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La Miniera della Qualità della Vita

mattoni1Apre i lavori Pino Galeota sottolineando quanto l’odierna giornata rappresenti la prosecuzione di un percorso iniziato anni fa da Corviale Domani che ha consentito, grazie ad un caparbio e paziente lavoro di “tessitura” di intrecciare in una trama comune idee, relazioni, incontri, manifestazioni, progetti ed eventi. Un percorso orizzontale orientato dalla logica della progettazione partecipata che ha permesso di attivare un processo di rigenerazione urbana autogenerantesi nel quartiere stesso. I tavoli di lavoro tematici, precisa, intendono allargare e far vivere nelle linee guida del concorso internazionale tale patrimonio, arricchendolo di ulteriori contributi, con l’attenzione volta a connettere i contenuti del concorso ai fabbisogni reali e condivisi secondo criteri di concretezza.
Daniel Modigliani, Commissario dell’ATER, nel suo intervento sottolinea che il processo di azione pubblica realizzato sin qui a Corviale ha prodotto importanti risultati e quanto il concorso internazionale rappresenti l’occasione per “toccare il cuore” del processo di rigenerazione urbana insieme agli abitanti del quartiere. In molti dei 4.500 cittadini residenti anagraficamente, nella realtà 6.500, sottolinea Modigliani, è ancora oggi fortemente presente un atteggiamento di isolamento individuale con strategie difensive; recuperare la sfida utopica che Corviale contiene nella sua storia deve orientare l’intervento. La certezza dei finanziamenti, il Bando di gara, la partenza di lavori straordinari sono elementi di concretezza dell’intervento e della presenza del Pubblico. Modigliani pone l’accento su come nel concorso di idee e progettazione ogni attività debba essere inserita con chiara definizione di ruoli, risorse e azioni all’interno di un processo di coordinamento della progettazione partecipata, e secondo un orientamento ai valori di etica-sicurezza-legalità in cui le Linee guida dell’ATER sono l’indice utile per affrontare i problemi. Ribadisce l’impegno dell’ATER a sanare situazioni indefinite, ma sottolinea la necessità di azioni congiunte con le diverse realtà associative e le realtà amministrative.
Bruno Monardo, ricercatore e Professore di Urbanistica dell’Università la Sapienza, pone l’accento su una progettazione che partendo dai luoghi tenga conto del valore del capitale sociale umano. La centralità di Corviale rispetto al quadrante del territorio chiede di tenere in considerazione oltre alle persone residenti anche i soggetti “fluttuanti” che vi transitano dando valore e amplificandone la presenza. Sottolinea quanto la comunità non sia un soggetto monolitico bensi occorre identificare le diverse identità /gruppi portatori di interesse spesso tra loro in conflitto e non sempre disponibili a dialogare. E’ pertanto necessario produrre sinapsi tra i diversi soggetti. Il ciclo del progetto dovrebbe includere in sé la gestione (management) del progetto stesso:
• Found raising, a patto che le istituzioni siano capaci di avviare percorsi “rassicuranti” attraverso la loro stessa presenza e un forte investimento;
• Presenza del no-profit, quale soggetto legittimato a intervenire in percorsi di rigenerazione urbana che contemplino la valorizzazione del capitale umano;
• Flessibilità delle proposte progettuali , capace di rimodularsi nel tempo e sulle realtà di identità, appartenenza, che a oggi risultano deboli e vanno co-costruite;
• Luoghi di partecipazione di tipo proattivo, quale sintesi delle esperienze precedenti (Urban Center di III generazione).
Bruno Monardo conclude l’intervento ipotizzando la partecipazione della facoltà di Urbanistica La Sapienza anche attraverso il coinvolgimento degli studenti in attività laboratoriali.
Gianni Palumbo, portavoce del Forum del Terzo settore,nel rimarcare il ruolo del no-profit come soggetto che si occupa del bene comune, esprime la disponibilità a realizzare sinergie utili a favorire la riuscita del progetto.
Carte in Regola riporta l’esperienza dei contratti di quartiere nel Comune di Gela come superamento di visioni particolaristiche e di contrasto all’illegalità. Il Bene comune è inteso come principio etico non astratto, in cui il cittadino si riappropria del controllo sociale e diviene artefice del proprio habitat, trasformandosi da semplice residente in reale abitante. Sono richiamate le linee guida sulla partecipazione che superano la Del. 57/06, che dovrebbero essere recepite dai Municipi, e che a oggi è presentata e in parte accolta nel Municipio Roma 1. Si sottolinea l’importanza di sommare e unire competenze (urbanistica, architettura..) con l’immaginario e l’esperienza delle persone, affinchè la partecipazione possa entrare in modo più “robusto” nelle Linee Guida.
Fiammetta Caluosa, docente di sociologia urbana presso la LUMSA, sottolinea la necessità di sottolineare un punto di forza rappresentato dall’ubicazione di Corviale e rigenerare i punti di debolezza quali l’occupazione del 4° piano. Nella progettazione occorre un’analisi volta ad individuare le risorse della popolazione di Corviale, per comprendere se e come vi è capitale sociale.
Sergio Giovagnoli, presidente dell’Arci Lazio, presenta l’esperienza dell’Associazione che da oltre 20 anni è impegnata nei luoghi più “marginali” del quadrante (il campo Rom prima Muratella e poi Candoni) in un percorso che si è evoluto e ampliato nella gestione del Centro di Aggregazione Giovanile Corviale e negli interventi di contrasto alla dispersione scolastica. Egli sottolinea la Partecipazione non come mero mezzo ma come fine della progettazione, e come i cambiamenti nei contesti urbani avvengano laddove c’è l’impegno ad orientarli.
Roberto Latella presidente dell’associazione Il Laboratorio, riafferma l’importanza della partecipazione come processo permanente, richiamando al riguardo la significativa esperienza dei Centri Sociali di Marsiglia. In tal senso espone l’interesse manifestato da parte del Municipio XI a una progettazione finalizzata ad attivare processi partecipativi da potersi realizzare nel quartiere Corviale.
Martini pone l’accento sulla necessità di dare concretezza all’azione progettuale, tenuto conto dei principi di Legalità, Trasparenza nella partecipazione, e in cui vi risulta importante l’accompagnamento sociale e l’opportunità di tenere in debita considerazione i costi connessi. Sottolinea quanto il processo di riqualificazione possa innescare conflittualità tra gli abitanti, da prevedersi, e che necessita dell’azione di mediazione dei diversi soggetti coinvolti nell’intervento di riqualificazione.
Mimmo Buccolieri, presidente della Cooperativa Acquario ‘85, presente a Corviale dal 1987, esprime il valore dell’essere presenti nel territorio, rimarcando la necessità di una progettazione che parta e ponga in sinergia le risorse esistenti.
L’architetto Giangrande, da anni impegnato in soluzioni per il quartiere, esprime la preoccupazione che la progettazione sia sostenibile e partecipata. In particolare pone l’attenzione sui metodi della partecipazione, e sulla necessità di accogliere la visione futura, che dialoghi e tenga conto delle proposte e delle “visioni” degli stessi abitanti, le uniche capaci di garantire la sostenibilità nel tempo del processo di rigenerazione. Sottolinea inoltre l’importanza del concorso in più fasi che prevedano la manifestazione di interesse ancorata a elementi concreti di partecipazione e interventi cooperativi di comunità e azionariato diffuso, con l’attenzione volta alla sostenibilità e al tipo di economia che si intende produrre.
Eugenio De Crescenzo, presidente dell’ AGCI, esprime perplessità sulle linee guida e su quanto sia partecipato il percorso di elaborazione. Rileva aspetti di debolezza qualora la costruzione delle relazioni non venga affidata a soggetti competenti (figure professionali sociali) mentre viene assegnata massima rilevanza alla parte architettonica e urbanistica.




