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Dai Millennials agli Zeta, a quale tribù appartieni?

LI HANNO chiamati “Zeta”, in mancanza di meglio. Camaleontici, inafferrabili, social, abitano l’universo dei videogiochi di “Minecraft”, adorano gli Youtubers e gran parte della loro vita è scandita dalla “i”, minuscola, di iPod, iPad, iPhone. Velocissimi, esperti, incredibili tecno-navigatori sono i nuovi bambini e i nuovi teenager della “Generazione Z”. Fratelli dei “Millennials”, primogeniti della “Generazione X”, nipoti dei “Baby Boomers”, sono nati quando il mondo era già un’unica connessione, e le loro ecografie prenatali filmate in 3D. I più vecchi, venuti al mondo nel 2000, hanno 15 anni, i più giovani sono cresciuti nel mix multietnico dell’Italia globale. Per battezzarli, negli States, “Usa Today” aveva lanciato nel 2012 un gigantesco sondaggio. “Wii-Gen”, “i-Gen”, “Post-Gen”, erano state le risposte, nessuna efficace però. Poi è arrivata la definizione: “Generazione Z”, firmata dal sociologo Neil Howe, già scopritore insieme a William Strauss dei “Millennials”. Zeta, come la fine di un ciclo, diviso tra il prima e il dopo l’11 settembre. Come Oskar, il ragazzino di 9 anni che attende invano il padre sepolto nelle Torri Gemelle, protagonista dello struggente romanzo di Jonathan Safran Foer, “Molto forte, incredibilmente vicino”.

L’ultima lettera dell’alfabeto, dunque, per descrivere ragazzini nati negli anni della grande crisi, incastrati nella fine delle certezze occidentali, e assai più poveri dei loro fratelli maggiori. Ipotecati da un debito di migliaia di euro sulle loro teste, i primi per cui la vita digitale non è diversa da quella reale, autonomi, ecologisti, spesso figli unici, abilissimi nell’imparare così come nel bruciare nuove tecnologie, ma ben coscienti già dall’infanzia di doversela cavare da soli. Dietro ci sono famiglie impoverite, reti di welfare disintegrate e la grande disillusione dei trentenni senza lavoro. Con tutte le incognite che ne conseguono, così sottolineava qualche giorno fa il «New York Times», in un preoccupato editoriale dal titolo: «Cercando una strada per la Generazione Z».

In Italia gli “Zeta” sono circa un milione e mezzo di bambini e adolescenti, ma è inutile cercare saggi e ricerche, le nostre indagini si sono fermate ai «Millennials». Di questi ultimi, diventati maggiorenni alla vigilia del nuovo secolo, il demografo Alessandro Rosina, è uno dei massimi esperti, e conferma che nel nostro paese le ricerche sui post, i ragazzini nati negli ultimi quindici anni, sono appena iniziate. «Di questa “Generazione Z” si sa ancora poco, ma alcuni tratti sono già evidenti. Sono i primi adolescenti ad avere genitori con competenze digitali, a poter comunicare con lo stesso linguaggio. Ad un “Millennial” non sarebbe capitato che la mamma mettesse le sue foto su Facebook. Genitori e figli oggi sono uniti, non divisi dalla Rete, anche se naturalmente i ragazzi cercano in tutti i modi di nascondersi ». Gli “Zeta”, poi, sono la prima generazione di bambini italiani a contatto, in tutto e per tutto, con coetanei immigrati di seconda generazione, oltre il 15% soltanto nella scuola primaria. «Li caratterizza una estrema velocità, la capacità di confrontarsi con altre culture, l’autoproduzione del sapere attraverso la Rete. Sono spinti precocemente a fare da soli, e faticano a riconoscere l’autorità. Con non pochi problemi, ad esempio, sul fronte scolastico». I figli della «Generazione X» insomma sarebbero in grado, fin da piccoli, di trovare la bussola nel mondo complesso che li circonda. Esponendosi però a rischi seri. La Tv, cattiva maestra dei “Millennials”, non era tanto pericolosa quanto può esserlo uno smartphone. «Perché la Tv — mette in guardia Rosina — può diffondere messaggi sbagliati, ma oltre lo smartphone c’è un ignoto ancor più rischioso».

