Portuense. Si è parlato di posti di lavoro, di inserimento sociale e di smart community, di progetti e di utopie. Sì, perché a volte, e in questo caso Corviale ne è l’emblema, i progetti più fondati nascono proprio da sogni apparentemente irrealizzabili.

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Da sinistra: Daniel Modigliani, Maurizio Veloccia e Pino Galeota, in apertura all’incontro.

Ebbene, la comunità scientifica di Corviale Domani, progetto che propone un piano strategico condiviso in base ai principi della Carta di Lipsia sulle Città Europee Sostenibili, insieme alle istituzioni, alle associazioni, ai privati cittadini ancora crede in questi sogni. E ci ha messo la faccia, le idee, e il cuore.

Sì, perché Corviale, il mostro di cemento, il kilometro che si staglia sulla periferia sud-ovest della capitale, nasce dal sogno dell’architetto Fiorentino di voler creare una struttura autonoma e ed economicamente sviluppata.

Nel 1872 Engels segnalava che, soltanto eliminando l’antitesi tra città e campagna e con l’appropriazione dei mezzi di sussistenza, si sarebbero risolti i problemi delle abitazioni. Ma forse Engels sognava perché era un filosofo, un teorico, un rivoluzionario. Le sue idee, seppur utopistiche, sono andate lontane e mai come ora sono apprezzabili e realizzabili.

Questi, i temi affrontati nel pre-forum: campagne urbanistiche, legalità e rispetto delle esigenze dei cittadini, processi sociali costruiti con la presenza costante di attività culturali, superando le barriere, oltrepassando il proprio recinto e scavalcando l’idea che guardare solo i nostri piedi non basta più.

«Corviale non può essere considerato per parti, è nato come una struttura unitaria che ha una qualità e un senso urbanistico nel rapporto con il territorio circostante. Ha bisogno di una visione unitaria», le parole di Daniel Modigliani. Un progetto nato tre anni fa, come ha ricordato Pino Galeota, pronto per essere proposto alla Biennale di Venezia 2014 e all’Expo 2015 di Milano.

Economia sostenibile, orti urbani, o meglio, tetti giardino, che ricopriranno l’intero “Serpentone”, ma anche sport e cultura. Elementi importanti e rappresentativi di un territorio che unitamente sta richiedendo la svolta.

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Da sinistra: Stefano Panunzi, riquadro in alto, da sinistra Maria Grazia Bellisario, Pino Galeota e Monica Melani. In basso, Alfonso Pascale.

Sono intervenuti Maria Grazia Bellisario, direttore “Architettura e Arte Contemporanea” del Ministero dei Beni Culturali, Stefano Panunzi, professore di ingegneria all’Università degli Studi del Molise, Alfonso Pascale, Paolo Masini Assessore addetto ai lavori pubblici di Roma Capitale. Per ultima, ma non per importanza, Monica Melani, direttrice artistica del Mitreo Arte Contemporanea che ha sottolineato quanto i beni relazionali e le condivisioni dei patrimoni siano base per un approccio qualitativo alla vita.
L’incontro è finito con l’invito, rivolto a tutta la comunità ma anche a Roma, e a chiunque voglia partecipare al Forum “Costruiamo il cambiamento” che si terrà a Corviale dal 21 al 23 Novembre

Durante il convegno una diretta Facebook ha reso condivisibile e fruibile a tutti la partecipazione. Giusto perché noi, nel futuro, nelle reti e nella tecnologia per il progresso dell’individuo ma anche dei territori e delle periferie, ci crediamo.

Elisa Longo

https://www.facebook.com/corviale?fref=ts

https://www.facebook.com/pages/Il-Mitreo-ArteContemporanea/227973020598238?fref=ts

 




I progetti del governo sui Fondi Europei coincidono con le linee del progetto Corviale

