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Anna Gedda: “Riciclata e sostenibile, ecco la t-shirt del futuro”

Produrre tessuti senza inquinare con fonti rinnovabili e rispettando i diritti: la sfida di H&M.

QUALCHE esempio virtuoso c’è. Aziende che da anni cercano di migliorare le condizioni di lavoro nei paesi emergenti. La sostenibilità è soprattutto questo. Non solo non inquinare, riciclare, utilizzare fonti rinnovabili, ma soprattutto tutelare gli operai che lavorano nell’industria tessile, rispettare la loro dignità, impedire sfruttamento e orari impossibili, garantire stipendi adeguati, debellare la piaga del lavoro minorile. Ne parliamo con Anna Gedda, responsabile della sostenibilità di H&M, colosso svedese dell’abbigliamento low cost presente in 57 paesi con 3.500 negozi. H&M non possiede fabbriche proprie, ma si avvale di circa 900 fornitori indipendenti collaborando con i quali crea oltre un milione di posti di lavoro. E ieri era il giorno in cui, non senza orgoglio, l’azienda ha presentato il suo tredicesimo report annuale sulla sostenibilità, una sorta di bilancio delle cosiddette “azioni consapevoli” stilato dal gruppo. “La tragedia del Rana Plaza a Dacca, due anni fa, in cui morirono 1.129 operai che lavoravano per marchi internazionali e da cui H&M era completamente estraneo, è stato un terribile campanello d’allarme per le aziende che producono nei paesi emergenti – commenta Anna Gedda – Fortunatamente, e ne siamo orgogliosi, noi da anni abbiamo adottato una politica aziendale di segno molto diverso”.

Quali sono nel dettaglio le vostre iniziative concrete?
“Dopo la tragedia del Rana Plaza, nonostante non fossimo in alcun modo coinvolti, siamo stati la prima azienda a firmare il Fire and Safety Agreement, l’accordo tra sindacati, organizzazioni non governative e marchi di moda per garantire standard di sicurezza ai lavoratori dell’industria tessile nel Bangladesh. Quanto alle nostre iniziative concrete, tutti i nostri fornitori, e i fornitori dei fornitori, e tutti coloro che hanno un rapporto d’affari con la nostra azienda devono necessariamente sottoscrivere il nostro Codice di condotta, istituito già nel 1997”.

Cosa prescrive?
“Regola e sancisce i requisiti legali, il divieto assoluto del lavoro minorile, il rispetto delle norme di sicurezza, i diritti dei lavoratori a condizioni ambientali favorevoli, il diritto alle cure mediche”.

Come vi assicurate che questo codice venga rispettato?
“Con ispezioni a sorpresa da parte di controllori interni ed esterni, ispezioni rispetto alle quali siamo severissimi, inflessibili”.

Come si concilia la sostenibilità con il profitto?
“La sostenibilità è una grande opportunità. Dobbiamo coglierla e applicarla a tutto il nostro business se vogliamo crescere nel tempo”.

Quale considera un passo avanti significativo compiuto dalla vostra azienda?
“Indubbiamente la trasparenza della nostra catena di fornitura, disponibile in rete nel sito www. hm. com a chiunque voglia consultarla. Abbiamo aggiunto all’elenco pubblico delle fabbriche di cui ci avvaliamo anche chi fornisce tessuti e filati”.

A che punto è il vostro piano aziendale per una politica di stipendi più equi? Cosa intendete per stipendio equo?
“Un salario minimo equo è un salario in grado di soddisfare le esigenze primarie del lavoratore. Deve essere aggiornato a cadenza annuale e negoziato con sindacati democraticamente eletti. Purtroppo in molti dei nostri paesi di produzione questo non avviene”.

Ma in che cosa consiste il vostro piano d’azione?
“È un progetto, chiamato Fair Wage Method, con cui facciamo appello ai governi, alle altre imprese dell’abbigliamento e ai rappresentanti della manodopera tessile perché si possa lavorare tutti assieme garantendo salari equi e rispetto dei diritti. Ci stiamo spingendo in territori mai esplorati prima dalle aziende e invitiamo il resto dell’industria a seguirci”.

