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La casa comune è casa di tutti

È indispensabile che la 21ª Conferenza delle Parti sul Clima, organizzata dall’UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change) e che oggi si apre a Parigi, si concluda il prossimo 12 dicembre con un accordo sottoscritto da tutti i paesi.

Quello di Kioto fu ratificato solo dagli stati che rappresentavano il 12% del totale delle emissioni. Dopo lunghe dispute, il 15 febbraio 2005, 152 paesi sottoscrissero l’accordo – che era stato stilato nella città giapponese nel 1997 – impegnandosi a limitare l’emissione di gas serra tra il 2008 e il 2012. Il protocollo fu sottoscritto, tra gli altri, dall’Italia ma non da grandi paesi come l’India né dalla Cina e soprattutto non dagli Stati Uniti.

Parigi sarà il punto di partenza di un nuovo quadro internazionale in cui per la prima volta tutti i paesi membri della Convenzione sottoscriveranno degli impegni di riduzione volontari all’interno di un trattato vincolante che avrà durata dal 2020 al 2030. La sfida di Parigi sarà quindi quella di rendere, all’interno degli aspetti ancora aperti sul tavolo negoziale (periodi di revisione, meccanismo di compliance, aspetti finanziari e meccanismi di mercato, loss&damage ed equità), ancora più elevato il livello di ambizione degli strumenti pratici, al fine di rendere forte l’accordo nel momento in cui entrerà in funzione.

Se l’obiettivo è non superare i 2 gradi di innalzamento del global warming, il riscaldamento globale, e monitorare con cadenza precisa i risultati raggiunti, tale impegno deve necessariamente essere assunto da tutti. In campo sembra esserci la volontà di trovare una strategia a 360 gradi e non solo per il global warming: dagli effetti sul clima ci sono stati impatti forti in termini di geopolitica, di guerre e conflitti. Da qui l’interesse di Cina e Stati Uniti ad essere protagonisti in Francia insieme all’Unione Europea. E l’enciclica “Laudato si’”(d’ora in poi: enciclica oppure Ls) di papa Francesco sulla cura della casa comune costituisce, senza dubbio, un contributo importante per accrescere la consapevolezza dei rischi ambientali e ricercare soluzioni condivise.

Documento integrale




Cambiamenti climatici globali: che fare dopo 25 anni di chiacchere?

I cambiamenti climatici globali sono una sfida: la stiamo perdendo perché di fronte a un’ipotesi di diagnosi di carcinoma ci hanno somministrato un costosissimo antipiretico (Protocollo di Kyoto) e ci promettono un ancor più costoso ricostituente (COP 21 a Parigi).

Una serie di azioni in collaborazione internazionale possono dare risultati concreti se si esce dall’ermeneutica accompagnata da catastrofismo e wishfull thinking e si entra nel realismo e nella prassi con interventi che sono validi comunque, sia il cambiamento climatico antropogenico o meno.

I 25 anni (IPCC First Assessment Report è del 1990) sono ripercorsi utilizzando due presentazioni: una del 2001 e una di questi giorni.

Relatore: Fabio Pistella

1967

Laurea in Fisica con lode Università di Roma Sapienza

1967-1979

al CNEN: Ricercatore Laboratorio Fisica e Calcolo Reattori poi Programma Navale, e Programma Plutonio. Capo Servizio Dip.to Reattori Termici.

Assistente Volontario di Fisica Nucleare Applicata e di Filosofia della Scienza

Professore Elaboratori Elettronici Università della Tuscia (1971-1976)

1979-1981

Assistente del Presidente del CNEN

1981-1997

Direttore Generale del CNEN e quindi dell’ENEA

Nomina Professore Associato confermato di Impianti Nucleari

Presidente Società Esperienze Termoidrauliche SIET

Presidente e Amm.re Delegato della Finanziaria REL (Ristrutturazione Imprese del Settore Elettronico)

Alto Rappresentante Italiano in Eureka (European Research Initiative) dalla Fondazione (1985)

1997-2004

Professore di ruolo Economia Applicata all’Ingegneria  Dipartimento Ingegneria Meccanica e Industriale Università Roma Tre

Presidente di APRE (Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea) 1989-1994 e 1998-2003

Consigliere di Amministrazione del CIRA (Centro Italiano Ricerche Aerospaziali) GRTN (Gestore Rete Trasporto Nazionale)

Consulente Autorità Energia Elettrica e Gas

Presidente INOA (Istituto Nazionale Ottica Applicata)  2001-2003

Subcommissario con funzioni di Direttore Generale CNR  2002-2003

2003-2004

Componente Collegio Autorità Energia Elettrica e Gas

2004-2007

Presidente del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche)

Professore Economia e Gestione dell’Innovazione Università LUISS Roma (2005-2009)

2007-2010

Presidente del CNIPA (Centro Nazionale Informatica Pubblica Amministrazione)

2010

Commissario Straordinario di DIGITPA

2011-2013

Componente del Consiglio Direttivo di DigitPA

2014-oggi

Consigliere di Amministrazione di ENR Ente Nazionale Ricerca e Promozione della Standardizzazione

Consigliere Scientifico di Ministri dell’Università e della Ricerca, Ministri dell’Industria e Presidenti di Commissioni Parlamentari.

Componente di vari Comitati e Consigli Scientifici della Commissione Europea in materia di ICT, Energia Ambiente e Programma Quadro Ricerca.

Alto Rappresentante Italiano in Eureka dal 1985 al 2003 e Presidente nel 2004

Componente di Comitati Direttivi di Centri Studi Universitari quali lo IEFE (Istituto di Economia della Fonti di Energia) della Università Bocconi.




Papa Francesco: più cultura e più politica per l’ambiente

L’enciclica “Laudato si’” di papa Francesco andrebbe letta più volte per immedesimarsi davvero nel suo estensore. E se ne può comprendere pienamente il senso solo dopo un confronto tra più punti di vista, da sviluppare con un approccio multidisciplinare: teologico, storico, filosofico, antropologico, scientifico. Quello che non bisognerebbe fare è intruppare il papa nelle proprie “guerre sante” ma rispettare lo spirito del documento che apre a tutte le posizioni e invita al dialogo fecondo.

L’impressione che ne ricavo dopo una prima lettura è che ci troviamo dinanzi ad un testo che ambisce, infatti, ad un confronto a tutto campo con tutti, indipendentemente dai convincimenti religiosi, filosofici e politici. Non solo coi credenti e non solo con gli uomini di buona volontà; tutti dovremmo poter dialogare per contaminarci vicendevolmente. Un testo che offre un’analisi della questione ambientale intimamente connessa alla questione sociale e che guarda con rispetto a tutte le posizioni in campo. Un testo che parte da una profonda fiducia nell’uomo e nella sua capacità di produrre un cambiamento e dall’idea che qualsiasi persona che abiti il pianeta possa assumersi la sua quota di responsabilità nell’affrontare la crisi sociale e ambientale, contribuendo a promuovere uno “sviluppo sostenibile e integrale”.

