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Un’immagine vale più di mille parole

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Intel stupisce il mondo con il suo minicomputer

intel-edisonIl gigante dei processori entra a gamba tesa nel mercato della wearable e dell’Internet delle Cose
Tutti ne parlano e è le possibili applicazioni sono potenzialmente infinite: Edison è un computer non più grande di una scheda SD con una CPU dualcore e 500MB di RAM su cui gira l’onnipresente Linux come sistema operativo. È stato presentato settimana scorsa al Consumer Electronics Show di Las Vegas dal CEO di Intel Brian Krzanich. Si tratta del primo dispositivo che utilizza la tecnologia Quark, un processore grosso un quinto della precedente serie Atom che utilla soltanto un decimo dell’energia. Il minicomputer si connette alla rete e ad altri dispositivi via wifi e bluetooth ed è il tentativo della storica azienda di microprocessori di mettere il piede nella porta del multimiliardario nascente mercato dell’Internet delle Cose.
Intel Edison è pensato per gli sviluppatori e sarà integrato in vari prodotti nella seconda metà del 2014 e nel 2015. Secondo l’azienda, troverà la sua naturale applicazione nei dispositivi di tecnologia indossabile. Un primo esempio dimostrativo è un body per neonati che, attraverso una piccola tasca che ospita il minicomputer, può tenere monitorati diversi parametri fisiologici nei neonati. La linea di prodotti si chiama Nursey 2.0 e comprende anche un dispositivo connesso per scaldare il latte che si attiva quando il bambino incomincia a piangere.
Quest’ultima device introdotta da Intel è un tangibile punto di svolta: i computer sono diventati così piccoli da poter essere inghiottiti nelle cuciture dei nostri vestiti. Si tratta di una tecnologia quasi invisibile, tanto discreta quanto potenzialmente rivoluzionaria. Non si sa ancora la data precisa i cui Edison sarà lanciato sul mercato, ma sembra che se ne riparlerà verso l’estate ed è gia stata annunciato un contest per sviluppatori dal nome Make It Wearable con un primo premio di 500.000$. I big stanno entrando nel mercato dell’Internet delle Cose, Intel ha le idee chiare e vuole tracciare la via: se le device della wearable e dell’IoT saranno dappertutto, i microprocessori dell’azienda voglio essere in tutti questi gadget: “La tecnologia indossabile non è ancora dappertutto poiché non risolve ancora problemi reali e non è integrata con il nostro stile di vita,” ha detto il CEO di Intel al CES. “Ora siamo concentrati a rispondere a questa sfida dell’innovazione. Il nostro obiettivo è il seguente: qualsiasi cosa che si connette, lo farà meglio con Intel al suo interno”.
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Carlo Peroni




Jean Nouvel e Patrick Blanc per il giardino verticale più grande del mondo

giardino_verticaleIl giardino di Patrick Blanc sarà installato sulle facciate del One Central Park di Sidney
Dovrebbe essere completato in questo mese l’One Central Park di Jean Nouvel, edificio situato a Sidney (Australia) e progettato per accogliere il giardino verticale più alto del mondo che toccherà i 166 metri d’altezza.
Realizzato dal botanico Patrick Blanc, il giardino ricoprirà oltre il 50% delle facciate delle due torri residenziali e sarà composto da 190 piante originarie dell’Australia e dal 160 specie esotiche. A completare l’opera un grande giardino pensile su una terrazza a sbalzo al ventottesimo piano, che ospiterà 450 specie di piante.
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Maker, semplici hobbisti o pionieri della rivoluzione?

