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Periferie al centro: la città che cambia, la mappa che la racconta

Centinaia di progetti e lavori in corso tra urbanistica, manutenzione, opere pubbliche, socialità, cultura. Il tutto nel segno della partecipazione diretta dei cittadini. Roma è tutta Roma, si chiama così il piano del Campidoglio per le periferie romane, presentato nella sua totalità dal sindaco Ignazio Marino, dal vicesindaco Luigi Nieri e dagli assessori Giovanna Marinelli (Cultura), Paolo Masini (Scuola, Sport, Qualità della Vita, Partecipazione) e Maurizio Pucci (Lavori Pubblici). Per farsi un’idea immediata del piano e della sua articolazione interna, è stata elaborata una mappa interattiva che indica il “cosa” e il “dove” di ogni intervento.
“Da aree marginali a nuove centralità”: così il sindaco Marino definisce l’operazione, prefigurando un assetto urbano policentrico, modello per eccellenza delle grandi metropoli contemporanee. Centralità che “per molti anni sono state penalizzate da disattenzione”, per cui “non sono state distribuite le risorse necessarie per i servizi essenziali: manto stradale, marciapiedi, luoghi di socializzazione”. Occorre non dimenticare che “al di fuori delle Mura Aureliane vivono circa 2,8 milioni di persone su un totale di 3 milioni”. E per questo ora si tratta di “dare la giusta rilevanza al 90% dei romani”. In altri termini, il piano “mira a restituire dignità alle periferie, perché questo significa restituire dignità a milioni di persone”. Facendo “di ogni luogo un piccolo centro” e dotandolo del necessario, “partendo innanzitutto dalla manutenzione ordinaria”.
Ecco gli interventi in corso e di prossima realizzazione:
Piazze di qualità come in centro: 14 piazze, una per Municipio escluso il I (centro storico), completamente pedonalizzate. Le caratteristiche comuni: pavimentazione rifatta con i sampietrini rimossi dalle strade del centro destinate alla viabilità; “case dell’acqua”, le tecno-fontane Acea con l’acqua liscia e gassata, lo schermo con le news e le porte Usb per ricaricare cellulari e tablet; hot spot Digit Roma per navigare gratis in wifi; altre dotazioni decise con i cittadini di ogni quartiere nel corso di assemblee e incontri. I lavori saranno coordinati dall’Assessorato alle Periferie in collaborazione con l’Assessorato ai Lavori Pubblici.
Nuova illuminazione a led: procede nel 2015 il piano Acea “luce pubblica ecologica” partito da Tor Sapienza nei mesi scorsi. Entro aprile 2015 arrivano circa 2.000 lampade led in ogni Municipio decentrato. I vantaggi: più sicurezza per i cittadini, risparmio (Roma Capitale pagherà il 55% in meno per l’illuminazione stradale, un taglio di oltre 15 milioni l’anno), affidabilità (niente manutenzione, più comfort visivo), lampioni ecologici (senza sostanze inquinanti e fatti con materiali riciclabili).
Manutenzione stradale: in corso il piano per le strade di grande viabilità, per l’80% dedicato alle periferie su scelte concordate con i Municipi (segui l’aggiornamento sulla mappa dei Lavori Pubblici). Esempi: rifacimento pavimentazione e marciapiedi Nomentana da piazza Sempione al GRA (inizio lavori giugno 2015); manutenzione straordinaria di via Salaria, tratto Aeroporto dell’Urbe – GRA (stessi tempi d’avvio della Nomentana). Prenestina Bis: cantiere completato al 45%, dal 7 marzo conto alla rovescia per la fine dei lavori. Boccea, altro countdown da fine marzo. Raddoppio Tiburtina: ripartiti i lavori dopo dieci anni di stallo, cantiere aperto per il primo lotto, avvio del conto alla rovescia entro fine aprile.
Lavori pubblici, case popolari, infrastrutture: piede sull’acceleratore per le “zone O”, d’intesa con i consorzi di “auto-recupero”. Obiettivo, destinare i fondi pubblici ad opere di pubblica utilità. Esempio: completamento raccordo via Modulo – via Borutta (Municipio VI). Contrasto al dissesto idrogeologico: approvati e consegnati lavori per impianto acque reflue via Procaccini (Prima Porta). Nuovi alloggi ERP: ripartiti il 26 febbraio i lavori per costruire 31 case in bioedilizia a Lunghezzina (consegna prevista entro settembre 2017). Al via piano per messa in sicurezza scuole: nuova segnaletica pedonale, sistemi d’allarme. In corso Scuole salubri, programma di eliminazione di materiali abbandonati e di risulta dagli edifici scolastici
Periferie a misura dei bambini, qualità della vita, sport: supporto a scuole e genitori per il tempo extrascolastico e per l’estate (incentivi all’apertura delle scuole fuori orario lezioni). Da giugno, nuovi centri estivi in 50 istituti con laboratori di teatro, musica, lingue e sport. Da aprile, online il portale degli impianti sportivi di Roma Capitale (di cui l’80% è in periferia) con informazioni, tariffe a confronto e tour virtuali delle strutture.
Cultura, ovvero diritto al sapere e alla bellezza per tutti, in ogni angolo della città. La parte del leone la fa Roma Creativa, il bando che fa delle periferie romane “un museo a cielo aperto” di cultura underground, a fianco e in intersezione con la Roma storica: 40 grandi murales nati in due mesi, a breve nuovi percorsi a base di street art e turismo alternativo. In parallelo, la programmazione di Roma Grande Formato, in corso da novembre 2014 fino a gennaio scorso. E ancora: la valorizzazione del patrimonio archeologico-paesaggistico delle periferie, spesso inesplorato (nuovi percorsi di scoperta a cura degli Assessorati alla Cultura e alle Periferie). Nuovi musei come quello dell’area preistorica di Casal de’ Pazzi, ottavo museo gratuito della città, pronto ad aprire i battenti il 30 marzo.
Manutenzione del verde: partito il piano potature 2015, con grande attenzione alle periferie e oltre 2.500 interventi prioritari. Un piano che non rincorre l’emergenza ma punta a prevenire, mirato a salvaguardare i circa 330mila alberi di Roma. Nuovo appalto da ottobre prossimo con le novità del monitoraggio e del pronto intervento h24.
Infine, il capitolo partecipazione e ascolto: lanciato su Twitter l’hashtag #ideefuoricentro per raccogliere spunti, idee, segnalazioni. Ed è solo l’inizio: nei programmi dell’Assessorato alle Periferie ci sono 14 incontri pubblici nei prossimi tre mesi, uno in ogni Municipio escluso il I, per dare voce alle proposte dei cittadini sui loro quartieri. Le migliori idee saranno votate sui social network, quelle vincenti diverranno delibere del Campidoglio (con il nome del cittadino autore della proposta), dall’intero percorso partecipativo nasceranno una pubblicazione e un video.
Otto ambiti, otto punti per rimettere la banlieue al centro, per darle uno status pieno di città. Perché – come ha detto il sindaco Marino – la periferia “non è città negata, è città vera”.

