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Roma: cento giorni di impegno civico

prossima_roma_lgUn “dono” di idee, progettualità e strumenti di governo, rivolto all’esclusivo bene della città.

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Gestione sostenibile del ciclo rifiuti

Programma di governo 2016 – 2021 per la gestione sostenibile del ciclo rifiuti di Roma Capitale e della Città Metropolitana.

Zero_Waste_programma_di_governo_roma_2016




Baratto urbano a Torino

A Torino si sperimenta il primo progetto di baratto urbano, denominato “Pac-baratto”, dov’è possibile sia barattare oggetti con altri che donarli in cambio di nulla. La partecipazione è libera, improntata verso uno spirito di reciprocità, dello scambio non monetario e del dono.
Mentre il consueto mercato storico di Piazza della Repubblica, a Torino, brulica di acquirenti e venditori, un variegato gruppo di cittadini si prepara a rompere gli schemi del consumo. L’associazione Yepp di Porta Palazzo ha presentato qualche giorno fa, il suo primo progetto di baratto urbano, denominato “Pac-baratto” . Sotto la volta della Galleria Umberto I, presso lo spazio 0/6, decine di persone hanno partecipato alla stimolante iniziativa, ciascuna munita dei propri oggetti da barattare.
I ragazzi dell’associazione dopo aver allestito lo spazio con banchetti e musica anni Cinquanta, hanno accompagnato questa iniziativa all’insegna del riciclo e volta alla riqualificazione del quartiere inteso come luogo di scambio ed interconnesione socio-culturale. Un manifesto con le regole basilari del baratto è affisso all’ingresso della galleria e recita cosi: “Tutti i partecipanti allestiscono le postazioni con i propri oggetti e le modalità di scambio vengono liberamente definite. È possibile sia barattare oggetti con altri che donarli in cambio di nulla. La partecipazione è libera, improntata verso uno spirito di reciprocità, dello scambio non monetario e del dono”.
“L’idea che sta alla base di questa iniziativa – spiega Anna Gentile, antropologa collaboratrice di Yepp – è quella di creare relazioni tra persone attraverso lo scambio di beni e il riciclo, così da stimolare forme di consumo più consapevole e meno frenetico. La forte valenza socio-culturale di progetti come questo, mette in luce la necessità di indirizzare i cittadini verso forme di scambio incentrate sui rapporti tra persone, anzichè sul profitto.”
L’intento è di assegnare ai beni utilizzati nello scambio un valore diverso da quello economico, che può essere di tipo affettivo o legato al reale utilizzo dell’oggetto. Ivano Casalegno, uno degli organizzatori dell’evento, racconta come grazie a questo tipo di iniziativa sia possibile riflettere sul senso del riuso e del riciclo, rivitalizzando da un lato oggetti che altrimenti sarebbero stati gettati via, dall’altro la trama sociale e la rete di comunicazione tra individui.
L’associazione Yepp, nata a Berlino e approdata a Torino nel 2003, fa parte di un progetto internazionale che coinvolge centinaia di giovani di età compresa tra i quindici e i ventinove anni e decine di territori, proponendo molteplici eventi e iniziative culturali che spaziano dal teatro alla danza, dal videomaking all’orientamento sul lavoro. Principale obiettivo dell’associazione è quello di divenire punto di riferimento per le politiche giovanili in Italia, favorendo l’inclusione e la partecipazione attiva delle nuove generazioni nello sviluppo e nella crescita dei contesti locali.

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Va in porto un altro pezzo del puzzle del Quadrante di Corviale

La notizia:
“Campidoglio-Coni per riqualificazione impianti Corviale e Ostia.” (in allegato l’agenzia)

Il significato:
Quando abbiamo cominciato a ragionare del Quadrante di Corviale lo sport, insieme alla cultura e all’innovazione tecnologica, aveva un peso di rilievo.
Il progetto prevedeva infatti la valorizzazione delle vocazioni territoriali finalizzata alla creazione di un distretto tecnologico culturale e sportivo.
La bontà di quest’intuizione, suffragata da un’inchiesta che ha messo in luce tutte le realtà e le potenzialità del quadrante, sta finalmente vedendo la controprova amministrativa e istituzionale fin dall’inizio tenacemente ricercata.
Dopo il concorso internazionale per la rigenerazione del palazzone, insieme alla presentazione di un piano generale di mobilità (i Pontili di Corviale), la firma della convenzione tra Roma Capitale e Coni finalizzata alla realizzazione del Palazzetto dello Sport di Corviale comincia a delineare l’assetto del distretto progettato da Corviale Domani insieme ai tanti cittadini e associazioni che negli anni vi hanno collaborato.

