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Piano Integrato Corviale: non c’è Rigenerazione Urbana senza Comunicazione

A seguito dell’accettazione di Roma Capitale della nostra proposta d’inserire il quadrante di Corviale tra i bacini progettuali da rigenerare tramite i Piani Integrati del PNRR, abbiamo preso l’impegno di verificare i vari temi di tale rigenerazione all’interno del proposto Piano Integrato Corviale.

Questa scheda si propone una prima lettura del tema della comunicazione.

Come sappiamo la comunicazione è tema integrante di un piano di marketing, in questo caso un piano di marketing territoriale.

Già nella delibera infatti il Piano Integrato Corviale si presenta come un progetto che utilizza la riqualificazione strutturale per creare un tessuto connettivo socio-economico di gestione del territorio:

Il Piano Integrato Corviale si configura come un programma di interventi finalizzati alla Innovazione sociale e all’Economia sociale e solidale che punti a favorire l’inclusione e la coesione, attivando un’azione congiunta di trasformazione del tessuto edilizio e politiche sociali di accompagnamento e di sviluppo della comunità locale attraverso la promozione di un ambiente inclusivo per le diverse generazioni.

Inoltre il Piano mette subito in chiaro la necessità di altri attori sociali:

La proposta punta al miglioramento della qualità dell’abitare nell’ambito, favorendo la costituzione di una rete di economia sociale e solidale a supporto dell’attività del terzo settore e del suo rafforzamento.

Puntare sul Terzo Settore significa aver capito che senza la partecipazione degli abitanti non si gestiscono territorio complessi.

(vedi: Prima lettura del Piano Integrato Corviale)

Anche la necessaria azione di marketing territoriale per costituire questa rete di economia ha bisogno della partecipazione degli abitanti.

Il Piano Integrato stesso prevede a pagina 49 interventi immateriali di promozione di attività sociali, culturali, ed economiche, e/o di attività di innesco e accompagnamento quali processi partecipativi, di comunicazione”.

Corviale Domani ha sempre puntato sulla necessità imprescindibile del trinomio formazione-informazione-comunicazione. Un’operazione che può avvenire solo con la sinergia tra l’uso dei sistemi di comunicazione e partecipazione digitali e il lavoro in presenza tramite associazioni e gruppi d’interesse.

(…)

nuove forme di soggettività sociali che permettano, sia tramite piattaforme digitali che con l’attività in presenza, di gestire l’incontro e lo scambio tra bisogni e servizi a cominciare da quelli energetici per finire a quelli sanitari, culturali, educativi e così via.

In questa prospettiva consideriamo per la previsione di Cooperativa Urbana di Gestione prevista dal Piano Integrato Corviale non una mera funzione strumentale ma un vero e proprio motore di coesione sociale per il decollo di uno sviluppo territoriale

(vedi: Piano Integrato Corviale: non c’è Rigenerazione Urbana senza Transizione Digitale)

Un aspetto fondamentale per la riuscita dei progetti di sviluppo territoriale è lo sviluppo di uno spirito identitario della comunità. A tal scopo nel tempo si è pensato a un’infrastruttura centralizzata leggera digitale, basata su un cloud e a una rete Wi-Fi diffusa. 

L’allaccio gratuito alla rete Wi-Fi offerta agli abitanti insieme ad un account di posta dedicato, tipo @corviale.org, comincia già a creare quel senso di appartenenza identitaria a una comunità che crediamo essenziale per la buona riuscita del progetto. 

A fronte di questi servizi gli utenti dovranno condividere la loro genealogia fotografica di famiglia che, digitalizzata in un centro servizi dedicato, fornirà la base iconica ed identitaria del cloud(analogamente a quanto proposto nel Piano Integrato a pagina 11 a proposito del “Museo delle Memorie”)

In seguito il centro servizi, con la condivisione e la partecipazione degli utenti, modulerà questo cloud in una rete di rapporti (familiari, affettivi, amicali, professionali…) tra le immagini e le persone. 

Questo database, condiviso in rete aperta tra gli abitanti il territorio e la città, si configurerà nel tempo nella piattaforma di scambio di beni servizi saperi e competenze che diventerà la macchina intelligente di Corviale e contemporaneamente il suo passaporto per uscire dal palazzo ed entrare in rete con la città e l’Europa.  

Una macchina intelligente che migliorerà la vita degli abitanti aiutandoli a risparmiare tempo nella gestione quotidiana dell’abitazione e risparmiare denaro monitorando in ogni momento i flussi di energia.

(…)

In partnership con i centri di produzione culturale del quadrante (Centro di formazione professionale Campanella, Biblioteca comunale Nicolini, liceo Keplero, Mitreo…) la piattaforma sarà il veicolo di formazione informazione e comunicazione per lo sviluppo delle buone pratiche energetiche ed ambientali che permetteranno di raggiungere gli obiettivi di riqualificazione risparmio riciclo e riuso per una svolta green dell’abitare in linea con gli obiettivi che si è data l’Unione Europea realizzando, tra l’altro, a Corviale una comunità energetica rinnovabile

(vedi: Condividere Corviale)

Ma una rete di tal genere è essenziale anche sul tema della sicurezza dal momento che sicurezza e legalità significano innanzitutto prevenzione, buona gestione, presenza pubblica e condivisione con la cittadinanza.

(vedi: I nuovi strumenti della sicurezza per la nostra vita di cittadini)

Ma torniamo alla cultura che è segmento centrale di tale questione come dimostra il Mitreo che è la casa del progetto di riscatto e di rigenerazione di Corviale Domani, è il luogo della firma del protocollo con la Regione e l’oggetto dell’inizio della coprogettazione col Comune. Questo binomio istituzionale e politico mette in primo piano la rilevanza culturale di un progetto sociale complessivo e multidisciplinare di partecipazione.

