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Nasce coordinamento dei comitati. Gabrielli: «Anche le istituzioni devono saper fare rete»

È stato costituito ieri a Roma, nel corso di un convegno organizzato nella sala Aldo Moro alla Camera dei Deputati, il “coordinamento delle periferie”, e cioè la prima rete nazionale di associazioni ed enti di “animazione sociale” che fanno da collante e sostegno alle azioni (le più varie) di rilancio fisico e sociale dei quartieri degradati di sette grandi città: Roma, Napoli, Bari, Bologna, Milano, Torino e Palermo.

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Si tratta di realtà diverse. Comitati o associazioni (sempre con ruoli di “collante”, non per specifiche iniziative): Corviale Domani (Roma), promotore dell’iniziativa, Comitati dei quartieri Libertà e Nuova San Paolo a Bari, Comitato Le Vele di Scampia a Napoli, Laboratorio Zen insieme a Palermo. Soggetti a cavallo tra pubblico e privato, come le Case di quartiere a Torino. Soggetti pubblici ma con ruolo di “mediazione”, come l’Urban Center di Bologna. Soggetti privati come Avanzi a Milano, architetti urbanisti specializzati in urbanistica partecipata e attivi in vari progetti a Milano.

L’ambizione del coordinamento (che si chiama «La realtà si vede meglio dalle periferie», citando una recente frase di papa Francesco) è quella, oltre a fare rete dal basso, di portare stabilmente la voce delle associazioni di quartiere nei palazzi delle istituzioni.

L’iniziativa ha ricevuto il sostegno del capo della Polizia Franco Gabrielli, che è intervenuto al convegno con una video intervista: «La crisi ha colpito di più le periferie. Ma esistono potenzialità enormi, è fondamentale che ci sia partecipazione ed è importante il coordinamento che avete costituito oggi. Ma anche le istituzioni devono imparare a fare rete, mentre spesso questo non avviene. Le istituzioni devono sporcarsi le mani, ascoltare i territori, non spaventarsi se spesso il dialogo è un po’ urlato e teso; e il dialogo va preso sul serio, gli impegni vanno rispettati, e bisogna che le istituzioni si parlino per affrontare i problemi e sappiano fare rete nel cercare di risolverli». Un intervento, quello di Gabrielli, che senza dubbio mette a frutto anche la sua esperienza di prefetto di Roma e capo della Protezione civile.

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Periferie… Tutti al centro! Si riparte dai “margini”

Un convegno sulle periferieIn pieno centro a Roma. Un paradosso? No, soprattutto se il tema principale dell’incontro è la rigenerazione di luoghi che non possono – e non devono – esser considerati marginali e per questo abbandonati a loro stessi.

Le periferie di cui si è parlato nella giornata del 23 novembre non sono quelle considerate tali perché geograficamente lontane dal centro della città. Sono invece quelle comunemente percepite come non-luoghi. Periferie che sanno di identità smarrite e nelle quali “stare al margine” diventa una consapevolezza più che una sensazione.

Ed è proprio dai tentativi di contrasto di questo status quo delle cose che prende forma il convegno “La realtà si vede meglio dalla periferia”. Nell’affascinante cornice della Sala Aldo Moro di Palazzo Montecitorio non si dà importanza a parole belle ma vuote. Il tavolo dei relatori è costruito infatti in modo tale da offrire testimonianze, esperienze e progetti messi in atto nelle periferie di diverse città italiane.

Gli interventi

Da Corviale (col suo “Serpentone”) allo Zen, da Scampia al Nuovo San Paolo, gli interventi di educatori, architetti, assessori ed esperti si susseguono incessanti. Una giornata sembra non bastare per entrare nel vivo di un tema che non può esser più solamente osservato dalla superficie. Ma, di certo, diventa sempre più impossibile non notare quanto le periferie siano accomunate da un’unica, fondamentale caratteristica: l’esser ritrovo di creatività e (sotto)culture.