In attesa delle ricerche italiane, bisogna attingere al libro «Generations » di Howe e Strauss (oggi scomparso) alla loro cronologia esistenziale, per raccontare miti e totem dei passaggi d’età, dal dopoguerra ad oggi. I «Baby Boomers », nati tra 1946 e il 1964, figli dell’esplosione demografica post bellica e del miracolo economico. La «Generazione X» (1965-1980) dal libro ormai classico di Douglas Coupland, i primi giovani a non conoscere guerre, a raggiungere in massa l’istruzione superiore, la rivoluzione del ‘68 e il femminismo. I “Millennias” (1981-2000), ragazzi dell’Erasmus di Schengen, liberi dalla leva obbligatoria, altamente preparati e disperatamente senza lavoro. Giovani che in Italia stabiliscono il record di denatalità, ed emigrano in massa, come i loro bisnonni.

Ora la lente d’ingrandimento si sposta sui fratelli più piccoli. Già catturati dalle ricerche di mercato, in cerca di nuovi consumatori. Eppure leggendo “I nuovi bambini”, saggio di Paolo Ferri, professore di Teoria e tecnica dei nuovi media all’università Bicocca di Milano, si capisce che la Generazione Z ha già una identità precisa. Dai loro cult, come il videogioco milionario “Minecraft”, che ricorda le “Città invisibili” di Italo Calvino, all’abitudine di filmare ogni momento della giornata. Dai loro miti pop, oggi Youtubers come Favij (Lorenzo Ostuni) ma anche Jovanotti, i precocissimi ragazzini Zeta sembrano consapevoli di dover riscrivere le regole del gioco.

“I nuovi bambini” è una guida, pensata da un padre (Ferri) immigrante digitale, per genitori spaventati dalla seconda pelle virtuale dei loro figli. «Gli “Zeta” sono ragazzini con il digitale nel Dna, così li ha abilmente definiti la “Jwt”, grande agenzia di pubblicità. Del resto sono figli di madri che hanno messo online le ecografie di quando li aspettavano, e fin da piccolissimi hanno visto i genitori con in mano un iPhone. Bambini che rappresentano una rivoluzione antropologica, una variante dell’ homo sapiens , ce ne dobbiamo fare una ragione». Il problema è la tecnofobia dei grandi. I quali però sono i primi a fare un uso malsano di Internet. Spiega Ferri: «Cosa potrà imparare teenager che vede i genitori navigare in Rete, ma solo per chattare su Facebook? Pensiamo sempre che siano i più piccoli a dover cambiare i loro comportamenti, qui invece la rivoluzione è alla rovescia e inizia dai grandi».

Ed è (anche) questo che racconta Giorgio Ghiotti, giovanissimo scrittore, classe 1994, dunque “Millennial”, nel suo libro “Dio giocava a pallone” (Nottetempo). Storie di primi amori e di prime trasgressioni dei teenager della “Generazione Z”. «Quando vado nelle scuole, a parlare di libri, vedo adolescenti affamati di emozioni, esattamente come eravamo noi alla loro età. Ascoltano, ma non vogliono indicazioni né strade già tracciate. La generazione Zeta cammina con regole proprie e gli adulti non possono che adeguarsi».

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Tecnologia: a Madrid la “fantasmagorica” protesta con il corteo in ologrammi

La tecnologia non ha più limiti e si presta anche per la difesa del diritto di libera espressione a Madrid, dove centinaia di manifestanti in formato “ologrammi” sono scesi in piazza per manifestare contro il Parlamento.

