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Disponibile! Le segnalazioni dei cittadini per il recupero di beni abbandonati

Da circa due mesi, è online il sito di Disponibile! il progetto di Cittadinanzattiva contro lo spreco dei beni abbandonati e l’intervento dei cittadini per dargli nuova vita.
Disponibile.org è un sito interattivo, che permette ai cittadini di segnalare spazi e beni inutilizzati, per favorire non solo la conoscenza del fenomeno, ma anche l’azione civica che va dalla segnalazione del problema al progetto per il recupero e il riuso anche temporaneo di questi beni a vantaggio della comunità.

Di seguito, alcune delle segnalazioni inviateci dai cittadini, sono presenti sia progetti avviati che idee creative dei cittadini.

Nome: Pasquale
Città dove si trova l’area: Portogruaro
Indirizzo dell’area: via Piemonte
Messaggio:
Vi scrivo dalla città di Portogruaro (VE) per segnalarvi la seguente situazione. Il grande ospedale della città, ampliato alcuni anni fa, possiede un grande parco verde inutilizzato. Assieme a mia moglie Sabina da tempo pensiamo che sia un vero peccato non poter disporre di questo spazio verde ad uso dei degenti e dei visitatori. Ma siamo sicuri che molte altre persone in zona la pensino come noi. Oggi è chiuso, per lo più abbandonato questo parco. Vorremmo chiedere all’Azienda Sanitaria della provincia di riqualificarlo. Si potrebbe con poco ripulirlo e realizzare dei vialetti con delle panchine e magari qualche gazebo. In questo modo i degenti stessi ne avrebbero sicuro giovamento durante la permanenza e i visitatori potrebbero addirittura incontrare lì i loro cari ricoverati, magari con il loro animale da compagnia, che notoriamente non può accedere in ospedale.

Nome: Mario
Città dove si trova l’area: L’Aquila
Indirizzo dell’area: Via Antica Arischia,98
Messaggio:
Si tratta di un area Verde Pubblico attrezzata(Calcetto-Giochi-Pista ciclabile)che insiste su un lotto PEEP utilizzato per edificare una Cooperativa Edilizia. Sulla rimanente parte è stato realizzato a spese dei soci , questo Parco, che poi nel 2000 è stato ceduto a titolo gratuito al Comune di L’Aquila. Per svariati motivi il Comune non riesce a gestirlo e il parco negli anni si è deteriorato nonostante l’impegno di pochi soci che autotassandosi hanno cercato nel piccolo di curarlo. Mi chiedevo se fosse possibile riacquisirlo e come e se può rientrare nella L164/2014 art 24. Grazie per le eventuali informazioni che vorrete darmi.

Nome: Luca
Città dove si trova l’area: San Gavino Monreale (CA)
Indirizzo dell’area: Piazza Cesare Battisti
Messaggio:
Fin dal 1871 la Stazione di San Gavino rappresenta il più importante scalo passeggeri del Medio Campidano posta sulla tratta Cagliari-Golfo Aranci, oltre che per il servizio passeggeri, ha rivestito per vari decenni un ruolo essenziale per l’interscambio merci con la miniera di Montevecchio e la Fonderia di San Gavino assumendo un importanza strategica. Nel 2007, con la “variante di San Gavino”, il tracciato ferroviario subisce una deviazione che porta allo spostamento e all’attivazione di una nuova stazione in una area periferica e opposta a quella “vecchia” da allora i caseggiati e la linea, ormai dismessi, subiscono un lento e inesorabile declino.
PRESENTE
Attualmente l’accesso all’impianto e ai caseggiati è precluso per motivi di sicurezza e risultano inutilizzati e incustoditi, nel corso degli anni (nove anni) sono stati preda di atti vandalici e di degrado che hanno portato a varie proteste e lamentele da parte degli abitanti sangavinesi, situazioni di pericolo come quelle legate alla vegetazione spontanea che ogni anno, con l’arrivo della stagione secca, aumenta il rischio di incendi e favorisce la presenza di parassiti in pieno centro urbano.
FUTURO
Da parte della popolazione e delle istituzioni locali è ormai chiaro che lo stato attuale dei luoghi non può essere più tollerato, la possibilità di agire e cambiare la situazione è legata indissolubilmente alla questione del passaggio di proprietà tra RFI e Regione Sardegna. L’attuale amministrazione ha avanzato una reiterazione di richiesta di comodato d’uso dei locali a scopi di promozione socio-culturale, ad oggi da parte di RFI ancora nessuna risposta. Recentemente si è formato un comitato spontaneo di cittadini (stAzione) che sta tentando di riportare sotto i riflettori la vicenda, consapevoli dell’enorme potenziale sociale ed economico che l’intera area possiede, sta cercando attraverso metodologie di ascolto e discussioni dal basso di sviluppare un gruppo di lavoro multidisciplinare in grado di generare un progetto condiviso a lungo termine, pronto per essere messo in pratica nel momento in cui finalmente la “vecchia stazione” tornerà ad essere un luogo dei e per tutti i sangavinesi.

Per conoscere tutte le segnalazioni dei cittadini visita la pagina www.disponibile.org/news mentre se interessato alla segnalazione di un bene clicca qui.

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Mobilità green, firmato il decreto. Bando da 35 MLN

Saranno finanziati i progetti che favoriscono gli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro con modalità di trasporto sostenibili.
Il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha firmato il decreto per l’assegnazione, attraverso un bando pubblico rivolto agli Enti Locali, dei 35 milioni di euro previsti dal Collegato Ambientale per il Programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile. L’obiettivo è favorire gli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro con modalità di trasporto sostenibili, in linea con gli obiettivi nazionali ed europei di riduzione delle emissioni di gas serra e inquinanti derivanti dal settore dei trasporti.

Entriamo dunque nella fase attuativa – spiega il ministro Galletti – di una delle misure strategiche messe in campo per realizzare quella programmazione nel contrasto all’inquinamento delle città che è a lungo mancata. I soldi ci sono, ora mi aspetto che i Comuni colgano questa opportunità e mostrino una grande voglia di innovare la mobilità dei nostri centri urbani: ho convocato per mercoledì prossimo il tavolo sulla qualità dell’aria al ministero per fare il punto su questo decreto, come sullo stato di avanzamento delle altre azioni previste nel protocollo sottoscritto con Regioni e Comuni.