mappa interattiva

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I Droni cambiano le professioni: in volo ingegneri e geometri

Sarebbero già un migliaio i professionisti che a matita e compasso hanno affiancato le opportunità offerte dai dreni. Una vera rivoluzione, che potrebbe cambiare il volto di molte professioni.

E’ boom per l’uso dei droni nell’osservazione e nella gestione del territorio in Italia. Geometri, architetti, ingegneri e addirittura geologi e archeologi fanno a gara nell’utilizzare queste nuove macchine volanti per le proprie attività. Nonostante i limiti introdotti dal Regolamento dell’ENAC sugli Aeromobili a Pilotaggio Remoto (APR), sarebbero già oltre un migliaio i professionisti che a matita e compasso hanno affiancato le opportunità offerte da sofisticati sensori imbarcati su droni ad ala fissa e rotante. Una vera rivoluzione, che potrebbe cambiare il volto di molte professioni.

Un primo bilancio sarà tracciato martedì 17 marzo in occasione della conferenza “Droni e telerilevamento”, che si svolgerà a Roma presso il Centro Congressi Frentani (via dei Frentani 4, ore 9-16). A questa conferenza, parteciperanno rappresentanti degli Ordini professionali, docenti universitari e manager di aziende specializzate che propongono droni e sensori. Saranno anche presentate le prime esperienze “sul campo” nell’utilizzo di questi mezzi per la fotogrammetria e la topografia, la gestione del territorio e di grandi impianti, ma anche per la geologia, l’archeologia, il controllo dei beni culturali e il monitoraggio dell’ambiente.

