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L’Istituto Italiano Open Data e’ finalmente realta’

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C’è voluto un po’ ma alla fine, dopo una lunga fase di preparazione, si è costituito l’Istituto Italiano Open Data, fortemente voluto anche da Stati Generali dell’Innovazione (l’associazione che più di un nostro blogger rappresenta :)).

L’Istituto si configura come rete di associazioni, organizzazioni, enti, gruppi e persone singole, tutti a sostegno del valore degli Open Data come opportunità di crescita economica. Obiettivo dell’Istituto è quello di catalizzare tutte queste energie e raccordare i diversi protagonisti per far incontrare domanda e offerta e  condividere pratiche, strumenti, tecnologie relative agli Open Data.

Forte di queste energie, appunto, l’Istituto intende anche supportare le organizzazioni governative nella formazione delle politiche sugli Open Data e nella loro attuazione, oltre che per favorire l’incontro con le associazioni, le imprese, i cittadini.

Nei prossimi mesi saranno definite le modalità di collaborazione con queste organizzazioni, da quelle governative come Agenzia per l’Italia Digitale e FormezPA, a enti, associazioni, centri di ricerca e universitari come AMFM,  Archivio Centrale dello Stato, Associazione Informatica Giuridica, CIRSFID – Università di Bologna, Centro Nexa, W3C, Fondazione Bruno Kessler- Centro ICT.

Promosso dagli organizzatori dell’evento italiano dell’International Open Data Day – Stati Generali dell’Innovazione e Regesta.exe – l’Istituto ha tra i fondatori associazioni come Centro Studi Democrazie Digitali, GISIG, Istituto Europeo Pegaso, Italia per il Mondo, IWA Italy, Manager non-profit, OpenGeoData Italia, società in-house come Venis e aziende private come 3D Informatica, Cerved Group, EtcWare, EvoDevo, Forum PA, Lynx, Nexus, Planetek Italia, Sistemi Territoriali, SpazioDati.

Le attività dell’ Istituto Italiano Open Data

Tante le attività che l’Istituto sta pianificando nei prossimi mesi:

  • la realizzazione di piattaforme e processi di condivisione tra tutte le organizzazioni e i soggetti individuali partecipanti;
  • l’organizzazione di incontri e attività di disseminazione per favorire lo sviluppo della comunità degli Open Data in Italia in stretta connessione con il movimento Open Data internazionale.

Inoltre l’istituto intende promuovere e supportare lo sviluppo di tecnologie basate su Open Data all’interno delle organizzazioni  pubbliche e private; definire partnership con Università e Centri di ricerca su problematiche, metodi e tecnologie legate agli Open Data; attivare l’avvio di programmi di supporto alla nascita e allo sviluppo di iniziative imprenditoriali basate sugli Open Data.

Non meno rilevante sarà l’avvio di un Osservatorio per monitorare  lo stato e la qualità di attuazione degli Open Data nella realtà italiana  e fornire anche feedback e proposte agli organi istituzionali di riferimento (Comuni, Regioni, Governo), sulla base delle esperienze già presenti di valutazione.

Infine non potrà prescindere dall’avvio di un confronto sistematico con le organizzazioni governative preposte per supportarle nello sviluppo delle politiche pubbliche in tema di Open Data e la definizione di un piano di attività di disseminazione, comunicazione e sensibilizzazione nei confronti di cittadini, istituti di formazione e imprese sulle finalità e utilizzo dei dati aperti, tra cui è inclusa naturalmente anche l’organizzazione dell’evento italiano dell’International Open Data Day 2015.

  (da pionero.it)




Detrazione 50% per la trasformazione dei lastrici solari in giardini pensili

tettiLo prevede la delibera n. 1/2014 del Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, istituito dalla legge n. 10/2013

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etrazione 50% (prevista per le ristrutturazioni edilizie) anche per gli interventi di trasformazione dei lastrici solari in giardini pensili.

Lo prevede la delibera n. 1/2014 del Comitato per lo sviluppodel verde pubblico, istituito presso il Ministero dell’Ambiente dalla legge n. 10 del 14 gennaio 2013, recante “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 27 dell’1 febbraio 2013.

RISPARMIO ENERGETICO CON LE COPERTURE A VERDE. Il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico ritiene che le coperture a verde “rientrino senz’altro fra gli interventi che legittimano a fruire” della detrazione fiscale del 65% prevista per gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche delle unità immobiliari.

Come è dimostrato dagli esperti del settore, le coperture a verde producono notevoli effetti sul risparmio energetico, su scala abitativa e su scala urbana. Peraltro, l’Agenzia delle Entrate, con la circolare n. 29/E del 18 settembre 2013, ha precisato che “qualsiasi intervento, o insieme sistematico di interventi, che incida sulla prestazione energetica dell’edificio, realizzando la maggior efficienza energetica richiesta dalla normativa di riferimento, è ammessa al beneficio fiscale”.

Il DM 26 giugno 2009 sulle Linee guida per la certificazione energetica degli edifici, fa espressamente riferimento, tra le norme per la caratterizzazione dell’involucro contenute nell’allegato B, alla norma UNI 11235, che detta specificamente istruzioni proprio per la progettazione, l’esecuzione, il controllo e la manutenzione di coperture a verde.