Nella notte fra sabato e domenica, nel centro di Madrid, proprio davanti al palazzo del Parlamento, si è svolta una protesta per la libertà di espressione. Fin qui nulla di sorprendente, se non fosse che il corteo di manifestanti non era in carne ed ossa ma la piazze era gremita di centinaia di ologrammi, l’immagine “fantasmagorica” delle persone che da tutte le parti del mondo hanno voluto essere presenti a questa protesta in modo virtuale ed a dir poco inquietante. Hanno sfilato per un’ora circa i 17.857 manifestanti formato virtuale di ogni parte del mondo, al motto di “Libertà di espressione”. La protesta è stata organizzata per manifestare contro la legge “di sicurezza cittadina” del governo Rajoy, in vigore dal prossimo luglio, che riduce il diritto di manifestazione poiché prevederà multe fino a 30 mila euro per chi marcia in carne ed ossa sotto il Parlamento. Ed ecco che dunque, per i manifestanti, la tecnologia è stata utilissima poichè ha permesso loro di realizzare comunque il loro corteo di protesta anche se non in carne ed ossa. L’evento è stato sicuramente uno degli atti provocatori più spettacolari mai visti prima. Per realizzarla è bastato prestare la propria faccia a una telecamera attraverso il web (ed eventualmente anche la voce con gli slogan a piacere) per una scannerizzazione la cui elaborazione avrebbe marciato nel corteo libertario, da come si legge su La Repubblica.

Questa è stata la prima manifestazione tecnologica di una protesta politica per mettere in luce e sottolineare che neanche una legge può limitare il diritto di manifestazione e di protesta di un popolo. La realtà si veste di ologrammi dunque. Che sembrano ormai impazzare in ogni dove. Un ologramma di Virgilio e uno di Teodolinda faranno da guida ai visitatori del padiglione della Lombardia all’ Expo, ologrammi del feto stanno per sostituire l’ecografia nelle gravidanze e l’uomo anticiperà lo sbarco su Marte attraverso un ologramma. Che sia questo il futuro della politica fra proteste e dibattiti in piazza in cui parteciperanno le figure virtuali dei politici?

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Il Giubileo delle periferie: pronto il piano per 38 opere oltre il Gra

Il Giubileo come occasione per ricucire le periferie più estreme della città, che si estendono anche oltre il Grande raccordo anulare, al tessuto urbano di Roma. Per far arrivare opere e servizi lì dove spesso ci sono solo case.

Il Giubileo come occasione per ricucire le periferie più estreme della città, che si estendono anche oltre il Grande raccordo anulare, al tessuto urbano di Roma. Per far arrivare opere e servizi lì dove spesso ci sono solo case. Quartieri sorti dove prima si estendeva solo l’agro romano. Questa è l’idea per l’Anno Santo straordinario dell’amministrazione Marino, almeno per quanto riguarda le opere urbanistiche.

“Il programma per il Giubileo presentato dall’assessorato è orientato tutto sui luoghi dell’oltre GRA, nei quartieri popolari dove ci sono le case e mancano talvolta anche le strade. – ha spiegato oggi l’assessore alle Trasformazioni Urbane di Roma Capitale Giovanni Caudo – Abbiamo selezionato 38 opere in dieci luoghi in cui sarà possibile organizzare momenti significativi del Giubileo. Si potrebbe addirittura pensare di aprire una porta dell’Anno Santo anche in qualcuna delle chiese presenti sul territorio dell’oltre Gra”. L’idea di un intervento per le periferie con l’occasione del Giubileo era già stato annunciato dal Campidoglio nelle scorse settimane, con l’assessore Alessandra Cattoi che aveva parlato “di un evento diffuso in tutta la città”.

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Da Corviale a Scampia: gemellaggio e sport sociale

Corviale e Scampia, le periferie di due grandi città, a confronto oggi al Campo dei Miracoli, a Corviale.

Quattro classi di due scuole romane, la scuola media Raffaello della Romanina e la Primaria dell’Istituto Corviale, sono intervenute alla “festa dello sport sociale”, organizzata dall’associazione ASD Miriade e patrocinata dalla Presidenza dell’Assemblea Capitolina, nella struttura sportiva inaugurata un anno fa nella periferia dell’XI Municipio a via di Poggio Verde.