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A Milano c’è il festival lento delle periferie

È iniziato lo scorso dicembre il ricco programma del collettivo TumbTumb per narrare e valorizzare pratiche e realtà attive nelle periferie milanesi. Un attento lavoro sul campo, scandito da esplorazioni, progetti e una grande festa nell’estate 2017. Che promuove la cultura come motore sociale.
RENZI, LA SICUREZZA E LA CULTURA
All’indomani degli attacchi di Parigi il premier Renzi, al motto “per ogni euro in più investito in sicurezza, uno in cultura”, stanziava 500 milioni per la “riqualificazione delle aree degradate”.
Mentre la destinazione del fondo alimenta il dibattito sulle modalità di intervento nei territori marginali delle città, siamo andati a Milano, a incontrare chi su periferie e cultura già da tempo lavora. Con passione, professionalità e costanza.

LA PERIFERIA AL DI LÀ DEGLI STEREOTIPI
Con l’intento di dare forma narrativa a vitalità e potenzialità delle periferie milanesi, Federica Verona, da “un’idea nata a tavola” con Gianmaria Sforza, ha riunito architetti, designer, antropologi, sociologi, artisti, esperti del mondo teatrale, grafici e sportivi nell’associazione culturale TumbTumb.
Da questo eterogeneo gruppo di professionisti appassionati alla città è nato SUPER – il festival delle periferie a Milano: un programma multidisciplinare che coniuga l’analisi con l’azione, la documentazione con la produzione. Preferendo alla formula dell’evento quella di un lento percorso: due anni – da dicembre 2015 all’estate 2017 – scanditi in tre tappe, in cui approfondire, interagire e restituire.
UN RACCONTO IN TRE ATTI
I Tour inaugurano il racconto del territorio. Fino alla prossima estate, due esplorazioni al mese – rigorosamente a piedi o con i mezzi pubblici – alla scoperta di pratiche, associazioni e realtà attive nei quartieri ai margini della città. “Gli incontri”, spiega Federica Verona, “sono la struttura portante del festival. Perché, se si vuole parlare delle periferie, bisogna partire dalla loro conoscenza”. Condivisi sul web con immagini, video e parole, raccontano di biblioteche che si aprono a nuovi servizi, tipografie che ospitano workshop, orti urbani e skatepark. Sorprendenti luoghi di socialità, mestieri reinventati, nuovi divertimenti frutto, il più delle volte, di piccoli investimenti e notevoli intuizioni creative.
Conclusi i tour, il diario di viaggio virtuale diventerà un libro auto-prodotto: un dettagliato archivio di buone pratiche, a portata di mano per la seconda tappa del festival. Dal prossimo autunno ogni socio di TumbTumb curerà infatti uno specifico progetto. Perché, come sottolinea Verona, “non vogliamo limitarci a leggere e raccontare il territorio, ma provare a lavorarci, attivando forme di interazione con ciò che abbiamo scoperto. Provando a gettare dei semi che diventino qualcosa che continua. Indipendentemente da noi”.
Diversi per tema – dalla letteratura al teatro, dalla fotografia alla performance, dal lavoro al tempo libero – i progetti vogliono valorizzare, riattivare o mettere in rete l’esistente. Sperimentando nuove formule – come nel caso del tutorial fotografico di Filippo Romano per creare un network di narratori on site – o esportando format altrove consolidati – come Cortili Letterari, festival di autori under 35 avviato a Fano, con cui Elisa Sabatinelli aprirà al pubblico le corti private.
Sotto forma di prodotti editoriali, mostre, spettacoli e installazioni, i risultati dei progetti saranno poi messi in scena nella tappa conclusiva del 2017: “Una grande festa in cui mettere a sistema l’archivio web che stiamo costruendo, i progetti di Super, la rete formata attraverso i tour e confrontarsi con analoghe realtà estere”.
OLTRE IL RAMMENDO
In un dibattito fatto di numeri, nuove costruzioni, ricuciture puntuali, Super parla di persone, attività, sinergie. Un potente cambio di prospettiva, in cui le periferie da stereotipati “contenitori del disagio” si scoprono territori ricchi di risorse; la cultura, anziché mix di funzioni calate dall’alto, attivando interazioni fra realtà esistenti diventa “motore di cambiamento sociale”.
A fronte di cattedrali nel deserto e viadotti green abbandonati, un invito a posare ago e filo, alzarsi dalla scrivania ed entrare a guardare. Per poi pazientemente tessere reti.

