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Bullitt Center, il primo edificio zero acqua

idro_schemaUn’enorme cisterna filtra l’acqua piovana, mentre pannelli FV di ultima generazione generano l’energia elettrica necessaria all’edificio. L’obiettivo è il Living Building Challenge
Meteorologi, geografi ed esperti di cambiamenti climatici concordano: le risorse idriche in futuro saranno sempre più scarse e preziose.
Non bisogna, però, attendere e indugiare per mettere in pratica metodi e sistemi anti spreco, a partire dai paesi occidentali più sviluppati che, spesso, non si rendono pienamente conto della gravità della questione.
MOLTI COMUNI VIETANO IL TRATTAMENTO IN LOCO DELLE ACQUE GRIGIE. A dichiararlo, fra gli altri, l’associazione americana International Living Future Institute, autrice di una “guida” anti sprechi centrata sui nuovi edifici, dal titolo “Living Building Challenge (LBC)”. “La conservazione e il riuso delle risorse idriche è una priorità da considerare fin dalle prime fasi di progettazione di un edificio”, spiega Amanda Sturgeon, vice presidente del programma LBC, promotrice di sistemi di riutilizzo e infiltrazione in loco. Peccato che spesso, a impedire la riuscita di progetti virtuosi, siano le norme. “Molti comuni regolano pesantemente o addirittura vietano il trattamento in loco delle acque grigie o delle acque nere”, sottolinea la Sturgeon.
BLOCCO “SOCIALE”. Spesso, poi, le aziende di costruzione o gli stessi proprietari si mostrano restii a installare, per esempio, servizi igienici di compostaggio nelle proprio abitazioni (o uffici), quasi fosse qualcosa di cui vergognarsi. “La colpa in questo caso è della scarsa informazione a riguardo: è chiaro che queste persone non sanno quanto conviene usare questi sistemi, per l’ambiente e per le bollette a fine mese”.
L’ESEMPIO DEL BULLITT CENTER DI SEATTLE. Nonostante queste premesse esistono degli edifici che sono riusciti in questa impresa. Su tutti quello che è stato definito “l’edificio a uffici più efficiente del mondo”, il Bullitt Center di Seattle, che ha aperto ufficialmente lo scorso aprile e che prevede di raggiungere il 100 per cento di energia rinnovabile prodotta in loco. Sviluppato su sei piani, l’edificio è stato progettato allo scopo di diventare un modello di efficienza: un enorme cisterna rivestita di calcestruzzo e posta nel seminterrato del centro raccoglie l’acqua piovana, tanto da poter coprire la fornitura idrica dei tre mesi estivi, quando in questa regione piove assai poco (capienza fino a 56 mila litri). Poter trattare in questo modo l’acqua non è stato semplice, spiegano i progettisti e il presidente di Bullitt Foundation, Denis Hayes. “Gli aspetti normativi sono straordinariamente complessi nello Stato del Washington e le strutture commerciali come questa non sono autorizzati a utilizzare l’acqua piovana per uso potabile.”
L’ACQUA PIOVANA PASSA ATTRAVERSO UNA SERIE DI FILTRI PER RIMUOVERE LE IMPURITÀ. Ma alla fine la perseveranza ha pagato e al progetto è stato concesso un permesso normativo per la fornitura di acqua potabile sul posto. Il sito recupera anche le acque grigie dei lavandini e delle docce del fabbricato. Le acque reflue vengono raccolte in un serbatoio interrato collegato a un sistema di depurazione naturale dove avviene il trattamento microbico. Poi, l’acqua depurata viene filtrata all’esterno, irrigando un’ampia zona verde circostante. “Abbiamo dovuto negoziare per mesi con la città e l agenzie statali, perché non c’era alcun precedente”, dice Court.
“Speriamo di poter convincere i gestori di edifici, in particolare nelle città, ad utilizzare i sistemi di trattamento o infiltrazione delle acque grigie. L’acqua è una risorsa troppo importante”.
AUTOSUFFICIENZA ENERGETICA. Risorse idriche, ma non soltanto. La strategia di efficienza e autosufficienza del Bullitt Center è pensata anche da un punto di vista dei consumi energetici: il 100% dell’energia elettrica necessaria all’edificio e ai suoi occupanti viene prodotto in loco grazie all’impianto fotovoltaico che rivestono tutto il tetto oversize, mentre l’isolamento termico ottimale della struttura abbatte i costi per riscaldamento e aria condizionata. L’obiettivo del Bullitt Center è ambizioso: raggiungere gli elevati standard fissati dal Living Building Challenge, che impone agli edifici in gara per la certificazione l’autosufficienza energetica ed idrica per almeno un anno dall’inaugurazione ufficiale.
Appuntamento, quindi, alla prossima primavera.
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Green economy, accordo tra ENEA e Regione Lazio