Un progetto ancora agli inizi.
“Abbiamo cominciato a testare la nostra strategia per salari equi l’anno scorso, per il momento in tre fabbriche-modello, due nel Bangladesh e una in Cambogia e quest’anno amplieremo l’esperimento a 60 stabilimenti. Il risultato è stato un aumento dei salari a fronte di una diminuzione degli straordinari. Ora stiamo lavorando per introdurre sistemi simili in tutte le fabbriche dei nostri fornitori, il che dovrà avvenire entro il 2018. La misura interesserà circa 850 mila operai dell’industria tessile”.

Mi faccia un esempio: quanto guadagna oggi un’operaia che lavora in una di queste fabbriche?
“Alla Suzhou Silk, in Cina, lo stipendio mensile di un operaio ammonta a circa 425 euro. Vale a dire il 50 per cento in più rispetto al salario minimo locale”.

Sintetizza il ceo dell’azienda, Karl-Johan Persson: “Offriamo moda e qualità al miglior prezzo, ma non a qualsiasi prezzo. Per questo continuiamo a lavorare duramente per rendere sostenibile l’intero settore, dalla coltivazione del cotone alla raccolta degli abiti usati “. In un anno ne sono state messe insieme oltre 13 mila tonnellate, una massa di fibra tessile equivalente a 65 milioni di t-shirt. L’Italia è uno dei paesi in cui il progetto ha avuto maggiore successo. Entro il 2015 la quantità dei capi prodotti in fibre riciclate, che l’anno scorso è raddoppiata, si prevede aumenti del 300 per cento. Altro obiettivo è quello di utilizzare energia elettrica proveniente solo da fonti rinnovabili, oggi al 27 per cento.

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Hollywood punta su Roma Il ritorno dei divi a Cinecittà

Da «Zoolander 2» a «Ben Hur», i ciak delle grandi produzioni La concorrenza straniera battuta grazie agli incentivi fiscali.

La grande tribù della produzione di «Ben Hur», dopo aver lasciato Matera, è sbarcata a Cinecittà il 2 febbraio, tra gli stabilimenti di via Tuscolana e il retroterra del parco tematico di Cinecittà World sulla via Pontina, e lascerà Roma solo il 18 maggio dopo aver costruito l’esatta replica del Circo Massimo col coinvolgimento di 80 cavalli e di una media di 7-800 comparse al giorno per le scene di massa, per un totale di circa 12 mila scritturati sotto la guida dell’italiano Enzo Sisti, line producer del film diretto da Timur Bekmambetov (nel cast, col protagonista Jack Huston-Ben Hur, c’è Morgan Freeman nel ruolo dello Sceicco Ilderim).

Storia lunga 78 anni

Due giorni fa, nella città del cinema che ormai ha alle spalle 78 anni di storia, è stato anche battuto il primo ciak di «Zoolander 2», sequel della parodia del mondo della moda girato nel 2001. Un entusiasta Ben Stiller si è auto-immortalato con un selfie negli studios romani postando la foto su Instagram con l’eloquente commento «First day of shooting down! #Zoolander2 #Cinecitta #Finallymakingthismovie!». Ovvero: finalmente si gira!

Il remake della Dolce vita

E per le strade di Roma, nei vicoli dell’antico Ghetto ebraico, i fotografi capitolini giocano al remake della Dolce Vita inseguendo il co-protagonista accanto a Stiller, cioè Owen Wilson (l’attore che nel 2011 recitò per Woody Allen in «Midnight in Paris» con Carla Bruni sotto gli occhi preoccupati di Sarkozy) nelle sue scorribande notturne tra ristoranti (è ghiotto di carciofi alla giudìa) e una discoteca romana ora di gran moda in via Fleming, sopra Corso Francia. Uno spettacolo nello spettacolo, il divo che si sottrae ai flash sullo sfondo di Roma antica stando a un gioco mediatico che è alla radice del mito di Cinecittà.