stampantiStampa 3D, crowdfunding e tecnologia aperta: ecco gli ingredienti della III rivoluzione industriale
C’è chi la tecnologia la usa e basta e chi invece la smonta per guardarci dentro e capire come funziona. La prima categoria è ancora più consistente della seconda, eppure, anche se veniamo da un periodo dove, soprattutto nel tech, hanno prevalso le più sfrenate tendenze consumistiche, alcuni affermano che entro pochi anni sarà normale fabbricarsi i propri oggetti personali attraverso strumenti come le stampanti 3D, invece che comprali pronti all’uso. Dietro a quest’idea non ci sono solo pochi visionari, ma un intero movimento: il Movimento dei Maker, la cui missione è quella di aprire i cancelli della terza rivoluzione industriale attraverso la democratizzazione dei mezzi di produzione in chiave fai-da-te e l’applicazione di pratiche nate nel web al mondo fatto di atomi degli oggetti fisici.
Ma che cos’è, esattamente, il Maker Movement? Come tutti i movimenti è estremamente eterogeneo: ci sono gli appassionati di robotica, chi preferisce i sistemi di home automation, ci sono i designer, gli smanettatori di hardware opensource come Arduino e Raspberry Pi, ma troviamo anche ingegneri, hacker, amanti dei droni e professori universitari. Ma l’elemento che ricopre il ruolo di simbolo della sottocultura dei maker è la stampante 3D. Epicentro del terremoto del DIY in chiave tecnologica è la vicenda di MakerBot, il primo dispositivo opensource in grado di stampare oggetti tridimensionali, sviluppato con il supporto di una comunità molto attiva e venduto ad un prezzo abbordabile. Se negli anni ’70 per fondare una garage band bastavano poco più di una chitarra elettrica e un amplificatore, oggi per aprire un maker space bastano poco più di un computer portatile e una stampante 3D. In entrambi i casi quello che conta sono creatività e dedizione. Il primo prodotto di MakerBot si chiama Thing-O-Matic e, in effetti, condivide una certa estetica con alcuni degli strumenti musicali cari alla tradizione rock.

Chris Anderson, co-fondatore ed ex-direttore di Wired, ha recentemente abbandonato la rivista per dedicarsi a tempo pieno alla sua attività di maker lavorando all’azienda di droni opensource di cui è cofondatore, 3D Robotics. Ha scritto uno dei testi chiave per capire questo mondo, Maker. Il ritorno dei produttori, pubblicato nel 2012, in cui ci spiega come “negli ultimi dieci anni abbiamo scoperto nuovi modi per creare, inventare e lavorare insieme sul web. Nei prossimi anni ciò che abbiamo imparato verrà applicato al mondo reale”. Secondo Anderson i maker si riconoscono dalle seguenti caratteristiche. Innanzitutto si tratta di persone che utilizzano strumenti di progettazione digitale per creare nuovi prodotti e prototipi con una filosofia DIY (Do It Yourself). Secondariamente un vero maker non lavora da solo, ma in team, che può essere offline (il maker space), ma anche online, attraverso l’utilizzo di forum, blog e piattaforme specifiche (come Adafruit o Make Shed). Di norma poi i progetti vengono condivisi su internet, rendendo possibile agli altri membri della comunità di contribuire. Il DIY diventa così DIWO (Do It With Others). I progetti dei maker, tuttavia, non sono fatti per rimanere nei confini del makerspace. Il modo in cui i prototipi vengono progettati permette di poterli inserire direttamente in produzione: chiunque, se lo desidera, dovrebbe poter mandare il progetto a un service per crearne lotti più o meno grossi.
Anderson impersona alla perfezione il ruolo di araldo dell’incombente terza rivoluzione industriale. Anche grazie a personaggi come lui, il Movimento dei Maker si sta conquistando sempre più spazio sui mezzi di comunicazione. In questi giorni si è tenuto il CES 2014 e il movimento dei maker ha ricevuto l’attenzione che meritava. Dal nuovo modello di MakerBot in grado di stampare oggetti di grande volume fino alla stampante 3D in grado di sfornare caramelle in affascinanti forme geometriche, le sorprese non sono infatti mancate.
L’innovazione, nel mondo dei maker, è anche sociale e un esempio è Kickstarter. La filosofia dei maker applica il modello di sviluppo e condivisione dei contenuti digitali al mondo reale. Il problema è che, mentre è possibile distribuire i bit praticamente gratis, produrre e distribuire gli atomi da un luogo all’altro del mondo fisico ha dei costi che non sono comprimibili. Questo inconveniente può essere aggirato grazie a siti come Kickstarter. Nel 2013 i suoi numeri sono stati davvero notevoli: 3 milioni di persone provenienti da 214 paesi hanno aderito al finanziamento di progetti per un totale di 480 milioni di dollari raccolti. Tra i successi dell’anno ci sono stati lo smartwatch Pebble, il dispositivo per la realtà virtuale Oculus Rift e la prima consolle di gaming indipendente Ouija. Tra le curiosità si possono anche trovare un overcraft a forma di DeLorean e un dispositivo per pilotare aereoplanini di carta attraverso il proprio smartphone (quest’ultimo progetto ha sfondato l’obiettivo iniziale di 50.000$ raggiungendo quasi il milione). Tramite questa piattaforma di crowdfunding, infatti, usando le parole di Chris Anderson, “è possibile rimuovere collettivamente una delle più grandi barriere dell’innovazione promossa dalle piccole imprese: il capitale di investimento iniziale”. Secondo l’ex-caporedattore di Wired, Kickstarter risolve tre grandi problemi per chi vuole tentare la strada dell’imprenditoria. Innanzitutto i ricavi possono essere anticipati nel momento in cui sono davvero necessari. Secondariamente, Kickstarter trasforma la clientela in una community online. Se qualcuno finanzia un prodotto che non esiste ancora, probabilmente sarà anche interessato a seguirne lo sviluppo e a capire in che modo viene utilizzato da altri, che probabilmente condividono almeno in parte i suoi stessi interessi. Infine “Kickstarter fornisce il servizio forse più importante di una società che viene appena fondata: la ricerca di mercato. Se un progetto non raggiunge il target di finanziamento, probabilmente avrebbe fatto fiasco dopo l’entrata in commercio”.

