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3 anni fa

3 anni fa cominciavano i lavori al quarto piano del palazzo di Corviale. Un’operazione politica prima che strutturale, la ricucitura tra le istituzioni che avevano tradito il progetto di Fiorentino e gli abitanti che in stato di necessità avevano occupato il quarto piano lasciato vuoto. Nessuno è stato lasciato indietro in quest’operazione sociale oltre che politica che ha tutte le caratteristiche per fare scuola per l’intero Paese ora che ci sono i soldi del PNRR. Ma i soldi per Corviale c’erano anche prima e questo evidenzia il problema dei problemi: la capacità amministrativa di spenderli. Problemone anche per il PNRR. Non a caso a Roma s’e’ mossa la capacità progettuale del Terzo Settore per smuovere le istituzioni sui Piani Integrati da usare per riqualificare le periferie.

Ma tornando a 3 anni fa quello che determinò’ la svolta fu l’interlocuzione continua e tesa tra il protagonismo dell’associazionismo e una politica spesso lontana nella sua funzione istituzionale, quasi sempre vittima consenziente di macchine amministrative incapace di governare, una politica che però alla fine trovo’ leader capaci di capire la partita e metterci finalmente la faccia.

Ma un altro merito per la riuscita della partita è anche e fortemente dovuto al ruolo dell’opinione pubblica che si è riusciti nel tempo e con costanza a coinvolgere. Una parte l’ha svolta anche questo Giornale delle Periferie che dal 2008 da’ voce e corpo alla scommessa di trasformare la maledizione di Corviale nel sogno Corviale, in nome dell’originario sognatore Fiorentino e dei nuovi sognatori di Corviale Domani.




Corviale una “periferia” internazionale – VIDEO

Corviale sempre più internazionale. Dopo il progetto europeo sul clima con Berlino, Atene, Sofia… In contemporanea con il progetto sociologico “Movimenti d’Europa” dell’Università di Jena sulle Reti europee di movimenti sociali e iniziative politiche. Domani sabato 27 novembre 2021 Il Mitreo inaugura la mostra “Spotlighting Cluj” insieme all’University of Art and Design of Cluj-Napoca della Romania.

Una mostra collettiva di oltre 90 artisti con dipinti, sculture, istallazioni, foto-video, ceramiche, vetri e metallo, arte grafica, Foto-video-digitali, image processing, dipinti per il restauro, oggettistica, design tessile, grafico e per la moda. Una combinazione tra il tradizionale e il digitale.

La mostra è in collaborazione con Il Mecc in Caprarola che promuove progetti artistici, culturali e creativi tesi alla valorizzazione delle aree periferiche attraverso attività culturali e partecipazione attiva dei cittadini con il fine di de-provincializzare le aree remote.

Ancora una volta il Mitreo si merita appieno il sostegno istituzionale alla continuazione della sua attività di promozione sociale attraverso un intenso lavoro artistico e culturale.




Il superbonus 110% arriva al comune di Roma

Il 29 settembre, come “Roma interrotta“, avevamo di nuovo sollecitato l’Amministrazione comunale a permettere l’utilizzo del superbonus 110% per il patrimonio comunale. Tra l’altro scrivevamo di “Una “patata bollente” lasciata in eredità al Sindaco che verrà“.

Ora finalmente, in un’intervista su TPI il sindaco Gualtieri, non solo cita il comune di Milano che “ricorre al bonus 110% per il proprio patrimonio immobiliare”, ma alla giornalista che l’intervista dichiara “Una delle mie prime delibere da sindaco sarà di trasferire le case di proprietà del comune a Risorse per Roma (partecipata del Campidoglio, ndr) così da poter sfruttare il 110%”. Esattamente come suggerivamo noi, sempre nella lettera del 29 settembre: “guardare fuori dal Raccordo Anulare per trovare soluzioni già in atto in altre città italiane. Noi ci permettiamo di consigliare di guardare la soluzione applicata dal Comune di Milano. Eppure non  mancano nello sterminato parterre delle società capitoline – vedi Aequa Roma o Risorse per Roma – chi potrebbe assumere il ruolo di gestore delle richieste come sta facendo Ater per la Regione Lazio.”