Le persone, gli abitanti della periferia stessa, non possono dunque diventare un elemento secondario nell’analisi di questi luoghi. Anzi, al contrario, ripartire da chi vive questi spazi, ricomporre un sentimento di integrazione e identità sono il primo passo per riappropriarsi realmente delle periferie. E, non a caso, l’accesso al Convegno avviene dall’ingresso principale di Montecitorio, per un confronto con le istituzioni finalizzato a rimettere le persone al centro. Così come, con nuovo vigore, si sta tentando di fare con molte periferie italiane.

Se l’architetto Giovanni Caudo cita De Andrè e la sua “direzione ostinata e contraria” per riaffermare proprio la necessità di riqualificare le periferie, il convegno entra però nel vivo col racconto di progetti concreti realizzati in particolari periferie del nostro stivale.

“Carceri speciali”, Libertà e Serpentone

Letizia Liberatore e Domenico De Renzo (rispettivamente dei Comitati di quartiere Libertà e Nuovo San Paolo) ci portano alla scoperta di una Bari popolare sulla quale continuare a lavorare. “Il quartiere Libertà è da sempre musica, colore, luogo d’espressione d’arte e cultura. Doveva essere uno spazio aperto ai giovani, uno spazio da vivere. Ma il risultato non è stato quello”, dice Letizia. “Per questo ci impegniamo, per rispondere al degrado portando cultura. Ogni giorno c’è un forte reazione da parte di cittadini determinati a cambiare le cose.”

Dal racconto della Nuova San Paolo, dove i cittadini che hanno investito non vedono dopo 17 anni ancora alcun risultato, si passa poi a quello di Scampia. La storia delle “Vele” viene raccontata dai rappresentanti del Comitato e da chi, le vele, le vive e ricorda quando erano ancora sette: “C’è un’umanità straordinaria. Gente che lotta e non si rassegna. Le Vele noi le chiamiamo carcere speciale perché abbiamo visto cose bruttissime e per 30 anni siamo stati etichettati da un mondo che vede solo la Scampia dei film, di Gomorra. Ma non siamo solo questo”.

Lavoro, passioni…

Le emozioni di fronte a racconti di quanto è stato fatto e quanto ancora ci sia da lavorare si fondono con interviste, dati tecnici e interventi-video, come quello del Capo della Polizia Franco Gabrielli, sulla (in)sicurezza di molte delle periferie chiamate in causa. Pino Galeota, CorvialeDomani (facente parte di Coordinamento 23 Novembre – organizzatore dell’evento insieme al Forum Terzo Settore Lazio e altre reti e associazioni attive sul territorio), spiega come in quartieri simili la battaglia si combatte sul campo del valore sociale. In questo senso la risposta di Gabrielli risuona ancora più forte: “in 13 mesi ha visitato 60 periferie. Quando abbiamo detto che a Corviale non viene nessuno, lui ha prontamente risposto Ci vengo io. E l’ha fatto sul serio”, conclude Galeota.

…E foto dalle periferie

L’intervento del Dott. Sandro Cruciani – Responsabile Direzione Centrale ISTAT – diventa invece fondamentale per combinare le esperienze maturate “sul campo” con dati, numeri e statistiche. Istantanee capaci di restituire importanti fotografie di Comunità e territori da coinvolgere nel processo di rigenerazione.

La mattinata si conclude con gli interventi di Giovanni Ginocchini, Urban Center Bologna, Erika Mattarella, che porta l’esperienza di Torino, Elena Donaggio la realtà di Milano e Mariangela Di Gangi, Laboratorio Zen Insieme, di Palermo.

Tante voci, competenze diverse eppure punti di vista estremamente interessanti. Utili a fornire una visione generale della questione e raccontare piani di azione realizzabili da chi conosce bene il tema di cui parla. Tutti elementi che denotano la particolare cura nella selezione dei relatori e delle realtà presentate.

In viaggio per l’Italia

A Bologna l’Urban Center crea spazi di “immaginazione civica” e innova con “patti di collaborazione” che favoriscano la partecipazione dei cittadini attraverso un “bilancio partecipativo”: per la prima volta sono i cittadini a votare i progetti presentati (quasi 30, segno della voglia di fare per donare nuova identità alla propria periferia). Voto aperto a ragazzi dai 16 anni, agli studenti non residenti e agli stranieri. Insomma, a tutte quelle persone che vivono la città ma non hanno in altri casi il diritto di dire la loro.