Ferve l’attività

Ma non basta. Proprio ieri negli uffici dell’amministratore delegato di Cinecittà Studios, Giuseppe Basso, si è tenuta una riunione forse decisiva per la produzione di una serie tv targata Sky dedicata a Diabolik, destinata al mercato internazionale, col coinvolgimento del maestro Dante Ferretti (tre premi Oscar) per le scenografie.
Cinecittà conosce una nuova primavera, e si respira un clima quasi euforico. «Sono rientrato da pochi giorni da un lungo giro negli Stati Uniti. Ho incontrato a Hollywood i rappresentanti delle grandi Major e dei maggiori produttori indipendenti. Ho riscontrato una nuova attenzione per Cinecittà, per il nostro marchio, per la città di Roma e, in generale, per il nostro sistema Paese», racconta Basso. Ma cosa è accaduto? «Finalmente si comincia ad avere meno timore per le autorizzazione per le riprese, per le leggi sul lavoro. Ma soprattutto bisogna dare atto al ministro Dario Franceschini per la determinazione con cui è riuscito a far approvare il nuovo sistema di tax credit, ovvero degli incentivi fiscali. Prima eravamo assolutamente non competitivi, ci ritrovavamo esclusi dal circuito dei migliori set europei».

Pagina sul New York Times

La conferma è arrivata dal New York Times che ieri in prima pagina titolava: «Hollywood ancora una volta torna sulle rive del Tevere», grazie proprio «ai benefici fiscali per le produzioni straniere voluti dal governo italiano». 
Con la nuova norma i progetti stranieri hanno un beneficio del 25% di quanto spendono in Italia. Unendo insieme Cinecittà Studios e Filmmaster, entrambe aziende del gruppo Italian Entertainment Group, si possono trasferire alla produzione fino a 20 milioni di benefici fiscali a progetti che investono in Italia fino a 90 milioni di euro.

Fondamentale il tax credit

Basso assicura che senza il tax credit «Zoolander 2» sarebbe finito altrove, probabilmente in Gran Bretagna o in Francia. Ma un’altra carta decisiva, spiega Basso, è stata giocata grazie a James Bond: «La produzione di quel film è andata bene, Roma ha dimostrato di poter essere un eccellente set per una grande produzione. Un esempio come quello è importante. Perché noi vogliamo e dobbiamo pensare in grande. Cinecittà è una straordinaria realtà composta da venti teatri di posa, più di cento persone impiegate stabilmente, con un reparto scenografico tra i più vasti d’Europa con quaranta addetti. Le voci circolate nel 2012 di una trasformazione di Cinecittà in un maxi resort non ci hanno aiutato. Ma ora possiamo guardare al futuro con sicurezza e decisione». 
Aveva insomma ragione Fellini: «Quando mi chiedono dove vorrei vivere, a Londra, New York… io penso sempre che vorrei vivere a Cinecittà» 

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La Regione Lazio taglia l’Ater

Una sola agenzia per l’edilizia popolare.

Un’unica agenzia per l’edilizia pubblica, il taglio di 68 poltrone e risparmi per oltre 2,5 milioni. E’ la rivoluzione della Regione Lazio che domani approverà in giunta la nuova delibera sull’abitare: le 7 Ater (Aziende territoriali per l’edilizia residenziale) saranno sostituite da un soggetto unico, l’Areps (Azienda regionale per l’edilizia pubblica e sociale). 
Il nuovo ente sarà composto da un presidente, un cda di 4 membri, un collegio di revisori di 3 membri effettivi più 2 supplenti. Mentre sul territorio ci sarà una sola direzione generale con sede a Roma – costituita da un direttore generale, un direttore tecnico e un direttore amministrativo – e 6 distretti territoriali comprendenti i capoluoghi di Provincia, la Città metropolitana di Roma Capitale e il Comune di Roma, e potrà contare su un’unica centrale acquisti. In sostanza l’unificazione delle Ater comporterà una sforbiciata sui costi per 2,5 milioni e il taglio di 68 poltrone (6 direttori generali, 44 consiglieri di amministrazione e 18 revisori dei conti).  «Si avvia la trasformazione delle 7 Ater in un’unica azienda – spiega l’assessore regionale alle Infrastrutture e Politiche abitative Fabio Refrigeri -. È una promessa mantenuta con cui si conclude un’era e si avvia una fase di razionalizzazione che punta a conseguire risparmi economici importanti e una politica gestionale più snella ed efficiente dedicata all’abitare». Come previsto dalla delibera, che dovrà poi ricevere il via libera della Pisana, il presidente dell’Areps e il collegio dei revisori saranno nominati dal presidente della Regione mentre il cda sarà eletto dal Consiglio regionale.
«Ater Lazio, stiamo cambiando tutto – commenta il governatore Nicola Zingaretti. – Meno poltrone, meno burocrazia, più qualità dei servizi».

