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Approvata delibera Pru Magliana e Corviale

ponteLa giunta del municipio Roma XI ha approvato, questa mattina, le delibere di rimodulazione delle priorità dei piani di recupero urbano di Magliana e Corviale. “Si tratta di un atto importante che affidiamo a Roma Capitale ed alla Regione Lazio affinché, nel rimodulare i fondi a disposizione, si possa dar avvio ad opere pubbliche importantissime ferme da troppo tempo. Opere che se realizzate, invece, possono riqualificare profondamente interi quadranti del nostro Municipio”. Lo dichiara Maurizio Veloccia, presidente Municipio Roma XI.

Il parco Pian Due Torri a Magliana ed il vicino ponte ciclopedonale di collegamento tra lo stesso quartiere e l’università Roma Tre, sono le prime due opere indicate come prioritarie dalla giunta municipale nell’ambito del Pru di Magliana.

“Due interventi individuati nel segno di una battaglia ultra ventennale dei cittadini del quartiere per delocalizzare le attività artigianali ed industriali presenti sul Tevere e riconquistare quel territorio, trasformandolo in Parco Urbano da collegare alla vicina Terza Università degli Studi, sull’altra sponda del fiume – spiega il presidente – un’altra priorità indicata è all’allargamento del sottopasso ferroviario di via Baffi, che verrà reso a doppio senso di marcia per migliorare il collegamento tra Magliana e Portuense. Intervento, questo, che era già stato inserito nel programma di recupero ex Buffetti ma con una evidente sottostima dei costi, che ne avrebbe precluso la realizzazione”.




Fondi europei, lavori in corso: proposte, progetti e iniziative

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Corviale 2020 documento del tavolo di concertazione istituzionale




Cittadino-pixel dello sviluppo HD del territorio, Corviale al centro dell’Europa

Percorso in salita con tappeto ancora virtuale

CITTADINO-PIXEL (PICTURE ELEMENT), SVILUPPO HD (ALTA DEFINIZIONE)

Nel secondo Forum che svolgemmo a Corviale di Roma nel novembre 2013 presentammo un documento-manifesto così intitolato: “Corviale verso Europa 2020. Dal sogno originario a un partenariato per lo sviluppo sostenibile”. E scrivemmo: “Occorre affrontare lo sviluppo territoriale con un approccio globale; integrare politiche diverse; potenziare l’economia; creare e assicurare spazi pubblici e infrastrutture di qualità; progettare il territorio andando oltre l’urbano e il rurale; salvaguardare e valorizzare i beni paesaggistici e architettonici, sia storici che contemporanei; irrobustire il sistema della conoscenza; migliorare l’ambiente e l’efficienza energetica. Si tratta di creare un Partenariato pubblico-privato che intende allargarsi ad altri quartieri del Quadrante per candidarsi a gestire in modo integrato i Fondi Europei 2014-2020”.

Sulla base di questa impostazione definita per Corviale e con gli arricchimenti venuti anche da altre realtà di Roma nel corso del Convegno svoltosi nei Musei Capitolini il 25 giugno scorso, Rete Fattorie Sociali, Forum Terzo Settore Lazio e IfoRD hanno chiesto alla Regione Lazio di adottare – nell’ambito dei Programmi Operativi in fase di definizione – il metodo dello sviluppo locale partecipativo integrato per tutto il territorio regionale (comprese le aree urbane) e per l’insieme dei Fondi Strutturali e d’Investimento Europei (SIE) 2014-2020.

La Programmazione dei Fondi SIE introduce nuovi strumenti che permettono di conseguire l’obiettivo di fondo del secondo Forum, cioè quello di candidare il Partenariato Pubblico-Privato a diventare soggetto attuatore dello sviluppo locale.

I regolamenti comunitari danno la possibilità alle autorità di gestione (Regioni) di decidere l’adozione del Metodo Community Led Local Development (CLLD) – obbligatorio solo per le aree rurali con problemi complessivi di sviluppo – su tutti i territori, comprese le aree urbane, e l’utilizzo integrato dei Fondi (plurifondo).

Tale strumento intende favorire lo sviluppo locale integrato su scala sub-regionale con il contributo prioritario delle forze locali.

La Regione Lazio dovrebbe fare tale scelta nell’ambito dei Programmi Operativi da approvare entro il 22 luglio 2014. Ma poi c’è tutta la fase del negoziato con la Commissione Europea per l’approvazione definitiva. E dunque il confronto potrà continuare anche dopo tale scadenza.