A Torino è la realtà delle case di quartiere a rivoluzionare il concetto di periferia passiva: aperte a tutte e sede esclusiva di nessuno, questi luoghi diventano importanti contenitori di progettualità, come a Milano è il progetto UIA a dare vita a una mappatura e scoperta di buone pratiche provenienti “dal basso”.

In pochi minuti Mariangela Di Gangi riesce invece a colpire l’intera sala con un incisivo racconto delle attività di Laboratorio Zen Insieme sul territorio palermitano. Poche e chiarissime parole che lasciano ben impresso un concetto: “l’obiettivo degli educatori, qui, è combattere non la mafia, ma la mentalità mafiosa”.

Sociale, istituzioni e nuove narrazioni

“Non siamo tutti Buzzi, non siamo tutti Carminati”, inizia con questo monito di Salvatore Costantino (Presidente impresa sociale Folias – Legacoop) il pomeriggio, che prosegue poi all’insegna di tavole rotonde istituzionali. “Come rigenerare la periferia?”, chiede Francesca Danese, Portavoce Forum Terzo Settore Lazio. “Con la conoscenza e, insieme, la valorizzazione di un mondo come il Terzo Settore. Non si tratta di portare il Colosseo in periferia, piuttosto il contrario. Va sottolineato che rispetto ad altre città europee da noi non ci sono banlieue, però dobbiamo prendere atto della preoccupante situazione attuale: la povertà è fortemente aumentata anche nei paesi che hanno voluto creare l’Europa. E allora, se ci siamo fatti sfuggire un’Europa sociale, forse dobbiamo ripartire proprio dalle periferie per ritrovare alcuni valori persi”.

Mentre gli interventi continuano, almeno due consapevolezze si fanno strada, decise: la prima che un dialogo e la creazione di una rete tra realtà territoriali di Città metropolitane diverse è possibile. La seconda è che la ricostruzione passa anche, e soprattutto, dalle amministrazioni. E sta proprio alle istituzioni creare nuove narrazioni.

Materiale ce n’è, voglia di fare e capacità di riuscire non mancano, quindi… Non resta che ripartire. Dalle periferie, ovviamente.

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Allo Zen c’è da pagare un debito verso il territorio

In città pronti 18 milioni di euro. Per il capoluogo siciliano era presente l’associazione Zen Insieme. «È uno strumento che migliora la qualità e il senso di appartenenza alla comunità».

«Le istituzioni allo Zen devono pagare lo scotto di essere mancate per tanto tempo e hanno un debito nei confronti di quel territorio. Questo piano potrà essere una sorta di risarcimento per questo assenza». Mariangela Di Gangi, presidente dell’associazione Zen Insieme, racconta così l’incontro che si è tenuto ieri a Montecitorio, durante il quale è nato il coordinamento tra le realtà sociali delle città in cui è stato approvato il Piano per le Periferie. A Palermo questo piano porterà 18 milioni di euro tra fondi comunali, fondi del Patto per Palermo e anche fondi privati. Si tratta di cifre che in ogni caso sono presenti sulla carta ma non sono state ancora trasferite dai Comuni di riferimento. Ecco perché le associazioni che lavorano nelle città dove il Piano è stato approvato hanno promosso un incontro-convegno a Roma dal titolo La realtà si vede meglio dalla periferia, sul tema della rigenerazione delle periferie.

Le sette organizzazioni di altrettante città che hanno visto approvato il Piano sono: Corviale Domani (Roma), Urban Center (Bologna), Avanzi (Milano), Comitato Le Vele Scampia (Napoli), Laboratorio Zen Insieme (Palermo), Comitati Quartiere Libertà e Nuovo San Paolo (Bari), Progetto CO-CITY in Urban innovations Actions (Torino). Insieme hanno lanciato il Coordinamento Periferie che servirà per monitorare la spesa di questi fondi e per permettere alle associazioni di scambiare esperienze e metodologie. A Palermo la riqualificazione riguarderà la costa Nord, quindi in particolare lo Zen ma anche Marinella e Sferracavallo. «Questo coordinamento serve come interfaccia con le istituzioni – spiega Mariangela Di Gangi – per permetterci di lavorare meglio, affiancandoci e rafforzandoci rispetto alla realizzazione dei piani».