L’enciclica sul rapporto tra uomo e ambiente si colloca nel solco già scavato dalla lettera apostolica di Paolo IV “Octogesima adveniens” del 1971. In quel testo si parlava esplicitamente di “sfruttamento sconsiderato della natura” e del rischio incombente che l’uomo potesse “distruggerla e di essere a sua volta vittima di siffatta degradazione”. Successivamente, Giovanni Paolo II ha invitato ad una conversione ecologica globale e Benedetto XVI ha proposto di riconoscere che l’ambiente naturale è pieno di ferite prodotte dal nostro comportamento irresponsabile. Gran parte del testo serve dunque a ribadire posizioni già espresse dai predecessori.

Il documento contiene un’ampia panoramica della crisi ecologica e delle ipotesi di soluzione in campo allo scopo di assumere i migliori frutti della ricerca scientifica oggi disponibile: inquinamento, rifiuti, cultura dello scarto, cambiamenti climatici, acqua, perdita di biodiversità, deterioramento della qualità della vita e della mobilità nelle città sono i temi affrontati. E nell’individuare la causa di fondo di tali problemi punta il dito sulla condizione di isolamento in cui oggi si trova l’individuo e la continua erosione delle relazioni interpersonali come esiti diretti del modello di sviluppo economico, fondato sull’idea della crescita illimitata, e delle innovazioni tecnologiche introdotte non più mediante un’osmosi tra conoscenza scientifica e saperi esperienziali ma mediante forme di dominio esercitate da forze potenti.

Non ci sono novità rilevanti

Non si riscontrano novità su diversi temi a partire dall’aborto, la cui giustificazione è ritenuta incompatibile con la difesa della natura (“Non appare praticabile un cammino educativo per l’accoglienza degli esseri deboli che ci circondano, che a volte sono molesti o importuni, quando non si dà protezione a un embrione umano benché il suo arrivo sia causa di disagi e difficoltà”). Anche riguardo al tema delle politiche di controllo della natalità, l’enciclica non mostra aperture: secondo papa Francesco, infatti, “la crescita demografica è pienamente compatibile con uno sviluppo integrale e solidale”, in maniera che “incolpare l’incremento demografico e non il consumismo estremo e selettivo di alcuni è un modo per non affrontare i problemi”.

Resta, dunque, aperto il problema del rapporto tra crescita demografica e squilibrio nella distribuzione della popolazione nel territorio e, a tale proposito, s’invoca la costruzione di un’etica delle relazioni internazionali per l’uso delle risorse ambientali, ma non si indicano dei principi a cui attenersi.

Tra i temi che non presentano novità merita di essere segnalato quello degli Organismi geneticamente modificati (Ogm). Checché ne dica Carlo Petrini, nel documento non c’è affatto una condanna di questa tecnologia, bensì viene ravvisata la necessità di “assicurare un dibattito scientifico e sociale che sia responsabile e ampio”. Scrive il papa: “Quella degli Ogm è una questione di carattere complesso, che esige di essere affrontata con uno sguardo comprensivo di tutti i suoi aspetti, e questo richiederebbe almeno un maggiore sforzo per finanziare diverse linee di ricerca autonoma e interdisciplinare che possano apportare nuova luce”. C’è qui una critica molto esplicita a talune scelte degli Stati, a partire dal nostro Paese, che da tre lustri non finanziano più linee di ricerca sugli Ogm, come denunciato ultimamente in Parlamento dalla senatrice Elena Cattaneo.

Per quanto riguarda il tema della crescita economica, bisogna fare attenzione a non fraintendere il termine “decrescita” nelle proposte del papa: alcune attività e realtà devono decrescere (quelle ad alto impatto ambientale) e altre devono crescere (quelle innovative a minore o nullo impatto). La critica è rivolta al mito della priorità della crescita economica senza qualità sociale e ambientale e non già alla crescita sostenibile.

Una novità sembra essere il passaggio sulle dinamiche dei media e del mondo digitale, “che, quando diventano onnipresenti, non favoriscono lo sviluppo di una capacità di vivere con sapienza, di pensare in profondità, di amare con generosità”. E si auspica “uno sforzo affinché tali mezzi si traducano in un nuovo sviluppo culturale dell’umanità e non in un deterioramento della sua ricchezza più profonda”. È del tutto condivisibile l’idea che “la vera sapienza, frutto della riflessione, del dialogo e dell’incontro generoso fra le persone, non si acquisisce con una mera accumulazione di dati” e che la comunicazione mediata da internet “permette che condividiamo conoscenze e affetti, benché, a volte impedisce di prendere contatto diretto con l’angoscia, con il tremore, con la gioia dell’altro e con la complessità della sua esperienza personale”. Torna anche in questo caso, la giusta preoccupazione per l’esito insoddisfacente nelle relazioni interpersonali e per i rischi di un dannoso isolamento dell’individuo.

Papa Francesco

Papa Francesco

Le responsabilità della politica e della società civile

La forza dell’enciclica va ricercata nelle parole usate per sottolineare l’aggravamento della crisi ambientale e le responsabilità della politica e del mondo della cultura: “Il problema è che non disponiamo ancora della cultura necessaria per affrontare questa crisi e c’è bisogno di costruire leadership che indichino strade, cercando di rispondere alle necessità delle generazioni attuali includendo tutti, senza compromettere le generazioni future”. E l’affondo continua così:  “Si richiede dalla politica una maggiore attenzione per prevenire e risolvere le cause che possono dare origine a nuovi conflitti. Ma il potere collegato con la finanza è quello che più resiste a tale sforzo, e i disegni politici spesso non hanno ampiezza di vedute”. Il papa imputa, dunque, l’aggravamento dei problemi ambientali alla mancanza di una classe dirigente di rilevanza mondiale che sappia agire con lungimiranza e in piena autonomia rispetto ai poteri finanziari.

Ma il dito è puntato anche verso una società civile incapace di confrontarsi rispettosamente su temi di così vasta portata. Il documento del papa riconosce infatti “che si sono sviluppate diverse visioni e linee di pensiero in merito alla situazione e alle possibili soluzioni”. C’è chi afferma – ricorda il pontefice – che i problemi ecologici si risolveranno semplicemente con nuove applicazioni tecniche, senza considerazioni etiche né cambiamenti di fondo. Altri ritengono che la specie umana, con qualunque suo intervento, possa essere solo una minaccia e compromettere l’ecosistema mondiale, per cui converrebbe ridurre la sua presenza sul pianeta e impedirle ogni tipo di intervento. “Fra questi estremi – afferma Francesco – la riflessione dovrebbe identificare possibili scenari futuri, perché non c’è un’unica via di soluzione. Questo lascerebbe spazio a una varietà di apporti che potrebbero entrare in dialogo in vista di risposte integrali”.

