1

Decreto Lavoro 2013, sintesi e commento

Il Ministero del Lavoro ha rilasciato una utilissima guida alla lettura del Decreto Lavoro 2013, ovvero al decreto-legge n. 76 del 28 giugno e illustra i principali contenuti nella parte riguardante il mercato del lavoro e le politiche sociali.

Premessa

Il Governo e i principali istituti di ricerca Italiani ed Europei, prevedono che nell’autunno dovrebbe esserci una ripresa del prodotto interno lordo, ma questa non appare sufficiente per assorbire in tempi brevi la disoccupazione, la sottoccupazione e l’inattività che la debolezza strutturale dell’economia italiana degli ultimi venti anni e la crisi dell’ultimo quinquennio hanno generato.

Ecco perché, continua la nota, il Decreto Lavoro punta ad aumentare il contenuto occupazionale della ripresa, a ridurre l’inattività e migliorare l’occupabilità dei giovani e a fronteggiare il disagio sociale, soprattutto nel Sud Italia, dove il fenomeno è più acuto.

Gli interventi si sviluppano lungo cinque assi principali:

  • accelerare la creazione di posti di lavoro, a tempo determinato e indeterminato, soprattutto per giovani e disoccupati di tutte le età;
  • anticipare la “Garanzia Giovani”, per creare nuove opportunità di lavoro e di formazione per i giovani, ridurre l’inattività e la disoccupazione;
  • migliorare il funzionamento del mercato del lavoro e potenziare le politiche attive;
  • aumentare le tutele per imprese e lavoratori;
  • intervenire per ridurre la povertà assoluta e accrescere l’in clusione sociale.

Gli interventi contenuti nel decreto lavoro 2013, quindi, rappresentano solo il primo passo della strategia del Governo. Un secondo gruppo di interventi verrà definito, a detta del Ministero, una volta che le istituzioni europee avranno approvato le regole per l’utilizzo dei fondi strutturali relativi al periodo 2014 – 2020 e di quelli per la “Garanzia giovani”.

Sintesi_DL_76_28_06_2013




Dossier del Senato sull’Agenda Digitale Italiana

 

Dossier_Senato_Agenda_digitale

 




Arte nel carcere di Augusta: i murales di Bocai

Bocai A., albanese, ergastolano, è l’autore di questi murales che impreziosiscono i corridoi del reparto officine della casa di reclusione di Augusta. Bocai da alcuni anni, durante la fruizione di permessi, offre lezioni di pittura, i suoi sudenti lo attendono alla fermata del bus, desiderosi di apprendere l’arte  di cui è maestro. In questi murales Bocai ha riprodotto scene di vita delle carceri italiane tratte da fotografie d’epoca dell’archivio storico del museo criminologico di Roma.




L’economia riparte dai «territori»

Che cosa serve all’Italia per rendere i propri territori più attraenti per le attività produttive, siano esse industriali o di servizi avanzati e sempre più dematerializzati? Il presidente Giorgio Napolitano ha indicato meno burocrazia come la priorità, ed è certamente così poiché regole più semplici, più trasparenza e meno discrezionalità nell’azione della Pubblica amministrazione hanno un impatto positivo su diversi elementi che contribuiscono all’attrattività dei territori che è sempre più cruciale in questa fase storica.
Nel 2005, in un volume diventato celebre («Il mondo è piatto. Breve Storia del Ventunesimo Secolo») Thomas Friedman sosteneva la tesi che il rapporto tra geografia e ricchezza delle genti stava mutando radicalmente, e che questo avrebbe presto costretto le popolazioni e le élite a confrontarsi con un nuovo panorama socio-economico. Molti distorsero quel messaggio riducendolo all’affermazione che la geografia era diventata quasi irrilevante per lo sviluppo economico, in analogia con quanto Fukuyama annunciava con «La fine della storia».

Ma non era questo il messaggio di quel libro, ed in ogni caso oggi la geografia conta ancora – e molto – per la produttività ed il benessere, ma in termini diversi dal passato. Nel 7° Rapporto sulla Classe Dirigente , realizzato da LUISS e Fondirigenti (www.managementclub.it) , viene affrontato quello che possiamo definire il paradosso della relazione tra territorio, ricchezza e produttività. È vero infatti che il mondo è diventato in un certo senso un po’ “piatto”: gli scambi economici a medio e lungo raggio sono oggi meno difficili e costosi da realizzare rispetto a qualche decennio fa. E la relazione tra imprese e territorio si è andata modificando profondamente. Oggi la produzione industriale si organizza su scala continentale e spesso mondiale, in molti comparti e anche per le imprese piccole e medie, con catene del valore che incorporano molti passaggi tra territori lontani e relazioni di commercio e investimento complesse. Tutto molto distante dal modello dei distretti industriali che si è affermato nel Dopoguerra, quando imprese fornitrici e clienti di beni intermedi e servizi erano concentrati in territori ben delimitati.