L’importanza della comunità prende forma tramite concetti come l’educazione tra pari. Poiché i maker difficilmente lavorano da soli, ma più spesso, invece, si raggruppano in più o meno piccole comunità di persone che condividono vari progetti, viene incoraggiato un modello di apprendimento condiviso. È la cosiddetta peer education, che ribalta la concezione gerarchica dell’educazione che vede una ferma distinzione tra chi impara e chi insegna. Attraverso internet, la condivisione di progetti opensource ed eventi come le Maker Faire, le varie comunità sparse nel mondo possono condividere informazioni, guide e consigli. La sottocultura dei maker può davvero diventare un modello di educazione aperta. Pensando anche ai bambini, si tratta di nuove e potenzialmente rivoluzionarie possibilità di apprendimento.
Il mondo che ci aspetta sarà fatto di dispositivi interconnessi. Ognuno di noi avrà un network fisico di device a cui sarà collegato: non solo computer e telefono, ma anche il sistema di automazione domestica con tutti i suoi sensori e attuatori, i dispositivi di tracking indossabili e, magari, anche la propria automobile intelligente. Da noi stessi alle città che abitiamo, che diventeranno sempre più smart, saremo circondati da chip e macchine intelligenti che captano e raccolgono dati senza interruzione. Chi meglio dei maker può costruire questo futuro? Il loro spirito collaborativo e la propensione a condividere possono davvero funzionare come garanzia della trasparenza di questi dispositivi.
Mai come oggi la tecnologia dà forma alla nostra quotidianità. Eppure il processo può essere invertito. Noi stessi possiamo tornare a dare forma alla tecnologia. Un eroe contemporaneo come Steve Jobs capì che il suo desiderio era quello di costruire computer quando si accorse che il mondo era fatto da oggetti, e che gli oggetti sono fatti da persone che non sono poi così diverse dalle altre persone che quegli oggetti li usano e basta: “Il fatto che attraverso l’esplorazione e l’apprendimento uno potesse comprendere oggetti appartenenti al proprio ambiente che sembravano molto complessi dava un enorme senso di fiducia in se stessi”. L’ambiente esterno e gli oggetti che lo vanno a comporre sono qualcosa che l’uomo si è sempre trovato a manipolare e modificare: forse essere dei maker è semplicemente insito nella nostra più profonda natura.
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Le biblioteche al tempo di Google (e dei tagli alla cultura)

