1

Grande successo per la prima edizione di App4Mi, il progetto-concorso formativo del Comune di Milano e di RCS. Ecco tutti i vincitori!

app4miSe il buon giorno si vede dal mattino, c’è da aspettarsi – e da augurarsi – che vengano realizzate nuove edizioni di App4Mi e iniziative simili su tutto il territorio nazionale, che mostrino concretamente l’utilità e il senso degli Open Data. E’ stato infatti un grandissimo successo la prima edizione di App4Mi, il progetto formativo del Comune di Milano ed RCS MediaGroup che ha premiato il 10 ottobre scorso le applicazioni più utili e innovative sviluppate sugli Open Data dell’Amministrazione comunale.
Più di 1.000 si sono iscritti ai corsi gratuiti di App4Mi Open Campus, oltre 800 persone hanno seguito i corsi in streaming e 3.782 sono stati i video interventi scaricati. Anche il numero delle app che hanno partecipato al contest è stato significativo: 75 di cui 64 ammesse nella gallery. Si tratta di un risultato di notevole importanza, confrontato per esempio con l’analoga esperienza di New York, che ha selezionato 57 app concorrenti nella prima edizione del contest, nel 2010, 96 nel 2011 e 54 nel 2012.
“Un progetto nato con la volontà di valorizzare il patrimonio informativo del Comune, messo a disposizione di cittadini e imprese attraverso il portale Open Data, migliorando i servizi e la vita a Milano in un’ottica sempre più smart e sostenibile”. Così l’Assessore allo Sviluppo Economico, Università e Ricerca, Cristina Tajani che ha aggiunto: “La partecipazione e l’interesse di questa prima edizione ci sollecitano ad andare avanti, migliorando e arricchendo i dati pubblicati e progettando nuove iniziative”.
“App4Mi è il segno tangibile dell’impegno e dell’attenzione che da tempo il nostro gruppo ha per lo sviluppo e per l’incremento delle attività digitali. Solo pochi giorni fa è nato RCS Nest, il nuovo incubatore di startup di RCS e Digital Magics, e oggi siamo particolarmente felici di premiare queste nuove app che uniscono sviluppo tecnologico e aspetto ideativo, e testimoniano l’interesse che sempre di più i cittadini hanno nei confronti delle opportunità offerte dal digitale”, ha detto l’Amministratore delegato di RCS MediaGroup Pietro Scott Jovane.
I premiati di App4Mi
Sono state scelte e premiate da una giuria composta da personalità di spicco del mondo dell’innovazione digitale 9 app: 6 tematiche e 3 considerate le migliori in assoluto. Un decimo premio di 2.000 euro è stato assegnato alla app più votata dal pubblico sul sito www.app4mi.it.
Nel dettaglio, per le app tematiche hanno vinto 1.000 euro ciascuna per le categorie:
Turismo e tempo libero, Milano.Life che mostra i luoghi di interesse e spiega come raggiungerli, utile sia per i turisti che per gli abitanti di Milano. È stata ideata da Alessio Vinerbi
Cultura/Education, That’s app che indica con grafica accattivante gli eventi d’arte contemporanea, attuali e futuri, corredando le informazioni con schede informative dettagliate e immagini. È stata ideata da Andrea Amato, Elisabetta Bolasco, Caterina Failla, Federica Roserba, Francesca Baglietto, Giulia Restifo, Luca Corti, Stefano Fattorusso e Tim Julian Ohlenburg
Mobilità, traffico e trasporti, Milano Easy Parking, una app che permette di parcheggiare più agevolmente a Milano e ti ricorda dov’è la tua auto e quando scade il permesso per la sosta. È stata ideata da Dario Costa e Fabrizio Galeazzi
Green, Ecomilano, pensata con una logica semplice e intuitiva evidenzia i servizi ecologici e sfrutta la realtà aumentata. È stata ideata da Angelo Gallarello
Sociale e Sanitaria, Dove si butta che permette di costruire un database geolocalizzato per la raccolta differenziata, diffonde notizie e stimola la comunità a dare il proprio contributo. È stata ideata da Giovanni Maggini
Disabilità, Milano4All che permette di verificare l’accessibilità dei luoghi pubblici intorno a te selezionando il tipo di disabilità. È social e permette di condividere i commenti. È stata ideata da Andrea Gerino.
Per le migliori app in assoluto la prima classificata è Quolimi, pensata e realizzata da Luca Campanini, Andrea Clerici, Gianfranco Netti e Claudio Rava che vincono complessivamente 6.000 euro. La app fornisce una valutazione sintetica della vivibilità di un indirizzo di Milano aggregando molti dataset di natura diversa con una grafica semplice e chiara; la seconda classificata è Mirami che permette di scoprire i punti di attrazione più vicini e suggerisce i luoghi di interesse. È stata ideata da Nazzareno Cantalamessa che vince 4.000 euro; terza classificata, con un premio di 2.000 euro, è Milano.Life già premiata nella categoria Turismo e tempo libero.
La app più votata sul sito www.app4mi.it è BiciMI4Social, di Antonio Scardigno, Stefania Anna Scardigno e Raffaella Spera che vincono complessivamente 2.000 euro. È dedicata alla gestione della mobilità in bicicletta attraverso il bike sharing ed è pensata in modo social con la possibilità di creare e condividere percorsi e di segnalare eventuali problemi.
L’organizzazione di App4Mi
Il pregio di App4Mi, che ci auguriamo possa vantare presto delle imitazioni in Italia, ha il pregio di mostrare concretamente come possono essere utilizzati e capitalizzati gli open data delle amministrazioni comunali. Rappresenta inoltre il prodotto della collaborazione di più attori pubblici e privati presenti sul territorio; ricordiamo infatti che App4Mi è stato ideato dal Comune di Milano e da RCS MediaGroup, con il supporto dell’incubatore Digital Magics e che partner dell’iniziativa sono stati il main sponsor Intesa Sanpaolo, e Accenture e Vodafone. La premiazione ha avuto luogo nella Sala Buzzati del Corriere della Sera.

