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Cronache di Frontiera su Sky

La docu-serie che racconta le periferie italiane in presa diretta.
Ci sono frontiere che non si trovano ai confini tra gli stati. Sono nelle nostre città, in quelle periferie dove convivono culture e povertà diverse, dove si mescolano storie di immigrati, di nuovi e vecchi italiani. Sky TG24HD ha scelto di raccontare questa realtà che vive sottotraccia, in cui tradizioni, credenze e religioni differenti coesistono con difficoltà, con “Cronache di frontiera”, un documento con un linguaggio nuovo, in onda in quattro puntate dal 30 settembre tutti i mercoledì alle 21.10 su Sky TG24HD (canali 100 e 500 di Sky) e in chiaro, visibile a tutti, sul Canale 27 del digitale terrestre. “Cronache di Frontiera” sarà disponibile anche su Sky On Demand.

Basato sul format originale inglese Benefits Street e prodotto in Italia da FremantleMedia, “Cronache di frontiera” è una narrazione in presa diretta, senza alcuna intermediazione giornalistica o documentaristica, della vita in una periferia romana, particolare per le sue peculiarità, ma in realtà uguale per tensioni sociali e paure a quella di molte altre città italiane. Una fotografia, che mostra le mille sfaccettature e i sentimenti contrastanti di chi si trova a vivere e affrontare realtà estreme, spesso al limite della legalità, dove non esistono buoni o cattivi.

Persone dal futuro incerto, del quale non conoscono ancora i contorni. E da qui nascono le paure e la rabbia, ma anche la speranza e la
voglia di reinventarsi un’esistenza in un paese sconosciuto, un desiderio di riscatto che entra in contrasto con chi si vede sottratte le proprie poche sicurezze.

“In “Cronache di Frontiera” – spiega Andrea Scrosati, Executive Vice President di Sky Italia, responsabile di intrattenimento, Cinema, News e Canali Partner – il racconto della realtà, che è l’essenza e la missione più pura del giornalismo, si fonde con un linguaggio visivo innovativo, quasi cinematografico, costruendo il solco di una nuova narrazione, capace di coinvolgere anche quella generazione che cerca
un’informazione distante anni luce dai salotti e dai dibattiti, che parli la lingua delle immagini e della realtà che ci circonda”.

La docu-serie è stata girata all’interno del VI Municipio, che comprende un insieme di quartieri (Tor Bella Monaca, Torre Angela, Torre Maura, Giardinetti, Torrespaccata), i cui nomi riempiono le cronache dei giornali per l’elevato numero di reati commessi. Una zona in cui tutti i giorni si combatte per la sopravvivenza, tra case popolari occupate abusivamente e la vicinanza di alcuni insediamenti Rom.

Un’area vasta e popolosa, abitata per un terzo da extracomunitari: 74 etnie diverse costrette a una convivenza non semplice. Un luogo in cui ogni giorno si vive uno scontro di culture e religioni, ma anche dove è possibile trovare la solidarietà tra la gente bisognosa. C’è chi, come Regina, cerca di sfamare la sua famiglia numerosa con ogni mezzo lecito, e chi, come Jonas, vive da anni occupando un locale pubblico e lotta per non essere cacciato. O ancora chi, come Agostino, combatte contro una concorrenza spietata per non chiudere la propria attività. E ci sono le nuove generazioni, con le storie di Tangir, Memhet e Mattia, alla ricerca dell’integrazione e di un futuro migliore.

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Badante di quartiere, un aiuto gratuito con lo “spirito del ballatoio”

Quartiere della Bovisasca, periferia nord ovest di Milano. L’80% vive in case popolari. Da due anni la Locanda di Gerico promuove questo progetto innovativo. Nei primi sette mesi del 2015 volontari e badanti di quartiere hanno svolto ben 3.168 ore di assistenza.
“Seguo una decina di persone. Quasi tutti anziani, ma anche di mezza età. Spesso basta una visita e si sentono già meglio”: Hana Ben Salem, tunisina in Italia da oltre un decennio, è una delle due badanti di quartiere della Bovisasca, 2.700 abitanti nella periferia nord ovest di Milano. L’80% vive in case popolari. Da due anni la Locanda di Gerico, associazione nata all’interno della parrocchia S.Filippo Neri, promuove questo progetto innovativo, che ha l’obiettivo di raggiungere quelle persone o famiglie in difficoltà che spesso non si rivolgono ai servizi sociali o non si fanno coinvolgere nelle attività proposte dalle altre associazioni del quartiere. Inoltre non tutti gli anziani hanno bisogno di un’assistenza continua: con le badanti di quartiere possono contare su un aiuto gratuito per qualche ora alla settimana. Hana e Maria Regina Barbone (l’altra badante di quartiere) non sono però sole nel loro lavoro. “Sono aiutate e supportate da una rete di circa 100 volontari – spiega Giuseppe Villa, vicepresidente della Locanda di Gerico -, che fanno parte della nostra associazione, delle Acli e della parrocchia. Sono persone che abitano nel quartiere. Vogliamo far riscoprire ‘lo spirito del ballatoio’, vale a dire che ciascuno è attento alle esigenze e ai bisogni dei propri vicini di casa o del condominio”.

