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ROMA VERSO RIFIUTI ZERO

NELL’AMBITO DEL PERCORSO DELLA DELIBERA

ROMA VERSO RIFIUTI ZERO IN CONCOMITANZA

CON LE DOMENICHE ECOLOGICHE NEI MUNICIPI

PREVISTI DAL CALENDARIO

PARTECIPA AL PRIMO PROGETTO AUTOGESTITO

ROMA RIUSA

ALLUNGHIAMO LA VITA DI OGGETTI BUONI

MA INUTILIZZATI DANDOLI O SCAMBIONDOLI

CON ALTRI OGGETTI

OGGI 18 MAGGIO SI E’ SVOLTA LA PRIMA

INIZIATIVA PRESSO VIII MUNICIPIO

IN VIA BENEDETTO CROCE 50

IL PROSSIMO APPUNTAMENTO IL 15GIUGNO

A CORVIALE

VI ASPETTIAMO!!!!!!!!!!!!!!!!sergio capitani-22sergio capitani-16sergio capitani-4sergio capitani-12sergio capitani-11sergio capitani-8sergio capitani-2sergio capitani-2sergio capitani-3sergio capitani-6

<VALERIO SELLONI




La primavera di Corviale

botticelliE’ stato un lungo inverno durato alcuni anni in cui eravamo in pochi a credere al progetto di Corviale Domani: diciamo la verità eravamo tutti un po’ scettici quando Pino Galeota parlava di Corviale come di una chance per Roma e per l’Italia, o quando Maria Grazia Bellisario lo dichiarava un nuovo modello d’integrazione architettonica e sociale, o quando Monica Melani v’intravedeva un nuovo modello di sviluppo basato sull’arte e la cultura, o quando Stefano Panunzi ci raccontava del tetto più grande del mondo destinato a piazza e produzione di energia ed ortaggi, o quando Alfonso Pascale vi declinava le caratteristiche di una nuova agricoltura sociale e volta al benessere psicofisico, o quando Sandro Zioni c’insegnava a far diventare corviale.com il giornale delle periferie o quando Elisa Longo e Ivan Selloni esercitano la professione di giornalisti sociali.

Dopo questo lungo inverno è arrivata la primavera di Corviale: venerdì 9 maggio sala del Consiglio municipale: concerto del Teatro dell’Opera: l’assessore Barca, da noi intervistato, dichiara: “la vostra suggestione di portare a Corviale, dopo l’Opera, una grande mostra integrando così i 900 metri quadri del Mitreo nel circuito culturale della città è coerente col nostro progetto culturale e ne studierò la fattibilità”; sabato 10 maggio: Open House: la manifestazione internazionale sull’architettura ha coinvolto 3  iniziative a Corviale, inaugurazione del Campo dei miracoli: dichiarazione stampa del Governatore del Lazio Zingaretti: “Corviale dovrà essere uno dei cuori degli investimenti europei: vogliamo dimostrare a tutta Europa che Corviale è nei nostri cuori”.

E’ leggendo questa dichiarazione di Zingaretti che ho capito che a Corviale è sbocciata la primavera, mi sono andato a rileggere ciò che avevamo scritto con Alfonso Pascale e Stefano Panunzi nel manifesto “Corviale verso Europa 2020”: “Si tratta di dar vita ad un Partenariato Pubblico-Privato che intende allargarsi anche ad altri quartieri del Quadrante per candidarsi a gestire in modo integrato i Fondi Europei 2014-2020”.

C’impegniamo a continuare a seguire il progetto in maniera tale da assicurare che dopo la primavera ci siano anche i frutti concreti di un‘estate di Corviale in termini di lavoro, cantieri, riqualificazione, verde, innovazione tecnologica, vivibilità, sicurezza.

