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[caption id="attachment_39212" align="alignleft" width="800"] Slide della presentazione del primo blocco di interventi per il Giubileo, 12 agosto 2015[/caption] Il Giubileo straordinario che comincerà il prossimo 8 dicembre e che continuerà fino al 20 novembre 2016, porterà nella Capitale un numero di turisti e pellegrini che il Censis stima in 33 milioni
Il Giubileo straordinario che comincerà il prossimo 8 dicembre e che continuerà fino al 20 novembre 2016, porterà nella Capitale un numero di turisti e pellegrini che il Censis stima in 33 milioni (1). La Giunta Capitolina ha approvato il 6 agosto scorso una Delibera con un piano per il primo lotto di interventi (2), per i quali richiede il ripristino dei poteri straordinari del Sindaco, per poter far partire i cantieri a pochi mesi dall’apertura della Porta Santa. Il Piano degli interventi con annessi poteri di ordinanza del Sindaco avrebbe dovuto essere approvato dal Consiglio dei ministri ai primi di agosto, ma poi è stato fatto inspiegabilmente slittare dal Governo al 27, data che appare sempre più “fuori tempo massimo” per poter affrontare l’evento con la necessaria tempestività. La lista contiene circa 130 interventi, per i trasporti e la viabilità ma anche per il decoro e il verde pubblico. E sono stati inseriti anche alcuni interventi nelle periferie, che nelle intenzioni della Giunta dovrebbero essere interessate da un “lascito duraturo, con opere devono risolvere questioni di vivibilità anche quotidiana dei residenti”. Pubblichiamo e commentiamo la Delibera, considerando che ci sono molti punti da approfondire: chi sosterrà i costi delle opere giubilari, quali saranno le conseguenze dei riesumati “poteri speciali” del Sindaco, quale trasparenza sarà garantita rispetto alle scelte e all’affidamento dei lavori e alle deroghe alle normative e, soprattutto, se il Giubileo sarà davvero un’occasione per “Roma che è tutta Roma”, realizzando, come annunciato dalla Giunta, anche interventi nelle periferie, con un “lascito duraturo di opere che devono risolvere questioni di vivibilità anche quotidiana dei residenti”.
La lista dei primi interventi approvati dalla Giunta capitolina
Il Piano con i primi 131 interventi approvato dalla Giunta il 6 agosto scorso sembra dettato da un notevole realismo, sia per quanto riguarda le possibilità oggettive – tempi e fondi disponibili – sia per quanto riguarda le condizioni in cui versa la Capitale da un bel po’. E si può rilevare una certa coerenza con quanto promesso da tempo, a partire dalla campagna elettorale del Sindaco Marino. Piste ciclabili, percorsi pedonali, riparazione delle strade, adeguamento delle stazioni ferroviarie, organizzazioni di spazi pubblici nei pressi delle parrocchie soprattutto periferiche, che poi dovrebbero restare piazze al servizio delle comunità dei quartieri anche dopo il Giubileo (2). Nessuna opera faraonica, la sobrietà del Giubileo di Papa Francesco si trasmette anche ai progetti per la città. E la giusta diffidenza dei cittadini, dopo i risultati dei “grandi eventi” precedenti, dovrebbe essere mitigata dal fatto che i fondi limitati dovrebbero lasciare ben pochi margini a speculazioni e sprechi. Istruttivo in questo senso il paragone con il Giubileo del 2000, previsto da secoli e partito con buon anticipo, sei anni prima, nel 1994. Ecco quello che la Giunta Rutelli aveva “pro-messo” in cantiere: 400 nuovi chilometri di binari ferroviari, sette linee metropolitane, il sottopasso di Castel Sant’Angelo, la ricopertura della via Olimpica nel tratto relativo a Villa Doria Pamphilj, la chiusura e riconversione del carcere di Regina Coeli e la depurazione delle acque dei bacini del Tevere (3). Nel 1996 Rutelli dichiarava che Roma avrebbe dovuto realizzare un piano da circa 17 mila miliardi [di lire] con investimenti pubblici e privati e il parlamento varò delle leggi (la n. 651 del 1996 e la n. 270 del 1997) con cui destinava fino a 6 mila miliardi di lire per valorizzare l’evento (3). Le cose poi andarono diversamente e si realizzò solo una piccola parte delle previsioni (4), anche perchè negli anni successivi il governo aveva mano mano definanziato il piano del Giubileo per interventi corrispondenti a circa 2 mila miliardi di lire (5). In alcuni casi i lavori furono fatti sforando budget e tempi. La Corte dei conti parlò di costi lievitati e «ritardi notevoli e mancanza di certezza e di continuità nel tempo delle risorse per farvi fronte, con finanziamenti che, sommersi in alcuni esercizi, affioravano poi in altri» (6). In ogni caso appare evidente che l’attuale amministrazione capitolina ha a disposizione tempi e risorse infinitamente inferiori, a fronte di un numero uguale o superiore di presenze attese in città, e con una Capitale allo stremo per risorse, mezzi, personale e gestione amministrativa, a prescindere dal Giubileo. E di quei 131 interventi iniziali finora i soldi su cui – ad oggi – si può contare sono sufficienti solo per 28 opere pubbliche (7), che hanno già risorse già individuate – 28,6 milioni – e un progetto definitivo (8).