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Nei primi sette mesi del 2015 volontari e badanti di quartiere hanno svolto ben 3.168 ore di assistenza: dalla visita a domicilio all’accompagnamento a visite specialistiche, dall’aiuto a fare la spesa alla pulizia della casa. “Il bisogno di fondo che hanno le persone è la compagnia – assicura Maria Regina -. A volte gli anziani mi chiamano perché non gli funziona qualcosa in casa, ma in realtà è perché si sentono soli”. Non sono solo gli anziani a soffrire di solitudine e abbandono. “Ci sono capitati casi di quarantenni che vivono in situazioni drammatiche – racconta Hana -. Spesso perché soffrono di depressione o sono malati”.

Il punto di forza delle badanti di quartiere è che alla Bovisasca ci vivono da anni. E ora tutti le conoscono. “All’inizio nelle case siamo entrate accompagnate dalle suore della parrocchia -ricorda Maria Regina-. Erano anziani o famiglie seguite già dalle religiose”. Ma ora capita che siano gli stessi abitanti del quartiere a fermare le badanti per segnalare casi di persone in difficoltà, che vengono poi aiutate dai volontari delle associazioni. “I servizi sociali e le istituzioni non possono fare tutto, c’è bisogno di creare nei quartieri una rete di solidarietà in cui sono gli stessi cittadini i protagonisti”, conclude Giuseppe Villa.

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Fra i tetti di Milano l’Orto fra i cortili firmato Piuarch

Orto permanente e farmacia a cielo aperto nel progetto di green architecture.
I 300 metri quadrati di superficie del tetto dell’edificio che ospita lo studio Piuarch – in via Palermo 1, nel cuore di Brera – sono stati convertiti in un orto permanente e “farmacia a cielo aperto”, riqualificando anche dal punto di vista energetico e funzionale l’immobile. Un ecosistema completo, che si avvia nel semenzaio dove sono posti a germogliare i semi per svolgersi secondo il ciclo delle stagioni fornendo cibo, decoro, essenze, fino a terminare in compost per alimentare una nuova stagione.

Al centro di questo concept c’è l’ideazione di un sistema modulare che utilizza i pallet per costruire strutture facilmente assemblabili che coniughino estetica e funzionalità, a costi ragionevoli. L’Orto tra i cortili non vuol’essere un’esperienza singola ma piuttosto un sistema ripetibile su ampia scala per riqualificare superfici non utilizzate. I pallet sono usati sia come piano di calpestio che, rovesciati, come contenitori per il terreno. In questo modo, con l’impiego di un unico elemento modulare si costruisce il layout dell’orto.

La farmacia a cielo aperto prevede la piantumazione di piante officinali con l’intento di riscoprire le proprietà medicali e terapeutiche di essenze usate per secoli nelle officine farmaceutiche. Non si creerà semplicemente un orto e una zona di piante medicinali ma un viaggio nel tempo, dove storia, lavoro e natura si possano riconciliare.

L’Orto fra i cortili è molte cose in una: progetto di riqualificazione energetica dell’edificio, strumento paesaggistico, decorativo, di autoproduzione alimentare, nuovo spazio di rappresentanza, socialità e coworking per chi lavora nell’edificio. Le piante creano un ecosistema che favorisce la biodiversità, riduce la filiera alimentare e garantisce la genuinità dei prodotti. Lo strato di vegetazione migliora l’isolamento e incrementa l’inerzia termica dei locali sottostanti. Il sistema a pallet permette inoltre un controllo delle acque piovane, riducendo il flusso delle acque di scarto che entrano nel sistema cittadino.

Il progetto generale del verde è di Cornelius Gavril (paesaggista del giardino, vivaista del design). Il sistema di riqualificazione verde proposto da Piuarch vuole essere un esempio virtuoso e replicabile, un sistema appunto, per questo è stato stretto un accordo con Vivai Mandelli che, dopo aver collaborato a mettere a punto e installare questo primo esempio, saranno il punto di riferimento per chi volesse replicare ed adattare questo sistema ad altre superfici. Mandelli fornisce progettazione ed impianto dei moduli. VerdeVivo, azienda di eccellenza in concimi curativi biologici, sementi e preparati specifici per il gardening, ha fornito sementi, arbusti, terriccio e prodotti per la cura dell’orto. Il sistema integra anche un intervento di consolidamento strutturale dell’edificio volto ad aumentare il carico per metro quadrato. La struttura preesistente è stata rinforzata grazie all’impiego di travi per rinforzo strutturale in vetroresina realizzati da PCR srl, azienda leader nella ricerca sui profilati. I profilati della linea PTrex sono compositi realizzati in fibra di vetro con matrice in resina termoindurente. L’uso di una struttura in vetroresina consente di realizzare i rinforzi strutturali con un sistemi resistenti e leggeri, facili da montare, resistenti agli agenti atmosferici e totalmente riciclabili. La realizzazione della struttura è opera di Sice Previt che ha applicato il proprio know-how agli aspetti strutturali e tecnici per coniugare qualità ed estetica.

Sabato 3 Ottobre l’Orto fra i cortili di Piuarch partecipa a Green City con due iniziative. Al mattino, dalle 10:30-14:00, una serie di visite all’Orto, alla scoperta delle varietà botaniche selezionate per il progetto di farmacia a cielo aperto ideato da Cornelius Gavril; per conoscere il sistema modulare di pallet e gli aspetti tecnici della riqualificazione estetica e funzionale dell’edificio.