Inoltre, all’art. 2, comma 5, del DPR n. 59/2009, le coperture a verde sono definite come “coperture continue dotate di un sistema che utilizza specie vegetali in grado di adattarsi e svilupparsi nelle condizioni ambientali caratteristiche della copertura di un edificio. Tali coperture sono realizzate tramite un sistema strutturale che prevede in particolare uno strato colturale opportuno sul quale radificano associazioni di specie vegetali, con minimi interventi di manutenzione, coperture a verde estensivo, o con interventi di manutenzione media e alta, coperture a verde intensivo”. Tale definizione, osserva il Comitato, è funzionale a quanto previsto dall‘art. 4, comma 18, lett. c) del medesimo DPR n. 59/2009, ai sensi del quale le coperture a verde sono considerate quale misura innovativa e alternativa ai criteri del rispetto dei valori di massa superficiale e alla trasmittanza termica periodica delle pareti opache, utilizzate per sfruttare gli effetti positivi delle condizioni ambientali esterne che limitano il fabbisogno energetico e contengono la temperatura interna dell’immobile.

La fruizione delle detrazioni fiscali è però esclusa per gli interventi dal mero valore estetico e/o paesaggistico e privi di apprezzabili effetti sul piano del risparmio energetico.

DETRAZIONE 50% PER LA TRASFORMAZIONE DEI LASTRICI SOLARI IN GIARDINI PENSILI. Infine, il Comitato precisa che “poiché l’art. 6, comma 1, lett. c), della legge n. 10/2013 individua l’obiettivo specifico di favorire, per quanto possibile, la trasformazione dei lastrici solari in giardini pensili, muovendo dalla qualificazione ex lege delle coperture a verde, di cui all’articolo 2, comma 5, del regolamento di cui al d.P.R. 2 aprile 2009, n. 59, quali strutture dell’involucro edilizio atte a produrre risparmio energetico, questo Comitato si riserva di adottare apposita delibera sulla fruibilità, nei casi appunto di trasformazione dei lastrici solari, degli sgravi fiscali (attualmente pari al 50% della spesa sostenuta) previsti per gli interventi di ristrutturazione edilizia.”

deliberazione 1 2014

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Rifiuti, “Dalle emergenze alle opportunità” con il Forum di Legambiente

ecodallecittaRoma – CENTRO CONGRESSI PALAZZO ROSPIGLIOSI, Via XXIV Maggio

Organizzata da Legambiente, Editoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club, l’iniziativa prevede incontri con esperti di settore, rappresentanti di aziende pubbliche e private, giornalisti specializzati

Legambiente, Editoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club organizzano la prima edizione del Forum Rifiuti che si terrà a Roma il 18 e il 19 giugno 2014 presso il Centro Congressi Palazzo Rospigliosi (Via XXIV Maggio, 43).

Tra i temi di questa prima edizione: l’innovazione nel ciclo dei rifiuti, il ruolo delle istituzioni nazionali e degli enti locali, le opportunità per le imprese.

Il Forum si propone di fare il punto sul rispetto degliobiettivi della normativa europea di settore e sulle criticità del sistema. Ma anche sugli sviluppi futuri della ricerca e sulle novità legate alla tecnologia degli impianti, sugli aspetti gestionali e sulle buone pratiche per la riduzione dei rifiuti.

Per adesioni, inviare una mail a forumrifiuti@legambiente.it

La documentazione sarà garantita ai primi 150 iscritti

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Roma città da coltivare: terre pubbliche ai giovani e agli agricoltori

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Roma Capitale, in attuazione del programma “Roma Città da Coltivare”, mette a disposizione di imprenditori agricoli già operanti e giovani che aspirano ad intraprendere una nuova attività, circa 100 ettari di terreno agricolo.
Il “Bando per l’assegnazione di immobili rurali di proprietà di Roma Capitale finalizzato alla tutela e al recupero produttivo dell’Agro Romano mediante sviluppo di aziende agricole multifunzionali”, che interessa 4 tenute agricole, è stato predisposto d’intesa tra il Dipartimento Patrimonio Sviluppo e Valorizzazione e il Dipartimento Tutela Ambientale – Protezione Civile.
 

Le tenute (Tenuta della Cervelletta, Tenuta Redicicoli, Tor de’ Cenci,  Borghetto San Carlo), tutte comprensive di un casale e di manufatti rurali da recuperare, sono inserite in aree di notevole pregio ambientale e saranno assegnate in affitto per 15 anni agli aggiudicatari, con contratto regolato dalla vigente legge sui patti agrari e da rigide modalità di controllo per prevenire inadempienze nell’attuazione dei progetti o interventi non autorizzati.
Il bando premia l’orientamento dei concorrenti verso l’agricoltura biologica, le pratiche agricole che incrementino la biodiversità e la presenza nelle nuove aziende di servizi fruibili dalla cittadinanza, quali le fattorie didattiche, l’assistenza e l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, lo sviluppo di orti sociali e di attività ricreative da condurre in campagna.

La domanda di partecipazione dovrà essere presentata al Dipartimento Patrimonio Sviluppo e Valorizzazione di Roma Capitale, Piazza Giovanni da Verrazzano, 7 – 00154 Roma, a pena di esclusione, entro e non oltre le ore 12,00 di lunedì 22 luglio 2014, secondo le modalità previste dal Bando.

 

Per illustrare il bando e rispondere ai quesiti dei partecipanti, i funzionari responsabili organizzano un incontro giovedì 29 maggio dalle ore 17.00 alle ore 19.00 presso la sala conferenze della Città dell’Altra Economia, in Largo Dino Frisullo.
 
Bando
Determinazione di approvazione bando n. 326 del 20 maggio 2014
Lotto 1 – Tenuta della Cervelletta
Lotto 2 – Tenuta Redicicoli
Lotto 3 – Tor de’ Cenci
Lotto 4 – Borghetto San Carlo
Fac –simile domanda imprenditori agricoli e coltivatori diretti già operanti
Fac –simile domanda soggetti al primo insediamento

 
Per saperne di più sul Programma Roma città da coltivare

 
Per informazioni:
Dipartimento Patrimonio, Sviluppo e Valorizzazione
Responsabile del procedimento
dott. Piero Malenotti tel. 06 67106179 piero.malenotti@comune.roma.it
Dipartimento Tutela Ambientale – Protezione Civile
arch. Romano Maria Dellisanti tel. 0667105428 romanomaria.dellisanti@comune.roma.it

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Recupero urbano: semplificazione “per Contratti di quartiere II”

contrattiLa Conferenza delle Regioni e delle Province autonome nel corso della conferenza unifica del 15 maggio, ha espresso l’intesa sulla semplificazione procedurale finalizzata alla conclusione dei programmi di recupero urbano denominati “contratti di quartiere II”.