Il dialogo tra saperi diversi

L’enciclica dedica poi un capitolo alle convinzioni di fede che derivano dalla sapienza dei racconti biblici e che vengono offerte come contributo fecondo al dibattito tra scienza e fede, tra fede e ragione: elementi questi che si collocano su piani diversi ma possono integrarsi, alimentando una conoscenza reciproca tra culture, religioni, arti, convinzioni filosofiche, acquisizioni scientifiche.  Anche in questo caso non viene stravolta la visione tradizionale della Chiesa sul rapporto tra essere umano e natura ripresa dalla Genesi, che pone l’essere umano al centro del mondo naturale, con la responsabilità di prendersene cura. Una lettura, questa, che – da quando, nel 1967, Lynn White, studioso statunitense di storia medievale, definì il cristianesimo come la religione più antropocentrica del mondo – si è spesso attirata l’accusa di cadere in un eccessivo antropocentrismo, presentando l’essere umano come “signore della creazione”, con il compito di soggiogare la natura e di domarla a suo piacere, e ponendo l’universo semplicemente al suo servizio. Una visione a cui è stata ricondotta, anche, la responsabilità di aver alienato l’essere umano dall’ambiente, in quanto l’unico “a immagine e somiglianza di Dio”, dunque non realmente naturale, e di aver separato in maniera netta Dio dalla natura, spogliando questa di ogni sacralità e in tal modo svalutandola e riducendola a una materialità inerte, senza alcuna rilevanza salvifica.

Anche a giudizio del papa “il pensiero ebraico-cristiano ha demitizzato la natura”, in quanto, “senza smettere di ammirarla per il suo splendore e la sua immensità, non le ha più attribuito un carattere divino”. Ma in ciò egli vede, al contrario, un’ulteriore sottolineatura del “nostro impegno nei suoi confronti”: “Un ritorno alla natura non può essere a scapito della libertà e della responsabilità dell’essere umano, che è parte del mondo con il compito di coltivare le proprie capacità per proteggerlo e svilupparne le potenzialità”. Come pure il papa riconosce all’essere umano, “benché supponga anche processi evolutivi”, “una novità non pienamente spiegabile dall’evoluzione di altri sistemi aperti”, “una singolarità che trascende l’ambito fisico e biologico”: “La novità qualitativa implicata dal sorgere di un essere personale all’interno dell’universo materiale presuppone un’azione diretta di Dio, una peculiare chiamata alla vita e alla relazione di un Tu a un altro tu”.

L’approfondimento serve al pontefice per respingere un’accusa contro il pensiero giudaico-cristiano che avrebbe favorito lo sfruttamento selvaggio della natura, ricavando dal racconto della Genesi un’immagine dell’essere umano come dominatore e distruttore.  “Coltivare” e “custodire” la terra, di cui parla il testo biblico, sono due concetti che si completano a vicenda e implicano una relazione di reciprocità responsabile tra essere umano e natura. “Ogni comunità – argomenta l’enciclica – può prendere dalla bontà della terra ciò di cui ha bisogno per la propria sopravvivenza, ma ha anche il dovere di tutelarla e garantire la continuità della sua fertilità per le generazioni future”. La Bibbia non dà adito, dunque, ad un antropocentrismo dispotico che non si interessi degli altri viventi.  E la Chiesa non dice in maniera semplicistica che le altre creature sono completamente subordinate al bene dell’essere umano, come se non avessero un valore in sé stesse e noi potessimo disporne a piacimento. La sapienza biblica è pervasa dalla convinzione che “tutto è in relazione, e che la cura autentica della nostra stessa vita e delle nostre relazioni con la natura è inseparabile dalla fraternità, dalla giustizia e dalla fedeltà nei confronti degli altri”. Insomma, il papa prende le distanze dall’”ossessione di negare alla persona umana qualsiasi preminenza”. E nega che “un antropocentrismo deviato” possa lasciare il posto “a un biocentrismo”, perché ciò implicherebbe introdurre un nuovo squilibrio, che non solo non risolverebbe i problemi, bensì ne aggiungerebbe altri.

L’enciclica opera uno sforzo evidente per superare gli aspetti più anti-ecologici della tradizione giudaico-cristiana: sia riconoscendo agli altri esseri viventi un valore proprio di fronte a Dio; sia ricordando “che noi stessi siamo terra”; sia abbracciando una visione olistica, in cui tutto è intimamente connesso, tutto è in relazione, tutti gli esseri formano “una sorta di famiglia universale”.

Rifondare il rapporto tra scienza, tecnica e società

La lettura di questo capitolo sulle convinzioni di fede ci riporta, per molti versi, a quella cultura contadina che compone la linfa vitale delle radici delle nostre società odierne.  La trasformazione della natura a fini di utilità è una caratteristica del genere umano fin dai suoi inizi, e in tal modo la tecnica “esprime la tensione dell’animo umano verso il graduale superamento di certi condizionamenti materiali”.

Del resto, la nascita dell’agricoltura, diecimila anni fa, combinandosi con l’uso di simboli, misure, calcolo e scritture, rese possibile lo sviluppo della scienza applicata.  E ciò ha consentito alle società umane di evolvere verso forme di organizzazione complesse. La cultura agricola esperienziale, propria del mondo rurale, e quella scientifica, agronomica ed economico-agraria, si sono entrambe caratterizzate, fino agli albori degli anni sessanta, per la loro capacità di far convivere una visione economico-produttivistica dell’attività agricola con una visione conservativa delle risorse ambientali.

Nella cultura contadina è presente da un tempo immemorabile l’idea che la terra in determinate condizioni “si stanchi”. Ora, l’idea di stanchezza attiene ad un organismo vivente e il fatto che i contadini abbiano sempre associato questa condizione anche alla terra per rispettarne il decorso è la prova di un profondo senso di responsabilità nei confronti di questo bene.  Il momento in cui avviene la rottura tra la conoscenza scientifica e la cultura agricola esperienziale e, dunque, dell’equilibrio tra visione produttivistica dell’attività agricola e visione conservativa delle risorse ambientali va, a mio avviso, collocata dagli anni sessanta in poi con il venir meno progressivamente di un impegno pubblico nella trasmissione del progresso tecnico e, più complessivamente, nelle politiche territoriali che guardano non solo al sostegno agli investimenti ma anche alle attività educative e di crescita culturale.

Da lì bisogna ripartire, con una visione globale dei problemi ambientali e coinvolgendo l’insieme dei cittadini, per ridefinire il rapporto tra scienza, tecnica e società, rifondandolo sulla responsabilità, sull’educazione e sull’interazione dei saperi. Da questa angolatura, l’enciclica contiene un’impostazione chiara, aperta e fiduciosa. E potrà sicuramente essere di stimolo ad una ripresa del confronto su questioni decisive che riguardano il futuro dell’umanità, se tutti accettiamo l’invito all’ascolto reciproco.