Al pomeriggio, dalle 15 alle 19 andrà in scena Territorial repercussions: feeding our cities, un simposio internazionale (Milano – Los Angeles) che si interrogherà sulle necessità e sulle forze che agiscono nell’ambiente urbano.

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È italiana la super stampante 3D

Sfornerà case a basso costo.
Viaggio nella fabbrica di Ravenna dove c’è la macchina più grande del pianeta: dodici metri per sette. Gli esemplari di questo tipo costano sempre meno, sono alla portata di tutti e facili da usare. “Ora stiamo provando a mescolare terra e paglia per vedere se ne esce qualcosa di abitabile”.
Se le stampanti 3D avessero un cuore, quel cuore batterebbe dalle parti di Ravenna, a Massalombarda. Qui c’è un capannone, o meglio una fabbrica di strani oggetti, dove il motto di chi ci lavora è questo: “Siamo sognatori, siamo realizzatori, siamo makers: partiamo dalla stampa 3D per salvare il mondo”. Qui hanno realizzato la stampante 3D più grande del pianeta: è alta dodici metri, base sette, e dicono che servirà per costruire case. Stamparle per l’esattezza. Soprattutto nei paesi poveri.

La stampante, una strana torre metallica che ricorda i ponteggi dei palazzi, si chiama Delta e verrà presentata al mondo alla prossima Maker Faire di Roma a metà ottobre. È stata realizzata da un team di giovani guidati da un meraviglioso artigiano di 55 anni: si chiama Massimo Moretti, ha passato una vita a fare prodotti, dice, “le aziende venivano da me, mi dicevano cosa volevano realizzare e io facevo tutto, dal disegno al prodotto, spesso costruendo pure le macchine”.
“Ecco la stampande 3D più grande del mondo: farà case low cost”

Il Centro Sviluppo Progetti di Moretti ancora esiste, ma la storia è cambiata quando ha scoperto le stampanti 3D, la manifattura additiva, ovvero la possibilità di realizzare un oggetto non tagliando o segando qualcosa, ma invece aggiungendo materiale. E se ne è innamorato. Le stampanti 3D non sono un fatto recente: è recente il loro boom, dovuto al fatto che costano sempre meno, a volte meno di mille euro, e che sono alla portata di tutti perché sono facili da usare. La prima stampante 3D di Massimo Moretti infatti, attorno al 2000, gli costò più di 40 mila euro: “Erano tutti i miei risparmi, ma ne valeva la pena. Era una Zeta Corp ed era grande come un congelatore orizzontale. La volevo non solo per stamparci oggetti ma per smontarla, capire come era stata costruita e farmene una tutta mia”. I risparmi però finirono prima che Moretti potesse sviluppare un software che la facesse funzionare.

Finché, verso il 2005, accade un piccolo miracolo: un professore universitario britannico, Adrian Bowyer, realizza una stampante 3D che tutti possono rifarsi a casa (e in grado di stamparsi i pezzi necessari per montarne una nuova). Si chiama RepRap e tutte le informazioni per farla funzionare sono in rete, disponibili per tutti, gratis. Open Source, che bella parola. Quando la notizia della RepRap arriva in Romagna, Moretti festeggia: “Hanno cambiato il mondo, loro sì, sono stati dei santi”. Moretti si convince che presto la stampa 3D sarà lo standard della manifattura, servirà agli artigiani ma anche agli ingegneri. Stampare case, il suo pallino. A km zero.

Moretti non è il primo ad aver immaginato che una casa possa essere stampata in 3D: curiosamente ma non troppo, visto la nostra tradizione artigiana e meccanica, già Enrico Dini, a Pisa, nel 2011 si era costruito una macchina – la D-Shape – che ha fatto il giro del mondo. Dini era partito per stampare case sulla luna, usando la polvere del nostro satellite, e si è poi specializzato nello stampare bellissime barriere coralline artificiali.

Ma torniamo a Moretti che tre anni fa mette su un team di “laureati disoccupati” con il compito di inventare una stampante 3D adatta al sogno di edilizia popolare. “C’era il problema dell’estrusore, cioé di come far funzionare il meccanismo dal quale esce il materiale da stampare”. Moretti si accorge che quello che ha in mente lui in natura già c’è: lo fanno le vespe vasaie. Chiama la società Wasp, e con un inglese maccheronico decide che quelle quattro lettere non sono solo la traduzione di “vespa” ma stanno per “World Advanced Saving Project”, che è come dire “siamo in missione per salvare il mondo”. Non sarà troppo? “In un certo senso sì, e infatti ci prendiamo in giro da soli, ma in realtà ci crediamo davvero”.

In cosa credono? Nel fatto che farsi una vera casa debba poter essere un diritto per tutti. E quindi tutta la ricerca del suo team la indirizza verso la possibilità di stampare uno strano miscuglio di argilla e paglia. “È più difficile che con il cemento, ma funziona”. Lo vedremo presto, in Sardegna, nel Sulcis, dove è appena arrivata una stampante che presto inizierà a miscelare terra e paglia per vedere se ne esce una casa abitabile.