L’intesa è però subordinata ad alcune modifiche, proposte dalle Regioni Piemonte e Lombardia, contenute in un documento approvato dalla Conferenza delle Regioni il 14 maggio e pubblicato sul sito www.regioni.it nella sezione “conferenze”-
Si riporta di seguito il testo integrale:
Intesa per la semplificazione procedurale finalizzata alla conclusione dei programmi di recupero urbano denominati “contratti di quartiere II”
Punto 6) O.d.g. Conferenza Unificata
La Conferenza delle Regioni :
CONSIDERATA l’urgenza di dare una risposta ai rilievi formulati dalla Corte dei Conti nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’utilizzo delle risorse statali afferenti il programma di recupero urbano denominati “Contratti di quartiere II”;
PRESO ATTO dei ritardi nell’attuazione del suddetto Programma;
NEL CONDIVIDERE la necessità di semplificare le procedura anche al fine di revocare e riprogrammare le risorse non utilizzate;
ESPRIME, per i motivi sopra esposti, INTESA ai sensi dell’articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n.131;
RIBADISCE la disponibilità delle Regioni a modificare, qualora necessario, tutti gli atti, anche pattizi, di propria competenza per realizzare le finalità di cui all’intesa, anche al fine di tutelare eventuali posizioni giuridiche soggettive;
ESPRIME l’intesa con le modifiche richieste dalle Regioni Piemonte e Lombardia (allegato)
Roma, 14 maggio 2014
ALLEGATO
Semplificazione procedurale finalizzata alla conclusione del programma innovativo in ambito urbano denominato “contratti di quartiere II”
La Conferenza Unificata
Nell’odierna seduta del……., …………
VISTO l’articolo 4, comma l, della legge 8 febbraio 2001, n. 21, che ha previsto che il Ministero dei lavori pubblici promuova, coordinandolo con programmi di altre amministrazioni dello Stato già dotati di autonomi finanziamenti, un programma innovativo in ambito urbano finalizzato prioritariamente ad incrementare, con la partecipazione di investimenti privati, la dotazione infrastrutturale dei quartieri degradati di comuni e città a più forte disagio abitativo ed occupazionale e che preveda, al contempo, misure cd interventi per incrementare l’occupazione, per favorire l’integrazione sociale e l’adeguamento dell’offerta abitativa;
VISTO l’articolo 2 del decreto ministeriale 27 dicembre 2001, n. 2522, registrato alla Corte dei conti l’11 aprile 2002, registro n. 1, foglio n. 199, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 142 del 12 luglio 2002, che ha individuato le risorse finanziarie destinate all’attuazione di un Programma innovativo in ambito urbano denominato “Contratti di quartiere II”;
VISTO il decreto ministeriale 30 dicembre 2002, registrato alla Corte dei Conti — Ufficio di controllo sugli atti dei Ministeri delle infrastrutture ed assetto del territorio – il 25 marzo 2003, registro n. l, foglio 215, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 23 aprile 2003, n. 94, con il quale è stato modificato il citato decreto 27 dicembre 2001 e ripartite, tra l’altro, alle regioni e province autonome di Trento e Bolzano le risorse destinate al programma “Contratti di quartiere II”‘ nonché fissata in misura pari al trentacinque per cento del complessivo apporto Stato/regioni la contribuzione finanziaria delle regioni e province autonome al menzionato programma “Contratti di quartiere Il”;
CONSIDERATO che ai sensi dell’articolo 4 del citato decreto ministeriale 30 dicembre 2002 le regioni e le province autonome sono state autorizzate a predisporre ed approvare, sulla base del bando di gara allegato al richiamato decreto 30 dicembre 2002, appositi bandi di gara mediante i quali vengono fissate le modalità di partecipazione dei comuni, i contenuti delle proposte nonché specificati i criteri di valutazione delle proposte da assumere da parte della Commissione esaminatrice delle stesse;
CONSIDERATO che tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e le regioni cofinanziatrici del programma (Piemonte, Valle d’Aosta. Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna) sono stati sottoscritti, tra il 2005 e il 2007, a seguìto della procedura concorsuale con la quale sono stati individuati i comuni da ammettere a finanziamento, Accordi di programma quadro per la realizzazione degli interventi sperimentali nel settore dell’edilizia residenziale ed annesse urbanizzazioni da realizzare nell’ambito del programma innovativo in ambito urbano denominato Contratti di quartiere II debitamente registrati dalla Corte dei Conti;
VISTA l’indagine conoscitiva sul programma di che trattasi svolta dalla Corte dei Conti Sezione di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato ed approvata con deliberazione n. 15/2013/G in esito all’Adunanza del 2l novembre 2013;
CONSIDERATO che dalla citata indagine è emersa una eccessiva dilatazione dci tempi di attuazione del programma, tuttora in fase di realizzazione per una parte significativa, nonché un esito insoddisfacente del monitoraggio ed una complessità procedurale conseguente anche al coinvolgimento di più soggetti pubblici oltre che a specifici fattori di criticità quali la perenzione abbreviata che non appare congrua se rapportala all’esecuzione di opere pubbliche;
CONSIDERATO che la Corte dei Conti ha richiesto al Ministero delle infrastrutture e dci trasporti di comunicare, entro la data del 19.05.2014, le misure adottate a seguito della citata Deliberazione 15/2013 finalizzate a superare le criticità riscontrate nell’attuazione del programma anche prevedendo la revoca dei finanziamenti non ancora attivali e che il predetto Ministero ha richiesto che la deliberazione della Corte dei conti fosse condivisa con le regioni cofinanziatrici dei programmi e con gli enti locali che rappresentano le stazioni appaltanti dci medesimi e che le iniziative da intraprendere fossero oggetto di approfondimento c possibilmente di intesa nella sede della Conferenza;
Visti gli esiti delle riunioni a livello tecnico svoltesi in data l 9.2.2014 e 6.5.2014;
SANCISCE INTESA
ai sensi dell’art. ………………………………………, tra Stato, regioni e autonomie locali sul documento concernente “Misure per la semplificazione procedurale finalizzata alla conclusione del programma innovativo in ambito urbano denominato Contratti di quartiere II”, allegato alla presente intesa.
Roma, …
Il presidente:
Il segretario:
REGIONI PIEMONTE, VALLE D’AOSTA, LOMBARDIA, VENETO, FRIULI VENEZIA GIULIA, LIGURIA, EMILIA ROMAGNA, TOSCANA, UMBRIA, MARCHE, LAZIO, ABRUZZO, MOLISE, CAMPANIA, PUGLIA, BASILICATA, CALABRIA, SICILIA SARDEGNA.
SEMPLIFICAZIONE PROCEDURALE FINALIZZATA ALLA CONCLUSIONE DEL PROGRAMMA IN AMBITO URBANO DENOMINATO “CONTRATTI DI QUARTIERE II”
0. Premessa