GLI INTERVENTI FINANZIABILI. Tra gli interventi finanziabili – come si legge nel decreto – ci sono i servizi e le infrastrutture di mobilità collettiva e condivisa a basse emissioni, come il car pooling, il car e bike sharing, ma anche ‘bike to work’, ‘bicibus’, ‘piedibus’ e infomobilità. Verranno poi valutati progetti per la realizzazione di percorsi protetti, tra cui le corsie ciclabili e le ‘zone 30’, come quelli che prevedono la riduzione del traffico, dell’inquinamento e della sosta in prossimità di istituti scolastici, università e sedi di lavoro. Spazio anche alle proposte di programmazione di uscite didattiche e spostamenti durante l’orario di lavoro per motivi di servizio con mezzi di trasporto a basse emissioni, ai progetti di formazione ed educazione di sicurezza stradale e di guida ecologica, cosi come quelli che prevedono la cessione a titolo gratuito di ‘buoni mobilità’ o agevolazioni per studenti e lavoratori che nei tragitti casa-scuola e casa-lavoro vogliano usare modalità di trasporto sostenibile.

Sono destinatari del Programma sperimentale uno o più Enti Locali che presentino progetti riferiti a un ambito territoriale con popolazione superiore a centomila abitanti, ma a parità di valutazione saranno finanziati prioritariamente i progetti nei Comuni in cui si sia verificato nel 2015 un superamento dei limiti di legge di PM10 e NOx e in cui si sia adottato il Piano Urbano della Mobilità, cosi come per i Comuni che abbiano aderito ad accordi territoriali di contenimento dell’inquinamento atmosferico da fonti mobili. I punteggi saranno attribuiti secondo precisi criteri: la qualità dell’intervento, dunque innanzitutto la fattibilità e la copertura finanziaria, i benefici ambientali che è in grado di apportare, il livello di integrazione con altre azioni sul territorio, il grado di innovazione, la presenza di una pianificazione dei trasporti e di iniziative di mobility management all’interno dell’amministrazione. Ogni Ente potrà presentare il suo progetto entro novanta giorni dal giorno successivo alla pubblicazione dell’avviso in Gazzetta Ufficiale: seguirà entro 60 giorni un decreto del Ministro con l’indicazione degli Enti Locali beneficiari e la conseguente ripartizione delle risorse.

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I rischi del gioco d’azzardo

“L’incontro quotidiano con persone che soffrono di dipendenza patologica da gioco d’azzardo, i percorsi di riabilitazione che abbiamo accompagnato e la soddisfazione di aver assistito alla rinascita di molti sono la prima motivazione del nostro lavoro; a partire da queste esperienze abbiamo deciso di costruire la proposta progettuale di Rischi da giocare, perché esperienze così dolorose non si ripetano più o perché si sappia intervenire prima per non dovere farlo dopo”. Così Don Armando Zappolini nella Presentazione dello Year Book 2016 del CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza) dedicato al gioco d’azzardo che è in distribuzione a partire dalla giornata di oggi.

La pubblicazione nasce dal progetto “Rischi da giocare”, finanziato al CNCA nel 2015 dal Ministero del lavoro e politiche sociali con i fondi della legge 383/2000, la cui finalità è il contrasto del gioco d’azzardo con l’obiettivo di diminuire il numero di persone esposte al rischio di sviluppare comportamenti problematici e patologici attraverso un mix di strategie (comunicative e di sensibilizzazione, d’intervento psicosociale e di sviluppo di comunità) articolate su base territoriale nelle Federazioni regionali del CNCA.

Il lavoro rappresenta una prima presa di posizione del CNCA per aprire il confronto e la riflessione su un fenomeno complesso al quale non è semplice avvicinarsi per le diverse articolazioni degli approcci che vanno dalla totale cancellazione di tutti gli strumenti, le opportunità e le possibilità di gioco d’azzardo (No slot e divieto di qualsiasi gioco) alla possibilità di educazione al “gioco responsabile” ed alla regolazione dei tempi, dei luoghi e delle modalità di accesso ai giochi, nonché della presa in carico di chi perde questa capacità. A ciò si aggiunge la drammaticità dei problemi connessi all’azzardo che la Federazione si trova ad affrontare sui territori e che produce differenti gradi di dipendenza e/o difficoltà di gestione delle crisi familiari, rischi connessi di indebitamento, usura, fino al coinvolgimento della criminalità.

Lo Year Book 2016 (il 4° dopo la nuova serie inaugurata nel 2012 con il trentennale dell’Associazione, quello sulle Reti di famiglie accoglienti del 2014 e quello sull’Agricoltura sociale del 2015) contiene una serie di materiali elaborati da esperti con la partecipazione del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) frutto di un’indagine nazionale sul gioco d’azzardo.

Il volume presenta dei contributi ad ampio raggio che articolano un ragionamento complessivo sul fenomeno in questione fornendo dati, informazioni, e strumenti in grado di supportare interventi di prevenzione e implementazione di progetti in questo settore.

La pubblicazione, proprio per restituire la complessità del fenomeno, declina vari aspetti connessi al gioco d’azzardo e lo fa con un’attenzione speciale alle trasformazioni culturali che hanno interessato il gioco d’azzardo negli ultimi anni, offrendo un utile spaccato dei vari giochi disponibili sul mercato e mettendo in evidenza le differenze, le cifre e i rischi specifici. Una parte consistente è dedicata alla statistica, con dati nazionali che presentano un quadro generale del fenomeno, della sua diffusione, in particolare tra i giovani, delle differenze a livello regionale, della relazione tra dati epidemiologici e presenza di interventi da parte di associati al CNCA. Uguale attenzione è rivolta alla letteratura scientifica sul gioco d’azzardo, con l’analisi di studi e ricerche su caratteristiche dei giocatori, fattori di rischio associati allo sviluppo di comportamenti problematici e conseguenze che ne derivano. La legislazione europea, nazionale e regionale italiana e la maniera in cui il fenomeno è normato in diversi Stati della Unione europea è un altro importante contributo presente nello Year Book.