ueDalla Nota governativa sulla programmazione dei Fondi Europei 2014-2020:
“La valorizzazione dei beni ambientali e culturali – oggetto nei cicli precedenti di importanti investimenti di tutela e rifunzionalizzazione al fine di promuovere impresa e occupazione assume un ruolo estremamente importante nel programma
Il programma conferma, altresì, investimenti rilevanti sia per promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà, sia nell’investimento nella scuola e nella formazione.
Inoltre, viene proposto un nuovo programma di intervento sulle città. Le città possono essere il motore della ripresa dell’economia italiana, luoghi nei quali più facilmente nascono e sviluppano nuove imprese utilizzando i saperi delle persone. I programmi urbani saranno costruiti mirando ad una pluralità di ambiti fra loro integrati, fra cui spiccano per importanza le forme di mobilità sostenibile, gli interventi per l’efficienza e il risparmio energetico, per l’economia digitale e l’inclusione sociale.
(…)
azioni contro la dispersione scolastica e per rafforzare le competenze degli studenti.
La programmazione conterrà programmi operativi regionali, con interventi che richiedono attenzione alla dimensione territoriale (come le strategie regionali di specializzazione intelligente richieste dall’Unione Europea), e richiedono adattamenti e specificazioni; in una logica, tuttavia, di sempre maggiore integrazione fra le diverse misure sui territori.”