 

Ma questo non significa affatto che il territorio non influisca, e molto, sulla produttività e sulla ricchezza delle persone. L’addensarsi delle attività produttive – in specie manifatturiere – in alcune aree del Paese è ancora un fattore importante del benessere materiale e dello sviluppo. Ma con molte differenze rispetto al passato. Anzitutto, i vantaggi della concentrazione produttiva sul territorio sono molto più effimeri e richiedono un continuo aggiornamento dei vantaggi competitivi.
In secondo luogo, i fattori che contribuiscono al successo delle imprese sul territorio sono diversi dal passato, quando l’Italia emergeva dal Dopoguerra e la spinta allo sviluppo del mercato nazionale era fortissima. Oggi il volano industriale non può che essere quello dei mercati esteri, ed in particolare extra-europei. Ma sui territori italiani, quelli a vocazione industriale oppure quelli del terziario, vi sono almeno tre fattori che possono contribuire in positivo, o in negativo, al radicamento ed alla crescita delle imprese.
Il primo riguarda il peso ed il ruolo delle amministrazioni pubbliche, che possono costituire un volano di sviluppo, oppure un formidabile elemento di rendita, e strangolare la produttività e lo sviluppo. Il secondo fattore riguarda le infrastrutture, materiali e immateriali, che spesso cambiano il destino economico di un territorio, ma che sono anche materia di scontro politico e sociale. Se si interrogano i top manager delle imprese italiane con forte proiezione verso l’estero su quali siano le loro priorità in termini di infrastrutture, quella principale riguarda le reti di trasporto e di logistica, che per circa la metà delle aziende rappresenta la prima strozzatura del Paese rispetto alla vocazione internazionale del sistema produttivo.

In particolare, le imprese medio-grandi indicano nello sviluppo dell’inter-modalità dei sistemi di trasporto (specie nella relazione tra sistema portuale e ferroviario) e nella miglior connessione con le infrastrutture estere di trasporto e logistica, i nodi cruciali per favorire la partecipazione delle imprese italiane agli scambi globali. È necessaria una grande responsabilità nelle scelte rispetto al passato, quando l’Italia era un Paese povero ma in crescita, e con un ritardo generalizzato in termini di opere pubbliche.
Dialogo con le genti dei territori interessati, no alle opere inutili, stretto controllo di procedure, costi e tempi di realizzazione. Ma una volta compiute e condivise le scelte, occorre dotarsi di strumenti amministrativi adeguati: le risorse finanziarie per le infrastrutture esistono, ma le nostre procedure bizantine non le invogliano.
Infine, non ci stancheremo di ripeterlo, il futuro economico e sociale dei territori italiani dipende dagli investimenti immateriali che ivi si concretizzano. La “conoscenza” potrebbe apparire il più mobile dei fattori produttivi, ma questo non è sempre vero. Gli investimenti “locali” in capitale intangibile (istruzione, ricerca, progettazione, marketing, qualità dei prodotti, software, conoscenza di lingue e culture lontane ecc.) oggi forniscono agli individui, produttori e consumatori, il sapere necessario per muoversi nel nuovo ambiente globale, e sono decisivi per non subire passivamente le trasformazioni di quest’ultimo.

S. Manzocchi

il sole 24 ore




A Portobello fanno la spesa già 35 famiglie

L’emporio sociale dove si acquista con una tessera a punti dà i primi risultati. L’assessore Maletti: «Altre 13 domande in valutazione ai servizi sociali»

«Sono per ora 35 le famiglie che già si servono di Portobello, altre 13 domande sono al vaglio dei Servizi sociali che selezionano i beneficiari». Lo afferma l’assessore alle Politiche sociali, sanitarie e abitative del Comune di Modena Francesca Maletti in occasione dell’inaugurazione dell’emporio sociale dove fare la spesa con una tessera a punti, che si trova in via Divisioni Acqui 81.

«Il servizio – spiega l’assessore – è rivolto a una fascia di popolazione che si viene a trovare in una temporanea situazione di particolare vulnerabilità, magari in seguito alla perdita del posto di lavoro e al conseguente calo di reddito. Non è quindi una risposta alla povertà assoluta, ma piuttosto a quelle famiglie che stanno subendo più duramente i contraccolpi della crisi economica. Tra i nuclei familiari ad oggi individuati, solo 22 erano già conosciuti dai Servizi sociali, ciò dimostra che l’emporio dà risposta a una nuova fascia di popolazione».