biblioteche“Le biblioteche italiane non possono limitarsi a difendere i servizi esistenti, sempre più minacciati da tagli ripetuti dei loro bilanci: occorre ripensare il ruolo della biblioteca, cercare forme di organizzazione e di finanziamento differenti. Questa sarà la sfida dei prossimi anni”.
Con questo accorato appello si conclude l’ultimo denso saggio di Antonella Agnoli, Caro Sindaco, parliamo di biblioteche (Editrice Bibliografica, pp. 140, € 12,00), concepito come una lunga lettera ai Sindaci delle città italiane.
In questo prezioso volumetto l’autrice, da anni impegnata nel settore con studi, pubblicazioni specialistiche (a partire dall’importante Le piazze del sapere. Biblioteche e libertà, uscito qualche anno fa per Laterza), articoli sui giornali, ma anche come operatrice sul campo (ha avuto tra le altre cose il merito di concepire la biblioteca San Giovanni di Pesaro, uno degli interventi più innovativi realizzati negli ultimi anni nel nostro Paese), ribadisce e rilancia l’importanza di queste fondamentali istituzioni, anche nell’epoca di Internet e di Google. Che ancora, ad esempio, sono in grado di svolgere la loro cruciale funzione di conservazione del sapere nel lungo periodo meglio di qualunque dispositivo digitale, la cui memoria è strutturalmente “volatile”. “La rete – scrive a questo proposito Agnoli – permette di accedere facilmente a una grande quantità di informazioni, ma non ne garantisce l’integrità e la permanenza: che succede quando certi contenuti scompaiono, perché registrati su formati in disuso, su macchine non più disponibili, o su siti web chiusi?”. E anche perché, dato che “all’aumento delle possibilità di accesso non corrisponde una parallela crescita delle capacità di comprensione e uso dei contenuti”, ci sarà sempre bisogno di “luoghi fisici di formazione e di consultazione che permettano di orientarsi nella società dell’informazione”, come sono appunto le biblioteche.
Oltre a questo difficile compito, queste strutture dovrebbero per l’autrice costituire anche una sorta di presidio civile, di laboratorio per il civismo, la tolleranza, l’integrazione e il multiculturalismo. Un elemento cardine di un “welfare avanzato”, in grado di dare risposte a bisogni nuovi e sempre più differenziati dei cittadini.
Il problema fondamentale però, al solito, è quello delle risorse e degli investimenti. Le biblioteche “di pubblica lettura” (diverse dalla biblioteche che conservano i libri di valore storico) ricadono, dal punto di vista economico e gestionale, tutte sulle spalle degli Enti locali e in particolare dei Comuni. Con i terribili tagli di questi anni, un sistema già fragile – e peraltro assolutamente sottodimensionato rispetto a quelli degli altri Paesi a noi confrontabili – rischia di collassare definitivamente. Per fronteggiare questa deriva, l’autrice, nella seconda parte del libro, suggerisce una serie di utilissimi accorgimenti per la buona progettazione delle biblioteche, ma anche per il loro migliore funzionamento, e infine per il reperimento di risorse. Resta il fatto però che, in questo come in altri casi, senza un forte rilancio degli investimenti pubblici, che non potrà che coinvolgere il livello statale, per i Comuni sarà difficile, anche con le migliori intenzioni, assicurare un futuro a queste gloriose e indispensabili strutture.
di Vincenzo Santoro
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Illuminazione pubblica, in 200 Comuni della Campania pali intelligenti e banda larga

lampioniSostituzione dei corpi illuminanti con altri basati sulle reti digitali e infrastruttura di cablaggio a banda larga per l’accesso ad Internet
L’illuminazione pubblica costituisce, soprattutto per i piccoli Comuni, la maggiore voce di spesa in bilancio per i servizi rivolti alla cittadinanza.
Al fine di favorire la riqualificazione e messa a norma e il risparmio energetico nel settore dell’illuminazione pubblica, il Consorzio Asmez (che associa il 95% dei Comuni campani) ha lanciato il progetto Smart Poles nell’ambito del piano di accelerazione della spesa dei fondi strutturali del PO Campania FESR 2007-13.
Reti digitali e banda larga
Il progetto, al quale hanno aderito oltre 200 Comuni campani, mira alla realizzazione diun sistema di “pali intelligenti”, con la completa sostituzione degli attuali corpi illuminanti con altri basati sulle nuove tecnologie abilitanti all’utilizzo delle reti digitali. Mediante la rete di “pali intelligenti”, verrà realizzata un’infrastruttura di cablaggio a banda larga per potenziare le possibilità di accesso ad Internet, con l’erogazione di servizi di wifi, telecontrollo, tele-alert, videosorveglianza e telegestione della rete.
Ottenibili importanti risparmi
Mediante apposite convenzioni con provider telefonici attraverso gare pubbliche, si punta ad ottenere significativi risparmi sull’accesso a Internet in banda larga e sulla spesa telefonica.
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Accade a Corviale