Programmazione dei Fondi europei 2014‐2020

soldiwww.governo.itNei prossimi giorni, dopo l’imminente definizione finale da parte delle istituzioni europee del bilancio pluriennale e dei regolamenti sulle politiche di coesione, il governo italiano su iniziativa del Ministro per la coesione territoriale presenterà alla Commissione europea la bozza dell’Accordo di partenariato (vedi allegato)sulla programmazione dei fondi strutturali 2014‐2020.
Si tratta di un documento importante, nel contesto della gravissima crisi che da tempo colpisce l’Italia. Queste politiche svolgeranno un ruolo fondamentale per la crescita, per il rilancio del sistema produttivo, l’incremento dell’occupazione e il miglioramento della coesione sociale nel nostro paese, in tutte le sue regioni.
In base ai principi europei, le politiche di coesione riguardano l’intero territorio nazionale, pur con modalità diverse: le regioni del centro nord sono incluse nel gruppo delle regioni europee più sviluppate; Sardegna, Abruzzo e Molise fra le regioni in transizione, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia, fra le regioni meno sviluppate.
In base agli stessi principi, alle Regioni è destinato, per il periodo 2014‐20, complessivamente un contributo europeo di circa 30 miliardi di euro, di cui 7 per le regioni più sviluppate, 1 per le regioni in transizione e 20 per le regioni meno sviluppate.
A tali cifre vanno aggiunti gli importi del cofinanziamento nazionale (obbligatorio per le politiche di coesione europee), pari agli stanziamenti comunitari. Nel quadro degli interventi per lo sviluppo regionale, le politiche comunitarie si sommano alle politiche nazionali, incardinate sul Fondo Sviluppo e Coesione che ha una allocazione nella legge di stabilità di circa 54 miliardi distribuiti negli anni di attività dei fondi.
Nel complesso le politiche di sviluppo e coesione conteranno su circa 100 miliardi di euro.
Tali risorse devono svolgere, nel ciclo 2014‐20, un ruolo duplice, ma strettamente integrato: da un lato continuare nell’azione di potenziamento e miglioramento dei contesti regionali; dall’altro assicurare un sostegno, strutturale e non congiunturale, ai processi di rafforzamento delle imprese, di incremento dell’occupazione, di miglioramento del tessuto sociale dopo la grande crisi.
A tal fine, la programmazione 2014‐20 opera una prima grande scelta innovativa rispetto alle esperienze precedenti di utilizzo dei fondi: quella di specializzare il Fondo Sviluppo e Coesione nel finanziamento delle grandi opere infrastrutturali, in particolare nel campo dei trasporti e dell’ambiente. Ciò consente di poter disporre di una tempistica di spesa più adatta a realizzazioni grandi e complesse sotto il profilo amministrativo e tecnico. Inoltre, permette di non vincolarsi alle scadenze che riguardano i fondi strutturali di solito difficilmente compatibili con la durata dei processi di realizzazione delle opere infrastrutturali.
Così, le politiche nazionali (Fondo Sviluppo e Coesione in corso e previsto per il 2014‐20) si orienteranno sulla infrastrutture più importanti, oltre che su ambiti nei quali le politiche europee
non intervengono; i Fondi Strutturali invece investiranno sulle imprese e sulle aree territoriali, sulle persone e sulle infrastrutture leggere, in coerenza con i regolamenti comunitari.
La strategia europea indica per i Fondi Strutturali 11 grandi aree di intervento. In questo quadro, la strategia italiana opera alcune scelte che tendono a concentrare le risorse in pochi obiettivi segnando una innovazione rispetto al passato ciclo di programmazione. In particolare, agli obiettivi ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione e competitività delle piccole e medie imprese è destinato il 37% delle risorse, con un incremento rispetto al ciclo di programmazione precedente del 10%. All’obiettivo promozione dell’occupazione è destinato il 14% delle risorse con un incremento rispetto al ciclo di programmazione precedente del 4,1%.
La valorizzazione dei beni ambientali e culturali – oggetto nei cicli precedenti di importanti investimenti di tutela e rifunzionalizzazione ‐ al fine di promuovere impresa e occupazione assume un ruolo estremamente importante nel programma
Il programma conferma, altresì, investimenti rilevanti sia per promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà, sia nell’investimento nella scuola e nella formazione.
Inoltre, viene proposto un nuovo programma di intervento sulle città. Le città possono essere il motore della ripresa dell’economia italiana, luoghi nei quali più facilmente nascono e sviluppano nuove imprese utilizzando i saperi delle persone. I programmi urbani saranno costruiti mirando ad una pluralità di ambiti fra loro integrati, fra cui spiccano per importanza le forme di mobilità sostenibile, gli interventi per l’efficienza e il risparmio energetico, per l’economia digitale e l’inclusione sociale.
Allo stesso modo attenzione particolare viene dedicata alle aree interne del paese, per rompere i vincoli dell’isolamento, garantire quantità e qualità dei servizi pubblici, mettendole in grado di contribuire maggiormente al rilancio del paese.
Nell’ambito della strategia nazionale, le azioni per il Mezzogiorno sono caratterizzati da uno sforzo maggiore di individuazione di interventi a scala macroregionale, evitando i rischi di isolamento delle programmazioni regionali e definendo temi comuni di lavoro, a partire dal rafforzamento di filiere produttive di specializzazione (nel manifatturiero, nell’agricoltura, nell’agroindustria e nel turismo di qualità) e dalla realizzazione di infrastrutture leggere di connessione e integrazione delle reti.
Le scelte per la programmazione di queste risorse sono finalizzate ad assicurarne un impatto rapido ed efficace sull’economia di tutte le regioni italiane, per accompagnare progressivamente i primi segnali di ripresa a partire dal 2014. Apprendendo dall’esperienza ciò ha portato ad alcune scelte di fondo di rilevante importanza.
Viene rafforzato il presidio nazionale dei Fondi Comunitari. Ciò non significa ricentralizzare la spesa, ma assicurare l’impegno e la responsabilità politica delle istituzioni nazionali per una loro efficiente e rapida attuazione, per la definizione di regole ed indirizzi comuni, per la coprogettazione, il sostegno tecnico e il monitoraggio di interventi e azioni, per un incisivo ruolo della costituenda Agenzia nazionale per la coesione territoriale. Le risorse europee mirano ad incrementare il benessere dei cittadini e la competitività delle imprese: è compito di tutte le istituzioni, a tutti i livelli, collaborare perché ciò accada, indipendentemente dalle specifiche responsabilità gestionali.
Presidio nazionale significa assicurare l’integrazione delle politiche comunitarie, oltre che con l’azione del Fondo Sviluppo e Coesione, anche con l’insieme delle politiche ordinarie; contemperare l’obiettivo di avere sull’intero territorio nazionale pratiche e metodi omogenei, con le opportune esigenze di adattarli agli specifici contesti territoriale; sostenere senza discriminazioni cittadini e imprese; promuovere interventi rapidi, valorizzando la diffusione delle buone pratiche da territorio a territorio.
A tal fine la programmazione conterrà alcuni schemi di intervento per l’intero territorio nazionale e/o per il Mezzogiorno, mirati a sostenere: i processi innovativi delle imprese, in particolare di minore dimensione, e di ampliamento della capacità produttiva, materiale e immateriale; l’assunzione a tempo indeterminato nelle imprese di giovani ad alta qualifica, come fondamentale elemento di un rafforzamento strutturale delle aziende; la riduzione del cuneo fiscale attraverso misure di decontribuzione attive su un periodo prolungato di tempo e coerenti con gli interventi già in corso; schemi di contrasto alla povertà attraverso l’inclusione attiva.
La programmazione conterrà altresì, all’interno di programmi operativi nazionali, per l’intero territorio nazionale e/o per il Mezzogiorno, azioni che richiedono una uniforme capacità attuativa, nell’interesse della parità di trattamento e del costo e dell’efficacia nella gestione delle misure: tipiche di questi casi sono le azioni contro la dispersione scolastica e per rafforzare le competenze degli studenti.
La programmazione conterrà programmi operativi regionali, con interventi che richiedono attenzione alla dimensione territoriale (come le strategie regionali di specializzazione intelligente richieste dall’Unione Europea), e richiedono adattamenti e specificazioni; in una logica, tuttavia, di sempre maggiore integrazione fra le diverse misure sui territori.
Per superare i rilevanti problemi attuativi di queste politiche, che hanno interessato in passato tutti i livelli istituzionali, centrali e regionali, pur con differenze significative, si prevede una notevole riduzione del numero dei programmi operativi e, soprattutto, al loro interno, del numero di azioni da perseguire.
I programmi diventano ovunque davvero operativi: non più solo documenti generali di orientamento. Dovranno indicare ciò che si farà, definendo con precisione i risultati attesi, le azioni per perseguirli e i tempi necessari. Sarà inoltre assicurata la collaborazione con il partenariato istituzionale e la trasparenza di tutte le informazioni anche attraverso il portale OpenCoesione.
http://www.opencoesione.gov.it/
bozza_dell_accordo_di_Partenariato