La Corte dei Conti – Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato – ha svolto una indagine conoscitiva sul programma ”Contratti di quartiere II” finalizzata a verificarne lo stato di avanzamento fisico e finanziario a livello nazionale e delle singole regioni ad individuare le criticità che ne impediscono la conclusione. L’indagine conoscitiva è stata oggetto della deliberazione Sezione n. 15/2013/G emessa dalla Sezione centrale di controllo nell’adunanza del 21 novembre 2013.
L’istruttoria della Corte dei Conti ha evidenziato diversi profili di criticità riferibili alla fase attuativa dei programmi. In particolare è stata rilevata una pesante dilatazione dei tempi di realizzazione nonostante la legge di finanziamento del programma risalga al 200 l.
Il monitoraggio degli interventi, fatto salvo quello con caratteristiche meramente finanziarie è stato ritenuto “insoddisfacente, non solo perché esso è stato tardivo, ma anche perché parziale, in conseguenza di una carente trasmissione di dati al Ministero delle infrastrutture in particolare da parte di alcune Regioni. L’assenza di un monitoraggio concomitante con la gestione ha precluso possibili interventi correttivi, sostitutivi, di revoca o semplicemente di sollecito dell’esecuzione delle opere. ln secondo luogo, la conoscenza parziale dei risultati conseguiti, solo in parte motivata dal mancato completamento degli interventi, è risultata non adeguata a consentire una valutazione dell’efficacia ed efficienza della gestione”.
La Corte ha anche ritenuto come la complessità procedurale del programma nazionale caratterizzata dal coinvolgimento di più soggetti pubblici ”sia di per sé un fattore di criticità” comporti la necessità di un ripensamento del sistema di finanziamento adottato da parte dello Stato.
La “perenzione abbreviata” propria della contabilità della finanza pubblica è stata riconosciuta come un ulteriore fattore di appesantimento della gestione risultando non certo congrua rispetto alla tempistica di esecuzione delle opere pubbliche.
La deliberazione 15/2013 ha indicato le misure correttive da adottare per contrastare l’eccessiva dilatazione dei tempi di realizzazione. Tra queste particolare rilievo assume la revoca finanziamenti, possibilità peraltro prevista dagli Accordi di programma quadro, ovvero da attivare mediante uno specifico intervento legislativo.
In ottemperanza alla decisione della Corte dei Conti vanno, pertanto, poste in essere opportune iniziative e misure adeguate per ridurre le criticità riscontrate che andranno comunicate alla Corte medesima entro il termine stabilito del 19 maggio 2014.
Nel contesto sopra delineato il presente documento individua pertanto modalità operative finalizzate alla conclusione del programma innovativo di recupero urbano denominato “Contratti di quartiere II”‘ anche attraverso un più forte impulso, maggiore coordinamento e monitoraggio da
parte delle regioni che possano consentire di portare a conclusione in tempi ragionevolmente certi iniziative che risultano avviate ormai a partire dal 2006.
1. Ricognizione interventi
I Contratti di quartiere per i quali sono stati sottoscritti gli atti contrattuali sono 195 e sono pressoché tutti da ultimare. Allo stato attuale ne risultano conclusi 7: Sant’Angelo Lodigiano (LO), Pavia (Scala), Pavia (Pelizza), Cremona, Cupramontana (AN) Somma Vesuviana (NA), Aidone (EN). In relazione alle differenziate tipologie di avanzamento dei singoli interventi costruttivi (elencate al successivo punto 1.2) saranno adottate differenziate misure correttive.
1.2.Tipologie di avanzamento
a) interventi non avviati
Si tratta spesso di interventi per i quali non si è ancora giunti a concludere le attività di progettazione per adeguamento ad intervenute normative (soprattutto sismiche) che impediscono di avviare le successive fasi di affidamento e di aggiudicazione dei lavori.
Per questi interventi occorre fissare un termine ultimo per concludere e/o aggiornare la progettazione definitiva o esecutiva dell’intervento, in relazione alla tipologia di appalto prevista. Tali ritardi non appaiono più sostenibili in un quadro generale caratterizzato da una scarsità di risorse da destinare al settore e appare congruo assegnare centoventi (decorrenti dalla data di sottoscrizione della presente Intesa) per portare a conclusione ciascuna attività progettuale. Trascorso tale termine si darà luogo alla decadenza automatica dei relativi finanziamenti, che potranno essere riprogrammati, con riferimento alla quota di finanziamento statale, per il 50%, su proposta di ciascuna regione, con le modalità indicate al punto 4.1, mentre il restante 50% sarà ripartito, a livello nazionale, tra le regioni sulla base del numero dei Contratti di quartiere II ultimati alla data del 31.12.2014 mediante decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti.
b) interventi con avanzamento inferiore al 50%
Si tratta di un numero rilevante di interventi che presentano difficoltà esecutive. Per questi interventi occorre individuare percorsi di stretto accompagnamento da parte delle regioni per favorirne la conclusione da comunicare al Ministero nell’arco di novanta giorni dalla sottoscrizione della presente Intesa. Qualora i termini di completamento degli interventi non risultino congrui, i Comitati Paritetici valuteranno l’ipotesi di revoca prevista dal precedente punto sub a).
c) interventi con avanzamento superiore al 50%
Sono la gran parte degli interventi per i quali le regioni devono monitorare i relativi stati di avanzamento al fine di prevenire l’insorgere di criticità esecutive e procedimentali che ne possono ritardare la conclusione.
d) interventi sospesi
Si riferiscono, per la gran parte, ad interventi interrotti per inadempienza contrattuale dell’impresa esecutrice in relazione ai quali occorre individuare efficaci percorsi per giungere all’appalto delle opere di completamento verificando, in particolare, gli aspetti relativi alla copertura finanziaria.
Qualora la dotazione finanziaria iniziale risultasse non sufficiente per coprire i maggiori costi dell’intervento potranno essere utilizzate le disponibilità provenienti dalle revoche disposte in ciascuna regione (si veda punto 2.1).
e) interventi non più attuabili
Si tratta di interventi che risultano avviati per perdita dei requisiti di fattibilità tecnico-amministrativa e per i quali non risulta avviata la relativa procedura di affidamento. Le relative
dotazioni finanziarie saranno revocate.
2. Varianti esecutive
2.1.Definizione ed approvazione
Le varianti al progetto attengono alla fase esecutiva dell’appalto e vanno pertanto inquadrate nella cornice normativa vigente in materia di contratti di lavori pubblici (decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 e s.m.i.) e relativo regolamento di attuazione (D.P.R. 5 ottobre 2010, n.207).