Maria Letizia Fabbri

http://www.pionero.it/2013/10/15/grande-successo-per-la-prima-edizione-di-app4mi-il-progetto-concorso-formativo-del-comune-di-milano-e-di-rcs-ecco-tutti-i-vincitori/




Contro il degrado pugni e musica rap

calcioUn ex pugile, un giovane rapper nostrano e un vecchio comunista. Sono l’anima di Corviale. Vittorio Barbante, 43 anni, boxer e una lunga storia alle spalle, tira qualche cazzotto a un sacco appeso nella palestra.
Locali dimenticati dal Comune (doveva sorgere un asilo) e dove oggi la speranza è infilata in un paio di guantoni. Vittorio, figlio d’arte nella boxe, appena può fila in palestra. Pugni che sfidano la droga e il degrado, «che servono per tirarti fuori dai guai», racconta, che scandiscono il ritmo dell’allenamento, «dando un senso alla tua vita». Qui non si rifiuta nessuno. E proprio davanti alla palestra c’è l’Incubatore, un «servizio comunale per l’avvio di nuove iniziative». Ci lavorano alcuni ragazzi, tra cui un rapper-produttore, Riccardo Dell’Avversano, alias Brasca. Di mestiere, però – precisa – fa la guardia giurata, ma anche lui appena può torna a Corviale. Nel quartiere c’è pure il calcio sociale, che raduna ragazzi nel nome dello sport e il campo da rugby.
Marco Balderi, che gestisce il bar dietro la biblioteca è la memoria storica del quartiere, arrivato negli anni Ottanta, «quando fummo inghiottiti dall’edonismo reganiano». Racconta con una nota di colore, che a Corviale hanno sempre convissuto il Partito Comunista e la parrocchia di gesuiti. Peppone e don Camillo. Il bianco e il nero. «Poi ognuno di noi, liberamente – chiude – ha scelto con cosa riempire la propria vita».