El Pais: Abbiamo lasciato i nostri lavori per creare orti urbani

ortiRuben Garcia e il suo partner, Daniel Roig, sono i fondatori della
societa’ GrowinPallet, che vende orti urbani, dalla struttura per piantare in casa fino alla
manutenzione con un agricoltore a domicilio. Il loro sogno: riempire i tetti di Barcellona
di ortaggi e frutta. E creare un’attivita’ che sia subito redditizia.

Domanda. Come e’ nata l’idea di vendere orti urbani a domicilio?

Risposta. L’idea e’ nata alla fine dello scorso anno quando io e il mio socio Daniel
Roig abbiamo tenuto un corso di orti urbani come hobby mentre lavoravamo nei nostri
posti di lavoro che non avevano niente a che fare con gli orti. Un giorno, vedendo lo
spazio sottoutilizzato che c’e’ sui tetti di Barcellona, c’e’ nata l’idea di renderli produttivi
coltivando ortaggi biologici e al tempo stesso migliorando l’aspetto attuale delle terrazze
inospitali e abbandonate della citta’.

D. E l’idea e’ ormai un’impresa…

R. Come societa’ siamo nati di recente. Il mio socio e io abbiamo lasciato i nostri
lavori ben remunerati per dedicarci a questo progetto nel febbraio 2013, senza sapere
ancora se era fattibile. Ma abbiamo voluto dedicare piu’ tempo di quanto avremmo
potuto fare tenendo i nostri posti di lavoro.

D. Vivete di questo nuovo lavoro?

R. Anche se sulla carta l’azienda e’ redditizia, lo sapremo solo tra un po’ di tempo. Al
momento non abbiamo un reddito con cui vivere ma questa e’ una scommessa a lungo
termine e nessuno aveva detto che sarebbe stato facile o veloce. Al momento siamo i
nostri unici dipendenti e con l’aiuto dei nostri collaboratori siamo in grado di soddisfare
le esigenze attuali.

D. Quali sono i vostri piani per crescere e fare di GrowinPallet un progetto redditizio?

R. Per la stagione estiva contiamo di realizzare sperimentazioni pilota con potenziali
utenti del nostro prodotto e del nostro servizio di agricoltori urbani. In questo modo
riceveremo un prezioso feedback per migliorare tutte le possibili carenze. E anche
lavorare con i clienti che abbiamo conquistato: un ristorante, un albergo e una comunita’
di condomini che vogliono disporre del servizio del contadino urbano per l’orto
GrowinPallet che hanno gia’ installato sul loro tetto. Inoltre, stiamo offrendo formazione
a giovani a rischio di esclusione sociale, in collaborazione con la fondazione Formació i
Treball. Questi giovani acquisiscono conoscenze sugli orti urbani e, in questo modo,
siamo in grado di offrirgli posti di lavoro nella nostra azienda come agricoltori urbani.