Le varianti sono da riferire, pertanto, all’ambito di competenza delle stazioni appaltanti che operano per il tramite dei soggetti preposti allo svolgimento delle attività connesse alla fase esecutiva (direttore dei lavori, responsabile del procedimento). La proposta e l’approvazione delle varianti, fermo restando il finanziamento statale assegnato al soggetto attuatore, spetta pertanto alla stazione appaltante medesima. Per la Regione siciliana le varianti che utilizzano i ribassi d’asta sono approvati dal Comitato paritetico su proposta del responsabile regionale.
I Comitati paritetici Stato-regioni potranno occasionalmente considerare di destinare le disponibilità rinvenienti dalle revoche all’eventuale copertura di costi aggiuntivi conseguenti alle varianti presentate al Comitato dalle regioni.
3. Rimodulazione programmi
3.1 Definizione
Si considera ”rimodulazione del programma di interventi” la proposta di un comune comportante una sostanziale modifica degli elementi costitutivi del programma originario degli interventi ammessi a finanziamento quali la sostituzione di interventi con tipologie diverse da quelle inizialmente previste (ad esempio: la sostituzione di un intervento residenziale con una urbanizzazione primaria o secondaria o viceversa; la rinuncia all’esecuzione di interventi previsti nel programma originario; della consistenza dei singoli interventi; proposta di realizzare ulteriori interventi nel perimetro del Contratto di quartiere). La rimodulazione potrà anche prevedere una diversa incidenza percentuale tra gli interventi di edilizia residenziale e le opere di urbanizzazione primaria e secondarie inizialmente previste ed il superamento degli eventuali limiti percentuali di cofinanziamento massimo ammissibile.
Le richieste di rimodulazione ai programmi costruttivi sono state formulate spesso a seguito di avvicendamenti dei vertici amministrativi degli enti locali (soprattutto in comuni con dimensioni ridotte). Le regioni eviteranno di sottoporre ai Comitati paritetici richieste di rimodulazione fondate su tali presupposti.
Non costituiscono sostanziali modifiche al programma le rilocalizzazioni dello stesso intervento all’interno del perimetro del Contratto di Quartiere e, fermo restando il rispetto degli obblighi di servizio, il subentro di altro operatore per cause di forza maggiore acclarate dalla Regione (ad esempio: fallimenti, liquidazioni coatte, cessazione di attività o di ramo d’azienda, rescissioni contrattuali) .
4. Revoche di finanziamenti per singoli interventi
In relazione a singoli interventi che risultano non ancora avviati per perdita dei requisiti di fattibilità tecnico e amministrativa i Comitati paritetici disporranno le relative revoche secondo quanto già previsto dagli Accordi quadro sottoscritti.
Le revoche saranno disposte in relazione a quegli interventi che presentano uno stato procedurale o di ridotto avanzamento che lascia presupporre una tempistica di realizzazione non più compatibile con un efficace utilizzo delle risorse pubbliche assegnate, purché non siano stati assunti obblighi giuridicamente perfezionati.
Si tratta di quegli interventi per i quali non risulta ancora perfezionato giuridicamente l’avvio (assenza di procedura di affidamento). Potranno essere riconosciute, qualora adeguatamente documentate, le spese già sostenute.
4.1. Riallocazione risorse
Le disponibilità rinvenienti dalle revoche restano attribuite per il 50% alle singole regioni, come detto al precedente punto 1.2. Il responsabile regionale dell’Accordo di programma proporrà al Comitato paritetico la riallocazione delle risorse disponibili per ulteriori interventi da realizzare nell’ambito dei Contratti dì quartiere già ultimati o che presentino un soddisfacente stato di avanzamento e purché tali ulteriori interventi siano caratterizzati da sicura cantierabilità.
5. Azioni di accompagnamento e misure acceleratorie
Sui 195 comuni inizialmente ammessi a finanziamento soltanto 39 (pari al 20,42%) presentano popolazione superiore ai 100.000 abitanti e sono pertanto riferibili a contesti territoriali nei quali le condizioni di disagio abitativo ed urbano sono più marcate. Per contro, 97 comuni (50,78%) hanno popolazione non superiore a 50.000 abitanti e 33 comuni (17.2%) presentano una dimensione demografica fino a 100.000. Di conseguenza buona parte dci programmi (all’interno dei quali sono presenti più interventi costruttivi puntuali) si riferiscono a stazioni appaltanti (comuni ed ex Iacp) che possono non essere sufficientemente attrezzate per gestire con efficacia le procedure connesse a programmi complessi quali quello in argomento, anche se in taluni comuni di grandi dimensioni è dato riscontrare non minori difficoltà operative.
In aggiunto al modulo procedimentale della Conferenza di servizi le regioni potranno avviare iniziative di accompagnamento tecnico che consentano di raggiungere in concreto e in tempi ragionevolmente certi gli obiettivi di riqualificazione edilizio-urbanistico e sociale sottesi ai programmi assicurando il necessario personale dedicato, il costante monitoraggio investimenti programmati.
Le Regioni Toscana, Campania e Calabria, ancorché non cofinanziatrici del programma in argomento nominano, tra i propri funzionari, un responsabile operativo con il compito di promuovere le opportune iniziative per portare a conclusione i singoli Contratti di quartiere ricadenti nel proprio territorio e che predispone, ogni sei mesi, un Rapporto di monitoraggio da inoltrare al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti evidenziando, in particolare, le criticità presenti e formulando le soluzioni per superarle, tenuto conto, in ogni caso, di quanto stabilito nella presente Intesa che costituisce riferimento per l’attività del Ministero e il funzionario designato responsabile operativo ai sensi del presente punto per i contratti di quartiere ricadenti nelle predette regioni. Le somme revocate sono riallocate dal Ministero su proposta di ciascun responsabile operativo regionale.
6. Monitoraggio
Con riferimento a tale attività le regioni svolgono un fondamentale ruolo attraverso la predisposizione di Rapporti su base semestrale già previsti dagli Accordi di Programma. Le Regioni dovranno individuare modalità più incisive di raccolta dei dati e delle informazioni presso i comuni in modo da descrivere l’effettivo avanzamento dei programmi e le problematiche che emergono con riguardo a ciascun intervento.
Per l’adozione di un format unificato di Rapporto le Regioni hanno aderito alla proposta del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di prendere a modello quello adottato dalla regione Lombardia.
 