Nel frattempo “La Regione Lazio è la prima a mettere a terra i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza…solo a Roma sono destinati 140 milioni di euro di cui 40 dovranno essere gestiti direttamente dal Comune.” come c’informa l’articolo “PNRR, i primi fondi arrivano a Roma. Ci sono 140 milioni” di Marina de Ghantuz Cubbe su Repubblica Roma del 13 novembre:

Per cui ora più che mai “Caro Sindaco ora passi ai fatti




Noi veniamo da lontano

Un “mini van” direzione #biennaleVENEZIA2014

3 ottobre 2014

#corvialeabiennaleVENEZIA2014

Rosi:”La ricaduta che queste strutture abitative ha sulla vita degli abitanti. Strutture che obbligano persone diverse a vivere insieme. A corviale si comincia ad essere orgogliosi di abitare lì da 3 generazioni e nascono il teatro la pittura e a me piacerebbe esportare questo modello ad altre realtà…corviale fa e fa da sé”

Appunto “Corviale fa e fa da se’ “:

Modigliani:”la rigenerazione di Corviale c’è già nella biblioteca nel calcio sociale e tutto questo deve entrare in un progetto complessivo di rinascita diventando un esempio per tutte le periferie…spero che l’idea degli orti sul tetto di corviale vinca il concorso ed entri con la sua idea oggi vincente in un progetto complessivo di rigenerazione”

Appunto “orti sul tetto”:

Panunzi: “un chilometro di cassette di terra sul tetto di corviale in connessione coi tetti di New York e Dubai”

 

 

 




Patrimonio comunale, superbonus 110% e periferie: toccherà al prossimo Sindaco riprenderlo per i capelli

La Regione Lazio attraverso l’ATER da mesi ha messo in cantiere l’utilizzo del Superbonus 110%  per riqualificare 36 ambiti territoriali in cui vivono oltre 40 mila abitanti considerati periferici e con complesse diversità sociali. Ad oggi è l’intervento più imponente a livello nazionale per quanto riguarda l’abitare sociale.

Molti di questi interventi sono in località  in cui coesistono palazzine ATER e palazzine comunali: Ostia, Tufello, Torre Maura, Spinaceto, Valmelaina, San Paolo, Torbellamonaca, San Basilio, Serpentara, Tormarancia.

Ad oggi il Comune di Roma su questa opportunità che consentirebbe di riqualificare diverse periferie della nostra città non ha  messo in campo nessuna iniziativa concreta per ridare dignità e risposte ai cittadini che ci vivono.

Eppure il Superbonus 110% è in campo da oltre un anno, tempo in cui si doveva programmare una semplificazione delle procedure ben sapendo che la struttura amministrativa del Comune è  incapace di mettere in campo una operazione così importante. Nemmeno la mozione approvata dall’Assemblea Capitolina il 4 maggio u.s. ha avuto i dovuti riscontri.

Ora siamo all’emergenza ed è ora di prendere di petto il problema. Lo dovrà fare il prossimo Sindaco a cui consigliamo di assumere presso di sè il coordinamento dei  dipartimenti che si contendono le competenze oltre che mettere sulla graticola il ministro Brunetta per farsi assegnare nuove assunzioni. La verità è che siamo  in una follia burocratica in cui  l’Ufficio Condoni e l’Archivio Storico sono l’esempio più lampanti.  L’Archivio Storico situato in un capannone nel Comune di Pomezia ancora in fase di eterna digitalizzazione e l’Ufficio Condoni con circa 60 mila pratiche del condono 1985  bloccate. A queste si aggiungono quelle dei due condoni successivi e   del Superbonus 110%.

Questo stallo crea una visibile  disparità  tra le abitazioni Ater e quelle comunali spesso contigue. Una situazione inconcepibile.