D. Con i vostri orti non c’e’ piu’ bisogno di andare al supermercato a comprare i
pomodori?

R. Le necessita’ coperte devono dipendere dal cliente a cui e’ diretto il prodotto. Mi
spiego: la ragione principale per cui un ristorante vuole un orto e il servizio di contadino
urbano, e’ quello di attirare clienti nel proprio locale offrendo ai commensali la
possibilita’ inconsueta di gustare piatti cucinati con verdure raccolte nell’orto accanto a
loro. Un prodotto, peraltro, ecologico e di qualita’, che non ha nulla a che fare con quelli
trovati nei grandi supermercati. In un condominio o in una casa per anziani, invece,
l’esigenza principale e’ quella di avere uno spazio per il tempo libero, una piccola oasi di
natura nel cuore della citta’ per riposarsi e per raccogliere qualche verdura con i figli e i
nipoti, senza tenere troppo conto del prezzo di cio’ che si sta raccogliendo. Anche se
abbiamo adeguato le nostre tecniche di coltivazione in modo che il prezzo per
chilogrammo di verdure sia il piu’ vicino possibile a quello dei negozi biologici, le nostre
verdure non saranno mai piu’ convenienti di quelle che si possono comprare al
supermercato.

D. Quanto costa un GrowinPallet?

R. Al prezzo dell’impianto, che varia da modello a modello, bisogna aggiungere
anche il costo di installazione. Inoltre, bisogna aggiungere il costo di manutenzione da
parte di un agricoltore urbano che viene una volta a settimana nel vostro orto. Per
esempio, il prezzo di un impianto di coltura di base e’ di 38 euro piu’ la spedizione. Il
costo di installazione (montaggio, miscela del substrato e semina) e’ di 125 euro. Un
totale di 163 euro.
Alejandra Agudo
link all’intervista




A Roma si assegnano 33mila mq per farne orti urbani e strapparli così al degrado e al cemento

ortoSalvaguardare il territorio dal degrado urbano e dalla cementificazione: è questo l’obiettivo che la Regione Lazio ha intenzione di perseguire con l’assegnazione di ben 33.000 mq di terreno incolto all’Associazione Orto XII che presto lo trasformerà in un gigantesco orto urbano.
L’area destinata alla riqualificazione si trova a ridosso del Rio Vallerano, uno dei pochi affluenti del Tevere scampato alla cementificazione che negli ultimi anni ha divorato le campagne delle periferie capitoline. Grazie a questa decisione, l’abbandono e il degrado che affliggono il territorio hanno le ore contate.
Non appena l’Associazione entrerà ufficialmente in possesso dell’area e i lavori di bonifica saranno ultimati, si provvederà ad assegnare ad ogni cittadino che ne ha fatto richiesta un appezzamento di circa 250 mq di terreno. Un gesto importante anche dal punto di vista sociale, visto che la maggior parte dei 75 pre-assegnatari sono per lo più pensionati.
L’iniziativa è di fondamentale importanza per il recupero di una zona che negli ultimi anni è stata letteralmente divorata dal cemento, dai rifiuti e da una urbanizzazione selvaggia. La riconversione di quei terreni equivarrà ad una vera e propria ‘terapia’ per tutto l’Agro Romano e la zona del Rio, per troppo tempo dimenticata dalle autorità e dai romani.
Finalmente alcune associazioni si muovono perché il Comune collabori alla creazione di percorsi ciclabili attrezzati. E speriamo che almeno stavolta le lungaggini burocratiche non ostacolino questo importante processo di riqualificazione che tanto gioverebbe al territorio e ai cittadini.

di ERIKA FACCIOLLA

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Seminare il futuro

seminaNata in Svizzera nel 2006 da un’idea di Ueli Hurter, agricoltore biodinamico, e di Peter Kunz, selezionatore di cereali biologici, l’iniziativa, di anno in anno, è stata abbracciata da numerosi Paesi – nel 2011 dall’Italia – e ha coinvolto migliaia di cittadini in tutto il mondo.

L’obiettivo di Seminare il Futuro! è sensibilizzare le persone sul tema della provenienza del cibo e del futuro dell’agricoltura, sottolineando, grazie ad una proposta originale e coinvolgente, l’importanza della sovranità alimentare locale e la consapevolezza che i semi biologici e biodinamici rappresentano una vera opportunità.
L’evento si svolge contemporaneamente in differenti aziende agricole biologiche e biodinamiche: un’occasione festosa, per grandi e piccini, curiosi e appassionati del mondo bio, che offre l’opportunità di compiere un gesto nello stesso tempo simbolico e concreto, che unisce il cuore di ciascuno alla terra.

I semi biologici e biodinamici utilizzati nell’iniziativa provengono da un processo di selezione che rinuncia all’uso degli ibridi e alla manipolazione genetica. La semina potrà successivamente essere seguita dai partecipanti: ciascuno potrà tornare presso l’azienda agricola sul campo contraddistinto dallo striscione firmato e osservare la crescita dei cereali seminati, sino al momento della trebbiatura.