Corviale




Un co-working all’interno di CORVIALE 2020

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Guardando una foto satellitare dell’area urbana di Roma, abbassando lo sguardo verso il quadrante sud-occidentale e restringendo un po’ il campo, ci rendiamo subito conto dell’esistenza di una “barriera” di cemento armato che i romani chiamano amichevolmente “il Serpentone”.
Corviale o “Nuovo Corviale” è frutto della fertilità creativa che ha caratterizzato lo stile architettonico degli anni ‘70, opera di un gruppo di progettisti diretti da Mario Fiorentino, viene considerata tra le più rilevanti espressioni dell’architettura del secondo Novecento.
L’edificio è composto da due palazzi lunghi un chilometro ognuno per nove piani d’altezza che all’interno presentano un intreccio di ballatoi lunghissimi, cortili, spazi comuni e un anfiteatro esterno.
Attualmente di proprietà dell’ATER (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale del Comune di Roma) questo complesso rappresenta un fantastico esempio di architettura contemporanea autoriale e ad oggi riunisce una comunità di circa 6000 abitanti che oltre ad abitare questa astronave di cemento armato la popola e la fa vivere.
Corviale è la prima grande periferia urbana d’Italia incastonata ai margini della vita cittadina, impiantata proprio lì dove finiscono le costruzioni ed inizia il verde.
C’è addirittura una voce che sostiene che da quando è stato costruito il serpentone, il ponentino a Roma non arrivi più.
Il “quadrante Corviale” oltre a comprendere l’insediamento centrale, abbraccia i quartieri limitrofi di: Casetta Mattei/Buon Pastore, Trullo, Muratella e Magliana protetto dalle riserve naturali della Tenuta dei Massimi e Valle dei Casali, giova di una cornice naturalistica invidiabile e troppo spesso sottovalutata.
Nato con intenti avanguardistici legati alla promessa di rigenerazione urbana, Corviale ha, purtroppo, fino ad ora guadagnato un posto nell’immaginario collettivo solo come “fallimento di un’utopia” ma negli ultimi anni sta progressivamente spostando la propria identità verso la rinascita culturale e sociale con opportunità cariche di ottimismo e speranza per il futuro.
Corviale 2020 è un macro-progetto multidisciplinare che comprende innumerevoli attività volte a condividere una pianificazione comune di rigenerazione urbana, artistica, architettonica, paesaggistica, culturale, sociale ed economica.
La DG PaBAAC del MiBAC ha promosso insieme al Comune di Roma, all’ATER, all’Università la Sapienza e alla Comunità territoriale CorvialeDomani il piano di intervento nel 2012 sottoscrivendo così il primo Atto d’Intesa, rilanciato poi nel 2013 con il secondo Forum Corviale 2020.