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Cooperazione una risposta per immigrati, donne, giovani disoccupati, disabili e detenuti

AGCI LAZIO e La Camera di Commercio di Roma promuovono insieme la creazione d’impresa nella Provincia di Roma

È al via il progetto: “Cooperazione una risposta per immigrati, donne, giovani disoccupati, disabili e detenuti” ideato per diffondere la cultura d’impresa e sviluppare le attitudini manageriali di coloro che intendono avviare un’attività imprenditoriale, ma sono carenti di strumenti e conoscenze adeguate.

ATTIVITÀ PROGETTUALI GRATUITE

Sportello di promozione d’impresa rivolto agli immigrati, donne, giovani disoccupati e disabili che aspirino a costituire una propria impresa;
Seminari per la condivisione e analisi di idee imprenditoriali proposte dai partecipanti e per l’impostazione di percorsi start up d’impresa per le idee più rilevanti e concretamente realizzabili;

Laboratorio d’impresa attraverso attività di coaching ad opera di esperti che affiancheranno individualmente e/o a piccoli gruppi le/gli aspiranti imprenditrici/imprenditori nel loro percorso di creazione d’impresa;

PRINCIPALI TEMATICHE

Il concetto d’impresa, il ruolo dell’imprenditore, le forme societarie previste dal codice civile, la stesura del business plan, le opportunità di accesso ai finanziamenti pubblici, la salute e sicurezza dei lavoratori.

Per informazioni e richieste di appuntamento

AGCI LAZIO tel: 06.40500200 – info@agcilazio.it Via Benedetto Croce n.68 – 00142 Roma




Tra Lazio e Campania arriva il festival della street art

Da marzo a giugno 40 street artist provenienti da tutto il mondo lavoreranno su altrettanti spazi urbani per trasformare le zone più trascurate in un museo a cielo aperto.

«Un muro è fatto per essere disegnato», diceva Keith Haring. E di muri il festival della street art Memorie Urbane, nato nel 2011 da un’idea di Davide Rossillo, ne ha già trasformati più di 90.
Per la quarta edizione, che coinvolgerà da marzo a giugno ben 7 città tra Lazio e Campania, il programma sembra essere sempre più ambizioso. 40 street artist provenienti da tutto il mondo, alcuni dei quali per la prima volta in Italia, lavoreranno su altrettanti spazi urbani per «trasformare le zone più trascurate della città in un museo a cielo aperto, accessibile a tutti», come afferma il curatore.
La street art si conferma come un brillante strumento per offrire nuova linfa a luoghi solitamente abbandonati o poco noti, per aprire un dialogo sempre nuovo con il territorio e i suoi abitanti.

Tra Lazio e Campania arriva il festival della street art: da marzo a giugno 40 street artist provenienti da tutto il mondo lavoreranno su altrettanti spazi urbani per trasformare le zone più trascurate in un museo a cielo aperto.

Ciascuna opera è accompagnata da una targa con le informazioni riguardanti gli artisti.
Inoltre, grazie all’App Urbancolors dei francesi Urbanmedia sarà possibile geolocalizzare gli interventi e con il sistema Koin Art si potrà avere accesso via smartphone ad approfondimenti su ogni street artist.
Il programma, che si svolgerà secondo diverse tappe temporali lungo i due mesi, prevede anche una serie di mostre personali all’interno di gallerie e spazi museali, come quella, imperdibile, dedicata a Martha Cooper. Una selezione di scatti della grande fotografa americana, che ha documentato la street art a New York sin dagli anni ’70, saranno esposte negli spazi della Pinacoteca comunale di Gaeta dal 29 marzo al 17 maggio.

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Smart community. Milano rileva l’umore dei cittadini

La ‘rivoluzione’ in chiave smart dell’area di Porta Nuova di Milano parte dall’analisi del grado di soddisfazione dei residenti e visitatori del quartiere.