regioni.it



ZINGARETTI RILANCIA CORVIALE CON I FONDI EUROPEI

foto di Aldo Feroce

foto di Aldo Feroce

“Nella nuova programmazione europea vogliamo che ci siano investimenti sociali, infrastrutturali, urbanistici. Grazie all’Europa Corviale sarà uno dei cuori degli investimenti, cosi che possa risorgere come merita, e dimostrare a tutta l’Europa che ne siamo capaci” – è il commento del presidente, Nicola Zingaretti, intervenuto all’inaugurazione della struttura.”

foto di Aldo Feroce

foto di Aldo Feroce

Aperto a Corviale, a Roma, il primo  campo di ‘calciosociale’ del mondo. La struttura, che nasce in un luogo che era abbandonato e fatiscente, rappresenta un’occasione riportare vita e speranza per tanti ragazzi con disabilità, con problemi di droga o disagio familiare.

Legno, argilla, canapa, canniccio, pannelli solari e geotermia. Addio cemento: la struttura è un grande esempio di architettura ecosostenibile. I campi da calcio sono stati realizzati in materiale organico a base di fibra di cocco, sughero e olio di lino. La palestra, priva di barriere architettoniche, è ricoperta di faggio naturale.

5000 scorze d’albero per il tetto della palestra, unico al mondo. C’è una persona dietro ogni corteccia che ne compone la superficie, di 900 metri quadrati: i ragazzi delle comunità terapeutiche di Calciosociale, i giovani, i bambini, i volontari e i residenti di Corviale. Ognuno di loro le ha scortecciate, frollinate e verniciate. Si tratta di una vera e propria prova di architettura sociale.

La prima casetta dell’acqua pubblica, è stata inaugurata all’interno del campo. Chiunque, a un costo simbolico, potrà comprare acqua microfiltrata a fini alimentari.

La mensa della legalità e della sostenibilità, è questo il prossimo progetto di Calciosociale. La mensa sarà alimentata con tutti quei prodotti “di eccesso” scartati dalla grande distribuzione o dalla ristorazione ma ancora consumabili.

‘Vince solo chi custodisce’, è la frase incisa sul cancello d’ingresso di questo ‘Campo dei miracoli’, per proteggere questo luogo che arriva dopo anni di lavoro.

da regione.lazio.it (sala stampa)




Caudo: “Roma al lavoro con Piano per la high line verde di Talenti”

pianoL’ARCHISTAR Renzo Piano l’ha anticipato a Repubblica. Vuole riprogettare i due chilometri del “viadotto dei Presidenti”, una linea tranviaria mai più realizzata, un relitto urbano, che doveva collegare Saxa Rubra a Cinecittà. E pensa che possa diventare una high line verde, popolata di alberi e biciclette, dal parco delle Sabine al parco Talenti. Ma il suo interesse avvolge tutta la periferia, con gli altri suoi “strappi”. Per ricucirli.

