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Barca di Noè

Proponiamo il video dell’intervento e alcune riflessioni sulla relazione finale dell’indagine di Fabrizio Barca sui circoli PD della Capitale* presentata il 19 giugno alla Festa dell’Unità. Lo facciamo perché pensiamo che una ricerca avviata dal maggiore partito della città su se stesso, cominciata all’indomani della prima Ordinanza di Mondo di Mezzo,

Barca e mappa di RomaProponiamo il video dell’intervento e alcune riflessioni sulla relazione finale dell’indagine di Fabrizio Barca sui circoli PD della Capitale* presentata il 19 giugno alla Festa dell’Unità. Lo facciamo perché pensiamo che una ricerca avviata dal maggiore partito della città su se stesso, cominciata all’indomani della prima Ordinanza di Mondo di Mezzo, sia un argomento che interessa tutti, compresi i non iscritti e i non simpatizzanti del PD. Ed è comunque un segnale importante: come diciamo da tempo, non può esserci cambiamento se prima non si affronta la realtà e soprattutto non si fa autocritica, individuando i motivi di errori e “mutazioni genetiche”, per ricominciare a costruire su una base solida. Anche se non sappiamo quanto il coraggio dimostrato da questo pezzo di Partito riuscirà a superare l’ ostilità di quel PD – soprattutto di livello medio-alto – che da anni coltiva “il potere per il potere”. E se riuscirà a fare breccia nella totale sfiducia che la cittadinanza nutre verso i partiti tradizionali, in quel trionfo di “è tutto un magna magna” che pure ha le sue ragioni. E non sappiamo nemmeno se un tale sforzo potrà riportare in vita un modello di partito che ormai ha mostrato troppi limiti, tanto che per molti potrebbe essere definitivamente superato. E forse in questo diluvio universale è necessario provare a cercare nuove forme della politica, creando delle reti che attraversino i partiti e la società civile, per mettere insieme gli uomini e le donne di buona volontà che vogliono impegnarsi davvero per il cambiamento, al di là degli schieramenti politici di appartenenza.

di Anna Maria Bianchi Missaglia

Gli organizzatori sono stati pessimisti: le sedie messe davanti al palco erano 200, forse 300. Ne sarebbero servite 3- 4 volte tanto: per ascoltare il lungo discorso di Fabrizio Barca la gente era dappertutto, seduta per terra o in piedi, e non si è persa una parola fino alla fine. Ma il clima non era festoso, anche fisicamente si percepiva un partito diviso in due: quelli che erano venuti ad ascoltare in cerca di un segnale di speranza, e quelli che erano venuti perché tirati in ballo da un’indagine che non avrebbero voluto. E mentre Barca spiega  i criteri con cui è stata organizzata la ricerca, i questionari, i collaboratori, i dubbi, il confronto interno anche aspro, pesando le parole con la consapevolezza di chi sa che non sarà per niente facile, una parte della platea – un po’ meno della metà – fa scattare più volte l’applauso, mentre l’altra resta silenziosa, quasi gelida. Ma Barca – e Orfini, il commissario del PD romano che ha incaricato l’ex ministro della ricerca – vanno fino in fondo. La suddivisione nelle varie categorie  dei 108 circoli romani sarà dato alla fine, dopo  tutte le spiegazioni, intanto si spiegano le caratteristiche delle 6 tipologie, che vanno dai “circoli progetto”, quelli  che hanno la  capacità di coinvolgere i cittadini in iniziative per il territorio, a quelli all’estremo opposto,  denominati “potere per il potere”, dove l’interesse collettivo si è perso per strada e prevalgono gli interessi particolari  (1).  I risultati  verranno incrociati con quelli di una parallela indagine avviata dalla Federazione sui dati del tesseramento – spesso lievitato notevolmente prima delle elezioni per poi riscendere subito dopo – e si prenderanno decisioni su quei circoli considerati “dannosi” (2). Orfini e Barca prendono una posizione netta anche sul Sindaco e la sua Giunta:  Barca si augura che l’indagine  della magistratura diventi “uno strumento di lavoro anche per chi in questo momento governa la città, che ha il nostro appoggio forte e solidale per essersi distinto in maniera fortissima da tutto quello di cui abbiamo parlato” e “per aver preso decisioni “coraggiose”. L’ex ministro ne ricorda due: la chiusura di Malagrotta e la cancellazione della delibera di Alemanno sugli ambiti di riserva, quella che avrebbe continuato a spargere eruzioni cementizie e speculazioni nell’Agro romano, archiviata per sempre dall’Assessore Caudo pochi giorni dopo l’insediamento della nuova Giunta. Un appoggio che, nonostante i frequenti rimandi di Barca a riunioni al Nazareno, si distingue, come quello di Orfini, dalla posizione di Renzi riportata dai giornali nei giorni scorsi “Marino si guardi allo specchio: se è capace avanti, sennò a casa(3), a cui il Sindaco ha risposto   con la fermezza di chi è stato eletto dalla maggioranza dei cittadini romani  e   intende  andare avanti fino alla fine del suo mandato (4). Ma  a questo punto, a nostro avviso,  il PD di Orfini, dopo questo primo passo coraggioso, dovrebbe fare  quello successivo: #Mappairappresentantidelpd. Non ci si può limitare a indagare i danni del “potere per il potere” o l’inerzia della feudalizzazione del Partito limitandosi solo ai valvassini. Adesso si tratta di porsi delle domande anche sui valvassori e sui vassalli. A cominciare dai consiglieri capitolini e regionali (e municipali), mettendo in cantiere  un questionario sulla loro attività al servizio della collettività: gli ODG e le mozioni firmate per l’interesse generale (o  per quello particolare di lobbies e categorie), la  frequenza alle Commssioni, le iniziative sul territorio promosse non per scopi elettorali, le preferenze raccolte con volantini propagandistici diffusi nei consorzi “ai mezzi” con candidati del centrodestra. E anche le competenze e le esperienze accumulate, soprattutto per i figli e le figlie “d’arte”.

