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Stop al consumo di suolo, si va, forse, verso la legge

Definito il nuovo testo base del ddl sul consumo di suolo ora in Commissione congiunta Agricoltura ed Ambiente. Si punta a convertirlo in legge entro febbraio

Va considerato un importante passo in avanti sullo stop al consumo di suolo la definizione del nuovo testo base del disegno di legge specifico, in discussione presso la Commissione congiunta Agricoltura ed Ambiente della Camera dei Deputati. «L’obiettivo è quello di avere ora un testo condiviso che possa essere discusso dall’Aula di Montecitorio entro il mese di febbraio», spiegano gli onorevoli Chiara Braga e Massimo Fiorio (Partito Democratico), autori del testo base. Che spiegano: «Con questo testo di legge s’introducono nella normativa vigente i principi fondamentali di riuso, rigenerazione urbana e limitazione del consumo di suolo, attraverso la tutela e la valorizzazione dell’attività agricola. Il meccanismo ereditato dalla proposta già condivisa con le Regioni permette di definire una riduzione progressiva del consumo di suolo coerente con l’obiettivo europeo del consumo di suolo zero al 2050. Il nostro obiettivo non è avere una legge di bandiera e nemmeno una norma punitiva nei confronti dell’attività edilizia. Quello che vogliamo garantire è un’effettiva salvaguardia del suolo dai rischi di un’edificazione sconsiderata, come purtroppo è avvenuto in passato, e nello stesso tempo sostenere con misure positive le azioni di riuso e rigenerazione urbana che devono rappresentare il futuro dell’edilizia».
Soddisfazione viene espressa da più parti per il testo: il Consiglio nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori parla di «un epocale cambio di paradigma ed un nuovo approccio al governo del territorio che lega in modo logico e indissolubile la progressiva riduzione dell’utilizzo del suolo non edificato e la rigenerazione e il riuso delle città, e che è in linea con quanto auspicano da tempo gli architetti italiani. Tutto ciò non rappresenta solo una sana politica ambientale, ma anche l’unica possibilità, per Regioni e Comuni, di continuare a sostenere i costi dei servizi infrastrutturali, senza aumentare ulteriormente le tasse ai cittadini».
Secondo Legambiente, attraverso il presidente nazionale Vittorio Cogliati Dezza, «la presentazione nelle Commissioni ambiente e agricoltura della Camera di un testo base di Ddl in materia di consumo di suolo è una buona notizia, perché permette di accelerare finalmente l’iter che dovrà portare all’approvazione di una legge ad hoc. Chiederemo al Governo e ai gruppi parlamentari di impegnarsi per arrivare in questa legislatura all’approvazione finale del testo».
Plauso anche dal Cia-Confederazione italiana agricoltori: «Ora però non bisogna perdere altro tempo, ma lavorare per arrivare finalmente a una buona legge. Noi la sollecitiamo da tempo e ci aspettiamo di essere coinvolti per giungere a una norma utile e condivisa». La stessa Cia sottolinea che si tratta di un provvedimento urgente, perché l’agricoltura continua a perdere terreno, minacciata costantemente dall’avanzata di cemento, incuria e degrado che solo negli ultimi vent’anni hanno divorato oltre 2 milioni di ettari coltivati. Perdere terreno agricolo, per la Cia, «vuol dire aumentare la nostra dipendenza dall’estero nel capitolo agroalimentare e mettere a rischio un patrimonio paesaggistico che, tra il turismo rurale e l’indotto legato all’enogastronomia tipica, vale più di 10 miliardi di euro l’anno».

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Città resilienti: 100 sindaci firmano il Protocollo Onu a Potenza

L’adesione formale al protocollo,avvenuta nel corso di un meeting internazionale sulla resilienza, prevede lo sviluppo di un modello comune per prevenire il rischio da calamità naturali

Un documento universale sulla resilienza, un modello comune e condivisibile per far fronte alla catastrofi naturali. E’ stato firmato stamattina, da 100 sindaci aderenti al programma     ONU guidato dalla Provincia di Potenza il protocollo sulle “Città resilienti”. L’adesione formale è avvenuta in occasione del del meeting internazionale “Individui e comunità resilienti fanno un mondo sicuro e sostenibile- Verso una Resilienza Integrale delle Comunità ai Rischi di Disastri e ai Cambiamenti Climatici: Progressi e Prospettive Future dall’Esperienza nella Provincia di Potenza” che, iniziato ieri, si concluderà nella giornata di domani, 27 gennaio nel capoluogo lucano.

I firmatari
Tra i firmatari, alla presenza dei rappresentanti Onu, guidati da Margareta Wahlstròm: Provincia di Gorizia, Provincia di Avellino, Provincia BAT, Provincia di Bari, Provincia di Foggia, Provincia di Salerno, Provincia di Matera, Municipality of Avrig (Romania), “Pays des Sorgues Monts de Vaucluse” Municipalities’ Association (France), Municipality of Matera, Municipality of Rubi (Spain), Municipality of Šentrupert (Slovenia), Municipality of Graanica (Bosnia-Herzegovina), Municipality of Podgorica (Montenegro), The European Regional Framework for CO-OPERATION (Greece), Regional Energy Agency of Ribera (Spain), Canary Islands (Spain), The Great Manchester.

Oggi cento sindaci- ha commentato il presidente della Provincia di Potenza, Nicola Valluzzi– aderiscono alla campagna: è un modello che le Nazioni Unite vogliono portare in tutte le aree interne, ed è un’esperienza unica per i nostri sindaci, coordinati dalla Provincia in continuità con le azioni realizzate in questi anni, in materia di Protezione civile e di pianificazione dei programmi e di difesa del suolo. Serve a creare i presupposti per una nuova consapevolezza della cultura dei territori, e per prevenire catastrofi che oggi sembrano inarrestabili.