In questo primo incontro si è provato a delineare le linee guida operative per riqualificare e rigenerare i luoghi dove vivono moltissimi cittadini, spesso in condizioni di svantaggio in termini di servizi pubblici. «Nel mio intervento – continua Di Gangi – ho cercato di spiegare il mio punto di vista da operatrice nel quartiere, non scendendo nel merito del progetto in se ma raccontando l’importanza del processo, e non del progetto, che prova con fatica a corresponsabilizzare cittadini e istituzioni. La rigenerazione urbana, poi, per me è uno strumento che migliora la qualità della senso di appartenenza alla comunità, che può provare a accorciare la distanza tra cittadini e istituzioni per creare reale coesione sociale».

Tra i tanti relatori e ospiti presenti: il ministro per la Coesione Territoriale Claudio De Vincenti, Pino Galeota di Corviale Domani (Roma) e Giovanni Ginocchini di Urban Center (Bologna), Claudio Giangiacomo, avvocato del Cild – Centro di Iniziativa per la Legalità Democratica, il capo della Polizia di Stato Franco Gabrielli, il presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera Andrea Mazziotti Di Celso, il vice Avvocato dello Stato Marco Corsini, il direttore generale Fondazioni Casse di Risparmio Franco Righetti, il presidente della Commissione parlamentare Periferie della Camera Andrea Causin,  la segretaria nazionale dell’ANCI Veronica Nicotra.

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Bimba di 3 anni all’asilo con la droga

La piccola ha consegnato la bustina con la marijuana alla maestra. Forse l’ha scambiata per una merenda. In casa dell’uomo, un immigrato nigeriano di 31 anni che vive con un’italiana, trovati altri due grammi di erba.

Ha probabilmente scambiato la bustina di marijuana per la sua merenda. O per un gioco come un altro. Certo è che la bimba di appena tre anni non poteva immaginare che in quel piccolo involucro trovato in casa c’erano alcuni grammi di droga che ingenuamente ha portato all’asilo. Una volta in classe ha consegnato la bustina alla maestra. Fortunatamente non è finita nelle mani di altri bambini.

Degrado

Accade al quartiere Libertà di Bari, dove degrado e criminalità assillano i residenti impotenti davanti ad una situazione che non accenna a migliorare. Nonostante le iniziative delle istituzioni e il rafforzamento dei controlli delle forze di polizia. Gli episodi di microcriminalità sono quotidiani (la parrocchia San Carlo Borromeo qualche giorno fa è stata oggetto di un atto vandalico e di un furto), ma ciò che è successo l’altra mattina nell’asilo è assai più grave. La maestra intuendo il contenuto di quella bustina ha telefonato alla polizia e una pattuglia della squadra Volanti ha raggiunto l’asilo poco dopo. La droga è stata sequestrata, poi i poliziotti sono andati presso l’abitazione dei genitori della bambina, nigeriano lui e italiana lei. In casa c’era solo il padre 31enne e durante la perquisizione gli agenti hanno trovato altri due grammi di marijuana. L’uomo è stato denunciato per detenzione di sostanze stupefacenti.

Il tribunale dei minorenni

La vicenda è stata segnalata al Tribunale per i Minorenni: la magistratura minorile in attesa dei risultati investigativi della polizia coordinati dalla procura, ha affidato la minore alla famiglia. Le indagini dovranno verificare le modalità con le quali la piccola è entrata in possesso dello stupefacente. In altre parole agli investigatori spetta il compito di capire se il padre custodiva la droga in un luogo alla portata della figlia o se la bambina l’abbia trovata nonostante fosse in un nascondiglio sicuro. Nei prossimi giorni, con ogni probabilità, sarà disposto l’ascolto protetto della minore per tentare di ricostruire quanto accaduto. Le indagini appureranno infine se lo stupefacente in possesso del 31enne fosse per uso personale o finalizzato allo spaccio. Considerato che gli introiti della criminalità del Libertà arrivano soprattutto dalla vendita di droghe che talvolta avviene anche in pieno giorno. I migranti che numerosi vivono nel quartiere grazie al «florido» mercato degli affitti in nero, vengono tante volte assoldati da esponenti di pericolosi clan del territorio proprio per lo spaccio al minuto.

