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Come cambia la politica al tempo de “l’inconscio digitale”

Le esperienze psicofisiche formano il sistema conoscitivo attraverso mappe naturali e mappe culturali.
Mappe disegnate attraverso i sensi che costruiscono la nostra idea di realtà.
Ora che gli HoloLens della Microsoft ci permettono di vedere ologrammi tridimensionali mischiati alla realtà e di modificarli e guidarli con il movimento delle mani che li “toccano” e li spostano e li modificano, l’equilibrio tra queste due specie di mappe si sbilancia a favore di quelle culturali.
Se De Kerckhove dice che “ogni volta che il linguaggio umano cambia di medium cambia anche l’etica” vuol dire che siamo in “un cambiamento di civiltà” perché “il sapere della rete (che è la somma dei dati di tutti i nostri movimenti e azioni on e off-line inseriti nei social network) orienta la definizione della realtà … e del mondo sociale … alla base dei nostri processi mentali e delle nostre azioni.” (*)
E non importa che singolarmente siamo o no presenti nei social network o che v’inseriamo o meno i nostri movimenti e le nostre azioni, dal momento che l’insieme dei movimenti e delle azioni altrui determina di fatto anche la nostra visione del mondo e quindi la nostra percezione della cosiddetta realtà che costituirà la mappa culturale attraverso cui noi ci costruiamo la “nostra” idea di mondo e il “nostro” conseguente modo di comportamento.
Passiamo quindi da una realtà dominata dall’inconscio individuale (quell’insieme di istinti e desideri che guida i comportamenti individuali) a una realtà dominata da un “incoscio digitale” caratterizzato da una “portata globale e da una straordinaria velocità di accesso a una collezione infinita d’informazioni” (*)
Questo cambio di paradigma non può non modificare radicalmente i modi della politica che oscilla tra l’estrema personalizzazione e identificazione nel leader e una “massa interattiva” completamente diversa dalle storiche maggioranze silenziose ma egualmente dominata da impulsi irrazionali.
La capacità dei nuovi soggetti politici deve quindi indirizzarsi verso quella “richiesta globale di correttezza politica, di società della condivisione, di collaborazione interculturale, di preoccupazione per la salute del mondo”(*).

(*) Derrick De Kerckhove Inconscio digitale




Accade in città

mitreo

Sabato 6 Giugno

ore 19.00 -04.00

“La Notte du Bazin”

Per la prima volta a Roma le donne africane invitano tutti a conoscere la loro cultura:

Animazioni, Danze, Canti, Sfilata di moda, buffet e bevande tradizionali africane

con la partecipazione dell’artista Nafi Diabate Marimar

Per info e prenotazioni: 3293618742 – 3277099625 – 3510433308

base locandine renato nicolini

Sabato 6 giugno

ore 10.00 – 11.30 La piccola Biblioteca dei genitori si sposterà nella tenda de La Tribù dei Lettori per continuare a condividere, riflettere, creare libri e narrazioni che sanno d’ infanzia ma che parlano di tutti noi. E per di più all’ interno dia una “tana” sognata e magari vissuta da tutti noi, da bambini. Ovviamente ospitiamo anche figli a carico. E prenotate appena potete al numero 0645460421

dalle ore 11.30 Lettura ad alta voce Le storie di Chris Haughton Gufetti sperduti, cani pasticcioni e furbissimi cacciatori sono i protagonisti delle divertentissime e coloratissime storie di Chris Haughton. A cura di Tribù dei lettori In collaborazione con Lapis Edizioni. Vi aspettiamo!

Lunedì 8 giugno ore 18.00

Invito all’opera IX edizione “Andrea Chenier” di U. Giordano a cura del dottor M. Laurenza

spazio cima

Le Eumenidi a Corviale di Silvia Mattioli
Inaugurazione: venerdì 5 giugno ore 18,30
Apertura al pubblico: 5 giugno – 18 giugno

SPAZIO CIMA
Via Ombrone 9 – Roma

Una performance multimediale che prende vita dall’incontro tra l’artista e Corviale attraverso la macchina da presa, i corpi dei performer e le parole di Eschilo, Pasolini e Holderlin.
Un cortometraggio, video istallazioni e una mostra di immagini digitali ora riuniti come unico percorso.

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POETITALY al PALLADIUM
www.poetitaly.it
Cinque appuntamenti dal 23 febbraio all’8 giugno 2015 al Teatro Palladium di Roma

piazza Bartolomeo Romano, 8 – tel. 06 57067761
Tutte le serate sono in streaming su Docstation powered by DailyMotion

Lunedì 8 giugno 2015
DESIDERI
in collaborazione con Università di Roma Tre e Teatro Palladium

17:30
Omaggio a Sandro Penna

Incontro con Giuseppe Leonelli, Claudia Crocco, Paolo Gervasi,
Alessandro Guidi

20:30
Letture di Patrizia Valduga, Milo De Angelis, Maria Grazia Calandrone,

Sara Ventroni, Myra Jara, Carlo Bordini

INGRESSO GRATUITO




Da Corviale a questione nazionale: la povertà energetica degli inquilini IACP-ERP

Dai temi del workshop del 4 dicembre cominciamo ad approfondire la questione nazionale della povertà energetica degli inquilini pubblici con gli assessori alla casa di quattro regioni.

Insieme all’Unione Nazionale Inquilini Ambiente e Territorio e a Spiazziamoli rete antimafia e per un nuovo welfare affrontiamo un tema che riguarda l’esercizio attivo dei diritti di cittadinanza altrimenti esclusi dal programma di miglioramento ambientale.

Un secondo approfondimento è in preparazione sui temi dello Smart Building e dello Smart Community con l’obiettivo di promuovere cooperative tra abitanti dei quadranti urbani interessati alla funzione manutentiva dell’edilizia pubblica utilizzando gli incentivi energetici attualmente previsti e per questa via favorire la costituzione di ESCO.

A fine lavori è previsto un aperitivo “biologico”

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Programma

Introduzione

Comunicato Stampa

LA POVERTÀ ENERGETICA DEGLI INQUILINI IACP-ERP

L’iniziativa è orientata a dare evidenza degli ostacoli sociali, tecnici e di mercato che, se non rimossi, impediscono ai cittadini europei di partecipare consapevolmente e attivamente all’obiettivo di miglioramento ambientale e di risparmio energetico promosso dal Parlamento europeo con il programma “Horizon 2020”.