Un’occasione unica per Roma.
“Assolutamente sì. Proprio sul “viadotto dei presidenti” abbiamo lavorato in questi mesi e raccolto un progetto proposto da due giovani architetti romani, Massimiliano Foffo e Alessandro Lungo” spiega l’assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo “In quel municipio, il III, abbiamo avviato quella che abbiamo chiamato la strategia municipale del riuso degli edifici dismessi e sottoutilizzati. Un censimento di tutti i palazzi vuoti e le infrastrutture abbandonate. E questo per noi è lo strumento per fare la rigenerazione urbana”.

Ora l’intervento di Piano è una chance importantissima, considerando la sua fama riconosciuta nel mondo intero.
“È proprio così. Pensiamo che il nostro progetto è assolutamente coerente con quello che dice Piano e dunque possiamo sviluppare insieme un intervento”.

Chiederete a Piano un’idea progettuale, dei disegni?
“Il lavoro che lui propone è già illustrato dal gruppo di giovani architetti che lavora con lui. Il contributo dell’équipe di Piano è fondamentale proprio per dare una maggiore concretezza e rilevanza al progetto”.

In che cosa consiste concretamente?
“Il viadotto dei Presidenti, costruito e abbandonato, è un’infrastruttura che nasconde al suo interno il tracciato per una linea di trasporto pubblico. Si tratta di rigenerare questo spazio con usi diversi, che vanno dal verde alle piste ciclabili, a servizi per i cittadini. Quella che oggi è una strada può diventare un’infrastruttura “porosa” e aprirsi agli spazi abitati intorno. Ed è l’inizio di un processo di riammagliatura delle parti slabbrate della periferia”.

Avete già contattato Piano?
“Sì, lo abbiamo cercato e ci parlerò oggi. Spero sia l’inizio di una collaborazione per le periferie. Abbiamo a disposizione per il III municipio un finanziamento europeo per il riciclo urbano. Si potrebbe trattare di una sinergia vincente”.

Quali sono i grandi progetti su cui punta il Campidoglio nei prossimi anni?
“Uno è la Città della Scienza in via Guido Reni, poi il rilancio dell’area Sdo di Pietralata, quindi riavviare tutti i cantieri bloccati lungo la Colombo, da Campidoglio 2 agli ex Mercati Generali, da piazza dei Navigatori all’ex Fiera di Roma fino alla Nuvola. Ma c’è anche l’ex Mattatoio di Testaccio per il quale proprio oggi sono partiti i lavori per la realizzazione della pedonalizzazione dello slar- go davanti all’ingresso principale, con un parcheggio a fianco del Monte dei Cocci”.

E in periferia?
“Interventi sulla città fuori al Raccordo, da Tor Vergata a Ciampino. Poi i nodi delle stazioni su ferro, da Ponte Mammolo a Marconi, vicino ai quali si costruiranno nuovi servizi”.

Quando si realizzerà la pedonalizzazione del Tridente?
“Noi stiamo finendo la predisposizione della pavimentazione e dell’arredo per la pedonalizzazione. Il passo seguente sarà quello di definire le regole per non danneggiare nessuno. Per consentire alle attività commerciali di poter avere ad esempio il carico e scarico delle merci. Mentre per gli abitanti bisogna individuare i parcheggi che saranno destinati a loro. Uno è quello del Galoppatoio e poi si potrebbero razionalizzare i posti auto sul lungotevere”.

E quando cominceranno i lavori per la nuova piazza Augusto Imperatore?

“Dopo l’approvazione del bilancio da parte del Consiglio comunale potremo fare la gara per selezionare l’impresa. Il nostro obiettivo è quello di aprire il cantiere entro quest’anno, il duemillesimo dalla morte di Augusto”.

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La primavera di Corviale

botticelliE’ stato un lungo inverno durato alcuni anni in cui eravamo in pochi a credere al progetto di Corviale Domani: diciamo la verità eravamo tutti un po’ scettici quando Pino Galeota parlava di Corviale come di una chance per Roma e per l’Italia, o quando Maria Grazia Bellisario lo dichiarava un nuovo modello d’integrazione architettonica e sociale, o quando Monica Melani v’intravedeva un nuovo modello di sviluppo basato sull’arte e la cultura, o quando Stefano Panunzi ci raccontava del tetto più grande del mondo destinato a piazza e produzione di energia ed ortaggi, o quando Alfonso Pascale vi declinava le caratteristiche di una nuova agricoltura sociale e volta al benessere psicofisico, o quando Sandro Zioni c’insegnava a far diventare corviale.com il giornale delle periferie o quando Elisa Longo e Ivan Selloni esercitano la professione di giornalisti sociali.

Dopo questo lungo inverno è arrivata la primavera di Corviale: venerdì 9 maggio sala del Consiglio municipale: concerto del Teatro dell’Opera: l’assessore Barca, da noi intervistato, dichiara: “la vostra suggestione di portare a Corviale, dopo l’Opera, una grande mostra integrando così i 900 metri quadri del Mitreo nel circuito culturale della città è coerente col nostro progetto culturale e ne studierò la fattibilità”; sabato 10 maggio: Open House: la manifestazione internazionale sull’architettura ha coinvolto 3  iniziative a Corviale, inaugurazione del Campo dei miracoli: dichiarazione stampa del Governatore del Lazio Zingaretti: “Corviale dovrà essere uno dei cuori degli investimenti europei: vogliamo dimostrare a tutta Europa che Corviale è nei nostri cuori”.