mitreoDomenica 12 gennaio dalle 20,30
La Milonga del Domingo – accendi la tua voglia di tango!!!
Openclass di TANGOVALS con l’artista e maestra Argentina MARCELA SZURKALO
“La struttura musicale del Vals. sequenze e adorni per una migliore interpretazione”.
Selezioni musicali a cura di Gattonio dj
www.tangoallegria.it
bibl corvialeLunedì 13 gennaio 2014
ore 16.00 “C’era una volta…il Quadrante di Corviale”
Mostra, a cura di Cinzia Galeota e Brigitte Cordes che, attraverso immagini fotografiche del passato, messe a disposizione degli abitanti del Quadrante di Corviale, ripercorre la storia e la trasformazione del nostro territorio a partire dai nostri “antenati Arvali”.
Biblioteca “Renato Nicolini” – Via Marino Mazzacurati, 76
Ore 18.00 Progettiamo insieme la piazza di Corviale, Inclusiva, polifunzionale, territoriale
Roma Capitale – Municipio XI
Parte il processo partecipativo per la progettazione della nuova piazza di Corviale . Il Municipio, i progettisti, le Associazioni, i Comitati e i cittadini.

Centro Polivalente “Nicoletta Campanella” Via Marino Mazzacutati, 76

Ore 20.00 Invito all’Opera “Aida” di G. Verdi
a cura di M. Laurenza

Biblioteca “Renato Nicolini” – Via Marino Mazzacurati, 76




Bruxelles, portare le fonti pulite al 30% del mix energetico

fotovoltaicoLe commissioni Industria, ricerca e energia (Itre) e Ambiente e Salute (Envi) hanno anche stabilito di ridurre consumi ed emissioni di gas serra del 40%. Ora la parola va alla Commissione UE
Prosegue – non senza discussioni – il percorso dell’Unione Europea verso l’efficienza energetica e la riduzione dei consumi.
Riunite in seduta congiunta, ieri, giovedì 9 gennaio, le commissioni europee Industria, ricerca e energia (Itre) e Ambiente e Salute (Envi) hanno ratificato una risoluzione che prevede di portare le fonti pulite al 30% del mix energetico e ridurre consumi ed emissioni di gas serra del 40% rispetto ai livelli del 1990.
UN MESSAGGIO CHIARO ALLA COMMISSIONE UE. Passata con 66 voti a favore, 42 contrari e 3 astensioni, questa relazione finale “prosegue il lavoro avviato nel quadro del 20/20/20, che conteneva già tre obiettivi, comprendendo gli errori di gioventù di quel quadro e dando un messaggio chiaro alla Commissione europea”, come ha commentato la relatrice belga Anne Delvaux del Gruppo del Partito popolare europeo.

UN PROCESSO GIÀ AVVIATO. Viene quindi ribadita la necessità ed urgenza di obiettivi vincolanti, sulla scia di quanto contenuto nella “Relazione sulla tabella di marcia per l’energia 2050” della Commissione Itre, già approvata in plenaria la scorsa primavera (marzo 2013).

LA VOCE DEGLI AMBIENTALISTI. Tra i commenti alla seduta di ieri anche quelli di varie associazioni ambientaliste, da sempre in prima linea nella lotta all’inquinamento e al cambiamento climatico. Jason Anderson, responsabile clima ed energia presso la sede politica europea del gruppo WWF, ha sottolineato che “solo obiettivi vincolanti possono fornire un sufficiente livello di fiducia degli investitori nei settori dell’energia e dell’efficienza energetica verde dell’UE”.

L’APPELLO DI ITALIA, FRANCIA, GERMANIA, AUSTRIA, BELGIO, DANIMARCA, IRLANDA E PORTOGALLO. Ricordiamo inoltre che solo qualche giorno fa – mercoledì 8 – i ministri dell’energia e dell’ambiente di Italia, Francia, Germania, Austria, Belgio, Danimarca, Irlanda e Portogallo avevano inviato una lettera congiunta indirizzata a Connie Hedegaard, commissario UE per il clima, e Guenther Oettinger, commissario UE per l’energia, richiedendo a gran voce che l’Unione europea si ponesse un obiettivo vincolante sulle energie rinnovabili entro e non oltre il 2030. “Fissare un obiettivo vincolante al 2030 per l’uso di energie rinnovabili aiuterà a tagliare la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili, facendo aumentare l’occupazione e la crescita economica”, scrivevano i ministri nella loro missiva.