Il ruolo che nei tanti Forum di Corviale hanno avuto istituzioni universitarie e di ricerca, il Ministero dei Beni Culturali, il Forum del Terzo Settore insieme a decine di Associazioni e di operatori ha sempre messo in rilievo l’importanza dell’arte e della cultura nei processi sociali di formazione, informazione e comunicazione civica.

Voglio, inoltre, ricordare il fondamentale sviluppo delle arti amatoriali che, a partire dal Mitreo, ha creato i presupposti per un rilancio dell’identità e della coscienza collettiva di una comunità: appunto “La Comunità di Corviale”.
(vedi: Il Campidoglio riconosce il valore sociale della Comunità di Corviale)

Coscienza collettiva fondamentale per ritrovare il senso civico di appartenenza tra una comunità e le istituzioni attraverso la possibilità che le piattaforme digitali offrono per intermediarie bisogni e servizi.

(vedi: Il progetto Corviale Domani)




Il progetto Corviale Domani

Corviale Domani è una Aps che ha lo scopo sociale di mettere in rete e a sistema la ricchezza associativa del quadrante di Corviale mettendolo inoltre in relazione con i vari livelli istituzionali dal municipio all’UE e con i livelli cittadini, nazionali e internazionali del sistema universitario e di ricerca pubblico e privato, del sistema mediatico tradizionale e digitale e degli stakeholders economici, sociologici, medici, psicologici, urbanistici, architettonici…

Corviale Domani nasce nel 2008 da un gruppo di operatori sociali e politici che identificano Corviale come la metafora perfetta di tutto ciò che in Italia non ha funzionato per incapacità di portare a compimento progetti nati per risolvere grandi problemi socio politici. Progetti nati bene ma che poi l’incapacità amministrativa ha impedito di realizzare appieno. Questi grandi insediamenti di edilizia popolare sono stati il contraltare dei grandi insuccessi della politica industriale pubblica: grandi cattedrali nel deserto lasciati a degradare per incapacità ed abbandono.

Corviale, come Scampia e lo Zen, era il simbolo di questa sconfitta.

La nostra scommessa, anche comunicativa, era di trasformare un brand negativo – così come era percepito allora – in un brand positivo puntando sull’innovazione insieme tecnologica, ambientale, architettonica, sociale, culturale e politica.

Una sfida insomma.

Una sfida però razionale. Infatti abbiamo per prima cosa messo in campo un’inchiesta territoriale con un finanziamento della finanziaria Filas della Regione Lazio (Corviale è di proprietà dell’Ater della Regione Lazio). Ricerca affidata alla società IsiCult esperta di ricerche culturali.

Questa ricerca ci ha consegnato – accanto ai problemi tipici di un quartiere periferico con abbandono scolastico, invecchiamento della popolazione, disgregazione familiare, disoccupazione, isolamento… – la fotografia di un quadrante ad alta concentrazione di associazioni con una sviluppata vocazione culturale, artistica e sportiva.

Da qui lo sviluppo di una progettualità distrettuale fondata su tali vocazioni.

Nel frattempo una serie di artisti, buttati fuori mercato dalla speculazione immobiliare al centro storico dove avevano gli studi, hanno scoperto gli enormi spazi vuoti esistenti a Corviale. Spazi progettati per servizi socio culturali e mai utilizzati. Questi artisti hanno occupato alcuni di questi spazi, ripulendoli, ristrutturandoli e riportandoli a nuova vita. Con l’aiuto e la collaborazione di Corviale Domani questi artisti hanno nel tempo intrapreso un percorso di regolarizzazione della loro posizione con l’Ater proprietaria degli spazi. Infatti la loro azione di animazione culturale ed artistica viene regolarizzata all’interno dell’odierno Piano Integrato Corviale finanziato col PNRR.

Dalla fondazione Corviale Domani si occupa della comunicazione del brand Corviale. Abbiamo avuto contezza del successo della nostra sfida comunicativa di trasformare Corviale da brand negativo a brand positivo quando il PD ha messo nel logo delle primarie una simbolica skyline di Roma in cui comparivano il Colosseo, il Gazometro, il Campidoglio e il Corviale.

Nel tempo abbiamo cominciato ad occuparci di nuove forme d’intermediazione sociale che potessero riempire il vuoto creatosi dal venir meno dei classici corpi intermedi quali partiti e sindacati. Questa ricerca si è sempre più intrecciata con le possibilità che le piattaforme digitali offrono per intermediarie bisogni e servizi. L’emergere prepotente della questione della transizione energetica ha man mano fatto emergere il ruolo e la necessità di nuove forme di soggettività sociali per rendere possibile questa transizione. Questa continua riflessione e discussione ci ha portato a sposare la necessità di Comunità Energetiche per governare la transizione energetica. Parallelamente e sincronicamente abbiamo scelto ed elaborato la formula della Cooperativa Urbana di Comunità per gestire l’incontro e lo scambio tra bisogni e servizi. Quindi all’originale  impegno per la comunicazione si è affiancato sempre più quello per la formazione e l’informazione attraverso le Comunità Energetiche e le Cooperative Urbane di Comunità. Ciò ha portato ad elaborare un’idea ed una pratica di Innovazione Sociale.

Il progetto  si è diffuso attraverso una serie d’iniziative, a cominciare dai Forum Corviale, ha man mano aggregato università, enti di ricerca, stakeholders…

Oggi il progetto ha preso corpo istituzionale attraverso le istituzioni consorziate di Roma Capitale, Regione Lazio e Ater con la coprogettazione e coprogrammazione di 70 Associazioni firmatarie del Protocollo d’Intesa.