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Inaugurazione Scuola Popolare dei Maestri de Borgata al Trullo

Il Trullo è una borgata storica che ci sta molto a cuore. Con Ottavo Colle abbiamo partecipato al “Festival internazionale di poesia di strada” a novembre con Ludovica Valori con la quale, passeggiando, abbiamo letto alcune poesie dei poeti anonimi del Trullo. Ci torniamo spesso per le nostre incursioni urbane. Vogliamo segnare una iniziativa in cui è coinvolta una nostra socia. Il Collettivo “Maestri de Borgata” e il suo progetto della Scuola Popolare “La Rossa”. Si tratta di giovani del territorio del CENTRO SOCIALE “RICOMINCIO DAL FARO” e non solo. La Scuola è un percorso da costruire insieme, un luogo dove i saperi di ognuno possano essere condivisi e valorizzati, per riscoprire insieme la voglia e il piacere di studiare. L’inaugurazione è domenica 28 febbraio alle ore 17 in via del Trullo 330.




La palestra anti-illegalità dei Maddaloni

Un “presidio di legalità” tra le vele di Scampia che “non può restare al buio” E’ così che ha definito la palestra dei Maddaloni nel quartiere di Napoli Antonio Bassolino, il candidato alle primarie e a Sindaco di Napoli alle elezioni comunali 2016. Il commento è stato riportato da La Repubblica in un articolo in cui Gianni Maddaloni, allenatore e padre di Pino, Oro Olimpico di Sidney 2000, denuncia di essere stato “abbandonato da comune e regione”: “Voglio prendere le distanze da Comune e Regione, non siamo solo la palestra delle visite istituzionali: buoni si ma fessi no. De Magistris e la Regione di Caldoro ci hanno abbandonato: il progetto Sandro Pertini, finanziato in passato da Palazzo San Giacomo, con diecimila euro ci permetteva di fare attività sportive per 50 ragazzi di Secondigliano e di pagare le utenze. A gennaio però non è ripartito”. E stasera a Le Iene Show su Italia 1 andrà in onda un’intervista a Maddaloni dell’inviato Giulio Golia. Sulla pagina Facebook della Star Judo Club Centro Gianni Maddaloni è pubblicato il post che ricorda l’appuntamento: “Questa sera vi aspettiamo su Italia Uno ore 21.00, ESCLUSIVA – “Le Iene” – si parlerà di JUDO e di ciò che di noi non si è mai detto. Giulio Golia intervista un maestro Maddaloni stanco e senza peli sulla lingua. NON MANCATE”.

VELE DI SCAMPIA, UN’OASI PULITA IN MEZZO ALLA TERRA DEI FUOCHI (LE IENE SHOW, MARTEDI’ 23 FEBBRAIO 2016) – Le vele di Scampia rappresentano anche un’opportunità in controtendenza rispetto al clima che si respira nella Terra dei Fuochi. E’ di questo che si parlerà, fra le altre cose, nella puntata di questa sera de Le Iene Show. La Iena Giulio Golia ci parlerà della situazione in cui versa quella la Terra dei fuochi fra Caserta e Napoli, dove per decenni la Camorra ha sepolto e sversato rifiuti tossici in modo illegale. Questa volta non sarà al centro del servizio de Le Iene la situazione disastrosa delle vele di Scampia, ma un’altra realtà, quella promettente che offre la palestra di Gianni Maddaloni, allenatore e padre di Pino, Oro Olimpico di Sidney 2000. Sono tante le iniziative della struttura che si propone di mettere al centro lo sport per ridonare ai ragazzi del luogo energia e bellezza. Si ricorda in particolare un gemellaggio avvenuto nel 2015 e riportato dalla Gazzetta, fra il quartiere Corviale di Roma e Scampia di Napoli che hanno permesso ai ragazzi di partecipare ad una partita di calcio “onorevole”. La partita in quel caso si è svolta al Serpentone del Corviale, un complesso comprensivo di due palazzi lunghi 1km ed alti nove piani. Gianni Maddaloni ha racchiuso nel suo libro “L’oro di Scampia” il suo impegno sia nella società sportiva sia nel ridonare speranza a molti ragazzi, grazie, per esempio, a corsi di judo anti-bulli. Questo è quanto riporta invece La Repubblica, parlandoci di quel “codice comportamentale del clan Maddaloni” che implica coraggio, altruismo, fedeltà, umiltà e rispetto per gli altri. Nel 2012 i ragazzi di Scampia dello Star Judo Club hanno conquistato il podio per quanto riguarda il campionato nazionale di judo, una vera conquista per Maddaloni, l’uomo che tutti chiamano “o maestro”. I comandamenti a cui devono sottostare i ragazzi parlano il linguaggio di strada, quello dei clan a cui sono abituati i giovani di Scampia. In questo modo Maddaloni comunica con loro stravolgendo in positivo tutto ciò che possono aver appreso in anni di disagio. “Abbiamo insegnato ai bimbi le regole attraverso lo sport”, ha spiegato Maddaloni a La Repubblica”, “con delle scenette ginniche abbiamo ridicolizzato e ridimensionato la figura del boss e del bullo”. Quella della palestra Maddaloni si tratta a tutti gli effetti di una prevenzione del disagio psicofisico e sociale che colpiscono i più giovani e che grazie al progetto “Vincere da grandi”, come riporta Il Giornale, aderiscono al principio del diritto allo sport per chiunque, anche per quelle famiglie che versano in gravi difficoltà.

