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Roma:’arrampicata’ su edificio periferia

nardiA Corviale, sul ‘Serpentone’ simbolo degrado. Nardi testimonial
(ANSA) – ROMA, 19 NOV – Da simbolo del degrado urbano a ‘parete’ di free climber. Questo potrebbe diventare un lato di un edificio di edilizia popolare di Roma sulla via Portuense, conosciuto come il Serpentone. “Con l’assessore allo Sport Pancalli stiamo studiando un progetto per la realizzazione di un’arrampicata urbana di 39 metri che sarà la più alta del mondo – ha annunciato l’assessore capitolino ai lavori pubblici Paolo Masini – Coinvolgeremo un testimonial d’eccezione, Daniele Nardi, celebre scalatore italiano”.
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Diretta facebook dal Campidoglio

conferenza stampafoto di Elisa Longo
Paolo Masini (assessore alle periferie): “Partiranno i lavori della scuola materna e l’illuminazione di fronte al serpentone. Ludoteca e parco di via dei Sampieri partono il prossimo semestre. Stiamo recuperando i fondi con garanzie del Ministero delle infrastrutture. Con il calcio sociale partecipiamo ad un importante bando della Bloomberg Foundation.”calcio sociale
Mariagrazia Bellisario (Mibact): “Corviale rientra nel censimento delle architetture del II° Novecento non solo dal punto di vista architettonico ma anche della partecipazione dei suoi abitanti. Corviale luogo dell’architettura, del paesaggio e dei servizi, esempio di buone pratiche esportabile anche per l’attenzione internazionale che richiama.”
Flavia Barca (assessore cultura): “Una sfida alla città e alla cultura. Cultura strumento di riscatto delle periferie. Abbiamo portato artisti tedeschi a Corviale. Le caratteristiche di un laboratorio. Quest’estate il Santa Cecilia terrà un concerto a Corviale. Importanza della Biblioteca come front office di servizi e progetti”biblioteca
Daniel Modigliani (ATER): “A Corviale sono stati realizzati servizi pubblici del palazzo aperti all’intero quartiere. La sfida e’ utilizzare gli enormi spazi del palazzo per offrire servizi ad un intero quadrante della citta’ in strettissima connessione ai due parchi su cui insiste il palazzo.
Questo significa in pratica la rigenerazione di cui parla l’Unione Europea per la concessione dei fondi strutturali.”
Maurizio Veloccia (Presidente XI° Municipio): “Stiamo costruendo un distretto della cultura, dello sport e dell’ambiente con l’impegno dei cittadini, delle associaioni e delle istituzioni. Portare nel quartiere altre realta’ come ad esempio le residenze universitarie.”
Pino Galeota (Corviale Domani): “abbiamo federato oltre 70 realta’ territoriali nel progetto complessivo di rigenerazione che prefigura un modello di sviluppo che dia contemporaneamente lavoro e qualita’ della vita. Ma il punto centrale e’ riscoprire l’etica delle responsabilita’ in politica e nell’Amministrazione. Il blocco di 42 milioni di euro per la ristrutturazioni di Corviale delle giunte Alemanno-Polverini nel momento di crisi e di disoccupazione ha comportato per gli abitanti e per tutti i cittadini un danno finanziario che configura un reato civile, penale ed erariale. dinamiteOggi la questione di Corviale passa dalla DINAMITE che lo voleva abbattere alla DINAMITE della questione politica di un territorio che inizia, con la lotta e la progettazione, la sua rinascita”




Corviale 2020, tre giorni di dibattito sulla riqualificazione del ‘Serpentone’