Per arrivare al risultato di oggi Moretti ha investito un sacco di soldi, tutto quello che ha guadagnato con la vendita di stampanti più piccole. Tecnologicamente sono dei gioiellini, le Wasp. E sono state usate per fare di tutto, non solo i giocattolini di plastica che vedete di solito uscire dalle stampanti 3D. “Qualche mese fa abbiamo consegnato a Pompei delle copie dei loro famosi calchi. Ce le avevano chieste per poterle mandare nel mondo, lasciando gli originali al sicuro”. È il nuovo Made in Italy.

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Rigenerare Corviale: 18 settembre incontro con il prefetto Gabrielli

Apre i lavori il Prefetto Gabrielli dichiarando di credere molto nel “modello Corviale” quale laboratorio urbano in cui la società civile opera da anni quale stimolo e protagonista di analisi, proposte, progetti
La riuscita del progetto funziona se tutti i soggetti pubblici e privati sono informati dei processi e degli obbiettivi e li condividono. La riunione è stata convocata per fare il punto sullo stato dell’arte delle diverse azioni che si stanno attuando.

Prende la parola Claudio Rosi direttore generale ATER :
la specialità di Corviale è di aver trasformato un fabbricato monstre che la Regione solo 4 anni fa pensava di demolire in un modello innovativo dell’abitare;
la presenza della delegazione ATER – Ministero Beni Culturali – Corviale Domani alla Biennale di Architettura l’anno scorso per raccontare la nostra esperienza di mutazione alla comunità internazionale ha consentito di far conoscere e valorizzare la rigenerazione in atto.
Lavori: 1 step manutenzione del fabbricato stanziati 3 ml. di Euro aggiudicata alla Sisters immobiliare, GG costruzioni srl. I lavori dovrebbero incominciare il 1 dicembre ma, secondo la legge, per motivi di sicurezza potrebbero iniziare anche prima ( vetrate, vetrocemento, terrazzi, recupero c.a., passaggi sottofabbricato, ripristino ponte di ferro, anfiteatro, canne fumarie, corpi scala 2° fabbricato ) : su questo anticipo dichiara la disponibilità di ATER. Gli ascensori sono nel concorso non volendo intaccare i sistemi di collegamento verticali e per lasciare libertà di progettazione.
2 step 4° piano 103 alloggi, progetto finito, finanziato dal contratto di quartiere approvato 6 ml. €
e integrato per 4 ml. € dalla Regione per ritardo avvio lavori.

Prende la parola Modigliani Commissario ATER spiegando che a seguito del finanziamento della Regione seguirà la formalizzazione della gara per assegnazione alla ditta vincitrice.
E’ stata svolta nei mesi scorsi la rilevazione della popolazione residente e degli spazi del 4 piano.
il Comune di Roma sta attuando una graduatoria speciale per Corviale verificando chi ha diritto all’alloggio e chi non possiede i requisiti.

Riprende la parola Rosi:
3 step il Concorso Internazionale è stato pubblicato il 27/07, il sopralluogo dei professionisti si è svolto il 7/9, partecipanti 80 gruppi, per oltre 160 persone, quindi un grande successo, si ha tempo fino al 21/09 per presentare domande di chiarimenti le cui risposte saranno pubblicate entro il 9/10, il 19/11 sarà nominata la giuria che il 3/12 si promulgherà la graduatoria e il vincitore.

Prende la parola l’Assessore Danese
sottolinea l’importanza del percorso della società civile che ha stimolato queste scelte, dalla applicazione del bando si è preso spunto per riattivare altri contratti di quartiere come Primavalle. Propone un incontro con i cittadini da organizzare con il Municipio e con tutti i soggetti del tavolo di concertazione. Annuncia la candidatura della Città di Roma a capitale mondiale del Volontariato
per il 2016.

Prende la parola il Presidente del Municipio Veloccia
esprime grande soddisfazione per la riunione convocata per la qualità del coordinamento tra le istituzioni e i cittadini, finalmente si interviene dentro il fabbricato e non solo esternamente.
L’avvio dei lavori produrrà un aumento di presenza delle istituzioni per il ripristino della legalità ma anche un aumento del conflitto derivato da decenni di occupazione abusiva – market, 4° piano, cantine, spazi pubblici… – e di una gestione del fabbricato ad uso personale e criminoso.
Va valutato con grande attenzione il contratto di quartiere di 4 ml. € che prevede lavori da fare nel territorio da anni e su cui la Regione non da risposte. Abbiamo una scuola chiusa che va riaperta, la vocazione di Corviale per le Olimpiadi si rafforza con la decisione del Comitato di presentare l’ipotesi Fiera di Roma quale luogo degli allenamenti; la creazione di una palazzetto polivalente per pattinaggio e altre discipline sportive e del palazzo dello sport con progetti esecutivi pronti e con gare fatte.