 




La caccia alle streghe

pascaleLa premiata ditta Pascale & Pascale svela la trama della caccia alle streghe che ha tagliato le gambe all’agricoltura italiana istallando nell’opinione pubblica la paura millenaria del diverso, dell’alieno, del diabolico: la disinformacija che dagli ultimi decenni ha cancellato l’eccellenza italiana della ricerca nel campo delle biotecnologie agroalimentari ha ricacciato il paese nel medioevo delle credulità e delle cacce alle streghe impedendo lo sviluppo di una vera lotta all’onnipresenza della dittatura chimica. In una tranquilla chiacchierata a Centocelle Alfonso e Antonio Pascale ci hanno con pacate e argomentate poche parole raccontato l’incredibile ennesima malastoria italiana: un’Italia che taglia le gambe alle migliori menti della ricerca per inseguire le chimere di una nicchia pauperistica del mercato alimentare mondiale: quella del rimpianto e dell’utopia del “buon tempo antico”. Un “buon tempo antico” fatto di sapori e saperi che si mantengono in vita grazie alla chimica e agli anticrittogamici, un non detto sempre celato dai politically correct sulla cresta dell’onda mediatica da legambiente a greenpeace. La verità sempre celata, come nel miglior medioevo prossimo passato, dell’unica vera strada per combattere la chimica: la predisposizione genetica delle difese antiparassitarie. In altre, semplici, parole un’accelerazione dei normali tempi d’ibridazione dei generi da sempre operata in agricoltura fin dai primordi della storia. Un’accelerazione ideologicamente negata che, però, ci consegna – di fatto – nelle mani della chimica degli anticrittogamici.

articolo collegato: La società scientifica contesta il movimento anti OGM




VISITA > OPEN HOUSE 2014 ENIGMA CORVIALE. Stefano Panunzi e Corviale Domani al MITREO Sabato 10 maggio 2014 – ore 10.00/12.00

Annuncio partenza Corviale

Corviale è un enigma perchè sembra il monumento di una città che ancora non c’é, ma che ricordiamo di aver conosciuto, chissà dove e quando.
Mario Fiorentino in una intervista del 1981 ci sfida chiaramente a considerare Corviale come un futuro che custodisce l’enigma del passato di Roma e viceversa : “ Corviale non si pone in termini banali di fronte alla realtà, non è una CASA più grande. Corviale non nasce casualmente a Roma, nasce come un unicum per quel sito e per Roma.
E’ il tentativo di dare un interpretazione all’architettura, alla scala e alla serie di immagini che Roma ha accumulato in secoli di storia. Questa sua monumentalità e questa sua prevaricazione sul paesaggio, sono delle cose non casuali per Roma, ma hanno dei ricordi molto precisi nella storia di questa città. Quelle grandi dimensioni che la città molto piccola di allora riusciva a sopportare tranquillamente in una scala che per noi sembrerebbe oggi non gigantesca, ma addirittura assurda.
Quando Corviale sarà finalmente finito, dopo una gestazione piuttosto complicata, sarà possibile vedere che nel progetto vi sono delle memorie della città di Roma. Il Corviale ha consentito di introdurre all’interno della sua architettura alcuni elementi e segnali di riconoscimento. Il tentativo è stato quello di ricreare artificiosamente a tavolino un processo di formazione spontanea della città storica che nel caso specifico andava ricordato, ma non ripetuto meccanicamente.”
(estratto da una video intervista a cura di Enrico Valeriani e Giovanna De Feo, per la Mostra dell’Architettura Italiana degli anni ’70 – Galleria di Arte Moderna a Roma e Triennale di Milano – 1981)
Nella Sala del Teatro Mitreo saranno proiettate immagini che scardineranno i peggiori luoghi comuni che hanno tentato di rimuovere la profezia di un’architettura, tanto unica quanto disponibile ad essere completata per mettere in moto quel futuro metropolitano che saprà mettere in rete le individualità di ogni città nella glocalopoli planetaria prossima ventura.