L’occasione dell’incontro: la presentazione  del libro “L’Oro di Scampia” di Gianni Maddaloni, che si è confrontato con i ragazzi sullo sport modello e occasione di integrazione e formazione. Proprio come nella palestra  Star Judo di Scampia, gestita proprio dal maestro Maddaloni, dove i corsi sono occasione di riscatto alla criminalità e all’abbandono, a Roma nel Campo dei Miracoli del “Serpentone” l’aggregazione e la socialità si mettono in gioco sul campo di calcio.

A Napoli, in uno dei quartieri più difficili, Scampia, lo sport della Star Judo alimenta il sogno di bambini e famiglie della costruzione di una società civile attraverso sport e legalità. Oggi, per la passione con la quale opera nel sociale, la palestra e il “progetto Maddaloni” sono realtà affermate e impegnate in prima linea per il recupero di giovani in difficoltà, compresi bambini diversamente abili e non vedenti. L’associazione Maddaloni consente a moltissimi giovani di fare sport gratuitamente, senza costi per le famiglie. L’idea forte del progetto Maddaloni è poi quella di esportare nei territori altri poli dello sport.

Si punta sulle qualità e sulla voglia di affermarsi dei ragazzi anche a Corviale, nel Campo dei Miracoli, una cittadella dello sport che ha le caratteristiche della palestra di Scampia: dallo sport la medicina per emergere per tanti ragazzi e giovani di periferia. Il Campo dei Miracoli è una struttura in bioarchitettura ed ecosostenibile: il cemento ha lasciato il posto a legno, argilla, canapa, pannelli solari e geotermia. Non solo, i campi di calcio sono realizzati in materiale organico (fibra di cocco, sughero e olio di lino), la palestra non ha barriere architettoniche ed è rivestita in faggio naturale e cortecce. Dalla struttura al messaggio il passo è breve: qui si sperimentano laboratori e modelli nuovi di integrazione, attraverso il gioco del calcio e grazie a spazi polifunzionali destinati al tempo libero dei ragazzi. E oggi sono almeno 500 i tesserati del Calcio Sociale di Corviale.

Insieme all’autore, Gianni Maddaloni, sono intervenuti tra gli altri: Valeria Baglio, presidente dell’Assemblea Capitolina, Paolo Masini, assessore alla Scuola e allo Sport, Maurizio Veloccia, presidente del Municipio XI, l’onorevole Laura Coccia, parlamentare, Giovanna Boda direttore generale Dipartimento per lo Studente del MIUR, insieme al giornalista di Rai Sport Carlo Paris.

“Lo Sport è certamente un’occasione di crescita sana ed equilibrata per tanti ragazzi – ha dichiarato la Presidente dell’Assemblea Capitolina, Valeria Baglio – Questo ce lo insegna egregiamente il maestro Maddaloni, che ne ha fatto un progetto di vita. E un’ulteriore testimonianza arriva dal Campo dei Miracoli di Massimo Vallati. Ma tutto questo impegno, pure importantissimo, da solo non basta se poi le Istituzioni non ci sono e non fanno sentire la loro voce, scommettendo sui giovani e sulle periferie, su progetti come questi. Lo scorso 21 giugno avevo sostenuto l’edizione dei campionati nazionali di judo per non vedenti e ipovedenti, organizzati dall’ASD Miriade, svolti all’interno  dell’impianto scolastico di via Biagio Petrocelli. Oggi continuo a sostenere con forza il ruolo delle istituzioni cittadine che vivono e fanno propri i valori comuni della solidarietà, dello sport come occasione di aggregazione e di riscatto per tante ragazze e tanti ragazzi delle periferie delle nostre città”.