DIVERSA LA POSIZIONE UK. Voce fuori dal coro è stata quella del Regno Unito, che – come ribadito dal segretario britannico per l’Energia e il Climate Change, Ed Davey, per il 2030 ha richiesto un unico obiettivo sul taglio dei gas serra.

PROSSIMI PASSI. Ora si attende la data del 22 gennaio, quando l’esecutivo comunitario presenterà le sue proposte sul cosiddetto “pacchetto clima ed energia” per il 2030.

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Zero rifiuti

zero rifiutiDobbiamo assolutamente stare in questa partita. Ci sono le condizioni per portare a casa un risultato inaspettato perchè i rifiuti sono la miniera del futuro e possono dare lavoro reddito e opportunità per il riciclio e il riuso oltre per l’energia che è in grado di produrre.




Newsletter Maurizio Veloccia

newsletter velocciaSBLOCCATI FONDI PER “PONTICELLO” PORTUENSE
C’è una buona notizia per il nostro Municipio. Siamo riusciti a sbloccare i fondi, circa 650 mila euro, necessari al completamento dei lavori per il raddoppio del sottopasso ferroviario di via Portuense, fermi da circa due anni. Grazie all’importante lavoro svolto dal Municipio che, fin dall’inizio del mandato, ha considerato come opera assolutamente prioritaria la questione del sottopasso e il futuro passaggio del trasporto pubblico su Via Portuense, e grazie alla sensibilità del Sindaco Marino e dell’Assessore Masini, siamo riusciti a mettere il cantiere in condizione di ripartire. I lavori avranno una durata pianificata di ulteriori 180 giorni dalla loro ripresa effettiva, con l’incognita dei risultati dei nuovi sondaggi archeologici che, in caso di eventuali ritrovamenti, potrebbero rallentare gli interventi. Una volta completato, il ‘ponticello’ rivoluzionerà la viabilità di tutta l’area consentendo di decongestionare il traffico di un intero quadrante e, quindi, di migliorare la vita quotidiana di moltissime persone.
RIPRENDONO I LAVORI PER LA SCUOLA DI VIA PENSUTI
Finalmente l’annosa questione del polo scolastico di via Pensuti alla Muratella è stata sbloccata. È stato consegnato, infatti, il cantiere alla nuova ditta; i lavori per la costruzione della scuola, nido e materna, possono riprendere. Il cantiere, fermo dal 2008, quando fu interrotto a causa del fallimento della ditta affidataria, versava in uno stato di totale abbandono. Nonostante le promesse della precedente amministrazione comunale, nulla era stato fatto per risolvere la situazione, lasciando gli abitanti di Muratella senza una scuola. I lavori riguarderanno, nella fase immediatamente successiva alla consegna del cantiere, la bonifica dell’area e la verifica strutturale dell’edificio. Si partirà poi con i lavori di edificazione veri e propri. Vigileremo affinchè l’opera possa essere completata a regola d’arte e nel minor tempo possibile.
BEFANA DI SOLIDARIETÀ: 250 PASTI SERVITI ALLE PERSONE IN DIFFICOLTÀ
Abbiamo deciso di chiudere le manifestazioni organizzate in occasione delle festività natalizie all’insegna della solidarietà. Il 6 gennaio, al Centro Polivalente “Nicoletta Campanella” di Corviale, abbiamo organizzato uno spettacolo teatrale e un pranzo per le persone in difficoltà. I partecipanti, circa 250, sono stati individuati grazie a segnalazioni della rete sociale del territorio. Abbiamo lavorato, in questi mesi, per mettere in collegamento tutte le realtà che si occupano di sociale e volontariato nel nostro territorio. Il Pranzo della Befana è stata la prima iniziativa nata da questa importante esperienza, che proseguiremo con il progetto del Market Sociale e organizzando una Mensa solidale in uno dei nostri Centri Anziani. In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo è fondamentale mantenere alta l’attenzione verso le persone più fragili.