grattacieli greenNuovo piano energetico regionale, centri per l’innovazione e filiere verdi, Scuola per le Energie, edifici pubblici a emissioni zero
Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e il commissario dell’Enea, Giovanni Lelli, hanno firmato un protocollo d’intesa per l’individuazione e la messa a punto di strumenti tecnologici e normativi che favoriscano la creazione di nuovi posti di lavoro e lo sviluppo economico nel settore della green economy.
Attraverso questa collaborazione con l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, la Regione Lazio entra ufficialmente nella sfera della strategia “Europa 2020” che mira ad una crescita intelligente, grazie ad investimenti più efficaci nell’istruzione, nella ricerca e nell’innovazione sostenibile.
NUOVO PIANO ENERGETICO, CENTRI PER L’INNOVAZIONE E FILIERE. Salvaguardia dell’ambiente, efficienza energetica e gestione dei rifiuti saranno il volano della ripresa e una nuova opportunità per i giovani in cerca di occupazione. Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi, gli sforzi di Regione ed Enea si concentreranno su iniziative formative a favore dello sviluppo sostenibile, con particolare riguardo all’energia e all’ambiente: redazione del nuovo Piano Energetico Regionale, creazione di una rete regionale di centri per le innovazioni tecnologiche, con laboratori di incubazione, dimostrazione e collaudo e l’individuazione di filiere produttive “green” per creare un nuova occupazione.
SCUOLA DELLE ENERGIE. In particolare, con l’obiettivo di favorire la formazione professionale in campo energetico e facilitare l’accesso lavorativo in questo settore, il protocollo punta allo sviluppo della Scuola delle Energie, presso il Centro Ricerche “Casaccia” dell’Enea, che funzionerà anche come polo formativo per le strutture amministrative regionali e locali.
FORMAZIONE DEI DIPENDENTI PUBBLICI. Oltre al polo formativo della Scuola delle Energie, l’Enea provvederà all’affiancamento tecnico formativo per il recepimento della normativa nazionale e comunitaria in materia di ambiente e sviluppo sostenibile, in modo da creare una nuova classe di dipendenti pubblici capaci di rispondere tempestivamente ai bandi dell’Unione europea e quindi di intercettarne i finanziamenti.
EDIFICI PUBBLICI A EMISSIONI ZERO. L’Agenzia supporterà inoltre la Regione nei progetti pilota “Zero Emission”, volti a rendere i centri pubblici del Lazio ed i relativi edifici a emissioni zero, attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili, l’incremento dell’efficienza energetica e la gestione sostenibile dell’acqua e dei rifiuti.

http://www.casaeclima.com/index.php?option=com_content&view=article&id=17461:green-economy-accordo-tra-enea-e-regione-lazio&catid=1:latest-news&Itemid=50




Le aziende agrituristiche in Italia

agriturismoNel 2012 il numero di aziende agrituristiche si conferma superiore alle 20 mila unità: le aziende agricole autorizzate all’esercizio dell’agriturismo sono 20.474, 61 in più (+0,3%) rispetto all’anno precedente.
Nel corso del 2012, le nuove aziende autorizzate all’attività agrituristica sono 1.286, quelle cessate 1.225; rispetto al 2011, aumentano sia le nuove autorizzazioni (+97 unità) sia le cessazioni (+476 unità).
Le aziende agrituristiche si caratterizzano per la diversificazione dei servizi offerti. Persiste, infatti, l’offerta di pacchetti turistici integrati con servizi differenziati, diretti a meglio qualificare l’attività agrituristica rispetto al territorio in cui viene esercitata .
Rispetto al 2011, gli agriturismi aumentano soprattutto nel Nord-ovest (+5,8%) e nel Centro (+2%), mentre calano nel Sud (-13,2%).
Il 40,9% degli alloggi, il 46,1% dei ristori e il 42,1% degli agriturismi con degustazione è localizzato nel Nord, mentre il 40,8% delle aziende con altre attività agrituristiche è ubicato nel Centro .
Toscana e Alto Adige, con 4.185 e 2.996 aziende, si confermano i territori in cui l’agriturismo risulta storicamente più consistente e radicato.
Più di un’azienda agrituristica su tre è a conduzione femminile; la maggiore concentrazione si rileva in Toscana, con 1.707 aziende, pari al 40,8% del totale regionale e al 23,5% del totale nazionale.