Il progetto è realizzato dal Centro servizi per il volontariato di Modena, che coordina una rete di 20 enti promotori appartenenti al mondo del volontariato e 30 partner del mondo delle istituzioni, delle imprese e dell’associazionismo, in stretta collaborazione con i Servizi sociali del Comune. L’amministrazione, che ha condiviso fin dall’inizio l’iniziativa, ha fornito in comodato gratuito l’immobile che ospita l’emporio, collabora alla programmazione e individua le famiglie che possono accedervi. All’emporio sociale il prezzo dei prodotti esposti è in punti e le famiglie sono dotate di una tessera a punti con cui fare la spesa gratuitamente. Ogni mese la card viene ricaricata con un numero di punti proporzionato ai componenti familiari e all’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente).

Possono presentare domanda le famiglie colpite dalla crisi economica con persone in mobilità, cassa integrazione, con contratti di solidarietà o licenziate per chiusura dell’azienda e riduzione personale o lavoratori autonomi che hanno cessato attività con un calo di almeno il 30% del reddito. Viene data priorità alle famiglie con minori e agli iscritti al Centro per l’impiego dopo l’1 gennaio 2011. Inoltre, tra le categorie di potenziali beneficiari, ci sono i nuclei familiari con solo redditi da pensione, quelli con persone con handicap certificati e le famiglie monogenitoriali.

Le richieste (che si sono aperte il 14 giugno) vanno presentate presso gli sportelli dei Poli sociali; possono presentare domanda i cittadini residenti e quelli stranieri in regola con permesso di soggiorno o carta di soggiorno o domanda di emersione; in possesso di un contratto di locazione o proprietari al massimo dell’alloggio in cui vivono e con dichiarazione Isee non superiore ai 10 mila euro.




Rapporto Federculture 2013: Bray, cultura opportunità di sviluppo

Coordinamento tra il ministero dei Beni Culturali e le Regioni

 I beni culturali sono beni comuni: “occorre un coordinamento tra il ministero dei Beni Culturali e le Regioni per una promozione non parcellizzata del territorio”. Così il ministro dei Beni Culturali, Massimo Bray, nel corso del suo intervento alla presentazione del nono rapporto annuale Federculture.
Sempre Bray in un’intervista al quotidiano “l’Unità” del primo luglio ha ribadito come anche nel settore del turismo ci sia la necessità di “un dialogo con le Regioni”.
Bray ha quindi ribadito che è necessario “porci tutti il problema di una visione ad ampio raggio e fare sistema superando la contrapposizione tra interessi individuali e collettivi. Bisogna poi facilitare il coordinamento tra Mibac e Regioni valorizzando l’interesse complessivo con quello locale, in modo da superare la parcellizzazione della promozione”.
”Non è piu’ tempo di usare la retorica delle parole – spiega Bray alla presentazione del rapporto Federculture 2013 – il mio ministero, ad esempio, ha più di 700 siti internet. Non è solo un problema di spesa ma un modo di rappresentare il Paese. In una reale logica di servizio non solo di ritorno economico, dobbiamo essere capaci di fare network tra pubblico e privato ma anche tra cultura e turismo, beni artistici e paesaggio. Come dire, la cultura delle culture”.
“Il Rapporto Federculture offre l’occasione di riflettere su molte questioni – ha dichiarato Bray – di cui finalmente si e’ compresa l’importanza per il futuro del nostro Paese. Nel corso degli ultimi anni la cultura in Italia e’ stata oggetto di un duplice attacco: da una parte l’indiscriminata e poco lungimirante riduzione dei finanziamenti, dall’altra, fatto ancora piu’ grave, la delegittimazione sul piano politico basata sul luogo comune per cui, soprattutto in tempi di crisi, la scelta doveva essere quella dei tagli, perche’ con la cultura non si mangia. Si deve diffondere la consapevolezza che e’ vero il contrario: in una crisi globale sono la cultura e il turismo su cui l’Italia deve puntare di piu’ per il suo ruolo internazionale, che ha smarrito”.
Bray ha spiegato che bisogna “tornare a considerare la cultura in tutte le sue manifestazioni, dai musei alla cultura popolare, come una grande opportunita’ di sviluppo sociale ed economico”.
Aggiunge Bray: “di fronte alle crisi economica globale sono la cultura ed il turismo le forze su cui puntare per il lavoro e il ruolo internazionale che meritiamo.
Questa e’ una crisi non solo economica, ma di ideali, cheproduce pericolose derive”. Concludendo, il ministro si appella: ”Solo se crederemo in una nuova frontiera potremo ricostruire quel rapporto di fiducia tra governanti e cittadini, per un futuro dei nostri figli in cui la cultura torni ad avere quella centralita’ che ha sempre avuto nel nostro paese”
”I rilievi Unesco fatti a gennaio sono da prendere in attenta considerazione”. Bray sottolinea come su Pompei ”Il ministero da molti anni fa presente che ha bisogno di duemila unita’ nella custodia e nellavigilanza”, ma serve anche trasparenza sulle gare.
Per il sito di Pompei, continua Bray, occorre ”un piano per mettere in atto i cantieri secondo il piano strategico stabilito. Per il lotto dei primi cinque cantieri, da oggi il terzo e’ in funzione.  Gli altri due sono fermi perche’ c’e’ bisogno di un’indagine di maggior trasparenza su chi si e’ aggiudicato le gare. Al piu’ presto verra’ varato il bando per la messa in sicurezza del 50% del territorio di Pompei, grazie ad un sistema di videosorveglianza che e’ un altro dei punti che l’Unesco sottolineava come necessario ed urgente. Adotteremo poi misure capaci di rispettare la sfida di aprire 39 cantieri entro il 2015”.
(regioni.it)
Nota stampa_Rapporto Federculture 2013
Rapporto Federculture 2013
Dati ROMA e LAZIO_Rapporto Federculture 2013