Oltre ai dati di scenario e di contesto generale la pubblicazione getta uno sguardo approfondito sui contesti locali, mediante un’indagine sulle organizzazioni associate al CNCA impegnate nella gestione di servizi e interventi di prevenzione e cura del gioco d’azzardo patologico, descrivendo caratteristiche organizzative e di funzionamento di 97 unità di offerta realizzate da 40 organizzazioni e presentando in modo esemplificativo 8 diverse esperienze di prevenzione realizzate dagli associati al CNCA e distribuite su tutto il territorio nazionale.

Nella parte conclusiva del volume trovano spazio un contributo sull’utilizzo dei media per realizzare interventi informativi e formativi e sul ruolo della valutazione nei progetti di prevenzione, con indicazioni sulle evidenze di efficacia nelle diverse strategie di prevenzione.

Completa il libro una consistente sezione di allegati, con tabelle riepilogative e quadri sinottici relativi ai vari capitoli, una rassegna dei principali network e Ong attivi in Europa per il contrasto del gioco d’azzardo patologico, un vademecum per operatori di banca e famiglie di giocatori d’azzardo patologici per contenere i rischi d’indebitamento, l’elenco con i recapiti di tutti gruppi associati al CNCA con evidenziati quelli che si occupano di prevenzione e cura di giocatori problematici e patologici.

Alcuni dati significativi contenuti nell’Year Book Rischi da Giocare

Lo studio campionario IPSAD®2013-2014 su stili di vita e comportamenti a rischio rileva che in Italia quasi 17 milioni di 15-64enni (equivalente ad una prevalenza del 42,9%) ha giocato d’azzardo almeno una volta e di questi oltre 5,5 milioni sono giovani adulti di 15-34 anni (pari al 42,7%).
Il test CPGI – Canadian Problem Gambling Index (Ferris & Wynne, 2001a; b), adattato e validato in Italia (Colasante et al., 2013), evidenzia che poco meno del 15% dei giocatori 15-64enni ha un comportamento di gioco definibile “a basso rischio”, il 4% è “a rischio moderato” e l’1,6% “problematico”, mostrando una percentuale superiore tra i giocatori di genere maschile (6% contro 4% delle donne).
Lo studio campionario ESPAD®Italia che si inserisce nel progetto europeo ESPAD – European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs e realizzato dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IFC-CNR) fin dal 1999 su un campione rappresentativo di studenti delle scuole secondarie di secondo grado, pubbliche e parificate, presenti sul territorio nazionale, coinvolgendo gli studenti dai 15 ai 19 anni realizzato nel 2015, ha evidenziato che poco meno della metà degli studenti di 15-19 anni (48,5%, pari a circa 1,2 milioni studenti) ha giocato d’azzardo almeno una volta nella vita e che il 41,7% (poco più di 1 milione) l’ha fatto nell’anno antecedente la rilevazione.
I Monopoli di Stato dicono che alle Slot sono stati persi 6.230 milioni di euro e alle VLT 2.779 milioni di euro; dividendo queste somme per il numero di apparecchi in Italia (380.000 slot e 50.000 VLT), vediamo che i soldi persi dai giocatori in una singola slot sono stati 16.394 euro, mentre i soldi persi in ogni Videolottery sono pari a 55.580 euro.
Nel solo 2014 in Italia sono stati venduti 1.902.937.618 tagliandi di Gratta e Vinci, pari a 60,3 biglietti per ogni secondo di ogni giorno e di ogni notte dell’anno, corrispondenti ad un totale di 5,2 milioni di Gratta e Vinci venduti in Italia ogni giorno.

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Coordinamento periferie Roma scrive a Renzi

Istanza di differimento dei termini del bando per la presentazione di progetti per la predisposizione del Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia – G.U. Serie Generale n. 127 del 1/06/2016. Ripristino delle pari opportunità e garanzie di partecipazione per tutti i comuni destinatari del bando.

Preg.mo Presidente Renzi,

in rappresentanza di associazioni e cittadini impegnati da anni in azioni a tutela del territorio, per la crescita della qualità della vita e lo sviluppo dell’integrazione sociale nelle periferie urbane, ci rivolgiamo a Lei per porre alla Sua attenzione rilevanti profili di criticità del bando in oggetto, indetto per finanziare progetti volti alla riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia.

Si tratta di profili, come vedrà, che determinano una sostanziale disparità di trattamento tra le diverse città interessate, tale da precludere – di fatto – a larga parte della popolazione delle periferie di beneficiare dei progetti finanziati con il presente bando.

Come è noto, gli interventi di riqualificazione urbana finanziabili riguarderanno diverse tipologie di azione volte al miglioramento della qualità del decoro urbano; alla manutenzione, riuso e rifunzionalizzazione di aree pubbliche e di strutture edilizie esistenti, per finalità di interesse pubblico; all’accrescimento della sicurezza territoriale e della capacità di resilienza urbana; al potenziamento delle prestazioni e dei servizi di scala urbana, tra i quali lo sviluppo di pratiche del terzo settore e del servizio civile, per l’inclusione sociale e la realizzazione di nuovi modelli di welfare metropolitano e urbano; al miglioramento della mobilità sostenibile e l’adeguamento delle infrastrutture destinate ai servizi sociali e culturali, educativi e didattici, nonché alle attività culturali ed educative promosse da soggetti pubblici e privati.

Tale procedura di selezione, se realmente aperta alla massima partecipazione di tutte le aree territoriali, può rappresentare un’opportunità per il miglioramento della qualità di vita nei nostri comuni e per la riqualificazione delle aree urbane maggiormente degradate, in cui è più vivo l’allarme di un grave disagio sociale.

A tale fine è molto importante, sia per i cittadini sia per le associazioni ed enti che da anni si occupano di tali aspetti, che il comune – di cui sono cittadini o dove svolgono la propria attività -partecipi o comunque sia messo nelle effettive condizioni di poter partecipare con progetti

realmente innovativi ed idonei al raggiungimento degli obiettivi prefissati, anche in considerazione del fatto che il bando espressamente prevede che i progetti presentati devono essere definitivi o esecutivi (art. 6 del bando).