Giubileo straordinario e fondi ordinari?
Scrive sul Corriere Fallai qualche giorno fa “Roma è la Capitale di uno Stato che non la riconosce come tale. Altrimenti sarebbe difficile spiegare come mai dalle casse centrali arrivino in città 131 euro pro capite, mentre la media dei trasferimenti nazionali è di 151. In compenso il contributo dei romani al Fondo perequativo nazionale, uno strumento che dovrebbe compensare eventuali squilibri tra le entrate tributarie, è di 369 euro a testa, a Milano sono 210“. Quanto al finanziamento approvato pochi mesi fa “che dovrebbe coprire gli «extracosti», cioè le spese in più che la città sostiene per il fatto di essere la Capitale” è di soli 110 milioni di euro: “per capire la miseria di questa cifra, basta ricordare che per gli stessi motivi Parigi riceve oltre un miliardo di euro. Londra più del doppio. Berlino è stata sostenuta dal governo tedesco nel 2013 con 3,3 miliardi. Forse non sono cifre che l’Italia si può permettere. O forse c’è da chiedersi se il nostro paese può permettersi di trattare la sua città più importante come se fosse un qualsiasi capoluogo di provincia” (9).
Se pensiamo che il Giubileo è – di fatto – un’iniziativa di uno Stato straniero, il Vaticano, seppure geograficamente situato all’interno della Capitale, non si capisce perchè il “mantra del governo è “nessuna risorsa dello Stato andrà a Roma per l’Anno Santo”. Tradotto, significa che la città dovrà contare sui propri soldi” (10). S0ldi che a oggi restano piuttosto incerti, sia rispetto alla consistenza che alla provenienza: si parla di 400 milioni spalmati su due anni, quindi per ora 200 milioni per il primo, che però “cash” si riducono a soli 50 milioni (11). Che non verrebbero erogati dallo Stato, ma saranno anticipati dal mutuo di Cassa Depositi e Prestiti sul gettito che arriva dalle tasse pagate dai romani (8) a cui si aggiunge una quota dei 125 milioni che il Comune di Roma, con decisione dell’aprile scorso, ha già destinato a investimenti (8). Quindi i costi del Giubileo ricadrebbero ancora una volta sui cittadini romani, che li pagheranno in veste di contribuenti ma probabilmente anche con un ridimensionamento di altri servizi, i cui fondi saranno stornati a favore degli interventi per i pellegrini.
Giubileo straordinario e poteri straordinari
E se il fronte delle risorse economiche è decisamente preoccupante, quello dei tempi non lo è di meno. Il ricorso a procedure accelerate che non rispettano le normative europee del Codice dei contratti (Dlgs 163/06) sembra inevitabile, così come il restringimento dei tempi per le conferenze dei servizi con tutti gli uffici interessati, indette per l’approvazione dei progetti. Infatti nel lungo elenco degli interventi della Delibera n.274, i poteri straordinari di “deroga alle normative di riferimento” riguardano essenzialmente la possibilità di operare in “tempi dimezzati”. Per l’affidamento dei lavori si chiede la deroga ad alcuni articoli del Codice dei contratti, specificando “fermo restando i principi di cui all’art. 70 comma 1 del Dlgs 163/06 (12) nonchè dei principi di imparzialità, parità di trattamento, trasparenza e proporzionalità“. Intenzione che ci sembra doverosa, soprattutto dopo l’esplosione del verminaio di Mafia Capitale, ma nello stesso tempo assai difficoltosa. Tutti i lavori saranno affidati con procedura negoziata, al massimo ribasso, facendo ricorso alle imprese iscritte all’albo fornitori di Roma tramite un sistema automatico (Siproneg, Sistema informativo procedure negoziate (13)) che assicura una rotazione delle circa 900 imprese iscritte (ovviamente se in possesso delle qualifiche richieste dall’appalto). Un sistema approvato anche dall’Anac (Autorità Anti Corruzione)(8), che secondo il Comune dovrebbe essere ulteriormente garantito da controlli a sorpresa dei lavori in corso d’opera, affidati ad una task force dedicata (14). Per le conferenze dei servizi invece si deroga alla legge 241/1990 (15) dimezzando i tempi della convocazione e della resa dei pareri. In questo caso c’è da augurarsi che sussistano i tempi tecnici per svolgere scrupolosamente tutti gli accertamenti necessari, e che gli uffici e i funzionari coinvolti abbiano un sufficiente senso di responsabilità per rispettare le scadenze per l’espressione dei pareri, per evitare il ricorso allo sciagurato “silenzio/assenso”.