All’interno di questa programmazione si va ad inserire l’idea, quasi un sogno, di riuscire a realizzare un co-working nell’opera colossale di Fiorentino.

Il Coworking, letteralmente “lavoro condiviso”, è “un nuovo stile lavorativo che coinvolge la condivisione di un ambiente di lavoro e di risorse, tra professionisti che fanno lavori diversi con approccio collaborativo”.
Un modo nuovo di concepire il lavoro che sta portando con sé un vero e proprio cambiamento culturale.
Molto spesso il coworking viene confuso con altre modalità di lavoro, come gli acceleratori di affari, gli  HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Incubatore_aziendale” \o “Incubatore aziendale” incubatori di impresa,  HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Business_center” \o “Business center” business center e le suite per dirigenti che però differiscono molto da quest’ultimo in quanto manca loro l’aspetto fondamentale del processo sociale, collaborativo ed informale.
E’ più calzante paragonare il co-working ad una moderna forma di cooperativa sociale incentrata sulla comunità piuttosto che sul profitto, come avviene in una qualsiasi azienda.
In questi spazi il focus sono le persone, la comunità e la collaborazione costante che stimola idee e facilita la creazione di progetti, perché la storia è ciclica e qui al centro del sistema torna l’uomo con tutto il suo network di relazioni.
Un mercato del lavoro sempre più flessibile, una crisi economica che non ha intenzione di arrestarsi e il dirompente avvento dell’era digitale hanno favorito la nascita di nuove figure professionali come collaboratori esterni, start up, freelance in grado di svolgere la propria professione in autonomia ed ovunque sul territorio, supportati da tecnologie sempre più innovative e dalla grande mobilità.
Questa cultura, che è già diventata un’istituzione nella maggior parte dei paesi europei, in Italia sta muovendo i primi timidi passi.
Ci troviamo di fronte ad una rivoluzione associativa ed aggregativa del modo di lavorare ma anche di intendere il posto di lavoro, che in questo modo diventa un luogo non solo sociale ed antropologico ma anche intriso di una nuova identità culturale.

L’errore più grande sarebbe confondere il co-working con una moda.
Obiettivi
Nato dall’esigenza di far incontrare professionisti diversi con competenze diverse, in un unico grande spazio di “comune pensiero”.
Questo progetto vuole dare alle persone la possibilità di uscire fuori dall’isolamento sociale, al quale il web tacitamente ci induce, con uno spazio aperto alla proliferazione della curiosità intellettuale.
L’obiettivo è quello di incentivare la collaborazione , la co-formazione, la condivisone e la costruzione di qualsiasi forma embrionale o meno di idea, spingere le persone all’aggregazione, che è attualmente la prima grande sconfitta delle istituzioni moderne.
Questo co-working oltre ad essere un luogo di lavoro all’avanguardia, comodo e sereno sarà un posto di formazione, con aree appositamente designate e spazi comuni utilizzabili per conferenze, riunioni, dibattiti eventi e quant’altro.

Descrizione breve
Il co-working dovrà avere i seguenti spazi:

Scrivanie attrezzate, postazioni con scrivania comoda, sedia, luce da tavolo, presa elettrica, accesso rete wi-fi. Linea VoIP
Sono inoltre a disposizione una stampante, una fotocopiatrice e armadietti per la custodire di valori personali sotto chiave.
Scrivania doppia; spazio attrezzato con due postazioni, molto utile a chi ha l’esigenza di lavorare in coppia. Linea VoIP
Ufficio privato; piccolo spazio privato dove poter svolgere la propria attività autonomamente. Linea VoIP
Area Ristoro e Relax; (cucina attrezzata/ distributori automatici/ lavabo/ frigorifero, cialde per espresso) divani e comode poltrone per godere insieme dei momenti di break e di creatività.
Sala Riunioni e Conferenze; attrezzata per videoconferenze, con videoproiettore, stampante, lavagna a muro, rete wifi, prese elettriche. Possibilità di usufruire della sala sia in orario serale che nel week end. Inoltre c’è la possibilità di farsi attivare un numero telefonico fisso temporaneamente. Linea VoIP.
Sala per Corsi di Formazione; ampio tavolo con sedute, lavagna a muro, rete wifi. Possibilità di affittare la cancelleria varia presso la reception.
Spazio eventi; possibilità di organizzare eventi, meeting, fiere, celebrazioni etc.. Soluzioni personalizzate per ogni singola esigenza.
Tutto il co-working sarà completamente dedicato a mostre, esposizioni, street-art, istallazioni e ad ogni espressione di arte esistente.
Spazio esterno; adibito ad orto, alla cura e al ritorno alla terra con la partnership di aziende agricole romane.
Laboratorio di Sartoria ed estetica; spazio di formazione con macchine da cucire per incentivare la ripresa e la diffusione dell’eccellenza sartoriale italiana. Inoltre questo spazio è dedicato all’educazione e alla “cura del bello”. Partnership di aziende del settore.