APERTO IL GIARDINO DI VIA BLASERNA
È stato riaperto il giardino “Laura Maria Bassi” di via Blaserna. Restituire il giardino al quartiere Marconi e alla sua comunità era molto importante e, per questo, ne abbiamo anche chiesto la presa in carico a livello municipale. Ma, prima del passaggio di consegne ufficiale, abbiamo fortemente voluto che la proprietà effettuasse un ulteriore intervento di ripristino e abbiamo vigilato affinché i lavori durassero il minor tempo possibile, in modo da poter riaprire l’area per le feste di Natale: un bel regalo per tutti i bambini del quartiere Marconi ai quali è stata finalmente restituita un’area dove poter giocare.

ARVALIA IN FESTA: UN GRANDE SUCCESSO
Da domenica 22 dicembre fino a lunedì 6 gennaio il territorio del Municipio è stato animato da feste, eventi, manifestazioni e spettacoli. Decine di manifestazioni, tutte completamente gratuite, che hanno portato cultura, intrattenimento ed occasioni di incontro in tutti i nostri territori, compresi quelli più periferici. Perché Roma deve tornare ad essere viva in ogni suo luogo e non soltanto al centro. La grande partecipazione e il coinvolgimento di tutte le realtà sociali e territoriali rafforzano la nostra convinzione che la cultura sia fondamentale e certamente ci spronano a ripetere in futuro questa bellissima esperienza. Una città più viva, ricca di occasioni di incontro e condivisione, è una città più sicura ed inclusiva.
Sulla pagina dedicata del sito del Municipio potrete conoscere tutte le manifestazioni e gli eventi culturali programmati nelle prossime settimane.

SOPRALLUOGO AL CIE DI PONTE GALERIA
Dopo la drammatica protesta di alcuni ospiti del Centro di Identificazione ed Espulsione di Ponte Galeria, insieme ad alcuni Parlamentari ed alcuni Assessori del Municipio, sono andato a verificarne le condizioni. Malgrado la cortesia e la disponibilità degli operatori, la situazione è davvero difficile: il Centro è, sostanzialmente, un carcere in cui vivono tante, troppe persone alcune delle quali “colpevoli” solo della propria disperazione e povertà. Storie e vite che si consumano nella totale indifferenza di tanti, compresi i Consolati che dimenticano i propri concittadini, e che solo la disperata protesta delle “bocche cucite” ha portato all’attenzione di molti. Per questo ho chiesto al Ministro Kyenge la disponibilità di venire nel nostro Municipio per tenere un Consiglio straordinario su questi temi. La civiltà di un paese si riconosce soprattutto nei luoghi in cui gli esseri umani sono nelle mani dello Stato: deve essere compito delle Istituzioni vigilare affinché, in questi luoghi, il rispetto delle condizioni di vita e della dignità degli uomini non venga mai meno.

PARTE IL PROCESSO PARTECIPATIVO PER LA NUOVA PIAZZA DI CORVIALE
Prende vita il processo partecipativo che porterà alla progettazione condivisa di una nuova piazza da realizzare in via di Poggio Verde nei pressi dei Palazzi ATER, a Corviale.
Si tratta di un intervento da realizzare con l’utilizzo di fondi privati nell’ambito del progetto di riqualificazione urbana del quartiere.
La nuova piazza sarà inclusiva, polifunzionale e la progetteremo insieme: Municipio, progettisti, associazioni, comitati e cittadini. Il processo partecipativo partirà lunedì 13 gennaio alle 18, con una riunione che si terrà al Centro Polivalente “Nicoletta Campanella”. Avrà così inizio un percorso di discussione organizzato in vista della progettazione della nuova piazza, mettendo in comunicazione attori, Istituzioni e cittadini per conoscere le posizioni, gli interessi e i bisogni di tutte le parti coinvolte. Sarà importante, quindi, la partecipazione e il contributo di tutti.

PERCORSO DELLA MEMORIA, INCONTRO CON PIERO TERRACINA
Il 27 gennaio saranno passati 69 anni esatti da quando furono aperti, per la prima volta, i cancelli di Auschwitz e il mondo si trovò di fronte all’orrore di un progetto folle, premeditato e pianificato: l’immane tragedia dell’Olocausto. Per scongiurare il rischio che il sacrificio di tanti innocenti cada nell’ indifferenza e nella dimenticanza, soprattutto con il passare degli anni e la progressiva scomparsa dei testimoni diretti di quella tragedia, bisogna fare in modo che si continui a parlare ed a ricordare quelle terribili atrocità. Il 16 gennaio, alle 9,30, nella sala del Consiglio del Municipio XI, abbiamo organizzato un incontro tra gli studenti delle nostre scuole e Piero Terracina, sopravvissuto ad Auschwitz dove era stato deportato dopo il rastrellamento del Ghetto di Roma, per ricordare sia l’Olocausto di milioni di ebrei, sia l’eliminazione di tutto ciò che veniva considerato “diverso”.