Prende la parola Galeota presidente dell’associazione Corviale Domani:
abbiamo deciso di non stare in silenzio nel 2008 sul definanziamento di Alemanno della Cavea del Mercato – già progettata e finanziata ( i fondi sono stati dati al Teatro dell’Opera in perenne perdita) e con costanza e presenza da 7 anni stiamo costruendo la riqualificazione di un quadrante della città.
Le basi di questa scelta si trovano sulla ricerca fatta dalla FILAS regionale e da un’inchiesta relazionale che abbiamo prodotto sul territorio da cui ne sono emerse le potenzialità e la fattibilità del progetto. Riconosciuta la sua vocazione olimpica per allenamenti e paralimpica -verificata dal CONI- rimanda ai due palazzetti ( progettati e finanziati) Segnala che il palazzetto di via Maroi è di 900 posti e sarebbe il primo palazzetto dello sport realizzato dopo le Olimpiadi del 60. Nel quadrante ci sono molte altre strutture sportive di eccellenza che hanno espresso dei campioni nazionali e internazionali.
Finalmente si è messo fine alla gestione illegale del mercato coperto che non era un farmer’s market ed era aperto solo un giorno e mezzo alla settimana. Un non senso. Sull’utilizzo abbiamo presentato precise proposte che si integrano con il progetto ma purtroppo non siamo mai riusciti ad avere un confronto con l’Assessorato alla attività produttive del Comune di Roma. Questa infrastruttura sarebbe utile anche per il Giubileo per diversificati usi a cui si presta.
Prendiamo atto che la Regione è l’unica istituzione assente.

Prende la parola il Prefetto Gabrielli sottolineando che la riunione era con Ater per fare il punto, ma anche affermando che tale riunione non sarà uno spot e ne seguiranno altre proprio per favorire le necessarie soluzioni operative.

Prende la parola Galeota affermando che il quadrante ha 1350 ha di parchi (Tenuta dei Massimi e Valle dei Casali) Una vocazione agricola da sostenere.
Corviale Domani ha calcolato che la messa a regime del progetto e delle attività presenti nel territorio potrebbero far nascere 150/200 posti di lavoro.
Annuncia il Forum Corviale per novembre 2015 dedicato a discutere i problemi di coerenza tra le analisi e gli studi del territorio, i bisogni dei cittadini e i progetti in essere.
Sottolinea che il tema della Biennale di Venezia del 2016 sarà sul rapporto multidisciplinare tra architettura, sviluppo dei territori e benessere delle Comunità.
Temi e scelte su cui CorvialeDomani sta costruendo da tempo il progetto di rigenerazione urbana insieme alle tante realtà istituzionali che hanno realizzato un partenariato e sottoscritto un “Atto d’Intesa” insieme ad operatori e persone qualificate e con senso civico.
Individua una importante partita da trattare per i fondi UE e si domanda: il Comune si è attrezzato? Tema cruciale per lo sviluppo della città per i prossimi anni e che va affrontato anche con la Regione Lazio.
Richiede un intervento consistente sulla comunicazione che aiuti la creazione di un senso di consapevolezza e di identità nella Comunità dal momento che risulterà strategica l’immediata attivazione di un’animazione sociale all’altezza della situazione e con il coinvolgimento degli abitanti. Pulizia e decoro sono il segno di un’integrazione che comincia a funzionare.

Prende la parola Rosi dichiarando che dal 30 settembre riprenderà la pulizia ordinaria.

Prede la parola Massimo Vallati presidente di Calcio Sociale:
dichiara condivisione sugli interventi di comunicazione e di animazione sociale e
comunica che alcuni cittadini stanno raccogliendo le firme davanti alle scuole per fermare tutti questi cambiamenti e che è importante la tempistica e il coordinamento delle azioni.
Va creato un rapporto con i cittadini tramite un’informazione capillare e un’azione di condivisione, sarebbe importante che i lavori del 4° piano non durino più di tre anni a fronte
dei 5 previsti.

Intervengono sia Angelo Scamponi del Comitato di Quartiere Corviale/ casetta Mattei che Buccoliero Mimmo coop. Acquario 85 sottolineando l’importanza di una comunicazione e di un’attività sociale integrante di qualità.

L’assessore Danese condivide le sollecitazioni e le preoccupazioni che vengono dalla Comunità
di Corviale sui temi sociali sollevati e si impegna, proprio per le competenze che ha e per la sua storia personale, a dare risposte concrete.

Concludendo la riunione prende la parola il Prefetto Gabrielli esprimendo il parere che tra venti giorni potrebbe iniziare il cantiere della manutenzione 1° step, l’opportunità della creazione di un infopoint, sottolineando l’inizio della consapevolezza che su Corviale si è investito da tanto tempo ed è ora di raccogliere i primi frutti.




Secondo presidio nazionale contro vecchi e nuovi inceneritori e per l’economia circolare

Tutti in Piazza Montecitorio il 24 settembre 2015 dalle 10,00 alle 14,00 per dire NO al decreto governativo che prevede di riclassificare i 42 impianti esistenti e costruire altri 18 inceneritori.

Dopo il mancato accordo della prima convocazione in sede tecnica della Conferenza Stato – Regioni, per l’opposizione di diverse regioni al piano di costruzione di 18 nuovi inceneritori, saremo ancora in piazza Montecitorio per la seconda convocazione politica e per motivare l’assurdità del decreto attuativo del ministro Galletti, che contrasta con l’attuale direzione verso l’Economia Circolare.

