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Open Data ed energia: come monitorare i consumi energetici del territorio

opendata_energiaLa più grande sfida di una Smart City è creare un ambiente sostenibile, per esempio ottenendo la riduzione dei consumi di energia; proprio per questo l’Unione Europea ha promosso il Patto dei Sindaci per il risparmio energetico – PAES, attraverso cui dovrà essere fatta una pianificazione dei consumi energetici sul territorio, incentivando la produzione di energia attraverso fonti rinnovabili.

Presupposto della pianificazione di qualsiasi azione è conoscere la situazione di partenza, cioè i dati dei consumi del territorio (utenze domestiche e produttive); così come per monitorare l’efficacia delle azioni previste nel piano e’ necessario verificare le variazioni dei medesimi dati, in modo da misurarne gli scostamenti e vedere se le azioni previste hanno avuto risultati positivi o meno.

Proprio per questo è essenziale partire dai dati del consumo energetico del territorio, tanto che è stato coniato lo slogan “Raw data energy now”: ma come può fare un Comune ad entrare in possesso di questi dati? Si possono ottenere dai gestori che si occupano di energia? E soprattutto, come contattare i gestori, ora che il mercato non è più in condizione di monopolio e siamo in regime di libera concorrenza?

In realtà, i dati dei consumi delle utenze di energia elettrica e gas sono già da tempo in possesso degli Enti Locali: infatti, a partire dalla Legge Finanziaria del 2005 (art. 1 commi 332, 333 e 334 della legge n. 311 del 31 dicembre 2004), l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione dei Comuni questi dati attraverso il SIATEL, al fine di effettuare verifiche tributarie.

I dati dei consumi sono annuali e sono riferiti ai soggetti residenti in un dato immobile, identificato con i dati catastali; purtroppo questi dati hanno un formato poco leggibile, e quindi siamo partiti con l’idea di inserirli nel Sistema Informativo Territoriale, con l’obiettivo di visualizzarli sulla mappa del territorio, utilizzando i dati degli immobili e dei residenti come chiavi di ricerca.

Proprio a questo punto ci siamo resi conto che se questi dati vengono opportunamente elaborati con un algoritmo che compara i consumi totali di un edificio con la superficie dell’immobile, si può arrivare alla classificazione energetica delle abitazioni del territorio…. Ed ecco, il gioco è fatto! Dal mash up di 3 diverse banche dati (catasto immobili, anagrafe, consumi energetici) si crea un possibile sistema di monitoraggio dei consumi energetici del territorio.

Ultimo passo, ma non il meno importante, è rendere a disposizione i dati in formato Open: per cui abbiamo scelto il .kml, perché immediatamente visibile e rappresentabile con Google Earth, e il file è a disposizione di tutti sul portale Open Data della Regione Emilia-Romagna.
I dati così pubblicati non hanno alcun riferimento personale, perchè sono comunque riferiti all’immobile nel suo complesso, che vengono visualizzati con il colore corrispondente al livello di classificazione energetica attribuito.

I dati ovviamente andrebbero resi più precisi, mappando anche gli immobili che contengono impianti che producono energia da fonti rinnovabili: in questo caso chi possiede le informazioni è GSE, società pubblica che autorizza gli impianti di produzione di energia.

E inoltre occorre tenere presente che un immobile può avere un basso consumo energetico perché disabitato, e in questo caso è sufficiente verificare se ci siano soggetti residenti; ma tutto ciò rappresenta un ottimo punto di partenza per la rappresentazione della situazione del territorio, soprattutto per iniziare a condividere a vari livelli cosa vuol dire classificazione energetica, e come si rapporta rispetto ai consumi annui, su come si può risparmiare e che incidenza può avere questo risparmio sull’ambiente; in una parola, è utile per creare cultura e condivisione di un modello virtuoso.

Nel documento pubblicato a questo link sono riportati in modo più esaustivo i riferimenti normativi, alcuni accenni alla privacy, le modalità di accesso ai dati, i requisiti di sistema, l’unione delle banche dati, pubblicazione del file in formato aperto, possibili utilizzi dei dati.

A questo punto, l’esperimento può essere replicato su tante realtà, piccole e grandi: perchè non creare una mappa nazionale dei consumi energetici?

L’ambiente sostenibile e il risparmio sono un vantaggio per tutti, vediamo se riusciamo ad ottenere dei miglioramenti usando i dati che abbiamo! Una grande sfida per tutti.
Patrizia Saggini
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Jean Nouvel e Patrick Blanc per il giardino verticale più grande del mondo

giardino_verticaleIl giardino di Patrick Blanc sarà installato sulle facciate del One Central Park di Sidney
Dovrebbe essere completato in questo mese l’One Central Park di Jean Nouvel, edificio situato a Sidney (Australia) e progettato per accogliere il giardino verticale più alto del mondo che toccherà i 166 metri d’altezza.
Realizzato dal botanico Patrick Blanc, il giardino ricoprirà oltre il 50% delle facciate delle due torri residenziali e sarà composto da 190 piante originarie dell’Australia e dal 160 specie esotiche. A completare l’opera un grande giardino pensile su una terrazza a sbalzo al ventottesimo piano, che ospiterà 450 specie di piante.
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Bruxelles, portare le fonti pulite al 30% del mix energetico