Domani, conclusione del meeting con il progetto Re-Mida

Il meeting, nato con l’obiettivo di creare le condizioni per diffondere la cultura della consapevolezza rispetto alla dimensione del “rischio” e aumentare, con azioni concrete e partecipate, il livello di sicurezza del territorio, terminerà domani  con la conclusione,   alla presenza di tutte le partnership aderenti, di Re-Mida, progetto europeo finalizzato a sviluppare nuove soluzioni EE e FER in città mediterranee, attraverso il rafforzamento della politica energetica locale e la strategia e la promozione di una gestione intelligente della domanda e dell’offerta di energia.

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Stadio della Roma: il plastico arriva a Corviale

Dal 2 febbraio al 2 marzo il progetto sarà visionabile nella Biblioteca Nicolini

LO SPOSTAMENTO – Dopo la presentazione nella Casa della Città a Garbatella e qualche mese di permanenza nella sede del Municipio IX di via Silone, il plastico del nuovo stadio della Roma fa nuovamente le valige. Dal 2 febbraio al 2 marzo, grazie all’accordo con l’AS Roma e l’Amministrazione capitolina, il plastico sarà esposto presso la sala mostre della Biblioteca comunale “Renato Nicolini” di via Marino Mazzacurati n.76 a Corviale. Il plastico (mt 1,70×2,20) e le schede informative sul progetto saranno a disposizione dei cittadini e dei tifosi che vogliono prenderne visione, durante gli orari di apertura della Biblioteca.

CRITICITÀ E PROSPETTIVE – A dare la notizia dell’esposizione del plastico è il Presidente del Municipio XI, Maurizio Veloccia, che spiega quali siano le possibilità e le criticità che il progetto potrebbe portare al territorio municipale: “Si discute molto del progetto del nuovo Stadio della AS Roma che, sebbene sorgerà a Tor di Valle nel Municipio Roma IX, avrà molte ricadute nel nostro territorio. Lo Stadio, infatti, può essere una grande opportunità per la città, soprattutto per migliorare il sistema della mobilità nel quadrante ovest – ha scritto Veloccia – È nella prospettiva di riqualificazione del contesto urbano in cui si inserisce il nuovo Stadio che abbiamo proposto l’esposizione del plastico: un’occasione per tutti i nostri cittadini di conoscere questo progetto che porterà importanti novità anche nel nostro territorio”.

LE RICHIESTE DEL MUNICIPIO XI – Come per il Municipio IX, anche il territorio amministrato da Veloccia aveva espresso parere favorevole alla Delibera sullo Stadio, pur ponendo alcune discriminati “per migliorare il testo e assicurare la soluzione di alcuni nodi viari, che l’Assemblea capitolina ha recepita”. Fra questi il Presidente ha ricordato “la realizzazione del sottopasso ferroviario di via Luigi Dasti: un insostenibile collo di bottiglia per tutto il quadrante Magliana-Parco de Medici. Roma Capitale ha, inoltre, confermato la previsione di importanti opere tra cui un ponte pedonale sul Tevere fino a Magliana e un parco fluviale tutto intorno allo Stadio. Anche le cubature sono state ridotte di 102 mila mc (erano 900 inizialmente)”.

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Roma e Berlino, periferie a confronto. La mostra

Il Corviale e gli edifici di Le Corbusier negli scatti di Officine Fotografiche. A ospitarli, fino all’11 marzo, il Teatro Ambra alla Garbatella

Corviale e l’Unité d’habitation. Mario Fiorentino e Le Corbusier. Sono queste le realtà racchiuse nella mostra Corviale Strasse organizzata dall’associazione Officine Fotografiche e ospitata dal Teatro Ambra di Garbatella fino all’11 marzo. Scatti che ripercorrono l’evoluzione dello spazio urbano, dai quartieri di Berlino di Hansaviertel alla Portuense, dove si staglia il Serpentone.

 PERIFERIE A CONFRONTO – Un’esposizione collettiva in cui i 12 fotografi, coordinati da Maurice Carucci, si sono fatti guidare dai residenti del Serpentone e della “Unité d’habitation Typ Berlin” nella loro quotidianità. Interminabili corridoi che diventano spazi di gioco, interi piani un tempo pensati per ospitare servizi e poi abbandonati all’incuria del tempo. E poi, tra aree ricreative che sono distese di cemento, ascensori e citofoni malfunzionanti, ci sono loro, i volti di chi quegli spazi li abita. Così il percorso fotografico disposto su due file di scatti, Roma in alto, Berlino in basso, permette di riflettere sulle trasformazioni di questi quartieri: come erano stati pensati e cosa sono diventati oggi.
LE CORBUSIER E MARIO FIORENTINO – L’intuizione dell’architetto svizzero Le Corbusier, l’Unité d’habitation, è la creazione di edifici autosufficienti, dotati di appartamenti ma anche di servizi per i residenti. Una novità assoluta che segna l’avvio dell’urbanistica modernista, uno spazio realmente a “misura di cittadino”. A Berlino, l’idea si concretizza nella Mostra Internazionale dell’edilizia del 1957, in occasione della quale viene ricostruito il quartiere Hansaviertel, raso al suolo durante la Seconda Guerra Mondiale. Anche l'”Unité d’habitation Typ Berlin” sorge in questo periodo.

IL SERPENTONE, UN KM DI PROMESSE MANCATE – In Italia, lo stesso modello di spazio collettivo viene sperimentato da Mario Fiorentino al quartiere Corviale.

Nasce, così, il Serpentone. Costruito nel 1972 e consegnato ai residenti dieci anni dopo, è un’utopia che si trasforma in un chilometro di cemento. Ospita più di 6 mila persone e 120 nuclei familiari, sin dall’inizio privati di servizi a lungo promessi. Al loro posto, una quotidianità fatta anche di abbandono e scarsa manutenzione.
LA RIQUALIFICAZIONE – Oggi, però, qualcosa potrebbe cambiare grazie al progetto “Chilometro Verde”. Un intero piano del Serpentone destinato a ballatoi, giardini d’inverno, servizi e luoghi d’incontro. A ideare l’opera, vincitrice nel 2008 della gara indetta da Ater (Azienda territoriale di edilizia residenziale), l’architetto e docente Guendalina Salimei, fondatrice di T studio. Il suo è un innovativo piano di riqualificazione che colma gli spazi vuoti dell’edificio. Quelli che avrebbero dovuto ospitare farmacie, supermercati e luoghi di aggregazione e che, invece, da decenni sono occupati abusivamente.
LA VITA AL CORVIALE – Tra disagi di oggi e speranze per il domani, c’è la vita di migliaia di residenti. “Sono delusi per quel che è stato del progetto originario – spiega il curatore della mostra, Maurice Carucci – ma provano amore per i loro luoghi”. A Corviale si respira un forte senso d’appartenenza. “Qui, i ragazzi non vanno a giocare al campo di calcetto. Vogliono tirare le loro pallonate contro il muro del garage, al Serpentone”.