E, se ci fosse tempo, l’indagine sarebbe utile estenderla anche a molti esponenti che sono sulla breccia da decenni, passando da Comune a Provincia a Regione al Parlamento e che magari potrebbero, in questi tempi di crisi,  tornare in Campidoglio. Ecco, prima di tirar fuori sindaci e assessori dal solito cappello, sarebbe meglio che il PD facesse  un’accurata relazione sui candidati, per vedere se possono rientrare a pieno titolo nella categoria dei più in gamba, quelli “progetto”. E forse la relazione potrebbe consigliare di trovare  “facce nuove”  .

Ma noi  ci auguriamo che anche gli altri partiti si decidano ad avviare un’autocritica, anziché scatenare rese dei conti interne – la principale attività della sinistra – o scagliarsi contro il Sindaco facendo finta di dimenticarsi  che Mafia Capitale non riguarda solo il PD, ma soprattutto il centro destra. E non guasterebbe  che  anche i Cinquestelle, tra i pochi che possono vantare un passato fuori dai giochi (e un presente di notevole impegno) prendessero l’abitudine al dibattito pubblico, con gente  in carne ed ossa e non solo sul web, imparando a discutere anche con quelli che non sono “fedeli alla linea”.  E Alfio Marchini, con il suo neopartito moderato dall’oscillante identità tra destra e sinistra, con  un programma elettorale (in realtà mai presentato) davvero minimalista – decoro, buche, mobilità, panchine – sarebbe ora che prendesse una posizione sui temi un po’ più impegnativi  e di più ampio respiro..

Noi di Carteinregola da sempre lavoriamo su fronti in cui dovremmo trovarci fianco a fianco con i partiti che hanno a cuore l’interesse collettivo. Ma ci siamo trovati quasi sempre  soli – con alcune eccezioni – e spesso davanti a un muro bipartisan eretto a difesa degli interessi particolari. Per questo  da tempo ci interroghiamo su come possiamo contribuire a un cambiamento radicale della classe politica romana, pensando a un rinnovamento profondo di cui diventi parte attiva anche la società civile, facendosi ponte per il confronto tra le parti migliori di tutti i partiti (quelli che ci stanno). Senza pensare di poter cancellare diffidenze e differenze anche profonde, ma per provare a riscrivere delle regole democratiche condivise da schieramenti diversi. Per ripartire dalle persone, uomini e donne che vogliono fare politica per il bene collettivo, che per fortuna ci sono ancora. Molti erano alla Festa dell’Unità ieri sera, molti sono in altri partiti, moltissimi sono “cani sciolti”. Tutti insieme possono – possiamo – cambiare.