Una strategia per LA CULTURA e per IL PAESE

presentazione federculture




Crowdfunding territoriale: GINGER – Gestione Idee Nuove e Geniali in Emilia Romagna e’ on line

E’ ufficialmente online e operativo GINGER – Gestione Idee Nuove e Geniali in Emilia Romagna (www.ideaginger.it), il sito di crowdfunding territoriale per l’Emilia Romagna: una piattaforma web rivolta a creativi, imprese e istituzioni per facilitare i contatti e ridurre il gap che sussiste tra questi tre attori nell’attuale mondo del lavoro. Tutto questo grazie al crowdfunding, una modalità di finanziamento dal basso, che permette di sostenere idee e progetti grazie ai tanti piccoli contributi provenienti dalla comunità.

GINGER permette a privati, associazioni, imprese e pubbliche amministrazioni di pubblicare il proprio progetto sulla piattaforma web e di portare avanti una campagna di crowdfunding finalizzata al finanziamento della propria idea. Grazie alla forza della community e all’utilizzo degli strumenti social è possibile raggiungere tutti i potenziali sostenitori dell’idea e realizzarla. La piattaforma è riservata a progetti che si sviluppano in Emilia-Romagna, con la volontà di seguire le idee da vicino e farle crescere grazie all’attivazione di reti territoriali, trasformando il crowdfunding in leva per lo sviluppo economico e sociale.

Questi i primi progetti sostenuti da GINGER:

Spazio Grisù, creative factory di Ferrara che riunisce 16 imprese creative offrendo spazi in comodato gratuito e una rete di partner a sostegno delle neo-imprese. Grazie a GINGER Spazio Grisù lancerà una campagna per raccogliere i fondi necessari all’allestimento del cortile interno per ospitare ogni tipo di evento. www.spaziogrisu.org

Massimo Moretti | WASP Project (Ravenna), rivoluzionaria impresa per realizzare una stampante 3D in grado di stampare case a bassissimo costo e impatto ambientale. Tramite GINGER sarà possibile contribuire a questo progetto acquistando stampanti 3D più piccole ma già perfettamente funzionanti. www.wasproject.it

Concorto Cinematica (Piacenza). Con GINGER, Concorto Cinematica presenta il “Microcinema”: una vera sala cinematografica in miniatura da 25 posti, a Piacenza, nel Quartiere Roma, il cuore multiculturale della cittadina emiliana. www.concorto.com

Cracking Art Group, l’arte è in prima fila per poter beneficiare del crowdfunding, sia perché esso scardina le tradizionali logiche del mercato dell’arte, sia per il suo potere di coinvolgere la cittadinanza. www.crackingartgroup.com

A chiudere l’evento sarà l’Assessore all’Innovazione al Comune di Bologna, Matteo Lepore, che rifletterà sulle potenzialità del crowdfunding civico e territoriale in relazione alle attività di una pubblica amministrazione. A seguire “So glad to be crowd” party nel parco del Cavaticcio con aperitivo e dj set a cura di Girlfriends in a Coma.