Azioni

Dopo aver analizzato minuziosamente lo stato dell’arte, il primo passo consisterà nella creazione di un business plan che avrà il compito di sintetizzare dettagliatamente i contenuti e le caratteristiche del progetto ma soprattutto darà una misura della fattibilità del tutto.
Verrà inoltre utilizzato il classico strumento di pianificazione strategica dell’analisi SWOT per valutare i punti di forza (Strengths), debolezza (Weaknesses), le opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats).
Questo business plan non dovrà essere considerato uno strumento assoluto, ma uno strumento dinamico, adattabile ai cambiamenti che avverranno all’interno del processo di progettazione e sviluppo.




Dialogo su Roma metropolitana

Nell’ambito del progetto “ROMA 20-25 – Nuovi cicli di vita della metropoli / New Life Cycles of the Metropolis”, presentato a dicembre 2014 dall’Assessorato alla Trasformazione Urbana di Roma Capitale e dal Direttore MAXXI Architettura Margherita Guccione, grazie al sostegno di BNP Paribas Real Estate, main sponsor dell’iniziativa, l’Auditorium del MAXXI ospiterà il prossimo 23 gennaio l’incontro pubblico fra ventiquattro università italiane e internazionali che dialogheranno con Giovanni Caudo, assessore alla Trasformazione Urbana di Roma Capitale e con lo scrittore Marco Lodoli su Roma e la città contemporanea: una fotografia di oggi, aspettative di trasformazione e scadenze future.
Al dibattito, moderato da Paola Pierotti, seguirà una discussione pubblica.

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ROMA20-25




Horizon 2020: 15 bandi aperti per l’innovazione sociale

Presentate a dicembre, nell’ambito del pilastro “Sfide nella Società” del Programma Horizon 2020, sono quindici le forme di finanziamento diretto che vi segnaliamo come un’opportunità da non perdere per città, centri di ricerca, università ma anche attori privati come imprese, associazioni e cooperative sociali . I bandi finanziano quasi totalmente gli interventi, ma richiedono un elevato livello di innovatività nelle azioni proposte: alcuni infatti sono destinati a finanziare anche solo cinque o sei progetti.

E’ richiesta una forte capacità sia progettuale che di gestione agli enti che intendono partecipare con l’obiettivo di sviluppare soluzioni innovative ed efficaci in collaborazione con i partner europei.

Di seguito le quindici opportunità finanziarie più interessanti, i cui termini scadono tra aprile e maggio:

Le città che cambiano tra partecipazione e innovazione sociale

1. Strengthening the knowledge and capacities of local authorities MG-5.4-2015
Scadenza: 23/04/2015
Il bando finanzia proposte progettuali dai 2 ai 4 milioni di euro e punta a creare un impatto maggiore soprattutto nelle regioni dove il tema dei trasporti urbani puliti non è ancora centrale per l’economia locale.
Le proposte dovranno focalizzarsi su due ambiti principali: tecniche e strumenti utili per la preparazione di Piani per la mobilità urbana sostenibile, capaci di integrarsi con il resto delle politiche urbane attraverso il coinvolgimento dei cittadini e dell’intera amministrazione locale, e pianificazione e della realizzazione di misure innovative in materia di mobilità sostenibile, con particolare attenzione alla loro sostenibilità finanziaria e alla creazione di modelli innovativi di business.

2. ICT-enabled open government INSO-1-2015
Scadenza: 28/05/2015
Il bando si focalizza sulla creazione di nuovi servizi a partire dall’utilizzo di tecnologie innovative per favorire l’open government e la partecipazione dei cittadini al governo del territorio.
Attraverso la creazione di reti fra città e stakeholder già attivi in questo campo, saranno individuati sistemi e applicazioni utili per rafforzare la trasparenza dei processi decisionali. Il bando finanzierà inoltre la creazione di servizi innovativi, personalizzati e accessibili attraverso piattaforme mobili e l’utilizzo di open data.
Saranno quindi finanziati progetti fra uno e tre milioni di euro, nell’ambito dei quali sarà necessario indicare l’impatto socio-economico sul territorio da raggiungere attraverso una semplificazione burocratica e l’introduzione di nuovi servizi e applicazioni tecnologiche.

3. Social innovation Community INSO-5-2015
Scadenza: 28/05/2015
La creazione di un terreno comune fra esperti settoriali e la definizione di figure (come i “facilitatori locali”) e strategie per la diffusione di ricerche e innovazione sul piano locale figura tra le azioni principali del bando che finanzia progetti fino a tre milioni di euro.
Il bando punta quindi a favorire la replicabilità su scala più ampia di iniziative urbane di innovazione sociale, contribuendo così in pratica a chiarire tale formula favorendo al contempo una nuova spinta alla crescita dei territori.