roma italiaTrasformare la periferia dimenticata in una smart city innovativa. Il sogno (non irrealizzabile) prende vita di nuovo: il “Serpentone“, come è conosciuto dai romani il progetto edilizio “Nuovo Corviale“, torna ad essere al centro del dibattito pubblico. Da giovedì 21 a sabato 23 novembre, nel cuore del Municipio XI si succederanno incontri, visite ai cantieri e inaugurazioni di mostre e laboratori artistici, in una tre giorni intitolata “Corviale 2020“.
Questa mattina la conferenza stampa di presentazione in Campidoglio. In presenza di Paolo Masini, assessore allo Sviluppo delle Periferie, Infrastrutture e Manutenzione Urbana e di Flavia Barca, assessore alla Cultura, è stato esposto il programma del forum, giunto alla sua seconda edizione. Riqualificazione degli spazi, efficientamento dei servizi e interventi di ristrutturazione, i temi in cima all’agenda.
Il “Serpentone” lungo un chilometro ospita circa 1200 appartamenti, più 120 alloggi realizzati abusivamente al quarto piano. E’ proprio dalla messa in sicurezza degli appartamenti abusivi che parte la rinascita di Corviale: l’Ater ha programmato la ristrutturazione, a cui seguirà il bando per l’assegnazione dei locali. La compartimentazione dell’edificio in 27 ingressi diversi, che tuttavia non altereranno la forma della struttura, è il passa successivo.
Ma la riqualificazione del “Serpentone”, promessa dalle istituzioni ma mai completamente attuata, passa soprattutto attraverso il miglioramento dei servizi e interventi mirati a fare di Corviale una smart city viva ed autosufficiente. “È necessario dare un nuovo senso all’abitare mediante percorsi partecipativi, educativi e culturali che pongono l’esigenza di una diversa regolazione del metabolismo urbano costruendo e definendo in progress la mappa del territorio in trasformazione – scrive in una nota Pino Galeota, ex consigliere comunale e ora membro dell’associazione “Corviale Domani” -. Uno sviluppo fondato sull’equilibrio tra bisogni sociali, attività economiche e ambiente e sulla volontà della popolazione di svolgere un ruolo attivo nella trasformazione da un welfare assistenziale a un welfare produttivo che dia profitti sociali sia alla prevenzione che alla coesione. Elementi fondanti, insieme allo spazio pubblico di qualità, ad un attualizzato welfare pubblico”.
In sostanza – affermano i comitati – Corviale rinasce solo se si investe in sostenibilità e se si incentiva la cultura, l’artigianato e le attività di formazione. E’ dello stesso parere Masini, che a margine della conferenza stampa ha assicurato: “Entro i prossimi sei mesi si potranno avviare i lavori per il recupero e la messa a norma della scuola di via Mazzacurati, per la riqualificazione dello spazio pubblico vicino le entrate del palazzone di Corviale e per la nuova illuminazione”. Nel programma coperto dal Comune anche la realizzazione di una ludoteca in via Mazzacurati e la riqualificazione del parco in via dei Sampieri, per un totale di circa 3,4 milioni di euro.
Giulio Canini
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Regolazione regionale della generazione elettrica da fonti rinnovabili

fonti rinnovabiliIl GSE pubblica il rapporto “Regolazione regionale della generazione elettrica da fonti rinnovabili” come da D.Lgs. 28/2011 (art.14).
E’ presentato, in chiave comparativa, il quadro aggiornato al 30 giugno 2013 degli interventi compiuti dalle Regioni per attuare, modificare o integrare le norme nazionali in materia di autorizzazioni per gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Il rapporto considera i regimi autorizzativi specifici, le procedure di valutazione ambientale connesse, i procedimenti amministrativi per la concessione di acque superficiali e di risorse geotermiche; un complesso di funzioni amministrative quasi tutte conferite alle Regioni e, in molti casi, da queste delegate alle Province.
E’ esaminato, inoltre, l’esercizio della facoltà attribuita alle Regioni di individuare aree non idonee alla installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili.
Il rapporto sarà periodicamente aggiornato. Nella sezione del sito “Autorizzazioni” sono disponibili le informazioni sui regimi autorizzativi vigenti a livello regionale, nella sezione “Cerca la normativa” è, invece, accessibile la normativa regionale e nazionale.
Regolazione regionale Fonti rinnovabili




Conferenza Stampa in Campidoglio: dichiarazione di Corviale Domani

dinamiteIl nostro obiettivo civile e politico è il ripristino a Corviale e nell’intera città dell’etica della responsabilità in politica e nell’Amministrazione.
Il blocco dei 42 milioni di euro per la ristrutturazione di Corviale delle giunte Alemanno-Polverini in un momento di crisi e di disoccupazione ha comportato per gli abitanti e per tutti i cittadini un danno finanziario che configura un reato civile, penale ed erariale.
Oggi la questione di Corviale passa dalla dinamite che lo voleva abbattere alla dinamite della questione politica di un territorio che inizia con la lotta e la progettazione la sua rinascita urbanistica, civile, economica e culturale a partire dal Forum che si terrà nel quartiere dal 21 al 23 novembre.

Elenco iniziative legali in corso riguardanti il complesso di Corviale:
1) ricorso al TAR Lazio mediante la proposizione di un’azione popolare;
2) denuncia alla Procura della Repubblica;
3) denuncia alla Procura regionale della Corte dei conti;
4) azione civile per chiedere all’ATER il risarcimenti dei danni subiti dagli inquilini di Corviale per l’omessa manutenzione dei beni e degli spazi comuni da parte dell’ATER.