Per il Progetto CORVIALE 2020 tale scelta significherebbe affiancare al Tavolo di Concertazione multilivello, il Gruppo di Azione Locale (GAL), costituito prioritariamente da soggetti locali, con un ruolo operativo (amministrativo e gestionale) e con il compito di elaborare il Piano di Azione Locale (PAL), dotandosi di una struttura tecnica in grado di effettuare tali funzioni.

L’Accordo di Partenariato fa esplicito riferimento a tale strumento quando lega, ad esempio, l’obiettivo di favorire la legalità nelle aree ad alta esclusione sociale e migliorare il tessuto urbano nelle aree a basso tasso di legalità alle priorità di investimento “strategie di sviluppo locale partecipativo” e “sostegno alla rigenerazione fisica ed economica delle comunità urbane e rurali sfavorite” con il FSE e il FESR.

Anche l’Agenda Urbana propone un’innovazione di metodo nella filiera attuativa tra cui gli strumenti territoriali integrati di sviluppo locale.

Tra le misure del Programma di Sviluppo Rurale assume particolare importanza – ai fini del Progetto CORVIALE 2020 – la Misura “Cooperazione” che risponde all’esigenza di migliorare governance e coordinamento tra attori del “sistema della conoscenza e dell’innovazione” e imprese, garantire una conservazione attiva dei Paesaggi Rurali Storici (tra cui quello dell’Agro Romano), creare nuovi rapporti sistemici tra aree urbane e aree rurali, organizzare le filiere corte, stimolare la diversificazione delle attività e migliorare l’accesso ai servizi per la popolazione con un approccio innovativo e di sistema, a partire dall’agricoltura sociale.

Con questa Misura potranno essere sostenuti i Gruppi Operativi (GO), mettendo insieme imprese, ricercatori, consulenti, organizzazioni, Enti pubblici e portatori di interessi collettivi diffusi, che realizzino il Partenariato Europeo per l’Innovazione (PEI) “Produttività e sostenibilità del sistema agricolo”; i Gruppi di Cooperazione (GC) che realizzino progetti collettivi a carattere ambientale; i Gruppi di Cooperazione (GC) che operino nell’ambito delle filiere corte; i Gruppi di cooperazione (GC) dei soggetti che operino nell’ambito delle agricolture civili.

Quante risorse finanziarie la Regione destinerà a questa Misura strategica?

Un’altra scelta importante che la Regione Lazio deve compiere è quella di destinare all’Obiettivo “Inclusione sociale e lotta alla povertà” oltre il 20 per cento del Fondo Sociale Europeo (FSE). Tra le azioni del Programma Operativo FSE – ai fini del Progetto CORVIALE 2020 – sono particolarmente rilevanti quelle per l’inserimento lavorativo e l’occupazione dei soggetti svantaggiati e delle persone con disabilità,  per promuovere l’imprenditorialità sociale e l’integrazione professionale nelle imprese sociali e dell’economia sociale e solidale.

Il risultato di tali azioni dovrà essere l’aumento delle attività economiche (profit e non-profit) a contenuto sociale e delle attività di agricoltura sociale.

Rete Fattorie Sociali, Forum Terzo Settore Lazio, IfoRD e altri soggetti pubblici e privati si stanno attivando per promuovere coi Fondi SIE, nei territori di Roma e del Lazio, processi aggregativi e creazione di reti.

L’attenzione è rivolta anche al Programma Horizon 2020 e al Sottoprogramma Cultura di Europa Creativa 2014-2020, i cui bandi sono già attivi.

L’obiettivo di istituire nei territori di Roma la Casa dell’Alimentazione e realizzare una serie di attività nell’ambito di EXPO 2015 è un primo passo per costruire salde e durature sinergie tra le diverse forme di agricolture civili, Terzo Settore ed economia sociale.

Anche sui temi della ricerca e dell’innovazione ci sono novità importanti nella Programmazione dei Fondi SIE.

Con la costituzione dei PEI e il sostegno dei GO mediante i PSR, Horizon 2020 fa un salto di qualità perché finalmente si costruisce un legame tra la ricerca e le esigenze specifiche di settore e si adotta un approccio di sistema (imprese, ricerca, consulenza, formazione) in una logica plurifondo.