In Europa lo stock immobiliare, inefficiente ed energivoro, costituisce una grave e costante minaccia alla salvaguardia ambientale. Per il loro fabbisogno di energia nella maggior parte dei casi si fa continuamente ricorso a fonti energetiche provenienti dalla filiera fossile. Questo tema rappresenta una delle sfide più impegnative da affrontare e le tecnologie ICT, se diffuse a tutti gli strati sociali, possono dare un forte contributo alla realizzazione dell’obiettivo. La sostituzione di tecnologie mature ad elevato impatto ambientale con le più recenti tecnologie energetiche costituisce una necessaria programmazione industriale e politica.

La crisi economica, ancora in corso in molti Paesi, e i recenti ingressi dei Paesi dell’Est nell’Unione Europea, con stock immobiliari fortemente energivori, hanno reso ancor più urgente intervenire a favore dell’efficientamento energetico degli immobili per garantire il raggiungimento dell’obiettivo ambientale previsto dal Programma Horizon 2020. Il potenziamento dell’informazione, della diffusione di conoscenze e delle migliori pratiche può costituire uno strumento utile e redditizio nella lotta agli sprechi di energia e all’uso consapevole delle fonti energetiche.

Infatti enormi masse di cittadini (in Italia circa 16 milioni e in Europa sono complessivamente 120 milioni i cittadini che vivono sotto la soglia di povertà) (*) pur avendo una spiccata sensibilità ambientale e un forte senso civico rischiano di rimanere esclusi dai programmi politici di miglioramento ambientale promossi dall’Europa, per il semplice fatto che non hanno redditi sufficienti per investire in tecnologie di efficientamento energetico degli immobili sia di proprietà sia in affitto. Si tratta di gruppi sociali resi incapienti dalla perdita di occupazione e sono già a rischio di esclusione da qualsiasi programma di miglioramento della società europea incluso l’obiettivo di efficientamento della loro casa, ammesso che ce l’abbiano. Inoltre i livelli di vetustità dello stock immobiliare e i dati sui livelli medi di reddito dei cittadini ci informano che il Programma “Horizon 2020” rischia di essere messo in atto solo da pochi e fortunati possessori di case. A tutto ciò aggiungiamo che il perdurare di politiche di austerity, sempre chieste dalla stessa Europa, e la scarsezza di risorse disponibili non incentiva l’investimento finanziario nella rigenerazione urbana e nell’efficientamento del parco immobiliare esistente. Alla luce di quanto precedentemente considerato possiamo affermare che allo stato attuale per milioni di cittadini italiani e europei gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione e alla partecipazione fattiva del programma di miglioramento ambientale europeo sono molti e concreti. Tuttavia riteniamo che alla portata dei nostri amministratori vi siano soluzioni sostenibili sia in termini culturali sia in termini di innovazione tecnologica per dare risposta al secondo Comma dell’art. 3 della nostra Costituzione “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” . I proponenti pensano che sia indispensabile rimuovere soprattutto gli ostacoli che impediscono agli inquilini degli immobili pubblici di partecipare al miglioramento ambientale. Immaginiamo che con interventi mirati a favore dei cittadini svantaggiati, resi vulnerabili dalla decadenza economica dei propri territori, si possano sperimentare forme di riscatto sociale e di riqualificazione urbana, il tutto a vantaggio della causa ambientale.

A nostro avviso il primo ostacolo è costituito dalla mancanza di informazioni sui comportamenti “efficienti”. La lotta agli sprechi, che i cittadini poveri possono mettere in atto in ambito domestico, può contribuire in modo soddisfacente a ridurre il consumo di energia e migliorare il loro bilancio familiare. Questo è possibile con appropriate campagne informative e formative basate anche sull’uso e diffusione della tecnologia digitale, che immaginiamo possa trovare impiego nell’ammodernamento impiantistico degli immobili pubblici.

Il secondo ostacolo è rappresentato dalla asimmetria contrattuale tra erogatore dei servizi energetici e consumatore che rende quest’ultimo privo di soggettività riducendo il suo ruolo a semplice pagatore di bollette di cui conosce l’entità e forse la qualità dei consumi soltanto alla data di scadenza. Crediamo fortemente che la costituzione di Esco (**) possa rendere il mercato più elastico nel rapporto tra domanda e offerta misurando anche la qualità del servizio oltre che il mix delle fonti energetiche.

Il terzo è individuabile nella lotta agli oligopoli delle industrie energetiche che rendono la fornitura di energia per uso domestico più costosa che per fini industriali in termini di ritorno dei benefici ambientali. Pensiamo che come è successo per la telefonia anche per il settore energetico si possa passare ad un’offerta di “energia prepagata”. Dall’uso continuo e inconsapevole all’uso necessario ed efficiente. In questo modo sarà possibile misurare anche il ritorno del beneficio ambientale rispetto all’Irpef pagata, indispensabile per sostenere gli investimenti in opere di bonifica e ripristino dei territori. Recenti studi sulla fiscalità ambientale(art. 15 Legge 23/2014) hanno messo in evidenza che il settore industriale italiano con 5 miliardi di gettito Irpef nell’anno 2013 ha generato costi ambientali pari a oltre 13 miliardi di Euro. Di converso le famiglie italiane con un gettito Irpef di 24,9 miliardi nell’anno 2013 hanno generato costi ambientali pari a circa 15 miliardi di Euro. E’ evidente che i costi ambientali creati dalle imprese sono a carico delle famiglie. Riteniamo indispensabile distinguere le responsabilità tra grandi consumatori di materie prime rinnovabili e non rinnovabili introducendo il principio di responsabilità oggettiva e fiscale per gli indifferibili interventi di bonifica ambientale.

Partendo dal riequilibrio dei fattori sopra indicati a nostro avviso si faciliterebbe l’esercizio attivo dei diritti di cittadinanza dei cittadini italiani e europei altrimenti esclusi dal programma di miglioramento ambientale. In ultimo pensiamo che l’Europa se vorrà continuare a puntare su politiche di equità e di inclusività nel mercato energetico dovrà affrontare con maggiore incisività alcuni nodi politici e tra questi, a nostro avviso, vi sono certamente quelli da noi trattati.