Iniziative legali in corso riguardanti il complesso di Corviale

tribunaleIl complesso di edilizia residenziale pubblica di Corviale, nel quale vivono oltre seimila cittadini romani, versa in uno stato di profondo degrado.
Dopo anni di latitanza ed inerzia, su impulso degli abitanti e di un associazionismo particolarmente attivo, le istituzioni pubbliche, locali e nazionali, hanno adottato una serie di misure idonee ad intervenire sulle cause del degrado, attraverso importanti opere di ristrutturazione e ammodernamento della struttura, e di sviluppo dell’area circostante e dell’intero quartiere.
L’esecuzione delle opere previste (per un finanziamento complessivo di oltre 42 milioni di euro) è stata tuttavia bloccata, inspiegabilmente, dalla precedente Giunta Regionale (presidente Polverini).
Il Comune di Roma (sindaco Alemanno), i cui cittadini sono i reali beneficiari delle suddette opere, anziché pretendere l’esecuzione delle opere previste e già finanziate, è rimasto inerte.
Per reagire a questo stato di inerzia – che rischia concretamente di compromettere l’intero progetto di risanamento – e per contribuire a ripristinare la legalità, le associazioni IICA e CILD, insieme al Comitato Inquilini Corviale, all’associazione Corviale Domani e al Comitato di Quartiere Magliana Arvalia, hanno patrocinato una serie di iniziative legali volte da un lato ad ottenere l’esecuzione dei progetti finanziati, mediante lo strumento inedito dell’azione popolare, e dall’altro ad individuare le specifiche responsabilità di natura penale e amministrativo-contabile di coloro che – con le loro improvvide iniziative politiche o con colpevole inerzia – hanno bloccato i progetti in corso.
E’ stata proposta inoltre una innovativa azione civile collettiva degli inquilini nei confronti dell’Ente proprietario (l’ATER del Comune di Roma) per ottenere la condanna all’adempimento degli obblighi di manutenzione e il risarcimento dei danni subiti.
Di seguito una breve esposizione delle iniziative giudiziarie intraprese.
1) Ricorso al TAR Lazio mediante la proposizione di un’azione popolare.
L’art. 9 del d.ls. n. 267/2000 (T.U. degli Enti Locali) stabilisce che qualunque cittadino elettore può “far valere in giudizio le azioni e i ricorsi che spettano al comune e alla provincia” (art. 9, 1° comma, d.lgs. n. 267/2000).
Nel caso di specie, alcuni cittadini elettori del Comune di Roma, facendo propri gli interessi spettanti al Comune di Roma, rimasto inspiegabilmente inerte, hanno agito in giudizio per ottenere la condanna dell’ATER e della Regione Lazio a dare esecuzione al Protocollo di intesa sottoscritto in data 18.10.2007 dal Ministero delle Infrastrutture, dalla Regione Lazio, dall’ATER e dal Comune di Roma, che ha stanziato i fondi per realizzare le opere ristrutturazione edilizia con cambio di destinazione d’uso dei locali non residenziali siti al 3°, 4° e 5° piano dell’immobile di Corviale.
Strettamente connesse al citato progetto, vi sono inoltre le opere di verticalizzazione e compartimentazione dell’edificio, anch’esse già finanziate e in attesa di esecuzione.
Le opere di ristrutturazione edilizia approvate con il protocollo di intesa citato e finanziate dal Ministero delle Infrastrutture, a cui si era già dato un inizio di esecuzione da parte dell’ATER e del Comune di Roma, sono state bruscamente interrotte dalla Regione Lazio, che ha “invitato” l’ATER a sospendere le attività in corso.
Nonostante le diffide dei cittadini e delle associazioni impegnate sul territorio a dare esecuzione alle opere previste, ad oggi si è interrotta ogni attività, senza che l’amministrazione comunale abbia fatto alcunché per ottenere l’esecuzione di ciò che era stato precedentemente deliberato e finanziato.
Con il ricorso al TAR, pertanto, i ricorrenti si sono fatti carico del diritto del Comune di Roma di pretendere l’integrale esecuzione di quanto già pattuito e finanziato da parte della Regione Lazio e dell’ATER.
E’ stato richiesto, inoltre, sempre a favore del Comune, il risarcimento di tutti i danni subiti e subendi da Roma Capitale per il ritardo inescusabile nell’esecuzione delle opere previste negli atti sopra indicati, nonché il risarcimento per il danno all’immagine subito dalla città di Roma.
Il ricorso, patrocinato dagli avv.ti Giuseppe Lo Mastro e Stefano Rossi, è attualmente pendente avanti al TAR Lazio (r.g. n. 2260/2013).
Fino ad ora il Comune di Roma non si è costituito in giudizio, perpetuando in tal modo l’incomprensibile inerzia nel pretendere l’esecuzione di importanti opere di ristrutturazione e recupero già deliberate e finanziate.
2) Denuncia alla Procura della Repubblica
Si è inoltre provveduto a presentare una denuncia penale, redatta dall’avv. Deborah Maidecchi e dall’avv. Stefano Rossi, nella quale si sono rappresentate due significative fattispecie.
La prima riguarda l’illecita interruzione dell’iter procedimentale degli interventi di riqualificazione dell’edificio, a cui sono stati destinati rilevanti finanziamenti pubblici, regolarmente erogati dal Ministero delle Infrastrutture, ricevuti dalla Regione Lazio, ma mai utilizzati per l’esecuzione dei lavori programmati.
La seconda concerne la crescente, insostenibile e grave situazione di pericolo che si sta determinando per l’incolumità pubblica, la sicurezza e l’ordine pubblico a seguito degli omessi interventi da parte delle Autorità competenti su una serie di illeciti commessi ai danni degli inquilini di Corviale.
In entrambi i casi vengono in rilievo comportamenti attivi e omissivi di soggetti che hanno provocato o, pur avendone i poteri, non hanno impedito gravissimi danni alla cittadinanza.
3) Denuncia alla Procura regionale della Corte dei conti
L’interruzione illegittima dell’iter procedimentale di riqualificazione dell’edificio di Corviale è causa di ingenti danni erariali derivanti sia dalle spese sostenute per le attività propedeutiche all’esecuzione dei progetti (su tutte il censimento degli occupanti abusivi, che ha impegnato in modo significativo il Comune e l’ATER) sia dai maggiori costi che il Comune e l’ATER saranno chiamati a sostenere per gli interventi futuri sull’edificio.
Con apposita denuncia, pertanto, si chiede alla Procura regionale di accertare e valutare se l’inerzia che si è determinata abbia prodotto un danno erariale e, in caso affermativo, se sia configurabile una responsabilità per danno erariale da parte dei soggetti che hanno ricoperto incarichi di vertice negli organi politici ed amministrativi di Roma Capitale, Regione Lazio e ATER del Comune di Roma.
4) Azione civile per chiedere all’ATER il risarcimenti dei danni subiti dagli inquilini di Corviale per l’omessa manutenzione dei beni e degli spazi comuni da parte dell’ATER
Tra gli assegnatari degli appartamenti siti nell’edificio di Corviale e l’ATER si è instaurato un regolare rapporto di locazione, caratterizzato dalle reciproche obbligazioni intercorrenti tra locatore e conduttore.
Nel fabbricato di Corviale si verifica un sistematico inadempimento delle obblighi di manutenzione da parte l’ATER del Comune di Roma, che determina una grave e persistente limitazione nel libero e completo godimento del bene locato da parte degli inquilini.
Con una innovativa azione civile, pertanto, gli inquilini di Corviale, rappresentati e difesi dall’avv. Giuseppe Lo Mastro e dall’avv. Stefano Rossi, hanno chiesto al Tribunale di Roma di condannare l’ATER al risarcimento di tutti i danni subiti a causa dell’inadempimento agli obblighi di manutenzione dei beni comuni facenti capo al proprietario dell’immobile.
L’udienza per la discussione della causa avanti al Tribunale di Roma, VI sez., Giudice dott.ssa Nardone, è fissata per il prossimo 3 marzo 2014.