È il più grande progetto di rigenerazione urbana europeo. Averlo associato al PNRR darà la certezza delle realizzazioni e dei tempi di attuazione. Il coinvolgimento di una Cooperativa di Comunità nella gestione previsto dal Piano Integrato Corviale è un esperimento che unisce sviluppo locale e certezza di gestione postrigenerazione per evitare il ripetersi del degrado dovuto a mal o nulla gestione. L’impatto sugli abitanti sarà anche un salutare ritrovare il senso civico di appartenenza tra una comunità e le istituzioni in un contesto in cui si oscilla tra disincanto per le tante promesse e i tanti ritardi e aspettative e speranze di una nuova ripartenza col piede giusto. Il lavoro delle nuove forme d’intermediazione previste ha anche lo scopo di accompagnare questo percorso ed evitare altre e pericolose disillusioni.

Grande rilevanza ha nel progetto il tema ambientale.

All’interno del Piano Integrato Corviale è prevista infatti la creazione del Parco Est davanti il Palazzone e del Parco Ovest dietro.

Parchi in relazione visiva e ciclopedonale attraverso l’apertura della parte centrale del piano terra del Palazzone così come previsto dal progetto dell’arch. Peretti vincitore del bando Rigenerare Corviale. Nel Parco Est saranno messi a sistema integrato tramite percorsi ciclopedonali e alberature i vari insediamenti dal Calcio Sociale al Rugby Arvalia alla nuova scuola Mazzacurati… Nel Parco ovest con i suoi 1400 ettari di verde e i suoi 70 casali sono previsti sentieristica e servizi associati alla fruizione del verde.




Il progetto Peretti vincitore di Rigenerare Corviale

Il Corviale costituisce un modello unico di alta densità abitativa. È stato concepito come organismo autonomo ed autosufficiente a salvaguardia del territorio circostante, contro il consumo indiscriminato di suolo, tipico dello sprawl urbano. Malgrado questa qualità e malgrado il suo essere architettura iconica ed ideale, il degrado degli edifici, il non completamento del complesso e una condizione generale di disorientamento e alienazione legate ad alcuni aspetti tipologici non hanno reso possibile, negli anni, lo sviluppo di relazioni significative con il contesto immediato e con quello più esteso. D’altra parte la condizione così specifica e ricca di Corviale offre enormi possibilità di trasformazione senza offuscarne l’essenza, la connotazione simbolica, la sua capacità di essere città.

Una soglia territoriale fra città e campagna
La proposta di progetto intende ricostituire, alle diverse scale dimensionali, un sistema chiaro di relazioni degli spazi pubblici e di circolazione -“dal territorio al pianerottolo” – recuperando l’originaria intenzione di costituire un “pezzo di città”, soprattutto alla scala intermedia della città.

In questo senso, viene ricostituita una condizione geografica in cui tutto il complesso del Corviale appare come una condensazione costruita che interpreti, nell’attacco a terra, l’orografia originaria di un territorio in cui i cambi di quota sono progressivi e continui, senza strappi, con percorsi fluidi e articolati come nei processi di formazione delle città storiche che hanno metabolizzato in modo naturale ed economico ogni corrugazione del terreno.

Il progetto interpreta una sequenza sistematica di sezioni trasversali sul crinale, per considerare uno spessore di intervento che varia tra 70 e i 200 metri (e quindi non solo i 37 metri del mero attacco a terra dell Corviale, In questo “scanner territoriale” si individuano i luoghi principali di attraversamento, oltre alle permeabilità puntuale lungo il kilometro.

Un attraversamento “basso” in corrispondenza del Corpo D alla quota +51.50: eliminazione delle funzioni al p.t ivi compresa demolizione del supermercato retrostante al Corpo II per connettere Corviale all’Agro; (Vedi immagine sezione intervento artista 2)
Un attraversamento intermedio alla quota +55.50 che, intercettando l’attuale cambio di quota di 6 metri fra i blocchi D ed E, lo trasforma da “frattura” a “cerniera” con l’edificio a ponte destinato al Centro per la Ricerca sulla Biodiversità;
Un attraversamento “alto”, alla quota +61.58 in corrispondenza del Nodo EF che si riconnette anche al percorso su cui affacciano i negozi.
Lo schema rigido dei percorsi veicolari, che ingabbia oggi Corviale, segmentandolo in fasce longitudinali separate una dall’altra, viene ripensato anche a favore delle persone; viene proposta una sequenza di avvicinamento, di attraversamento dell’edificio che lo renda finalmente in grado filtrare, ordinare, orientare e riaprire verso altre prospettive.

Per allentare la “morsa” si propone un sistema carrabile più fluido: un nuovo anello paesaggistico continuo a senso unico via Ferrari-via Poggio Verde, percorribile in senso orario, con due raccordi trasversali a doppio senso di marcia, che attraversano l’Edificio in corrispondenza dei due Nodi Servizi BC ed EF.

Lungo via Poggio Verde
La via Poggio Verde viene traslata, modificandone il tracciato da strada rettilinea in curvilinea, una strada che si inflette generando spazi verdi più stretti o più ampi, producendo così un sistema di differenze spaziali che caratterizzano lo spazio pubblico e disegnano il parco mentre si attraversa per arrivare agli ingressi.

Questo spostamento produce inoltre l’introduzione della scala intermedia, segnata dal parco pubblico che dilata lo spazio del piano terra di Corviale all’esterno: la zona antistante Corviale accoglie tutte le rampe ai garage, i giardini, gli spazi gioco, i nuovi percorsi pedonali verso le residenze, l’intervento artistico, e in corrispondenza di Corviale Centro, una ampia piazza che degrada da +61.58 a +51.50, su cui si affacciano i negozi e le attività di ristoro.