Le città tra efficienza energetica e sostenibilità finanziaria

4. Project development assistance for innovative bankable and aggregated sustainable energy investment schemes and projects EE-20-2015
Scadenza: 4/06/2015
Il bando finanzia azioni di studio e assistenza tecnica per favorire la realizzazione di grandi investimenti locali nel campo dell’efficienza energetica. Decisivo il coinvolgimento di una pluralità di attori, dalle città alle imprese, per la definizione di interventi su vasta scala che saranno testati grazie al finanziamento del bando.
Il bando finanzia interventi da 500 mila a due milioni di euro, a condizione che per ogni milione di euro ottenuto da Horizon 2020 sia possibile sostenere mobilità di investimenti almeno per 15 milioni.

5. Demand response in blocks of buildings EE-06-2015
Scadenza: 4/06/2015
L’attivazione di sistemi di gestione energetica intelligente nei quartieri urbani è il tema del bando che finanzia soluzioni innovative e in linea con smart grid e standard che emergono dalla direttiva europea del 2012 sull’efficienza energetica.
I progetti finanziati andranno da un minimo di tre a un massimo di cinque milioni di euro.

6. New ICT-based solutions for energy efficiency EE-11-2015
Scadenza: 4/06/2015
Il coinvolgimento dei cittadini verso un cambiamento delle abitudini in materia di consumo energetico rappresenta la sfida che le azioni finanziate dal bando intendono cogliere attraverso lo sviluppo e la diffusione di applicazioni per smartphone e tablet. Il bando finanzia soluzioni che uniscono l’uso delle nuove tecnologie al rilevamento di informazioni sui consumi energetici dei cittadini, ricavabili sia dai contatori intelligenti che persino dai social network.
Gli interventi promossi dal bando, che finanzia progetti tra 1,5 e 2 milioni di euro, saranno testati in edifici di interesse pubblico e in spazi di social housing.

7. Technology for district heating and cooling EE-13-2015
Scadenza: 4/06/2015
Il bando punta all’integrazione tra fonti differenti di energia con particolare attenzione alle energie rinnovabili. Oltre a promuovere una maggiore efficienza nelle tecniche di realizzazione di tali sistemi, il bando finanzia l’ottimizzazione delle soluzioni strategiche e di controllo per ridurre gli sprechi e migliorare le modalità di consumo energetico.
Attraverso i nuovi progetti, finanziati dal bando con stanziamenti tra 1,5 e 2 milioni di euro, si punta a ridurre il consumo energetico per tali operazioni dal 30 al 50% rispetto ai livelli attuali.

Le nuove soluzioni per le smart city

8. Smart Cities and Communities solutions integrating energy, transport, ICT sectors through lighthouse (large scale demonstration – first of the kind) projects SCC-01-2015
Scadenza: 5/05/2015
L’integrazione tra sistemi innovativi di teleriscaldamento e teleraffreddamento con le più ampie strategie di innovazione urbana per la smart city è il tema del bando che finanzia progetti pilota in partenariati contenenti almeno tre città. A tali contesti urbani, già dotati di infrastrutture tecnologiche all’avanguardia si affiancheranno due o tre città “follower” (una per ogni paese coinvolta) che intendono replicare le attività sperimentali messe in piedi dalle città-guida.
Il bando finanzia quindi progetti su vasta scala, dai 18 ai 25 milioni di euro, suddivisi in rimborso dei costi ammissibili e costi unità per metro quadro calcolati direttamente negli edifici dove saranno testate le soluzioni elaborate dai progetti.

9. Development of system standards for smart cities and communities solutions SCC-03-2015
Scadenza: 5/05/2015
La definizione di tecnologie e sistemi standard per l’innovazione urbana rappresenta l’obiettivo del bando che favorisce l’identificazione di soluzioni tecnologiche adattabili a diversi contesti economici e sociali. Allo stesso tempo sarà assicurata una rilevazione uniforme di set di dati attraverso standard comuni e misurazioni dei risultati, in stretto coordinamento con gli esiti dei bandi su Smart Cities and Communities solutions integrating energy, transport, ICT sectors through light house projects
Ogni progetto sarà finanziato da 500mila a un milione di euro e costituirà un deciso avanzamento verso un quadro europeo in materia di smart cities and smart communities.

Le città fra ricerca e innovazione

10. Innovation ecosystems of digital cultural assets REFLECTIVE-6-2015
Scadenza: 28/05/2015
La creazione di ecosistemi locali di innovazione basati sulle risorse digitali che consentono l’accesso ai beni culturali è il tema promosso dal bando, che introduce nuove modalità di comprensione e produzione di conoscenza in Europa.
I progetti, finanziati dai due ai quattro milioni di euro ciascuno, favoriranno la creazione di nuove reti tra studiosi, professionisti dell’ICT e operatori culturali.