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Versione definitiva del POR FSE Lazio 2014-2020

Finalmente disponibile sul portale LazioEuropa della Regione Lazio la versione definitiva del POR FSE Lazio 2014-2020 approvata con Decisione della Commissione a dicembre.

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Ripartiamo dalle biblioteche

La motivazione della delibera del 30 dicembre 2014 sulle varie forme di partecipate del Comune di Roma è il risparmio. La delibera infatti è propedeutica all’approvazione del Bilancio. Ma perché allora vi è stata inserita l’Istituzione delle Biblioteche che è in attivo e, soprattutto, come mai a distanza di 27 giorni gli assessori del Bilancio e della Cultura non sono ancora capaci di quantificare questi risparmi fantasma?
Essi si sono limitati a dichiarare nel loro Comunicato stampa del 14 gennaio 2015 che:“il ritorno del sistema all’interno della struttura di Roma Capitale (…) ci permetterà (…) di semplificare le procedure (…)
L’unica conclusione possibile è che “si boccia l’autonomia ed il lavoro di questo servizio senza un perché”.
Noi invece ringraziamo un Consiglio di Amministrazione professionale e gratuito che, come noi, vuole “discutere di aumentare la presenza nei territori dove quasi sempre siamo l’unico presidio culturale progettando interventi di animazione, e di organizzare la collaborazione con le reti di biblioteche dei castelli e del litorale all’interno del percorso della città metropolitana (già Fiumicino ha chiesto di entrare nella rete della nostra Istituzione)”
Ed è su queste parole che il consigliere d’amministrazione dell’Istituzione Gioacchino Quirico ha pronunciato nell’affollata assemblea di stamattina alla Biblioteca Rispoli (con la presenza tra gli altri della Commissione Cultura del Comune) che vogliamo concludere, noi di Corviale Domani che conosciamo appieno il fondamentale apporto delle biblioteche nella nostra e nelle tante periferie, ribadendo che per tale motivo la questione non riguarda solo l’assessorato alla Cultura ma anche quelli delle Periferie, delle Politiche Sociali, della Scuola e Sport, dell’Urbanistica. E’ su questo piano che ai risparmi si coniuga l’aumento dei presidi culturali nei territori e su questo occorre aprire una discussione su cambiamenti radicali non più eludibili.

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La miniera dell’ambiente e l’economia verde

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Massimo Piras (Zero Waste Lazio), nell’ambito di una strategia rifiuti zero, presenta un progetto realizzato a Roma in affiancamento alle “domeniche ecologiche” di AMA finalizzato alla raccolta e riparazione per il riutilizzo dei prodotti.
Presenta esperienze di Buone Pratiche in atto in diverse Regioni italiane (Marche, Veneto, ..) che mostrano l’importanza del Riutilizzo sia come valore di filiera della solidarietà sia come valore di rilevanza economica .
A tal riguardo riporta i dati relativi alle città di Goteborg (Svezia), Berkley (California), Los Angeles (California) dove sono stati realizzati ECOPARCHI con caratteristiche diverse ma tutti con evidenti vantaggi sia economici che sociali.
Per Roma (simile per popolazione e per % di riuso a Los Angeles) prefigura quindi la realizzazione di Centri raccolta di quartiere (passare da 13 a 100 isole ecologiche) ed a livello pilota propone la realizzazione di un ECOPARCO nel terreno pubblico intorno all’attuale isola ecologica comunale.

Arch. Riviello presenta il progetto ECOPARCO CORVIALE con un’estensione di 7 ettari e spazi dedicati a funzionalità integrate, quali ad esempio:
• Raccolta
• Separazione tra rifiuti riutilizzabili e non
• Laboratori di riparazioni (ciclofficina, elettronica, materiali edili, …..)
• Vendita di prodotti riparati
• Produzione di compost
• Orti urbani (utilizzano il compost e producono rifiuti per la sua produzione)
• Bar – Ristorazione (utilizza i prodotti dell’orto e l’umido di scarto va in compost)
• Parco giochi
• Centro sportivo
• Centro educazione ambientale
E’ evidente quale sarebbe il vantaggio sociale ed economico per il territorio e lo sviluppo dell’occupazione!

Stefano Panunzi fa notare che l’operatività dell’ECOPARCO è strettamente legata alla raccolta nel palazzo e quindi al problema della movimentazione merci da studiare come circuiti specifici che interagiscano (da chiedere ai progettisti del Concorso ATER)
Sottolinea inoltre l’importanza di avviare dei processi in grado di trasformare Corviale in un laboratorio di riferimento per l’artigianato romano e farlo diventare un luogo dove artigiani professionisti e artisti possano organizzarsi.
Introduce il MONDO DEI MAKERS, cioè la possibilità di costruire oggetti complessi (anche da materiali di scarto) con stampanti 3D: ARTIGIANATO DIGITALE , presentando una start up innovativa a livello mondiale rappresentata dal giovane Giorgio Alliva, cofounder della 3D Italy.

Alliva espone il suo progetto di stampanti 3D Italy. Il progetto riguarda la condivisione di strumenti digitali per produrre prototipi. Parla delle sue collaborazioni. Alliva ha avviato un progetto con un istituto romano e l’università di Tor Vergata dove attualmente sta realizzando il prototipo di un rene artificiale. Durante il suo intervento introduce il discorso di un design “one to one”, o meglio di un design voluto dal singolo che non sia frutto di una produzione. Parla del ruolo degli artigiani digitali e della possibilità di realizzare le cose in modo indipendente tramite stampanti 3d

Panunzi Centra l’attenzione sull’importanza dei materiali di scarto e sul ruolo che possono avere i materiali di riciclo per avviare un ciclo produttivo. Fa emergere inoltre la necessità di censire una lista dei materiali di scarto che possono derivare dalla ristrutturazione dell’edificio di Corviale e invita Alliva a stilare una lista dei materiali possibili e dello spazio minimo necessario per una unità produttiva di FabLab.