Cosa fa di una città una smart city? L’innovazione tecnologica e le soluzioni orientate all’efficienza energetica e alla sostenibilità ambientale contano, ma la ‘rivoluzione’ dovrebbe passare dal capitale umano. Perché, aldilà di ogni congettura, le città sono fatte da e per chi le abita. E le persone, con i loro bisogni, desideri e aspirazioni, dovrebbero essere messe al centro di qualsiasi dibattito sui centri urbani. Prova a farlo Milano con il progetto Smart Community, che già dal nome sposta l’attenzione dalla città alla comunità. La comunità in questione è quella del nuovo quartiere di Porta Nuova, che comprende le aree di Garibaldi, Varesine e Isola, che è senza dubbio l’area meneghina su cui si è investito di più, in termini di riqualificazione urbana, negli ultimi anni e che, in vista dell’imminente ‘apertura’ del semestre Expo, vuole proporsi come vetrina indiscussa per il capoluogo lombardo.

Avviato dalla Fondazione Riccardo Catella, in collaborazione con le fondazioni Nicola Trussardi, Cometa, Romeo ed Enrica Invernizzi, Feltrinelli e Cariplo, ‘Smart Community’ comprende tre contenuti principali: Porta Nuova Smart Lab, MiColtivo.The Green Circle e L’Italia si alza. Che cercano di affrontare tre aspetti fondamentali per la rivitalizzazione dei centri urbani, quello della digitalizzazione, dell’agricoltura urbana e della socialità.

Verso l’Internet delle cose

Più che di digitalizzazione, in realtà, parliamo di una vera e propria implementazione del concetto dell’Internet of Things. Porta Nuova Smart Lab prevede infatti lo sviluppo di una serie di strumenti per dare informazioni, facilitare i servizi, incentivare le relazioni fra i cittadini e per analizzare la comunità reale e virtuale della zona. Si cercherà di creare una vera e propria connessione fra oggetti, spazi e persone e le tracce di quest’ultime verranno raccolte e rielaborate per comprendere il loro grado di soddisfazione e per favorire un miglioramento della qualità della vita.

Un’app per rilevare l’umore degli abitanti

La tecnologia più interessante e innovativa è infatti un’app, chiamata MIXMood, che misurerà l’umore delle persone. Residenti fissi o momentanei, visitatori nazionali o semplici osservatori digitali, che si avvicinano al quartiere attraverso i siti web, avranno la possibilità di esprimere, direttamente o indirettamente, la loro opinione. Contribuendo alla costruzione di un indicatore inedito per la città, perché indagherà il sentimento dei cittadini verso l’ambiente circostante e i risultati potranno essere utilizzati per migliorare non solo l’area in questione ma anche per la progettazione di nuovi insediamenti urbani.

Campo di grano fra i grattacieli

Sempre inserita nel progetto ‘Smart Community’, l’iniziativa ‘Mi coltivo-The Green Circle’ che comprende diversi eventi, il più importante dei quali è la realizzazione di un enorme campo di grano tra i grattecieli dell’area di Porta Nuova, realizzato dall’artista americana Agnes Denes. Scopo dell’opera, a cui a collaborato anche Confartigianato, sarà sopratutto il coinvolgimento dell’intera comunità, nel raccolto, che avverrà nel mese di luglio.

Concorso di design per sedie per spazi pubblici

E per finire, il progetto di design L’Italia si Alza, per la realizzazione di sedie da esterni da collocare nello spazio pubblico. Il concorso ha coinvolto gli studenti dell’area falegnameria e tessile della Scuola Oliver Twist dell’Associazione Cometa di Milano che , affiancati da tre designer professionisti, Philippe Bestenheider, Giopato&Coombes e Mario Ferrarini, hanno dato vita a una serie di prototipi di sedia che doveva essere: resistente, facile da trasportare e immagazzinare, dai costi di produzione contenuti e creativo. Tra gli otto progetti già selezionati, saranno scelti i tre finalisti, che saranno esposti durante la Design Week 2015 a Porta Nuova.

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Piano Energetico Regionale

La Regione ha avviato il processo di costruzione del nuovo Piano Energetico Regionale attraverso la redazione di un ‘Documento Strategico’.