Ma vogliamo ribadire che noi di Carteinregola siamo contrari “a prescindere” al ricorso a poteri speciali e a gestioni commissariali che non siano motivate da eventi davvero imprevisti e pericolosi, e solo per la durata strettamente necessaria al ritorno alla normalità. Infatti la dichiarazione dello “Stato di emergenza traffico e mobilità della Capitale” e l’attribuzione di poteri commissariali al Sindaco sono stati oggetto di una delle più lunghe e risolute battaglie di Carteinregola fino alla loro cessazione, il 31 dicembre 2012, e oltre (16). E ci chiediamo come mai, da quando è stato annunciato il Giubileo Straordinario – marzo 2015 – a oggi non si sia ancora dato il via libera agli interventi, arrivando a un’ “emergenza Giubileo” che poteva essere evitata. E dopo l’ultimo rinvio delle decisioni, spostate dal Governo al 27 agosto, viene il sospetto che la mancata tempestività sia motivata da speculazioni politiche che niente hanno a che fare con l’interesse della città e dei pellegrini, che aggraveranno ulteriormente il prezzo che i romani dovranno pagare in termini di sostenibilità dell’evento.
Rispetto al ricorso a poteri speciali, rimandando alla nostra dettagliata analisi del periodo emergenziale, durato 6 anni, che ha portato ben pochi vantaggi alla mobilità romana e ha favorito molte operazioni poco trasparenti (17), ci limiteremo qui ad avanzare tre osservazioni. La prima: i “poteri speciali” che sarebbero attribuiti al Sindaco Marino sono ben diversi da quelli attribuiti dal Presidente del Consiglio Prodi al Sindaco Veltroni nel 2006 (e poi passati al Sindaco Alemanno) con l’ordinanza 2543 (18), che permetteva di derogare a ben 35 leggi e normative (tra le quali, oltre al Codice dei contratti, molte norme a tutela dell’ambiente e del patrimonio collettivo) per qualsiasi intervento che venisse inserito nei piani dal Comune. In questo caso – regolato dal Decreto del 26 aprile 2013, n. 51 (19) – pur prevedendo che gli interventi si possano attuare “anche in deroga ad ogni disposizione di legge e comunque nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico“, è specificato che devono essere “in esecuzione di un piano autorizzato con delibera del Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, nonche’ nei limiti e secondo i criteri indicati nella stessa delibera“. Quindi non si tratta – per il momento – di una replica della precedente “licenza di derogare” con criteri opachi e arbitrari, ma di elaborare di volta in volta un Piano di interventi da sottoporre all’approvazione del Governo, in cui devono essere specificate caso per caso deroghe e motivazioni (come infatti accade nella Delibera 274) (20). La seconda: in base al Decreto citato (19), gli interventi devono essere finalizzati a “rimuovere le situazioni di emergenza connesse al traffico, alla mobilita’ ed all’inquinamento atmosferico o acustico“. Ci chiediamo quindi come sia possibile utilizzare tale normativa anche per le decine di interventi del Piano che riguardano decoro, pulizia, raccolta rifiuti, aree verdi e manutenzione della città. E anche considerando solo le opere per la mobilità, “per rimuovere le situazioni di emergenza” il Piano degli interventi dovrebbe come minimo avere dei riferimenti quantitativi che consentano di valutarne la correttezza e l’efficacia e gli impatti sul traffico, sull’inquinamento atmosferico ed acustico. E anche rispondere a un coordinamento generale – si pensi agli impatti sulla città che potranno avere decine di cantieri che partono quasi contemporaneamente – che, nonostante sia prevista la costituzione di una struttura interdisciplinare per assicurare la trasparenza, i tempi e l’efficacia, sembrano invece seguire la solita logica a “canne d’organo” di una somma di progetti dei singoli dipartimenti. La terza: sempre il decreto del 2013 (19) prescrive che gli oneri siano “a carico di Roma Capitale”, il che spiegherebbe il motivo dell’attribuzione dei costi degli interventi del Giubileo Straordinario alla Città di Roma.
A questo punto ci sembra evidente che il Governo stia facendo un’operazione assai discutibile: anzichè affrontare un evento straordinario – che tra l’altro giunge dopo Mafia capitale, in un momento di grande difficoltà per Roma e varato da uno stato straniero, il Vaticano – con risorse straordinarie e con strumenti normativi adeguati, mette sulle spalle dell’amministrazione capitolina e dei contribuenti romani – presenti e futuri – i costi, utilizzando impropriamente e maldestramente un decreto legislativo nato (male) per altri motivi e scopi (21). E noi vigileremo affinchè la lancetta che indica il rispetto delle regole, che nella Delibera ha già superato ampiamente i limiti consentiti, non continui la sua corsa verso la “zona rossa”, favorita da una escalation di urgenze e di evocati scenari apocalittici, consegnando Roma a una gestione commissariale e autoritaria.
