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[caption id="attachment_39310" align="alignleft" width="800"] Foto Informat[/caption] Domenica 23 agosto gli scout dell'Agesci di Roma 118, insieme a Libera, hanno partecipato in divisa alla Messa nella loro parrocchia, la chiesa Don Bosco, la stessa dove pochi giorni fa si è celebrato il funerale di un esponente della famiglia Casamonica, con pioggia di
Domenica 23 agosto gli scout dell’Agesci di Roma 118, insieme a Libera, hanno partecipato in divisa alla Messa nella loro parrocchia, la chiesa Don Bosco, la stessa dove pochi giorni fa si è celebrato il funerale di un esponente della famiglia Casamonica, con pioggia di petali di rosa dal cielo e colonna sonora del film “Il Padrino” suonata in piazza dalla banda. Più che un funerale, una manifestazione di orgoglio mafioso, in un momento in cui Roma e le sue istituzioni traballano per le inchieste di Mafia Capitale. E mentre si moltiplicano le dichiarazioni sdegnate – ma chi sono e cosa fanno i Casamonica si sa da tempo – e si palleggiano le responsabilità, gli scout e i ragazzi di Libera hanno voluto dare subito un segnale, riprendendosi la “loro” chiesa, per cancellare, con la loro presenza e la loro testimonianza, l’eco di quel circo agghiacciante che non avremmo mai pensato di vedere nella capitale d’Italia. Pubblichiamo il comunicato del gruppo Agesci Roma 118, con alcune riflessioni su quanto è accaduto e una selezione di materiali giornalistici per ricostruire i tanti aspetti della vicenda. Vicenda che, per noi di Spiazziamoli, aggiunge un ulteriore motivo per rinnovare il nostro impegno contro tutte le mafie a Roma.
Quello che si è tenuto giovedì scorso al quartiere Tuscolano di Roma è uno spettacolo inusuale nella Capitale, ma non in altre parti d’Italia, dove lo sfarzo kitsch del rituale funebre per dare un segnale di potenza del “clan” a cui appartiene il defunto va in scena da sempre. In questo caso un segnale doppiamente inquietante, proprio perchè per la prima volta avviene a Roma una esibizione esplicita, da parte di una famiglia nota per il traffico di droga e varie attività criminali (1), che smentisce definitivamente le teorie di chi sostiene che nella Capitale la mafia non esiste (tra cui l’ex Prefetto Pecoraro (2). E dopo un fatto del genere, nessuno può più girarsi dall’altra parte. Le istituzioni devono accertare le responsabilità e fare chiarezza fino in fondo davanti ai cittadini su come è stato possibile che un elicottero abbia sorvolato il cielo romano senza autorizzazione, che dei vigili urbani non abbiamo verificato i permessi e fermato una manifestazione che ha bloccato un’intera piazza (3) e che la pubblica sicurezza locale non abbia segnalato quello che stava per avvenire (polizia e carabinieri sono dislocati sul territorio non solo per intervenire ma anche per prevenire). Quanto al sacerdote, la questione riguarda la Chiesa e i suoi fedeli, ma è poco credibile che tutto ciò sia avvenuto “a sua insaputa”, dato che qualcuno avrà pure dato le chiavi ai parenti per attaccare i giganteschi striscioni con il defunto sulla facciata della chiesa. Confidiamo che i chiarimenti sulle responsabilità istituzionali vengano forniti dal Prefetto Gabrielli non solo al ministro dell’ Interno Angelino Alfano (una relazione è stata consegnata oggi) ma anche ai cittadini, così come le risultanze della riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica dedicato alla vicenda, convocata domani lunedì 24 agosto (4). Ma non possiamo più girarci dall’altra parte neppure noi cittadini. Senza una reazione forte della società civile, un impegno quotidiano nelle comunità, una vigilanza nei territori, il rischio della definitiva vittoria della legge del più forte è molto concreto. E troppi di quelli che adesso gridano allo scandalo usano una circostanza così allarmante solo per i propri interessi politici, per assegnare colpe ai propri avversari o ai propri concorrenti interni, puntando sul “tanto peggio, tanto meglio” (5). Per uscire dal pantano in cui la nostra città sembra sprofondare sempre di più servono trasparenza e verità. E impegno. La Mafia si combatte con i cittadini. E anche con gli scout.
Comunicato diffuso dalla Comunità Capi del Gruppo Agesci Roma 118, che condividiamo.
La Comunità Capi del gruppo AGESCI RM118 sente la necessità, in quanto comunità di educatori e di cattolici, di prendere le distanze da quanto accaduto ieri sul sagrato della basilica di San Giovanni Bosco, sede del gruppo, che è stato la celebrazione di uno stile di vita che rifiutiamo categoricamente.
Siamo soci adulti di una delle Associazioni fondatrici di “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, e già da tempo come Gruppo abbiamo, con diversi strumenti, rinnovato il nostro impegno nell’educare i nostri ragazzi alla legalità e alla buona cittadinanza.
Dall’anno 2000 prestiamo il nostro servizio accettando le sfide educative che questo territorio difficile, pieno di contraddizioni e di rischi, spesso ci impone; ciò è stato fatto con il sostegno delle famiglie, che ci hanno affidato i loro ragazzi proprio con lo scopo di renderli buoni cittadini e buoni cristiani, come auspicato dal nostro fondatore Baden Powell e dallo stesso Don Bosco.
Non possiamo che ribadire, prima di tutto a loro e poi a tutti coloro che ci sono intorno, il nostro sostegno a chi lotta contro le mafie e contro una mentalità mafiosa ed omertosa.