Questo documento vuole definire le condizioni per lo sviluppo di un sistema energetico sempre più rivolto all’utilizzo delle fonti rinnovabili ed all’uso efficiente dell’energia, ai fini della riduzione della CO2.

Prende avvio il percorso di confronto e partecipazione per la costruzione condivisa e trasparente del nuovo Piano Energetico Regionale.

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“Buonanotte Fiorellino”. Primo nido serale tutti i bimbi a nanna

Torrevecchia, apertura il 10 aprile. “Un aiuto per chi lavora fino a tardi”.

Si chiama “Buonanotte Fiorellino”. E il nome non è certo casuale. Si tratta, infatti, del primo asilo nido romano aperto 24 ore su 24. Dove il servizio serale e notturno  –  diviso in due turni, dalle 19 alle 24 e dalle 24 alle 7 del mattino  –  sarà però aperto anche ai bimbi più grandi, dai 3 mesi ai 6 anni. L’asilo, privato ma convenzionato con il Comune e gestito dalle cooperative “Ludus” e “Giasf”, si trova in via Decio Azzolino a Torrevecchia, nel Municipio XIII. E aprirà i battenti, in via sperimentale, il 10 aprile, con servizio solo serale e notturno fino al prossimo settembre, dal venerdì alla domenica.

“Se ci saranno richieste, siamo pronti a offrire il servizio anche negli altri giorni della settimana”, assicura Gaetano Debilio, presidente della cooperativa “Ludus”. Specificando che le prenotazioni saranno accettate “fino a 24 ore prima”. “Abbiamo constatato  –  spiega Debilio  –  che in città mancava un servizio simile, ma ce n’era sempre più l’esigenza. I genitori, così, avranno la certezza di lasciare i loro figli in un luogo sicuro e professionale, che rispetta gli standard previsti dal Comune”. L’idea è nata “per semplificare la vita alle famiglie”, pensando in particolare “ai tanti lavoratori con turni serali e notturni, visto che in zona ci sono ad esempio diversi ospedali, e alle famiglie monoparentali”. Ma anche ai genitori che dovessero avere un’emergenza o che, semplicemente, per una sera dovessero o volessero assentarsi da casa per un momento di svago. Per questo, si può usufruire del servizio serale e notturno anche sporadicamente, solo per un turno o per tutta la notte. Con tariffe, per ora, di 19,50 euro dalle 19 alle 24 e di 45 euro per tutta la notte (più una “Ludus card” d’iscrizione di 10 euro). “Ma naturalmente ci saranno sconti per chi avrà bisogno di un servizio settimanale o mensile”, specifica Debilio.

Da settembre, invece, partirà il servizio diurno con le normali tariffe comunali. Settantaquattro i posti disponibili nella fase sperimentale, “ma in futuro potremo ospitare fino a 150 bimbi, visto che la struttura è su due piani”. Fra le attività proposte, giochi  –  anche multimediali e di ruolo  –  adatti ai bambini delle diverse età, oltre a letture, film e cartoni animati. E, naturalmente, si serviranno la cena e la colazione. Per presentare il servizio alle famiglie interessate, martedì, dalle 17 alle 18.30, è stato organizzato un Open Day. A cui parteciperanno anche il presidente del Municipio XIII, Valentino Mancinelli, e l’assessore alla Scuola, Eleonora De Venuti. “Il progetto  –  raccontano minisindaco e assessore  –  è stato reso possibile grazie all’erogazione di un finanziamento da parte della Regione Lazio nell’ambito del bando Innovazione Sociale. Prevede standard di qualità simili a quelli dell’asilo nido diurno classico, ma con modalità operative e relazionali speciali e innovative”.

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Smart city. Tutte le possibilità offerte dalla geolocalizzazione

La geolocalizzazione consente non solo di identificare posizioni e percorsi ma di raccogliere una serie di informazioni indispensabili per sviluppare sistemi e servizi urbani in chiave smart. Un white paper dell’OGM cerca di ridefinire standard aperti e condivisibili.