Giubileo della Trasparenza straordinaria
E’ comunque chiaro che, di fronte a un evento imminente di tale portata, la priorità è gestirlo mettendo al primo posto l’interesse generale, che consiste nel ridurne gli impatti negativi sui cittadini, accogliere decentemente i milioni di turisti e pellegrini, e possibilmente costruire opere per i territori che vadano oltre l’evento religioso. E prima di tutto garantire la sicurezza della città, a maggior ragione dopo la scadente performance delle strutture preposte in occasione del funerale Casamonica. Ma se l’interesse pubblico porta ad accelerare i tempi, il Comune deve ancora di più assicurare ai cittadini la massima trasparenza, rendendo facilmente accessibili e compensibili tutte le decisioni, i progetti e le procedure oggetto degli interventi “straordinari”. In particolare è necessario disporre la costituzione di una contabilità specifica per gli interventi del Piano, e individuare le specifiche responsabilità gestionali (per evitare i rimpalli che hanno caratterizzato la passata gestione dello stato d’emergenza). Ma soprattutto è indispensabile creare una apposita sezione del sito comunale in cui siano pubblicate TUTTE le informazioni e documenti relativi agli interventi, con l’indicazione del responsabile, le quantificazioni economiche, i tempi e gli affidamenti dei lavori, in modo che chiunque possa seguirne l’andamento operativo ed economico. Questa è l’unica garanzia che il Sindaco Marino, la sua Giunta e la maggioranza che governa la città possono dare per dimostrare ai cittadini che intendono lavorare seriamente, e non aggiungere un nuovo capitolo alla sciagurata catena di eventi speciali che hanno massacrato la città lasciando una scia di debiti e relitti.
Giubileo della Misericordia per tutti i cittadini
Ma tutto questo non è sufficiente. Il Giubileo è un evento religioso, che però coinvolge tutti i cittadini, credenti cattolici e non, credenti e non. Per questo è giusto che l’investimento di cui si fa carico la città guardi a “tutta Roma”, sia per le ricadute sul miglioramento della vivibilità di tutti i territori, a partire da quelli più trascurati e dimenticati, sia per il dialogo con le realtà sociali di tutti i quartieri.
Sul piano degli interventi che saranno “messi in cantiere”, da tempo la Giunta Marino ha annunciato opere che “devono anche interessare i luoghi della periferia, e il lascito deve essere duraturo, nel senso che le opere devono risolvere questioni di vivibilità anche quotidiana dei residenti“(22). La Delibera con il primo pacchetto di opere inserisce tre interventi scelti nell’ambito del programma “il giubileo di strada e di piazza” messo a punto dall’Assessorato alla trasformazione urbana, che prevede 29 interventi in 10 luoghi, con 69 milioni di € di opere attese da anni dagli abitanti, tutte in attuazione del Piano regolatore. Di questi undici interventi, per 6 milioni di €, sono costituiti da piccole opere realizzabili nell’immediato nei quartieri di Ponte di Nona-Castelverde, Tor Bella Monaca, Tor Vergata, Primavalle, Fidene-Val Melaina, San Basilio, tutti nella città dell’oltre Gra. Con i primi due milioni di Euro – la delibera in oggetto – è prevista la sistemazione di un Parco, la realizzazione della piazza antistante la chiesa della Beata Maria Josefa del Cuore di Gesù e la realizzazione di una strada a servizio del quartiere. Per tutti gli altri si attende il responso del Governo, che dovrà approvare il Decreto il 27 agosto. E ci auguriamo che il Presidente del Consiglio Renzi rispetti lo spirito e le scelte del Comune, descritte dall’Assessore Caudo a un convegno nel maggio scorso (23) .
Quanto al dialogo con le realtà sociali della città, il 31 luglio scorso un gruppo di associazioni e comitati, tra cui Carteinregola, hanno presentato il Manifesto dei cittadini e Associazionismo per il Giubileo, in cui rivendicano una presa di responsabilità non solo da parte dell’amministrazione, ma dell’intero tessuto sociale, lanciando un invito a tutte le realtà che lavorano sui territori – a partire da quelli più disagiati – per rendere il Giubileo un’occasione non solo rivolta a credenti e pellegrini ma anche ai romani e ai cittadini. La presenza di tanti visitatori inciderà sulla qualità e la quantità dei servizi pubblici – trasporti, sanità, e rifiuti per citarne alcuni – che già sono in grande sofferenza. Queste presenze, se non gestite in uno spirito di condivisione con i residenti romani, rischiano di entrare in rotta di collisione con una comunità cittadina esasperata. E Roma, da sempre Città dell’accoglienza e dell’ospitalità, non può permetterselo e non se lo merita. Per questo le Associazioni intendono impegnarsi per fare uscire la città dalla condizione subalterna e rassegnata in cui l’ha cacciata Mafia Capitale e ricostruire l’immagine della città partendo dalla partecipazione dei cittadini (24).