Un’immagine vale più di mille parole

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Sistemi idrici, le proposte dei geologi

acquaAttuare le direttive europee, distretti idrografici operativi, risorse finanziarie, hydrobond, incentivi per chi riutilizza le acque reflue depurate
“Promuovere le migliori pratiche nella tutela e gestione delle risorse idriche sotterranee secondo i principi delle direttive Europee e salvaguardare la risorsa idrica in un Paese come il nostro, che purtroppo si contraddistingue spesso per un suo uso scellerato, è quanto meno una battaglia di civiltà, alla quale i geologi si sono ormai da tempo legati”.
Lo sottolinea il presidente del Consiglio nazionale dei geologi, Gian Vito Graziano, in un intervento pubblicato sul sito ufficiale del Cng.
Il problema è la gestione
“Sappiamo che in Italia – sottolinea Graziano – le risorse idriche sono complessivamente sufficienti ai fabbisogni e che il problema risiede nella loro gestione e nel loro uso corretto. Ma sappiamo anche che l’inquinamento del 40% di fiumi e laghi continua a produrre continue e gravi emergenze ambientali e ci espone persino sotto il profilo finanziario alle sanzioni economiche alle quali presto l’Europa ci costringerà per aver disatteso più d’una direttiva europea e diversi provvedimenti legislativi in ambito di depurazione delle acque reflue. Un conto stimato in circa 700 milioni l’anno, che Stato e Regioni dovranno sopportare, oltre al taglio di alcuni fondi europei, sino a quando non troveranno pieno compimento le disposizioni che sono state attribuite alla nostra nazione”.
Procedure di infrazione, coinvolte 268 amministrazioni italiane
“Sono 268 le amministrazioni coinvolte nelle procedure d’infrazione Ue per carenza o assenza di sistemi di depurazione: 109 sono quelle già condannate in base ad una procedura del 2004 e 159 quelle in corso di procedura dal 2009. L’Autorità per l’energia ha stimato che tra la realizzazione degli interventi già previsti nei piani d’ambito e la costruzione dei nuovi impianti di depurazione necessari per superare le condanne e le procedure d’infrazione servirebbero investimenti per circa 20 miliardi nei prossimi cinque anni”.
Il presidente dei geologi italiani pone l’accento sull’arretratezza e inadeguatezza delle infrastrutture idriche nazionali. “Le perdite di rete sono in media superiori al 35%, la rete fognaria ancora non serve il 15% degli italiani, il depuratori risultano mal gestiti, inadeguati o addirittura inesistenti per un italiano su tre, l’acqua esce a singhiozzo dai rubinetti, soprattutto a sud, e circa il 35% dei corpi idrici di superficie non raggiunge gli standard di qualità ambientale. Tutto ciò in un contesto complessivo di disponibilità idrica nazionale pari a 52 miliardi di metri cubi d’acqua, di cui circa l’80% è effettivamente utilizzata. Di questa quota, il 50% è impiegato in agricoltura, il 15-20% per uso domestico e il 30-35% per uso energetico/industriale”.
Le proposte dei geologi
Di seguito riportiamo le proposte avanzate dal presidente del Consiglio nazionale dei geologi.
“Bisogna dare attuazione alle direttive europee, ma per farlo occorre una strategia nazionale di gestione della risorsa idrica. Osservando l’operato delle strutture adibite alla pianificazione a scala d’ambito, emergono numerose criticità, che vanno dall’incertezza sulle competenze nella gestione dei dati tra il soggetto pianificatore e le Società che detengono il Servizio Idrico Integrato, alle difficoltà nella regolamentazione degli usi diversi delle risorse idriche, quali ad esempio l’uso agricolo, all’interno del Piano d’Ambito, per finire nell’inadeguatezza delle risorse professionali disponibili presso gli Uffici preposti alla pianificazione, indispensabili per affrontare complessi problemi di natura ambientale e gestionale legati all’uso delle risorse idriche. Succede infatti che proprio per la mancanza di coordinamento tra i vari enti che gestiscono le risorse idriche, nell’attuale strategia d’azione si perdano talvolta persino i concetti basilari di salvaguardia e di tutela della risorsa.
Tuttavia non si può derogare da una effettiva operatività dei distretti idrografici, con la ridefinizione dei loro confini e la revisione dei piani di gestione, il cui coordinamento potrebbe essere affidato alle Autorità di bacino nazionali. Occorre però superare la forte frammentazione degli enti coinvolti, evitare politiche e iniziative legislative non coordinate, prevedere incentivi economici e finanziari e sviluppare una maggiore consapevolezza, e forse anche una maggiore accettazione sociale, della possibilità di utilizzo di acqua riciclata.
E poi c’è la necessità di reperire le risorse finanziarie, stimate per le infrastrutture acquedottistiche, fognarie e depurative in 66 miliardi di euro in 30 anni, con un effetto occupazionale stimabile tra 150 mila e 200 mila addetti. Intanto si dovrebbero utilizzare velocemente i finanziamenti resi già disponibili, cercando di colmare progressivamente il generale deficit infrastrutturale in cui versa il Paese e quello altrettanto grave che vede il Sud molto indietro per acquedotti e depurazione.
L’Autorità dei Contratti Pubblici ha stimato che con un miliardo di euro è possibile coinvolgere da 10 mila a 15 mila lavoratori in attività di medio-lungo termine. Le risorse possono reperirsi nei Fondi strutturali 2014-2020, introducendo laddove possibile anche dei meccanismi di premialità per l’attribuzione delle risorse stesse, quali il miglioramento dell’uso dell’acqua nelle pratiche agricole, con forme di riutilizzo delle acque, la costruzione di piccoli invasi, la prevenzione degli sprechi, il recupero dell’energia termica dall’acqua depurata, ecc.
L’Autorità per l’energia ha proposto persino degli strumenti finanziari innovativi, i cosiddetti hydrobond, per sostenere gli interventi a tutela del patrimonio idrico, ai quali si vorrebbe dare una connotazione etica destinandoli al finanziamento di investimenti che implichino un evidente miglioramento della qualità ambientale.
La prevenzione degli sprechi assume una forte valenza sia sotto il profilo economico, sia sotto quello ambientale. Valorizzare il risparmio idrico appare una frontiera conseguibile attraverso il riconoscimento di incentivi a chi riutilizza le acque reflue depurate, soprattutto in agricoltura, a chi riduce le dotazioni idriche ed a chi riduce le perdite idriche. E’ auspicabile un sistema che coniughi fiscalità e sistema tariffario, introducendo ad esempio i disincentivi per i consumi elevati e adeguando persino i regolamenti edilizi allo scopo di favorire le diverse tecniche di risparmio idrico, come l’uso delle acque piovane o di quelle riciclate per usi non potabili, la realizzazione di tetti verdi, ecc.
Solo con una strategia integrata di investimenti, riduzione dei consumi e fiscalità si potranno porre le basi per una politica di salvaguardia e tutela della nostra acqua, elemento base della nostra vita”.
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IL 19/11 CONFERENZA STAMPA CORVIALE, TRE GIORNI DI DIBATTITI SUL FUTURO DEL ‘SERPENTONE’

