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ROMA, 23 ottobre 2015 – Dopo 20 anni di politiche animaliste, il Comune di Roma si accinge ad affidare una delle sue strutture, il rifugio comunale Ponte Marconi ex Cinodromo di Lungotevere Dante 500 ad un imprenditore del randagismo barese, proprietario di un mega canile da 1200 posti (mentre la Legge Regionale pugliese consente un max di 200 posti) e gestore degli stabulari per gli animali da laboratorio dell’Università di Bari. Il tutto grazie ad una gara che è la fotocopia di quella sospesa in autotutela dal Comune di Roma stesso a dicembre 2014 perché inquinata dalla presenza di Mafia Capitale (venne ammessa Cooperativa 29 Giugno senza avere i requisiti richiesti dalla gara stessa) e che presenta importi a base di gara incongrui e non rispettosi del benessere degli animali, dei servizi ai cittadini e della tutela dei lavoratori.
Il TAR del Lazio non ha inteso raccogliere la richiesta di sospensiva avanzata dall’Associazione Volontari Canile di Porta Portese (che all’interno del rifugio gestisce le adozioni, l’accoglienza al pubblico, il volontariato e gli educatori) e ha fissato per il 13 gennaio 2016 l’udienza per la discussione nel merito della gara stessa.
Si tratta di un passo indietro molto grave, dopo 20 anni di politiche animaliste che hanno visto le associazioni no profit protagoniste della gestione degli animali all’interno delle strutture comunali.
La Giunta Marino, dopo aver chiuso due strutture di accoglienza comunali come la Valle dei Cuccioli e l’oasi felina Villa Flora, dopo aver lasciato chiuso il rifugio comunale Vitinia ex Poverello, unico parco canile di Roma chiuso agli ingressi di nuovi cani dal 2012 ristrutturato interamente a spese dei volontari ed il cui terreno è stato addirittura comprato dai cittadini e donato al Comune di Roma per consentirne la riapertura, si distingue oggi per considerare come partner una multiservizi (si occupa di manutenzione del verde, derattizzazioni, disinfestazioni, pulizie, gestione di stabulari per animali da laboratorio, gestione di mega canili) che vede negli animali una fonte di reddito. Una società che in Puglia non ha più mercato visto che non viene ammessa alle gare indette dai comuni pugliesi per la gestione dei canili comunali, perdendo sia ricorsi al TAR che al Consiglio di Stato in virtù di una rigorosa normativa regionale che vede solo nelle associazioni animaliste i gestori di riferimento dei cani e dei gatti vaganti sul territorio.
AVCPP dice NO alla decisione del Comune di Roma di procedere in una gara tanto compromessa. Difenderemo fino alla fine professionalità ed animali: noi ci siamo e ci resteremo.
Così l’Associazione Volontari Canile di Porta Portese in una nota.
Per info, 3496443335