 

L’associazione Miriade, organizzatrice dell’evento, svolge da tempo attività sportiva, in particolare con la disciplina del judo, nel quartiere della Romanina, presso l’istituto Comprensivo Raffaello, nella palestra del plesso Petrocelli.

Una copia del libro L’Oro di Scampia verrà donato alle due scuole e a ogni biblioteca romana.

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Richiesta convocazione Assemblea Capitolina straordinaria aperta sulle mafie a Roma

Roma, 8 aprile 2015

Preg.ma
Valeria Baglio
Presidente Assemblea Capitolina

Preg.mo
Ignazio Marino
Sindaco Roma

e p.c.
Preg.ma
Gemma Azuni
Vicepresidente Assemblea Capitolina

Pre.gmo
Franco Marino
Vicepresidente Assemblea Capitolina

Preg.mi
Capigruppo Pd, Sel, Centro Democratico, Lista Civica Marino, M5S, Pdl, Fratelli d’Italia, Cittadini per Roma, Alfio Marchini Sindaco, Ncd, Alleanza popolare nazionale, Movimento Cantiere Italia, Lega Salvini

Preg.mi
Consiglieri Comunali Roma

Preg.mi
Assessori Comunali Roma

Preg.mi
Presidenti di Municipio di Roma
Oggetto: Richiesta convocazione Assemblea Capitolina straordinaria aperta sulle mafie a Roma
Preg.mo Sindaco, Preg.mo Presidente

L’indagine Mondo di Mezzo, le inchieste su ‘ndrangheta, camorra e cosa nostra, le sentenze e le ultime vicende che hanno riguardano il municipio di Ostia, i numerosi arresti per corruzione ci consegnano un quadro criminale e sociale grave e preoccupante per Roma di fronte al quale in città, nella regione e nel Paese è calato un inesorabile e irresponsabile, qualche volta complice, silenzio.

Le problematiche emerse dalle indagini, però, sono tutt’altro che risolte. Il radicamento delle mafie, l’inquinamento del commercio, dell’economia e del terzo settore, il sistema di corruzione generalizzato, il controllo di interi pezzi di territorio, la diffusione a macchia d’olio di sale slot, i fiumi di droga che arricchiscono i clan, il silenzio delle classi dirigenti sulle dinamiche mafiose, l’impossibilità di cittadini e associazioni di intervenire nei processi decisionali sono questioni esiziali per la democrazia in questa città.

Per queste ragioni lo scorso 6 e 7 marzo oltre 100 associazioni, comitati e gruppi hanno organizzato l’iniziativa “Spiazziamoli – 50 piazze per la democrazia e contro le mafie”, la più importante e partecipata reazione delle società civile a Mafia Capitale e all’aggressione dei clan nella nostra città. Per la prima volta un grande evento, che ha riguardato tutti i municipi e migliaia di persone, ha messo al centro la voglia dei cittadini di dire “no” alle mafie e di contribuire a costruire un futuro migliore per la nostra città che passi attraverso una presa di parola collettiva contro le mafie, la lotta alla corruzione e per la trasparenza; la centralità della costruzione di un nuovo welfare territoriale (a partire dal reddito, strumento necessario per contrastare la marginalità sociale in cui le mafie trovano terreno fertile); l’autodeterminazione dei territori; il contrasto alla speculazione edilizia; il riutilizzo per finalità sociali di beni confiscati e pubblici inutilizzati. Crediamo che questi siano temi centrali per il futuro della città e che sia indispensabile che le istituzioni se ne facciano carico fino in fondo in un processo politico e amministrativo che tenga al centro il confronto e la relazione con le forze sociali della città, con le cittadine e i cittadini di Roma.

Per questa ragione, consideriamo necessario che nella Capitale si dia finalmente avvio a una discussione pubblica, aperta e rigorosa sullo stato della città, sul radicamento delle mafie, sulle strategie da mettere in campo per affrontare e risolvere questo grave problema che rischia di pregiudicare il futuro del nostro territorio. Una discussione che deve iniziare nella casa di tutti i romani: il Campidoglio.