link all’articolo




Corviale tra spacciatori e brava gente, quel mostro a due teste

corvialeÈ lì che salgono le anime, lungo le scale che portano ai nove piani dell’astronave, un chilometro di cemento armato dove convivono il bene e il male, e sopravvivere è fatica.
A guardarlo quel «mostro», amato come un figlio, ci si aspetta che parta verso il cielo. Portandosi via, magari, una delle testimonianze che a Roma le borgate esistono ancora. Lo diceva anche Max Gazzè che a Corviale ha dedicato una canzone, immaginandolo in viaggio fino ai Parioli. Un luogo dove l’amore è testimoniato dalla lealtà, e la cattiveria prende il volto di spacciatori e immobiliaristi improvvisati. L’Ater avrebbe dovuto accudirlo, questo mostro, invece di abbandonarlo a una lenta agonia. Decine di locali sono stati lasciati a marcire, o a diventare preda dei balordi. Ecco la verità di Corviale, tessuta su un filo dove camminano buoni e cattivi, pronti a rinnegarsi su Facebook come borgatari social, ma anche ad aiutare chi sta peggio.
LE TORRI
Cinque lotti. 1200 appartamenti costruiti dall’architetto Mario Fiorentino dal 1975 all’82. Metà quartiere abita qui. Ognuno ha una torre e le vetrate delle prime due sono sfasciate: quando piove le scale diventano una trappola. Di quattro ascensori per ogni nucleo, ne funziona uno. I campanelli sono rotti o bruciati. Dei nove piani è il «quarto» quello su cui tutti puntano il dito. Fu costruito per ospitare negozi. Poi è diventato «il piano degli abusivi», passato indenne a due sanatorie pasticciate. C’è perfino chi ha comprato, pagando qualche migliaio di euro al precedente inquilino. Un cingalese è convinto che la casa sia sua, dice di essere felice. A Corviale vive pure chi i soldi ce l’ha, con appartamenti arredati nel lusso. Qui resiste ancora la chiesa di padre Gabriele. «I problemi sono tanti, ma insieme li risolviamo», commenta un gruppo di arzille vecchiette sedute attorno a un tavolo con torta e gazosa, a mischiare carte e santini. «E poi – dicono – guardi che vista, tutta per noi». È la riserva naturale della Tenuta dei Massimi, centinaia di ettari a bosco e prato.
MAGIA E DISPERAZIONE
A Corviale c’è la magia delle panchine che raccolgono anziani e ragazzi. Così la storia prende forma con i racconti. Salvo, all’imbrunire, lasciare il posto alle vedette che armano lo spaccio, protette dai corridoi clandestini e blindati dell’astronave. Una volta c’erano due bande, oggi comanda er Palletta. Lo conoscono bene i carabinieri. Una sessantina di ragazzi lavorano per lui, smistano almeno cento chili di droga al mese. E lui, intanto, fa affari con i calabresi. Non abita più qui, «ma è ancora il re». A condimento, pregiudicati, trafficanti d’armi, mischiati alla gente per bene, e a uno spregiudicato immobiliarista che da anni «vende» gli appartamenti lasciati liberi: 15mila euro se vuoi entrare, compresi – spiega Angelo Scamponi, portavoce dei residenti – gli allacciamenti abusivi. Davanti al mostro c’è pure una biblioteca che presta più di cento libri al giorno ai 15mila associati. E la chiesa che assieme alla Caritas ha organizzato un centro di raccolta per chi non ha denaro. Intorno piccoli condomini. È l’altra faccia del quartiere. Da qui il nemico più grande di Corviale sembra il pregiudizio che ha convinto, per esempio, i progettisti del centro commerciale «Casetta Mattei», che sorge proprio a Corviale, a chiamarlo con il nome del quartiere confinante, perché c’era chi si vergognava. Dimenticando che qui ci abitò pure l’attore Vincenzo Salemme e il collega Elio Germano. Ma d’altronde sono molte le leggende che ruotano attorno a tutto quel cemento. Si racconta che l’architetto Fiorentino morì suicida dopo aver terminato il «mostro». Falso. Morì d’infarto nel 1982 durante una riunione. Anche il ponentino, il famoso venticello romano, si sarebbe fermato contro la pancia del gigante. Inghiottito dalle fauci di un brutto anatroccolo chiede solo più d’attenzione, come i 42 milioni di euro promessi e stanziati per il suo recupero, congelati nei corridoi della politica.