Il termine di presentazione delle domande è di 90 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale ossia il 30 agosto 2016.

Come è ben noto nelle città italiane con le maggiori aree periferiche, tra cui la Capitale d’Italia e le principali Città metropolitane del Paese (Milano, Napoli, Torino, ma anche Bologna e Cagliari e altre significative città quali Trieste), nei mesi di maggio e giugno dell’anno in corso si sono tenute le elezioni amministrative.

Le nuove amministrazioni sono state elette, a seguito di ballottaggio, solo il 15 giugno 2016 e si sono insediate a livello istituzionale solo nella prima decade di luglio, necessitando di ulteriori passaggi che attengono al concreto funzionamento dell’amministrazione (vedi elezioni Commissioni Consiliari e avvio rapporti con le Istituzioni territoriali di secondo livello come Municipi e/o Circoscrizioni). A ciò si aggiunga che il termine di partecipazione scade alla fine del mese di agosto, vale a dire alla conclusione del periodo feriale.

Tali circostanze obiettive e non contestabili precludono di fatto una seria e fruttuosa partecipazione al bando per i comuni che hanno dovuto rinnovare la propria amministrazione. Tra di essi, come già accennato, vi sono le maggiori città italiane tra cui la stessa Capitale e, pertanto, proprio le realtà sociali più rilevanti a cui il bando è destinato e nelle quali è avvertito in modo crescente il disagio sociale ed in cui risulta maggiormente necessario operare in modo proficuo per il recupero delle periferie.

E’ di tutta evidenza che l’impossibilità o la difficile partecipazione dei maggiori comuni si tradurrà in un conseguente ingiusto danno per i propri cittadini con violazione del principio ispiratore del bando volto a favorire la più ampia partecipazione.

In tal modo si determinerà una rinnovata percezione di lontananza delle istituzioni dalla vita degli abitanti delle periferie più disagiate, di sperequazione e parzialità tra i comuni che hanno potuto preparare al meglio la partecipazione al bando e quelli nei quali si è insediata una amministrazione nuova rispetto alle precedenti, con conseguente inevitabile ritardo e/o in scelte non ponderate nella predisposizione di un serio progetto di riqualificazione delle periferie urbane.

Quanto sopra premesso, Le rivolgiamo la presente istanza affinché vengano differiti, posticipati o comunque prorogati i termini per la presentazione delle proposte progettuali per il bando indicato in epigrafe.

Siamo certi che Lei comprenderà questa nostra preoccupazione, dato che viviamo queste realtà territoriali quotidianamente, e vorrà garantire l’effettiva possibilità di partecipazione di tutti i comuni e, soprattutto, tutelare gli abitanti delle periferie delle maggiori città italiane anche dalle possibili giustificazioni di una eventuale inerzia.

Una preoccupazione che intendiamo portare all’attenzione sia della nostra Amministrazione Capitolina, ma anche delle altre città metropolitane e dell’ANCI, che svolge il ruolo di rappresentanza Istituzionale dei Comuni del nostro Paese, nonché delle forze politiche del Parlamento affinché vengano ripristinate pari opportunità per tutti, in quanto crediamo che quanto denunciato con la presente, a maggior ragione ad elezioni già indette, sia frutto di una disattenzione da parte delle strutture burocratiche preposte.

Cogliamo l’occasione di inviare i nostri distinti saluti

Roma 19 luglio 2016

Coordinamento Periferie Roma




NO al deserto socio-culturale: riapriamo l’ex Mercato di Torre Spaccata

L’Associazione Calpurnia vuole far ritornare a vivere un deserto socio-culturale in una di quelle Periferie dove l’assenza delle Istituzioni e la mancanza di sicurezza creano il terreno fertile per tenere chiusi in casa i cittadini attivi.

Calpurnia nel 2012 ottiene in concessione l’utilizzo dell’Ex Mercato ATER di Torre Spaccata, con il lavoro dei volontari torna a farlo vivere con numerose attività socio-culturali diventando un punto di riferimento di un quartiere in cui le strutture relazionali sono pressocchè inesistenti. Dopo un breve periodo di tranquillità iniziano minacce e intimidazioni ai responsabili delle associazioni che fanno attività e lo rianimano. Numerose denunce sono state presentate. Nell’aprile di quest’anno l’ex Mercato ATER viene incendiato e dichiarato inagibile dai Vigili del Fuoco. Viene posto il sequestro dalla Polizia di Stato e l’Associazione ne viene nominata custode giudiziario.

In questi mesi sono stati ben 4 volte rotti i sigilli con ulteriori danni prontamente denunciati. Sono tutte azioni che tendono a rendere la struttura irrecuperabile. Giovedi 21 luglio ore 16/18 incontro pubblico all’ex Mercato di Torre con l’amministrazione Municipale e Comunale, in via dei Romanisti 43 e poi in via Settimio di Vico 13a davanti al prato dell’ingresso dell’Associazione.

Collaboreremo per risolvere il problema con gli assessori alla Crescita culturale Luca Bergamo, alla Persona Scuola e Comunità Solidale Laura Baldassarre, con il Presidente del VI° Municipio Roberto Romanella e con tutte le altre Istituzioni




SECRET MILLIONAIRE / Armando Saggese protagonista: il web commosso dal programma

Ieri sera è andata in onda su Italia 1 la prima puntata di “Secret Milionaire”, il nuovo format in cui un imprenditore vive per 10 giorni nella periferia di una città in cerca di persone meritevoli del suo aiuto. Il protagonista della prima puntata è stato Armando Saggese, mentre l’imprenditore della seconda puntata in onda il 21 luglio sarà Fabrizio Rigolio. Il programma ha trovato larghi consensi sul web e su Twitter sono molti i commenti degli utenti che promuovono il reality: “#secretmillionaire ho visto la prima puntata. Commovente e influenzante!”, “Complimenti agli autori di #secretmillionaire. Dopo anni di miseria intellettuale in tv, finalmente un programma interessante” e “Beh, avete trasmesso un programma davvero speciale, complimenti! Sensazioni stupende!”. Non manca qualche critica: “#SecretMillionaire vorrei vede le reazioni senza telecamere ma con i soldi tutti si diventa gentili”.