Numerose sono le nuove soluzioni tecnologiche che saranno illustrate durante la conferenza. Tra queste, ci sono i droni ad ala rotante “FlyNovex” e ad ala fissa “FlyGeo”, entrambi sviluppati dalla start-up romana FlyTop. Proprio il “FlyGeo”, può essere dotato di una macchina fotografica Sony A6000 24.7 Mpx, capace di acquisire immagini geo-referenziate ad una risoluzione finora impossibile. Ci sono poi i droni della società ravennate Italdron come il multirotore “Scrabble 8HSE”, dotato di 8 motori e capace di realizzare video e foto di qualità cinematografica con macchine Canon 5D o Nikon D800.

Un altro drone è l’”SF6”, prodotto dalla società ternana Skyrobotic del gruppo Italeaf: questo mezzo può essere dotato di molteplici sensori intercambiabili, tra cui multispettrali, RGB HD, flir e micro lidar. Questo drone viene utilizzato anche per le riprese settimanali sul cantiere dell’Expo a Milano. Durante l’evento, saranno pure presentate le novità sviluppate da altre aziende italiane ed estere, come Aibotix Italia, Menci Software, Microgeo, Cloud Cam by Nuovi Sistemi, Geodrones e Terabee.

La conferenza “Droni e telerilevamento. L’utilizzo degli APR per l’osservazione del territorio, il controllo dei beni culturali e il monitoraggio dell’ambiente” è il sesto appuntamento del ciclo “Roma Drone Conference”, organizzato dall’associazione Ifimedia e da Mediarkè. Ha ricevuto numerosi patrocini, tra cui Ministero dell’Ambiente, ENAC, ANSV, CIRA, ENAV, ANCI, oltre agli Ordini professionali di geometri, ingegneri e geologi.

“Il telerilevamento tramite drone sembra essere uno dei settori di punta e con maggiori potenzialità di sviluppo dell’impego di queste nuove macchine volanti a fini professionali”, ha dichiarato Luciano Castro, presidente di Roma Drone Conference. “Molte professioni, come quelle dei geometri o degli ingegneri edili, sono alla vigilia di una vera rivoluzione tecnologica, che vedrà una rapidissima crescita della presenza dei droni in attività classiche come la fotogrammetria e la topografia, ma anche in tutte le operazioni relative al monitoraggio e alla conoscenza del territorio e dell’ambiente. Molto interessanti sono poi le nuove applicazioni per la salvaguardia dei beni culturali e anche per le ricerche archeologiche”.

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Strategia per la Crescita Digitale

Tra gli obiettivi che si pone:

obbligo dello switch-off dell’opzione analogica nella Pubblica Amministrazione: digital First;

​nuovo approccio architetturale basato su logiche aperte, standards, interoperabilità e architetture flessibili, user-centered;

​trasparenza e condivisione dei dati pubblici (dati.gov.it);

​nuovi modelli di Partnership Pubblico/Privato;

​la diffusione di cultura digitale e lo sviluppo di competenze digitali in imprese e cittadini;

​soluzioni volte a stimolare la riduzione dei costi e migliorare la qualità dei servizi, contemplando meccanismi di remunerazione anche capaci di stimolare i fornitori a perseguire forme sempre più innovative di erogazione/fruizione dei servizi;

​progressiva adozione di Modelli Cloud;

innalzamento dei livelli di affidabilità e sicurezza;

​Servizio Pubblico d’Identità Digitale (SPID) per un accesso sicuro e protetto ai servizi digitali.

​Digital Security per la PA per tutelare la privacy, l’integrità e la continuità dei servizi della PA.

Centralizzazione e programmazione della spesa/ investimenti reingegnerizzazione e virtualizzazione dei servizi in logica cloud con conseguente progressiva razionalizzazione datacenter.

​Sistema Pubblico di Connettività: linee guida, regole tecniche e infrastrutture per garantire la connettività e l’interoperabilità, Wifi negli uffici pubblici e nelle scuole/ospedali, in sinergia con il piano nazionale banda ultralarga, massimizzando la copertura a 100 mbps e garantendo almeno 30 mbps nelle aree più marginali.