L’incenerimento è stato dimostrato essere gravemente dannoso per la salute pubblica dirige l’Italia nel verso contrario agli indirizzi della Commissione Europea sull’Economia Circolare, alla luce del principio che i cicli di consumo si debbano chiudere con il recupero della materia e non con la combustione, una opzione obsoleta che rappresenta oggettivamente il tentativo di bloccare la filiera industriale del riciclo e del recupero che è l’unica opportunità moltiplicatrice di imprenditoria ed occupazione locale.

Continuare a finanziare con incentivi pubblici sia la costruzione che la gestione di questi impianti tossici è il frutto avvelenato di intese lobbistiche con pochissime grandi aziende “multiutility” che ora stanno iniziando ad affogare “per colpa” della scelta illuminata di tanti Comuni che hanno avviato con coerenza l’avanzata della raccolta differenziata di qualità e del suo avvio a riciclaggio e compostaggio, per tendere ad azzerare sia gli inceneritori che le discariche.

A tale proposito si smentisce il falso obiettivo di voler chiudere le discariche, visto che ogni inceneritore ha necessità di una nuova e grande discarica di servizio in cui di fatto già in fase di selezione dei rifiuti non differenziati / talquale oltre i due terzi vanno in discarica, oltre alle ceneri e scorie prodotte dall’incenerimento stesso, che sono un rifiuto “speciale e pericoloso”, che pesa sino al 25% di quel terzo di plastiche e carta che viene portato in combustione.

Questo decreto è stato ribattezzato (S)BLOCCA ITALIA perché è destinato a BLOCCARE lo sviluppo virtuoso di un settore enorme e la stessa crescita economica italiana ipotecando ingenti risorse pubbliche per i prossimi VENTI ANNI e creando per questi impianti un sistema di siti considerati “insediamenti strategici di preminente interesse nazionale” che verrebbero di fatto sottratti alle competenze regionali, con l’adozione possibile di misure di accesso speciali pari a quelle dei SITI MILITARI.

Con questo atto il governo Renzi si mette dunque fuori dall’Europa, confermando ancora una volta il suo europeismo di convenienza a compartimenti stagni e puramente opportunistico, attraverso anche l’aggiramento dei principi della Direttiva vigente 98/2008/CE.

l’ALLEANZA per L’ECONOMIA CIRCOLARE (ACE), costituita tra le sottoscritte organizzazioni ed associazioni, ha convocato il PRESIDIO NAZIONALE DI PROTESTA, per chiedere sia al governo che ai presidenti di Regione di NON APPROVARE QUESTO “DECRETO-TRUFFA”, ma di procedere a rafforzare la filiera del RICICLO E RECUPERO DI MATERIA E L’IMPRENDITORIA SANA DI SETTORE e di APPROVARE IN PARLAMENTO LA PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE “LEGGE RIFIUTI ZERO” depositata ad ottobre 2013 con 90mila firme.

Zero Waste Lazio – Movimento Legge Rifiuti Zero – Ass. Cetri/TIRES – Cittadinanzattiva onlus – Mo.V.I onlus – Slow Food Italia – Carteinregola Roma – Isde Italia / Medici per l’ambiente – Medicina Democratica onlus – Forum Salviamo il Paesaggio – Attac Italia – Arci – Ass. Cult. Pediatri – ACP – Coordinamento NO Ombrina (contro le trivellazioni) – Cobas nazionale

Per info: leggerifiutizero@gmail.com – alliancecirculareconomy@gmail.com




Mercato dell’arte nel parco

Villa Doria Pamphilj

C/O Centro Anziani Bel Respiro Via Vitellia 102 – 00152 Roma

Domenica 27 settembre 2015 e18 ottobre 2015

Dalle ore 9.30 alle ore 13.30

Domenica 27 settembre 2015, all’interno dell’incantevole atmosfera di Villa Doria Pamphili, l’associazione spazioALLarte, in collaborazione con l’associazione NEA Polis e con il patrocinio del XII Municipio, presenta Il MERCATO DELL’ARTE NEL PARCO, per dare a tutti la possibilità di scambiare direttamente opere d’arte di qualsiasi epoca.
L’iniziativa dà l’avvio per la prima volta a Roma alle domeniche dello scambio dell’arte: chiunque abbia apaticamente appeso alle pareti della propria abitazione o riposto in una polverosa soffitta un quadro o una o più opere non gradite, finalmente ha l’occasione di disfarsene, eventualmente sostituendo il proprio pezzo non desiderato con qualcos’altro che invece si avvicina di più ai propri gusti o ad un nuovo arredamento.
Nelle giornate di Mercato presso il Centro Anziani Bel Respiro è possibile mettere in mostra i propri quadri e visionarne altri, in modo che possa avvenire lo scambio voluto. Tutti potranno entrare e partecipare agli eventi anche se sprovvisti di pezzi da scambiare e potranno liberamente scegliere un’opera di un artista emergente, un pezzo portato da un privato o semplicemente godere dell’esposizione artistica.
Infatti, come cornice agli scambi, il Mercato dell’Arte nel Parco offre la possibilità ad artisti emergenti – selezionati da spazioALLarte – del quartiere e non solo, di mostrare le proprie opere in uno spazio che vedrà la presenza di un pubblico sempre più eterogeneo.
In particolare durante la prima giornata del 27 settembre è allestita una mostra Bi-Personale di Stefano Tedeschi e Andrea Zauli, giovani artisti di grande talento. Approccio materico, biologico e fantascientifico l’uno, quanto estremamente incisivo, pop ma di una traslucenza concettuale l’altro, sono i perfetti archetipi e pionieri di un arte del futuro che si rapporta ad un’arte del passato, già presente nelle nostre case.
Nel corso della mattinata l’associazione NEA Polis presenta un altro elemento che arricchisce le domeniche dello scambio dell’arte, che consiste nelle l’opportunità di partecipare alle visite guidate nel parco di villa Pamphili, a cura dell’associazione stessa.