Testo dell’Enciclica


Fonte : afonsopascale.it apri l’articolo originale




LAV animalisti contro il Palio di Castel Madama

PALIO DI CASTEL MADAMA (RM): CAVALLO POKEMON CADE E RESTA FERITO DURANTE LA CONTESA FINALE. LA LAV INVIA UNA RICHIESTA DI ACCESSO AGLI ATTI E CHIEDE DI CONOSCERE LO STATO DI SALUTE DEL CAVALLO INFORTUNATO

Domenica scorsa a dieci giorni dal Palio di Siena, un altro cavallo è rimasto vittima della follia umana: Pokemon del Rione Empolitano stava correndo durante il Palio di Castel Madama quando improvvisamente è caduto.

La corsa è proseguita incurante del cavallo rimasto a terra in mezzo alla pista, con altri tre cavalli in corsa di cui uno senza fantino.

“Non smetteremo mai di condannare le manifestazioni che coinvolgono animali in feste, sagre e palii, in nome di non meglio specificate ‘tradizioni storico-culturali’ che non sono altro che una mera giustificazione per altri interessi.

I circuiti su cui corrono i cavalli nei palii sono pericolosi nonostante l’adozione dei sistemi di sicurezza previsti dall’Ordinanza del Ministero della Salute, in vigore dal 2009. Il rischio di cadute, azzoppamenti e morte per i fantini e i cavalli resta sempre alto.

I cavalli vengono lanciati in una corsa sfrenata, frustati, su percorsi spericolati e al limite della loro resistenza fisica”.

Il Palio di Castel Madama potrebbe rappresentare una valida occasione di condivisione di valori cittadini se solo riuscisse a liberarsi dall’utilizzo degli animali.

Il crescente numero di persone sensibili alla sofferenza degli animali esige un cambiamento nelle modalità di svolgimento dei festeggiamenti, così come è accaduto in altri Comuni italiani, quali ad esempio Pontevico (BS), Lodi e Barlassina (MB).

Un incidente prevedibile ed evitabile non è più un incidente ma una condanna a morte – dichiara la LAV di Roma – Chiediamo al Sindaco del Comune di Castel Madama e al Servizio veterinario di Tivoli di conoscere lo stato di salute del cavallo Pokemon e dove si trova”.

Link al video: https://m.youtube.com/watch?v=ki1xgmEaTDQ

LAV Roma

lav.roma@lav.it

www.lav.it/sedi/roma




Il Green Act che serve all’Italia

Affrontare le questioni ambientali per rilanciare l’economia italiana attraverso una nuova politica industriale e territoriale. Legambiente presenta il suo contributo al Green Act .

Il premier Renzi ai primi di gennaio ha anticipato che il Governo avrebbe dedicato il mese di marzo alla messa a punto di interventi per dare nuovo impulso allo sviluppo green dell’economia. Un’occasione per individuare le misure che davvero  possono aprire prospettive importanti alla politica industriale nel Paese.

Per questo Legambiente ha deciso di sottoporre al confronto con i diversi interlocutori politici, imprenditoriali e sociali un contributo che vuole segnalare alcune direzioni di marcia e proporre delle misure concrete che potrebbero immediatamente essere approvate e contribuire a sbloccare il paese.
Leggi tutto>> 

Le proposte sono divise in 11 schede, 11 temi fondamentali su cui Legambiente avanza proposte concrete ed un indirizzo di lavoro

 

1.   Fiscalità green chi inquina paga, chi innova risparmia

2.   Città rigeneriamole

3.   Bonifiche risanare le ferite

4.   Energia Italia rinnovabile

5.   Rifiuti urbani ridurre e riciclare prima di tutto

6.   Mobilità nuova pedoni, pedali, pendolari

7.   Trasporti #cambiareverso alle infrastrutture

8.   Dissesto idrogeologico azioni per prevenire

9.   Natura investire sulla biodiversità conviene

10. Turismo l’Italia oltre la grande bellezza

11. Risorse Europee 2014-2020 sfide e opportunità

link all’articolo




Lettera aperta all’Assessore all’Ambiente Estella Marino, Comune di Roma

Gentile Assessora,

abbiamo ricevuto le seconde bozze della nuova proposta di Regolamento Comunale Tutela Animali e della delibera di istituzione del Garante degli Animali.

Queste bozze hanno recepito solo in minima parte le nostre osservazioni, sia quelle inviate il 12 dicembre u.s. sulla base delle prime bozze e sia quelle ulteriormente presentate in questi giorni, sia per le vie formali che informali.

Tali bozze furono presentate a suo tempo come concertate con i Servizi Veterinari Asl e, per quanto riguarda il Regolamento Animali, come necessarie modifiche a seguito di cambiamenti di normative nazionali.

La informiamo che nessun cambiamento è intervenuto nelle normative nazionali,  dal 2005 ad oggi.

Non solo: La informiamo che il testo da Lei proposto va contro quello diffuso lo scorso anno dall’ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.

Le modifiche da Lei presentate ancora oggi eliminano infatti tutti i passaggi autorizzativi da parte dell’Ufficio Comunale Tutela Animali (che si ritrova svuotato – ancor più di quanto fatto finora – di effettiva voce in capitolo) e cancellano alcuni significativi divieti vigenti.

Fra i tanti citiamo: l’abolizione del divieto estivo di esercitare l’attività di botticelle nelle ore più calde; si abbassano da 200  a 150 euro le sanzioni minime per chi viola alcuni obblighi di custodia degli animali; è previsto lo stop al divieto di spettacoli in strada e feste con animali; si prevede l’esclusione degli animali selvatici oltre che in zoo e circhi come oggetto di tutela del Regolamento.

Vengono poi istituite una vuota Commissione Consultiva delle associazioni animaliste nonché la figura del “Garante del benessere e della tutela degli animali” scopiazzata –  e male – da quelle presenti a Milano e Napoli non avendo alcun potere effettivo d’intervento, nemmeno nelle strutture come canili (sia pubblici che privati) e Bioparco.

A fronte di questi peggioramenti, non è previsto alcun miglioramento per la tutela degli animali in altre parti del Regolamento. Addirittura viene abolita la figura del “cane libero accudito”; è inserita la definizione illegittima di “moleste” e di “critica” per alcune specie; ed il Comune di Roma, proprietario degli animali vaganti sul territorio e di quelli reclusi nelle strutture di accoglienza pubbliche e private, non esprime più il consenso informato all’eutanasia abdicando da un ruolo delicatissimo ed importantissimo.

Assessore Marino, per queste motivazioni, le proposte sono per noi irricevibili. E La diffidiamo dal dichiarare che il percorso di riscrittura del Regolamento è stato un percorso condiviso con le associazioni di volontariato animalista.