Parlare di smart city significa riflettere sul concetto di integrazione di sistemi. E per raggiungere un ottimo livello di integrazione di ciascuna struttura, digitale, fisica e umana, uno degli elementi più importanti è quello della comunicazione spaziale. O meglio, della cosiddetta geolocalizzazione. Che consente non solo di identificare posizioni e percorsi ma di raccogliere una serie di informazioni indispensabili per realizzare dei reali passi in avanti nello sviluppo di sistemi complessi e ‘comunicanti’.

Standard aperti e condivisibili

Per poter sfruttare le possibilità offerte dalla geolocalizzazione sono necessari degli standard aperti e condivisibili. Con questa finalità, l’Open Geospatial Consortium (OGC) ha redatto un white paper, intitolato ‘Smart Cities Spatial Information Framework’ (VEDI ALLEGATO), che tenta di fare il punto sullo stato dell’arte delle tecnologie attualmente in uso e delle possibilità ad esse legate in termini di applicazioni sul suolo urbano. Basandosi sugli attuali standard disponibili sul mercato, come OGC CityGML, IndoorGML, Moving Features, e Augmented Reality Markup Language 2.0 (ARML 2.0), il documento vuole essere uno strumento per comprendere come queste architetture possano essere utilizzate per integrare dati GIS (Geographic Information System)- sistema informativo computerizzato che permette l’acquisizione, la registrazione, l’analisi, la visualizzazione e la restituzione di informazioni derivanti da dati geografici (geo-referenziati)- a immagini e informazioni ricavate da sensori e social media utilizzabili per lo sviluppo di sistemi e servizi ad uso della comunità.

Una guida per pianificare e implementare architetture aperte

Il documento si pone anche come guida su come pianificare e implementare architetture aperte basate su standard spaziali e orientate all’interoperabilità. Il sistema è sviluppato da quattro punti di vista, definite sezioni: Enterprise Viewpoint, che include la definizione di una Smart City, gli indicatori per valutare il valore della distribuzione della tecnologia e una serie di componenti per il sistema informativo di una Smart City;
Information Viewpoint, che delinea le informazioni spaziali e i dati di una Smart City; Services Viewpoint, che include interfacce e flussi di lavoro necessari per l’interoperabilità in un’architettura orientata ai servizi e Deployment Viewpoint, che identifica approcci per la distribuzione del quadro informativo territoriale nelle città.

Smartcity_geolocalizzazione_whitepaperOGC_SmartCitiesSpatialInformationFramework

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Case della Salute, altre due aperture

I nuovi “sportelli” a Ostia e a Torrenova. Il governatore: dopo anni di desertificazione sviluppiamo i servizi per la prima cura.

Due nuove Case della salute. Una a Ostia, su Lungomare Toscanelli e l’altra in via della Tenuta di Torrenova, un territorio che si sviluppa nel VI municipio e per lo più fuori dal Grande Raccordo Anulare. “L’innovazione della sanità continua dalle periferie della città” ha spiegato Nicola Zingaretti, governatore del Lazio parlando del progetto: “Apriamo a Ostia e Torrenova le nuove Case della salute di Roma dopo anni di desertificazione, continua lo sviluppo di nuovi servizi per la prima cura”.

E così dopo Magliano Sabina, PratiTrionfale nel cuore di Roma, Rocca Priora, Sezze e Pontecorvo venerdì 3 aprile aprirà Torranova e una settimana dopo, il 10, Ostia. “Sono contento di dare segnali nuovi e concreti per le persone: il Lazio”, ha commentato il presidente della Regione le due inaugurazioni.
Sul litorale romano la Casa della Salute  che è stata ricavata nell’ex ospedale Agostino  e si estende su 700 metri quadrati  sarà aperta dal lunedì al venerdì dalle 7,30 alle 18,30 e il sabato fino alle 13,30 ed è stata pensata per essere la porta di accesso unificata al Sistema sanitario regionale e unica sede territoriale di riferimento per i residenti del X municipio per i servizi socio sanitari.

Mentre quella di Tenuta di Torrenova, che sarà aperta dal lunedì al venerdì dalle 7,30 alle 18 e il sabato fino alle 14  si occuperà deii servizi socio sanitari di quartieri come Tor Vergata, Torre Angela, Torre Gaia e Tor Bella Monaca. E come le altre già attive entrambe si occuperanno soprattutto di assistenza primaria, presa in carico dei pazienti cornici sorveglianza temporanea.
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