Tommaso Capezzone interviene sottolineando la necessità di considerare i rifiuti fonte di materia prima per l’artigianato digitale che potrebbe aiutare a diminuire il costo della manutenzione edile. Gli operatori possono realizzare progetti a corviale che può diventare un contenitore capace di accogliere gli artigiani che utilizzano gli scarti derivati da progetti di riqualificazione dell’edificio stesso
Sottolinea così come il mondo 3D potrebbe ridurre il costo della manutenzione edile!
Evidenzia inoltre la necessità di formazione e certificazione di nove competenze e professionalità con particolare riguardo alla Nuova Edilizia e Nuove figure dell’abitare.

Gianni Russo del Liceo scientifico Keplero presenta un progetto di orti urbani nella scuola recentemente approvato a cui aderisce anche Corviale Domani
Inoltre parla del ruolo che la scuola può avere diventando un punto di riferimento per l’artigianato. La scuola può diventare il luogo adatto dove costruire. La formazione deve avere un ruolo prioritario. Sottolinea che il 27% dei giovani non sono diplomati e ci sono solo due scuole superiori.

Morandini interviene dicendo che la scuola a suo avviso non debba diventare un riferimento per l’artigianato. Ritiene invece che la formazione e la costruzione debbano avvenire al di fuori della scuola. Prende come esempio la piazza dei Mestieri di Torino e di Catania e propone di realizzare a Corviale un laboratorio aperto dove creare progetti che riguardino l’artigianato, il paesaggio, l’ambiente, gli orti.
Propone di portare la città a Corviale, di sostenerlo a livello turistico e porta come esempio l’opportunità di Expo 2015 e far inserire Corviale nei pacchetti turistici : fare diventare l’edificio un polo di riferimento, un Colosseo della Contemporaneità, un centro produttivo di cultura. Propone di realizzare un Ostello, realizzare Bed & Breakfast (appartamenti di oltre 100 mq ..), Ristoranti gestiti dai ragazzi., ecc. Far diventare l’edificio un contenitore di professionalità.

Bernardini sottolinea l’importanza del ruolo della scuola che potrebbe erogare, accanto all’Istruzione, Formazione professionale organizzandosi in modo opportuno (Accreditamento) e adeguando le metodologie didattiche anche per il recupero dei giovani che hanno abbandonato la scuola (formazione on job …).

Ongaretto parla della necessità di creare una metodologia partecipata per mettere a disposizione diversi strumenti e competenze a servizio della comunità per costruire spazi realmente pubblici dove costruire progetti che vadano a toccare diversi ambiti, come il paesaggio e l’artigianato.
Le aree naturali protette di Tenuta dei Massimi e Valle dei Casali devono diventare nuovi spazi di aggregazione. Interventi site-specific potrebbero consentire al mondo vegetale di riconquistare un ruolo primario non solo nel quartiere di Corviale, ma anche nei quartieri limitrofi. Incorporando i confini tra natura e quartiere, le aree naturali protette possono diventare generatori di verde per tutta la città. La realizzazione di orti urbani, laboratori ecologici e orti mobili consentirebbero alla natura di espandersi in modo virale.
Che siano workshop, oggetti di arredo urbano, incontri o architetture temporanee, orti sociali, laboratori ecologici, orti mobili o mercati di prodotti agricoli, o ancora laboratori di design, l’obiettivo non risiede tanto nel risultato quanto nel generare un processo condiviso, per capire i bisogni delle persone e studiare come lo spazio ridisegnato si possa relazionare con il contesto circostante.
La semplice idea di Dislocare la natura potrebbe permette alla stessa natura di infiltrarsi, e di aumentare. “Ecologia aumentata” potrebbe essere una parola chiave
Un esempio: per coinvolgere attivamente i cittadini, i laboratori ecologici e artistici possono essere architetture arboree costruite, coltivate, curate e gestite dagli stessi abitanti di Corviale. Gli orti urbani, e anche gli orti e i giardini mobili sono realizzati e costruiti dai cittadini.
Altro esempio: il progetto di un Ostello4All realizzato a Barcellona gestito da ragazzi down aperto a tutti che è diventato un riferimento ludico-ricreativo per la città. Una tale attività consentirebbe di avviare un processo produttivo economico, permettendo da un lato a diverse associazioni di lavorare nella formazione, dall’altro di avviare attività economiche fonti di guadagno (ristorante, ostello), e infine ai ragazzi disabili di lavorare attivamente (per es. la manutenzione del giardino, la cucina e il servizio ai tavoli sono gestiti dai ragazzi disabili, ai tavoli servono i ragazzi disabili. Un progetto simile potrebbe essere realizzato a Corviale, sia per quel che riguarda la manutenzione degli orti, sia per quel che concerne i laboratori ecologici e artigianali, e così via.

Ongaretto, relativamente al tema dell’artigianato e del design riprende il discorso di Alliva e di Panunzi indicando la necessità di realizzare a Corviale uno spazio lavorativo in cui ogni artigiano possa condividere i propri strumenti del mestiere, le competenze di cui dispone, per realizzare i propri progetti dove possa collaborare con altri utenti artigiani per avviare attività professionali che possano essere diversi come la coltivazione, l’artigianato le arti ecc..
Il quadrante Corviale deve diventare uno spazio lavorativo dove condividere gli strumenti del mestiere, dove sia possibile collaborare in sicurezza.
Il quadrante Corviale deve mettere a disposizione gli spazi e gli strumenti base per consentire alle associazioni, ai coltivatori e e agli artigiani di realizzare i propri progetti, avviare attività condividere le proprie competenze .
Corviale come un Co/Working della Formazione e della produzione artigiana e agricola romana, dove costruire moduli personalizzati delle diverse competenze e delle diverse specializzazioni.