Episodio centrale e spazio pubblico di riferimento della vita civile, la piazza intercetta la frattura esistente del Blocco D e la trasforma in un vero e proprio spazio di connessione trasversale, riconnettendo il percorso di attraversamento con una terrazza pubblica posta fra il corpo I e il corpo II e aperta sull’Agro romano. Dalla medesima quota si accede anche al Centro di Ricerca della Biodiversità, un edificio sospeso e connesso ai diversi livelli che raccorda le quote principali di tutto il complesso.

A ridosso di Corviale e per tutta la sua lunghezza, un nuovo percorso pedonale esterno protetto da una pensilina organizza il sistema degli accessi, arricchito dai nuovi atri e dai collegamenti verticali riqualificati e messi a norma.

Lungo via Ferrari
Per stabilire un nuovo rapporto fra il corpo I e il corpo II con una vera e propria strada di quartiere, viene eliminata la circolazione ad anelli con i relativi accessi ai garage del Corpo I (ad eccezione di quelli per il Blocco E a quota +52.50) e la strada viene abbassata in corrispondenza dei Blocchi A e B punti per ottenere una sezione longitudinale continua da +47.80 a +56,75. L’ampliamento della sezione stradale permette di costituire una vera e propria via, a servizio delle nuove funzioni, progettata per una mobilità lenta e per la fruibilità pedonale.ngo la strada sono ricavati alcuni parcheggi a raso ad uso del corpo II , mentre il lato a ridosso del corpo I, lungo il chilometro, è costituito da un’opera basamentale in cui si alternano i laboratori degli artigiani e gli spazi dedicati al co-working, e un argine/scarpata di vegetazione . Questa alternanza di settori minerale/vegetale/minerale permette una variazione del paesaggio interno della via Ferrari che gode così di una differenziazione simile a quella introdotta con la nuova Poggio verde. Sulle coperture degli atelier sono ricavati dei giardini/orti didattici, destinati in particolare ai residenti delle case in linea, che attualmente non beneficiano di nessuno spazio aperto di pertinenza.

Si prevede inoltre
Una progettazione partecipata riguardo l’istituzione e la gestione degli spazi a carattere pubblico
Un intervento complessivo di illuminazione (social light)
La realizzazione di un distretto sostenibile in linea con gli approcci smart building e smart city
Sistemi intelligenti per incrementare l’efficienza, la sicurezza e la qualità di Corviale
Efficientamento energetico delle nuove funzioni attraverso impianto fotovoltaico in coperture Corviale
Efficientamento dei collegamenti verticali
Illuminazione ad alta efficienza (led) e sistemi di gestione e controllo per l’illuminazione pubblica
Recupero delle acque meteoriche per irrigare le aree verdi.

Link al progetto




Piano Integrato Corviale: non c’è Rigenerazione Urbana senza Transizione Digitale

La digitalizzazione è completamente assente dal Piano Integrato Corviale.

Gli unici riferimenti infatti sono questi due:

Al punto 3.3 di pagina 6 “Qualità ambientale e profilo digitale” ci sono 9 capoversi su 10 riguardanti la “Qualità ambientale” e solo 1 (l’ultimo) in cui, sempre in ambito di “Qualità ambientale” è citata una fantomatica e indefinita “Sicurezza e accessibilità digitale” così come si può leggere nel sottoriportato 10° capoverso:

Che cosa significhi in pratica tale “Sicurezza e accessibilità digitale” si arguisce dalla figura 08 “Sicurezza e presidi territoriali” a pagina 27 dove sono riportate 6 (sei) “Torrette con wifi libero e sistema di videosorveglianza” “nella piazza centrale del quartiere”:

La prima ovvia e immediata costatazione è che un sistema che metta insieme wifi libero e videosorveglianza è quanto di più respingente e negativo si possa immaginare.

Immancabilmente si metterebbe in correlazione la videosorveglianza con una presunta e immaginabile sorveglianza degli utilizzi del wifi libero che infatti verrebbe subito soprannominato “wifi carcerario”.

L’assenza poi di una previsione di cablaggio del palazzone contrasta con l’articolo 135 bis del Dpr 380/2001 che prevede il seguente obbligo: “Tutti gli edifici di nuova costruzione per i quali le domande di autorizzazione edilizia sono presentate dopo il 1º luglio 2015 devono essere  equipaggiati  con  un’infrastruttura   fisica   multiservizio passiva  interna   all’edificio,   costituita   da   adeguati   spazi installativi e da impianti di  comunicazione  ad  alta  velocita’  in fibra ottica fino ai punti terminali di rete.” Inoltre, ed è il caso di Corviale, “Lo  stesso  obbligo  si applica, a decorrere  dal  1º  luglio  2015,  in  caso  di  opere  di ristrutturazione profonda che richiedano il rilascio di  un  permesso di costruire ai sensi dell’articolo  10.”

Correttamente infatti il masterplan alla voce “Cantieri di lavoro – Dettaglio dell’attività: mobilità, connettività digitalizzazione” a pagina 36 parla della “Realizzazione di un Wi-Fi di quadrante” così definendolo “Realizzazione di infrastrutture e reti dati ad alta velocità per la posa in opera della fibra ottica, nonché l’utilizzazione di infrastrutture esistenti, destinate alla installazione di reti in fibra ottica.”

Infrastruttura oltretutto necessario al “Progetto Agorà” previsto alla pagina 37 avente ad oggetto una “App che si propone di accogliere, orientare e agevolare la risoluzione dei problemi di cittadini che si trovano in stato di bisogno socio-economico e difficolta sanitarie. Obiettivo. La sicurezza abitativa in autonomia o con supporto di servizi preposti in raccordo con CITERA utilizzando piattaforme ICT” progetto sotto la responsabilità di “AGCI • Corviale Domani”.