E ci poniamo la domanda “cui prodest?”: a chi gioverebbero queste modifiche peggiorative del Regolamento Comunale e l’istituzione di un Garante che non garantirebbe alcunchè?

Sicuramente non gioverebbero agli animali ed ai cittadini della Capitale.

E riteniamo che l’azione prioritaria del suo Assessorato dovrebbe essere quantomeno incentrata in via prioritaria sull’applicazione del valido Regolamento Comunale  in vigore e del Programma Elettorale del Sindaco su tutela randagi, canili e botticelle – e contro le botticelle non a caso abbiamo in corso la raccolta firme per una Delibera di Iniziativa Popolare – programma invece finora ignorato dopo quasi due anni di mandato, nonostante sia stato presentato all’Assemblea Capitolina e votato ad inizio mandato.

Roma è stata un faro a livello nazionale per le scelte amministrative a tutela degli animali. Con l’istituzione del primo Ufficio Diritti Animali, retrocesso a Tutela e Benessere dalla precedente Giunta, e il varo di un Regolamento Comunale approvato all’unanimità nel 2005 dall’allora Consiglio Comunale.

Cestini queste due proposte e operiamo assieme per una efficace e concreta tutela degli animali nella Capitale!

Distinti saluti

Animalisti Italiani – AVA – ENPA – AVCPP – LAV – OIPA

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Ecco in specifico tutti i punti

SULLA PROPOSTA DI NUOVO REGOLAMENTO TUTELA ANIMALI

1) Le modifiche da Lei proposte vanno in direzione contraria al Testo-base fatto proprio dall’ANCI-Associazione Nazionale dei Comuni Italiani il 13 giugno 2013 e diffuso a tutte le Amministrazioni locali. Di più, il Testo-base ANCI si era ispirato a quello approvato all’unanimità e in vigore da otto anni a Roma, che invece ora sarebbe svuotato in alcuni punti fondamentali se approvato dall’Assemblea Capitolina

2) Le modifiche da Lei proposte non partono da una regola fondamentale di una buona Amministrazione: l’aver realizzato uno studio-terzo sui problemi d’applicazione riscontrati in questi otto anni di vita del Regolamento in vigore o l’aver effettuato valutazioni su interi articoli, uno per tutti quello che prevede la formazione della Polizia di Roma Capitale praticamente mai effettuata.

3) Nel merito dei nuovi articoli proposti:

a) all’articolo 1 comma 1 è stato eliminato il principio morale della necessità dell’intervento a tutela degli animali da parte di Roma Capitale “quale elemento fondamentale e indispensabile di una morale biocentrica” nonché “riconosce agli individui e alle specie animali non umane il diritto a un’esistenza compatibile con le proprie caratteristiche biologiche” e l’intero ex articolo 4 del Regolamento in vigore

b) all’articolo 2 comma 1 l’esercizio della tutela degli animali viene ristretta a solo quelli “d’affezione” escludendo i selvatici (ex articolo 3 comma 2);

c) l’articolo 3 comma 1, definizione di animale, e quindi l’applicazione del Regolamento, esclude quelli non in libertà  (ex articolo 5 comma 1). Quindi circhi, zoo, stabulari di sperimentazione, allevamenti a posta fissa. Da sostituire con “La definizione generica di animale, di cui al presente regolamento, si applica a tutte le specie di animali vertebrati e invertebrati, tenuti in qualsiasi modo e detenuti a qualsiasi titolo, e quindi anche in stato di libertà, semilibertà e non in libertà”

d) all’articolo 5 comma 6 ha tolto l’incentivazione con periodicità annuale delle campagna di sterilizzazione da parte dell’Ufficio comunale tutela animali

e) all’articolo 6 comma 22 è stata tolta la perifrasi “per evitare stress psico-fisico

f) all’articolo 6 comma 23 è stato tolto il divieto di detenzione e commercio di animali alloctoni

g) all’articolo 6 comma 27 è stato tolto il divieto di vendita e detenzione di collari a punte e collari elettrici

h) all’articolo 6 comma 29 è stato tolto il divieto di detenzione e vendita di colle per catturare mammiferi, rettili, anfibi e uccelli

i) è stato eliminato, articolo 15 comma 1, la precisazione del divieto di spettacoli e intrattenimenti pubblici e privati con utilizzo di animali: “Il divieto di cui sopra si applica a fiere, mostre di animali, esposizioni, concorsi, sagre, manifestazioni itineranti, spettacoli in strada ad eccezione di quelle senza fine di lucro autorizzate previo parere dell’Ufficio competente per la tutela degli animali. Non si applica alle gare ippiche svolte in luoghi autorizzati, purché non ledano la dignità degli animali in esse impiegati”

l) all’articolo 17 comma 1 – Fuga, cattura, uccisione di animali comma 1 inserire “Solo quando è minacciata la pubblica incolumità si dovrà procedere all’abbattimento dell’animale previo consenso informato espresso dall’Ufficio Tutela e Benessere degli Animali o, in subordine, dal Garante degli Animali di Roma Capitale acquisito parere tecnico di educatori cinofili riconosciuti” (ricordiamo che il proprietario degli animali vaganti sul territorio o reclusi nei canili pubblici o privati è il Sindaco della Capitale: è il Comune di Roma a dover esprimere il consenso informato, direttamente o delegando soggetti terzi come il Garante degli Animali di prossima istituzione. In nessun caso possono essere le ASL romane: significherebbe “abdicare” ad un compito delicato oltre che ad un tema sensibile).

m) all’articolo 17 comma 2 inserire “La soppressione degli animali, detenuti in canili o di proprietà è consentita, previo consenso informatoespresso dall’Ufficio Tutela e Benessere degli Animali o, in subordine,  dal Garante degli Animali di Roma Capitale  esclusivamente se gravemente malati e non più curabili o di comprovata pericolosità certificata da educatori cinofili riconosciuti, con attestazione del veterinario che la effettua con metodi eutanasici e con trasmissione del certificato di morte al Servizio Veterinario dell’Azienda Sanitaria Locale competente per territorio” (ricordiamo che il proprietario degli animali vaganti sul territorio o reclusi nei canili pubblici o privati è il Sindaco della Capitale: è il Comune di Roma a dover esprimere il consenso informato, direttamente o delegando soggetti terzi come il Garante degli Animali di prossima istituzione. In nessun caso possono essere le ASL romane: significherebbe “abdicare” ad un compito delicato oltre che ad un tema sensibile).