Programma in dettaglio del 27 Settembre:

ore 9.30: apertura della sede e della Mostra Bipersonale

ore 10.30: presentazione delle iniziative e avvio del Mercato

ore 13.30: chiusura della giornata e appuntamento alle domeniche successive.

Location: Centro anziani del Bel Respiro, Villa Doria Pamphilj – Via Vitellia 102 – 00152 Roma

Periodo: 27 Settembre 2015, 18 ottobre 2015 ed a seguire nelle domeniche attualmente in programmazione fino a settembre 2016.

Orari d’apertura: dalle 09.30 alle 13.30.

Gli artisti della prima domenica:

Andrea Zauli

Stefano Tedeschi




Arte a km. 0

arte-a-km-0-II-edizioneDal 18 settembre al 14 Ottobre l’associazione MitreoIside esporrà, presso la prestigiosa location del Mitreo, il Centro per l’Arte Contemporanea di Corviale, opere di 47 artisti che hanno risposto al Bando Aperto indetto per ri-unire la forza immaginifica degli artisti che vivono, lavorano o collaborano sul territorio del XI Municipio di Roma. La mostra, inserita nella XI^ Giornata del Contemporaneo AMACI, ha avuto il sostegno della BCC (Banca di Credito Cooperativo).

Una mostra eterogenea per tecniche, formati, tematiche, età e professionalità di artisti, uniti dalla appartenenza, geografica o di cuore, ad un territorio che da qualche anno “richiama alle arti (anziché alle armi)” gli Artisti dei vari linguaggi della nostra contemporaneità, affinchè si facciano promotori del cambiamento, mettendo in campo e a favore della collettività tutta, le loro innate ed originali potenzialità: per stimolare riflessioni, espressioni, emozioni, condi-visioni, risveglio.

L’inaugurazione del 18 settembre, alla presenza dell’assessore alla Cultura del Municipio XI Fabrizio Mossino, sarà arricchita dalla proiezione del lungometraggio “6 giorni sulla terra” di Varo Venturi, preceduto da un dibattito con il regista stesso, organizzato dalla Associazione culturale Piacca.




Il successo dell’Airbnb per i rifugiati

Migliaia di persone pronte a ospitarli.
Dai primi di settembre la piattaforma online singa.fr, che fa incontrare famiglie e migranti, ha ricevuto numerose disponibilità da tutta la Francia e dall’estero. Chi vuole accogliere persone che hanno ottenuto l’asilo deve soddisfare una serie di requisiti.
Mentre i ministri dell’Unione Europea faticano a trovare un accordo sulle quote di distribuzione dei profughi, tante associazioni di volontariato in tutto il continente si stanno mobilitando per dare un tetto ai rifugiati. E in questa gara di solidarietà può succedere che l’entusiasmo associativo si mescoli allo spirito delle startup, dando vita a progetti innovativi come quello di Calm (acronimo di comme à la maison, come a casa), l’Airbnb per migranti. Lanciato a giugno scorso dall’associazione parigina Singa, Calm è una piattaforma web che mette in contatto i rifugiati con le famiglie che hanno deciso di offrir loro la propria ospitalità.