http://www.istat.it/it/archivio/103202




La scuola più green del mondo è a Hong Kong

scuola hong kongIl Green Building Council Usa ha affidato il primato a una scuola media di Hong Kong che coinvolge gli studenti nella manutenzione sostenibile
La scuola secondaria Sing Yin di Hong Kong ha appena ricevuto il primato di “Scuola più verde della Terra”, una nomina assegnata da parte del Green Building Council statunitense.
Il liceo, situato nel centro della città asiatica, che negli ultimi anni registra alti livelli di inquinamento atmosferico, dimostra che i principi eco-compatibili sono adottabili su diversi tipi di strutture, con successo.
FV, EOLICO E GREEN ROOF. La scuola ha installati sul tetto pannelli solari di ultima generazione, alternati a tratti di copertura vegetale per isolare termicamente gli interni e purificare l’aria. Oltre al fotovoltaico, la scuola trae energia elettrica anche da una serie di turbine eoliche ad asse verticale. All’interno, i sensori di movimento accendono e spengono le luci Led a seconda delle presenze registrate, abbattendo i costi di illuminazione, mentre un sistema di oscuranti mobili – in estate – consente di limitare l’uso di aria condizionata (un bel vantaggio in un’area climatica così caldo-umida come quella di Hong Kong).
DI BAMBÙ E AZIENDA AGRICOLA. La sostenibilità della Sing Yin School prosegue anche all’esterno, dove architetti, biologi e paesaggisti hanno ideato un giardino di bambù, una piccola azienda agricola biologica e un acquario.
E FAMIGLIE COINVOLTI. Ad aver pesato – positivamente – nella scelta effettuata dal Green Building Council Usa è stata anche la forte partecipazione degli studenti nei progetti “eco” della scuola, nella sua manutenzione e cura. La scuola integra infatti la sostenibilità nel proprio programma di studi e ogni anno 100 alunni vengono selezionati per lavori “green” anche fuori dell’ambito scolastico, grazie all’importante pacchetto di conoscenze acquisite. Lo scorso anno la scuola ha organizzato una campagna intitolata “Green School, Green Family”, coinvolgendo anche le famiglie e insegnando come mettere in pratica ogni giorno una serie di utili strategie di efficienza energetica.
Un esempio virtuoso che va al di là della stessa architettura e si pone come modello per le altre scuole internazionali.
E FAMIGLIE COINVOLTI. Ad aver pesato – positivamente – nella scelta effettuata dal Green Building Council Usa è stata anche la forte partecipazione degli studenti nei progetti “eco” della scuola, nella sua manutenzione e cura. La scuola integra infatti la sostenibilità nel proprio programma di studi e ogni anno 100 alunni vengono selezionati per lavori “green” anche fuori dell’ambito scolastico, grazie all’importante pacchetto di conoscenze acquisite. Lo scorso anno la scuola ha organizzato una campagna intitolata “Green School, Green Family”, coinvolgendo anche le famiglie e insegnando come mettere in pratica ogni giorno una serie di utili strategie di efficienza energetica.

http://www.casaeclima.com/index.php?option=com_content&view=article&id=17385:la-scuola-piu-green-del-mondo-e-a-hong-kong&catid=924:latest-news&Itemid=171




Economia “verde”, in Lombardia progetto per creare un “Green Know-How Cluster”