Per questo domenica 23 agosto alle 11 saremo a Messa in basilica in uniforme, ed invitiamo ad essere presenti tutti coloro, scout e non, che vogliono dare un segnale forte di presenza e di presidio, per dire a voce alta che questo territorio è nostro, e che nessuna carrozza e nessun elicottero ci faranno venir meno dall’impegno di educare i ragazzi ai valori associativi.
La Comunità Capi del RM118
(1) Si veda l’articolo di Cinquequotidiano del e le inchieste di
(2)Il tempo 01/08/2013 06:03 Pecoraro: non esiste la mafia di Roma
(3) Due anni fa come Carteinregola abbiamo partecipato a un’iniziativa/conferenza stampa di Mobilitiamoci in Piazzale Flaminio per presentare un documento sulla mobilità. Eravamo una ventina di persone, che non davano fastidio a nessuno, non occupavano suolo pubblico, non ostacolavano il traffico. Ma sono subito arrivati due solerti vigili che hanno interrotto il discorso dell’oratore per controllare che avessimo tutte le autorizzazioni necessarie – che avevamo. Un controllo minuzioso durato almeno un quarto d’ora, documenti e tutto. C’è da chiedersi se i vigili urbani abbiano applicato lo stesso rigore per il funerale Casamonica. Perchè delle due l’una: o i Casamonica avevano i permessi, e allora sarebbe interessante sapere chi ha autorizzato i vigili urbani – stipendiati dai cittadini per lavorare per la collettività – a svolgere un servizio privato, o i permessi non c’erano, e allora i vigili presenti avrebbero dovuto intervenire per bloccare la manifestazione.
(4) Promemoria da Roma Pulita! a proposito delle “parole in libertà” che circolano sul web sulle responsabilità della celebrazione della cerimonia funebre: 1) il permesso di sorvolo degli elicotteri non lo concede il Comune; 2) della pubblica sicurezza non si occupano il sindaco e il Comune ma il Prefetto e il Questore; 3) Autorizzare o meno il funerale in una chiesa cattolica, compete esclusivamente alle istituzioni religiose. Aggiungiamo: concedere il permesso a un figlio sottoposto a misure cautelari di presenziare al funerale del padre non vuol dire essere a conoscenza della manifestazione pubblica organizzata per l’occasione.
MATERIALI
Repubblica video Il funerale di Vittorio Casamonica: le note del Padrino e un tiro a sei cavalli
Petali di rose da un elicottero e carrozza nera con fregi in oro hanno accompagnato il membro del clan nell’ultimo viaggio di Vittorio Casamonica. Numerose auto cariche di corone di fiori hanno preceduto la carrozza funebre, tirata da sei cavalli neri. All’entrata della bara nella chiesa di Don Bosco, nel quartiere Tuscolano, una banda ha suonato il tema del “Padrino”. All’uscita del feretro, tra gli applausi, hanno risuonato le note di altri film (“2001: Odissea nello spazio”, “Laguna blu”) e “My way”. In molti hanno sostenuto la bara, alzandola al cielo. Alcuni striscioni sono stati affissi alla chiesa. Uno riportava la scritta: “Vittorio hai conquistato Roma, ora conquisterai il paradiso”. Al termine del funerale, da un elicottero sono stati liberati petali di rose rosse sulla folla
Casamonica, Don Ciotti: “Atto di arroganza, mafia e Vangelo incompatibili”
“La Chiesa deve riflettere perché questi personaggi la stanno usando”. Don Ciotti, presidente dell’associazione Libera, commenta lo sfarzo dei funerali di Vittorio Casamonica, capo del clan romano, ricordando le parole di papa Francesco sull’incompatibilità tra chi compie atti violenti e il Vangelo. E ricorda i funerali di Piergiorgio Welby Intervista di Claudia Accogli
Il fatto quotidiano 20 agosto 2015 Casamonica, parroco e Curia non si sono accorti di nulla. Smentiti da Mina Welby: “Manifesti del ‘Re di Roma’ c’erano già prima del funerale” “Ero passata proprio oggi davanti alla chiesa e avevo visto quei cartelli, con un signore definito Re di Roma: sembrava il Papa, con quel vestito bianco. Non avevo capito che si trattasse di Casamonica, altrimenti mi sarei irritata”, dice la moglie di Piergiorgio, cui la stessa chiesa fu negata dopo l’eutanasia. Un racconto che smentisce la versione del parroco: “I manifesti li ho intravisti alla fine e poco dopo, quando il feretro ha lasciato il piazzale”
Affari italiani Venerdì, 21 agosto 2015 -La banda suona per i Casamonica. Un Carabiniere dirige il ‘padrino’A suonare al funerale del capo di uno dei clan malavitosi più importanti del Lazio musicisti diretti da un maestro arruolato sin dal 1979 nell’Arma dei Carabinieri
Video Repubblica: Casamonica: i simboli dello sfarzo del clan Arredamenti in stile barocco, statue ricoperte d’oro e ville di lusso del valore di milioni di euro. Sono i beni appartenuti ai Casamonica e sequestrati nel corso di questi ultimi anni dalle forze dell’Ordine
Ignazio Marino La mafia a Roma esiste, come in Italia e in molti altri Paesi. http://www.ignaziomarino.it/mafia-a-roma-ora-meno-soli-in-questa-battaglia/
Repubblica 22 agosto 2015 Una parrocchia da commissariare di Roberto Saviano