n) all’articolo 17 – Fuga, cattura, uccisione di animali comma 3 “La soppressione di cani e gatti ospitati presso l’ospedale sanitario, i canili rifugio capitolini o convenzionati con  Roma Capitale potrà avvenire, su proposta del Direttore Sanitario, soltanto se gravemente malati e non più curabili o di comprovata pericolosità certificata da educatori cinofili riconosciuti, previo consenso informato espresso dall’Ufficio Tutela e Benessere degli Animali o, in subordine, dal Garante degli Animali di Roma Capitale” togliere “acquisito il parere vincolante del Servizio Veterinario dell’Azienda Sanitaria Locale competente per territorio” (ricordiamo che il proprietario degli animali vaganti sul territorio o reclusi nei canili pubblici o privati è il Sindaco della Capitale: è il Comune di Roma a dover esprimere il consenso informato, direttamente o delegando soggetti terzi come il Garante degli Animali di prossima istituzione. In nessun caso possono essere le ASL romane: significherebbe “abdicare” ad un compito delicato oltre che ad un tema sensibile).

o) all’articolo 18 comma 2 “A condurre le attività dovranno essere persone che dimostrino di aver conseguito titolo di studio confacente allo scopo”: se anche le attività AAA e EAA, e non solo la Pet Therapy e le TAA, dovessero essere condotte esclusivamente da persone con titolo di studio confacente allo scopo, verrebbero meno esperienze fondamentali e portate avanti da quasi 20 anni nei canili comunali di Roma come la “messa alla prova” (art. 28 DPR 448/88) di concerto con l’Ufficio Servizio Sociale per Minori (un servizio del Centro per la Giustizia Minorile – CGM – regionale che fa riferimento all’Ufficio Centrale per la Giustizia Minorile – UCGM – del Ministero di Giustizia),  il sostegno a persone con disabilità fisica e psicologica di concerto con  i Dipartimenti di Salute Mentale, Case Famiglie, Cooperative Sociali, e Comunità Terapeutiche ed il Progetto Scuola in collaborazione con Istituti Scolastici romani.

p) all’articolo 19 comma 5 viene previsto che gli esercizi commerciali non debbano più osservare le dimensioni minime delle gabbie dei volatili e degli acquari come previsto dal Regolamento vigente ma si rimanda genericamente alla “normativa vigente”;

q) da rintrodurre l’Art. 24 comma 1 dell’attuale Regolamento “Nelle mense direttamente o indirettamente gestite dal Comune di Roma viene garantita a chiunque ne faccia espressa dichiarazione scritta la possibilità di optare per un menù vegetariano (nessun prodotto derivante dall’uccisione di animali, uova da allevamento all’aperto) oppure vegan (nessun prodotto di origine animale”

r) all’articolo 24 comma 1 “I cani di proprietà circolanti nelle pubbliche vie o in altri luoghi aperti frequentati dal pubblico, compresi parchi, giardini e aree cimiteriali  nonché nei luoghi condominiali comuni sono condotti con guinzaglio anche estensibile.  La museruola, rigida o morbida, va sempre portata con sé e applicata al cane in caso di rischio per l’incolumità di persone o animali solo in caso di richiesta motivata da parte delle Autorità competenti” (non prevedere questo emendamenti comporta un passo indietro significativo rispetto alla normativa attuale).

s) all’articolo 24 da rintrodurre la parte inerente agli esoneri temporanei concessi per l’obbligo della museruola per i cani con particolari condizioni anatomiche, fisiologiche o patologiche…. Si tratta del comma 4 dell’articolo 29 “Temporanei esoneri possono essere concessi all’obbligo della museruola per i cani con particolari condizioni anatomiche, fisiologiche o patologiche, su certificazione veterinaria che indichi il periodo di tale esenzione e che sarà esibita a richiesta degli Organi di controllo. Tali cani sono comunque condotti sotto la responsabilità del proprietario e del detentore che adotterà gli accorgimenti necessari”

t) all’articolo 26 è stata abolita la figura del “cane libero accudito” e la relativa responsabilità del Comune sul cane stesso. E’ da rintrodurre tutto l’attuale art. 33 del Regolamento attualmente in vigore:

“Art. 33 – Cani liberi accuditi

1. Quale strumento alternativo per la lotta al fenomeno del randagismo e per evitare la reclusione a vita nei canili, ai sensi della normativa regionale che prevede la figura del cane di quartiere e della Circolare del Ministro della Sanità 14 Maggio 2001 n. 5, il Comune di Roma riconosce e promuove la figura del cane libero accudito. 2. Le associazioni animaliste, o i privati cittadini che abitualmente si prendono cura dei cani che vorrebbero far riconoscere come cani liberi accuditi, propongono all’Ufficio competente per la tutela degli animali ed al Servizio veterinario della Azienda USL territorialmente competente per i parere tecnico il riconoscimento dei singoli cani, dei quali assumono l’onere della gestione volto a garantire all’animale i parametri minimi di sostentamento dei cani.

3. I cani liberi accuditi devono essere vaccinati e sterilizzati gratuitamente dal Servizio veterinario della Azienda USL territorialmente competente, o da un medico veterinario libero professionista convenzionato con il Servizio Veterinario della Azienda USL territorialmente competente o da un medico veterinario indicato dalle associazioni di volontariato animalista e per la protezione degli animali regolarmente iscritte all’Albo regionale.

4. I cani liberi accuditi, dopo vaccinazioni e sterilizzazioni, devono essere iscritti all’anagrafe canina, muniti di microchip a nome dell’associazione animalista di riferimento o del privato cittadino o del competente Ufficio comunale per la tutela degli animali e portare una medaglietta ben visibile dove devono essere indicati chiaramente la dicitura “cane libero accudito”, recapito telefonico e dati del privato cittadino che abitualmente si prende cura dell’animale.

5. I cani liberi accuditi sono reimmessi sul territorio e sono seguiti a titolo gratuito, per quanto di competenza, dal Servizio Veterinario Azienda USL competente per territorio, o da un medico veterinario libero professionista convenzionato con il Servizio Veterinario della Azienda USL territorialmente competente o da un medico veterinario indicato dalle associazioni di volontariato animalista e per la protezione degli animali regolarmente iscritte all’Albo regionale e dall’Ufficio comunale competente per la tutela degli animali”.