DIFFERENZIATA E SITUAZIONE RIFIUTI
Abbiamo chiuso Malagrotta il 30 settembre e avviato la raccolta differenziata, con il porta a porta e la raccolta stradale. Due processi e due svolte epocali per la città di Roma, che attendevamo da oltre 20 anni e che ci permetteranno di avere un ciclo dei rifiuti virtuoso e trasformare quello che oggi è un problema in un’opportunità. Basti pensare che una tonnellata di cartone se riciclato può portare nelle casse del Comune 80 euro mentre, dovendolo smaltire, può comportare un costo fino a 150 euro.
Inutile nasconderci le notevoli difficoltà nell’avvio di questo processo virtuoso. Tuttavia non possiamo certo accettare le condizioni in cui sono state ridotte le strade dei nostri quartieri, soprattutto durante il periodo di Natale. Abbiamo chiesto più volte all’AMA di ripristinare il servizio regolare, abbiamo scritto all’Assessore Marino e abbiamo fatto venire anche il Sindaco a fare un giro nel nostro territorio perché non accettiamo questo stato di cose. Il Municipio, che non ha dirette competenze su AMA e sulla raccolta dei rifiuti, tuttavia vuole essere portavoce del grave disagio sopportato dai cittadini e quindi continueremo a segnalare e denunciare ogni disservizio lavorando affinché la situazione possa migliorare il prima possibile.

MERCATO SOLIDARIETÀ A PIAZZA DE ANDRÈ, UN’ESPERIENZA DA RIPETERE
Il 15 dicembre, molte delle associazioni che si occupano di sociale nel nostro territorio si sono date appuntamento a Piazza Fabrizio de André, alla Magliana, per dar vita ad un bellissimo mercatino di Natale. Durante l’intera giornata la piazza è stata animata dai volontari che, negli stands, hanno messo in vendita manufatti e prodotti. Il ricavato delle vendite servirà per finanziare, almeno in parte, l’attività di queste Associazioni che, quotidianamente, si occupano di assistere e supportare chi è in difficoltà. Un’esperienza molto bella, che ripeteremo sicuramente nei prossimi mesi perché crediamo che investire nel volontariato e sostenerlo fattivamente sia importante soprattutto in momenti di crisi economica e sociale quando i più deboli rischiano di ritrovarsi soli.

CORSO PER GUARDIE ZOOFILE
Dopo la positiva esperienza dello scorso mese di Dicembre alla quale il Municipio ha concesso il patrocinio, a Febbraio partirà la nuova edizione del corso per aspiranti guardie zoofile.
Patrocineremo volentieri questa nuova edizione per favorire sempre più la formazione di persone in grado di aiutarci nella protezione degli animali e dell’ambiente.
Per maggiori informazioni potete inviare una email a: cp.roma@guardie-ambientali.it

APERTE LE ISCRIZIONI ALLE SCUOLE DELL’INFANZIA
Sono partite le iscrizioni alle scuole dell’infanzia di Roma Capitale per il prossimo anno scolastico (2014-2015). Ci sono tre importanti novità: la domanda si presenta esclusivamente via Internet; il lasso di tempo per presentarla è più ampio del solito, due mesi dal 9 gennaio al 10 marzo; il modulo è anche in inglese, francese, spagnolo e romeno.
Attraverso il sito del Municipio si potrà accedere a tutte le informazioni e presentare la domanda di iscrizione online.

ASSEGNAZIONE CARTA ACQUISTI – SOCIAL CARD
A partire dal 20 gennaio e fino al 28 febbraio sarà possibile presentare la domanda per l’assegnazione della Social Card, la carta acquisti sperimentale utile anche per pagare le utenze domestiche e per ottenere sconti presso i negozi convenzionati.
Sul sito del Municipio troverete tutte le informazioni sulla presentazione della domanda.