agenparlL’Assessore allo Sviluppo delle Periferie, Infrastrutture e Manutenzione Urbana Paolo Masini e l’Assessore alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica Flavia Barca sono lieti di invitare la stampa alla conferenza di presentazione del forum “Corviale 2020 – Intelligente, sostenibile, inclusivo”. Una tre giorni di dibattiti nel quartiere della periferia ovest di Roma, per presentare i risultati del lavoro svolto in questi anni e affrontare i tanti argomenti connessi alle smart city che possono rappresentare l’occasione per il rilancio di Corviale, dall’arte contemporanea alle opportunità connesse alla strategia comunitaria Europa 2020, dalle tecnologie per l’efficienza energetica agli orti slow, passando per il tema–chiave dello sviluppo delle periferie. Programma e contenuti del forum saranno presentati alla Sala delle Bandiere martedì 19 novembre in Campidoglio.
Interverranno: Paolo Masini, Assessore alle Periferie Roma Capitale Flavia Barca, Assessore alla Cultura Roma Capitale Maurizio Veloccia, Presidente Municipio XI Maria Grazia Bellisario, Direttore del Servizio architettura e arte contemporanee MiBAC Daniel Modigliani, Commissario Ater di Roma Maurizio Gubbiotti, Commissario straordinario RomaNatura Pino Galeota, Presidente CorvialeDomani onlus CONFERENZA STAMPA “CORVIALE 2020” Martedì 19 novembre ore 11 Sala delle Bandiere
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Consiglio dei Ministri approva collegato ambientale “L’Agenda Verde del governo”