Cerignola

Alcuni giorni fa un altro episodio di droga a Cerignola ha coinvolto un bambino di 14 mesi che ha rischiato di morire dopo aver ingerito un pezzetto di hascisc scambiato per cioccolato. L’hanno salvato i medici di Foggia.

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Midollo – spettacolo itinerante nelle vertebre del Corviale

Nell’ambito dell’Estate Romana 2017, Laminarie ha creato e prodotto Midollo – spettacolo itinerante nelle vertebre del Corviale.
Il progetto è dedicato al Serpentone – uno dei palazzi più imponenti della periferia romana – che conta 1200 appartamenti disposti su nove piani. Con Midollo, il pubblico varcherà le fessure di questa lunga spina dorsale di cemento che racchiude al suo interno piccole e grandi storie, mettendo in relazione gli spettatori con la struttura architettonica del Serpentone e con le persone e i racconti che lo abitano.

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E ogni tanto rispunta fuori un articolo su Corviale….

Di quegli articoli fatti un po così ripescando dal repertorio e degradando chi ci vive e ci lavora ogni giorno.

A Corviale è vero che ci sono situazioni difficili e microcriminalità ma non è quel mostro in mezzo al nulla che descrivete.

A Corviale si vive l’abbandono delle istituzioni che a volte (spesso in campagna elettorale) ritornano, fanno promesse e aggiustano qualcosa.

A Corviale esiste un centro polivalente Nicoletta Campanella dove c’è una biblioteca, la banca del tempo un centro di orientamento al lavoro, e dove si svolgono corsi professionali. Sempre nel centro polivalente c’è un punto ristoro.

Nell’edificio difronte il palazzo ci sono: polizia municipale, sportello anagrafico del municipio, la sede del consiglio del municipio e il Mitreo, un luogo dove si svolgono diverse attività culturali. E poi Il calcio sociale, il campo da rugby, la piscina comunale. All’interno del palazzo una sede della Asl con ambulatori e consultorio. Due Caf, un comitato inquilini. Un centro anziani. Una farmacia comunale. Varie associazioni e cooperative che lavorano per il quartiere.

All’interno in una parte del quarto piano da più di 20 anni una comunità di religiosi offre aiuto e un’oasi di pace. La parrocchia all’inizio del palazzo. A due minuti a piedi un centro commerciale, una piazza con il mercato 2 volte la settimana.

E tanto verde.

Non è il paradiso, ci sono dei problemi come in ogni altro quartiere di Roma. Solo che Corviale da sempre fa notizia per questo, per essere il mostro. E ogni tanto spunta fuori qualcuno chè dice di abbatterlo.

La manutenzione ordinaria non è frequente e l’Ater non può e non deve abbandonare un quartiere dietro la scusa del “non pagano”. La scuola “sotto casa” è in ristrutturazione da anni, ma di chi è la colpa? E comunque ci sono altre due scuole raggiungibili a piedi in 10/15 minuti.

Corviale e Casetta Mattei da anni vivono il disagio di un insediamento abusivo rom molto numeroso, in questi giorni sta avvenendo l’ennesima bonifica del luogo con annessa recinzione ma se non ci sarà un costante intervento delle istituzioni tra un mese tornerà l’insediamento con l’immondizia e il degrado. Di cosa ha bisogno Corviale? Sicuramente non di articoli come questo… sicuramente di un maggiore controllo e contrasto alla microcriminalità e di manutenzione.

A Corviale la mattina per le strade del quartiere trovi qualche anziano sulle panchine e anche qualche giovane perché c’è anche dispersione scolastica e disoccupazione, persone che prima di andare a lavoro fanno jogging, persone che vanno a lavoro o nei vari posti del quartiere che ho elencato prima (ne avrò sicuramente dimenticato qualcuno).

Studenti di architettura che ciclicamente vengono a studiare la sua struttura. E più tardi famiglie, bambini che giocano.