(*)     fonte Eurostat 2013

(**)   Energy saving company




Corruzione Capitale, Roma ai tempi degli ingranaggi lubrificati. Arte Contemporanea reattiva.

11 giugno – 5 luglio 2015. Museo dello Stadio di Domiziano – Via di Tor Sanguigna 3 (Piazza Navona) Roma.
Il prossimo 11 giugno si terrà a Roma presso lo Stadio di Domiziano, un evento multidisciplinare: performances/musica, arti visive, fotografia, arte digitale, proiezioni e video, dibattiti. La manifestazione con la direzione artistica di Antonietta Campilongo, vede la partecipazione di oltre 60 artisti.
Se è vero che uno dei motivi d’essere dell’Arte è quello di aprire gli occhi, di suscitare la crescita e la riflessione, di accendere il dibattito sulle più scottanti tematiche coeve, allora Corruzione Capitale è la mostra per antonomasia. Un vero e proprio percorso che parte dall’odierno ma ha le proprie radici nel passato e abbraccia tutte le epoche del malaffare.

Mafia Capitale, altrimenti nota come Cupola Romana, è una delle organizzazioni criminali di stampo mafioso e politico-imprenditoriale operante a Roma dal 2000. Ha come antecedenti le rapine dei Nuclei Armati Rivoluzionari degli anni Ottanta, e successivamente la banda della Magliana. L’inchiesta «Mondo di Mezzo» del 2014, che si spera abbia efficacemente smantellato l’organizzazione criminale, ha rivelato la facilità con cui la corruzione e la malavita hanno potuto inserirsi nelle attività gestite dalla Pubblica Amministrazione Italiana. O forse, semplicemente, ha puntato i riflettori su cose che erano sotto gli occhi di tutti da chissà quanto tempo.

Che Roma sia una grande sacca, piena di virtù ma anche di radicati vizi, non è una novità. Lo sapevano i Romani, nostri antenati, ben prima di noi. Lo gridavano senza timore i letterati della caput mundi, lasciandocene testimonianza nei loro scritti.
Era già il primo poeta aristocratico, Lucilio (II sec a.C.), ad attaccare nelle sue satire i politici romani e la loro corruzione. A predire ai suoi concittadini che se non avessero abbandonato l’amore per il lusso e il denaro, avrebbero perso la propria moralità. Due secoli dopo Tacito, negli Annales, apre il sipario su un’epoca di profondo disagio sociale, mostrandoci i veri meccanismi del potere in una Roma sempre più distante dal mos maiorum, da quegli antichi costumi che avevano reso grande la capitale in tutto il mondo.

L’indagine sulla corruzione, che è essenzialmente studio della natura umana e delle sue declinazioni in prossimità del potere, continua ancora in epoca trecentesca con Dante Alighieri e la sua Divina Commedia. Nei canti XXI e XXII dell’Inferno, il poeta tratta la casistica dei peccatori di frode. Coloro, cioè, che a vario titolo hanno imbrogliato, rubato, tradito la fiducia altrui approfittando del proprio carisma e della propria posizione sociale.
Li troviamo nell’ottavo cerchio dell’inferno, che ha il nome di Malebolge.
In dieci bolge – quasi borse, gole di pietra in cui gettare questi disonorevoli individui – si alternano gli adulatori, che ingannarono i potenti con le loro lusinghe per fini personali; i barattieri che, complice la propria posizione politica, si macchiarono del peccato di concussione; i falsari di metalli, di persona, di parola e di monete. E ancora ladri, seminatori di discordia, indovini, ipocriti, ruffiani e seduttori, simoniaci.

L’animo umano si deforma ad assumere ogni possibile, deviata sfumatura, e ne ricava la terribile punizione che merita secondo la dantesca legge del contrappasso.
Incedendo tra le bolge li si sente urlare eternamente, immersi tra la pece bollente o nello sterco, lambiti dalle fiamme, frustati e mutilati da demoni.

Una battaglia antica, una indagine sempre aperta sulle meschinità umane. Un perché al quale, ancora oggi, si cerca risposta. L’Arte di Corruzione Capitale è in grado di raccontare la sopraffazione e la devianza criminale che hanno insanguinato e umiliato Roma e tutta la Nazione. Una tematica ancora viva e scottante, che i singoli artisti interpretano e modificano attraverso scenari immaginari di mondi, però, terribilmente verosimili. Con le lenti del gioco e del colore, con tratti onestamente disarmanti, gli artisti protagonisti dell’evento offrono un rinnovato dibattito agli spettatori odierni, una riflessione propositiva su una questione tristemente concreta e che ci riguarda tutti.
E così Corruzione Capitale è un percorso di idee differenti che si alternano ad indagare, tra le scelte umane, quelle dettate dai giochi di potere, dai giochi di corruzione che passano per il sesso e il denaro, di mano in mano fino ad avvelenare l’aria e l’acqua di una società avvizzita. A privarla della sua linfa, in bella mostra, gli eterni difetti umani.

Corruzione Capitale lascia la parola a un’Arte che non si limita a farsi osservare, ma si fa scrutatrice a sua volta. E guarda dall’interno il popolo romano, ma anche l’Italia tutta e il nostro tempo con le sue logiche inquinate da quell’aria e quell’acqua. E restituisce, come un implacabile specchio, ogni terribile deformità della morale umana.