Video > ENIGMA CORVIALE

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Su Corviale è stato detto di tutto, ma non che nasconde un enigma. Da quando abbiamo iniziato a decifrarlo stiamo scoprendo cose sbalorditive, non serve crederci, sono scientificamente verificabili da chiunque. E’ un’avventura che cambia chi la vive, non sappiamo come finirà, ma certamente è iniziata. Abbandonate luoghi comuni, pregiudizi e ideologie. Corviale è qualcosa di più che un’architettura utopica, non può essere stato pensato da una sola persona, né da un gruppo, è un vero squarcio nell’ecosistema spazio temporale, per rientrare nel mondo da un’altra porta. Corviale non è un palazzo, ma una leggenda. Clicca sull’immagine.
Promosso da: Stefano Panunzi con ass. Corviale Domani e ass. MitreoIside
 Tour Durata: 2 h. Persone ad ingresso: 50. E’ permesso fotografare. Modalità di accesso: libero per ordine di arrivo Orari Sabato dalle 10:00 alle 12:00

 




SuperOrtoPiù, sul tetto un orto urbano pensile di 750 metri quadrati

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Progettato da Pistoletto, rimarrà funzionante fino a Expo2015. Ospiterà anche una piccola risaia

In un quartiere della città un tempo sede di grandi industrie, come la Ansaldo, oggi si cerca di costruire in modo diverso e di lasciare spazio al verde e all’agricoltura. Anche se l’orto e il prato si ricavano sul tetto di un palazzo. Succede a Milano, nel distretto del design di via Tortona, dove l’installazione ‘SuperOrtoPiù’ dimostra come un nuovo modo di progettare e costruire può portare l’agricoltura in città. ‘SuperOrtoPiù’ è un grande orto urbano pensile di 750 metri quadrati, progettato dall’artista Michelangelo Pistoletto, e realizzato sul tetto di uno dei palazzi di Superstudio Più. L’installazione, presentata in occasione degli eventi del Fuorisalone (dall’8 al 13 aprile a Milano), rimarrà funzionante da aprile a giugno 2014 e in maniera permanete nel periodo di Expo 2015, che ha come tema proprio ‘Nutrire il pianeta. Energia per la vita’. La terrazza per il momento ospita un prato e una parte di orto ma si evolverà nei prossimi mesi arrivando ad ospitare una piccola risaia.

“Il design e l’architettura devono riportare gli orti nelle città – ha spiegato il curatore del progetto,Fortunato D’Amico – per ora questa nostra installazione può sembrare una provocazione ma credo sia anche una realtà, e un’esigenza, che cresce sempre più nelle città”. La prova di questa voglia di verde e di agricoltura nelle città, secondo i curatori del progetto, sta proprio nell’esplosione del fenomeno degli orti urbani. “In città come Torino o Milano – ha detto D’Amico – sono nate tante realtà di cittadini che si occupano degli orti urbani. Tutto questo porta a pensare che c’è bisogno di una nuova politica di progettazione perchè cambierà il mondo di vivere, di mangiare e gli spazi cittadini dovranno essere adeguati”. ‘ Alla base del progetto di questo orto cittadino in quota non ci sono solo idee ma anche praticità e tecnologia, perché è un particolare sistema multistrato a garantire la salute di orto, prato e risaia. “Si tratta di un sistema per avere coperture di verde anche in luoghi come questo – ha spiegato Marco Castellazzi di Harpo Group che si occupa di sistemi verdi pensili – funziona con un supporto multistrato che impermeabile e con copertura anti radice che unisce strati di drenaggio, areazione e accumulo idrico”. All’interno dell’installazione ‘SuperOrtoPiù’ c’è spazio anche per l’abitare sostenibile con il prototipo delle case in legno e paglia di ‘Nova Civitas’. Nel corso della settimana del Fuorisalone i visitatori potranno vedere realizzata la casa ‘work in progess’, dai lavori iniziali fino alla struttura ultimata.