SECRET MILLIONAIRE, COMMENTO PRIMA PUNTATA: LA VERA COMMOZIONE DI ARMANDO SAGGESE (OGGI, 15 LUGLIO 2016) – Ieri sera è andata in onda su Italia 1 la prima puntata di “Secret millionaire” che ha visto raccontata la storia di Armando Saggese. Egli è un grande imprenditore napoletano dalle poche rinunce, ma per 10 giorni si è messo alla prova in un paese vicino a Roma, Corviale. Questa puntata dà il via ad un nuovo format che si presenta ricco di spunti interessanti per tutti. Se dobbiamo analizzare i lati positivi di questo format, possiamo sicuramente evidenziare la sincerità palese dei protagonisti che si trovano ad avere a che fare con situazioni difficili e disagiate. I lati negativi potrebbero essere trovati nel fatto che probabilmente la presenza delle telecamere non porta la persona in questione a vivere veramente fino in fondo gli eventi quotidiani della vita in questi luoghi poveri in Italia. Nonostante questo, prevalgono i lati positivi di un format che sicuramente avrà colpito una grande parte degli spettatori e che vedrà un seguito nella prossima puntata del 21 luglio.

SECRET MILLIONAIRE, DIRETTA PRIMA PUNTATA DEL 14 LUGLIO 2016, ARMANDO SAGGESE: GLI ULTIMI RINGRAZIAMENTI – Si giunge alla fine di questa prima puntata di “Secret millionaire” dove, alla fine della sua esperienza a Corviale, Armando Saggese si reca alla mensa dei poveri per raccontare la verità al prete e alle donne volontarie. A loro, in mezzo alle molte lacrime, dona molti soldi e persino tanti suoi vestiti portati da Napoli. Alla donna, che gli ha raccontato la storia di suo figlio, egli fa un particolare dono. Armando giunge poi da Iliana, davanti alla quale è piuttosto teso dato che la donna è una persona molto diretta. Infine come segno di riconoscenza le dona scatoloni pieni di sacchi a pelo che potranno aiutare molto i senza tetto di cui Iliana si occupa. L’ultima tappa di Armando Saggese è a Corviale, presso le persone che gli sono state più a fianco. Per loro vi è un assegno che potrà aiutarli a realizzare il loro progetto. Commosso e riconoscente l’imprenditore napoletano torna a casa.

SECRET MILLIONAIRE, DIRETTA PRIMA PUNTATA DEL 14 LUGLIO 2016: IL CONCERTO DEI RAPPERS DI CORVIALE. ARMANDO SAGGESE E FABRIZIO RIGOLIO – Si procede su Italia 1 con “Secret millionaire” che vede la storia di Armando Saggese, uno stilista sotto copertura nel piccolo paese di Corviale nella periferia di Roma. Armando torna ancora a fare volontariato, ma questa volta presso la mensa dei poveri. Una delle volontarie gli racconta della tragedia di suo figlio morto all’età di 20 anni, di cui gli mostra delle foto che porta sempre con sè. Tornato a Corviale egli si reca assieme ai rappers ad un concerto a cui parteciperanno. Uno di questi ragazzi racconta ad Armando dello scopo dell’hip hop e del fatto che tutti questi artisti portano rispetto per gli altri. Alla mensa dei poveri l’imprenditore napoletano incontra un uomo distinto che gli racconta la sua vita: egli aveva una famiglia ed un lavoro ma poi ha iniziato a giocare e questo lo ha portato al declino. Questa storia gli fa capire una cosa fondamentale: chiunque potrebbe trovarsi in quella situazione. VOLONTARIATO ALLA STAZIONE DI TERMINI – L’avventura di Armando Saggese continua quando conosce una donna che lavora per la strada ad aiutare i barboni e gli immigrati, ma lui non è sicuro che avrà il coraggio di accompagnarla. Alessandro, uno dei partecipanti al progetto di Corviale, spiega lo scopo del suo lavoro in questo paese: vuole dare la possibilità alle persone che abitano qui di vivere in un modo migliore. Infine egli decide che alla sera seguirà Iliana alla stazione di Termini per aiutare i senza tetto. Nonostante la paura iniziale egli rimane colpito da questa esperienza. Con questa ultima sera finisce la sua esperienza a Corviale ma, prima di andare, rivelerà la sua identità a tutti coloro che ha incontrato. Ai rappers “luci soffuse” offre la possibilità di registrare in uno studio di registrazione.

SECRET MILLIONAIRE: DIRETTA PRIMA PUNTATA, PARTE ORA LA MISSIONE DI RIGOLIO E SAGGESE – Comincia proprio ora su Italia 1 la prima puntata del nuovo format “Secret millionaire” che vedrà due uomini dalla vita piuttosto agiata e piena di lussi abbandonare la propria vita per 10 giorni. In questo periodo si dovranno trasferire in zone poco ospitali dell’Italia e mettersi all’opera con lavori umili e a stretto contatto con gente molto povera e in difficoltà. Il loro scopo, oltre ovviamente a resistere per 10 giorni senza le comodità solite, sarà quello di trovare persone meritevoli e altruiste che si meriteranno di essere aiutate con donazioni e regali affinché possano realizzare i loro sogni. Questa sera i due grandi protagonisti saranno Fabrizio Rigolio e Armando Saggese, entrambi amministratori delegati in grandi aziende nel nostro Paese. I PRIMI INCONTRI DELL’IMPRENDITORE DI NAPOLI – Si inizia questa prima puntata di “Secret millionaire” con la presentazione della vita del napoletano Armando Saggese. Egli racconta come si svolge la sua giornata tipo: fa poche rinunce, a partire dagli orologi per cui ha una grande passione. Egli si traferirà per 10 giorni a Roma, precisamente nel paesino chiamato Corviale, soprannominato “il serpentone” dai romani. Arrivato a Roma si trova subito in difficoltà nella ricerca della sua nuova casa. Nel momento in cui Armando entra nel suo appartamento rimane scioccato dal palazzo e dal fatto che ci possa essere gente che viva così. Egli incontra nel cortile di fronte al palazzo due uomini che lo recano da un terzo uomo che gli racconta del suo progetto di ristrutturazione del serpentone. Dopo aver affrontato la prima notte a Corviale, il giorno seguente si reca alla mensa dei poveri. LA VITA DI CORVIALE. ARMANDO SAGGESE E FABRIZIO RIGOLIO – L’imprenditore napoletano Armando Saggese è il primo protagonista di “Secret millionaire” in onda su Italia 1. Dopo la prima giornata di volontariato con padre Alberto incontrato alla mensa dei poveri, Armando torna a casa e si sente molto solo, triste, ma soprattutto spaventato dalla situazione. Il giorno successivo egli incontra tre ragazzi che nel tempo libero scrivono canzoni rap. Sotto richiesta di Armando i ragazzi gli raccontano la loro vita: uno di loro per esempio afferma che non si potrebbe permettere nemmeno una ragazza, perchè non avrebbe soldi per comprarle neppure la pizza. Mentre Armando sta tornando nel suo appartamento a Corviale, incontra gli uomini che il primo giorno gli hanno raccontato del loro progetto, e così li aiuta a lavorare.