Scheda tecnica

Titolo della manifestazione:
Corruzione Capitale | Roma ai tempi degli ingranaggi lubrificati
Arte Contemporanea Reattiva
Progetto a cura dell’Associazione Neworld
Direzione Artistica di Antonietta Campilongo
Genere: Arte Contemporanea
Testi in catalogo:
Collettivo Neworld, Giovanni Argan, Michela Becchis, Raffaella A. Caruso, Antonella Catini, Anna Cochetti, Umberto Croppi, Francesco Giulio Farachi, Laura Lioce, Massimo Rossi Ruben.
Catalogo in sede
Organizzazione e ufficio stampa: Associazione Neworld – ecologia e sociale – NWart
Periodo esposizione: dal 11 giugno al 5 luglio 2015
Sede: Stadio d Domiziano
Indirizzo: Via di Tor Sanguigna 3 (piazza Navona) Roma
Opening: Giovedì 11 giugno ore 18.00 – Ingresso libero
Ingresso: da Lunedì a Domenica 10.00-19.00
Sabato 10.00-20.00

Programma giovedì 11 giugno 2015:
ore 18.00 Apertura mostra a cura di Antonietta Campilongo
Artisti in mostra:
Aidan, Francesco Amadori, Art & Design (Lucia Petracca- Sandra Naggar), Oliver Baretella, Rosella Barretta, Rossana Bartolozzi, Giuliano Besio, Mariagrazia Borhy, Antonella Bosio, Mauro Camponeschi, Silvia Castaldo, Cristina Castellani, Antonella Catini, Marco Cavalieri, Federica Cecchi, Maria Giovanna Cinquina, Silvio Corteggiani, Simona Cristofari, Breda Cuk, Rosy D’Ascola, Cecilia De Paolis, Simonetta De Santis, Silvano Debernardi, Eleonora del Brocco, Easypop, Francesco Fai, Alessandra John Finocchio, Daniela Foschi, Miro Gabriele, Michael Gambino, Fabrizio Garghetti, Fabio Gismondi, Domenico Grande, Antonella Graziano, Pier Maurizio Greco, Marcho Gronge, Kalòs (Calogero Carbone), Valentina Lo Faro, Maria Grazia Lunghi, Christian Molin (Iospazio), Giancarlo Montuschi, Melita Olmeda, Onda Bianca, Albino Palamara, Leopap (Leonardo Pappone), Tommaso Pensa, Piero Petracci, Adriana Pignataro, Loredana Raciti, Eugenio Rattà, Marcello Reboani, Gualtiero Redivo, Luigi Rovella, Paolo Russo, Fabio Santi, Stefania Scala, Angela Scappaticci, Giuseppe Scelfo, Linda Schipani, Gianfranco Sergio, Stefania Vassura, Lisa Yachia, Grace Zanotto, Franco Zuanetto.
Special Guest: Artista Marco Veronese – 2014 D.C. a cura di Antonietta Campilongo e Jada Mucerino
Ore 19.30 Performances:
D’Olio Cospargere degli artisti§innocenti
(Petra Arndt, Daniele Casolino, Davide Cortese, Sara Davidovics, Alfonso Frontanelli, Roberta Guerrera, Rita Mandolini, Carlo Massaccesi, Armando Moreschi, Francesca Saracino, Donato Simone, Franco Ottavianelli, Bivio Piumetini, Daniele Villa)
DECORO (almeno un po’ di decoro, ancora) Installazione site specific degli artisti§innocenti con intervento poetico di Sara Davidovics

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Il “Piccolo Cinema” racconta le periferie romane attraverso gli occhi degli anziani

San Basilio: film, arte e fotografie all’inaugurazione di venerdì 5 giugno.

Un quartiere rimasto per venticinque anni senza una sala cinematografica. Fino ad oggi, quando a San Basilio aprirà il Piccolo Cinema, un’arena estiva che ospiterà film che raccontano le periferie di Roma e del mondo. All’inaugurazione di venerdì 5 giugno prenderà parte anche l’attore Valerio Mastandrea, per un progetto che vede coinvolti gli utenti del centro anziani di zona e del bocciofilo Ville di Roma. Gli anziani infatti sono stati i veri “direttori artistici” della piccola sala all’aperto, totalmente gratuita.

La programmazione prenderà il via con tre proiezioni, tutte alle 20.30. Il via del 5 giugno sarà affidato a “L’odore della notte” (1998) di Claudio Caligari, scomparso solo qualche giorno fa e in cui è protagonista proprio Mastandrea, fino all’ultimo al fianco di Caligari. Sabato 13 va in proiezione il mondo della spaccio a Corviale, con il film “Et in terra pax” (2010) di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini, piccolo fenomeno cinematografico lanciato a suo tempo dal Nuovo Cinema Aquila, mentre venerdì 19 sarà la volta di “L’onorevole Angelina” (1947) di Luigi Zampa, film ambientato a Pietralata con Anna Magnani protagonista.

Il Piccolo Cinema San Basilio è un’opera dell’artista Rub Kandy presso la cosiddetta Stazione Sanba (via Morrovalle incrocio via Cagli), inserita nel progetto “Trame, trasmissioni di memoria”, che ha preso il via a febbraio e s’inserisce nell’ambito dell’invecchiamento attivo, promuovendo processi di scambio e la riappropriazione del territorio attraverso la memoria, l’arte e la narrazione. Cemea del mezzogiorno onlus in collaborazione con l’associazione culturale Walls, stanno realizzando il progetto, che si avvia alle fasi conclusive, anche grazie al supporto di Regione Lazio, Roma Capitale, Municipio IV e assessorato alle Periferie.

Oltre al cinema, “Trame” vedrà protagonista anche l’arte e le illustrazioni di Giulio Bonasera, che con workshop di disegno e un’esposizione racconterà la vita di periferia degli anziani, mentre il fotografo Valerio Muscella inaugurerà la mostra “Bocciofilìa”, in cui racconta con il proprio sguardo e attraverso decine di scatti i gesti e le persone che lo hanno condotto in questi mesi alla scoperta di San Basilio e della memoria collettiva del quartiere, ora impressa in una serie di ritratti di vita quotidiana e di un docufilm.

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Intervista a Paola Cortellesi e al regista Riccardo Milani

” Scusate se esisto” (commento sul film, di una ragazza che dopo l’esperienza all’estero torna in Italia….) domenica 31 Maggio cinema italiaUK al cinema Genesis) un film di Riccardo Milani con Paola Cortellesi Raoul Bova, e altri straordinari attori, come Ennio fantastichini, Lunetta Savino, Cesare Bocci.
E’ la storia di una ragazza architetto, Serena Bruno, interpretata magistralmete da Paola Cortellesi, che dopo la laurea fugge all’estero, a Londra.
E gia’ qui’, le persone che vedono il film, e sono a Londra rimangono attratte, rapite da una sorta di curiosita’, perche’ in quella ragazza in fuga c’e’ una parte di noi immigrati, proprio a Londra.