Michela Nana (ANSA) 

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A Roma il raduno nazionale di Guerrilla Gardening dal 2 al 4 Maggio 2014

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Roma è pronta ad ospitare il raduno nazionale (anzi, intergalattico!) di guerrilla gardening. Una fantastica tre giorni, da venerdì 2 a domenica 4 maggio 2014, durante la quale confluiranno nella capitale i gruppi di guerrilla gardening provenienti da tutta Italia. Il primo raduno nazionale si è tenuto nel 2013 a Bologna ed terminato dopo due giorni di guerrilla con una bella e partecipata assemblea che ha visto votare per il 2014 Roma come sede del secondo raduno.

 

Con guerrilla gardening si intende una forma di giardinaggio politico, una forma di azione nonviolenta diretta, praticata soprattutto da gruppi ambientalisti. Questi movimenti sono solitamente legati alla permacultura o alle problematiche riguardanti i diritti della terra. Gli attivisti rilevano un pezzo di terra abbandonato, che non appartiene loro, per farci crescere piante o colture. Certi gruppi di guerrilla gardening compiono le loro azioni (attacchi) durante la notte, in relativa segretezza, per seminare e prendersi cura di un nuovo tappeto vegetale o tappeto fiorito. Altri lavorano più apertamente, cercando di coinvolgere le comunità locali.

 

Giardinieri Sovversivi Romani stanno predisponendo un programma ricco e interessante, con azioni di guerrilla gardening, spettacoli, momenti conviviali e dibattiti. Tutti i gruppi intenzionati a partecipare al raduno sono invitati a contattare direttamente gli organizzatori via mail (GiardinieriSovversiviRomani@gmail.com) o tramite facebook (www.fb.com/GiardinieriSovversivi.

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Si celebra oggi in tutto il mondo la Giornata della Terra

giornata-mondiale-della-terra-2014Quest’anno al centro dell’Earth day c’è il tema delle “green cities”. A fare emergere questo tema sono state le innumerevoli iniziative di agricoltura civile nelle aree periurbane e metropolitane che promuovono le persone, i beni relazionali, il capitale sociale, la cittadinanza attiva.

Queste forme di agricoltura hanno forti potenzialità di espansione nelle città perché concorrono a rafforzare e riqualificare i servizi alla persona e a promuovere modelli innovativi di welfare in grado di ridurre il disagio sociale, combattere le antiche e nuove povertà e rigenerare le bidonville.

La crescita della popolazione urbana si accompagna all’espandersi dell’esclusione sociale e delle disuguaglianze. Ma, nello stesso tempo, la vecchia contrapposizione centro/periferia che caratterizzava le città del passato, è sostituita da nuove polarità.

I territori metropolitani non sono più contrassegnati distintamente da città e campagna, ma da un continuum urbano-rurale, una rurbanizzazione che è frutto di un tessuto sociale dinamico come molteplicità dialettica di sistemi, reattiva e policentrica.

Gli imprenditori agricoli insediati nelle campagne urbane spesso provengono da altri settori o sono stati spinti a impegnarsi in agricoltura per sfuggire al disagio delle città e ritrovare il proprio equilibrio nel rapporto con gli altri e con la natura. Hanno, pertanto, sviluppato capacità e competenze nel mettere a valore i beni relazionali.

E’ per questo che nelle aree periurbane e metropolitane si va manifestando un’attenzione crescente alle fattorie sociali e agli orti urbani che s’intrecciano con la nascita di luoghi di ritrovo interetnico e di attività di aggregazione per i giovani coi loro tipici concerti e la loro musica.

Le persone che provengono da esperienze urbane s’incrociano con le comunità di immigrati che popolano le periferie e tentano percorsi condivisi di inclusione.

Nelle città stanno, inoltre, nascendo mercati civili dei prodotti alimentari (farmer’s market, gruppi di acquisto solidale e forniture di mense collettive con prodotti locali) e si creano inedite sinergie di tali economie coi percorsi turistici, culturali, archeologici e ambientali nelle aree protette.