La telemedicina e i sistemi di domotica per il risparmio energetico necessitano entrambi di una rete wifi quantomeno di palazzo.

Non averla previsto nel Piano Integrato Corviale è una grave mancanza anche perché la transizione digitale e quella energetica sono profondamente interconnese ed entrambe sono alla base del PNRR.

Corviale Domani ha da sempre infatti puntato sulla doppia transizione ambientale (a cominciare da quella energetica) e digitale. Entrambe le transizioni possono avvenire solo con la partecipazione degli abitanti. Perciò Corviale Domani ha sempre puntato sulla necessità imprescindibile del trinomio formazione-informazione-comunicazione. Un’operazione che può avvenire solo con la sinergia tra l’uso dei sistemi di comunicazione e partecipazione digitali e il lavoro in presenza tramite associazioni e gruppi d’interesse.

La riflessione e la consapevolezza che hanno da sempre mosso l’agire di Corviale Domani è che occorrono nuove forme d’intermediazione sociale per ovviare alla scomparsa delle forme storiche di corpi intermedi quali partiti e sindacati. Corviale Domani ha identificato queste nuove forme d’intermediazione nelle Comunità Energetiche e nelle Cooperative Urbane di Comunità.

Queste nuove forme di soggettività sociali permettono, sia tramite piattaforme digitali che con l’attività in presenza, di gestire l’incontro e lo scambio tra bisogni e servizi a cominciare da quelli energetici per finire a quelli sanitari, culturali, educativi e così via.

In questa prospettiva consideriamo per la previsione di Cooperativa Urbana di Gestione prevista dal Piano Integrato Corviale non una mera funzione strumentale ma un vero e proprio motore di coesione sociale per il decollo di uno sviluppo territoriale che superi l’enorme gap socioeconomico che vivono gli abitanti di Corviale.




Prima lettura del Piano Integrato Corviale

Già nella delibera il Piano Integrato Corviale si presenta come un progetto che utilizza la riqualificazione strutturale per creare un tessuto connettivo socio-economico di gestione del territorio:

Il Piano Integrato Corviale si configura come un programma di interventi finalizzati alla Innovazione sociale e all’Economia sociale e solidale che punti a favorire l’inclusione e la coesione, attivando un’azione congiunta di trasformazione del tessuto edilizio e politiche sociali di accompagnamento e di sviluppo della comunità locale attraverso la promozione di un ambiente inclusivo per le diverse generazioni.

Il Piano mette subito in chiaro la necessità di altri attori sociali:

La proposta punta al miglioramento della qualità dell’abitare nell’ambito, favorendo la costituzione di una rete di economia sociale e solidale a supporto dell’attività del terzo settore e del suo rafforzamento.

Puntare sul Terzo Settore significa aver capito che senza la partecipazione degli abitanti non si gestiscono territorio complessi. Quest’acquisita consapevolezza mette le basi per gli abitanti di un governo condiviso dei propri territori. La complessità e l’alto livello di difficoltà testato nell’emergenza pandemica sono state la controprova che solo con la cogestione è possibile governare il territorio. Le competenze e la creatività espresse nei territori durante la crisi pandemica hanno dato l’esatta misura della ricchezza che possono esprimere gli abitanti messi in condizione di contribuire alla gestione delle realtà in cui vivono.  L’aumento del tempo e della relativa creazione di valore passato in casa dimostra che di fatto siamo già transitati nelle “nuove forme dell’abitare”. Siamo già cioè in una fase in cui la casa è luogo di produzione e di elaborazione. La presa d’atto della situazione da parte degli attori istituzionali appare chiara nell’esplicazione del Piano Integrato Corviale:

Questa azione richiede la definizione di luoghi fisici di incontro e confronto in cui le reti locali e le istituzioni possono interloquire per la riqualificazione sociale e urbana del quartiere.

A pagina 8 si specifica che il Piano va a integrare gli altri interventi previsti ed in particolare “103 nuovi alloggi al Piano Libero”, “la Piazza del commercio di prossimità”, “nuovo campo a undici del Calcio Sociale”, “progetto di efficientamento energetico e recupero dell’edificio principale”, “la riqualificazione del Farmer Market”.

Ci sono quindi i cinque interventi previsti:

  • Incubatore di Impresa Incipit e Centro Civico Nicoletta Campanella
  • Testata Trancia H e Piazzetta delle Arti e dell’Artigianato
  • Completamento Palazzetto dello sport in Via Maroi e Parco sportivo
  • Parco Est e Parco Ovest
  • Trancia H e Sale Condominiali.

A pagina 9 si parla dei primi due obiettivi. Di rilievo nello spazio dell’Incubatore di Impresa è prevista la sede “per le cooperative sociali di manutenzione (Cooperative di Comunità) in grado di produrre lavoro per gli abitanti del quartiere”.

A pagina 10 è previsto il completamento del Palazzetto dello Sport per cui Corviale Domani si è tanto battuto.

Un altro punto sempre evidenziato dall’attivismo civico della rete di Corviale Domani è che “senza legalità e sicurezza non si fa rigenerazione urbana”. Ebbene a pagina 11 del Piano è previsto il ripristino di legalità e sicurezza del Parco Ovest che Corviale Domani ha denominato “Il lato B di Corviale” denunciandone lo stato di degrado.

Sempre a pagina 11 si parla del “Museo delle Memorie” che rilancia idee progettuali espresse negli anni per aumentare il senso d’identità della Comunità di Corviale.