di Riccardo Tagliapietra

link all’articolo




L’era dell’editoria democratica

editoriaPerché dobbiamo imparare a «usare il nostro “voto” con accortezza quando scegliamo di pubblicare o consumare informazioni»
«La democratizzazione dell’editoria», scrive Kirby Prickett, «è quel processo per cui le persone sono sempre più abilitate a far circolare le proprie idee, le proprie storie e le proprie opinioni. E questo sta accadendo soprattutto grazie a Internet».
Il concetto di Internet che «aumenta» la democrazia è poco maneggevole e sicuramente controverso. Io di solito preferisco parlare di volgarizzazione dell’editoria. Ma il lungo articolo di Kirby costruisce un buon quadro storico e porta con sé alcuni concetti interessanti.
Ripercorrendo la storia dell’editoria controllata da pochi, in un breve paragrafo intitolato «Storia del Controllo», si arriva al punto: «queste dinamiche sono cambiate con la rete, con l’apertura dei commenti, con le piattaforme di blogging, i social media e il self-publishing. Da quel momento chiunque (con una connessione a Internet) può pubblicare il proprio punto di vista, in qualsiasi luogo del mondo».
La parte più stimolante del pezzo è quella finale in cui la Prickett si chiede se questa «democratizzazione» può essere considerata una cosa positiva o meno. E conclude con l’idea che «alla fine, esattamente come con la democrazia in politica, il risultato dipenderà da noi, cittadini ordinari». E dalla «nostra capacità di usare il nostro “voto” con accortezza quando scegliamo di pubblicare o consumare informazioni».
Fatti un’idea da solo: The History of the Democratization of Publishing.
Da un altro punto di vista, Jane Friedman (una delle maggiori esperte di editoria digitale negli Stati Uniti, ragiona proprio sul peso che sta avendo il self-publishing nella trasformazione dell’industria editoriale. Il punto di partenza è una conferenza tenuta alla Fiera del Libro di Francoforte, con a tema il «matrimonio tra tecnologia e contenuti».
Jane fa un accurato recap e ci regala i link a diverse ricerche interessanti. «Gli autori oggi», scrive, «hanno il potere di scoprire modi nuovi per raggiungere il proprio pubblico». Mentre gli editori tradizionali sono più lenti ad adottare strategie nuove o più aggressive, come quelle dei prezzi bassi.
È un altro esempio di «disintermediazione» dell’informazione, a scapito del funzionamento dell’industria culturale come la intendevamo nell’epoca della scarsità dei contenuti. Jane ragiona (e riporta opinioni) su tutte le implicazioni di questo passaggio verso nuovi modelli.
Merita la lettura e l’approfondimento dei link: Is Self-Publishing the Most Important Transformation in the Publishing Industry?
Per costruirci un’opinione e per trovare la nostra «giusta educazione» in questo nuovo ecosistema dei media, dobbiamo anche considerare che non ci troviamo di fronte a tendenze destinate a invertirsi. La nostra capacità di pubblicare e accedere alle informazioni tenderà ad esse sempre più facile ed economica. Gli ultimi dati li raccoglie un report ( The Global Media Trends Book) che tra l’altro ci racconta come in molti Paesi i social network siano diventati l’accesso primario all’informazione.
Qui trovi una sintesi: Report details global trends in mobile, video and social.
Ma più ancora può aiutarti a riflettere lo stralcio del libro di Nate Silver pubblicato in italiano da Internazionale. L’occhiello ti racconta subito dove si va a parare: «La mole di informazioni disponibili aumenta a ritmo vertiginoso, ma fare previsioni non è affatto semplice: i dati da soli non bastano, la maggior parte è solo interferenza e il rumore è più forte del segnale. Il libro di Nate Silver spiega perché l’elemento umano è ancora essenziale».
Il titolo è, non a caso, Il segnale e il rumore.
Come link bonus, questa settimana, un post di John Kroll che fa proprio al caso nostro. Siamo stati educati con la cultura della stampa e dobbiamo educarci a pensare (e scrivere) per il digitale. Parlando soprattutto ai giornalisti, John spiega in modo utile come superare la «mentalità della carta»: How to get past the print-first mindset.

