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Un’enorme cisterna filtra l’acqua piovana, mentre pannelli FV di ultima generazione generano l’energia elettrica necessaria all’edificio. L’obiettivo è il Living Building Challenge
Meteorologi, geografi ed esperti di cambiamenti climatici concordano: le risorse idriche in futuro saranno sempre più scarse e preziose.
Non bisogna, però, attendere e indugiare per mettere in pratica metodi e sistemi anti spreco, a partire dai paesi occidentali più sviluppati che, spesso, non si rendono pienamente conto della gravità della questione.
MOLTI COMUNI VIETANO IL TRATTAMENTO IN LOCO DELLE ACQUE GRIGIE. A dichiararlo, fra gli altri, l’associazione americana International Living Future Institute, autrice di una “guida” anti sprechi centrata sui nuovi edifici, dal titolo “Living Building Challenge (LBC)”. “La conservazione e il riuso delle risorse idriche è una priorità da considerare fin dalle prime fasi di progettazione di un edificio”, spiega Amanda Sturgeon, vice presidente del programma LBC, promotrice di sistemi di riutilizzo e infiltrazione in loco. Peccato che spesso, a impedire la riuscita di progetti virtuosi, siano le norme. “Molti comuni regolano pesantemente o addirittura vietano il trattamento in loco delle acque grigie o delle acque nere”, sottolinea la Sturgeon.
BLOCCO “SOCIALE”. Spesso, poi, le aziende di costruzione o gli stessi proprietari si mostrano restii a installare, per esempio, servizi igienici di compostaggio nelle proprio abitazioni (o uffici), quasi fosse qualcosa di cui vergognarsi. “La colpa in questo caso è della scarsa informazione a riguardo: è chiaro che queste persone non sanno quanto conviene usare questi sistemi, per l’ambiente e per le bollette a fine mese”.
L’ESEMPIO DEL BULLITT CENTER DI SEATTLE. Nonostante queste premesse esistono degli edifici che sono riusciti in questa impresa. Su tutti quello che è stato definito “l’edificio a uffici più efficiente del mondo”, il Bullitt Center di Seattle, che ha aperto ufficialmente lo scorso aprile e che prevede di raggiungere il 100 per cento di energia rinnovabile prodotta in loco. Sviluppato su sei piani, l’edificio è stato progettato allo scopo di diventare un modello di efficienza: un enorme cisterna rivestita di calcestruzzo e posta nel seminterrato del centro raccoglie l’acqua piovana, tanto da poter coprire la fornitura idrica dei tre mesi estivi, quando in questa regione piove assai poco (capienza fino a 56 mila litri). Poter trattare in questo modo l’acqua non è stato semplice, spiegano i progettisti e il presidente di Bullitt Foundation, Denis Hayes. “Gli aspetti normativi sono straordinariamente complessi nello Stato del Washington e le strutture commerciali come questa non sono autorizzati a utilizzare l’acqua piovana per uso potabile.”
L’ACQUA PIOVANA PASSA ATTRAVERSO UNA SERIE DI FILTRI PER RIMUOVERE LE IMPURITÀ. Ma alla fine la perseveranza ha pagato e al progetto è stato concesso un permesso normativo per la fornitura di acqua potabile sul posto. Il sito recupera anche le acque grigie dei lavandini e delle docce del fabbricato. Le acque reflue vengono raccolte in un serbatoio interrato collegato a un sistema di depurazione naturale dove avviene il trattamento microbico. Poi, l’acqua depurata viene filtrata all’esterno, irrigando un’ampia zona verde circostante. “Abbiamo dovuto negoziare per mesi con la città e l agenzie statali, perché non c’era alcun precedente”, dice Court.
“Speriamo di poter convincere i gestori di edifici, in particolare nelle città, ad utilizzare i sistemi di trattamento o infiltrazione delle acque grigie. L’acqua è una risorsa troppo importante”.
AUTOSUFFICIENZA ENERGETICA. Risorse idriche, ma non soltanto. La strategia di efficienza e autosufficienza del Bullitt Center è pensata anche da un punto di vista dei consumi energetici: il 100% dell’energia elettrica necessaria all’edificio e ai suoi occupanti viene prodotto in loco grazie all’impianto fotovoltaico che rivestono tutto il tetto oversize, mentre l’isolamento termico ottimale della struttura abbatte i costi per riscaldamento e aria condizionata. L’obiettivo del Bullitt Center è ambizioso: raggiungere gli elevati standard fissati dal Living Building Challenge, che impone agli edifici in gara per la certificazione l’autosufficienza energetica ed idrica per almeno un anno dall’inaugurazione ufficiale.
Appuntamento, quindi, alla prossima primavera.
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