Bastava guardare fuori dal Raccordo Anulare per trovare soluzioni già in atto in altre città italiane. Noi ci permettiamo di consigliare di guardare la soluzione applicata dal Comune di Milano.

Eppure non  mancano nello sterminato parterre delle società capitoline – vedi Aequa Roma o Risorse per Roma – chi potrebbe assumere il ruolo di gestore delle richieste come sta facendo Ater per la Regione Lazio.

A tutt’oggi tutte le sollecitazioni sono cadute nel vuoto. Una “patata bollente” lasciata in eredità al Sindaco che verrà. I tempi sono stati allungati dal governo.

Speranzosi chiudiamo con gli  Auguri al prossimo Sindaco.




Il Campidoglio riconosce il valore sociale della Comunità di Corviale

Dopo il protocollo d’intesa tra Regione Lazio e Comunità di Corviale quest’ultima ottiene il riconoscimento ufficiale anche del Campidoglio con l’avvio del processo di coprogettazione per il Mitreo. Il Mitreo è stato, dall’inizio del processo di costruzione della rigenerazione urbana del quadrante di Corviale, uno degli attori fondamentali del progetto. È quindi giusto che questo tanto atteso riconoscimento istituzionale di Roma Capitale parta dal ruolo culturale di valore sociale del Mitreo. Non a caso abbiamo sempre affermato, con forza, che “siamo tutti il Mitreo”.

Il Mitreo, che è la casa del progetto di riscatto e di rigenerazione di Corviale Domani, è il luogo della firma del protocollo con la Regione e l’oggetto dell’inizio della coprogettazione col Comune. Questo binomio istituzionale e politico mette in primo piano la rilevanza culturale di un progetto sociale complessivo e multidisciplinare di partecipazione.
Il ruolo che nei tanti Forum di Corviale hanno avuto istituzioni universitarie e di ricerca, il Ministero dei Beni Culturali, il Forum del Terzo Settore insieme a decine di Associazioni e di operatori ha sempre messo in rilievo l’importanza dell’arte e della cultura nei processi sociali di formazione, informazione e comunicazione civica.

Voglio, inoltre, ricordare il fondamentale sviluppo delle arti amatoriali che, a partire dal Mitreo, ha creato i presupposti per un rilancio dell’identità e della coscienza collettiva di una comunità: appunto “La Comunità di Corviale”.




Il Mitreo si salva progettando insieme il futuro

da Reti solidali

Il 15 settembre è iniziato il percorso partecipato tra associazioni, cittadini e amministrazione, per la gestione del “nuovo” Mitreo.

Possono finalmente tirare un sospiro di sollievo le associazioni di Corviale Domani. Lo spazio culturale Mitreo, chiuso lo scorso 31 luglio, potrà ritornare alle associazioni che lo hanno animato in questi lunghi anni. La difficile battaglia del Mitreo (ne abbiamo parlato qui), il presidio culturale di circa 800 mq che sorge a Corviale e che ospita 15 associazioni, al momento è vinta, e si può voltare pagina. Questo è stato possibile grazie all’avvio da parte del Campidoglio del processo di co-progettazione, cominciato il 15 settembre, affinché associazioni, cittadini e operatori, insieme al Comune di Roma, abbiano l’opportunità di confrontarsi sulle linee guida da utilizzare per la messa a bando della nuova concessione degli spazi del Mitreo.

Il Mitreo resta ai cittadini

Il percorso per arrivare fin qui è stato lungo e sofferto, arrivando fino alla chiusura del presidio culturale a seguito della scadenza della proroga di sette mesi, voluta fortemente dall’ex assessore alla Crescita Culturale Luca Bergamo.

Mitreo
Roma. Un momento della riunione del 15 settembre al Mitreo

Il nuovo assessore, Lorenza Fruci, insediatosi a gennaio 2021, ha impiegato del tempo prima di venire a capo della vicenda, ma è grazie a una sua nuova direttiva che oggi le attività del Mitreo possono continuare fino alla nuova assegnazione. «Oggi l’amministrazione», ha esordito la Fruci durante il primo incontro del percorso partecipato «è nella condizione di dover necessariamente mettere a bando questo bene immobiliare; ma l’intenzione politica è che il bene resti a disposizione dei servizi socioculturali, e che rimanga a disposizione di quelle che sono le esigenze del territorio. Questo è il primo di quattro incontri volti a costruire le linee guide per il bando, che dovrà essere redatto dal Municipio (XI), e far tornare il bene a disposizione della cittadinanza.»