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Atletico Diritti, squadra di calcio composta da migranti, detenuti e studenti

A Roma in campo in nome dell’integrazione, dell’anti-razzismo e dei diritti per tutti.

Atletico Diritti è una squadra composta da immigrati, detenuti o ex detenuti, studenti universitari. Atletico Diritti vuole essere una squadra di calcio a tutti gli effetti. Se il Brasile ha perso 7 a 1 nella semifinale dei mondiali organizzati a casa propria, noi potremo mai far di peggio? Certamente no.

La Società Polisportiva “Atletico Diritti” nasce dalle associazioni Progetto Diritti e Antigone con il patrocinio dell’Università di Roma Tre.

La nostra squadra di calcio è stata iscritta per la prima volta al campionato di terza categoria. Le magliette dei giocatori saranno griffate Made in Jail. Le partite casalinghe saranno disputate nel campo più suggestivo di Roma, quello della Polisportiva Quadraro Cinecittà che nasce all’ombra dell’acquedotto romano, grazie all’ospitalità di Fabio Betulli, presidente della Polisportiva, e al sostegno del Municipio Roma 7.

Atletico Diritti è una realtà totalmente autofinanziata. Tuttavia i costi sono tanti: l’iscrizione al campionato costa; il tesseramento dei giocatori costa; il magazzino, i palloni, le divise, i biglietti dell’autobus per le trasferte costano. Per questo, per portare avanti questo progetto, abbimo bisogno di tutti. Abbiamo così lanciato un crowdfunding sulla piattaforma indiegogo (http://igg.me/at/atleticodiritti), accompagnato da un video realizzato dai ragazzi dell’Angelo Mai (https://www.youtube.com/watch?v=7JspFMES2S0). Oltre al crowfunding è possibile sostenerci attraverso il conto corrente bancario di Progetto Diritti onlus – IBAN IT76 V056 9603 2000 0000 6623 X37 – Causale: Atletico Diritti.

Siamo in campo in nome dell’integrazione, dell’anti-razzismo e dei diritti per tutti, in nome dello sport quale strumento di coesione e di coinvolgimento. Dateci una mano.

Portateci DIRITTI ALLA VITTORIA.

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Recupero alloggi ERP, il Mit assegna alle Regioni 105 milioni

Dopo l’assegnazione dei primi 25 milioni nel dicembre 2015, le Regioni ora possono contare su una disponibilità di oltre 130 milioni di euro da trasferire a Comuni ed ex IACP.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti comunica di avere assegnato alle Regioni “105 milioni di euro per gli interventi previsti nel Programma di recupero e razionalizzazione degli immobili e degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica varato dal Ministero.

Dopo l’assegnazione dei primi 25 milioni di euro nel dicembre 2015, le Regioni ora possono contare su una disponibilità di oltre 130 milioni di euro da trasferire a Comuni ed ex IACP per il recupero del patrimonio ERP”.

DUE LINEE DI INTERVENTO. Le risorse assegnate, spiega il Mit, “rientrano nel Programma finanziato con la legge 80/2014 che attiva due linee di intervento: interventi di ripristino di piccola entità fino a 15.000 euro e interventi di manutenzione straordinaria, compresi quelli a carattere energetico, fino a 50.000 euro ad alloggio. Programma che complessivamente prevede nell’arco del suo svolgimento il recupero di oltre 25.000 alloggi.