klusterUn distretto del “saper fare” ambientale con la partecipazione di imprese, professionisti e centri di ricerca
“La nostra proposta, da implementare all’interno dell’Accordo di Programma, è di creare un vero e proprio distretto del ‘saper fare’ ambientale, nel quale imprese, professionisti e centri di ricerca possano realizzare trasferimento tecnologico, stimolo e supporto all’attività di ricerca. È quello che si chiama ‘Green Know-How Cluster’, un distretto economico che ci permetta di valorizzare quanto abbiamo sul territorio”.
Lo ha annunciato l’assessore all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile della Regione Lombardia, Claudia Maria Terzi, durante il suo intervento alla tavola rotonda sul tema ‘Le Regioni e i Comuni per un green new deal’, nell’ambito della seconda edizione de ‘Gli stati generali della green economy’, in programma alla Fiera di Rimini il 6 e 7 novembre.
Il “green” strumento anticrisi
“La protezione e la valorizzazione dell’ambientale possono divenire uno strumento per affrontare la crisi, contribuendo in modo significativo alla ripresa e garantendo le condizioni necessarie a promuovere la competitività della regione nel suo complesso”, ha sottolineato Terzi.
Accordo di programma
“In quest’ottica – ha proseguito l’assessore – Regione e Unioncamere Lombardia hanno sottoscritto un Accordo di Programma a partire dalla qualità ed efficienza ambientale e dall’ammodernamento dell’azione amministrativa interna alle Istituzioni medesime”. In campo ambientale la Regione Lombardia “sta lavorando per porre le basi del lavoro da qui al 2020. Gli atti di pianificazione, sollecitati dal mondo delle imprese, stanno prospettando interventi su settori strategici: rifiuti, energia, acque, aria. Tutta la pianificazione ambientale di Regione Lombardia poggia su un denominatore comune formato da tre fattori: l’efficienza, la semplificazione, la valorizzazione territoriale”.
Primato lombardo
“Milano e la Lombardia – ha detto la responsabile lombarda dell’Ambiente – vantano un assoluto primato nel ‘saper fare’ ambientale: Assolombarda ha già promosso un Green Economy Network. Buona parte dei dipartimenti universitari, dei centri di ricerca privati, delle imprese e dei consorzi di imprese che in Italia si occupano di ambiente e di temi connessi alla sostenibilità sono nella nostra regione, ma, finora, è mancata la capacità di strutturarsi”.

http://www.casaeclima.com/index.php?option=com_content&view=article&id=17390:economia-verde-in-lombardia-progetto-per-creare-un-green-know-how-cluster&catid=1:latest-news&Itemid=50




Passeggiata-chiacchierata a Corviale

a_passeggio_a_CorvialeSabato 9 novembre dalle 10,30 alle 13

passeggiata-chiacchierata a Corviale

appuntamento all’ingresso della Biblioteca comunale Renato Nicolini

Via Mazzacurati, 76




Impianti a biomasse in Partenariato Pubblico Privato, pronto il manuale operativo per le imprese