Chiediamo pertanto che ci sia una convocazione urgente – sempre evocata a cui però non s’è mai dato seguito – di una riunione straordinaria aperta dell’Assemblea capitolina sulle mafie a Roma. Serve infatti un atto politico formale inequivocabile e di grande forza da parte della giunta e del consiglio comunale, una presa d’atto senza più timidezze e ondeggiamenti da parte di tutti i rappresentanti istituzionali della Capitale ed è necessario che questo avvenga durante una discussione aperta con le cittadine e i cittadini di Roma.

Distinti saluti
Il coordinamento di associazioni e comitati che ha organizzato Spiazziamoli
info su www.spiazziamoli.it

spiazziamoli@gmail.com
ufficio stampa spiazziamoli




Convocazione urgente di un’Assemblea Capitolina aperta

Mafie, lettera del coordinamento Spiazziamoli a Roma Capitale
“Convocazione urgente di un’Assemblea Capitolina aperta”

Oltre cento associazioni, comitati, gruppi e singoli cittadini chiedono l’apertura di una discussione pubblica sull’aggressione dei clan a Roma e sul sistema corruzione svelato dalle indagini e tutt’altro che risolto: “Le nostre idee per una città senza mafie”
La convocazione urgente di un’Assemblea Capitolina aperta per avviare una discussione pubblica sull’aggressione dei clan a Roma e sul sistema corruzione svelato dalle indagini che consegnano un quadro criminale e sociale grave, diffuso, preoccupante e tutt’altro che risolto. E’ quanto chiede il coordinamento Spiazziamoli che il 6 e il 7 marzo con l’iniziativa “50 piazze per la democrazia e contro le mafie” ha messo in campo la più importante e partecipata reazione delle società civile a Mafia Capitale.

Questa mattina il coordinamento ha infatti inviato una lettera ufficiale dal titolo “Idee per una città senza mafie” indirizzata al sindaco di Roma Capitale, alla presidente e ai vice presidenti dell’Assemblea Capitolina, ai tredici capigruppo, ai consiglieri e agli assessori di Roma Capitale, e infine a tutti i presidenti di Municipio.

“Vogliamo contribuire a costruire un futuro migliore per la nostra città che passi attraverso una presa di parola collettiva contro le mafie, la lotta alla corruzione e per la trasparenza – scrive nella lettera il coordinamento Spiazziamoli – crediamo nella centralità della costruzione di un nuovo welfare territoriale, dell’autodeterminazione dei territori, di un processo di semplificazione burocratica, del contrasto alla speculazione edilizia e al gioco d’azzardo manovrato dai clan, del riutilizzo per finalità sociali dei beni confiscati, sequestrati e pubblici inutilizzati”.

“Allo stato attuale invece registriamo l’impossibilità di cittadini e associazioni di intervenire nei processi decisionali vitali per la democrazia in questa città – conclude il coordinamento Spiazziamoli – per questa ragione siamo conviti che la convocazione di un’Assemblea Capitolina aperta, più volte evocata e a cui però mai è stato dato seguito, debba avvenire nel più breve tempo possibile, come primo passo di un percorso in cui le istituzioni si debbano fare carico fino in fondo di un processo politico e amministrativo che tenga al centro il confronto e la relazione con le forze sociali della città, con le cittadine e i cittadini di Roma”.




Le linee guida del Miur sul bullismo

Il Miur ha inviato alle scuole italiane le sue Linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di bullismo.

linee guida miur contro il bullismo




“Illuminiamo le periferie del mondo”

Al via la nuova rete delle associazioni.