SECRET MILLIONAIRE, ANTICIPAZIONI PRIMA PUNTATA 14 LUGLIO 2016: IL FORMAT – Giovedì 14 luglio su Italia 1 avrà inizio “Secret Millionaire”, un nuovo programma che avrà come protagonista due milionari pronti a mettersi alla prova in condizioni mai sperimentate prima. I due imprenditori lasceranno il lusso e la ricchezza delle loro abitazioni per trasferirsi in periferia e vivere con pochi soldi e in una modestissima casa dove resteranno per 10 giorni sottocopertura.I due affronteranno i lavori più umili ed entreranno in contratto con persone umili ma anche discriminate o economicamente in difficoltà. La loro missione sarà quella di trovare persone meritevoli e altruiste che hanno fondi per realizzare le loro aspirazioni. Alla fine del viaggio potranno rivelare la loro vera identità e aiutarli, con donazioni in denaro o regali inaspettati a far sì che i loro progetti e desideri diventino realtà.

SECRET MILLIONAIRE, ANTICIPAZIONI PRIMA PUNTATA 14 LUGLIO 2016: I PROTAGONISTI – I protagonisti della prima puntata di “Secret Millionaire” saranno Fabrizio Rigolio e Armando Saggese. Fabrizio Rigolio, 41 anni di Gallarate, è l’amministratore delegato di un’azienda di accessori per le moto, che recentemente ha lanciato sul mercato una bicicletta di design in carbonio e alluminio. L’imprenditore si trasferirà per dieci giorni a Marcianise, nella terra dei fuochi. Armando Saggese, 44 anni di Napoli, è l’amministratore delegato e fondatore di un’azienda di abbigliamento. Maggese si trasferirà nella periferia di Roma precisamente a Corviale, il mostro architettonico soprannominato dai romani “Il serpentone”.

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Cultura, ripartire dalle periferie e da una cabina di regia museale

Virginia Raggi e la sua giunta hanno scelto di ampliare l’offerta culturale anche ai quartieri esclusi per anni da spettacoli e festival. Giusto anche ripensare all’Estate Romana spesso trasformata in divertificio commerciale.
Il contrasto è eloquentissimo. Ignazio Marino, Pd, insediandosi, puntò le sue carte mediatiche sulla pedonalizzazione dei Fori Imperiali parlando di archeologia e centro storico. Virginia Raggi e la sua giunta hanno scelto la rotta opposta: la partenza è dalle periferie, che hanno regalato al Movimento 5 Stelle la vittoria. La prima uscita pubblica è stata tra i topi e l’immondizia di Tor Bella Monaca (e qui si potrebbe aprire un dibattito sul fatto che, un tempo, un simile gesto sarebbe stato definito «di sinistra»). Virginia Raggi aveva parlato di periferie anche durante la conferenza stampa di presentazione del cartellone del teatro Stabile all’Argentina, chiedendo un’offerta anche per le «altre Rome» oltre il centro.

L’intervista che il neo assessore alla Cultura, Luca Bergamo, ha rilasciato a Paolo Fallai appare perfettamente su questa linea. Domanda: cosa serve subito alla cultura romana? Risposta: «Prima di tutto che la vita culturale torni a beneficio dei cittadini che la vivono in gran parte fuori dal centro storico: non solo come pubblico, ma partecipando in prima persona». Libertà è partecipazione, cantava Giorgio Gaber. Dunque il programma è chiaro e sarà interessante vedere come si declinerà e raggiungerà davvero le periferie, culturalmente abbandonate da troppi anni.

Altri elementi di interesse nell’intervista. L’aver detto ciò che quasi tutti pensano, cioè che l’Estate Romana è in troppi casi un divertimentificio commerciale assai lontano dalla cultura e dalle intenzioni nicoliniane: va ripensata con coraggio e lungimiranza. Giusto l’invito a Macro e Maxxi a parlarsi (nessuna Capitale al mondo ha due musei di arte contemporanea di tale prestigio anche architettonico, l’uso del denaro pubblico in entrambi i casi obbliga al raggiungimento del bene comune, cioè un’offerta coordinata e non competitiva).

Così come appare corretta l’analisi del sistema museale: da anni si chiacchiera (non si ragiona, magari così fosse) di una cabina di regia che coordini l’offerta e la politica delle mostre temporanee, ma egoismi e burocrazie hanno sempre affossato qualsiasi piano sensato. Meno chiara, invece, l’intenzione del neo assessore sulla Soprintendenza capitolina. Così come il giudizio sulle istituzioni: l’Opera, grazie a Carlo Fuortes, è diventata un’eccellenza internazionale e sarebbe bene dargliene pubblicamente atto. In quanto alle contrazioni di spesa sulla cultura, sarebbe bene non demonizzare il possibile contributo, anche in termini di sponsor, dei privati. Sarebbe un gesto antistorico e autolesionista.