ministero ambiente logoIl Consiglio dei Ministri ha approvato questa mattina quella che può essere definita ” l’Agenda Verde ” del governo.
Il “collegato ambientale alla legge di stabilità” rappresenta infatti un fondamentale passo avanti nella definizione delle politiche ambientali nazionali in una logica che per la prima volta le collega ad innovative scelte di politica economica-industriale indirizzate verso una crescita e uno sviluppo sostenibile.
E’ questa la ragione per la quale questo disegno di legge può essere definito senza retorica come una vera e propria Agenda Verde che il governo mette in moto e con la quale prova con ambizione a dare una serie di risposte a quella che oggi deve essere considerata come una sfida decisiva per il nostro Paese: la scommessa sull’ambiente, il suo rispetto e la sua tutela, ma anche la sua straordinaria potenzialità di sviluppo economico.
Il provvedimento, composto da circa una trentina di articoli, si occupa di protezione della natura, valutazione di impatto ambientale, acquisti ed appalti verdi, gestione dei rifiuti, difesa del suolo, servizio idrico, acqua pubblica e comprende persino nuovi strumenti per calcolare l’importanza dell’ambiente. Un pacchetto di norme a 360 gradi capaci di attivare politiche ambientali virtuose, semplificando il quadro normativo, rendendolo più moderno ed efficace e creando al tempo stesso le condizioni per investimenti e crescita economica nel campo della green economy. Il tutto con una ferrea attenzione a riduzione dei costi, semplificazione e trasparenza amministrativa. Strumenti a costo zero, per una politica ambientale più efficace in tutti i settori.
L’Agenda Verde, abbinando politiche ambientali ed industriali, è il frutto di un continuo confronto fra ministeri – Ambiente, Economia, Attività produttive, Lavoro – in una logica di collaborazione istituzionale finalizzata al raggiungimento di un comune obiettivo di sviluppo sostenibile e progresso civico.
SINTESI NORME
Nomina Direttori parchi nazionali (art.2)
Con riferimento alla procedura di nomina dei Direttori di Parco Nazionale si rimette la nomina al Consiglio direttivo del Parco e non più al Ministro dell’Ambiente al quale resta così la sola nomina del Presidente del Parco. Con la semplificazione proposta si ottiene il risultato di rendere più snella ed efficiente l’azione istituzionale degli Enti Parco, consentendo una più agevole gestione delle risorse finanziarie ad essi attribuite, con ricadute positive sulle economie locali.
Unificazione e semplificazione Via e Aia (art.6)
Semplificazione, celerità, risparmio e trasparenza. Con questa norma si unificano le Commissioni Via e Aia. La necessità di provvedere ad adottare misure di semplificazione degli adempimenti posti a carico delle imprese, di accelerazione dei tempi necessari per l’emanazione dei procedimenti burocratici, comporta la scelta di unificare le due Commissioni e di ridurre conseguentemente il numero dei componenti.
Con la norma in esame è prevista anche una revisione al ribasso dei compensi per la Commissione unificata. Nessun nuovo onere finanziario grava sul bilancio statale per effetto del presente provvedimento.
“Appalti verdi” nella Pubblica amministrazione – (Green public procurement) (art.10)
La disposizione mira a introdurre un incentivo per gli operatori economici che partecipano ad appalti pubblici e che sono muniti di registrazione Emas (che certifica la qualità ambientale dell’organizzazione aziendale) o di marchio Ecolabel (che certifica la qualità ecologica di “prodotti”, comprensivi di beni e servizi). Il beneficio è una riduzione del 20% della cauzione a corredo dell’offerta, ai sensi del codice appalti. La disposizione, inoltre, ha lo scopo di introdurre tra i criteri ambientali di valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa anche il criterio – per i contratti che hanno come oggetto beni o servizi – che le prestazioni al centro del contratto siano dotate di marchio Ecolabel.
Inoltre, tra i criteri di valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, viene introdotto quello del costo del ciclo di vita dell’opera, prodotto, o servizio, criterio previsto dalla bozza di nuova direttiva comunitaria sugli appalti pubblici.
Si tratta di misure a costo zero volte a garantire minori impatti sull’ambiente e una conseguente riduzione della spesa nel breve-medio periodo.
Applicazione di criteri ambientali minimi negli appalti pubblici per le forniture e negli affidamenti di servizi, anche alimentari (art.11)
Tra le questioni ambientali più rilevanti che l’Italia deve affrontare, vi sono quelle legate al consumo di energia da fonti non rinnovabili (con la conseguente emissione di Co2) e quelle legate alla produzione di rifiuti. Per entrambe le problematiche, rendere obbligatorio il riferimento ai criteri ambientali per gli acquisti pubblici (Green Public Procurement) può contribuire in maniera rilevante alla loro soluzione, con ricadute positive anche sotto il profilo economico.