Si è svolta venerdì 10 aprile presso la sede della Fnsi, alla presenza del segretario e del presidente Raffaele Lorusso e Santo Della Volpe, una riunione per dar vita ad una rete di associazioni con lo scopo di valorizzare temi e soggetti cancellati. Si chiamerà “Illuminiamo le periferie” e nasce con lo spirito di creare una positiva contaminazione tra sensibilità ed esperienze diverse. Associazioni e movimenti – per la libertà di informazione, per la pace, per l’integrazione, per i diritti umani, per la legalità… – riuniti in una rete per lanciare campagne comuni e dare maggiore risonanza alle iniziative delle singole organizzazioni.
La rete si doterà di un sito internet che farà da punto di raccolta degli appuntamenti. Per questo si è costituito un primo coordinamento organizzativo composto da:
Valerio Cataldi (Comitato 3 Ottobre), Martina Chichi (Carta di Roma), Stefano Corradino (Articolo21), Daniela De Robert (Usigrai), Raffaella Della Morte (Ossigeno per l’Informazione), Fabio Michele D’Urso (I Siciliani Giovani), Norma Ferrara (Libera Informazione), Gian Battista Frontera (AssoProvider), Gian Mario Gillio (Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia), Andrea Iacomini (Unicef), Michele Formichella (Fnsi), Antonella Napoli (Italians for Darfur), Danilo Sinibaldi (Casagit), Paola Venanzi (Inpgi e Adepp).
Tra le associazioni che hanno aderito anche Amnesty International Italia, Il Mondo di Annibale, Rivista Confronti, Premio Lucchetta, Premio Roberto Morrione, Rivista San Francesco d’Assisi, Tavola della Pace.

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Riqualificazione delle periferie: dal Municipio VII arriva fumata bianca

Passano all’unanimità le richieste della Comunità territoriale sui “piani particolareggiati” dei quartieri fuori dal Raccordo Anulare. Più trasparenza e condivisione nelle scelte che riguardano il territorio.

Maggioranza ed opposizione hanno votato in maniera compatta, accogliendo le istanze che arrivavano dal territorio. E che riguardano i servizi da garantire a decine di migliaia di cittadini. Tanti sono infatti gli abitanti dei quartieri periferici del Municipio VII, quelli cioè che si trovano fuori dal Raccordo Anulare e che si sono coordinati nella rete della Comunità Territoriale.

RIPARTONO LE RIQUALIFICAZIONI – Gli argomenti oggetto delle due risoluzioni votate, sono di quelli importanti, che hanno a che fare sia con la trasparenza che con i servizi da realizzare nei vari territori. La fumata bianca, dopo il passaggio dello scorso mese in commissione, è infine arrivata. Ed ora il Presidente e la sua Giunta dovranno impegnarsi “affinchè vengano riattivati i piani particolareggiati per Gregna S Andrea e per definire l’iter di quelli in attesa di approvazione definitiva, vale a dire Romanina e Ponte Linari” ha spiegato il portavoce della Comunità Territoriale Maurizio Battisti. In sostanza si tratta di quelle opere necessarie a riqualificare delle zone ex abusive, con i soldi derivanti dai condoni e dagli oneri di altre edificazioni.

LA NECESSARIA TRASPARENZA – L’impegno a vigilare perché quei piani siano rispettati, fa il paio con un altro onere che è stato chiesto al Presidente Fantino ed alla sua Giunta: quello di “attivarsi per rendere più trasparenti e condivise con il territorio e con il Municipio le opere a carico dei consorzi per opere a scomputo” ha spiegato Battisti. La politica per una volta ha quindi saputo mettere da parte le divergenze, accogliendo le istanze del territorio. A loro va il ringraziamento della Comunità Territoriale, perché “al di là della normale dialettica politica, hanno capito la delicatezza dei temi oggetto della seduta consiliare e che hanno compattato le forze politiche presenti. In particolare – ha sottolineato il portavoce Battisti – ringraziamo quella parte dei consiglieri del gruppo del PD che, dopo aver dichiarato la loro volontà di astenersi dal voto, hanno invece, molto opportunamente, votato favorevolmente alle due risoluzioni in oggetto”.

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Torna a ottobre Maker Faire la fiera europea degli inventori

Robot, droni, stampanti 3d, ma anche mostre, workshop sul teletrasporto e laboratori per catapultare il mondo nel futuro.