“Scusate se Esisto” é stata la prima sceneggiatura scritta da te, qual’é il messaggio piú importante che volevi trasmettere?
Paola Cortellesi:
La cosa che mi premeva di più era l’aspetto della discriminazione sul lavoro delle donne che non è una cosa che riguarda solo il nostro paese.
Parliamo anche di “cervelli in ritorno”, e interpreto il ruolo di questo architetta Serena Bruno, un nome molto comune in Italia il fatto che il cognome possa sembrare anche un nome, per questo motivo però Arch. Serena Bruno viene sembre scambiato per Archittetto Bruno Serena, si da sempre per scontato sia un uomo.
Il prologo di questa storia di una donna che riesce ad avere grandi possibilità, che è iper preparata, che fa master all’estero, che lavora qui a Londra (dove abbiamo girato a King’s Cross in un cantiere) e sta benissimo… poi però decide di tornare, tra lo stupore generale che vede tutti basiti.
Ci siamo anche documentati, anche persone che si sono arricchite nella Silicon Valley poi decidono di tornare, noi non sappiamo perchè, ma gli Italiani vogliono tornare.
Comunque Serena Bruno vuole tornare, ma il suo paese non la ama come lei ama lui, perchè si ritrova a fare cose con mansioni decisamente degradanti rispetto alla sua preparazione, viene sempre scambiata per un uomo sui progetti e dunque alla fine decide di fingersi l’assistente di se stessa, perchè quando dice che è l’assistente del Dott. Bruno Serena le danno subito credito e dunque lei va avanti così, ottiene il lavoro e inizia un progetto di ristrutturazione di un quartiere di Roma che si chiama Corviale.
Il corviale è un quartiere molto degradato di Roma, è stato complicato girare in questo quartiere?
Riccardo Milani:
Le difficoltà sono state minime, noi abbiamo lavorato molto prima di girare il film durante la preparazione del film, anche nella ricerca delle persone a cui fare interpretare quei piccoli ruoli di cui il film è costellato. C’è la signora che abita al quarto piano, i ragazzi che rubano il motorino, tutte le persone che la protagonista incontra a Corviale, sono persone di Corviale.
Noi siamo andati al Corviale con l’intenzione di raccontare un esempio di architettura importante che nasce negli anni ’70. Quando siamo andati a Tokyo a presentare il film, il pubblico è rimasto impressionato dalla bellezza di Corviale, un edificio lungo 1 km, un esempio di architettura quasi unico, che ha avuto tuttavia subito dopo la sua costruzione un percorso di degrado immediato.
Come altri esempi architettonici della città, il Corviale è un quadro di come un progetto architettonico che nasce con ambizioni altissime diventa, per altri motivi, un luogo di degrado.
Secondo te nella vita bisogna interpretare un ruolo per avere successo?
Paola Cortellesi:
Si, questo film parla proprio di questo, in questo film tutti interpretano qualcun altro.
Il personaggio di Raul Bova, nella storia è un uomo assolutamente desiderabile per la nostra protagonista, ma non condivide i suoi stessi orientamenti sessuali. Ma lui deve fingere qualcosa per non deludere suo figlio.
In ufficio dove lei lavora, poi si viene a scoprire che ognuno dei professionisti che lavora li dentro, finge qualcosa, chi per un motivo o chi per un altro, insomma in questo film tutti fingono di essere qualcun altro.
Io penso che questo è il cuore del film, l’esigenza che ognuno di noi ha di interpretare un ruolo per compiacere gli altri, piuttosto che essere orgogliosi e fieri della propria identità.
Hai mai detto nella tua vita ad un certo punto “Scusate se esisto”?
Come no, l’ho detto e ci ho scritto una sceneggiatura proprio per questo motivo.
Questo film è nato da esperienze anche autobiografiche, ma sarebbe stato strano parlare di un mestiere come il mio, perchè non si sanno molte cose (tutti pensano che questo sia un mestiere dove si va alle feste, non si fa niente, non si sa la fatica, le ore di teatro, etc)
Io non posso lamentarmi, ciò nonostante lavoro da tanti anni come autrice televisiva e quando mi sono trovata a lavorare in tavoli, chiamata a farlo, con altri autori maschi, comunque ho dovuto faticare a farmi ascoltare, nonostante fossi stata chiamata a farlo.
Ed essere spesso l’unica donna, ho fatto una riflessione, a volte devi un pò “scimmiottare”, cioè non voglio scimmiottare gli uomini, io voglio essere me stessa, non voglio prendere un piglio maschile per farmi rispettare.
Insomma ci sono delle discriminazioni palesi e dei “sottili non detti” che ti feriscono ed è il motivo per cui abbiamo scritto questo film.
Qui a Londra c’e molta immigrazione. Secondo te ha piu coraggio chi rimane in Italia, chi viene qui, o chi ritorna in Italia?
Il coraggio è sia quello di cambiare, e quindi di partire e lasciare ciò che si ha.
Dall’altra è coraggiosissimo anche tornare, perchè tornare è cercare di cambiare le cose nel proprio paese, un paese come il nostro, in crisi da 30 anni.

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A Spazio Cima arriva Silvia Mattioli, la tragedia greca si trasferisce al Corviale

Venerdì 5 giugno a SpazioCima, il nuovo spazio per l’arte contemporanea nel quartiere Coppedè a Roma, inaugura la mostra Appunti per le Eumenidi a Corviale, della regista e videomaker Silvia Mattioli. Si tratta di una performance multimediale che prende vita dall’incontro tra l’artista e il quartiere-dormitorio romano Corviale, un serpentone senz’anima che si estende per circa un chilometro. Uno spazio che l’artista indaga di volta in volta attraverso la macchina da presa e abitandolo attraverso i corpi dei performer e le parole di Eschilo, Pasolini e Holderlin. Da questo percorso sono nati un cortometraggio, video istallazioni e una mostra di immagini digitali. Il tutto ora riunito come unico percorso. Il punto di inizio per ripercorrere la ricerca della Mattioli è la tragedia greca di Eschili, l’Orestea. Dopo l’avvento di Atena che istituisce il tribunale dell’Areopago per assolvere Oreste, assassino del padre Agamennone re di Argo che ha sacrificato la figlia Ifigenia, le Erinni che lo hanno perseguitato si trasformano in Eumenidi, le benevolenti. I sentimenti arcaici (Erinni) vengono superati e dominati dalla ragione (Atena). È l’inizio della società moderna. Ma tali sentimenti, secondo Pasolini, vanno “riassimilati” poiché “l’irrazionale rappresentato dalle Erinni non deve essere rimosso ma semplicemente arginato”. Di qui parte il progetto di Silvia Mattioli, dove Corviale è estrema sintesi di questa riconciliazione: una zona degradata nata però come alternativa ai quartieri dormitorio che contenesse nella sua architettura la complessità delle relazioni proprie della città. Il progetto fu un fallimento. E ora questa zona di passaggio diventa, agli occhi dell’artista e regista uno sbocco per andare oltre la dimensione urbana alla riconquista dell’elemento rurale, quel mondo arcaico ormai perduto. Silvia Mattioli è al suo primo progetto espositivo. Ha lavorato come regista e videomaker per La7, Rai e altre produzioni teatrali e cinematografiche. Il 5 giugno, fino al 18 giugno, a SpazioCima presenta la sua prima esperienza espositiva.