Si inseriscono inoltre nel Green Public Procurement gli acquisti relativi al settore “alimentare”, considerato a livello europeo il principale settore di impatto ambientale con il 31% degli impatti totali dei consumi.
Si tratta sostanzialmente di introdurre – accanto allo strumento degli accordi volontari con i grandi attori della distribuzione (in particolare la grande distribuzione) – anche strumenti obbligatori che premiano quegli operatori che, nella gestione della ristorazione collettiva o della fornitura delle derrate alimentari, agiscono in modo virtuoso.
Incentivi per la Green economy del riciclo e riutilizzo (art.12)
Una delle novità più importanti del collegato è rappresentata dall’ introduzione, per la prima volta nella legislazione italiana, di incentivi e meccanismi di sostegno al “mercato dei materiali e dei prodotti riciclati”.
Si introducono nella nostra legislazione un insieme di principi e di incentivi ai consumatori, alle aziende e agli enti locali per sostenere l’acquisto di prodotti realizzati con materia derivata dalle raccolte differenziate post consumo in modo da promuovere il recupero, riciclo e il riutilizzo oltre al recupero energetico, per il quale esistono già numerose forme di incentivo (certificati verdi e bianchi, ecobonus per le ristrutturazioni). Uno dei vantaggi di tali politiche di incentivazione è quello non solo di prevenire lo spreco di materiali ma anche quello di ridurre il consumo di materie prime con la conseguenza immediata di un uso razionale di risorse materiali scarse, un minor utilizzo di energia, e la progressiva diminuzione di emissioni di gas serra.
L’incentivazione dell’acquisto di prodotti realizzati con materia derivata dalle raccolte differenziate post consumo apre un nuovo mercato in cui piccole e medie imprese possono recuperare i materiali riciclabili per rivenderli come materia prima o semilavorati alle imprese produttrici di beni. Un mercato che si può tradurre pertanto anche in nuova occupazione ed innovazione tecnologica nel campo della Green economy che non è fatto solo di attività in campo energetico ma anche e soprattutto di attività nel campo dell’uso razionale delle materie e dei materiali.
Misure per incrementare la raccolta differenziata e il riciclaggio (art.15)
Si stabilisce la previsione di raggiungere di un tasso di raccolta differenziata pari al 65% alla fine dell’anno 2020. Tale previsione è perfettamente coerente con le disposizioni europee che non individuano obiettivi di raccolta differenziata ma fissano, invece, specifici obiettivi di recupero. Questo provvedimento si rende necessario per adeguare il dato normativo al dato reale e per evitare che i Comuni incorrano nelle sanzioni correlate al mancato raggiungimento di tali obiettivi negli attuali termini di legge.
Tale modifica si rende necessaria anche alla luce dei recenti dati sulla raccolta differenziata dai quali si evince che gli obiettivi previsti dalla normativa vigente non sono stati perseguiti a livello omogeneo sul territorio nazionale. Attualmente la percentuale media nazionale di raccolta differenziata si attesta sul valore del 39,9% (dato preliminare Fonte Ispra: Rapporto Rifiuti urbani Ed. 2013).
Con il provvedimento si incentivano i Comuni che raggiungono gli obiettivi prefissi e che verranno premiati con il pagamento di solo il 20% del tributo regionale rispetto ai rifiuti che si conferiscono in discarica. Per i Comuni che non raggiungono gli obiettivi vengono stabilite delle misure addizionali al tributo. Tutto il gettito, tributo e addizionali, vanno in un fondo che le regioni devono utilizzare per incentivare il mercato del riciclo e quindi della green economy.
Pianificazione impianti di incenerimento (art.20)
Una novità importante riguarda anche il recupero energetico dei rifiuti, con l’attribuzione al Ministero dell’ambiente del compito di individuare la “rete nazionale ed integrata ed adeguata di impianti di incenerimento dei rifiuti”, in modo da disporre in pochi mesi di un quadro chiaro a livello nazionale degli impianti esistenti, di quelli in fase di realizzazione e del fabbisogno residuo. Un quadro di pianificazione utile per superare le forti disomogeneità territoriali presenti a livello nazionale, completando la rete di impianti senza rischiare fenomeni di eccesso di offerta, come quelli che si registrano attualmente nel nord Europa.
Autorità di distretto (art.23)