Corviale non è un quartiere perfetto ma smettiamola di descriverlo come quell’alieno estraneo alla città come poteva esserlo 30 anni fa. Ci sono tante persone che si rimboccano le maniche e non vanno lasciate sole.




Corviale: la vicenda del Punto Ristoro arriva in Consiglio Municipale

Votato l’atto del Pd che eviterebbe lo sgombero del Punto Ristoro nel Centro Campanella.

Potrebbe essere stata scongiurata la chiusura del Punto Ristoro ed aggregazione sociale all’interno del Centro Polifunzionale ‘Nicoletta Campanella’ a Corviale. Grazie anche alla presenza in Aula di moltissimi utenti e residenti del quartiere, è stata approvata una mozione presentata dal Pd in Municipio XI. “Oggi, votando il nostro atto, sembra che il M5S abbia fatto marcia indietro, che non voglia più procedere allo sgombero dei locali – hanno spiegato i consiglieri Pd Maurizio Veloccia, Gianluca Lanzi, Giulia Fainella e Angelo Vastola – Ora ci aspettiamo atti conseguenti: che sia evitato lo sgombero del 21 settembre e che quindi sia scongiurata la chiusura”. Lo stesso documento era già stato presentato in Aula il 25 luglio, ma “era stato fatto decadere per volontà del M5S”, spiegano i dem.

IL PUNTO RISTORO – Il Punto Ristoro rischiava lo sgombero e la chiusura, già programmata per il 21 settembre prossimo. Questo, come si legge sul profilo facebook della struttura, perchè “è stato ignorato un bando a cui il centro puntualmente ha sempre partecipato e, nella conformità delle richieste, vinto. Doveva essere ancora una volta così – spiegano – ma il cambio di Giunta ha fatto si che nella parte finale della gara il bando sia stato annullato”. Questo ha portato gli attuali gestori in una situazione di ‘abusivismo’ a causa della scadenza dei termini della concessione. “Eravamo pronti a partecipare a nuovo bando”, spiegano, ma questo non è arrivato. Nei suoi circa vent’anni d’attività il Punto Ristoro ha svolto una funzione aggregativa e di presidio sul territorio di Corviale. Questo, si legge, “fornendo servizi importanti, oltre la cucina un riferimento per uffici, Vigili, studenti e persone del luogo – e ancora – il Punto ristoro, si è sempre contraddistinto per il sostegno all’integrazione rivolta alla fascia più debole, ragazzi con disagi familiari, con disabilità. Ha sostenuto sempre iniziative culturali, con mostre pittoriche e fotografiche di artisti emergenti e iniziative in collaborazione con la biblioteca di Corviale Nicolini”.

IL GIUDIZIO – Risulta particolarmente duro il giudizio avanzato dai consiglieri democratici su questa vicenda. “Sembra che ci sia un vero e proprio accanimento da parte del M5S nei confronti dei cittadini di Corviale e dei loro luoghi di aggregazione – scrivono – prima, nei mesi scorsi, è stata la piscina di Corviale a rischiare la chiusura ora è il turno del punto ristoro, che ricordiamo è a servizio dei ragazzi del centro di salute mentale nonché di tutti i cittadini di Corviale e che il 21 settembre, se il Municipio non interverrà, sarà chiuso con l’utilizzo della forza pubblica”.

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Sono arrivati a destinazione i 24 giovani di “ViaSalaria”

Il gruppo di studenti e giovani ricercatori partiti a piedi da San Benedetto del Tronto il 16 agosto, è approdato a Ostia venerdì 1 settembre portando a termine il cammino attraverso il centro Italia. Noi de La rucola li abbiamo incontrati al termine della prima tappa a Spinetoli, quando c’è stato il loro incontro con il dottor Nazzareno Graziosi, nostro collaboratore e ora pubblichiamo il report della loro avventura così come direttamente l’hanno vissuta.

Il cammino si è concluso!