Dal 5 al 13 giugno
SpazioCima, via Ombrone 9 Roma
Info: www.spaziocima.it

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Pubblico e privato nell’era dei social

Maura Franchi: “Viviamo costantemente una ragione senza sonno dove non ci disconnettiamo mai”.
Come partecipare nel mondo in cui il privato è pubblico e il pubblico diventa privato? Sempre più dibattuta nella nuova del web e dei social, la questione è stata aperta dalla sociologa Maura Franchi durante ‘Spazio pubblico e spazio privato’, l’incontro del ciclo di conferenze curato da Istituto Gramsci e Istituto di storia contemporanea ‘La democrazia come problema’ alla sala Agnelli della biblioteca Ariostea.

Spazio pubblico e privato diventano oggi, infatti, centrali nelle questioni legate allo stato democratico. L’idea moderna di democrazia assume centralità nello spazio pubblico come luogo in cui si forma e si esprime l’opinione pubblica, dove esercitare il diritto alla partecipazione. Se storicamente il rapporto tra spazio pubblico e privato era segnato da una netta contrapposizione, ora questa delimitazione etica, secondo Maura Franchi, è venuta meno, sgretolandosi in una “società degli individui”. Vi è stato inoltre un ulteriore slittamento di confini con l’avvento diffuso del web, nel quale l’intimità della sfera privata viene meno e lo spazio pubblico diventa luogo narrativo ed emozionale.

Cambia, in questo contesto, il concetto di partecipazione e quindi anche di protesta. Un caso emblematico è il sabotaggio di siti, sottolinea la Franchi, “in cui vediamo emergere nuove possibilità e nuove modalità di esprimere con in web la propria protesta e in cui le forme di feedback sono più rapide”.

Anche il senso della partecipazione a un ideale, a un movimento, o semplicemente a un gruppo di persone con un interesse comune muta con i nuovi mezzi di condivisione social. “C’è un senso dell’appartenenza, ma esso non è stabile o organizzato. Gli stessi sentimenti, le condivisioni, non prevedono alcuna iscrizione. Tutto è molto liquido e mutabile, continuamente dinamico”.

unnamedQuesta erosione del confine tra spazio pubblico e privato non è però provocato dal web, secondo la sociologa. “Viene invece dagli anni ’60, da quando lo spazio pubblico è uno spazio da progettare. Lo spazio pubblico diventa il luogo della rappresentanza e dell’azione collettiva”. Ora però in questo spazio, anche i media vengono “despazializzati, delocalizzati, detemporalizzati. Siamo davanti a tempi senza ritmi e spazi senza confini: viviamo costantemente una ragione senza sonno dove non ci disconnettiamo mai”.

Passa quindi l’idea di una socialità individuale, dove però c’è spazio anche per una dimensione partecipativa e con essa l’idea di agire diretti verso uno scopo. “L’aspetto positivo dei social è il fatto che si possono creare diverse azioni partecipative e dare il via a cause di interesse comune. Piattaforme, sharing economy, scambi della vita quotidiana: tutti questi nuovi mezzi social – conclude – stanno cambiando l’idea stessa di partecipazione”.
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Modello unico per piccoli impianti fotovoltaici sui tetti

MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Visto l’articolo 7-bis del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28,
come introdotto dall’articolo 30, comma 1, del decreto-legge 24
giugno 2014, n. 91, convertito con modificazioni dalla legge 11
agosto 2014, n. 116;
Visto, in particolare, il comma 1 del predetto articolo 7-bis, con
il quale si dispone che dal 1° ottobre 2014, la comunicazione per la
realizzazione, la connessione e l’esercizio degli impianti di
produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di cui ai
paragrafi 11 e 12 delle linee guida di cui al DM 19 settembre 2010
nonche’ per l’installazione e l’esercizio di unita’ di
microcogenerazione, come definite dall’articolo 2, comma 1, lettera
e), del decreto legislativo 8 febbraio 2007, n. 20, viene effettuata
utilizzando un modello unico approvato dal Ministro dello sviluppo
economico, sentita l’Autorita’ per l’energia elettrica e il gas ed il
sistema idrico, che sostituisce i modelli eventualmente adottati dai
Comuni, dai gestori di rete e dal Gestore Servizi Energetici S.p.A.;
Considerato che il medesimo comma 1 stabilisce che, con riferimento
alle comunicazioni destinate al Comune di cui agli articoli 6, comma
11, e 7, commi 1, 2 e 5, del decreto legislativo n. 28 del 2011, il
modulo contiene esclusivamente:
a) i dati anagrafici del proprietario o di chi abbia titolo per
presentare la comunicazione, l’indirizzo dell’immobile e la
descrizione sommaria dell’intervento;
b) la dichiarazione del proprietario di essere in possesso della
documentazione rilasciata dal progettista circa la conformita’
dell’intervento alla regola d’arte e alle normative di settore.
Ritenuto che con il modello unico puo’ essere ottenuta una
significativa semplificazione in particolar modo per gli interventi
di realizzazione di piccoli impianti fotovoltaici integrati su
edifici operanti in scambio sul posto e che non comportino un
incremento dell’impegno di potenza sulla rete;
Considerato, in particolare, che per tali tipologie di impianti e’
possibile ridurre i numerosi adempimenti attualmente previsti a due
soli passaggi verso un’unica interfaccia: la trasmissione del modello
unico e la comunicazione della fine lavori;
Considerato inoltre che, per le suddette tipologie di impianti,
l’adozione del modello unico da parte dei soggetti destinatari
risulta di piu’ immediata applicazione;
Ritenuto, quindi, di approvare un primo modello unico riferito ai
suddetti impianti, rimandando a successivi provvedimenti
l’implementazione di modelli unici per le altre casistiche piu’
complesse;
Vista la delibera nr. 172/2015/i/efr del 16 aprile 2015 con la
quale l’Autorita’ per l’energia elettrica, il gas ed il sistema
idrico, nel seguito Autorita’, ha espresso parere positivo formulando
le seguenti tre raccomandazioni:
a) la prima raccomandazione riguarda il vademecum informativo
previsto dall’articolo 5, comma 6, per il quale l’Autorita’ non
ritiene necessaria una sua preventiva approvazione;
b) la seconda raccomandazione il codice IBAN per i pagamenti del
servizio di scambio sul posto, che l’Autorita’ ritiene debba essere
inserita nella parte II del modulo, per poi essere trasmesso dal
richiedente al GSE all’atto della sottoscrizione del contratto di
scambio sul posto da effettuarsi presso il medesimo GSE;
c) la terza raccomandazione riguarda l’inserimento, fra i dati da
trasmettere alla fine lavori, della marca e del modello degli
inverter, dei sistemi di protezione d’interfaccia e degli eventuali
sistemi di accumulo presenti;
Ritenuto di accogliere integralmente le raccomandazioni sub a) e
sub c), e di accogliere parzialmente la raccomandazione sub b)
spostando nella seconda parte del modello – quella da trasmettere
alla fine dei lavori – la richiesta del codice IBAN per regolare i
rapporti con il GSE, inserendo un campo dedicato, senza prevedere,
tuttavia, un ulteriore passaggio presso il GSE; cio’ al fine di
mantenere un’unica interfaccia per il cittadino, elemento fondante
della semplificazione amministrativa introdotta dal presente decreto.

Decreta:

Art. 1

Finalita’

1. Il presente decreto disciplina la semplificazione delle
procedure per realizzare piccoli impianti fotovoltaici integrati
sugli edifici, razionalizzando altresi’ lo scambio di informazioni
fra Comuni, gestori di rete e GSE.
2. Al fine di minimizzare gli oneri a carico dei cittadini e delle
imprese, per la realizzazione, la connessione e l’esercizio degli
impianti di cui al comma 1, e’ approvato il modello unico di cui
all’allegato 1, parte integrante del presente decreto. L’allegato 1
e’ costituito da una parte I recante i dati da fornire prima
dell’inizio dei lavori e da una parte II con i dati da fornire alla
fine dei lavori.
Art. 2

Campo di applicazione

1. Decorsi 180 giorni dall’entrata in vigore del presente decreto,
il modello unico e’ utilizzato per la realizzazione, la connessione e
l’esercizio degli impianti fotovoltaici aventi tutte le seguenti
caratteristiche:
a) realizzati presso clienti finali gia’ dotati di punti di
prelievo attivi in bassa tensione;
b) aventi potenza non superiore a quella gia’ disponibile in
prelievo;
c) aventi potenza nominale non superiore a 20 kW;
d) per i quali sia contestualmente richiesto l’accesso al regime
dello scambio sul posto;
e) realizzati sui tetti degli edifici con le modalita’ di cui
all’articolo 7-bis, comma 5, del decreto legislativo n. 28 del 2011;
f) assenza di ulteriori impianti di produzione sullo stesso punto
di prelievo.
Art. 3

Modalita’ di trasmissione e lavorazione delle richieste inviate con
modello unico elettrico

1. Le parti I e II del modello unico sono trasmesse dal soggetto
richiedente al gestore di rete competente solo per via informatica.
2. Nell’ambito della redazione del modello unico, il soggetto
richiedente, prima di iniziare i lavori, fornisce i dati indicati
nell’allegato 1, parte I, e, alla fine dei lavori, quelli indicati
nella parte II del medesimo allegato.
3. In fase di presentazione della parte I e per le finalita’ di cui
al comma 5, il soggetto richiedente, prende visione e accetta le
modalita’ e le condizioni contrattuali definite dal gestore di rete
per la connessione e i relativi costi nel caso di lavori semplici.
4. Il gestore di rete, entro 20 giorni lavorativi dalla ricezione
della parte I del modello unico, verifica che:
i. la domanda sia compatibile con le condizioni di cui all’articolo
2, comma 1, lettere da a) a d), dandone comunicazione al soggetto
richiedente;
ii. per l’impianto siano previsti lavori semplici per la
connessione limitati all’installazione del gruppo di misura.
5. In caso di esito positivo delle verifiche di cui al comma 4
punti i) e ii), la presentazione della parte I del modello unico
comporta l’avvio automatico dell’iter di connessione e non e’
prevista l’emissione del preventivo per la connessione. In tal caso,
il gestore informa il soggetto richiedente e provvede a:
a) inviare copia del modello unico al Comune, tramite PEC;
b) caricare i dati dell’impianto sul portale Gaudi’ di Terna;
c) inviare copia del modello al GSE;
d) addebitare al soggetto richiedente gli oneri per la connessione,
come stabilito all’articolo 4, comma 4;
e) inviare copia delle ricevute delle suddette trasmissioni al
soggetto richiedente;
f) inviare i dati dell’impianto alla Regione, tramite PEC, qualora
da questa richiesto ai sensi dell’articolo 4, comma 2.
6. Fermo restando la verifica positiva delle condizioni di cui al
comma 4, punto i), nel caso sia accertata la necessita’ di lavori
complessi per la connessione ovvero la necessita’ di lavori semplici
non limitati all’installazione del gruppo di misura, il gestore di
rete ne da’ informazione al soggetto richiedente, specificandone i
motivi e allegando il preventivo per la connessione.
7. Nei casi di cui al comma 6, ai fini della connessione alla rete,
trovano applicazione tutte le tempistiche e le modalita’ definite
dall’Autorita’ in materia di connessioni. In seguito all’accettazione
del preventivo, il gestore di rete provvede comunque alle attivita’
di cui al comma 5, lettere a), b), e d).
8. Terminati i lavori di realizzazione dell’impianto, il soggetto
richiedente trasmette al gestore di rete, la parte II del modello
unico.
9. In fase di presentazione della parte II, il soggetto
richiedente, prende visione e accetta:
a) il regolamento di esercizio;
b) il contratto per l’erogazione del servizio di scambio sul posto,
fornito dal GSE e messo a disposizione dal gestore di rete.
10. A seguito del ricevimento della parte II, il gestore di rete
provvede a:
a) inviarne copia al Comune, tramite PEC;
b) inviarne copia al GSE per la richiesta del servizio di scambio
sul posto;
c) caricare sul portale Gaudi’ l’avvenuta entrata in esercizio,
validando i dati definitivi dell’impianto;
d) addebitare l’eventuale saldo del corrispettivo di connessione di
cui all’articolo 4, comma 4, lettera c);
e) inviare copia delle ricevute delle suddette trasmissioni al
soggetto richiedente.
11. Il soggetto richiedente resta in ogni caso obbligato a mettere
a disposizione le informazioni e la documentazione eventualmente
richieste dai soggetti deputati al controllo sulla veridicita’ delle
dichiarazioni rese con il modello unico.
Art. 4