GIUSEPPE GRANIERI

Twitter: @gg

link all’articolo




Siamo tutti statuine: nei supermarket la nostra copia in 3D

stampanteLa miniatura, alta 20 centimetri, è realizzata con una scansione del corpo e le stampanti di ultima generazione. Riproduce i tratti nel minimo dettaglio: è già in vendita a Londra e sarà tra i regali più ricercati del Natale 2013.
Il regalo-novità del Natale 2013 da mettere sotto l’albero siete voi. Bè, non proprio voi, impacchettati dalla testa ai piedi, bensì un modellino, un bambolotto, una versione ridotta del prodotto originale, peraltro identica in ogni più piccolo particolare. Si chiama “Mini-me” ed esce dalle stampanti in 3D che secondo gli economisti produrranno una nuova rivoluzione industriale. A Londra si può già comprare, per 40 sterline (circa 50 euro) nei supermercati Asda, e per un po’ di più, da 70 a 120 sterline (85-150 euro), da Selfridges, i grandi magazzini di Oxford street che competono con Harrods per la palma di più eleganti department stores della capitale. Ma conviene sbrigarsi, perché a dicembre, prevedono gli esperti di marketing, ci sarà la ressa per portarsi via una di queste statuine che sono la perfetta copia di chi le compra.
Non è neanche un anno che si sente parlare di stampanti tridimensionali: macchine potenzialmente in grado di fare anzi rifare tutto, da un portachiavi a un aeroplano, sicché in un giorno di un futuro non molto lontano non saranno più necessarie le fabbriche, basteranno le fotocopiatrici in 3D per darci una serie infinita di qualsiasi cosa di cui abbiamo bisogno. Ma se quello è il futuro e ad alcuni di noi sembra ancora fantascientifico (non a scienziati e futurologi, come Christopher Barnatt, autore di “3D Printing: the next industrial revolution”, e Chris Anderson, autore di “Makers: the new industrial revolution”, due fra i tanti studi sul fenomeno pubblicati negli ultimi mesi), il presente è già pronto a sbarcare sulle strade dello shopping natalizio. Ieri il Sun, tabloid popolare londinese, ha pubblicato il “mini-me” di un cronista, andato a farsi fare una copia tridimensionale di se stesso al supermarket Asda di York: modica spesa di 40 sterline, ma bisogna aspettare una settimana per farsi consegnare una bambola che ci somiglia come se ci guardassimo allo specchio. Uno specchio che fa sembrare più piccoli: è alta 20 centimetri. Ma riproduce qualsiasi dettaglio, dai vestiti che indossiamo al giornale che Daniel Jones, questo il nome del reporter del Sun, teneva in mano. Funziona così: un addetto ti scansiona con una macchinetta che tiene in mano, quindi un computer cuce insieme centinaia di minuscole immagini fino a costruire un ritratto in 3D, che viene poi inviato a una stampante da 100mila sterline (120mila euro) da cui sbuca il prodotto finito. La nostra mini-copia.
Prima di Natale sarà possibile sottoporsi alla medesima procedura in qualunque altro dei 27 supermarket dell’Asda sparsi per l’Inghilterra; e tra pochi giorni, dal 24 ottobre, lo stesso servizio sarà disponibile da Selfridges, nel cuore di Londra, dove i prezzi saranno un po’ più alti ma i tempi di consegna del “Mini-me” più brevi (due giorni). Nei grandi magazzini saranno in vendita anche stampanti in 3D per tutte le tasche, da 750 a 3mila sterline l’una, così come, nella corsa allo shopping di Natale, in negozi di elettronica come Curry e Maplin. “Prevediamo che le copie tridimensionali sostituiranno le fotografie come modo migliore per avere immagini di sé”, dice Phil Stout, capo del dipartimento digitale dell’Asda. “Che sia il primo giorno di scuola o la laurea, la cerimonia di nozze o il primo vagito di un bebè, ci sarà presto un Mini-me per tutte le occasioni da regalare a parenti, innamorati e amici”. Invece di bambole e soldatini, insomma, sotto l’albero del Natale 2013 cominceremo a trovare copie di noi stessi. C’è solo da augurarsi che si possano migliorare, rispetto all’originale, come Photoshop permette di fare con le foto. “Mi somiglia proprio”, scrive il giornalista del Sun rimirando il modellino di se stesso, “eccetto per il naso, naturalmente, il mio non è certo così grosso”.

ENRICO FRANCESCHINI

link all’articolo




I progetti del governo sui Fondi Europei coincidono con le linee del progetto Corviale

ueDalla Nota governativa sulla programmazione dei Fondi Europei 2014-2020:
“La valorizzazione dei beni ambientali e culturali – oggetto nei cicli precedenti di importanti investimenti di tutela e rifunzionalizzazione al fine di promuovere impresa e occupazione assume un ruolo estremamente importante nel programma
Il programma conferma, altresì, investimenti rilevanti sia per promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà, sia nell’investimento nella scuola e nella formazione.
Inoltre, viene proposto un nuovo programma di intervento sulle città. Le città possono essere il motore della ripresa dell’economia italiana, luoghi nei quali più facilmente nascono e sviluppano nuove imprese utilizzando i saperi delle persone. I programmi urbani saranno costruiti mirando ad una pluralità di ambiti fra loro integrati, fra cui spiccano per importanza le forme di mobilità sostenibile, gli interventi per l’efficienza e il risparmio energetico, per l’economia digitale e l’inclusione sociale.
(…)
azioni contro la dispersione scolastica e per rafforzare le competenze degli studenti.
La programmazione conterrà programmi operativi regionali, con interventi che richiedono attenzione alla dimensione territoriale (come le strategie regionali di specializzazione intelligente richieste dall’Unione Europea), e richiedono adattamenti e specificazioni; in una logica, tuttavia, di sempre maggiore integrazione fra le diverse misure sui territori.”