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Infrastrutture, scuole e periferie: da Ance un piano da 30 miliardi di euro

All’Assemblea degli edili il Ministro Delrio annuncia un tavolo di confronto sulla fase transitoria del nuovo Codice Appalti.
Manutenzione delle infrastrutture, riqualificazione delle scuole, mitigazione del rischio idrogeologico, investimenti sui beni culturali e nel turismo e piano per il risanamento delle periferie. Sono i cinque capisaldi che secondo l’Associazione nazionale costruttori edili (ANCE) potrebbero mettere in campo 30 miliardi di euro in tre anni.

Le proposte sono state formalizzate durante l’assemblea nazionale dell’Ance che si è svolta giovedì scorso a Roma. Durante i lavori il presidente, Claudio De Albertis, ha chiesto una moratoria che fino al 31 dicembre 2016 consenta alle amministrazioni di bandire le gare già pronte basate su progetti definitivi anziché sui progetti esecutivi.

L’ipotesi di moratoria è stata scartata, ma il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, ha annunciato l’apertura di un tavolo di confronto sulla fase transitoria del nuovo Codice Appalti per monitorare l’andamento del mercato delle opere pubbliche con un occhio particolare all’edilizia che, riporta l’Ance, tra gennaio e giugno un aumento di 4 miliardi rispetto all’anno scorso.

Il piano da 30 miliardi dell’Ance
“Lo shock collettivo provocato dalla Brexit – ha esordito Claudio De Albertis – ha mostrato l’insostenibilità del regime di austerità promosso dall’Unione Europea, che impedisce investimenti per lo sviluppo e la crescita”. Una nota positiva è rappresentata dalla clausola di flessibilità per gli investimenti e dalla cancellazione del patto di stabilità interno. Grazie a queste novità, nel primo trimestre del 2016 sono aumentate le spese sostenute dai Comuni per la riqualificazione del territorio, la lotta al dissesto idrogeologico, la manutenzione e l’ammodernamento delle scuole.

“Quello che oggi serve – a detta di De Albertis – è un grande Piano di sviluppo industriale e infrastrutturale capace di rinnovare in profondità il Paese. Secondo le nostre valutazioni sarebbe possibile mettere in campo 30 miliardi di euro nei prossimi 3 anni, attraverso l’utilizzo delle risorse esistenti e una rinnovata flessibilità per gli investimenti a livello europeo”.

Sono cinque le linee che l’Ance individua come prioritarie per la ripresa:
– La manutenzione e il miglioramento delle infrastrutture esistenti per garantire il mantenimento di adeguati livelli di servizio e di sicurezza.
– L’accelerazione e l’ampliamento del piano di riqualificazione degli edifici scolastici.
– L’assegnazione delle risorse necessarie alla realizzazione del piano pluriennale di riduzione del rischio idrogeologico annunciato a novembre 2014.
– L’investimento sui beni culturali e sul turismo, come risorse da utilizzare al meglio per avviare, soprattutto nel Mezzogiorno, nuovi progetti di crescita economica.
– Il recupero e il risanamento infrastrutturale e sociale delle periferie con un piano da almeno 5 miliardi di euro gestito da una cabina di regia governativa che individui non solo le aree a maggior rischio, ma anche le modalità di intervento da mettere in atto.

Gli effetti moltiplicativi di queste politiche sarebbero considerevoli. Basti pensare – ha sottolineato il presidente dell’Ance – che “una domanda aggiuntiva di un miliardo di euro nel settore genera una ricaduta complessiva nell’intero sistema economico di oltre 3 miliardi e mezzo di euro e quasi 16mila nuovi posti di lavoro”. Dal canto loro, ha chiesto De Albertis, le imprese chiedono solo di poter operare in un contesto di regole certe.

Codice Appalti, le richieste dell’Ance
L’ANCE ha chiesto che venga previsto il subappalto nel limite del 30% riferito alla categoria prevalente, e non all’importo complessivo dell’appalto, e del 100% nel caso delle categorie scorporabili, al netto delle superspecialistiche, e che sia eliminata la norma che prevede l’obbligo di nominare in gara la terna dei subappaltatori.

Sul fronte delle opere di urbanizzazione a scomputo secondarie, di importo inferiore alla soglia comunitaria, è stato domandato che venga recuperata la possibilità di svolgere la procedura negoziata senza bando

Per la qualificazione Soa, Anche ha chiesto di utilizzare l’ultimo decennio di attività (non quinquennio).

“La scelta di privilegiare l’offerta più vantaggiosa è condivisa dall’Ance – ha spiegato il presidente De Albertis – perché costringe le stazioni appaltanti e le imprese a ragionare sulle offerte e sulla scelta più qualificata. Ma dal nostro mondo viene espressa la preoccupazione che l’applicazione di questa normativa a stazioni appaltanti ben lontane dall’essere qualificate (si stanno ancora definendo le linee guida sul tema) e la mancanza sotto la soglia comunitaria dell’obbligo di sorteggiare nell’albo dell’Anac i commissari per la valutazione delle offerte, possa portare ad una fase di opacità o peggio a fenomeni di corruzione. Chiediamo al Ministro se, per il tempo necessario alla qualificazione delle stazioni appaltanti e al consolidamento dei meccanismi di scelta di commissari di gara al di sopra di ogni sospetto, si possa permettere alle stazioni appaltanti la possibilità di utilizzare il sistema della esclusione automatica delle offerte anomale con il metodo antiturbativa fino all’importo di 2,5 milioni”.

BIM, eonomia circolare e rigenerazione urbana
Il presidente De Albertis si è soffermato anche su altri aspetti utili al rilancio. Innanzitutto “Industria 4.0” per l’informatizzazione di tutti i processi produttivi, che in edilizia non può prescindere dal BIM, poi l’economia circolare per il recupero del 70% dei rifiuti da costruzione e demolizione, obiettivo in Italia ancora lontano.

Fondamentale anche la leva fiscale per la riqualificazione degli edifici, che deve putnare sui prodotti di qualità, e la rigenerazione urbana attraverso la rottamazione degli edifici e dei quartieri obsoleti.

Alla fine del suo intervento il presidente De Albertis si è soffermato anche sul contratto di cantiere per favorire la sicurezza e la regolarità del lavoro e sull’importanza di accesso al credito per le imprese.