La rigenerazione urbana inizia dalla rigenerazione umana

«Nelle periferie c’è bisogno di presidi culturali multifunzionali», afferma il coordinatore di Corviale domani, Pino Galeota, e chiudere il Mitreo avrebbe significato non solo «spegnere un’altra luce», aggiunge Monica Melani, «ma vanificare il grande lavoro di bonifica fatto in questi anni, anche a livello di sicurezza».

Il quartiere–palazzo, che nell’idea originale doveva rappresentare una struttura autonoma, dotata al sproprio interno di negozi e servizi, è stato sin dall’inizio un fallimento prima urbanistico e poi sociale. Ed è solo grazie all’impegno dei cittadini che, a partire dal 2008, attraverso un percorso di partecipazione dal basso, è stato possibile trasformare quello che era un disastro urbanistico in un’«esperienza di sviluppo sostenibile segnalata anche all’interno del Rapporto 2020 dell’Asvis», sottolinea Simone Ombuen, professore di urbanistica all’università Roma Tre (nonché tra i firmatari del patto d’intesa con la Regione Lazio per la rigenerazione di Corviale). Il professor Ombuen ha inoltre sottolineato che la rigenerazione urbana è possibile solo partendo dalla rigenerazione umana. E in fondo, la rinascita di Corviale è oggi realtà grazie soprattutto all’impegno e alla passione dei propri abitanti; passione che è emersa dalle numerose testimonianze riportate durante l’incontro.

Co-programmazione: l’occasione persa da parte dell’amministrazione

Ma l’impegno dei cittadini da solo non basta e le istituzioni devo fare la loro parte; in questa vicenda avrebbero dovuto e potuto muoversi prima per salvaguardare il Mitreo.

Mitreo
Roma. L’ingresso del Mitreo

È di questo parere Francesca Danese, portavoce del Forum del Terzo settore del Lazio, che parla di «occasione persa» da parte delle istituzioni, che non hanno avuto la capacità e la lungimiranza di sostenere e promuovere un progetto della portata del Mitreo, non solo un luogo di cultura ma un vero e proprio esempio di welfare di comunità. «Per fare co-progettazione e co-programmazione, ci vuole tempo e una macchina amministrativa preparata», evidenzia la portavoce; gli strumenti ci sono, e sono dati dal Codice del Terzo settore, ma l’utilizzo di questi è venuto meno da parte dell’Amministrazione, incapace di cogliere le istanze del territorio.

Lo strumento del bando, seppur passaggio obbligato in questo contesto, risulta essere troppo limitante, e con le elezioni comunali alle porte presto le associazioni di Corviale dovranno interfacciarsi con nuovi amministratori. Per il momento però il valore dell’operato delle associazioni è riconosciuto, e seppure restano alcune incognite, Corviale non perderà il suo prezioso Mitreo. «Un lavoro di comunità di questo tipo va assolutamente sostenuto», conclude Paola Capoleva presidente di Csv Lazio, e noi come Centro di Servizi continueremo a essere vicini alle associazioni in questo percorso, che va valorizzato, affinché possa fungere da esperienza pilota per tutte le associazioni che si trovano della medesima situazione».




Percorso partecipato Mitreo Corviale – Primo incontro

Il 15 Settembre 2021 parte il percorso di progettazione partecipata per la messa a bando della nuova concessione degli spazi del Mitreo di Corviale.

Il 15 Settembre prende il via un percorso di ascolto, consultazione e progettazione partecipata con i cittadini, le Associazioni e gli operatori, per confrontarsi insieme sulle linee guida da utilizzare per la messa a bando della nuova concessione degli spazi del Mitreo a Corviale.