Anna Maria Bianchi Missaglia (hanno collaborato Giorgio Bertini e Cristina Lattanzi)
(per commenti, rettifiche e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com)
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(13)(scarica l’avviso Avviso per operatori privati per partecipare a gare comune di Roma Avviso per operatori privati per partecipare a gare comune di Roma scarica il manuale Siproneg manuale SIPRONEG)
(14) (dal sito del Comune di Roma) Giubileo, primi interventi per 50 milion
(15) legge 241/1990 art.14 ter dimezzamento tempi di convocazione e resa dei pareri.rt. 14-ter.
((1. La conferenza di servizi di cui all’articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 18 aprile 1994, n. 383, puo’ essere convocata prima o nel corso dell’accertamento di conformita’ di cui all’articolo 2 del predetto decreto. Quando l’accertamento abbia dato esito positivo, la conferenza approva i progetti entro trenta giorni dalla convocazione.
2. La conferenza di cui al comma 1 e’ indetta, per le opere di interesse statale, dal Provveditore alle opere pubbliche competente per territorio. Allo stesso organo compete l’accertamento di cui all’articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 18 aprile 1994, n. 383, salvo il caso di opere che interessano il territorio di piu’ regioni per il quale l’intesa viene accertata dai competenti organi del Ministero dei lavori pubblici)).
(16) (in costruzione)
(17) Per un lungo periodo (agosto 2006> 31 dicembre 2012) al Sindaco di Roma (prima Veltroni poi Alemanno) sono stati conferiti poteri speciali – identici a quelli della Protezione Civile per le catastrofi naturali – per fronteggiare l'”emergenza traffico e mobilità”, introducendo una gestione commissariale, in particolare per Metro C e Piano Urbano Parcheggi, che ha consentito al Sindaco di emettere ordinanze che autorizzavano interventi in deroga a una trentina di leggi e normative, tra cui il Codice dei Contratti e molte disposizioni a tutela dell’ambiente. Con il Presidente Monti sembrava che questo aggiramento delle regole istituzionalizzato potesse essere cancellato per sempre, dato che, scaduta l’ennesima proroga dello stato di emergenza, il Governo aveva stabilito (comma 1-bis dell’articolo 5 della legge n. 225 del 1992,) che la dichiarazione dello stato di emergenza non poteva, di regola, superare i novanta giorni e che poteva essere prorogata soltanto previa ulteriore deliberazione del Consiglio dei ministri. Ma lo stesso Governo Monti, poco prima di passare il testimone al Governo Letta, interviene di nuovo sul testo, reintroducendo di fatto i poteri speciali del Sindaco. Nel testo pubblicato dalla Camera relativo a L’esame parlamentare dello schema di decreto legislativo correttivo del D.Lgs. n. 61/2012 su Roma Capitale (Atto n. 513) il nuovo testo presentato dal Governo, che reca modifiche e integrazioni al decreto n. 61/2012 consta di due articoli. I poteri speciali al Sindaco sono reintrodotti nel comma 4, dell’articolo 10, attraverso l’aggiunta di un comma 1-bis, “che reca disposizioni in tema di poteri emergenziali conferiti al sindaco di Roma Capitale ai sensi della normativa in materia di protezione civile”. Infatti in precedenza “Il parere approvato dalla Commissione bicamerale prevedeva che, in caso di stato di emergenza per situazioni che non derivino da calamità naturali o disastri, all’attuazione degli interventi da effettuare nel territorio di Roma Capitale si provvede, nel rispetto dei limiti e criteri indicati dal decreto con cui è dichiarato lo stato di emergenza, mediante ordinanze emanate dal Sindaco di Roma Capitale”, e che in quel caso “lo stato di emergenza permanesse fino al momento in cui, venendo meno i presupposti che lo avevano determinato, esso fosse espressamente revocato con deliberazione del Consiglio dei ministri“. Tuttavia questa previsione era in contrasto il comma 1-bis dell’articolo 5 della legge n. 225 del 1992, per il quale “la dichiarazione dello stato di emergenza non può, di regola, superare i novanta giorni e può essere prorogata soltanto previa ulteriore deliberazione del Consiglio dei ministri”. Il Governo quindi nell’aprile 2013 riformula il testo, riconoscendo al sindaco di Roma Capitale il potere di adottare ordinanze, anche in deroga alla normativa vigente, per l’attuazione di interventi riguardanti situazioni di emergenza connessi al traffico, alla mobilità o all’inquinamento atmosferico o acustico, subordinandolo però alla predispoizione di un piano, “da autorizzarsi con delibera del Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, nonché nei limiti e secondo i criteri indicati nella stessa delibera, con oneri a carico di Roma Capitale“. Tale Piano dovrebbe