Le modifiche proposte rispondono alla impellente necessità di pervenire ad una configurazione stabile e definitiva per le Autorità di distretto, che superano definitivamente le Autorità di bacino. In tal modo si risolvono anche i contrasti con l’ordinamento comunitario e si risponde positivamente alle richieste degli organismi comunitari preposti alla verifica della corretta attuazione della direttiva quadro in materia di acque (direttiva quadro acque e direttiva alluvioni).
Difesa del suolo e dissesto idrogeologico (art.24)
Si introduce il finanziamento degli interventi di demolizione di immobili abusivi realizzati in aree ad elevato rischio idrogeologico attraverso un meccanismo che rende più agevole la rimozione e la demolizione di opere ed immobili realizzati abusivamente nelle aree del Paese classificate a rischio idrologico elevato. E’ un provvedimento necessario per quelle zone in cui le condizioni di fragilità del territorio rendono particolarmente urgente la necessità di realizzare interventi di messa in sicurezza da fenomeni di dissesto idrogeologico, la cui concreta attuazione spesso viene impedita da manufatti di vario genere spesso realizzati illecitamente.
Fondo di garanzia per il servizio idrico nazionale (art.25)
Al fine di rilanciare i necessari programmi di investimento per il mantenimento e lo sviluppo delle infrastrutture idriche, finalizzati a garantire un’adeguata tutela della risorsa idrica e dell’ambiente secondo le prescrizioni europee e contenendo gli oneri gravanti sulle tariffe, a decorrere dal 2014 è istituito un Fondo di garanzia di interventi finalizzati al potenziamento delle infrastrutture idriche in tutto il territorio nazionale.
Obiettivi prioritari del Fondo sono rilanciare la politica di sviluppo delle infrastrutture nel settore; completare le reti di fognatura e depurazione; evitare sanzioni europee per inadempimento dell’Italia; ridurre l’onere finanziario della realizzazione di investimenti nel settore idrico, con vantaggi per l’utenza; avviare la realizzazione di infrastrutture finalizzate al recepimento dei principi della strategia Blue Print.
Il Fondo di garanzia viene alimentato da una specifica componente della tariffa del servizio idrico integrato opportunamente definita.
Tariffa sociale del servizio idrico integrato (art.26)
La disposizione mira a rendere effettivo l’obiettivo di rafforzare la natura “pubblica” della risorsa acqua, come richiesto anche dal Referendum del giugno 2011 e dalla stessa relazione del Gruppo di Lavoro in materia economico e sociale ed europea (cosiddetti “Saggi”) e come già affermato nella normativa nazionale. Con questa norma l’Autorità per l’energia elettrica ed il gas, al fine di garantire l’accesso universale all’acqua, assicura agli utenti domestici a basso reddito del servizio idrico integrato, l’accesso a condizioni agevolate alla quantità di acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni fondamentali. La sostenibilità dell’intervento e la copertura dei relativi costi viene garantita dalla previsione di un’apposita componente tariffaria in capo alle utenze non agevolate del servizio idrico integrato.
Morosità nel servizio idrico integrato (art.27)
Con l’applicazione delle tariffe basate sul principio di copertura dei costi, l’impatto economico sugli utenti è cresciuto in modo rilevante, creando crescenti problemi di morosità. Il provvedimento mira a regolamentare le modalità di gestione del fenomeno della morosità per limitarne l’insorgenza, assicurarne l’efficace contrasto in modo che i costi non ricadano sugli utenti non morosi e per garantire un livello minimo di fornitura di acqua anche alle utenze non in regola con i pagamenti.
In fase di studio
Contabilità ambientale: nasce il Comitato per il capitale naturale (art.31)
Le questioni ambientali entrano a pieno titolo nel processo decisionale economico e finanziario del Paese. Viene istituito infatti senza alcun costo per la spesa pubblica il Comitato per il capitale naturale con l’obiettivo di integrare i costi ambientali nel processo di preparazione del Documento di economia e finanza (Def) e degli altri atti di governo in materia di programmazione finanziaria e di bilancio. Il Comitato fornirà al Governo gli strumenti utili per la migliore comprensione degli effetti dello stato delle risorse naturali e dell’ambiente, sulla performance economica del Paese e sul benessere degli individui, individuando in particolare le conseguenze economiche e sociali derivanti dalla mancata prevenzione degli impatti e dei danni ambientali delle attività produttive. Entro il 28 febbraio di ogni anno il Comitato consegna al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’economia e delle finanze un rapporto sullo stato del capitale naturale del Paese, corredato delle informazioni e dei dati ambientali espressi in unità fisiche e monetarie seguendo le metodologie definite dalle Nazioni Unite e dall’Unione Europea.
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