Per registrarsi a Calm basta connettersi al sito singa.fr e compilare un formulario: dati personali, numero di persone che si è disposti a ospitare, durata dell’accoglienza, lingue parlate, presenza di animali in casa, interessi, disponibilità a insegnare un mestiere all’ospite, eccetera. Il migrante farà la stessa cosa e dirà se è solo o accompagnato, l’età e il numero dei componenti del suo nucleo familiare, la sua professione, la data a partire dalla quale avrebbe bisogno di essere ospitato e tutto il resto, dalle allergie ai regimi alimentari particolari. L’intento degli ideatori della piattaforma è quello di trovare il maggior numero possibile di affinità tra la famiglia ospitante e l’ospite in modo da rendere la convivenza più agevole e funzionale.
Ma se dare la propria disponibilità a ospitare migranti attraverso Calm è facile e veloce, aprire realmente le porte della propria casa può essere parecchio complesso e non sempre fattibile. Per poter essere ospitati i profughi devono aver ottenuto lo status di rifugiato e cioè avere già acquisito il diritto di asilo mentre i padroni di casa devono essere preparati ad affrontare convivenze che possono rivelarsi difficili da gestire. Per questo motivo i volontari di Singa organizzano dei corsi in cui famiglie interessate a ospitare profughi imparano le principali caratteristiche della cultura del rifugiato e il modo migliore per relazionarsi con persone che hanno subito il trauma di guerre, violenze e torture. Durante le convivenze, i volontari di Singa restano a disposizione dei profughi e della gente che li ospita e, in caso di bisogno, offrono la consulenza di un mediatore.
Nei primi dieci giorni di settembre Calm ha raccolto l’adesione di migliaia di persone pronte a ospitare un rifugiato in casa propria. Alice Barbe, una delle fondatrici di Singa racconta che le iscrizioni arrivano da tutta la Francia e anche dall’estero: «Tra gli iscritti abbiamo gente di tutti i tipi: agricoltori, banchieri, gente che vive in campagna e in città. Abbiamo notato un risveglio della società civile sulla questione dei profughi». Trovare una casa in cui abitare con gente del Paese ospitante è importantissimo per evitare ghettizzazioni. «I rifugiati statutari – spiega Alice Barbe – hanno dei diritti, tra cui quello di lavorare, ma non conoscendo nessun francese non hanno la possibilità di creare una rete di contatti e di accedere al mondo del lavoro. Entrare in una famiglia francese, anche per un periodo breve, gli permette di comprendere meglio la società nella quale si trovano e tirar fuori i loro talenti. I profughi possono creare impiego, oltre che ricchezza interculturale».
Singa (che significa “prestare” in baramba, una delle lingue del Mali) si occupa di integrazione dal 2013 e i suoi volontari sono diventati esperti nell’utilizzare la Rete per rispondere alle esigenze dei rifugiati. Nel 2014 gli ideatori dell'”Airbnb per migranti” hanno condotto in quindici paesi uno studio su “l’utilizzo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione da parte dei rifugiati”. «L’obiettivo era quello di identificare le potenzialità ma anche i pericoli che derivano dall’utilizzazione delle nuove tecnologie», spiega Nathanel Molle, cofondatore di Singa. «A partire da quello studio, la nostra associazione, in collaborazione con sviluppatori, designer e imprenditori sociali, è impegnata a sviluppare collettivamente delle risposte innovatrici alle grandi sfide sociali legate all’asilo». Qualche volta social può significare sociale.

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Siderare: e tu cosa desideri?

13 – 14 – 15 Settembre 2015
Forte Portuense
Via Portuense 547, Roma
La Fondazione VOLUME!, per il secondo anno successivo, apre le porte del complesso monumentale Forte Portuense di Roma in occasione della manifestazione Siderare, all’interno della sezione CROSSWISE!
Siderare è realizzato con il sostegno di Roma Capitale ed è inserito nella programmazione dell’ESTATE ROMANA 2015 in collaborazione con la Siae.

Dopo il successo dello scorso anno, anche per questa edizione il progetto Siderare, trae ispirazione dalla pellicola Stalker del noto regista russo Andrej Tarkovskij.
Ad interagire all’interno degli spazi del Forte saranno performer, artisti, fotografi, videoartisti e musicisti. In ogni categoria giovani under 35, saranno guidati da un artista più esperto, come lo Stalker del film guida i due protagonisti.
Ingresso solo su prenotazione
Prenotati ora

PROGRAMMA:
13/09/2015

H 19:00 Installazioni_ GREGORIO BOTTA ||| JOSE’ ANGELINO

Area Video _ ALICE SCHIVARDI ||| CALIXTO RAMIREZ ||| JACOPO MILIANI

Performance _DANIELE VILLA ||| LUCIA BRICCO/FEDERICA PEYROLO

Fotografia_COLLETTIVO LUCE

Presentazione del progetto “La bellezza inconsumabile” di Nuove Officine a cura di Marianna Di Mauro e Lou Duca

H 22:00 Live set _MUVIC

14/09/2015

H 19:00
Installazioni_GREGORIO BOTTA ||| JOSE’ ANGELINO

Area Video_RUTH PROCTOR ||| DRIANT ZENELI ||| FILIPPO BERTA

Performance_LUCIA BRICCO / FEDERICA PEYROLO ||| FILIPPO RINIOLO

Fotografia_COLLETTIVO LUCE

Presentazione del progetto “La bellezza inconsumabile” di Nuove Officine a cura di Marianna Di Mauro e Lou Duca

H 22:00 Live set_QUIET ENSEMBLE_NATURA MORTA TROPICAL VERSION

15/09/2015

H 19:00
Installazioni_GREGORIO BOTTA ||| JOSE’ ANGELINO

Area Video_AVISH KHEBREHZADEH ||| GUIDO VAN DER WERVE ||| LIDA ABDUL

Performance_MYRIAM LAPLANTE ||| FILIPPO RINIOLO

Fotografia_COLLETTIVO LUCE

Presentazione del progetto “La bellezza inconsumabile” di Nuove Officine a cura di Marianna Di Mauro e Lou Duca

H 22:00 Live set_LAGASH_(Marlene Kuntz)

LIGHT DESIGN _ GIANNI BRUGNOLI / PIERO SEGESTA

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La manifestazione, promossa dalla Fondazione VOLUME!, si avvarrà del supporto dell’XI Municipio, del patrocinio dell’Istituto Internazionale Andrej Tarkovskij, della collaborazione di Panalight, Eurogarden e del sostegno di Gioco del Lotto.
In media partnership con Zero.

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Pagina Fb: www.facebook.com/fondazione.volume.3
Hashtag ufficiale: #Siderare2015
Info: info@fondazionevolume.com