GINGER è un’idea nata da 5 ragazze che vivono a Bologna e che da anni lavorano nell’ambito della cultura e della creatività in Italia e all’estero. Il progetto è risultato tra i vincitori del Bando IncrediBOL – edizione 2012 promosso dal Comune di Bologna.




Premio Egov 2013: Verso l’applicazione dell’Agenda Digitale. Il bando è online, iscrivi subito il tuo progetto!

Ci siamo, scatta ufficialmente il countdown per la IX edizione del Premio E Gov, il riferimento principe della pubblica amministrazione che cambia, innova e vuole fortemente migliorare la vita dei cittadini attraverso soluzioni efficaci e semplici ma al tempo stesso tecnologicamente valide.

La cerimonia di premiazione del Premio E Gov 2013 si terrà a Riccione (> il programma), il prossimo 19 settembre all’interno de “Le Giornate della Polizia Locale“, durante il convegno dedicato (iscriviti subito al convegno!): tra smart city, agenda digitale e startup, i temi cardini della cerimonia di premiazione, daremo spazio alle migliori idee della nostra PA, fermo restano che tutti i progetti iscritti saranno pubblicati su Pionero. Novità della IX edizione, una categoria appositamente dedicata alla Polizia Locale.

Iscrivi subito il Tuo Progetto!

BANDO DI CONCORSO (scadenza 31 luglio 2013)
Il Premio E Gov riconosce ogni anno i migliori progetti d’innovazione sviluppati dalle Pubbliche Amministrazioni. Anche quest’anno, in occasione della sua IX edizione, consapevole di rappresentare il riconoscimento più ambito dalle Pubbliche Amministrazioni Locali e Centrali, il Premio E-Gov intende ricompensare i progetti in grado di portare benefici reali a favore dei cittadini-utenti.

Il concorso prevede 4 categorie di partecipanti e diverse sezioni tematiche. Ogni amministrazione può partecipare a più sezioni con vari progetti. Per ogni sezione saranno individuati i vincitori di ogni categoria.

CATEGORIE
Comuni capoluogo
Ministeri e Regioni, Province, Comunità montane, Associazioni e Unioni di comuni, Aziende per la promozione turistica a maggioranza pubblica
Unità Sanitarie Locali e Aziende sanitarie pubbliche
Comuni non capoluogo
Il premio è dedicato ai progetti già realizzati o in corso di realizzazione che mirano ad una qualificazione dei servizi pubblici locali attraverso l’uso delle nuove tecnologie e l’innovazione organizzativa.

Grazie alle nuove tecnologie infatti il rapporto tra Pubblica Amministrazione e cittadini può essere ridisegnato, e l’obiettivo deve garantire, da un lato migliore efficienza all’amministrazione e dall’altro il miglioramento della vita dei cittadini, nonchè aiutare la società ad affrontare il futuro.

Con questo premio vogliamo, ancora una volta, far emergere questo tipo di progetti e l’operato di tutti coloro che hanno saputo interpretare le possibilità offerte dalle nuove tecnologie digitali a vantaggio dell’intera società.

Iscrivi subito il Tuo Progetto!

AMBITI DI VALUTAZIONE
1 – Smart Cities e Smart Territories

Sempre più le azioni devono avere come orizzonte lo spazio della città o del territorio, integrando e andando a toccare i tanti aspetti della vita del territorio stesso.

Migliorare la qualità e il costo dei servizi di pubblica utilità nelle città o nel territorio
Migliorare la qualità dell’ambiente urbano con azioni atte a incrementare la qualità della vita e il il livello di sicurezza percepito dai cittadini
2 – Sostegno a imprese e start up

L’innovazione passa anche e soprattutto dalla spinta rinnovatrice di imprenditori e giovani dalle idee brillanti. Il sostegno a queste iniziative diventa essenziale per far emergere questi talenti e sostenere in modo lungimirante l’economia locale.

Finanziare, promuovere e governare azioni utili alla nascita di nuove start-up
3 – Efficienza interna

La ricerca di efficienza interna alla Pubblica Amministrazione è un processo che non si può e non si deve mai fermare. Strumenti, tecnologie, opportunità ci sono: occorre conoscerli e saperli implementare.