Durante il nostro tragitto da San Benedetto del Tronto a Ostia abbiamo toccato luoghi, studiato pratiche e discusso con esperti e comunità locali sulle possibilità di sviluppo di territori diversi. Passo dopo passo, tappa dopo tappa, abbiamo costruito un laboratorio di riflessione itinerante che ha coinvolto studenti e giovani ricercatori provenienti da 5 università italiane e che diventerà presto un tavolo permanente di discussione e dibattito su temi di natura urbanistica.

Attraversando Arquata del Tronto, Accumoli e Amatrice, il gruppo ha incontrato ricercatori che da anni studiano il post terremoto, cercando di comprendere i risvolti politici, sociali e urbanistici della catastrofe e le traiettorie e i limiti del processo di ricostruzione.

Parlando con le comunità locali del cratere, i ragazzi e le ragazze di “ViaSalaria” hanno dipinto una immagine di coraggio, umiltà, tenacia e voglia di ritornare ad abitare quanto prima i territori messi in ginocchio dal sisma.

Un enorme grazie ai 24 partecipanti a ViaSalaria, i nostri eroi, ovvero Marco, Francesco L., Francesco P., Federico, Alessandro, Luca B., Eleonora, Fabio, Letizia, Raquel, Gianfrancesco, Jonatas, Alessio, Flavio, Laszlo, Arianna, Liam, Minoo, Giovanni, Serena, Daniele, Niels, Francesco F. e Alessia.

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17 agosto – Attraversamento del fondovalle del Tronto con Ikonemi e incontro con Nazzareno Graziosi

18 agosto – Incontro sulla SGL Carbon di Ascoli Piceno

22 agosto – Incontro con le Brigate di Solidarietà Attiva e il gruppo di ricerca Emidio di Treviri

23 agosto – incontro con Claudio Centanni (INU Marche)

23 agosto – sopralluogo nella zona rossa di Amatrice

Il 31 agosto, visita al Corviale di Roma

Il 31 agosto, giornata di sosta del gruppo a Roma, “ViaSalaria” ha visitato il Corviale leggendo e interpretando cicli e pratiche d’uso dello spazio pubblico del quartiere. Con l’aiuto di Marco Mareggi (Politecnico di Milano), il gruppo ha studiato qualità e fruibilità dello spazio pubblico e semi privato di questo grande brano di periferia romana. Nel pomeriggio, i partecipanti hanno incontrato Adriano Sias (Corviale Domani), Paolo Scamponi (Comitato di Quartiere Corviale), Don Gabriele (Fraternità dell’Incarnazione Corviale) e Giulia Pietroletti (Università La Sapienza di Roma) che hanno dialogato con il gruppo cercando di restituire la complessità funzionale e sociale dell’edificio.

Trasparenza

I fondi raccolti dalla campagna crowdfunding andranno a finanziare le spese di partecipazione (per chi viene da fuori Torino) alla conferenza finale e di organizzazione della mostra che si terrà a Torino il 20 ottobre prossimo. Un’altra piccola ma doverosa precisazione: ViaSalaria non ha ricevuto alcun contributo da nessuno dei partner del progetto, dunque né dal Politecnico di Torino né dai cinque Comuni che hanno rilasciato il patrocinio. Gli studenti hanno partecipato a loro spese e il progetto è interamente autofinanziato!

Upcoming events

I 24 giovani di “ViaSalaria” invitano tutti i loro sostenitori alla Conferenza Finale e all’inaugurazione della Mostra che si terrà a Torino (Castello del Valentino) il giorno 20 ottobre 2017 (data da confermare), dove discuteranno dei più importanti risultati del cammino e lanceranno l’itinerario del cammino dell’anno prossimo!

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Il tema delle periferie visto da New York

La Grande Mela vara un ambizioso piano per distribuire in maniera più organica gli investimenti nel settore culturale, che andranno a coprire le aree “periferiche”. Un’iniziativa fortemente voluta dal sindaco de Blasio.