Panunzi sottolinea la necessità di creare percorsi culturali didattici e della necessità di utilizzare l’istituzione pubblica per farla diventare un contenitore laboratoriale.

Marina Galati, della cooperativa di Lamezia Terme (ROM, Raccolta Differenziata, ..) evidenzia come fattori importanti: – sociale; – ambientale; – economico e come fattore di successo la RETE Profit-non Profit.

Gianni Russo parla della necessità di istituire il Distretto di Corviale a Statuto Speciale adatto a una nuova Città Contemporanea (Quadranti riuniti) e di costruire le Regole di questo distretto con Potere di autonomia e sperimentazione (come Ente Eur).
Si esprime la necessità di scrivere al Questore di Roma per parlare di Corviale.

Luciana Vita, con esperienza di organizzazione di eventi scientifici alla sapienza, evidenzia interesse per quanto detto e dichiara disponibilità alla collaborazione.

Augusto Pascucci (presidente Uniat – inquilini, ambiente e territorio)
Sottolinea la necessità di ricentrare i depositi valoriali della società nei luoghi abbandonati in modo da farli diventare luoghi di creatività capaci di sviluppare valori nuovi. Creare intorno alla casa il luogo di produzione. La casa deve diventare il luogo generatore per costruire la filiera dei saperi. La casa come raccoglitore ecologico domestico (processo educativo da padre a figlio)
La Ristrutturazione di Corviale per produrre materiale che non è scarto (Ristrutturazione = miniera di risorse). L’edificio di Corviale può diventare diventa il luogo di produzione e consente di creare un ciclo sugli scarti (Cantiere= produzione di materiali)

Morandini pone un quesito su quali sono le motivazioni che dovrebbero riportare una persona a tornare a scuola una volta terminato il percorso di formazione scolastica. Inoltre parla sulla Formazione – Narrazione.

Antonello Fratoddi e Monica Ardizzone (architetti paesaggisti di Mediterraid). Lavorano sulle vie verdi ed hanno vinto il bando della Regione Lazio per un progetto sulla via Francigena per il tratto all’interno del Lazio che corre da Capranica a San Pietro.
Propongono l’idea di creare una via verde, un possibile progetto di un itinerario verde virtuoso e produttivo, dove l’edificio di Corviale possa diventare la tappa di partenza o di arrivo di un percorso tematico sull’artigianato romano. Al riguardo, Ongaretto interviene dicendo che il piano terra dell’edificio di Corviale potrebbe diventare un vero punto di passaggio per accedere al parco della Tenuta dei Massimi

Eugenio de Crescenzo (AGrCI) suggerisce di fare una riflessione sul contesto, e di organizzare il consenso sul territorio. Pone dei quesiti su dove collocare le nuove figure professionali, come ad esempio il produttore-cittadino? Sarebbe auspicabile:
• promuovere lo sviluppo e misurare gli effetti nella Regione lazio,
• creare una EXPO permanente con proposte di sviluppo da presentare alle istituzioni

Massimiliano Leone presenta IRFOR una rete per l’innovazione e lo sviluppo rurale in Italia

Stefano Panunzi dal progetto complessivo emergono due linee guida:
• Corviale come piattaforma dimostrativa per la città.
• Corviale come motore per la visione della città.

Ferraretto (Roma capitale, assessorato Ambiente e lavori pubblici) Illustra l’adozione di strumenti per la lotta ai cambiamenti climatici, RESILIENZA urbana (Fondazione Rockfeller) : Corviale sarà uno dei pezzi di applicazione del progetto

Ing. G. Boldini (Verde Pensile – Ministero dell’Ambiente; WeHelpGreen) parla dei suoi progetti di giardini pensili sui lastrici solari
• Presenta il progetto di Frutteto Pensile realizzato in una casa privata sita vicino al parco di Villa Ada. Il lastrico è realizzato con rifiuti urbani (Vetro Spuma /Schiuma di Vetro che è il Vetro residuo della lavorazione del vetro. Tale materiale di scarto consente una Maggiore Ossigenazione delle radici). I Giardini pensili sono fondamentali per la cattura delle polveri sottili. Il verde assorbe le polveri sottili tramite la realizzazione di un Lastrico Solare verde.
• Luce acqua Sali minerali necessari per le piante
• Parla della collaborazione con Università della Tuscia per studiare i gli scarti del vetro in particolare del materiale formato da rifiuto vetro+ Compost
• Parla delle sue collaborazioni con ISPRA CNR ENEA.
www.aivep.org
www.wehelpgreen.it
g.boldini@wehelpgreen.it 0039335383561

Panunzi presenta il progetto di trasformare il tetto di Corviale in uno spazio produttivo di energia, alimenti e lavoro, che con le sue interconnessioni sistemiche/impiantistiche deve riuscire a trasformare il Metabolismo di Corviale da organismo energivoro Insensato, Insostenibile, Respingente da in ecosistema autorigenerante Intelligente, Sostenibile, Inclusivo.
Dalle linee guida ATER :
1) Ridurre le dimensioni appartamenti per aumentare i suoi abitanti per un minore spreco di spazi aumenterebbe il suo carico urbanistico, pertanto si devono
2) Adeguare le reti e le infrastrutture
Per ridurre ad es. lo spreco di acqua e di produzione di acque nere (es. separando le acque nere e riciclando gli scarti liquidi grigi per l’irrigazione degli orti)
Presenta un calcolo in cui dimostra che Corviale consuma normalmente 1 milione di litri di acqua potabile e produce 1 tonnellata di feci e 7000 litri di urine (vd. ricerche sulla separazione feci/urine).
Ricorda che il Progetto UNIMOL-ATER è stato selezionato a Smart City Bologna, ad Ecomondo di Rimini e da RAI Expo 2015.