Alle pagine 12 e 13 si parla degli interventi di riqualificazione energetica per le parti non comprese dai già previsti interventi ATER in materia (“progetto di efficientamento energetico e recupero dell’edificio principale” citato a pagina 8). Con questi interventi si completa la massa critica d’intervento di riqualificazione energetica sull’intero insieme del Corviale. Ciò pone le premesse per cominciare a programmare il tema della gestione di tale riqualificazione. Gestione che avrà bisogno, come per la manutenzione (vedi pagina 9) della partecipazione di forme associate degli abitanti per svolgere le fondamentali funzioni di informazione, formazione e comunicazione (previste nel preventivo in forma aggregata a pagina 49 (”interventi immateriali di promozione di attività sociali, culturali, ed economiche, e/o di attività di innesco e accompagnamento quali processi partecipativi, di comunicazione”).




Il Piano Integrato Corviale

Il Piano Integrato Corviale si configura come un programma di interventi finalizzati alla Innovazione sociale e all’Economia sociale e solidale che punti a favorire l’inclusione e la coesione, attivando un’azione congiunta di trasformazione del tessuto edilizio e politiche sociali di accompagnamento e di sviluppo della comunità locale attraverso la promozione di un ambiente inclusivo per le diverse generazioni. La proposta punta al miglioramento della qualità dell’abitare nell’ambito, favorendo la costituzione di una rete di economia sociale e solidale a supporto dell’attività del terzo settore e del suo rafforzamento. Questa azione richiede la definizione di luoghi fisici di incontro e confronto in cui le reti locali e le istituzioni possono interloquire per la riqualificazione sociale e urbana del quartiere. Il Piano prevede:

– la riqualificazione dello spazio pubblico all’ aperto con una serie d’ interventi volti a migliorare il decoro urbano e ad aumentare la sicurezza; Interventi sullo spazio pubblico anche con la demolizione di alcuni piccoli manufatti per l’abbattimento delle barriere architettoniche e la migliore accessibilità e interconnessione tra gli spazi pubblici all’aperto;

– la realizzazione di una rete connettiva di percorsi ciclo-pedonali tra le funzioni e gli spazi pubblici esistenti e recuperati dal Piano Integrato. In particolare, il percorso anulare per la corsa e la ginnastica e quello perpendicolare all’edificio residenziale che mette in comunicazione il Parco est con i servizi e lo spazio pubblico a ovest;

– un intervento di bonifica e valorizzazione del parco est che comprende le vaste aree pubbliche verdi di pregio, oggi degradate e poco sicure, con interventi volti all’incremento della loro fruibilità, sicurezza e accessibilità per migliorare la qualità ambientale dell’insediamento urbano;

– l’interconnessione tra gli spazi urbanizzati e quelli agropastorali (Tenuta dei Massimi, Valle dei Casali, Montecucco, Monte delle Capre) con percorsi protetti e sicuri per connettere i luoghi dell’abitare, del lavoro e del tempo libero;

– un consistente programma di interventi di ristrutturazione degli immobili pubblici che comprendono spazi amministrativi, educativi, culturali, sociali e sportivi.

L’Intervento di efficientamento energetico sugli edifici residenziali permette di completare quel grande progetto di rigenerazione urbana già in corso di realizzazione (Km verde) con la finalità di restituire qualità all’abitare e di abbattere i costi energetici. Il programma di interventi che costituisce il Piano Integrato di Corviale risulta coerente con le scelte di pianificazione comunale e gli interventi proposti, prevalentemente orientati al recupero e alla rifunzionalizzazione edilizia, sono tutti riferibili alla categoria della Ristrutturazione edilizia.

Allegato piano integrato Corviale




Atto di denuncia della situazione

 

 

IICA

ISTITUTO INTERNAZIONALE PER IL CONSUMO E L’AMBIENTE

 C.F. 03874251006 – Via delle Milizie 9, 00193 Roma

Oggetto: Atto di significazione – Corviale – Danno Ambientale.

I sottoscritti Saverio Galeota, legale rappresentante del CILD Centro iniziativa Legalità Democratica e di Corviale Domani, e Giuseppe Lo Mastro, legale rappresentante di IICA Istituto Internazionale per il Consumo e l’Ambiente, significano quanto segue.

Le suddette Associazioni per Statuto sono centri di studio, di attività, di iniziative e di interventi nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni, dei Concessionari di pubblici servizi, nonché dei gruppi imprenditoriali a servizio della Pubblica Amministrazione. A tale scopo esse si propongono di avanzare proposte responsabili, di sviluppare un sostegno critico, di attivare le necessarie azioni di controllo, per rafforzare il ruolo delle istituzioni pubbliche e la loro efficacia ed efficienza nella cura e negli interessi generali. In spirito di sussidiarietà concorrono alla formazione di una responsabilità sociale, culturale e ambientale con particolare attenzione ai beni comuni del patrimonio pubblico.

Da anni svolgono attività di elaborazione, promozione, realizzazione di progetti di solidarietà sociale, culturali e ambientali, tra cui, in particolare, iniziative per migliorare la vivibilità nel territorio dell’XI Municipio, al fine di stabilire rapporti personali capaci di favorire la partecipazione attiva ed inclusiva dei cittadini, con particolare riguardo a quelli che si trovano in situazioni di disagio soggettivo economico e sociale.

Sempre a tale scopo, queste Associazioni hanno promosso e sostenuto attivamente e concretamente la riqualificazione e la rinascita del Quadrante di Corviale che è stata notoriamente condivisa anche a livello istituzionale, con le significative presenze del Santo Padre Francesco e quella più recente del Presidente Mattarella che ha inaugurato l’impianto sportivo del Calcio Sociale.

Come è noto il Quadrante di Corviale è stato inserito da Roma Capitale nei programmi del PNRR – Piano Nazionale Resilienza Rinascita – dove sono previsti importanti interventi di riqualificazione.