essere approvato dal Governo il 27 agosto, dopo lo slittamento della decisione prima prevista i primi del mese. La battaglia per la fine dei poteri speciali per la mobilità è stata una delle più lunghe e risolute battaglie di Carteinregola, simbolo di un’amministrazione che fa delle deroghe il cavallo di Troia per non rispettare l’interesse pubblico e favorire operazioni poco trasparenti. Per questo continueremo a vigilare affinchè i tempi ristretti per gli interventi del Giubileo non diventino un nuovo alibi per promuovere affidamenti dei lavori arbitrari e soprattutto per scavalcare le normative a difesa della sicurezza dei cittadini, dell’ambiente e del patrimonio collettivo. (> vai al nostro dossier/cronologia sull’Emergenza Traffico)
Vedi il nostro Dossier: le tappe dell’emergenza traffico http://www.carteinregola.it/index.php/mobilita/emergenza-traffico/emergenza-traffico-le-tappe/
Aert. 1 «1-bis. Per l’attuazione degli interventi da effettuare sul territorio di Roma Capitale per rimuovere le situazioni di emergenza
connesse al traffico, alla mobilita’ ed all’inquinamento atmosferico o acustico, il Sindaco provvede con proprie ordinanze, anche in deroga ad ogni disposizione di legge e comunque nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico, in esecuzione di un piano autorizzato con delibera del Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, nonche’ nei limiti e secondo i criteri indicati nella stessa delibera, con oneri a carico di Roma Capitale.».
(20)Molti degli interventi del piano dovrebbero essere sottoposti anche a VAS Valutazione Ambientale Strategica e VIA Valutazione di Impatto Ambientale: ci auguriamo che le necessità di accelerazione non spingano a bypassare anche tali importanti strumenti di tutela
(21) Il Decreto è in realtà il pilatesco compromesso seguito alle proteste del Sindaco Alemanno per la cancellazione, da parte del Governo Monti , dei poteri da Protezione Civile attribuitigli per l’ “emergenza mobilità”. Poteri che avevano molti fans in entrambi gli schieramenti.
(22) Giovanni Caudo, Assessore alla Trasformazione Urbana di Roma Capitale:
Come abbiamo sempre detto il giubileo della Misericordia deve anche interessare i luoghi della periferia, e il lascito deve essere duraturo, nel senso che le opere devono risolvere questioni di vivibilità anche quotidiana dei residenti.
Le prime tre opere finanziate sono state scelte tra quelle immediatamente cantierabili, altre avranno invece bisogno oltre che dei soldi anche di procedure accelerate che speriamo di avere con il decreto annunciato dal governo.
Di seguito il testo con i dettagli.
Il giubileo della Misericordia anche a Ponte di Nona – Castelverde.
Tre interventi per due milioni di Euro, la sistemazione di un Parco, la realizzazione della piazza antistante la chiesa della Beata Maria Josefa del Cuore di Gesù e la realizzazione di una strada a servizio del quartiere.
Sono gli interventi previsti in questo primo pacchetto di opere per il giubileo straordinario deciso da Roma Capitale perché immediatamente cantierabili e destinate alla città dell’oltre Gra. Tre interventi per poco più di due milioni di euro scelti nell’ambito del progetto “il giubileo di strada e di piazza” messo a punto dall’Assessorato alla trasformazione urbana che individua undici interventi, tutti nella città dell’oltre Gra. Per gli altri aspettiamo di conoscere i contenuti del decreto del governo, ma intanto si parte con i primi tre finanziati con le risorse messe a disposizione dal tavolo inter istituzionale. Gli Interventi sono localizzati nel cuore dell’ultima città, l’ultima città costruita in termini cronologici, ma anche la città degli ultimi, dove vive un ceto medio a basso reddito in quartieri spesso senza servizi e attrezzature. L’ultima città ancora in costruzione, dove forte è però il radicamento attorno al sociale, alla costruzione di relazioni e alla ricerca di forme di comunità che possano aiutare i più deboli. Luoghi dove a partire dalle scelte della Chiesa di Roma sarà possibile organizzare momenti significativi nel programma dell’Anno Santo, dove la chiesa di strada e di piazza può trovare spazi e contesti sociali idonei a dare vita al carattere particolare del giubileo straordinario della Misericordia.
Ma nello stesso tempo sono luoghi in cui il lascito del Giubileo può risolvere questioni cruciali per la vita quotidiana degli abitanti. Un grande piano di piccoli interventi per migliorare la vivibilità dello spazio di prossimità: completare una strada, fare la manutenzione di un parco, di una scuola, realizzare una piazza dinanzi alla chiesa, realizzare un percorso ciclabile, ma anche mettere la prima pietra per la costruzione di una nuova chiesa.