Programmazione dei Fondi europei 2014‐2020

soldiwww.governo.itNei prossimi giorni, dopo l’imminente definizione finale da parte delle istituzioni europee del bilancio pluriennale e dei regolamenti sulle politiche di coesione, il governo italiano su iniziativa del Ministro per la coesione territoriale presenterà alla Commissione europea la bozza dell’Accordo di partenariato (vedi allegato)sulla programmazione dei fondi strutturali 2014‐2020.
Si tratta di un documento importante, nel contesto della gravissima crisi che da tempo colpisce l’Italia. Queste politiche svolgeranno un ruolo fondamentale per la crescita, per il rilancio del sistema produttivo, l’incremento dell’occupazione e il miglioramento della coesione sociale nel nostro paese, in tutte le sue regioni.
In base ai principi europei, le politiche di coesione riguardano l’intero territorio nazionale, pur con modalità diverse: le regioni del centro nord sono incluse nel gruppo delle regioni europee più sviluppate; Sardegna, Abruzzo e Molise fra le regioni in transizione, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia, fra le regioni meno sviluppate.
In base agli stessi principi, alle Regioni è destinato, per il periodo 2014‐20, complessivamente un contributo europeo di circa 30 miliardi di euro, di cui 7 per le regioni più sviluppate, 1 per le regioni in transizione e 20 per le regioni meno sviluppate.
A tali cifre vanno aggiunti gli importi del cofinanziamento nazionale (obbligatorio per le politiche di coesione europee), pari agli stanziamenti comunitari. Nel quadro degli interventi per lo sviluppo regionale, le politiche comunitarie si sommano alle politiche nazionali, incardinate sul Fondo Sviluppo e Coesione che ha una allocazione nella legge di stabilità di circa 54 miliardi distribuiti negli anni di attività dei fondi.
Nel complesso le politiche di sviluppo e coesione conteranno su circa 100 miliardi di euro.
Tali risorse devono svolgere, nel ciclo 2014‐20, un ruolo duplice, ma strettamente integrato: da un lato continuare nell’azione di potenziamento e miglioramento dei contesti regionali; dall’altro assicurare un sostegno, strutturale e non congiunturale, ai processi di rafforzamento delle imprese, di incremento dell’occupazione, di miglioramento del tessuto sociale dopo la grande crisi.
A tal fine, la programmazione 2014‐20 opera una prima grande scelta innovativa rispetto alle esperienze precedenti di utilizzo dei fondi: quella di specializzare il Fondo Sviluppo e Coesione nel finanziamento delle grandi opere infrastrutturali, in particolare nel campo dei trasporti e dell’ambiente. Ciò consente di poter disporre di una tempistica di spesa più adatta a realizzazioni grandi e complesse sotto il profilo amministrativo e tecnico. Inoltre, permette di non vincolarsi alle scadenze che riguardano i fondi strutturali di solito difficilmente compatibili con la durata dei processi di realizzazione delle opere infrastrutturali.
Così, le politiche nazionali (Fondo Sviluppo e Coesione in corso e previsto per il 2014‐20) si orienteranno sulla infrastrutture più importanti, oltre che su ambiti nei quali le politiche europee
non intervengono; i Fondi Strutturali invece investiranno sulle imprese e sulle aree territoriali, sulle persone e sulle infrastrutture leggere, in coerenza con i regolamenti comunitari.
La strategia europea indica per i Fondi Strutturali 11 grandi aree di intervento. In questo quadro, la strategia italiana opera alcune scelte che tendono a concentrare le risorse in pochi obiettivi segnando una innovazione rispetto al passato ciclo di programmazione. In particolare, agli obiettivi ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione e competitività delle piccole e medie imprese è destinato il 37% delle risorse, con un incremento rispetto al ciclo di programmazione precedente del 10%. All’obiettivo promozione dell’occupazione è destinato il 14% delle risorse con un incremento rispetto al ciclo di programmazione precedente del 4,1%.
La valorizzazione dei beni ambientali e culturali – oggetto nei cicli precedenti di importanti investimenti di tutela e rifunzionalizzazione ‐ al fine di promuovere impresa e occupazione assume un ruolo estremamente importante nel programma
Il programma conferma, altresì, investimenti rilevanti sia per promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà, sia nell’investimento nella scuola e nella formazione.
Inoltre, viene proposto un nuovo programma di intervento sulle città. Le città possono essere il motore della ripresa dell’economia italiana, luoghi nei quali più facilmente nascono e sviluppano nuove imprese utilizzando i saperi delle persone. I programmi urbani saranno costruiti mirando ad una pluralità di ambiti fra loro integrati, fra cui spiccano per importanza le forme di mobilità sostenibile, gli interventi per l’efficienza e il risparmio energetico, per l’economia digitale e l’inclusione sociale.