Lucatello (agronomo) parla del Bando per l’accesso alle terre pubbliche.
Prefigura la Piazza che sarà costruita a Corviale come Porta di accesso alla tenuta dei Massimi

Adriano Zaccagnini (Candidato alla Camera dei Deputati) che si interessa della progettazione di smart farm, evidenzia interesse per il progetto con particolare riguardo al progettare spazi verdi e renderli più fruibili.

Alfonso Pascale (Rete fattorie sociali, Forum terzo settore, IFORD) esorta tutti a riflettere sui recenti fatti che chiedono un ripensamento del modello di rapporto istituzioni-società e farne un documento da inviare al Questore ed al Prefetto di Roma.
Presenta le linee guida per l’attuazione della programmazione del Piano di Sviluppo Rurale nella Regione Lazio ed evidenzia la necessità di animazione e formazione sulle opportunità che offrono questi strumenti
In particolare presenta la Misura 16 del PSR che riguarda il sostegno a:
• costituzione di gruppi operativi del PEI (“Partenariato europeo per l’innovazione)
• progetti pilota e per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie
• cooperazione tra piccoli operatori nell’organizzazione di processi di lavoro comuni e la condivisione di strutture e risorse, e per lo sviluppo e il marketing turistico;
• cooperazione orizzontale e verticale tra gli attori della catena di approvvigionamento per la creazione e lo sviluppo di filiere corte e mercati locali
• cooperazione tra gli attori della catena di approvvigionamento per la fornitura sostenibile di biomasse per uso alimentare e produzione di energetica
CONCLUSIONI:
Tommaso Capezzone raccoglie le adesioni ai gruppi di lavoro emersi:
• Formazione x Manutenzione
• Laboratorio condivisione
• Reti
• Statuto




La miniera di infrastrutture e reti consapevoli

reti

Obiettivo del tavolo di lavoro: integrare le linee guida del concorso internazionale ATER riguardo la tematica delle infrastrutture e delle reti consapevoli.
Ogni tipo di infrastruttura deve trasformarsi in una rete consapevole.

TEMATICHE DISCUSSE DURANTE LA SESSIONE DI LAVORO:
Infrastrutture materiali ed immateriali per l’accessibilità urbana.
Dip.to Architettura e progetto – Univ. La Sapienza, Roma
Resp. Lucina Caravaggi, Presentano il progetto: Cristina Imbroglini ed Anna Lei.

Corviale: non solo luogo da cui spostarsi, ma luogo in cui arrivare.
Realizzazione di una linea tramviaria che connetta il polo di Corviale alla stazione Bonelli della ferrovia metropolitana. E’altresì prevedibile un’eventuale connessione tramite cabinovia alla metro Magliana.
La linea tramviaria attraverserà le aree verdi di proprietà pubblica e durante il percorso verso la stazione Bonelli, avrà la funzione di connettere i molteplici servizi già presenti sul territorio.
Problematiche affrontate nel progetto:
• garantire l’accessibilità alla metropolitana;
• favorire la ciclo-pedonabilità nel quartiere;
• garantire la sicurezza all’interno degli spazi verdi;
• favorire la flessibilità degli spazi;
Elementi indispensabili per la realizzazione:
• integrazione nel territorio;
• capacità di auto mantenimento;
• sviluppo di orti urbani nelle aree verdi attraversate dalla linea tramviaria;
• azioni di promozione costante e quotidiana della salute.
Nel corso della discussione, approfondendo il discorso sulla mobilità è stato effettuato un richiamo alla funivia urbana (Panunzi). Quest’ultima è stata classificata come infrastruttura ecosostenibile, spettacolare e turistica capace di attrarre visitatori nel quadrante di Corviale.
In vista degli ingenti investimenti su Tor di Valle con conseguente prolungamento della rete metropolitana, la funivia si pone come mezzo di collegamento tra le dorsali di comunicazione attualmente in uso nella fascia infrastrutturale del Tevere.

Progetto DOCEO. Bike sharing gratuito.
Rotecnology. Presenta il progetto Rodolfo Grimani.

Realizzare un bike sharing libero e gratuito.
L’AMA raccoglie in un mese circa 400 bici, da queste se ne possono rigenerare circa 30. Queste bici rigenerate e opportunamente assemblate, vengono rese intelligenti da sensori di varia natura e corredate di braccialetti elettronici ad uso degli utenti.
Le bici, geolocalizzate, vengono gratuitamente messe a disposizione dei fruitori del servizio.
L’utente avrà a disposizione un’applicazione con percorsi prestabiliti. Gli operatori economici potranno essere inseriti, a titolo oneroso, all’interno dei percorsi.
Si propone di produrre più biciclette rispetto al necessario in modo da scoraggiarne il furto. Le bici avranno, comunque, una catena elettronica attivabile/disattivabile con il braccialetto senza l’utilizzo delle attuali rastrelliere.
DOCEO si ricollega al laboratorio di riuso/riciclo all’interno dell’eco parco di Corviale, discusso nel tavolo mattutino.

Social Food
Rotecnology. Presenta il progetto Rodolfo Grimani.

Piattaforma tecnologica che mette insieme domanda ed offerta di derrate alimentari. I fruitori dei pasti non sono i singoli cittadini bensì le associazioni benevole.
Viene utilizzato “il concetto di piatto avanzato” con l’obiettivo di creare un pasto completo. Il tutto è geolocalizzato, sia riguardo le richieste che le offerte.
Mense, supermercati, mercati rionali, esercizi commerciali, etc… mettono a disposizione sulla piattaforma il cibo ormai in scadenza. Il cibo messo a disposizione può essere quindi ritirato gratuitamente..

Corviale bene comune
Francesco Tupone
Corviale come laboratorio per sperimentare nuove tecnologie da estendere successivamente a tutta la città.
Corviale viene posto al centro di un sistema di autoproduzione materiale ed immateriale assieme al nuovo concetto di baratto 2.0.