Il dettaglio degli interventi finanziati per Ponte di Nona – Castelverde:
1. Sistemazione spazio pubblico antistante la chiesa Beata Maria Josefa del Cuore di Gesù, 457.000 euro.
Sistemazione dell’area del sagrato, modifica di parte della viabilità esistente e realizzazione di un nuovo raccordo viario di accesso (Via A Schweitzer, Via M Candia, Via Padre A. Cerbara), spazi di sosta ATAC e di parcheggio pubblico a servizio della struttura religiosa.
2. Riqualificazione area a verde e manutenzione del parco di Ponte di Nona, 250.000 euro.
3. Interventi di manutenzione e completamento dell’Asse interquartiere Via Ponte di Nona – Via Fosso dell’Osa e collegamento alla complanare di Via Liberti, 1.500.000 euro. Collegamento stradale da Via Ponte di Nona a via Liberti che consente l’interconnessione della viabilità A24 – Via Collatina e Stazione di Lunghezza- Via delle Cerquete con Ponte di Nona (Piazza Beata Maria Josefa). Sono previsti lavori di manutenzione e di completamento di un tratto viario di circa 830 metri, solo in parte aperti al traffico, e il raccordo del tratto terminale con la complanare esistente di via Liberti. L’ adeguamento della nuova segnaletica e messa in sicurezza stradale per la disciplina del traffico.
(…) Dieci luoghi individuati nel cuore dell’ultima città, l’ultima città costruita in termini cronologici, ma non la città degli ultimi, ma la città dove vive un ceto medio a basso reddito in quartieri spesso senza servizi e attrezzature. L’ultima città ancora in costruzione, dove forte è però il radicamento attorno al sociale, alla costruzione di relazioni e alla ricerca di forme di comunità che possano aiutare i più deboli. Ma nello stesso tempo sono luoghi in cui il lascito del Giubileo può risolvere questioni cruciali per la vita quotidiana degli abitanti. Sono stati individuati per ogni luogo quegli interventi che si possono realizzare in pochi mesi, un grande piano di piccoli interventi per migliorare la vivibilità dello spazio di prossimità: completare una strada, fare la manutenzione di un parco, di una scuola, realizzare una piazza dinanzi alla chiesa, realizzare un percorso ciclabile, ma anche mettere la prima pietra per la costruzione di una nuova chiesa.
Per ogni luogo sono stati individuati i progetti nel cassetto, in alcuni casi serve accelerare la procedura di approvazione, in altri casi servono le risorse economiche, in tutti i casi sono interventi e opere che si trascinano da anni e che sono attesi dagli abitanti. Dieci luoghi oltre il Gra, tre a est, Ponte di Nona, noto per il centro commerciale di Roma Est ma in realtà un insediamento residenziale importante con una parte di edilizia sociale che deve ancora essere ultimata nelle urbanizzazioni primarie. Tor Bella Monaca, uno dei quartieri emblematici del disagio sociale ma allo stesso tempo un luogo particolarmente ricco di realtà sociali impegnate su diversi fronti. Infine Tor Vergata, un quartiere di edilizia sociale, prossimo all’incompiuta delle cosiddette ”vele di Calatrava” costruito attorno ad un parco archeologico che versa però in condizioni di abbandono e di cui è necessario procedere alla manutenzione straordinaria.
Due a sud, Spinaceto e Acilia Dragona. Quattro a ovest, Ponte Galeria e Monte stallonara, due quartieri diversi, uno in prossimità dell’omonima stazione sulla FL1, quella per Fiumicino, e il secondo a ridosso della ex discarica di Malagrotta. Massimina invece è un quartiere adiacente alla omonima borgata, è lo stesso comprensorio sul quale verrà realizzata la nuova centralità urbana. Più a nord ci sono gli insediamenti di Torresina e di Colle Fiorito, quest’ultimo con ancora le strade sterrate, senza asfalto e senza marciapiedi. Infine i comprensori di Palmarola, Selva Candida, Primavalle e Valle Aurelia che si intrecciano con il tratto urbano del percorso della Francigena. A Nord, gli ultimi due luoghi: Val Melaina-Bufalotta, a ridosso del centro commerciale di Porta di Roma e San Basilio-Casal Monastero. Le parrocchie coinvolte sono in tutto 21, tre appartenenti a diocesi diverse da quella di Roma, in particolare a quella di Porto e Santa Rufina e di Frascati. Diversi sono i luoghi con anche tre parrocchie già presenti e attive che possono essere coinvolte e che potranno animare il programma degli eventi e delle manifestazioni, e comunque fare da riferiemnto sul territorio delle iniziative. Il programma per il giubileo presentato dall’assessorato è orientato tutto sui luoghi dell’oltre GRA, nei quartieri popolari dove ci sono le case e mancano talvolta anche le strade. Dieci luoghi per il giubileo della Misericordia e per la chiesa di strada. Nella Bolla papale di indizione del giubileo, papa Francesco ha fatto capire che sarà un giubileo aperto al mondo e non centralizzato. Potrebbe essere un segnale in coerenza con questa impostazione quello di organizzare qualche evento anche nei luoghi dell’oltre Gra. Si potrebbe addirittura pensare di aprire una porta dell’anno santo anche in qualcuna delle chiese presenti sul territorio dell’oltre gra.