In questo contesto di vivacità sociale e di rilevanti interventi pubblici dispiace però segnalare che nel retro del Serpentone esiste una estesa area sia di proprietà comunale (di ben 13 ettari contigua a quella di pertinenza del fabbricato di Corviale), sia di proprietà dell’ATER Roma (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale), sia di proprietà privata, che versa in stato di assoluto degrado.

Tutto questo patrimonio pubblico e privato di aree verdi che ben potrebbe incorniciare il nucleo di abitazioni è stato trasformato in una voluminosa discarica a cielo aperto dove si affastellano baracche, roulotte, e costruzioni improprie in un mare di rifiuti di ogni genere alti ormai oltre il metro da terra e dove emergono, come isole, macchine demolite, frigoriferi, amianto…

Il video il Lato B…di Corviale  allegato mostra con chiarezza il danno ambientale esistente.

Questa incuria e abbandono non inducono certo un senso di sicurezza, anzi rappresentano un buon terreno di coltura della microcriminalità e dei traffici legati al deturpamento ambientale e paesaggistico.

La riqualificazione del Corviale deve partire dalla sua messa in sicurezza e dalla concretezza dei fatti, da questo “Lato B” che, nonostante le sollecitazioni della sua Comunità e delle nostre Associazioni, sottolinea l’inerzia di chi aveva le responsabilità e le competenze per agire.

Con la presente chiamiamo le Istituzioni alle loro responsabilità e ad aprire gli occhi per assicurare tempestivamente, anche in quel territorio dimenticato, condizioni igieniche accettabili preliminari ed essenziali per la sua messa in sicurezza e fruibilità da parte degli abitanti e residenti.

Dopo aver constatato la grave responsabilità di tutti quei soggetti che avevano il dovere di vigilare ma che non hanno vigilato, ora aspettiamo gli Atti necessari e doverosi, manifestando la disponibilità, la partecipazione e il contributo di chi ci vive, per una politica risarcitoria.

E’ da questo retro oscuro che va tagliato il nastro del PNRR. E’ questo che ci aspettiamo.

Vigileremo affinché questa irresponsabilità conclamata, con cui è stato gestito il territorio fino ad ora, diventi invece una consapevolezza condivisa fra tutti i soggetti per costruire una nuova responsabilità a cui non ci sottraiamo.

 

Questo è il link al video “il Lato B…di Corviale”.

Con i Migliori Saluti

Saverio Galeota                                                                                                          Giuseppe Lo Mastro

 

Roma, 10 marzo 2022

 

A Roma Capitale nella persona del Sindaco

On. Prof. Roberto Gualtieri

Piazza del Campidoglio 1

00186 – Roma

Pec: protocollo.gabinettosindaco@pec.comune.roma.it

 

All’Assessora Agricoltura Ambiente Ciclo Rifiuti

On. Dott.sa Sabina Alfonsi

Piazza di Porta Metronia, 2

00179 Roma

Pec: protocollo.tutelaambientale@pec.comune.roma.it

 

All’Assessore Urbanistica

On. Ing. Maurizio Veloccia

Via del Turismo, 30

00186 Roma

Pec: protocollo.urbanistica@pec.comune.roma.it

 

A Roma Capitale

Dipartimento Tutela Ambientale

Direttore dott. Giuseppe Sorrentino

Piazza di Porta Metronia, 2

00183 ROMA

Pec: protocollo.tutelaambientale@pec.comune.roma.it

 

Al Dipartimento Ciclo Rifiuti

Al Direttore Ing. Roberto Botta

Via Luigi Petroselli, 45

00186 Roma

Pec: protocollo.direzione.generale@pec.comune.roma.it

 

Alla Polizia Locale di Roma Capitale

Comandante Generale dott. Ugo Angeloni

Via della Consolazione, 4

00186 Roma

Pec: protocollo.polizialocale.com@pec.comune.roma.it

 

Al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Roma

Largo Lorenzo Mossa, 8/a

00165 Roma

Pec: srm40058@pec.carabinieri.it

 

Azienda Sanitaria Locale Roma 3

Alla Presidente dott.ssa Francesca Melito

Via Casal Bernocchi n. 73

00125 Roma

Pec: protocollo@pec.aslroma3.it

E-mail: direttoregenerale@aslroma3.it

 

All’Azienda Territoriale Edilizia Residenziale di Roma

Direttore Generale dott. Luca Mannelli

Lungo Tevere Tor Di Nona 1

00186 Roma

Pec: direzione.generale@cert.aterroma.it

 

E per conoscenza

 

All’Agenzia Regionale Protezione Ambiente del Lazio

Via Giuseppe Saredo, 52

00173 Roma

Pec: sedediroma@arpalazio.legalmailpa.it

Al Presidente della Commissione IV – Ambiente

On. Dott. Giammarco Palmieri

Circonvallazione Ostiense, 191

00154 Roma

E-mail: segreteriacommissione.ambiente@comune.roma.it

Al Presidente del Municipio XI di Roma

On. Dott. Gianluca Lanzi

Via Camillo Montalcini, 1

00100 – Roma

Pec: protocollo.municipioroma11@pec.comune.roma.it

E-mail: presidenza.mun11@comune.roma.it

 

All’Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale

c.a. Dott.ssa Diana Aponte

Via Vitaliano Brancati 48

00144 Roma

Pec: protocollo.ispra@ispra.legalmail.it

E-mail: urp.ispra@ispra.legalmail.it

 

Alla Regione Lazio – Assessore all’Urbanistica Politiche Abitative Ciclo Rifiuti

On. Dott. Massimiliano Valeriani

Via R. Raimondi Garibaldi 7

00145 Roma

Pec: asscasaurbanisticaerifiuti@regione.lazio.legalmail.it

E-mail: mvaleriani@regione.lazio.it

 

Alla Regione Lazio Assessora alla Transizione Ecologica

On. Dott.sa Roberta Lombardi

Via R. Raimondi Garibaldi 7

00145 Roma

Pec: rlecologica@regione.lazio.legalmail.it

 

Alla Regione Lazio Direzione Regionale Ambiente

Dott. dott. Consoli Vito

Via R. Raimondi Garibaldi 7

00145 Roma

Pec: direzioneambiente@regione.lazio.legalmail.it

E-mail: direzioneambiente@regione.lazio.it

 

Azienda Municipale Ambiente S.p.A.