Partecipazione dei cittadini. Il caso del rione Testaccio.
Come una città diventa intelligente contando su cittadini intelligenti.
Piattaforma Testaccio. Francesco Pazienti

All’interno del rione Testaccio sono stati effettuati progetti in comune con l’ Università Roma Tre per la realizzazione di un’isola ambientale all’interno del rione stesso.
L’elemento essenziale è stato una forte collaborazione tra la comunità residente e la facoltà di architettura riguardo l’elaborazione di uno studio su come Testaccio potesse diventare un’isola ambientale. Lo studio non ha richiesto interventi infrastrutturali, bensì solamente organizzativi.
E’ stato sottolineato l’utilizzo del referendum di quartiere quale strumento di partecipazione pubblica per la realizzazione di interventi di riqualificazione urbana quali, ad esempio, il rifacimento della piazza di Testaccio e la sperimentazione della presa in carico da parte dei cittadini dei beni oggetto di riqualificazione.
Sempre in ambito di partecipazione, in considerazione dell’art. 118 della Costituzione, il comune di Bologna ha approvato per prima un regolamento per la partecipazione attiva dei cittadini. Altri comuni stanno seguendo questa linea.
In considerazione di quanto sopra, riguardo la tematica della partecipazione, dal tavolo di lavoro viene prospettata la realizzazione di un Social Mapping sulle problematiche che più stanno a cuore ai cittadini e che si rendono necessarie per il progetto di rigenerazione. Viene inoltre discussa (Caravaggi) la possibilità di una partecipazione degli abitanti riguardo la tematica: “si posso rendere sicure con iniziative dal basso le aree di Corviale?”.
Le reti. Trasparenza nelle informazioni.
Mobilitiamoci. Giorgio Bertini
Il tema centrale riguarda l’open data: avere a disposizione tutti i dati in maniera condivisa e trasparente.
Nello specifico, strutturare le reti a Corviale in modo da poter accedere ai dati in maniera facile e trasparente.
L’Open-Data è ormai un elemento fondamentale. Le informazioni, quanto più complete e diffuse, devono circolare in maniera costante e trasparente.
Viene posta la questione della partecipazione riguardo il flusso informativo proveniente dal basso (Caravaggi – Panunzi).
A Corviale è stata effettuata, per ora, una mappatura di natura tecnica delle aree strutturali. Ora si chiede di elaborare un software di interazione con i cittadini su temi legati, ad esempio, alla sicurezza. Ognuno potrà interagire apportando il proprio contributo e per la buona riuscita del progetto il software dovrà essere facile ed accattivante.
L’obiettivo è ottenere una mappatura interattiva del territorio ed un costante flusso di informazioni aggiornate.

Rilevazione dei dati sulla mobilità pubblica.
Agenzia mobilità. Alessandro Fuschiotto.
Dal tavolo di lavoro (Panunzi – Caravaggi) viene chiesto se è possibile una restituzione rielaborata delle informazioni in possesso dell’Agenzia riguardanti il distretto Corviale : es. una mappa, rielaborata dai tempi di attesa, sui tempi di percorrenza sia in tempo reale che come dato statistico ricorrente del trasporto pubblico.
Per l’Agenzia Mobilità questo è possibile tramite opportune rielaborazioni.

SINTESI FINALE
Sintetizzando quanto emerso dal tavolo di lavoro, le tematiche riguardo le infrastrutture e le reti consapevoli vertono su:
• Favorire sia la mobilità sostenibile all’interno del quadrante Corviale attraverso la realizzazione di una linea tramviaria che lo connetta alle dorsali già esistenti. Ma senza escludere la connessione di Corviale come attrattore eccezionale (turistico e fieristico) di interesse nazionale ed internazionale, da raggiungere tramite funivia da Muratella (raggiungibile da aeroporto Fiumicino, porto di Ostia, ferrovia Alta Velocità Termini e Tiburtina);
• Bike Sharing libero e gratuito utilizzando biciclette rigenerate e fornite di dotazioni tecnologiche. L’operazione di rigenerazione può essere effettuata in un laboratorio di riuso/riciclo all’interno di un Eco Parco realizzato nel quadrante Corviale;
• elaborazioni di Open Data Locali per informazioni accessibili e trasparenti. Creare un sistema informativo in grado di gestire l’enorme mole di informazioni provenienti da ogni fonte.
• Social Mapping riguardo le situazioni che stanno a cuore ai cittadini e che si rendono necessarie per il progetto di rigenerazione e auto-rigenerazione.




Prestazioni energetiche edifici, in arrivo i nuovi requisiti minimi

Quasi pronto il decreto attuativo della Direttiva 2010/31/UE ‘Edifici a energia quasi zero’ con le nuove metodologie di calcolo

Sono in dirittura d’arrivo le nuove metodologie di calcolo e i nuovi requisiti minimi in materia di prestazioni energetiche degli edifici.

È infatti in attesa del parere della Conferenza delle Regioni il Decreto (Bozza di dicembre 2014) che definisce le modalità di applicazione della metodologia di calcolo delle prestazioni energetiche e dell’utilizzo delle fonti rinnovabili negli edifici, e i requisiti minimi in materia di prestazioni energetiche degli edifici.

Il nuovo decreto sarà il primo dei provvedimenti attuativi del DL 63/2013, convertito nella Legge 90/2013, che ha aggiornato il Dlgs 192/2005, in recepimento della Direttiva Edifici a Energia Quasi Zero (2010/31/UE).

Nello specifico, costituirà l’aggiornamento del Dpr 59/2009 che oggi definisce le metodologie di calcolo e i requisiti minimi per la prestazione energetica degli edifici e degli impianti termici, in attuazione dell’articolo 4, comma 1, del Dlgs 192/2005.

Oltre alle nuove metodologie di calcolo, l’emanando decreto rafforza gli standard energetici minimi per gli edifici di nuova costruzione e per quelli ristrutturati, ottimizzando il rapporto costi/benefici degli interventi, per arrivare a realizzare gli Edifici a Energia Quasi Zero previsti dalla Direttiva.

Inoltre, il decreto punta ad una applicazione delle norme immediatamente operativa e omogenea in tutte le Regioni. Si cerca quindi di ovviare all’attuale frammentazione normativa dovuta all’ampia autonomia regionale nel recepire la precedente Direttiva 2002/91/UE.