​La Piattaforma Italia Log In è destinata ad essere la “casa” del cittadino su Internet. Il sistema è pensato come una struttura aperta dove i vari attori della Pubblica Amministrazione contribuiscono per la propria area di competenza. Ogni cittadino con la propria identità digitale ha tutte le informazioni e servizi che lo riguardano.

strategia_per_la_banda_ultralarga_e_la_crescita_digitale

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Il New York Times consiglia ai turisti anche la periferia di Roma

Visitare Roma in 36 ore: i consigli del New York Times
Un fine settimana nella città de “La Grande Bellezza”. Ecco i consigli del New York Times su cosa vedere in 36 ore.

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Un fine settimana nella città de “La Grande Bellezza”. Ecco i consigli del New York Times su cosa vedere in 36 ore. La breve gita nella “città eterna” dovrebbe cominciare, secondo gli americani, proprio dal luogo che fa da sfondo a una delle scene più belle del film di Sorrentino: le terme di Caracalla. Poi, nella serata di un ipotetico venerdì, bisognerebbe farsi una passeggiata in qualche galleria d’arte nel centro storico. Poi il consiglio di cenare in periferia, a Centocelle, al ristorante Mazzo, specializzato in cucina romana. La prima sera potrebbe concludersi in uno dei locali del Pigneto.
Il secondo giorno, il sabato, comincerà alle 10 e 30 con una visita a un mercato storico della Capitale, ad esempio il mercato di Testaccio, o quello di Monti. Poi un leggero spuntino a Trastevere al “Pianostrada Laboratorio di Cucina”. Di pomeriggio si potrebbe programmare una visita al Macro, il museo di Arte contemporanea, che viene preferito al Maxxi. Verso le 5 si potrebbe prendere un gelato, magari alla gelateria “Come il Latte”, a poca distanza dal museo. Per bruciare qualche caloria il consiglio è una passeggiata serale al quartiere Coppedè con i suoi palazzi Art Nouveau. Per cena e per il dopo cena il consiglio è il quartiere Monteverde, all’”Osteria di Monteverde” e poi in qualche locale vicino.

Domenica mattina in programma c’è una visita religiosa: invece di andare a San Pietro si potrebbe visitare la basilica di San Paolo fuori le mura, la seconda chiesa più grande di Roma. Il pomeriggio potrebbe essere dedicato alla cultura. Per esempio la Centrale Montemartini, con le sculture dei Musei Capitolini nei vecchi locali della centrale termoelettrica. La gita romana, secondo gli autori dell’articolo sul New York Times, non può non concludersi con la pizza: quella del forno Roscioli o la famosissima pizza a taglio di “Pizzarium” di Antonio Bonci.

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Perché gli urbanisti dovrebbero prestare attenzione alla vita notturna

La nightlife definisce il carattere di una città in modo duplice: da un lato rivitalizza aree periferiche e dall’altro svaluta quelle centrali. La progettazione dovrebbe essere più attenta a questo aspetto. Parola di Jakob Schmid.

Pub, discoteche, bar aperti fino a tardi. Le città sono piene di locali notturni che le rendono vive ed attrattive ma che creano al contempo grandi disagi agli abitanti, sopratutto in termini di inquinamento acustico. La cosiddetta ‘nightlife’ definisce il carattere di strade e quartieri in modo duplice: da un lato ha il pregio di dare lustro e nuova vita ad aree periferiche degradate o poco considerate, dall’altro ha il difetto di ‘svalutare’ zone residenziali o centrali che da silenziose e decorose si trasformano in aree caotiche e chiassose.

La vita notturna, e il suo dispiegamento, dovrebbe essere considerata di più dalla pianificazione urbanistica e i progettisti dovrebbero prestarvi grande attenzione. Cosa che invece non fanno. Il monito arriva da Jakob F. Schmid (foto), giovane pianificatore urbano tedesco, che, per colmare questo gap, ha avviato un progetto di ricerca, “City After Eight – Management of the Urban Night Economy”, finanziato dal governo tedesco. Con l’obiettivo di offrire uno strumento utile ai progettisti e sopratutto di sviluppare un dibattito intorno a un tema a suo avviso importante e ingiustamente trascurato.