Allo stesso modo attenzione particolare viene dedicata alle aree interne del paese, per rompere i vincoli dell’isolamento, garantire quantità e qualità dei servizi pubblici, mettendole in grado di contribuire maggiormente al rilancio del paese.
Nell’ambito della strategia nazionale, le azioni per il Mezzogiorno sono caratterizzati da uno sforzo maggiore di individuazione di interventi a scala macroregionale, evitando i rischi di isolamento delle programmazioni regionali e definendo temi comuni di lavoro, a partire dal rafforzamento di filiere produttive di specializzazione (nel manifatturiero, nell’agricoltura, nell’agroindustria e nel turismo di qualità) e dalla realizzazione di infrastrutture leggere di connessione e integrazione delle reti.
Le scelte per la programmazione di queste risorse sono finalizzate ad assicurarne un impatto rapido ed efficace sull’economia di tutte le regioni italiane, per accompagnare progressivamente i primi segnali di ripresa a partire dal 2014. Apprendendo dall’esperienza ciò ha portato ad alcune scelte di fondo di rilevante importanza.
Viene rafforzato il presidio nazionale dei Fondi Comunitari. Ciò non significa ricentralizzare la spesa, ma assicurare l’impegno e la responsabilità politica delle istituzioni nazionali per una loro efficiente e rapida attuazione, per la definizione di regole ed indirizzi comuni, per la coprogettazione, il sostegno tecnico e il monitoraggio di interventi e azioni, per un incisivo ruolo della costituenda Agenzia nazionale per la coesione territoriale. Le risorse europee mirano ad incrementare il benessere dei cittadini e la competitività delle imprese: è compito di tutte le istituzioni, a tutti i livelli, collaborare perché ciò accada, indipendentemente dalle specifiche responsabilità gestionali.
Presidio nazionale significa assicurare l’integrazione delle politiche comunitarie, oltre che con l’azione del Fondo Sviluppo e Coesione, anche con l’insieme delle politiche ordinarie; contemperare l’obiettivo di avere sull’intero territorio nazionale pratiche e metodi omogenei, con le opportune esigenze di adattarli agli specifici contesti territoriale; sostenere senza discriminazioni cittadini e imprese; promuovere interventi rapidi, valorizzando la diffusione delle buone pratiche da territorio a territorio.
A tal fine la programmazione conterrà alcuni schemi di intervento per l’intero territorio nazionale e/o per il Mezzogiorno, mirati a sostenere: i processi innovativi delle imprese, in particolare di minore dimensione, e di ampliamento della capacità produttiva, materiale e immateriale; l’assunzione a tempo indeterminato nelle imprese di giovani ad alta qualifica, come fondamentale elemento di un rafforzamento strutturale delle aziende; la riduzione del cuneo fiscale attraverso misure di decontribuzione attive su un periodo prolungato di tempo e coerenti con gli interventi già in corso; schemi di contrasto alla povertà attraverso l’inclusione attiva.
La programmazione conterrà altresì, all’interno di programmi operativi nazionali, per l’intero territorio nazionale e/o per il Mezzogiorno, azioni che richiedono una uniforme capacità attuativa, nell’interesse della parità di trattamento e del costo e dell’efficacia nella gestione delle misure: tipiche di questi casi sono le azioni contro la dispersione scolastica e per rafforzare le competenze degli studenti.
La programmazione conterrà programmi operativi regionali, con interventi che richiedono attenzione alla dimensione territoriale (come le strategie regionali di specializzazione intelligente richieste dall’Unione Europea), e richiedono adattamenti e specificazioni; in una logica, tuttavia, di sempre maggiore integrazione fra le diverse misure sui territori.
Per superare i rilevanti problemi attuativi di queste politiche, che hanno interessato in passato tutti i livelli istituzionali, centrali e regionali, pur con differenze significative, si prevede una notevole riduzione del numero dei programmi operativi e, soprattutto, al loro interno, del numero di azioni da perseguire.
I programmi diventano ovunque davvero operativi: non più solo documenti generali di orientamento. Dovranno indicare ciò che si farà, definendo con precisione i risultati attesi, le azioni per perseguirli e i tempi necessari. Sarà inoltre assicurata la collaborazione con il partenariato istituzionale e la trasparenza di tutte le informazioni anche attraverso il portale OpenCoesione.
http://www.opencoesione.gov.it/
bozza_dell_accordo_di_Partenariato