11. Topic: The young as a driver of social change YOUNG-4-2015
Scadenza: 28/05/2015
Il ruolo dei giovani come agenti di innovazione e cambiamento sociale nell’organizzazione degli spazi urbani e, più in generale, della vita economica e sociale dei territorio è al centro del bando che finanzia azioni di ricerca capaci di porsi alla base di una nuova tipologia di politiche pubbliche in favore dei giovani. Il bando finanzia progetti che vanno da 1,5 a 2,5 milioni di euro.

12. Topic: Meeting new societal needs by using emerging technologies in the public sector EURO 6 – 2015
Scadenza: 28/05/2015
L’applicazione delle nuove tecnologie per un miglioramento del settore pubblico, capace di coniugare partecipazione, efficienza e riduzione dei costi, è il tema affrontato dal bando. I progetti, finanziati dal bando dai 2 ai 5 milioni di euro, studieranno l’impatto sulle pubbliche amministrazioni dell’utilizzo di innovazioni come il web 3.0, l’internet delle cose, open data e interoperabilità semantica.

13. European cohesion, regional and urban policies and the perceptions of Europe REFLECTIVE-3-2015
Scadenza: 28/05/2015
Il bando finanzia studi e ricerche comparative sull’applicazione delle politiche di coesione europee, le differenze storiche, culturali e amministrative tra le regioni e il contributo delle politiche regionali per favorire l’integrazione delle società europee. Principali destinatari del bando, che finanzia progetti da 1,5 a 2,5 milioni di euro, sono centri di ricerca, università, associazioni e autorità pubbliche.

14. The cultural heritage of war in contemporary Europe REFLECTIVE-5-2015
Scadenza: 28/05/2015
Esplorare l’eredità culturale della Guerra nell’Europa contemporanea attraverso un’azione di ricerca multidisciplinare e comparativa è quanto intende favorire il bando, che si concentra sulla mappatura di esperienze legate all’impatto sui territori dei diversi conflitti avvenuti negli ultimi secoli in Europa.
I progetti, finanziati da 1,5 a 2,5 milioni di euro, approfondiranno il ruolo dei conflitti nella creazione delle identità nazionali e locali.

15. ERA-NET on Smart Urban Futures EURO-5-2015
Scadenza: 28/05/2015
Sostenere la creazione di città più sostenibili e inclusive a partire da un’azione di ricerca che individui elementi di forza e di debolezza dei processi di sviluppo urbano è l’obiettivo del bando che finanzia studi comparativi su esperienze realizzate in città e regioni europee. Il bando selezionerà una sola fra le idee progettuali presentate, fino ad un massimo di cinque milioni di euro.

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Roma, sampietrini in periferia e boulevard a Tor Sapienza: il nuovo piano del Campidoglio

Dalla pulizia delle strade alla valorizzazione dei beni archeologici. Il vicesindaco di Roma Luigi Nieri detta le linee guida di quella che sarà il suo piano per le periferie e annuncia: la prima piazza pedonale decentrata con i sampietrini tolti dalle vie ad alta percorrenza del centro di Roma «sarà realizzata in tempi rapidi, comunque entro il 2015».
Martedì intanto è previsto un incontro tra l’amministrazione comunale e i comitati degli abitanti di Tor Sapienza, il quartiere della Capitale della rivolta anti-immigrati. In quell’occasione l’assessore alla Rigenerazione Urbana Giovanni Caudo presenterà un progetto per trasformare viale Giorgio De Chirico da «autostrada» a «boulevard urbano».

«Iniziamo il processo di ascolto dei municipi per la realizzazione di 14 piazze pedonali in 14 municipi di Roma, fatta eccezione per il primo municipio, centro storico – annuncia Nieri – L’idea è realizzare piazze che siano luoghi veri e gli unici luoghi che funzionano sono quelli scelti con i cittadini. Pensiamo a vere e proprie isole pedonali con quante più funzioni possibili».

Quanto al piano per le periferie, «dobbiamo lavorare sui servizi affinchè chi ci abita non si senta più un cittadino di serie B. Dobbiamo coordinare gli interventi: dalla pulizia delle strade ai trasporti, fino a alle iniziative culturali decentrate. Serve valorizzare i siti archeologici fantastici che ci sono, ad Ostia Antica come sull’Appia, e le esperienze giovanili».

I fondi? «Li dobbiamo intercettare – risponde – Il sindaco ha detto che concentreremo i fondi sulle grandi necessità della città e le periferie sono tra queste». L’incontro di martedì tra il sindaco Ignazio Marino, il vicesindaco Nieri e l’assessore Giovanni Caudo da una parte e i comitati di Tor Sapienza non è il primo e probabilmente non sarà l’ultimo.

«A Tor Sapienza c’è uno stradone largo 60 metri e lungo circa 1,5 km, viale Giorgio De Chirico, che faceva parte di un progetto di tangenziale che non è mai stato realizzato – dice Caudo – È rimasto solo questo pezzo di autostrada in città che noi vogliamo trasformare in un un boulevard urbano.

Se si portasse a 35 metri di larghezza la strada si recupererebbero 3 ettari da utilizzare per dare un nuovo carattere a tutta la zona: una via con marciapiedi, dove passeggiare, con servizi. Si tratta di un progetto pilota per fare capire come si lavorerà anche su altre zone di Roma. Intendiamo operare in un nuovo rapporto pubblico-provato, attraendo fondi europei, mentre il Comune metterà a disposizione il suolo. Non siamo, comunque, ancora nella fase operativa».