Mappare la nightlife per analizzarla
Lo studio, incentrato sul territorio tedesco, è partito dall’analisi preliminare svolta su 12 grandi città tedesche, prima fra tutte Berlino che, in termini di ‘nightlife’ la fa da padrona, per poi soffermarsi su tre casi studio approfonditi: Monaco, Colonia e Manheim. I dodici centri urbani sono stati mappati, in modo da evidenziare chiaramente le aree pullulanti di ‘vita notturna’, per poi incrociare i risultati con dati economici, di real estate e progettazione. L’evidenza, secondo Schmid, è che la ‘nightlife’ crea economia, basti pensare che secondo alcuni dati del 2009, sulle strade, o meglio nei locali, di Berlino ogni fine settimana si riversano 10mila visitatori, attirati non dalle bellezze architettoniche ma dallo svago offerto. Anche Amburgo ha un distretto di intrattenimento piuttosto conosciuto o ormai consolidato, il St. Pauli, preso di mira dai turisti.

Per quanto riguarda la distribuzione dei locali, a parte Berlino dove la vita notturna è dispiegata in diverse aree della città, generalmente i locali si concentrano nel centro città, e in particolare nelle varie strade che si estendono nei paraggi di quello che viene considerato il punto centrale. E il dato rilevante è che i prezzi di affitto in queste aree scende notevolmente. Insomma, la night life crea economia, ma danneggia il real estate. Ma, volente o nolente, le attrazioni notturne sono importanti e danno rilievo alle città.

Il buon esempio di Londra
Chi se ne è reso conto per primo, secondo Schmid, è il Regno Unito che alla fine degli anni ’80 ha sviluppato una serie di strategie incentrate sull’economia notturna. Quando iniziò a verificarsi, in quegli anni, un fenomeno di suburbanizzazione, tale per cui i centri urbani, al termine della giornata lavorativa, si svuotavano completamente, gli urbanisti inglesi si sono resi conto di dover creare spazi, luoghi e centri di interesse che potessero attirare persone anche nelle ore serali. Londra è il risultato perfetto di questa consapevolezza.

La pianificazione urbana dovrebbe essere in grado di promuovere o limitare la vita notturna
La vita notturna, insomma, dovrebbe essere controllata. E le politiche di sviluppo urbano orientate a prevenirla o promuoverla dovrebbero essere portate avanti con una grande consapevolezza dettata dalla capacità di analisi di dati e informazioni ma anche dalla profonda conoscenza del contesto. Il che vuol dire anche consapevolezza dei bisogni dei residenti. Assolutizzando per paradosso, afferma Schmid, non si può pensare di far nascere dei locali notturni in aree interamente residenziali così come in zone abitate prevalentemente da una popolazione anziana.

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Linee guida dell’EEA sull’inquinamento acustico

L’Agenzia europea per l’ambiente (EEA) ha pubblicato lo studio “Good practice guide on quiet areas“, che fornisce indicazioni e raccomandazioni per identificare e proteggere le zone tranquille individuate per tutelare i cittadini dagli effetti nocivi dell’esposizione al rumore ambientale.

linee guida EEA




Fare società riducendo i rifiuti

On line la mappa “salvacibo” del quartiere Vanchiglia di Torino.

Nell’ambito del progetto “Fare società riducendo i rifiuti”, il progetto co-finanziato dalla Compagnia di San Paolo volto a informare e attivare iniziative sul tema della riduzione dei rifiuti, Eco dalle Città ha svolto un’indagine rivolta a negozianti, bar e ristoranti del quartiere Vanchiglia per documentare il loro impegno nel limitare lo spreco alimentare.

L’indagine prende dunque il via da alcune semplici domande che hanno i seguenti obiettivi: da una parte, determinare le azioni intraprese dai commercianti per ridurre gli sprechi, sapere se i negozianti prendono misure concrete per ridistribuire il cibo invenduto a fine giornata (aderendo per esempio a piattaforme web come LastMinuteSottoCasa e NextDoorHelp oppure collaborando con il gruppo Foodsharing di Torino); dall’altra individuare quanto sia diffuso presso i ristoratori l’utilizzo della “vaschetta salvacibo”.

Risultato dell’inchiesta sul borgo torinese è stata la creazione di una mappa consultabile on line che verrà arricchita e aggiornata nel corso dei mesi del progetto. Il suo fine è ben preciso: in primo luogo condividere le informazioni raccolte con gli abitanti di Vanchiglia e con la Social Street di via Santa Giulia e dintorni, in secondo luogo attivare e strutturare azioni di recupero e ridistribuzione delle eccedenze alimentari sul territorio.