Il provvedimento dunque aggiornerà la metodologia di calcolo della prestazione energetica degli edifici, tenendo conto delle norme tecniche UNI/TS 11300-3 e UNI/TS 11300-4 sulla climatizzazione estiva sull’uso delle rinnovabili, e della Raccomandazione 14 del CTI sul calcolo dell’energia primaria.

I requisiti minimi di prestazione energetica sono fissati in modo tale da consentire livelli ottimali in funzione dei costi, come previsto dall’articolo 5 della Direttiva 2010/31/UE. Tali requisiti si applicheranno agli edifici nuovi e a quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti e saranno aggiornati ogni 5 anni.

Viene definito il concetto di ‘edificio a energia quasi zero’ e stabilito che entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici nuovi dovranno essere a energia quasi zero. Per gli edifici delle Pubbliche Amministrazioni tale scadenza è anticipata al 31 dicembre 2018.

Per gli edifici di nuova costruzione e per quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti, il rispetto dei requisiti minimi andrà verificato confrontando l’edificio con un edificio di riferimento (identico per geometria, orientamento, ubicazione, destinazione d’uso).

Per gli edifici interessati da semplici riqualificazioni energetiche, relative all’involucro edilizio e agli impianti tecnici, sono indicati i requisiti minimi.

I nuovi requisiti minimi entreranno in vigore il 1° luglio 2015 e saranno resi più severi dal 1° gennaio 2019 per gli edifici pubblici e dal 1° gennaio 2021 per gli altri edifici, per realizzare gli ‘edifici a energia quasi zero’.

Si stima che la prima fase di applicazione del decreto – si legge nella relazione – comporterà un miglioramento dell’indice di prestazione energetica pari al 45% nelle zone climatiche più calde e al 35% in quelle più fredde. Nella seconda fase si arriverà al 55% in tutte le zone.

Quindi, a parità di servizi (riscaldamento, raffrescamento, acqua calda, ecc.), i nuovi edifici a energia quasi zero consumeranno meno della metà degli attuali, rimanendo sostenibili in termini di costi di investimento e coprendo gran parte dei fabbisogni con le rinnovabili.

Ricordiamo che quella disponibile ad oggi è una bozza provvisoria del decreto. Pubblicheremo la versione definitiva non appena verrà diffusa dal Ministero dello Sviluppo economico.

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istituita la cabina di regia




Teatro Villa Torlonia, da domenica 25 gennaio la seconda edizione di Cinema di Periferie”

Domenica 25 gennaio alle ore 17.00 il Teatro Villa Torlonia ospita il primo appuntamento della seconda edizione di “CINEMA DI PERIFERIE”. In programma la proiezione dei documentari “Lampedusani” di Costanza Quatriglio, un racconto sospeso tra natura e poesia per spiegare chi sono davvero i lampedusani e cosa contraddistingue la loro vocazione all’accoglienza, e “Ma che Storia…” di Gianfranco Pannone che ha ricostruito un lungo periodo storico attraverso i cinegiornali e i documentari dell’archivio Luce, dagli anni dieci agli ottanta, che attraversano non senza retorica la storia nazionale.

Le proiezioni saranno seguite dall’incontro con gli autori.

“CINEMA DI PERIFERIE è una rassegna realizzata dalla Casa dei Teatri e della Drammaturgia Contemporanea – struttura promossa dall’Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica e Turismo di Roma Capitale e gestita da Zètema Progetto Cultura – dalla Direzione Generale per il Cinema del MIBACT, in collaborazione con Luce Cinecittà, Centro Sperimentale di Cinematografia, con la partecipazione di ISPRA TV, e di DocScient International Scientific Film Festival.
Il suo obiettivo è promuovere la cultura cinematografica, in particolare del film di contenuto documentaristico e stimolare riflessioni e occasioni di discussione, con particolare sensibilità verso le periferie romane e un pubblico giovanile. In programma la proiezione di film di alcuni dei più importanti autori del cinema italiano nelle sale della Casa dei Teatri e della Drammaturgia Contemporanea con particolare attenzione verso gli studenti, che saranno coinvolti in eventi realizzati appositamente per sollecitare la loro partecipazione e il loro interesse.

SINOSSI DOCUMENTARI

Ma che Storia… di Gianfranco Pannone
Il Risorgimento in un racconto lungo 150 anni: gioie e dolori di un paese grande.
Il racconto di questa epopea si sviluppa tra i cinegiornali e i documentari, dell’archivio Luce, dagli anni dieci agli ottanta; un sentimento critico e amaro, anche ironico, tutto presente nelle parole di scrittori e poeti di estrazione politico-culturale diversa. Così il sobrio ricordo di uno zio morto nella Grande guerra risvegliato da Vittorio Foa, si incontra con le strofe cantate di Raffaele Viviani contro ogni guerra. Un Paese, come ci ricorda Alberto Arbasino, cresciuto a marcette, celebrazioni, lustrini, lumini, icone, fino all’inevitabile rigetto. Un Paese che si potrebbe dire morto, se non fosse che gli appartengono pagine straordinarie di storia e letteratura oltre che una ricchezza antropologica unica.

Lampedusani di Costanza Quatriglio
Un racconto di 20 minuti sospeso tra natura e poesia per spiegare chi sono davvero i lampedusani e cosa contraddistingue la loro vocazione all’accoglienza. A narrare le storie di vita che s’intrecciano nella splendida cornice dell’isola e del suo mare sarà la regista Costanza Quatriglio che, insieme con lo scrittore Erri De Luca, ha realizzato un viaggio attraverso luoghi di dolore, di faticosi approdi, di interminabili attese ma anche di gioia, salvezza e speranza. Un breve film sull’incontro, sul riconoscimento e sull’apertura all’altro – al diverso, allo straniero – al di là di ogni paura; immagini e versi dedicati ai lampedusani.

Cinema di periferie 2015

Domenica 25 gennaio ore 17.00 si inaugura la seconda edizione
con la proiezione dei documentari “Lampedusani” di Costanza Quatriglio
e “Ma che Storia…” di Gianfranco Pannone

saranno presenti i due autori

Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti con prenotazione obbligatoria allo 060608

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