Dematerializzazione dei servizi
Esperienze di utilizzo del cloud computing
Ricerca di efficienza attraverso interventi infrastrutturali (es. consolidamento data centers)
4 – Open Data e partecipazione

L’apertura della Pubblica Amministrazione e un crescente coinvolgimento diretto della cittadinanza sono essenziali per garantire un rapporto PA-cittadini finalmente libero da equivoci e sospetti reciproci

sviluppo di sistemi ed organizzazioni in grado di coinvolgere la cittadinanza nel processo decisionale
pubblicazione e diffusione dei dati pubblici
5 – Cultura Digitale

L’innovazione non deve rimanere predominio di poche persone, di esperti. Perché la società intera possa giovare dei vantaggi delle tecnologie digitali in tutti gli aspetti della vita quotidiana, è necessario che tutti i cittadini si sentano a loro agio nell’utilizzarle, ed è compito della Pubblica Amministrazione sostenere e facilitare tale incontro.

Azioni a sostegno della diffusione della cultura digitale tra cittadini e imprese
6 – Qualificazione dei Servizi di polizia locale

La Polizia locale, come soggetto attivo sul territorio e più prossimo al cittadino, può migliorare il proprio servizio attraverso l’uso delle nuove tecnologie e l’innovazione organizzativa.

sicurezza (come migliorare il livello di sicurezza – reale e percepita – nelle città o nel territorio)
semplificazione (dematerializzazione e semplificazione di atti e procedure per facilitare il rapporto e l’interazione tra cittadini e comandi di polizia locale)
innovazione tecnologica e social network (uso di social network per fini istituzionali, sviluppo di app per i dispositivi mobile
Iscrivi subito il Tuo Progetto!

CONDIZIONI PER LA PARTECIPAZIONE
A tutti i partecipanti è richiesto di garantire la disponibilità per un eventuale contatto di approfondimento da parte della giuria del premio. I candidati finalisti delle cinque sezioni saranno invitati a partecipare alla finale che si terrà a Riccione il 19 settembre 2013, Palazzo del Turismo Via Virgilio 17. La mancata presenza alla giornata di premiazione dei progetti finalisti comporterà la non assegnazione del premio previsto.

Premi
Tutti i progetti finalisti riceveranno un diploma che attesta l’ammissione alla fase finale del premio. Saranno premiati i migliori progetti di ogni sezione per ogni categoria di partecipanti. La Giuria si riserva la possibilità di riconoscere delle menzioni speciali per progetti di particolare interesse o per realizzazioni di grande rilevanza pubblica che per le loro caratteristiche non possono rientrare appieno nelle categorie del premio 2013. I progetti vincitori per ogni categoria e le menzioni speciali riceveranno una targa.

DOCUMENTI DI PARTECIPAZIONE (da compilare entro il 31 luglio 2013)
a) Scheda di partecipazione al Premio E-GOV 2013 con una breve descrizione del progetto e della soluzione adottata (in formato.html con invio automatico)

Nella scheda di partecipazione sarà possibile indicare l’eventuale indirizzo internet del progetto (solo se disponibile), gli eventuali dati quantitativi disponibili rispetto all’uso della soluzione e il nominativo delle aziende che hanno contribuito alla realizzazione del progetto (solo nel caso il progetto sia stato realizzato con il supporto di fornitori esterni).

Sarà inoltre valutata con maggior punteggio la disponibilità, attraverso link appropriato, di un video della durata minima di 1 minuti e max di 3 minuti che descriva il progetto e il valore indotto dallo stesso.

b) Modulo di Iscrizione al Convegno in cui avverrà la premiazione (in formato html con invio automatico)

IL PROGRAMMA (PROVVISORIO) DEL CONVEGNO DI PREMIAZIONE
Iscriviti al convegno online!
ore 9.30 – Registrazione partecipanti

ore 10.00 – Inizio lavori

Modera e Introduce
Gianluigi Cogo, Direttore Scientifico Pionero

L’innovazione trainata dalle persone: Keynote di Agostino Ragosa Direttore Agenzia Digitale per l’Italia [da confermare]
Comunità intelligenti e innovazione sociale : Keynote di Luca De Biase (da confermare) Consulente del Governo sull’ Agenda Digitale per l’Italia [da confermare]
Premiazione Sezione “Smart Cities e Smart Territories”
Premiazione Sezione “Sostegno a imprese e start up”

Presentazione di un progetto sui Sistemi per il controllo e la gestione delle aree urbane

Premiazione sezione “Qualificazione dei Servizi di polizia locale”

Premiazione Sezione “Efficienza interna”

TAVOLA ROTONDA – Innovazione e nuovi modelli per l’erogazione dei servizi

Matteo Lepore, Assessore Innovazione Comune di Bologna
Giovanni Gentili, Responsabile Agenda Digitale della Regione Umbria
Roberto Moriondo, Direttore Innovazione e Ricerca Regione Piemonte, Comitato di Indirizzo AGID
Dimitri Tartari, Assessore Innovazione Comune di Persiceto

Premiazione Sezione “Open Data e partecipazione”

Premiazione Sezione “Cultura Digitale”




Governo approva il pacchetto lavoro

Stanziati per il pacchetto lavoro nel complesso 1,5 miliardi tra fondi europei e risorse nazionali. Lo spiega il premier Enrico Letta al termine del Consiglio dei ministri del 26 giugno: “è un provvedimento importante, da 1 miliardo e mezzo di euro che mi consentirà di andare in Europa a fare la battaglia contro la disoccupazione giovanile. Daremo un colpo duro a questa piaga”.