Tali interazioni avvengono ancora in forme spontanee, non sono riconosciute e rimangono a volte in forme latenti. Eppure potrebbero avere un potenziale enorme qualora queste fossero poste al centro di percorsi di sviluppo locale capaci di generare occupazione e welfare produttivo e di contribuire alla rigenerazione urbana mediante la cura del verde, sia negli spazi aperti che nei grandi insediamenti abitativi (dall’accrescimento del patrimonio arboreo alla realizzazione di orti sui tetti).

Si tratterebbe di attualizzare l’antica idea di bonifica integrale come processo perenne e contestuale di trasformazione territoriale e di rigenerazione del tessuto comunitario – abbandonando ovviamente ogni risvolto dirigistico e utopico del passato – da declinare, mediante l’utilizzo diffuso delle nuove tecnologie, come bonifica della crosta urbana.

E’ ormai sempre più palese che le trasformazioni territoriali nelle aree metropolitane difficilmente si possono programmare e pianificare con gli strumenti utilizzati finora.

Si potrebbero però accompagnare con percorsi partecipativi condivisi in una logica di sussidiarietà e fondati sulla conoscenza.

In sostanza, ci vorrebbero nuovi occhi perché gli spazi aperti, quelli edificati, le attività non vanno più visti come entità rigide, separate e monofunzionali, ma andrebbero scomposti e ricostruiti in modo polivalente. I singoli soggetti e i gruppi che li compongono non vanno più separati per categorie e ingabbiati in determinati interessi specifici. Si tratterebbe di cogliere la molteplicità e, al contempo, l’unitarietà dei bisogni degli individui, ricomponendone i frammenti.

Anche i baraccati delle bidonville non vanno considerati un mondo a parte ma persone come tutte le altre che hanno bisogni identici a quelli espressi dalle altre. A tutti gli individui vanno messe a disposizione le opportunità per prendere coscienza di se stessi come individui e poter procedere alla propria liberazione.

Le agricolture civili hanno bisogno di competenze e professionalità multidisciplinari e devono poter disporre di spazi bonificati e restituiti all’attività agricola e di edifici funzionali ai nuovi ruoli. Così un welfare innovativo dismette le forme assistenzialistiche del passato per generare esso stesso – in forme imprenditoriali – ricchezza e occupazione.

Le campagne urbane e le periferie del mondo non sono tutte uguali. Pesa la variabilità storica. Ed è per questo che potranno meglio cogliere le opportunità della globalizzazione se acquisiscono la capacità di autorappresentarsi e costruire la propria immagine per evitare sia i rischi di omologazione (una sorta di ineluttabile e permanente problema di funzionamento dei grandi aggregati urbani) che la deriva delle chiusure identitarie (spesso con rigurgiti neo-protezionistici e autarchici).

Si tratta di considerare le campagne urbane e le periferie del mondo come risorse da valorizzare, integrando culture diverse e combinando continuamente attività in più settori e soggetti sociali di diversa estrazione e provenienza, legati tra loro da relazioni di tipo collaborativo. Ma questo è possibile se si esaltano la diversità e il pluralismo, ricercando le sinergie e le complementarità, e se si parte da una forte capacità delle periferie urbane di avere una chiara percezione di sé per fare in modo che gli scambi culturali ed economici con altre periferie del mondo globale siano reciprocamente arricchenti e improntate ad una relazionalità collaborativa.

Le arti e le tecnologie dell’informazione e della comunicazione possono svolgere un ruolo cruciale. Possono, infatti, alimentare la capacità delle reti locali e le comunità-territorio, che stanno nascendo nelle campagne urbane, di costruire in modo creativo la propria immagine e di riscoprire in modo permanente il Genius loci come processo culturale di autocoscienza e di apertura agli altri.

Alfonso Pascale