Allo stato attuale, ad essere mappate sono state 21 attività segnalate con tre colori diversi sulla base dei comportamenti più o meno virtuosi in merito al tema della oggetto dell’indagine:

con il colore verde sono evidenziate tutte le attività che intraprendono azioni concrete per evitare che il cibo invenduto diventi un rifiuto;

con il colore blu sono segnalate le attività che, pur mostrando interesse alla tematica, intraprendono iniziative solo se stimolate dal cliente

Con il colore rosso, infine, le attività che non hanno, ad oggi, attuato azioni per limitare lo spreco di cibo.

La mappa mostra sul quartiere Vanchiglia una situazione di sostanziale sensibilità al tema.
Si passa, infatti, da coloro che si preoccupano, per esempio a fine giornata, di ridistribuire il cibo invenduto tra parenti e associazioni di volontariato, a chi fornisce regolarmente la “vaschetta salvacibo” ai clienti che non hanno terminato il piatto ordinato. Non mancano tuttavia, anche se fortunatamente rappresentano una minoranza, attività commerciali che, per motivazioni diverse, non rientrano nell’elenco delle attività sostenibili sul tema dei rifiuti alimentari.

mappa

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The political impact of murals

Murals define our sense of place and neighborhood identity, their disappearance and destruction can therefore evoke a sense of loss. Two cases from Berlin and New York show that reasons for their disappearance are often politically charged and can be understood in the light of the process of gentrification.

A sense of deep loss hit me when I saw that the iconic mural depicting two white human figures trying to rid one another from their masks in Kreuzberg (Berlin) was painted over. The same feeling I had sensed when another famous collection of murals known as 5Pointz was painted over by night, at once abolishing a monument for gratify art work in Queens (NYC). Learning  the diverse reasons for their abolishment provides us with an interesting perspective on politics, murals and the process of gentrification.

Murals, or the art of producing artwork directly on walls and/or other permanent surfaces goes back to ancient times. In modern history, probably the most famous murals originate form the Mexican Mural Renaissance where Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros and Joseé Clemente Orozco (also known as the big three) who painted murals with highly social and political messages in both Mexico and Northern America.

Have a look at this impressive 360° overview of one of Orozco’s murals in Dartmouth, depicting familiar themes in his artwork like indigenous people, religion, colonization, greed and modernization.

The political connotation of murals and their existence within the political sphere has been persistent throughout history, from gratify tags expressing dissatisfaction with the system to funded mural projects that take a stand for community rights. Mural art sends out a strong message and can be defining for our understanding of place and neighborhoods. They are present all over the world and express different meanings in different contexts. At the same time murals are vulnerable and, when not commissioned to be painted inside a venue, exists by the merit of the public. Art on public display can always be damaged or destroyed by those who don’t take kind to its meaning.

Queens

This brings us to Queens, New York. Here, next to the MOMA PS1, an iconic building stood for over 2 decades that had become one of the most famous public display of graffiti in the world. The huge building block had been taken over by graffiti artists. Artists rented affordable studio spaces inside the building, but it was their art on the outer walls that had taken a life of its own: 5Pointz had its own curator, artists were commissioned to paint on the walls, and people from all over the world came to visit the overwhelming display of graffiti. The building send out a powerful message of unity, advocated for the importance of graffiti and public art, and brought pride to a deprived neighborhood.

The building had always been the property of Jerry Wolkoff, who had bought the property in the 70’s, but had left it to be for a long time. After the studio’s where summoned to close due to safety issues, the artists kept working on the outer façade.  However, with the neighborhood context gradually changing due to the process of gentrification, the Wolkoff family decided to start the development of their property. Their plan proposed to demolish the iconic gratify museum to build new high rise luxury condos. Understandably the artist community staged protests, but woke up on November 19th 2013 to see their work blatantly whitewashed, wiping all of 5Pointz from its existence.

As artists re-tagged the building in the wake of the whitewashing, a powerful public art project by GILF! raised awareness on the process of gentrification and its effects. The artists draped the former 5Pointz building in a roll of police caution tape that stated “Gentrification in Progress”.  It is a powerful and blatant reference to the process that has clearly taken its tole on a public display of art, and raises questions on the display of power relations within the city.