> vai alla pagina con i video della presentazione e l’intervista di Barca del vicedirettore del fatto Quotidiano Stefano Feltri

le tipologie di partito mappailpd

I risultati della mappatura dei circoli romani del Partito Democratico

scarica la relazione Presentazione-mappailpd-roma

scarica il Mappa-Il-PD-Relazione-finale-

rapporto mappa il pd roma fabrizio barca matteo orfini

Il video della  presentazione della Relazione di Fabrizio Barca (> vai alla pagina con i video dell’intervista di Stefano Feltri)

 

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Mafia Capitale” o della caduta dal pero Per la rinascita politica e morale della sinistra a Roma. Le radici politiche di una degenerazione annunciata. La formazione già avviata di un blocco moderato per la riconquista della città. La sinistra dormiente ancora  rinchiusa nei propri orticelli. La presenza dell’opposizione del M5s
di Aldo Pirone – 16 giugno 2015 (da Abitare a Roma)

Dietro Mafia Capitale La città legale senza trasparenza e partecipazione apre alla città illegale di Paolo Gelsomini 20 giugno 2015

*Nella prima settimana di dicembre 2014 il gruppo Luoghi Idea(li) ha accettato l’incarico del Commissario del PD di Roma Matteo Orfini di realizzare una ricognizione profonda, una “mappatura” dei punti di forza e di debolezza dei singoli circoli PD della città di Roma. Della loro capacità di rappresentare i bisogni e le idee dei cittadini, specie della parte più vulnerabile della città; di attrarre giovani e competenze e di sollecitare l’impegno anche dei non iscritti; di adottare metodi nuovi di partecipazione e confronto; di costruire soluzioni da proporre a chi esercita funzioni di governo; di monitorare e sollecitare in modo autonomo l’azione pubblica; di essere organizzati. Ma anche della distanza dai cittadini e dai loro bisogni; della cattura da parte di interessi esterni; di come si costruisce un feudo; in virtù della volontà di controllo di quale area di politica pubblica (e come questo limita, indebolisce e inquina la vita dei circoli); o anche solo della rinunzia a un ruolo autonomo da chi governa; o di ripetizione di riti stanchi, non ospitali, noiosi, o dell’incapacità di organizzarsi (dal sito “Luoghi ideali – amppa il PD”)
(1) utilizziamo la sintesi di Il fatto Quotidiano:

(…)Barca ha suddiviso i circoli del Pd capitolino in sei categorie. “La mappatura valuta l’azione politica del singolo circolo, le azioni realizzate, le motivazioni e gli interessi che muovono l’azione politica, nonché l’efficacia del circolo stesso”, ha spiegato l’ex ministro. In ordine dalla peggiore alla migliore: “potere per il potere” vale a dire i dannosi (27), “presidio chiuso” (2), “identità” (25), “inerzia” (17), “ponte” (28) e i circoli “progetto” (9). I circoli capitolini sono in tutto 108, di cui due chiusi prima dell’inizio dell’indagine condotta dal team di Barca. I circoli “potere per il potere” sono quelli in cui prevalgono gli interessi particolari che sovrastano quelli generali.

I circoli “presidio chiuso” sono quelli segnati da un forte degrado sociale e istituzionale in cui gli interessi cittadini vengono perseguiti ma con un approccio chiuso che blocca rinnovamento e innovazione. I circoli “inerzia catturabile” sono quelli il cui scopo è la loro esistenza e il loro tratto dominante è l’inazione, salvo durante la tornata elettorale. Si tratta di un circolo particolarmente soggetto a essere catturato da scalate esterne volte a promuovere interessi particolari.

I circoli “identità” promuovono iniziative rivolte all’esterno su temi prevalentemente di interesse nazionale. I circoli “ponte” fra società e Stato mobilitano i cittadini e incalzano l’amministrazione. I circoli “progetto” sono quelli in cui gli interessi generali dei cittadini vengono privilegiati rispetto a interessi particolari e sono perseguiti costruendo progetti coinvolgendo i cittadini nella loro attuazione.

(2)da Huffington Post (…) categoria “potere per il potere”: Sono tutti quei circoli “dannosi” per la società, che annullano gli interessi generali e dove c’è una sola persona che comanda o è l’area di uno scontro “: Aurelio Cavalleggeri, Borghesiana Finocchio, Casal Bruciato-San Romano, Casalbertone, Casalotti, Centocelle Vecchia, Cinecittà (via Flavio Stilicone), Corviale, Eur, Fidene Serpentara, Grotta Perfetta, Grottarossa (Cassia), Nuova Gordiani, Ostia centro, Ponte Mammolo, San Giorgio, Testaccio, Torbellamonaca, Tor di Nona, Torraccia, Torre Maura, Torrino, Trullo, Via Crema (Appio Tuscolano), Vigne Nuove, Villaggio Breda, XX Settembre

(3) http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/15_giugno_16/renzi-avverte-marino-ignazio-non-stare-sereno-4b94d4aa-1414-11e5-896b-9ad243b8dd91.shtml

(4) http://www.lastampa.it/2015/06/19/italia/politica/marino-sfida-renzi-non-vado-via-voglio-restare-fino-al-UKSEP7KPQeKKrFP7ABMGMI/premium.html


Fonte : carteinregola.it apri l’articolo originale

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