Le associazioni animaliste ritengono una grave sconfitta un ripensamento sulla figura dei CLA, figura istituzionalizzata a Roma così come in quasi tutte le regioni italiane. La figura dei CLA è prevista da alcune leggi regionali di attuazione della Legge Quadro n. 281/91 e dalla Circolare n. 5 del 14 maggio 2001 del Ministero della Sanità e viene istituita dal Sindaco, primo responsabile del benessere di tutti gli animali presenti sul territorio comunale (art.3 Dpr 31 marzo ’79).

u) all’articolo 29 è stata tolta la possibilità di adozioni e affidi temporanei di cani e gatti da parte delle associazioni (ex articolo 36 comma 1) che quindi vengono ristretti ai soli ambiti di canili pubblici o convenzionati o rifugi

v) all’articolo 32 comma 1, togliendo “anche” si vincolano gli interventi di sterilizzazione dei gatti (a cui sono obbligate le Asl veterinarie per norma di rango superiore) all’attivazione delle gattare e delle associazioni

z) all’articolo 34 comma 3 occorre togliere la perifrasi “su parere favorevole” e lasciare la precedente indicazione in collaborazione presente nell’ex articolo 41 comma 3

a 1) all’articolo 35 comma 2 togliere tutto l’inciso “di alimentare gli animali in prossimità degli accessi agli edifici pubblici e privati” in quanto troppo vincolante e restringente dell’attività delle “gattare”

b 1) all’articolo 36, sui cavalli, è stato tolto il divieto di macellazione degli stessi (ex articolo 43 comma 2) da parte di privati sul territorio comunale

c 1) agli articoli 37, 38 e 39 (botticelle) sono stati eliminati i divieti di esercizio dalle ore 13:00 alle ore 17:00 nel periodo estivo (manca infatti l’ex comma 3 dell’articolo 46) e  di portare clienti a cassetta (ex articolo 46 comm 2).

d 1) all’articolo 43 comma 1 d) va introdotta la precisazione “i crostacei vivi su ghiaccio, ghiaccio secco o su qualunque altro materiale che provochi ustioni e comunque dolore agli animali”

e 1) relativamente all’avifauna è stato tolto il via libera alla detenzione di specie “da compagnia” come galline o anatre con esclusione della macellazione (ex articolo 48 comma 5)

f 1) all’articolo 45 comma 2 (fauna selvatica) viene inserita la definizione di specie “moleste” – una definizione illegittima

g 1) viene inserito l’art. 48 con la definizione di “fauna critica”, definizione illegittima

h 1) all’articolo 50 è stato eliminato il divieto di vendita o cessione di animali esotici

i 1) all’articolo 53 viene istituita la “Commissione consultiva per la tutela e il benessere degli animali di Roma Capitale” con lo scopo di avere “rapporti stabili con le Associazioni Animaliste”. Tra i componenti previsti ci sono ben 5 veterinari Asl e uno in rappresentanza di ciascuna delle Associazioni animaliste tramutandola in una ingestibile Assemblea. La Commissione ha inoltre solo “compiti propositivi verso il Sindaco” ma alcuno di consultazione su Atti di Roma Capitale e delle strutture come canili pubblici, privati e Bioparco.

I 1) all’articolo 54 – Sanzioni, una serie di previsioni avevano un minimo di 200 euro per i contravventori e tale cifra è stata abbassata a 150 euro.

m 1) all’articolo 55 – Vigilanza, comma 3 è stato precisato “Le Guardie Zoofile delle Associazioni di Volontariato  che operano in convenzione con Roma Capitale saranno coordinate, per l’impiego sul territorio, dal Comando Generale della Polizia Locale di Roma Capitale” il che crea unainsopportabile discriminazione tra Guardie Zoofile che operano in convenzione e Guardie Zoofile che non godono di alcuna convenzione ed unainaccettabile subordinazione funzionale al Comando Generale della Polizia Locale di Roma Capitale

Sono stati inoltre cassati i commi dell’attuale regolamento che impongono la creazione della “Sala Operativa” (ex articolo 57 comma 4) per il monitoraggio del territorio.

SULLA PROPOSTA DI DELIBERA DI ISTITUZIONE DEL GARANTE DEGLI ANIMALI

La proposta è frutto di una copiatura in alcuni casi sgrammaticata e addirittura peggiorativa di analoghi atti dei Comuni di Milano e Napoli (e il Garante non avrebbe, anche a Roma, alcun potere reale e innovativo) ma con alcune differenze.

Non può verificare direttamente le condizioni degli animali nel Bioparco e nelle strutture comunali e di private di accoglienza, non ha potere d’inchiesta, non ha parere su Atti dell’Amministrazione che hanno a che fare con gli animali. Non ha potere di applicazione del regolamento comunale tutela animali.  Stende solo “Linee guida” di alcun effetto pratico.

Il Garante deve riferire al Sindaco, alla Giunta, al Consiglio Comunale. Ma non ha alcun rapporto con l’attuale Ufficio capitolino Tutela e Benessere Animale.

Deve fungere da raccordo con le Associazioni Animaliste ma solo quelle che “presentino istanze di maltrattamento contro allevamenti, stabulari e stabilimenti utilizzatori” per la vivisezione.

Non è specificato di quante persone d’ufficio si potrebbe avvalere né del budget a disposizione. Visto che le poche cose che dovrebbe fare sono legate alla “promozione del rispetto degli animali” non si capisce con quali strumenti e quale bilancio lo potrà effettivamente fare.

In sostanza si tratta, con questa proposta, dell’istituzione di una “foglia di fico” con un nome altisonante ma senza alcun potere effettivo di garanzia per gli animali.

 




No alle “zone rosse” è ottima notizia per le città

Roma non avrà le “zone-rosse”, non ci saranno enclavi in cui la prostituzione sarà “tollerata, un decisione presa dalla Giunta capitolina che ha scelto, su tutta la città, di mettere in campo una strategia che combatta lo sfruttamento e la tratta e tuteli la salute delle donne e ne favorisca l’emancipazione. – Lo dichiara Emanuela Mino, Presidente del Consiglio del Municipio XI.

E’ in questo contesto che nasce la decisione della Giunta capitolina di sostenere il progetto “Roxanne”, definanziato dalla Giunta Alemanno, che ha lo scopo di realizzare attività di prevenzione e consulenza per tutti i soggetti presenti su strada (donne, uomini, trans), di sostegno e reinserimento per le vittime della tratta e contro il racket. Questa decisione è un segnale chiaro che riporta il dibattito da una questione di mero decoro, sicurezza ed ordine pubblico a quella più pertinente che vede la prostituzione, il suo sfruttamento e la tratta che innesca, come forma di violenza contro le donne, da combattere con l’ausilio di interventi sociali e culturali efficaci che permettano, a chi è vittima, di poter essere recuperata e reinserita.

Un passo importante compiuto grazie all’Assessora ai Servizi Sociali Francesca Danese che ha pianificato una strategia di intervento che prevede una serie di strumenti: vie di fuga e appartamenti protetti, sinergia con le forze dell’ordine e le ASL per una mediazione sociale e sanitaria e l’apertura di un tavolo permanente con Questura e Municipi sulla questione della tratta e con l’obiettivo di spezzare le gambe alla criminalità organizzata.

Al Presidente del Municipio IX Santoro, va comunque la mia vicinanza perché conosco da vicino quanto sia difficile per un ente di prossimità di dover farsi carico di problemi che hanno bisogno di ben altri strumenti per esser risolti che quelli a disposizione di un Municipio.