Partenariato Pubblico-Privato

pascaleAlfonso Pascale: “A Corviale abbiamo dato vita ad un Partenariato Pubblico-Privato che intende allargarsi anche ad altri quartieri del Quadrante per candidarsi a a gestire in modo integrato i Fondi Europei 2014-2020.
Spetta alla Regione Lazio decidere se estendere l’approccio Leader, finora utilizzato solo nelle aree rurali, anche alle città e se i Partenariati che nasceranno potranno utilizzare contestualmente i diversi Fondi comunitari.
Il Comune di Roma farebbe bene a sollecitare la Regione a compiere questa scelta. Solo in questo modo si potranno creare nei territori delle vere e proprie comunità, capaci di dotarsi di progetti territoriali condivisi e definire regole comuni per realizzarli, nel quadro degli obiettivi Europa 2020.”




COSTRUIAMO IL CAMBIAMENTO: cronichetta in diretta su facebook

pagina facebook di Corviale Domani
ore 17 incontro con i cittadini e le associazioni, iniziano i lavori !!!
incontrofoto di Elisa Longo

E’ cominciata al Mitreo la presentazione del forum Corviale. Pino Galeota sta aprendo i lavori illustrando il percorso gia’ compiuto e i progetti in costruzione.

Pino Galeota: “posti di lavoro e inserimento sociale”

Presidente Veloccia: “le istituzioni devono rispondere alle esigenze del territorio”
velocciafoto di Elisa Longo

Ancora Veloccia: “a Corviale i finanziamenti ci sono bisogna avviare i lavori”

Veloccia:” i progetti saranno partecipati”

“Con l’assessore Masini abbiamo bloccato i fondi contro il rischio di perderli”

“Stiamo parlando di 10 milioni di euro”

“Legalità e diritti vanno coniugati insieme”

Daniel Modigliani (commissario ATER): “Corviale ha cambiato completamente faccia per la perseveranza dei suoi abitanti”
modiglianifoto di Elisa Longo

“Corviale é una delle eccellenze urbanistiche di Roma”

” A Corviale ci saranno altri 30/40 alloggi”

“Corviale non può essere affrontato per parti ma unitariamente perché é un monumento dell’architettura”

“Rendere Corviale più praticabile e sicuro”

Galeota: “30 cittadini hanno messo in campo una class action contro il blocco dei lavori a Corviale”

Coni:” ritorno a Corviale dopo 25 anni e trovo una realtà completamente rinnovata. Lo sport farà la sua parte nel laboratorio Corviale, modello da esportare”

Stefano Panunzi:” il progetto del tetto .verde é pienamente fattibile ”
panunzifoto di Elisa Longo

“I tetti verdi sostituiscono i cortili di un tempo: luoghi di socialità oltre che di produzione di energia, isolamento termico , rete di connettivita’ ”

“Firmato un protocollo tra l’ATER e l’università di Termoli per sperimentare a Corviale le nuove tecnologie dal riciclo dei rifiuti alle stampanti 3 D”

Galeota:”Corviale ha tutte le caratteristiche per diventare una smart comunity”

Alfonso Pascale:” il progetto di Corviale rientra in pieno nelle caratteristiche che l’Europa ha scelto per i programmi d’investimento 2014/20″
pascalefoto di Elisa Longo

“La comunità progetta dal basso la forma della città a cominciare dalla qualità paesaggistica”

“Voglio concludere con l’augurio di passare dall’utopia (che vuol dire letteralmente non luogo) di Fiorentino (l’architetto di Corviale) all’eutopia che vuol dire bel luogo”

Monica Melani:” l’arte e la cultura sono i linguaggi che stanno cambiando la vita e la percezione del quartiere”

Mariagrazia Belisario (MIBAC):” il progetto Corviale ha un’alta valenza culturale e per questo motivo il Ministero partecipa alla valorizzazione di un monumento dell’architettura moderna nazionale”

“Corviale é un esempio interessante di riqualificazione di un impianto architettonico e rientra appiena nei nuovi indirizzi europei di tutela e valorizzazione del paesaggio sia ambientale che agricolo”

“Stiamo lavorando a un progetto condiviso nello spirito dei programmi europei”




Incontro del 16 ottobre per organizzare il Forum Corviale‏

dreamContinuiamo ad avere positivi riscontri istituzionali al nostro lavoro per la riqualificazione del Quadrante di Corviale.
E’ con grande soddisfazione che vi alleghiamo la lettera d’invito del Presidente dell’XI° Municipio Maurizio Veloccia alle realtà territoriali.
Nell’invito il Presidente ricorda che nel suo programma elettorale era presente il progetto di “sviluppo e riqualificazione Quadrante di Corviale”.
Diciamo la verità: non sempre ai programmi elettorali sono seguiti coerenti fatti istituzionali.
Siamo perciò soddisfatti di condividere con tutti voi, che con tanta passione seguite questo progetto, quest’inizio di percorso istituzionale che porterà all’avvio dei “lavori previsti e progettati per ben 42 milioni di Euro riguardanti sia il palazzo Ater, sia il suo ambito territoriale”.
Per questo sarà importante che mercoledì 16 ottobre alle 16,30 tutti voi partecipiate all’incontro presso il Mitreo, via Marino Mazzacurati 61/63.lettera invito Presidente Veloccia