biomasseRealizzato dalla Camera di Commercio di Roma e dal Cresme per diffondere le regole di ricorso al PPP nel settore delle biomasse
In Italia, negli ultimi anni, si è assistito alla forte espansione delle Fonti Energetiche Rinnovabili (le cosiddette FER), soprattutto quelle per la produzione di energia elettrica, grazie ai meccanismi incentivanti che hanno favorito una crescita eccezionale nell’installazione di impianti fotovoltaici, eolici e a bioenergie.
Al raggiungimento di tali risultati hanno contribuito anche le amministrazioni pubbliche ricorrendo al Partenariato Pubblico Privato per l’attuazione di programmi di promozione delle fonti energetiche rinnovabili, per la riduzione della dipendenza dalle fonti fossili e per la riduzione delle emissioni di gas serra. Sono questi gli elementi chiave che emergono dai dati messi a disposizione dagli Osservatori per il Partenariato Pubblico Privato nazionale (www.infopieffe.it) e regionale del Lazio (www.siop-lazio.it).
Presentato il manuale operativo
Ieri è stato presentato, nella sede della Camera di Commercio di Roma, il manuale “Gli impianti a biomasse in Partenariato Pubblico Privato” curato da Asset Camera, Azienda Speciale della CCIAA di Roma, che si è avvalsa per la realizzazione del CRESME Europa Servizi. Il manuale, partendo da un quadro statistico normativo, analizza alcuni casi studio con un approccio prettamente operativo, voluto per le aziende che si avvicinano al Partenariato Pubblico Privato per la prima volta. Casi studio reali in grado di rappresentare e descrivere il percorso attuativo, dalla progettazione all’utilizzo, analizzando rischi e opportunità, anche attraverso interviste dirette ai soggetti che hanno partecipato alle opere.
L’obiettivo principale della pubblicazione è quello di favorire la condivisione delle esperienze e delle informazioni per contribuire alla concreta diffusione delle regole di ricorso al Partenariato Pubblico Privato nel settore delle biomasse.
Cinque capitoli
Il manuale è articolato in cinque capitoli. Il primo è relativo all’inquadramento del settore rispetto alla definizione di “biomassa”, ovvero “la frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenienti dall’agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali), dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, comprese la pesca e l’acquacoltura, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani”. Il concetto di biomassa tratta un insieme di materiali molto diversificato per provenienza, per caratteristiche chimico-fisiche, per costo di acquisto, e per possibilità di impiego, ma che hanno la caratteristica comune di avere origine biologica non fossile. Nel primo capitolo si fa inoltre il punto sul contesto energetico italiano e sulle tematiche politiche, normative e finanziarie per l’efficienza energetica e il risparmio energetico. Il secondo capitolo affronta l’analisi del mercato del teleriscaldamento e degli impianti a bioenergie con particolare attenzione a quelli realizzati attraverso le diverse forme di cooperazione tra pubblico privato nel nostro Paese, con l’approfondimento analitico delle iniziative d’importo superiore a 5 milioni di euro. Il terzo capitolo analizza, invece, tre casi di impianti a biomassa realizzati nel Lazio (impianto di trigenerazione a biomasse a servizio dell’incubatore di Colleferro), in Toscana (impianto di teleriscaldamento a biomasse legnose in località Pomino nel comune di Rufina sui monti dell’Appennino toscano) e in Emilia Romagna (sistema di teleriscaldamento integrato con cogenerazione a biomasse a servizio di utenze pubbliche e private del nuovo comparto urbano C4 nel comune di Zola Predosa). Nel quarto capitolo si descrive il ‘come fare correttamente’, mentre nel quinto capitolo vengono riportate, in ordine cronologico, le principali norme approvate a livello europeo, nazionale e regionale (Regione Lazio) nonché la normativa tecnica nazionale.
Il driver dell’energy technology
La scelta di un manuale sulle bioenergie nasce dalla constatazione che, nella difficile situazione che la nostra economia sta attraversando, esistono opportunità derivanti da una profonda riconfigurazione del mercato, guidato da nuovi driver, il principale dei quali è certo quello dell’energy technology. Si tratta di un’area di innovazione che ha vari settori, tra i quali emerge la produzione delle energie rinnovabili, soprattutto per la produzione di energia elettrica. Il comparto beneficia di una fase fortemente espansiva grazie ai meccanismi incentivanti, posti in atto nei diversi Paesi europei, che hanno favorito, soprattutto negli ultimi dieci anni, una crescita eccezionale nell’installazione di impianti fotovoltaici, eolici e a bioenergie.
Nel 2012, in base ai dati provvisori comunicati dal MISE nel mese di aprile 2013, la quantità di energia rinnovabile consumata sul territorio nazionale è stata pari a circa 26,818 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Tep) e ha garantito il 15% dei consumi energetici interni complessivi. Cinque anni prima, nel 2008, non raggiungeva il 9% dei consumi. Si è passati da un consumo medio annuo del 7%, nel decennio 1998-2007, al 12% nel quinquennio 2008-2012.
In base ai dati GSE (Gestore Servizi Energetici), nel biennio 2010-2011 i consumi di energie rinnovabili sono risultati sempre superiori agli obiettivi del Piano di Azione Nazionale (PAN). Questi risultati oltre a confermare la fase espansiva delle rinnovabili, che crescono con ritmi superiori a quelli preventivati, fanno prevedere il raggiungimento degli obiettivi fissati dal PAN con largo anticipo. Infatti se per l’Italia è stabilita per il 2020 una quota del 17% per l’energia da fonti rinnovabili a copertura dei consumi totali di energia, gli ultimi dati disponibili a consuntivo mostrano come nel 2011 (11,5%) sia stata già raggiunta una quota superiore a quella prevista dal PAN per il 2015 (11,2%). Dinamiche simili si rilevano per i settori elettrico, termico e trasporti. In particolare nel settore riscaldamento e raffreddamento, che nel 2011 rappresenta la quota principale dei consumi energetici nazionali, le rinnovabili rappresentano l’11% e in questo ambito un ruolo importante spetta alle biomasse. L’utilizzo delle stesse esclusivamente a scopi termici, per il riscaldamento o per la produzione di acqua calda sanitaria, avviene soprattutto mediante impianti domestici (caldaie, stufe e termocamini) o scambiatori di calore allacciati a reti di teleriscaldamento. I combustibili prevalentemente utilizzati sono le biomasse legnose come legna da ardere in ciocchi, legno sminuzzato (cippato) e pastiglie di legno macinato e pressato (pellet e bricchetti).
Il mercato pubblico dei bandi di gara
Rispetto all’interesse pubblico per la produzione di energia termica ed elettrica da biomassa, i dati sul mercato dei bandi di gara forniscono informazioni interessanti. In Italia il mercato pubblico dei bandi di gara per il teleriscaldamento e gli impianti a bioenergie, tra gennaio 2002 e giugno 2013, è rappresentato da 639 gare per un importo complessivo di 1,4 miliardi.
La domanda di interventi nei settori teleriscaldamento e impianti a bioenergie ha riguardato nell’87% dei casi (559 bandi su 639 totali) appalti per la sola esecuzione di lavori o appalti integrati di progettazione ed esecuzione. Il restante 13% spetta a contratti di PPP che combinano l’esecuzione dei lavori con la progettazione, la fornitura e l’installazione degli impianti di produzione e distribuzione, la manutenzione e la gestione del servizio. In termini di importi il PPP rappresenta il 35% del mercato di riferimento.
L’Osservatorio nazionale del Partenariato Pubblico Privato, tra gennaio 2002 e giugno 2013, ha censito sull’intero territorio nazionale 80 gare, del valore complessivo di 484 milioni di euro, riconducibili a operazioni di PPP per la costruzione e gestione di reti di teleriscaldamento urbano, di impianti per la captazione e valorizzazione energetica del biogas, di impianti di produzione di energia termica ed elettrica da biomasse, di impianti di incenerimento dei rifiuti solidi urbani con produzione di energia elettrica e termica.
Il manuale operativo sugli impianti a biomassa, promosso da Asset Camera, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma, è pensato come uno strumento per le imprese e le Pubbliche amministrazioni e punta a dare risposte concrete ai fabbisogni conoscitivi del mercato. La pubblicazione è disponibile sul sito dell’Osservatorio Pubblico Privato del Lazio (www.siop-lazio.it) a partire dal 5 novembre, previa registrazione.
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Montagne in biblioteca: mostra fotografica “Montagne di Luce”