Sin dal XIX Secolo, la municipalità di New York finanzia la cultura, e lo fa con un volume d’investimenti di gran lunga superiore a tutte le altre città americane, e ai singoli Stati federali. Addirittura, il fondo nazionale per le arti, che dipende dal Governo, ha una dotazione inferiore rispetto agli stanziamenti della Grande Mela. Il 2017 rappresenta un punto di svolta: con il nuovo piano lanciato dalla città, si intende destinare risorse a quelle aree cittadine che ne hanno sin qui beneficiato di meno, le periferie. Tema che peraltro rappresenta una delle scommesse del presente anche in Italia, dove il Mibact ha stanziato 100.000 euro per la seconda edizione del concorso di idee per la riqualificazione di dieci aree urbane periferiche in tutto il territorio nazionale rivolto ad architetti under 35.

IL NUOVO PIANO CULTURALE

Dopo un lungo studio del territorio, un’apposita commissione del Dipartimento Affari Culturali ha pubblicato il rapporto CREATENYC: A Cultural Plan for All New Yorkers, che in 180 pagine mira a riorientare la vita culturale della città verso le zone sin qui trascurate rispetto ad altre. Tuttavia, ha spiegato Tom Finkelpearl, presidente della commissione “in città non ci sono deserti culturali, ci sono musei, gallerie, e spazi di vario genere in ogni quartiere. Il problema è che non tutti ricevono adeguato sostegno finanziario, in particolare non sono ben distribuiti i finanziamenti per i singoli artisti”. Il nuovo piano intende quindi parificare il più possibile la disponibilità di risorse nelle varie zone. Il primo passo è quello di aumentare immediatamente il sostegno a quelle istituzioni che fanno parte del Cultural Institutions Group, e praticano una politica dei prezzi dei biglietti molto bassa, o addirittura a ingresso gratuito. Ne fanno parte, fra gli altri, il MET, il Museo di Storia Naturale, ma anche la Wave Hill del Bronx, il Jamaica Center for Arts and Learning, e il Museo del Barrio. Così il sindaco de Blasio ha espresso la sua determinazione a portare avanti il progetto: “Questa è una città di ricchezza culturale ineguagliabile che si esprime sui marciapiedi, nei negozi, nei parchi, come nei musei e nei teatri. Se vogliamo mantenere questo clima creativo, dobbiamo usare tutti gli strumenti possibili per garantire a tutti i cittadini pari opportunità di accesso alle opportunità culturali. CreateNYC è lo strumento giusto per farlo“.

DISABILI, AFROAMERICANI, AMBIENTE

Il nuovo piano prevede anche una serie di interventi a sfondo sociale, come ulteriori finanziamenti a favore di artisti con disabilità, e il varo di un programma di formazione professionale dedicato agli afroamericani, volto a favorire la loro presenza in posizioni chiave all’interno delle istituzioni culturali in genere, considerando la bassa percentuale di persone di colore con incarichi dirigenziali. Sono allo studio anche misure per incentivare l’impatto ambientale dell’attività culturale, con incentivi per pratiche di gestione che limitino la produzione di anidride carbonica (ad esempio utilizzando fonti alternative per l’illuminazione degli ambienti). Jimmy Van Bramer, fra i promotori del piano, ha dichiarato come questo sia stato concepito per “andare incontro a tutti coloro che, per qualsiasi ragione, hanno ritenuto che quanto sin qui realizzato non fosse per loro, o che hanno esitazioni nell’accedere a fondi, enti, eccetera. Abbiamo l’obbligo di abbattere quelle barriere e scoprire dove sono le lacune e le iniquità. Stiamo facendo molto. Siamo la capitale culturale del mondo“.

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Obiettivo raggiunto

Con un anno di ritardo (come facebook ci ricorda) obiettivo raggiunto:

“Roma, Manital vince il bando dell’Ater per la riqualificazione del 4° piano di Corviale”

A luglio la consegna del cantiere, in coordinamento con la Prefettura.

Progetto esecutivo e direzione lavori affidati a Guendalina Salimei (T-Studio).

Il gruppo Manital di Ivrea sbarca nella alla periferia romana di Corviale, a Roma, per realizzare un appalto “storico”: quello per riqualificare il famoso “quarto piano”, cioè l’area all’interno del maxi complesso di edilizia popolare dove sono state realizzate abusivamente un numero imprecisato di unità abitative, “invadendo” uno spazio inizialmente destinato a …”

(Massimo Frontera – Quotidiano Edilizia e Territorio – Il Sole 24 Ore)