All’amministratore Unico

Dott. Angelo Piazza

Via Calderon della Barca ,87

00142 -Roma

Pec: amaroma@pec.amaroma.it

 

All’Ufficio territoriale del Governo di Roma

Al Prefetto Roma

Dott. Matteo Piantadosi

Via IV Novembre

00100 – Roma

Pec: protocollo.prefrm@pec.interno.it

 




A Corviale c’è un grande cuore verde, se …

Davanti al Corviale c’è tanto spazio per bambini e persone di tutte le età. Ma dietro ci sono 1.400 ettari di parco pronti ad accogliere picnic, trekking, orti urbani, ciclovie … purtroppo però ora sono inagibili ridotti a una pericolosa immensa discarica.

L’abbiamo chiamato “Il lato B di Corviale” perchè va ripulito e reso sicuro e vivibile per tutti.

Perchè Corviale non ha un cuore solo di cemento. Scopriamo il suo cuore verde.

CLICCA SULLA FOTO per vedere il video “Il lato B di Corviale”.

L’abbiamo mandato a tutte le autorità interessate insieme con una diffida formale (VEDI SOTTO).

E’ ora che ognuno si assuma le sue responsabilità.

Atto di denuncia della situazione




Schizofrenia istituzionale su Corviale

Nel momento più alto del coinvolgimento istituzionale su Corviale con la visita di Mattarella, memori di tante visite, dobbiamo per onestà intellettuale denunciare una certa schizofrenia istituzionale.

Il momento è certamente quello delle periferie, è lì infatti che va giocata la partita del rilancio del Paese dopo la grande crisi pandemica. Tutti ne sono convinti. Ma, ed è un enorme ma, noi già ricordiamo un’altro momento delle periferie, un eccellente lavoro della Commissione Parlamentare sulle periferie, un piano d’investimenti messo in campo dal governo Renzi, miriadi di progetti tirati in fretta dai cassetti dei comuni in cui giacevano da decenni.

Di realizzato a tutt’oggi poco, con la grande eccezione di Scampia dove il piano procede. E’ vero anche a Corviale i lavori del quarto piano, quelli famosi per il film “Scusate se esisto”, vanno avanti.

Ma il resto, l’enorme resto che ancora aspetta da decenni con i soldi stanziati che restano nei cassetti?

Mai come ora non sono i soldi il problema, ma i soldi non sono mai stati il vero problema, il vero problema è cantierizzare i progetti, alzare le gru e soprattutto organizzare la gestione.

Perchè la grande questione di Corviale, e di tutti gli insediamenti simili, è la gestione.

Il fallimento della sacrosanta politica delle case popolari è la mancanza di una politica della gestione.

Ma lo sapete che le migliaia di abitanti di Corviale, come di tutti gli abitanti dell’edilizia pubblica, non hanno un amministratore di condominio.

Ma ci pensate che, se dalle dichiarazioni si passerà ai fatti, gli abitanti diventeranno – oltre che consumatori – produttori di energia fotovoltaica e non c’è uno straccio di progettualità su come gestire questo passaggio.

Tutto ciò si chiama “COESIONE SOCIALE” parole scritte a chiare lettere in quel PNRR che dovrebbe aggiungere altri soldi per Corviale e tutta l’edilizia pubblica. Ma la cosa più importante che il PNRR porterà sono  tempi certi e stretti di realizzazione. E allora perchè a quasi un anno dall’enorme impegno preso dalla Regione Lazio e dall’ATER con la firma il 19 maggio 2021 con 67 realtà associative di un protocollo d’intesa con un annesso masterplan con tanto di cronoprogramma ancora non c’è uno solo dei tanti tavoli di lavoro programmati?

Allora, a rallentare, c’era – per eufemismo – l’incomunicabilità con il Comune di Roma.

Oggi finalmente Regione e Comune si parlano.

E allora quando cominciamo a pianificare e organizzare l’essenziale cantiere della “COESIONE SOCIALE” con gli attori sociali identificati nel protocollo d’intesa.

E’ tutto ciò che, e ci fa male farlo, chiamiamo schizofrenia istituzionale.




Utopie miseramente fallite?

Christian si svolge al Corviale, Roma, il serpentone costruito negli anni dell’utopia urbanistica – e di altre utopie miseramente finite. Edoardo Pesce, che interpreta il protagonista, è uno scagnozzo del boss. Un giorno si sveglia con le stimmate e, fra una Maria Maddalena che si prostituisce per droga (Silvia D’Amico) e un Arcangelo Gabriele sfregiato (Claudio Santamaria), fa miracoli.“ Così Concita Di Gregorio presenta il nuovo format delle fiction italiane.

Quello che ci domandiamo è “ma le utopie a Corviale sono veramente fallite?”

Un luogo con il più alto tasso di associazionismo.

Un simbolo di degrado che diventa una metafora di riscatto, anzi addirittura di miracolo.

Il più grande progetto di rigenerazione urbana.

Il tetto piano più grande che diventerà il più grande produttore di energia rinnovabile.

Il cambio di paradigma che non manda più le ruspe per risolvere i problemi sociali dell’abitare.

Una realtà studiata da miriadi di ricercatori.

Un palazzo visitato con interesse da visitatori di tutto il mondo.

Se questa è un’utopia fallita?