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Internet delle cose, un mercato da 1700 mld di dollari al 2019

Business Insider: l’Internet of Things diverrà in 4 anni il più grande mercato al mondo, grazie agli usi governativi e domestici (smart home). La sfida è migliorare la sicurezza dei device

Da diversi anni a questa parte innovazione fa rima con interconnessione. E il futuro andrà sempre più in questa direzione. Il mercato del cosiddetto ‘Internet of Things’ (IoT) sta crescendo in modo esponenziale, trainato dallo sviluppo tecnologico ma sopratutto da una sempre maggiore consapevolezza, di consumatori e aziende, dei vantaggi ottenibili dalla connettività diffusa.
Secondo un recente report di BI Intelligence, servizio di ricerca di Business Insider, l’Internet delle cose sarà il più grande mercato al mondo, il cui valore entro il 2019 sarà più del doppio di quello generato da smartphone, pc, tablet, automobili connesse e tecnologie indossabili. Parliamo di un valore di circa 1700 mld di dollari, che includerà  hardware, software, costi di installazione, servizi di gestione.

La smart home farà da traino al mercato IoT

Il numero degli oggetti connessi venduti sarà di 6,7 miliardi nel 2019 con un tasso annuo di crescita del 61%. Le entrate generate dalla vendita dell’hardware sarà pari ad appena l’8% delle entrate totali generate dall’IoT. A guidare lo sviluppo della tecnologia sarà il settore del business, che attualmente detiene una quota di mercato del 46%, ma nei prossimi anni cresceranno notevolmente gli utilizzi in campo governativo (destinato entro il 2019 a diventare il mercato leader, quello con più dispositivi connessi) e domestico, dove lo scenario di smart home diventa di anno in anno sempre più reale.

Il problema della sicurezza
Se i vantaggi più evidenti dello sviluppo dell’IoT sono legati all’efficienza, alla facilità di utilizzo dei dispositivi e a un abbattimento dei costi, i maggiori limiti sono legati alla sicurezza (leggi). Perché ‘mettere in rete’ alcuni dati personali e sensibili significa anche renderli vulnerabili ad attacchi esterni.
L’industria sta infatti concentrando i propri sforzi, conclude lo studio, su due fronti: quello del miglioramento della sicurezza dei device e quello di una maggiore standardizzazione e compatibilità dei sistemi.

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SVILUPPO GREEN ECONOMY: LA NOTA DI LETTURA DEL SENATO

Il Servizio Studi del Senato della Repubblica ha pubblicato la nota di lettura riguardante “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”. Il documento, già approvato dalla Camera dei Deputati, è articolato in XI capi, ognuno dei quali affronta uno specifico settore della green economy. Una riflessione particolare la merita il Capo IV, che si interessa di green public procurement. L’articolo 10, recante disposizioni per agevolare il ricorso agli appalti verdi, interviene sulla disciplina delle garanzie a corredo dell’offerta nei contratti pubblici, di cui all’art. 75 del Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, al fine di prevedere la riduzione del 30% dell’importo della garanzia, e del suo eventuale rinnovo, per gli operatori economici in possesso di registrazione al sistema di ecogestione e audit EMASo e una riduzione del 20% per quelli con certificazione ambientale ai sensi della norma tecnica UNI EN ISO 14001, nonché per gli operatori in possesso del marchio di qualità ecologica dell’Unione europea Ecolabel, in relazione ai beni o servizi che costituiscano almeno il 50 per cento del valore dei beni e servizi oggetto del contratto stesso. Nei contratti relativi a lavori, servizi o forniture l’importo della garanzia, e del suo eventuale rinnovo, è ridotto del 15 per cento per gli operatori economici che sviluppano un inventario di gas ad effetto serra ai sensi della norma UNI EN ISO 14064-1 o Carbon footprint di prodotto ai sensi della norma UNI EN ISO/TS 14067. All’articolo 12, invece, vengono identificati i criteri ambientali minimi negli appalti pubblici per le forniture e negli affidamenti di servizi. La norma, modificata dalla Camera dei deputati, disciplina con l’introduzione dell’articolo 68-bis nel Codice dei contratti l’applicazione dei “criteri ambientali minimi” (CAM) negli appalti pubblici di forniture e negli affidamenti di servizi nell’ambito delle categorie previste dal Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione (PANGPP). In particolare, la norma prevede l’obbligo per le amministrazioni pubbliche, incluse le centrali di committenza, di contribuire al conseguimento degli obiettivi ambientali attraverso l’inserimento, nei documenti di gara relativi ai predetti appalti e affidamenti, almeno delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenute nei decreti ministeriali adottati in attuazione del PANGPP. L’articolo 13, infine, presenta una ulteriore specificazione rispetto a quanto stabilito dall’articolo precedente perchè reca ulteriori disposizioni volte all’applicazione dei criteri ambientali minimi (CAM) nei contratti pubblici. Nello specifico, il comma 1 e 1-bis integrano le competenze dell’Osservatorio dei contratti pubblici assegnando all’Osservatorio il monitoraggio dell’applicazione dei criteri ambientali minimi disciplinati nei relativi decreti ministeriali e del raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica amministrazione (PANGPP), senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Il comma 2, modificando l’articolo 64, comma 4-bis,del Codice dei contratti pubblici, prevede che i bandi-tipo, sulla base dei quali sono predisposti i bandi da parte delle stazioni appaltanti, devono contenere indicazioni per l’integrazione dei criteri ambientali minimi. Il comma 3, nel modificare l’articolo 83, comma 1, lettera e), del Codice dei contratti pubblici, integra i criteri di valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, relativamente alle caratteristiche ambientali e al contenimento dei consumi energetici e delle risorse ambientali, specificando che tali criteri devono riferirsi anche al servizio, e non solo al lavoro e al prodotto, e che, quanto al prodotto, occorre tenere conto anche delle “specifiche tecniche premianti” previste dai criteri ambientali minimi.