La riunione pubblica si svolgerà il 15 settembre alle ore 18,00 presso la sala Consiliare di questo Municipio, ubicata in via Mazzacurati.

Circa 800 mq da mettere a disposizione dei cittadini e delle Associazioni.

L’Amministrazione ha intenzione di conservare gli attuali usi socio culturali del Mitreo e concedere l’uso degli spazi affinché tali attività vi possano essere svolte in sicurezza.

Con il percorso di partecipazione, potranno essere affrontati insieme i vari temi progettuali come gli usi, le attività da svolgere e la loro programmazione, la distribuzione funzionale degli spazi e le peculiarità degli operatori che andranno a gestire le attività e gli spazi stessi.




Voglia di riscatto a Corviale

Il “Serpentone”, pensato per accogliere migliaia di famiglie senza casa, viene inaugurato nel 1984 nella periferia Nord est di Roma.

Da allora è diventato un luogo-simbolo del degrado capitolino e il Covid ha esasperato le condizioni di povertà. Ma dentro Corviale c’è molto più di quanto appare: street art, orti comunitari, progetti sociali e parrocchiali.

Voglia di riscatto a Corviale

 

 




I nuovi strumenti della sicurezza per la nostra vita di cittadini

 L’attacco alla banca dati della salute del Lazio con le sue conseguenze su vaccinazioni e green pass è un chiaro esempio di come la nostra vita e la nostra sicurezza debbano affrontare nuovi e molto temibili rischi.

Per fortuna la risposta prontamente delineata da Gabrielli è chiara e all’altezza della sfida della situazione. Purtroppo temo che non sia altrettanta chiara, a governati e a partner di governo, l’interezza del sistema di governance che occorre ribaltare per affrontare questo tipo di sfide ed altre di simile complessità ed importanza.

Eppure Gabrielli lo spiega molto bene nell’intervista a Bonini “Ora via all’Agenzia sulla cybersicurezza, l’Italia deve correre” sulla Repubblica del 2/8/21: “non mettiamo in sicurezza il nostro territorio…ma invochiamo l’esercito quando siamo sommersi dalle alluvioni…Ecco perché penso che questa riforma (della sicurezza nazionale) sia importante anche al di là della materia cyber che disciplina”.

Infatti secondo Gabrielli: “l’architettura complessiva della nostra sicurezza nazionale, la sua filosofia, diciamo pure il suo modello culturale, conoscerà un passaggio cruciale…E il passaggio non sarà semplice. Perché è culturale. Perché significa introdurre una cultura di “safety” (“safety” è un termine inglese che declina il termine generico “sicurezza” sotto il profilo della prevenzione…e non della sua repressione” (Bonini) all’interno di un modello storicamente sicuritario. Significa cambiare approccio alla nostra idea e organizzazione della sicurezza…troppo spesso ci siamo convinti che gli aspetti della safety, della prevenzione del rischio o della minaccia, potessero essere gestiti con gli strumenti della security: forze di polizia, esercito…Insomma, siamo abituati a pensare che il nostro sia un Paese da rassicurare, mentre deve essere messo nelle condizioni di sentirsi sicuro”.

Questo concetto della prevenzione e della messa in sicurezza, come ben spiegato da Gabrielli con l’esempio delle alluvioni, deve essere esteso e attuato in tutta la Pubblica Amministrazione a cominciare dalla sanità e dalla scuola.

Infatti la pandemia ci ha dimostrato la debolezza del sistema lombardo della sanità basato sugli ospedali rispetto ad una necessità di sicurezza sanitaria diffusa fondata sulla medicina di base.

Stessa consapevolezza di un necessario e fondamentale cambio di paradigma abbiamo sempre e da tempo propugnato riguardo la rigenerazione di Corviale ribadendo da tempo il concetto che “non c’è rigenerazione urbana senza sicurezza e legalità” che significa innanzitutto prevenzione, buona gestione, presenza pubblica e condivisione con la cittadinanza.