E’ leggendo questa dichiarazione di Zingaretti che ho capito che a Corviale è sbocciata la primavera, mi sono andato a rileggere ciò che avevamo scritto con Alfonso Pascale e Stefano Panunzi nel manifesto “Corviale verso Europa 2020”: “Si tratta di dar vita ad un Partenariato Pubblico-Privato che intende allargarsi anche ad altri quartieri del Quadrante per candidarsi a gestire in modo integrato i Fondi Europei 2014-2020”.

C’impegniamo a continuare a seguire il progetto in maniera tale da assicurare che dopo la primavera ci siano anche i frutti concreti di un‘estate di Corviale in termini di lavoro, cantieri, riqualificazione, verde, innovazione tecnologica, vivibilità, sicurezza.

 




Calcio sociale, a Corviale nasce il “Campo dei Miracoli”

calcioInaugurato ai piedi del “Serpentone” dopo una riqualificazione avviata dalla Provincia di Roma nel 2012. La struttura è realizzata sui modelli dell’architettura ecosostenibile, con campi in materiale organico e una palestra ricoperta di faggio

Un piccolo grande ‘miracolo” a Corviale: un campo sportivo in totale abbandono e degrado che oggi diventa un esempio di recupero delle periferie e insieme un modello internazionale di architettura ecosostenibile. E’ il ‘Campo dei Miracoli’, il primo centro di calcio sociale al mondo, inaugurato oggi ai piedi del ‘Serpentone’ dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, dall’assessore ai Lavori pubblici di Roma Capitale Paolo Masini con il presidente di Calciosociale Massimo Vallati, la segretaria generale della Fondazione Vodafone Ida Linzalone e l’imprenditrice Barbara Mezzaroma, il presidente dell’XI Municipio Maurizio Veloccia e il direttore del centro Astalli per i rifugiati padre Giovanni La Manna.

Una riqualificazione avviata dalla Provincia di Roma di Zingaretti nel 2012 e realizzata grazie al contributo della Fondazione Vodafone e il sostegno dell’impresa Pietro Mezzaroma e figli per un costo complessivo, finora, di 1,5 milioni di euro. Addio cemento: arrivano il legno, l’argilla, la canapa, il canniccio, i pannelli solari, la geotermia. La scritta sul cancello d’ingresso la dice lunga sul pensiero dietro questo progetto: ‘Vince solo chi custodisce’.
I campi da calcio sono stati realizzati in materiale organico a base di fibra di cocco, sughero e olio di lino, come i campi del Milan a Milanello e l’ ‘Out’ dell’Olimpico. La palestra è ricoperta di faggio naturale, con prestazioni di livello internazionale, ed è priva di barriere architettoniche. Ma cuore del progetto è il tetto della palestra, unico al mondo: 900 metri quadrati ricoperti da 5000 scorze d’albero. Ogni corteccia (in genere lo scarto della produzione, che viene buttato o bruciato) è stata lavorata dalle comunità terapeutiche di Calciosociale, dai ragazzi e dai residenti di Corviale. Ogni scorza simboleggia una persona in quella è a tutti gli effetti una prova di ‘architettura sociale’, inserita nel festival internazionale ‘Open house Roma’.

Calciosociale, la realtà che dal 2005 offre ai giovani delle periferie romane un nuovo modo di vivere il calcio come laboratorio di integrazione, vuole per il futuro integrare il Campo dei Miracoli con la prima Mensa della legalità e sostenibilità, una mensa sociale alimentata con tutti quei prodotti in eccesso che la grande distribuzione o la ristorazione scartano ma che sono ancora consumabili. Inoltre nel Campo è stata inaugurata la prima casetta dell’acqua pubblica di Roma ‘Acqua si che a un costo simbolico offre ai cittadini acqua pubblica microfiltrata a fini alimentari.

Commosso il presidente di Calciosociale Vallati: “Quando abbiamo iniziato questo progetto tutti ci dicevano di fare una ‘romanella’ (una realizzazione alla buona, ndr) – ha affermato – Ma noi abbiamo detto no alla ‘romanella’, abbiamo voluto che qui a Corviale ci fossero gli esempi più avanzati della bioarchitettura. Questo non è un campetto di calcio ma una grande sfida per creare cambiamento. Oggi abbiamo fatto un gol bellissimo di quelli che si ricordano tutta la vita, siamo in vantaggio, ma è una grande scommessa. Credo che Corviale sia nei prossimi anni un sogno nel quale spendere tempo e impegno politico”.

repubblica.it




A proposito di Corviale e di Hundertwasser

casaUna casa popolare che attira bus turistici da tutto il mondo fa riflettere sulle utopie architettoniche. La mia idea è che  Hundertwasser ha imparato la lezione delle utopie architettoniche irrealizzate e non si è limitato a progettare l’utopia ma ha costruito le strutture in modo tale e definito che non potessero essere utilizzate in maniera diversa da quella progettata. Ad esempio costruendo trinceroni di pietra con alberi piantati nella strada pedonale.

trincerone con albero

trincerone con albero

Ad esempio predestinando strutturalmente uno spazio in modo tale che potesse essere utilizzato solo nella maniera progettata (chi andrebbe ad occupare e ad abitare alla fine di una rampa

la rampa che porta alla caffetteria

la rampa che porta alla caffetteria

con terrazza in un locale completamente finestrato e senza alcuna tramezzatura, un locale insomma buono solo per la progettata destinazione di caffetteria).

Quello che unisce le due utopie è il mercatino

il mercatino

il mercatino

autogestito di riciclo e riuso con la differenza che nella casa dell’utopia realizzata lo spazio dedicato al mercatino è predifinito e pronto all’uso.

Impariamo da chi ha appreso la lezione e cominciamo a lavorare per portare a compimento le utopie architettoniche irrealizzate.

Tommaso Capezzone (dal quartiere popolare Hundertwasser di Vienna)