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Ancora sulle periferie come tema del giorno (piccola rassegna stampa)

da: La memoria di Pasolini affidata a Dacia Maraini per il quarantennale della morte (link all’articolo) :

“L’Italia ha il dovere di ricordare Pasolini e di trasmettere alle nuove generazioni l’attualità del suo messaggio di ricerca e denuncia. Il collegamento con il tema che sta finalmente diventando centrale delle Periferie Urbane, rende la rilettura dei lavori di Pasolini ancora più importante e significativo”, ha detto Franceschini.

(…)

Si torna oggi a parlare di ‘periferie urbane’, temi cari a Pasolini. ”Nelle periferie, in quei luoghi ai margini delle città secondo Pasolini ‘vi abitavano gli angeli’ -ha commentato Ravera”

da: Che Fuori Tempo Che Fa, puntata 17 gennaio 2015 in diretta: gli ospiti e le interviste (link all’articolo) :

Renzo Piano: “Le città sono lo specchio delle civiltà: per costruire si dovrebbe ripartire dalle periferie. Le periferie devono essere fecondate e devono diventare città, perché sono le città di domani, le città del futuro: nelle periferie c’è l’energia vitale. Cosa lasciamo ai nostri figli? Noi abbiamo ricevuto delle città stupende e rischiamo di lasciare dei deserti affettivi.”




Il lavoro «alla spina». Modernità e opportunità

La copertina con cui l’Economist ha inaugurato il 2015 non passa inosservata: un rubinetto dal quale esce un getto di lavoratori autonomi (dai tassisti, agli addetti alle pulizie, ai manutentori) e di liberi professionisti (dai consulenti di direzione ai medici, passando per avvocati e commercialisti), disponibili su chiamata a prestare la loro opera per fare ciò che serve, quando serve e finché ce n’è bisogno.

Ad aprire il rubinetto, ci pensa una nuova generazione di imprese, con le competenze per intercettare la domanda di servizi di ogni tipo e per soddisfarla con una rete capillare di freelance qualificati, attivata e coordinata dalla potenza di connessione delle app per smartphone.

Si chiama «on-demand economy», sta ridefinendo il funzionamento dell’economia dei servizi in tutto il mondo e, con lo sbarco di Uber a Padova, ha fatto breccia anche in Veneto. Tutto fa pensare che siamo di fronte all’ennesimo fenomeno dirompente per il lavoro. Per i prestatori di servizi sarà come esternalizzare la funzione commerciale.

I più giovani ne trarranno vantaggio: entrano subito nel network di un operatore specializzato, aumentano la probabilità di incrociare richieste di servizi coerenti con le loro competenze ancora acerbe e così fanno rapidamente esperienza.
Per i lavoratori autonomi e i professionisti più anziani, esposti al rischio di essere messi fuori mercato dall’età e dalle innovazioni, l’accesso al portafoglio clienti dell’intermediario è la via più semplice per raggiungere l’età della pensione.

Per quelli che si rifiuteranno di lavorare «alle dipendenze di un’anonima app» per rimanere ostinatamente indipendenti, la via maestra è differenziare il portafoglio di servizi con soluzioni più qualificate o più economiche della concorrenza: qualunque sarà la modalità scelta, i clienti ringrazieranno.

A dirla tutta, esiste anche un’altra strada da esplorare: mettersi nella scia della «on-demand economy» e avviare forme di imprenditorialità collaborativa, con l’obiettivo di condividere la funzione commerciale invece di affidarla ad altri e perderla per sempre.

In Veneto, esistono già esperienze positive di network territoriali di esperti e professionisti. Queste reti saranno tanto più competitive quanto prima faranno propri i nuovi modelli di gestione e di coordinamento.
Non si tratta di scimmiottare i grandi operatori emergenti, ma di individuare con cura i leader a cui ispirarsi e poi scegliere le pratiche da imitare (e da adattare). È una strategia nobile: copiare da uno è plagio, ma copiare da tanti è ricerca.

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