Letta aggiunge: “vogliamo aiutare il lavoro di qualità e il lavoro di qualità è soprattutto quello a tempo indeterminato” e “l’intensità è maggiore al sud dato che quelle regioni hanno tasso disoccupazione più alto ma l’intervento è generalizzato”.
Nel Mezzogiorno vi sono 1.250.000 giovani (15-29 anni) che non studiano né lavorano, più che nell’intero CentroNord. Un giovane meridionale su 3 oggi non studia né lavora. I giovani diplomati del Sud hanno nel 2012 un tasso di occupazione del 31% e i giovani laureati del 49%; tassi entrambi di circa 15 punti inferiori rispetto al resto del paese; la durata media della ricerca della prima occupazione supera i tre anni.
“Le decisioni andranno ad aiutare – ribadisce Letta – l’assunzione in un arco di tempo di 18 mesi, potrebbero essere interessati 200mila giovani italiani con intensità maggiore nel centro sud. Puntiamo a dare un colpo duro alla grandissima piaga della disoccupazione giovanile che è la bandiera di una battaglia che vogliamo combattere con forza e determinazione”.
L’assunzione a tempo indeterminato di giovani tra 18 e 29 anni aumenta la base occupazionale e determina ”l’azzeramento totale dei contributi per i primi 18 mesi” e per ”12 mesi” nei casi di trasformazione in tempo indeterminato”.
Delle 200mila persone che potrebbero essere coinvolte, 100mila saranno quelle che potranno beneficiare degli sgravi contributivi mentre altre 100mila sono coinvolte nelle altre misure di ”inclusione”.
Il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha quindi sottolineato che il provvedimento per rilanciare l’occupazione giovanile con gli sgravi contributivi per le nuove assunzioni “riguarda sia il sud che il centro nord”.
Sgravi per incentivare assunzioni di under 29 con persone a carico; per nuovi assunti a tempo indeterminato contributi azzerati per 18 mesi; 12 mesi per le trasformazioni.
Il governo ha deciso anche il rinvio di 3 mesi dell’aumento dal 21 al 22% dell’Iva, che sarebbe scattato dal primo luglio.
Letta ha spiegato che il Parlamento valuterà la possibilità di un ulteriore differimento.
Gli obiettivi perseguiti dal Governo attraverso gli interventi previsti dal decreto-legge mirano ad aumentare il contenuto occupazionale della ripresa accelerando la creazione di posti di lavoro, soprattutto a tempo indeterminato; creando nuove opportunità di lavoro e di formazione per i giovani, per ridurre la disoccupazione e l’inattività, favorendo l’alternanza scuola-lavoro; sostenendo il reinserimento lavorativo di chi fruisce di ammortizzatori sociali; incentivando le assunzioni di categorie deboli della società, come le persone con disabilità (sarà previsto un programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità). Si interviene inoltre per potenziare il sistema delle politiche attive del lavoro, per aumentare le tutele dei lavoratori, migliorare la trasparenza e l’efficienza dei meccanismi di conciliazione in caso di licenziamento. Infine, il decreto, che vuole dare risposte concrete alle Raccomandazioni rivolte all’Italia dalla Commissione europea il 29 maggio 2013 nel quadro della procedura di coordinamento delle riforme economiche per la competitività (“semestre europeo”), prevede un forte intervento per sostenere il reddito delle persone maggiormente in difficoltà, specialmente nel Mezzogiorno, cioè l’area caratterizzata da tassi di povertà più elevati. Gli interventi previsti dal decreto legge rappresentano solo il primo passo della strategia del Governo per aumentare l’occupazione, specialmente giovanile, ridurre l’inattività e attenuare il disagio sociale. Un secondo gruppo di misure verrà definito non appena le istituzioni europee avranno approvato le regole per l’utilizzo dei fondi strutturali relativi al periodo 2014-2020 e di quelli per la “Garanzia giovani”.
Incentivi per nuove assunzioni a tempo indeterminato
Vengono stanziati 794 milioni di euro nel quadriennio 2013-2016 (500 milioni per le regioni del Mezzogiorno, 294 milioni per le restanti) per incentivare l’assunzione di lavoratori in età compresa tra i 18 e i 29 anni e che godano di almeno una di queste condizioni:
a) Siano privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi;
b) Siano privi di un diploma di scuola media superiore o professionale;