Compiti dei soggetti interessati

1. In attuazione dell’articolo 3, i gestori di rete, entro 180
giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, aggiornano i loro
portali informatici, anche per consentire l’interoperabilita’ con gli
altri soggetti interessati.
2. Fatto salvo il comma 1, il GSE, Terna, le Regioni e i Comuni
possono stipulare accordi con i gestori di rete per stabilire
protocolli semplificati e agevolare lo scambio dei dati presenti nel
modello unico. A tal fine, le Regioni che hanno attivato siti web di
interfaccia per la presentazione delle domande di autorizzazione,
possono richiedere al gestore di rete di ricevere copia delle
comunicazioni inviate al Comune per l’inserimento dei dati nei
database regionali.
3. L’installazione degli impianti fotovoltaici di cui al presente
decreto, effettuata con le modalita’ di cui all’articolo11, comma 3,
deldecreto legislativo n. 115 del 2008, su edifici non ricadenti fra
quelli di cui all’articolo136, comma 1, lettere b) e c),deldecreto
legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, non e’ subordinata
all’acquisizione di atti amministrativi di assenso, comunque
denominati, ivi inclusa l’autorizzazione paesaggistica. Resta ferma
la facolta’ dei Comuni di procedere al controllo sulla veridicita’
delle dichiarazione rese dal proponente con le modalita’ di cui al
D.P.R. n. 445 del 2000.
4. L’Autorita’ vigila sull’attuazione del presente decreto da parte
dei gestori di rete e aggiorna i provvedimenti di competenza in
materia di accesso al sistema elettrico entro 30 giorni dalla data di
entrata in vigore del presente decreto, prevedendo, in particolare
che:
a) i soggetti richiedenti per gli impianti di cui all’articolo 3,
comma 5, per cui siano previsti lavori semplici per la connessione,
siano tenuti al pagamento di un corrispettivo unico standard
inclusivo dei costi per la connessione;
b) il corrispettivo di cui alla lettera a) sia reso noto dal
gestore di rete al soggetto richiedente nella fase di cui
all’articolo 3, comma 3;
c) il corrispettivo di cui alla lettera a) sia addebitato dal
gestore di rete al soggetto richiedente all’atto della comunicazione
di cui all’articolo 3, comma 5; nel caso di importi complessivi
superiori a 100 euro, tale corrispettivo puo’ essere addebitato, su
richiesta del richiedente, in due rate, di cui, la prima all’atto
della comunicazione di cui all’articolo 3, comma 5, e la seconda
all’atto della comunicazione di fine lavori;
d) l’importo del corrispettivo di cui alla lettera a) e le rate di
cui e’ composto siano determinati e aggiornati dall’Autorita’ in modo
da riflettere il costo medio nazionale delle relative attivita’,
riferite agli impianti ricadenti nella categoria di cui all’articolo
3, comma 5.
5. Fino all’emanazione del provvedimento di cui al comma 4, si
applica il corrispettivo di cui all’articolo 12, punto 12.1, allegato
A alla deliberazione ARG/elt 99/08 e successive modificazioni e
integrazioni, come vigente alla data di entrata in vigore del
presente decreto.
6. Il gestore di rete fornisce al soggetto richiedente, anche
tramite il proprio sito internet, un vademecum informativo che
elenchi gli adempimenti cui e’ tenuto il richiedente durante la fase
di esercizio dell’impianto e che indichi i soggetti, e i relativi
riferimenti, cui dovra’ rivolgersi per le varie evenienze che avranno
luogo nel corso della vita dell’impianto.
Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo alla data
di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Roma, 19 maggio 2015

Il Ministro dello sviluppo economico: Guidi




A Corviale si sono sfidati atleti normodotati e disabili di 12 Paesi

Erano 500 gli atleti, disabili e normodotati, che hanno risposto presente all’appello dell’«European Day of Integrate Sport», domenica 24 al campo dei Miracoli di Corviale. Atleti provenienti da 12 paesi d’Europa, e contemporaneamente in 12 città italiane ( in 12 città italiane, Aosta, Assisi, Brindisi, Crotone, Grosseto, Messina, Monza, Pescara, Roma, Sennori (SS), Torino e Udine) che si sono confrontati nelle più svariate discipline sportive, dalle arti marziali al tennis tavolo, dal calcio a cinque al football integrato, passando anche per l’agility dog. Mai prima d’ora era accaduto in Italia che si dedicasse un’intera giornata allo sport integrato, che significa anche dimostrare sul campo come un atleta disabile possa vincere contro un normodotato.

Debutto riuscitissimo anche per il successo di pubblico, con palazzetti dello sport, impianti sportivi e piazze gremite di spettatori ad assistere alle gare ed esibizioni.Talmente riuscito che il Csen è già pronto a ripetere l’esperienza con l’obiettivo di definire un regolamento europeo degli sport integrati da condividere con le rispettive organizzazioni olimpiche nazionali
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