Robot, droni, stampanti 3d, ma anche mostre, workshop sul teletrasporto e laboratori per catapultare il mondo nel futuro. Torna Maker Faire Rome, la fiera europea degli inventori e degli artigiani digitali promossa dalla Camera di Commercio di Roma e organizzata dall’azienda Asset Camera, che quest’anno per la sua terza edizione sarà ospitata dall’Università La Sapienza. Dal 16 al 18 ottobre i creativi che avranno fatto domanda e passato le selezioni occuperanno la città universitaria con i propri gioielli di tecnologia e innovazione. Ma quest’anno non mancheranno le novità.
Robot di impatto sociale
La “Call 4 Makers” si aprirà il prossimo 15 aprile e fino al 31 maggio gli inventori di tutto il mondo (lo scorso anno erano 800 provenienti da 65 diversi Paesi) avranno tempo per elaborare le creazioni. La valutazione e la selezione spetterà, invece, a una commissione capitanata dai curatori della manifestazione: “Vista la location chiederemo progetti di grande impatto visivo e sociale – ha spiegato Massimo Banzi, curatore Maker Faire Rome insieme a Riccardo Luna, e co-fondatore di Arduino -. Magari avremo un numero inferiore di stand occupati ma saremo ancora più selettivi. Invitiamo tutti i makers a presentare progetti utili anche da un punto di vista sociale, progetti che potranno cambiare davvero la vita ad alcune persone”.
La Città del futuro
Lo scorso anno la Maker Faire Roma ha raggiunto 90 mila visitatori, 15 mila studenti, 600 progetti esposti, oltre 200 performance live. Numeri destinati ad essere superati. La Sapienza si trasforma, infatti, da luogo simbolo di studio a vera e propria Città del futuro con oltre 80 mila metri quadri a disposizione di makers e visitatori. “Il momento è maturo per dare maggiore attenzione al futuro – ha detto il rettore dell’Università La Sapienza, Eugenio Gaudo – E’ un’occasione per avvicinare l’innovazione al Paese reale”. L’area dedicata gli artigiani innovativi passerà, infatti, dai 48 stand del 2014 ad 80. E l’area kids da 1300 a 3500 metri quadri pieni di attrazioni per i più piccoli. Ci sarà anche un’area droni: una grande voliera per l’esposizione ma anche per dimostrazioni e corsi.
Calls 4 Schools
E anche i giovani talenti delle scuole superiori italiane sono già all’opera. Il primo aprile scorso, in collaborazione con il Miur e l’assessorato alla Scuola del Comune, è partita la “Call 4 School”. Nel 2014 parteciparono 100 scuole e ne furono scelte 18. In questa edizione, grazie anche ai maggiori spazi a disposizione, saranno 30 gli istituti ammessi (e non solo istituti tecnici), ha ricordato l’assessore capitolino alla Scuola, Paolo Masini, aggiungendo che “chi si occupa come noi di formazione ha grandi responsabilità verso i giovani: stiamo creando un piano di offerta formativa per le scuole di tutta Roma che punterà anche sui temi dell’innovazione”.
Roma hub internazionale – “Roma sta tornando ad essere la Roma che vorrei e cioè una città vibrante, tornata nella legalità contabile che fa i bilanci ed indica precisamente come vengono spesi i soldi”, ha commentato il sindaco di Roma, Ignazio Marino, che giovedì ha partecipato alla presentazione della kermesse in Campidoglio. Mentre l’assessore capitolino alla Roma Produttiva, Marta Leonori, ha sottolineato la volontà “che Roma diventi un hub internazionale dell’innovazione per dimostrare che non siamo solo la città dell’archeologia ma anche del futuro”. Resta in tema l’appello lanciato dal curatore Massimo Banzi: 15 mila euro per mettere in rete tutte le stampanti del Lazio e realizzare una gigantesca mappa di Roma in 3d da lasciare poi in regalo alla città.

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