(24) Il comunicato delle Associazioni del “Manifesto dei cittadini e Associazionismo per il Giubileo–prendiamoci cura della nostra Città”
Roma, 13 agosto 2015. Chiarezza di intenti espressa dalla giunta di Roma Capitale, guidata dal sindaco Marino, che ha presentato il piano di interventi per il Giubileo alle parti sociali – organizzazioni datoriali e rappresentanze sindacali.
Alla riunione erano presenti: il vicesindaco Causi, l’assessore ai Lavori Pubblici Pucci, l’assessore alla Legalità Sabella, l’assessore alle Politiche Sociali Danese, l’assessore all’Ambiente Marino, l’assessore alle Attività Produttive Leonori.
Il programma non prevede grandi opere ma un’azione coerente di manutenzione straordinaria e di riassetto che riguarderà essenzialmente tre settori:
Complessivamente sono previsti 131 progetti da attivare nel 2015, le risorse economiche in campo subito potranno essere costituite da un residuo di spesa del bilancio 2015 di 60/70 milioni e da maggiori risorse per 50 milioni provenienti dall’accordo con il MEF tramite l’allentamento del patto di stabilità.
Il sindaco Marino inoltre conferma che il 27 agosto ci sarà un Consiglio dei ministri dedicato a Roma Capitale in cui saranno esaminati diversi temi tra cui anche una dotazione di risorse più complessiva per l’evento giubilare, una eventuale deroga per lo svolgimento delle gare di appalto, un’azione di coordinamento con l’ANAC tramite l’attivazione di vigilanza su sei aree di intervento.
Bene l’esordio del vicesindaco Causi, degli assessori Sabella e Pucci che hanno chiarito gli aspetti finanziari, procedurali e operativi dei principali interventi (per gli approfondimenti si rimanda alle testate corviale.com e romainpiazza.it).
Oltre a esprimere soddisfazione per una ripresa positiva delle relazioni tra le parti sociali e l’Amministrazione di Roma Capitale e apprezzare l’intento di attivare una manutenzione straordinaria alla Città in occasione di un evento di tale importanza. Eugenio De Crescenzo (Agci Lazio, Associazione generale cooperative Italiane), con il suo intervento, si è fatto portavoce del Manifesto dei cittadini e Associazionismo per il Giubileo–prendiamoci cura della nostra Città, affermando che il Giubileo non solo è rivolto ai pellegrini ma, è necessario intenderlo anche rivolto ai romani, ai cittadini.
Per questa ragione ventisette tra le maggiori Associazioni scendono in campo desiderose di metterci la faccia, dando risposte alle necessità, ai bisogni, al disagio sociale a una migliore qualità della vita, specialmente nelle periferie, attivando processi di “rigenerazione urbana”. La presenza di tanti visitatori inciderà sulla qualità e la quantità dei servizi pubblici – trasporti, sanità, e rifiuti per citarne alcuni – che già sono in grande sofferenza. Queste presenze, se non gestite in uno spirito di condivisione con i residenti romani, rischiano di entrare in rotta di collisione con una comunità cittadina esasperata.
Roma da sempre città dell’accoglienza e dell’ospitalità non può permetterselo e non merita questo. Dobbiamo uscire da una situazione difensiva, subalterna e di rassegnazione: è tempo di ricostruire un tessuto partecipativo e l’immagine della capitale d’Italia. Questa è un’occasione che non ci può scivolare addosso: la nuova stagione etica e morale si coniuga edificando mattone su mattone un duraturo “patto di comunità”.
Su questo tema abbiamo proposte e progetti fattibili inseriti in una visione di città da trasformare e rivendicheremo una partecipazione diretta del mondo dell’associazionismo e delle decine di migliaia di cittadini che rappresentano: è necessario un serio e partecipato piano per Roma e i romani metropolitani che incontrano il Giubileo e hanno necessità di sostantivi come consapevolezza, responsabilizzazione, programmazione, collaborazione tra tutti i soggetti in campo, evitando di rimanere nei propri giardini pensando al proprio piccolo o grande interesse.
Noi ci siamo, e non solo per i grandi appuntamenti. Siamo a fianco del disagio, dell’emarginazione, con le nostre proposte culturali, contro la corruzione e il degrado, a difesa dei cittadini-utenti, degli ultimi, dei deboli, di chi afferma la tutela dei diritti, di chi ama la propria città e non accetta il degrado culturale e l’abbandono.
Associazioni per il Giubileo