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Le opere di Le Corbusier sulla lista dell’UNESCO

Si tratta in particolare della Villa Le Lac a Corseaux (VD), e dello stabile Clarté a Ginevra.
L’opera architettonica di Le Corbusier è stata iscritta sulla lista del Patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO. Lo rende noto oggi l’Ufficio federale della cultura.

L’iscrizione comprende 17 luoghi in sette Paesi (Francia, Svizzera, Belgio, Germania, Argentina, Giappone, India), volti a dimostrare la dimensione planetaria dell’opera di Charles-Edouard Jeanneret-Gris, detto Le Corbusier, nato a La Chaux-de-Fonds (NE) nel 1887 e deceduto in Francia nel 1965.

Delle opere dell’architetto realizzate in Svizzera sono state iscritte Villa Le Lac in riva al lago Lemano (Corseaux, VD) e l’Immeuble Clarté (Ginevra, GE).

L’opera di Le Corbusier ha apportato un contributo fondamentale al Movimento Moderno, una corrente che tra il 1910 e il 1960 diede il via a un dibattito globale sulla funzione dell’architettura, creò un nuovo linguaggio architettonico e sviluppò le tecniche di costruzione cercando di rispondere alle esigenze della società moderna.

I lavori di Le Corbusier rappresentano un approccio innovativo in termini di spazi e progettazione che ha esercitato grande influsso sull’edilizia in molte parti del mondo. In occasione della sua 40a seduta, il Comitato del patrimonio mondiale ha riconosciuto lo straordinario valore universale della serie di opere scelte di Le Corbusier. I 17 oggetti ripartiti in sette Paesi incarnano soluzioni architettoniche e costruttive eccezionali per rispondere alle sfide della società del Novecento.

La candidatura dell’opera è stata presentata già due volte al Comitato del patrimonio mondiale, sotto l’egida della Francia. Sia nel 2009 che nel 2011 era tuttavia stata respinta con la richiesta di rielaborare il dossier presentato. Gli Stati interessati hanno pertanto ridefinito la serie riducendo tra l’altro il numero di oggetti.

Charles-Edouard Jeanneret nasce il 6 ottobre 1887 a La Chaux-de-Fonds, importante centro dell’orologeria svizzera dell’epoca. Nel 1917 si trasferisce a Parigi dove lavora come architetto e dal 1920 assume lo pseudonimo di Le Corbusier. Muore il 27 agosto 1965 a Roquebrune-Cap-Martin, in Costa Azzurra

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Ecomuseo Casilino: “Espropiare aree private con i fondi del bando delle periferie”

La richiesta dell’associazione Ecomuseo Casilino per scongiurare tentativi di speculazione edilizia sui terreni vincolati: “L’assenza di una pianificazione urbanistica sta mettendo a repentaglio l’area”.
Ecomuseo Casilino: “Espropiare aree private con i fondi del bando delle periferie”

Espropriare i terreni privati che ricadono nel Comprensorio archeologico casilino Ad Duas Lauros tramite i fondi previsti per il Comune di Roma nel Bando delle periferie del Consiglio dei Ministri. E’ la richiesta avanzata dall’associazione che da anni si sta battendo per l’istituzione di un ecomuseo negli spazi del Comprensorio che ricadono sul territorio del V municipio. La gara prevede uno stanziamento totale di cinquecento milioni di euro destinati a progetti di recupero, trasformazione virtuosa e contrasto alla marginalizzazione dei territori periferici urbani, con la Capitale che potrà beneficiare di decine di milioni di euro.

“Alla luce di questa disponibilità potenziale abbiamo deciso avanzare una richiesta tanto semplice quanto necessaria: utilizzare parte di quei fondi per l’acquisizione a patrimonio pubblico delle aree private del Comprensorio” scrivono in un comunicato stampa i membri dell’associazione. Parliamo di decine e decine di ettari che costituiscono un polmone verde per l’area compresa fra viale della Primavera, via Casilina, via Acqua Bullicante e via Prenestina, un paesaggio ricchissimo di storia, archeologia, antropologia, arte, da valorizzare come punto di partenza “per una riconfigurazione non solo urbanistica ma anche economica e sociale dell’area”.

Perché chiedere l’esproprio dei terreni privati? “L’assenza di una chiara pianificazione urbanistica e le manovre speculative (l’ultima in ordine di tempo quella che ha portato alla costruzione del LIDL) stanno mettendo a repentaglio l’area che, ricordiamo, è vincolata paesaggisticamente e inserita nel contesto del PTPR”. Per questo motivo “chiediamo al Muncipio Roma 5 e al Comune di Roma di farsi carico di una progettazione esecutiva nel contesto del bando delle periferie che preveda prima di tutto l’acquisizione delle aree del Comprensorio Casilino”. In particolare l’area verde compresa fra via Casilina, via Labico, via dei Gordiani e confinante col perimetro dell’attuale Villa De Sanctis, l’area verde compresa fra viale Telese, via Teano, via Prenestina, l’area verde compresa fra via Labico, via Acqua Bullicante, via Teano e via San Vito Romano, l’area verde attualmente privata del Parco Somaini.

Secondariamente, continua poi la nota, “chiediamo che vengano avviati: la bonifica e la messa in sicurezza di tutto il comparto ambientale e naturalistico (con particolare attenzione alle aree con cavità e conclamato dissesto idrogeologico), un piano di ricerca e studio negli ambiti culturali e ambientali del territorio attraverso la creazione di nuovi presidi di ricerca, interpretazione del territorio e il sostegno dei centri di documentazione e studio esistenti, un piano di riqualificazione, ristrutturazione e valorizzazione dei beni culturali e naturali esistenti”. E ancora “la progettazione di un piano complessivo di promozione dell’area dal punto di vista culturale e naturalistico”, insieme alla discussione della legge regionale sugli ecomusei già approvata in Commissione cultura.

“Ci facciamo portavoce dell’esigenza di una progettazione seria ed ambiziosa – concludono i membri dell’associazione – che archivi definitivamente una politica del suolo predatoria e un modello economico che non restituisce valore, ma anzi lo concentra in mano a pochi impoverendo il tessuto economica, sociale e culturale dell’area”.

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