fotovoltaicoLe commissioni Industria, ricerca e energia (Itre) e Ambiente e Salute (Envi) hanno anche stabilito di ridurre consumi ed emissioni di gas serra del 40%. Ora la parola va alla Commissione UE
Prosegue – non senza discussioni – il percorso dell’Unione Europea verso l’efficienza energetica e la riduzione dei consumi.
Riunite in seduta congiunta, ieri, giovedì 9 gennaio, le commissioni europee Industria, ricerca e energia (Itre) e Ambiente e Salute (Envi) hanno ratificato una risoluzione che prevede di portare le fonti pulite al 30% del mix energetico e ridurre consumi ed emissioni di gas serra del 40% rispetto ai livelli del 1990.
UN MESSAGGIO CHIARO ALLA COMMISSIONE UE. Passata con 66 voti a favore, 42 contrari e 3 astensioni, questa relazione finale “prosegue il lavoro avviato nel quadro del 20/20/20, che conteneva già tre obiettivi, comprendendo gli errori di gioventù di quel quadro e dando un messaggio chiaro alla Commissione europea”, come ha commentato la relatrice belga Anne Delvaux del Gruppo del Partito popolare europeo.

UN PROCESSO GIÀ AVVIATO. Viene quindi ribadita la necessità ed urgenza di obiettivi vincolanti, sulla scia di quanto contenuto nella “Relazione sulla tabella di marcia per l’energia 2050” della Commissione Itre, già approvata in plenaria la scorsa primavera (marzo 2013).

LA VOCE DEGLI AMBIENTALISTI. Tra i commenti alla seduta di ieri anche quelli di varie associazioni ambientaliste, da sempre in prima linea nella lotta all’inquinamento e al cambiamento climatico. Jason Anderson, responsabile clima ed energia presso la sede politica europea del gruppo WWF, ha sottolineato che “solo obiettivi vincolanti possono fornire un sufficiente livello di fiducia degli investitori nei settori dell’energia e dell’efficienza energetica verde dell’UE”.

L’APPELLO DI ITALIA, FRANCIA, GERMANIA, AUSTRIA, BELGIO, DANIMARCA, IRLANDA E PORTOGALLO. Ricordiamo inoltre che solo qualche giorno fa – mercoledì 8 – i ministri dell’energia e dell’ambiente di Italia, Francia, Germania, Austria, Belgio, Danimarca, Irlanda e Portogallo avevano inviato una lettera congiunta indirizzata a Connie Hedegaard, commissario UE per il clima, e Guenther Oettinger, commissario UE per l’energia, richiedendo a gran voce che l’Unione europea si ponesse un obiettivo vincolante sulle energie rinnovabili entro e non oltre il 2030. “Fissare un obiettivo vincolante al 2030 per l’uso di energie rinnovabili aiuterà a tagliare la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili, facendo aumentare l’occupazione e la crescita economica”, scrivevano i ministri nella loro missiva.

DIVERSA LA POSIZIONE UK. Voce fuori dal coro è stata quella del Regno Unito, che – come ribadito dal segretario britannico per l’Energia e il Climate Change, Ed Davey, per il 2030 ha richiesto un unico obiettivo sul taglio dei gas serra.

PROSSIMI PASSI. Ora si attende la data del 22 gennaio, quando l’esecutivo comunitario presenterà le sue proposte sul cosiddetto “pacchetto clima ed energia” per il 2030.

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Zero rifiuti

zero rifiutiDobbiamo assolutamente stare in questa partita. Ci sono le condizioni per portare a casa un risultato inaspettato perchè i rifiuti sono la miniera del futuro e possono dare lavoro reddito e opportunità per il riciclio e il riuso oltre per l’energia che è in grado di produrre.




Il lago del Parco delle Energie

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Manifestazione per il Parco delle Energie

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Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta

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programma generale di azione dell_UE in materia di ambiente fino al 2020




2.000 pannelli fv per la più grande centrale solare di Parigi

halle_2I pannelli sono stati installati sul tetto delle Halle Pajol, un vecchio deposito delle ferrovie presso la Gare de l’Est
Progettata dall’architetto Françoise – Hélène Jourda, la centrale solare Halle Pajol di Parigi è uno degli edifici più importanti per la città in quanto a produzione di energia rinnovabile. Il nuovo edificio nasce della riqualificazione del vecchio deposito del XIX secolo delle ferrovie francesi Halle Pajol. Il vecchio telaio metallico è stato trasformato dall’architetto nell’involucro protettivo esterno dell’edificio, contenente i volumi in legno della nuova struttura, materiale che ha permesso agli interni di essere perfettamente isolati sia termicamente che acusticamente.
PARCO INTERNO. Altra caratteristica del progetto è il parco interno (8.000 mq) che, oltre a contenere una ricca scelta di biodiversità, potrà essere in parte anche utilizzata dai cittadini per coltivare ortaggi o fiori. Per il sistema di irrigazione, l’architetto ha deciso di utilizzare esclusivamente l’acqua piovana in modo tale da azzerare i consumi idrici della struttura.
ENERGIA IN ECCESSO. Dato che si tratta di una centrale fotovoltaica non potevano ovviamente mancare i pannelli solari che producono circa 4.000 kWh di energia l’anno. Il tetto dell’edificio ne accoglie bel 2.000 per 3.500 mq di superficie orientati a sud ed inclinati di 30°, grazie alla copertura dentata a “Shad”. , L’energia prodotta non solo è sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico dell’intero edificio, ma se prodotta in eccesso verrà rivenduta alla società di servizi Electricité de France, ripagando una parte degli 1,6 mln di euro del costo di progetto.
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