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Il motivo che unisce le fotografie di Gianluca Laurentini è una passione antica.

Fin da piccolo mi sono piaciute le montagne, percorrerle, visitarle e fotografarle, ma con il tempo e con la crescita son riuscito a far diventare una passione, un hobby, un vero e proprio lavoro”, racconta.
Il lavoro che Gianluca porta avanti da anni è portato a compimento in questa esposizione “Montagne di Luce” inaugurata il 25 ottobre e visitabile fino all’ 8 di Novembre, presso la Biblioteca Renato Nicolini (ex Corviale).
Il percorso, nato come libero, si snoda in pannelli tematici raggruppati per elementi naturali: le rocce, l’acqua, la terra, il cielo. Qui, le luci e le ombre fanno da protagoniste, facendo scivolare l’occhio in una sorpresa continua.

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Il fotografo racconta come è stata elaborata la fotografia panoramica del Monte Bianco dove, a differenza di altri grandangoli non perdiamo i dettagli: “La differenza è il programma utilizzato per creare la foto. Utilizzando photostich, un programma meraviglioso, ho unito 42 immagini ognuna fotografata con un obiettivo zoom a 150mm circa, in cui i dettagli non si perdono. E’ certamente necessario un cavalletto e bisogna lasciare il 20-30% di margine di sovrapposizione per poi incollare le diverse parti. E’ divertente: è la stessa teoria del puzzle!”

Ad ogni fotografia, quindi, una collocazione tematica legata in base al contenuto ritratto; ma anche un accostamento di frasi, soprattutto di alpinisti e personaggi legati al tema, come Walter Bonatti, autore di molte libri oltre alpinista e guida alpina.  “Al monte Bianco sono sempre ritornato, anche dopo tanti anni, come si torna ad un padre per dialogare con tutto l’affetto e i ricordi che un figlio cerca nei propri genitori” 

E il visitatore, curioso, sogna con la mente e con l’occhio attraverso un viaggio che filtra innumerevoli luci: dalle albe ai tramonti, ai crepuscoli rossicci alla passione di chi ci mette l’obiettivo.

Mostra: Biblioteca Renato Nicolini
V. M. Mazzacurati  76 – Roma

Elisa Longo