Berlin

On the contrary, the city of Berlin has embraced public art, realizing that the graffiti and murals have defined the city’s character as authentic and gritty. Characteristics that have drawn so many people to the capital. In Kreuzberg the italian street artist BLU has created two large scale murals that have become an iconic part of the neighborhood, drawing large crowds of tourists. The murals in Kreuzberg referenced to capitalism, and the Eastern and Western divide.

On December 12th 204, Berlin woke up to see its iconic murals had vanished, all that remained were two black walls. Speculations soon arose stating that property developers had taken a stand, but it soon came to light that it had in fact been the artist and his collaborators  who had personally painted over the murals. Stating: “we felt it was time for them to vanish, along with the fading era in Berlin’s history that they represented. The story of the mural is directly linked to the history of this district of the city, which used to border directly on to East Germany.”

As the murals had become a part of what attracts so many to the city. The artist decided that in fact, the murals had become part of the process of gentrification that is turning Berlin in a city that no longer connects to the period when the murals were painted. The process of gentrification in Berlin is often said to minimise the availability of cheap housing and large vacant lots for creativity and experimentation. Characteristics that produced a context in which murals like the ones from BLU could be created.

To conclude, the political mural tradition still prevails in our cities today, in widely different contexts and depicting local and global struggles felt by individuals, neighborhoods or societies on a whole. Their relation to the process of gentrification has become increasingly obvious, and as these two instances show they can interact with one another in different ways. Murals leave a mark on the identity of a neighborhood, and probably for this reason the act of whitewashing is felt so strongly by many, evoking a feeling of loss. Fact remains that the act in itself sends out an incredible powerful message, sometimes even more politically charged than what the mural depicted in the first place.

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Un calcio contro mafia capitale

Un calcio alle mafie. Forte e ben assestato. Da parte di chi si confronta e combatte il fenomeno della criminalità organizzata anche quotidianamente. A Corviale, va in scena una partita di calcio particolare. A mettere gli scarpini infatti, saranno proprio i magistrati. L’iniziativa si inserisce nella cornice della manifestazione “Spiazziamoli: 50 piazze per la democrazia e contro le mafie” che si svolgerà venerdì 6 e sabato 7 marzo.

UN CALCIO A MAFIA CAPITALE – Il Municipio XI, attraverso una memoria di giunta, ha aderito dell’iniziativa, indetta dalle associazioni Libera e Da Sud. Nello specifico, all’interno del territorio municipale, si giocherà una partita di pallone. E’ stata organizzata per la giornata di sabato, presso il Campo dei Miracoli di via Poggio Verde 455, a Corviale. All’evento “Un calcio contro l’illegalità contro Mafia Capitale” oltre alla  Nazionale Magistrati,  prenderà parte l’Associazione Avviso Pubblico, e l’Associazione Calciosociale.

“Con questa adesione continua l’impegno del nostro Municipio contro le mafie e l’illegalità, iniziato a novembre 2013 con l’adesione al ‘Manifesto dei Sindaci per la legalità contro il gioco di azzardo’ – ha ricordato il Presidente municipale Maurizio Veloccia – abbiamo inoltre sottoscritto  il Protocollo ‘Municipi senza Mafie ‘anche questo promosso dall’Associazione DaSud, per ribadire il nostro impegno nella diffusione dei valori della legalità e delle buone pratiche di prevenzione e controllo sui fenomeni di corruzione e illegalità.

L’IMPEGNO DEL MUNICIPIO – Sul fronte del contrasto alla criminalità organizzata, il Municipio XI si è speso in altre iniziative.”Abbiamo partecipato alla Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie che si è tenuta il 22 marzo 2014 a Latina, ed abbiamo promosso un accordo con Libera – ha infine aggiunto Veloccia – per lanciare  percorsi di sensibilizzazione tra gli studenti del territorio”. La strada è ancora lunga. Ma qualche passo, indubbiamente, è già stato fatto.

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Ebook di Wired sul futuro del giornalismo

Come saranno i giornali del futuro? Philip di Salvo e Valerio Bassan hanno intervistato ricercatori, analisti e giornalisti che invece di chiudersi in se stessi stanno già vivendo il cambiamento.

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