La sua iniziativa, che anche con la Commissione per le Pari Opportunità del Municipio XI avevo già criticato aderendo alla lettera aperta al Sindaco Marino inviata dall’Associazione “Rising – Parita’ di genere”, ha avuto però il merito di far crescere la consapevolezza e porre a livello cittadino e nazionale un tema che andava affrontato e nei confronti del quale non si poteva più guardare dall’altra parte e, ancora una volta, l’Amministrazione capitolina ha risposto nella maniera migliore.




INVITO > APPasseggio, appuntamenti del weekend

appasseggio

Cari Gowalkers,

ben ritrovati al nostro appuntamento e benvenuti ai nuovi iscritti.

Come sempre, invitiamo a leggere alcune raccomandazioni destinate a chi cammina con noi:
http://www.appasseggio.it/index.php?it/222/raccomandazioni-per-i-gowalkers

Di seguito il programma per il fine settimana:

Roma, sabato 24 gennaio 2015, dalle 10,00 alle 13,00
Gli strati di Trastevere…
Accompagna: Chiara Morabito

Un titolo che è quasi uno scioglilingua, difficilmente è possibile imbattersi in secoli e secoli di storia tanto affastellati uno sopra l’altro, uno accanto all’altro, eppure a Trastevere è proprio così: dal sacello della Bona Dea alla cella in cui dimorò San Francesco durante i suoi soggiorni romani, dal palazzo quattrocentesco del ricco genovese Meliaduce Cicala ai divertenti “carciofi rinascimentali” della chiesa di Santa Maria dell’Orto, dal settecentesco ingresso monumentale della basilica di Santa Cecilia progettato da Ferdinando Fuga ai nuovi assetti urbanistici di metà ‘800 del “Quartiere Mastai”, per terminare con l’architettura razionalista del Ventennio di Luigi W. Moretti… In tre ore di passeggiata vi proponiamo un percorso inedito nell’archeologia, nella storia e nell’arte.

Punto d’incontro: Largo Ascianghi (accanto all’ingresso del cinema Nuovo Sacher)
Coordinate: 41.884606, 12.472159
Lunghezza: circa 3 km
Info: 339-3585839
Max 20 persone
Costo: offerta libera

CEDOLA DI PRENOTAZIONE: http://www.appasseggio.it/index.php?it/223/modulo-online-per-la-prenotazione-della-passeggiata-strati-di-trastevere


Domenica 25 gennaio 2015,  dalle 9,30 alle 13,00
Eco-trekking archeologico: Il Parco della Caffarella
Accompagnano: Priscilla Polidori e Marianna Di Santo

Passeggiata naturalistico-archeologica nella valle alluvionale della Caffarella, con ambienti di grande interesse naturalistico: dalla vegetazione spontanea idrofila, alle cannucce di palude, ai prati naturali, ai boschetti di querce. Qui nel II secolo d.C. Erode Attico fece costruire la sua splendida villa, qui si trovavano il Tempio di Cerere e Faustina e il Ninfeo di Egeria.

Punto d’incontro: Largo Pietro Tacchi Venturi, all’ingresso del parco
Coordinate: 41.867269, 12.525675
N. max partecipanti: 40
Info: 3393585839
Costo: gratuito

CEDOLA DI PRENOTAZIONE: http://www.appasseggio.it/index.php?it/237/modulo-ecologicamente-25-gennaio-2015


Roma, domenica 25 gennaio 2015, dalle 11,00 alle 12,00
APPasseggio con bambini e ragazzi nella Roma sotterranea
Il lago sotto il Palazzo della Cancelleria
Accompagna: Carlo Pavia

Dal momento in cui sono stati costruiti i muraglioni del Tevere, il livello delle acque che scendevano dai colli verso il fiume si è alzato notevolmente fino a coprire i resti di numerosi monumenti romani. Durante il percorso sotterraneo, oltre a vedere un tratto del famoso lago, si ammireranno le strutture di un sepolcro (di Aulo Irzio), di una casa imperiale, di una chiesa paleocristiana e suggestivi reperti archeologici. L’archeologo Carlo Pavia illustrerà questa meraviglia della Roma sotterranea in un linguaggio adatto a bambini e ragazzi. E’ obbligatoria la presenza di almeno un parente. Si raccomanda di portare un caschetto (anche da bicicletta) per ogni bambino.

Punto di partenza: Piazza della Cancelleria, Ingresso Palazzo della Cancelleria
Coordinate: 41.896472, 12.471986
Info: 339-3585839
Costo: offerta libera

CEDOLA DI PRENOTAZIONE: http://www.appasseggio.it/index.php?it/232/modulo-prenotazione-visita-lago-palazzo-cancelleria

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Altre informazioni

Confermiamo la notizia data nelle newsletter precedenti sull’inizio, a partire da lunedì 26 gennaio 2015, presso la sede di Monteverde Living Lab in via Busiri Vici 10, dei gruppi di conversazione libera in inglese e francese per chi intendesse migliorare divertendosi il proprio inglese e/o francese.

Abbiamo ancora dei posti disponibili, per chi fosse interessato a partecipare è necessario prenotarsi al link seguente:
http://www.monteverdelivinglab.it/index.php?it/91/archivio-eventi/62/gruppi-di-conversazione-libera-in-inglese-e-francese

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Per chi ha partecipato al walkshop “Il Verde di Garbatella” si segnalano questi link di approfondimento:

The Power of Community: How Cuba Survived Peak Oil:
https://www.youtube.com/watch?v=UUWces5TkCA&list=PLpefKb28OUa5rZHuVqTYrYScQcbuZ-FUo

Sui tetti verdi: http://en.wikipedia.org/wiki/Green_roof

– Elaborazione dati del sensore MIVIS per l’individuazione di elementi e materiali da costruzione e analisi del comportamento termico, in aree campione, preventivamente selezionate nell’area metropolitana di Roma (molto tecnico) http://www.enea.it/it/Ricerca_sviluppo/documenti/ricerca-di-sistema-elettrico/risparmio-energia-settore-civile/rds-144.pdf

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GoTellGo è tra i promotori di S.P.O.T, “Scuola POpolare di Tor Pignattara, Conoscenza, formazione, promozione, partecipazione e progettualià“. progetto didattico e formativo,che nasce con l’obiettivo di farsi promotori, come comunità cittadina, di una diversa forma di comunicazione del sapere e della conoscenza, che consenta uno scambio reciproco fra ricerca e cittadinanza locale – secondo il principio della partecipazione attiva della società civile – per proporsi come ideatori e moltiplicatori di attività culturali dentro e per il territorio.
Il 21 gennaio 2015 alle ore 18.00, presso l’Aula Consiliare di Piazza della Marranella,nell’ambito degli eventi di #tuttoatorpigna, S.P.O.T., ideato dalla ricercatrice e storica nonché nostra GoTellerStefania Ficacci, verrà ufficialmente presentato.
http://ilovetorpigna.it/2015/01/16/nasce-la-scuola-popolare-di-tor-pignattara/

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