I primi alloggi, circa 7.000, saranno recuperati entro il 2016”.

Il governo, sottolinea il Ministero, “sta accelerando la politica di recupero degli alloggi ERP e le risposte al disagio abitativo: la Legge di Stabilità, infatti, ha anticipato per questo Programma 170 milioni di euro nel 2016-2017 originariamente previsti per il 2019-2024 e 25 milioni aggiuntivi sono stati stanziati dal decreto legge 185/2015.

Si tratta quindi di circa 500 milioni di euro che nei prossimi due anni potranno essere trasferiti alle Regioni se la spesa degli attuatori manterrà il trend ipotizzato dal decreto ministeriale attuativo”.

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L’orto urbano? Ora è “componibile”

Il progetto di Human Habitat, da montare e riutilizzabile: “Così l’agricoltura può tornare in città”.
Tempo di costruzione stimato: dieci giorni, assicurano gli ideatori Mikkel Kjaer e Ronnie Markussen, una coppia di giovani imprenditori, fondatori del laboratorio di progettazione urbana Human Habitat. Non solo facile da montare ma anche riutilizzabile innumerevoli volte. Quindi semplice da reimpiantare all’esigenza.

“Abbiamo voluto rendere l’agricoltura urbana ancora più intelligente – dice Markussen – La nostra idea era quella di progettare un’unità che fosse capace di aumentare la sicurezza alimentare in città, abbassare l’impronta ecologica della produzione alimentare e creare posti di lavoro. Abbiamo voluto ricollegare le persone al cibo, dando loro uno spazio verde che porti nuovamente la natura nelle nostre città. Non solo, volevamo che questo spazio “green” fosse anche facilmente adattabile ai cambiamenti del paesaggio urbano”. Versatile ma soprattutto funzionale: progettata per essere autosufficiente al suo fabbisogno di acqua, calore ed elettricità, l’intera fattoria ha un ingombro di poco più di trenta metri quadrati, ma una volta installata la zona di produzione interna e protetta, da poter dedicare alle colture, sviluppata in verticale semplicemente raddoppia. Il progetto pilota è partito ed ora è attivo e funzionante e lancia la sfida al futuro: riuscire ad ovviare agli ostacoli che si oppongono allo sviluppo dell’agricoltura “urbana”. Due tra tutti: la mancanza di spazio nelle città sempre più densamente popolate, e le incertezze dovute ai cambiamenti climatici. E questa sfida parte proprio dalla capitale danese: “L’azienda stazionerà lì per un periodo di dieci mesi, durante i quali ci dedicheremo alla raccolta di dati, concentrandoci principalmente sulla capacità di produzione e sullo sviluppo e consumo di energia e sull’utilizzo di acqua.

La farm ospiterà anche laboratori didattici e di formazione in primavera con l’obiettivo di avviare un’impresa sociale in grado di creare posti di lavoro “green”. – spiegano gli ideatori – I prodotti saranno poi venduti a ristoranti e caffetterie locali e da primavera i residenti locali saranno in grado di acquistare prodotti personalmente presso il mercato alimentare settimanale che albergherà proprio di fronte alla fattoria”. Una produttività che secondo Kjaer e Markussen può essere stimata su due modelli: per le aziende indipendenti che puntano a vendere i loro prodotti al dettaglio a piccoli commerciati o grazie ai banchi del mercato la resa finale potrebbe attestarsi sulle tre tonnellate all’anno; un progetto più ampio invece che miri alla produzione di ortaggi, verdure e frutta per la distribuzione di scuole, asili, per fare degli esempi, potrebbe puntare ad una produzione annua da stimare all’incirca sulle sei tonnellate.

Ma il progetto non immagina solamente un’agricoltutura urbana più sostenibile e non punta solo alla riqualificazione di luoghi cittadini dismessi, come parcheggi abbandonati o spazi inedificabili tra edifici adiacenti: “Con il tempo, vorremmo sviluppare una versione della fattoria, che possa contribuire ad affrontare le crisi umanitarie, in particolare dove le persone sono costrette a vivere in condizioni precarie (campi profughi, centri d’accoglienza, vittime di disastri naturali). – precisano – Per questo successivo step il modello che immaginiamo avrà un design ancora più “componibile”, il che permetterà un trasporto più agile ma anche la possibilità di creare delle farm assemblate ad hoc capaci di provvedere a delle esigenze commisurate”. Un progetto ambizioso, quindi, che decisamente non mira a restare cofinato a questo primo ed innovativo esperimento di Copenhagen.

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