c) Siano lavoratori che vivono da soli con una o più persone a carico.
L’incentivo per il datore di lavoro è pari a un terzo della retribuzione lorda imponibile ai fini previdenziali complessiva per un periodo di 18 mesi e non può superare i 650 euro per lavoratore. Se, invece, il datore di lavoro trasforma un contratto in essere da determinato a “indeterminato” il periodo di incentivazione è di 12 mesi. Alla trasformazione deve comunque corrispondere un’ulteriore assunzione di lavoratore.
Un apprendistato che abbia valore
In una logica di una disciplina maggiormente omogenea sull’intero territorio nazionale, entro il 30 settembre 2013 la conferenza Stato-Regioni dovrà adottare le linee guida che disciplinino il contratto di apprendistato professionalizzante che le piccole e medie imprese e le microimprese dovranno adottare entro il 31 dicembre 2015.
Favorire i tirocini formativi
– Fino al 31 dicembre 2015 è istituito presso il Ministero del lavoro un fondo di 2 milioni di euro annui per permettere alle amministrazioni che non abbiano a tal fine risorse proprie di corrispondere le indennità per la partecipazione ai tirocini formativi.
– È anche autorizzata la spesa di 15 milioni di euro per promuovere l’alternanza tra studio e lavoro e quindi l’attività di tirocinio curriculare per gli studenti iscritti ai corsi di laurea nell’anno 2013-2014.
– Per creare nuove opportunità di lavoro e di formazione per i giovani, per ridurre la disoccupazione e l’inattività. Il provvedimento prevede il finanziamento di un ampio programma di tirocini formativi per giovani residenti nel Mezzogiorno che non lavorano, non studiano e non partecipano ad alcuna attività di formazione, di età compresa fra i 18 e i 29 anni; un incentivo alle università che sottoscriveranno un protocollo standard definito dal Ministero dell’università e della ricerca per il finanziamento delle attività di tirocinio curriculare presso enti pubblici e privati per gli studenti universitari più meritevoli e in difficoltà economiche; un coordinamento più stretto con la formazione realizzata dagli istituti tecnici. Viene poi istituita presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali un’apposita struttura di missione, in vista dell’avvio della “Garanzia giovani”.
Un aiuto al Mezzogiorno
– In considerazione della grave situazione occupazionale che interessa i giovani residenti nelle aree del Mezzogiorno si è deciso di rifinanziare:
a) con 80 milioni di euro, delle misure per l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità;
b) con 80 milioni di euro il Piano di Azione Coesione rivolta a enti e organizzazioni del privato sociale che coinvolgano giovani in progetti di valorizzazione dei beni pubblici e per l’inclusione sociale;
c) con 168 milioni di euro, borse di tirocinio formativo per giovani disoccupati, che non studiano, che non partecipano ad alcuna attività di formazione.
– Per ridurre la povertà e per sostenere le famiglie del Mezzogiorno in difficoltà, viene avviato il programma “Promozione dell’inclusione sociale, finanziato con 167 milioni di euro.
Migliorare il funzionamento del mercato del lavoro
Si prevede una serie di interventi, in particolare relativi alla legge 92/2012 volti a chiarire la natura dei contratti e di semplificazione. In particolare sui contratti a termine e di somministrazione (come l’abrogazione del divieto di proroga del contratto “acausale”), contratti di lavoro intermittente, lavoro a progetto e lavoro accessorio.
Rafforzare le tutele per i lavoratori e migliorare la trasparenza
In particolare, in caso di tentativo di conciliazione la mancata presentazione di una delle parti sarà valutata dal giudice nella sua decisione finale; estensione anche ai co.co.pro. delle norme contro le cosiddette “dimissioni in bianco”; rivalutazione del 9.6% delle ammende con rivalutazione della metà del flusso che ne deriva al rafforzamento di misure di vigilanza e prevenzione in materia di sicurezza sul luogo del lavoro; il monitoraggio dei contratti aziendali con deposito obbligatorio presso le direzioni territoriali del lavoro; comunicazioni obbligatorie relative all’assunzione, cessazione, trasformazione e proroga dei contratti valgono a tutti gli effetti.