L’altro elemento che viene introdotto è lo stretto legame tra ricerca e innovazione, in cui l’innovazione non è più riferita esclusivamente alla dimensione tecnologica ma a tutte le fasi del processo produttivo e al contesto interno ed esterno nel quale esso si realizza.

L’ulteriore novità è l’adozione del modello a rete caratterizzato da un processo di comunicazione interattivo partendo dai bisogni e dalle problematiche delle imprese e dei sistemi locali. E questo perché si va consolidando la consapevolezza che l’evento ideativo e la sua trasformazione in innovazione non proviene soltanto dal mondo della ricerca e della sperimentazione, ma anche dal mondo produttivo.

Rete Fattorie Sociali, Forum Terzo Settore Lazio e IfoRD annettono grande importanza al nuovo paradigma dell’”innovazione sociale” che rovescia completamente il rapporto tra mondo della ricerca, economia e società e favorisce la riqualificazione delle relazioni tra i diversi soggetti istituzionali, economici e sociali.

Il Piano Nazionale per la Ricerca in Agricoltura, presentato in questi giorni dal MIPAAF, elenca una serie di temi estremamente importanti per le agricolture delle aree urbane:

– individuazione dei meccanismi alla base della benefica azione delle piante in città e sviluppo di materiale agrario adatto all’uso come verde urbano;

– studi e ricerche sull’impiego sostenibile di scarti organici (es. sottoprodotti agricoli e zootecnici), rifiuti inorganici, nanoparticelle e nanomateriali;

– sperimentazione di nuovi processi di raccolta, gestione, trasformazione e valorizzazione energetica di biomasse prodotte in ambito urbano e in vivaio (potature, sfalci, abbattimento di alberi vecchi…);

– messa a punto di tecniche di “phytoremediation assistita”, sfruttando le sinergie fra piante, microorganismi, ammendanti e pratiche agronomiche; nuovi processi di bioremediation”;

– ricerca di piante arboree e arbustive in grado di diminuire l’impatto degli inquinamenti atmosferici da cause antropiche e quantificazione del ruolo della vegetazione urbana nel limitare le emissioni di gas a effetto serra attraverso il sequestro CO2 e di altri gas traccia, e l’emissione di gas a elevata reattività ambientale;

– definizione delle capacità di alcune specie di produrre/emettere o assorbire i principali inquinanti atmosferici;

– miglioramento genetico delle piante per aumentarne la capacità di accrescimento rapido, di copertura del suolo, di formazione di barriere vegetali, di capacità di rimozione di inquinanti;

– studio di varietà e specie più adattabili ai cambiamenti climatici e alla scarsità di risorse idriche in aree urbane;

– sperimentazioni di microorganismi che favoriscano lo sviluppo delle piante anche in assenza di concimazioni e che aumentino la loro resistenza ai patogeni in assenza di trattamenti antiparassitari;

-sviluppo di tecniche di micro-irrigazione e di recupero e riciclaggio dell’acqua in ambiente urbano e in vivaio;

– costruzione di modelli di formazioni vegetali a geometria diversa adatti a svolgere funzioni di filtro e di mitigazione in presenza di sorgenti di inquinamento da traffico veicolare (barriere e cortine vegetali);

-sviluppo di studi sulle pratiche di utilizzo e gestione di spazi verdi in contesti urbani (community gardening, orti sociali, orti scolastici, ecc.);

-analisi di terapie orticolturali sul piano cognitivo, psicologico, fisico e sociale in termini di benessere individuale e miglioramento della qualità della vita attraverso la riduzione dello stress e il miglioramento della coesione sociale;

-valutazione di terapie che impiegano piante o animali in contesti produttivi (cooperative, imprese), e del loro impatto sul sistema sanitario nazionale e sullo sviluppo locale con particolare riferimento alle aree rurali;

-analisi delle pratiche di AS capaci di generare nuove opportunità economiche, forme di socialità e modelli di welfare-mix per ridurre l’esclusione sociale;

-monitoraggio e valutazione delle esperienze di AS realizzate all’interno di contesti produttivi (agriturismo, ristorazione, attività didattica, confezionamento, vendita, ecc.);

-analisi delle esperienze relative al rapporto urbano-rurale, sia sul fronte della fruizione degli spazi sia su quello della vendita e del consumo dei prodotti agricoli;

-studi sulla filiera corta (punti vendita aziendale, mercati contadini, GAS, box scheme,Community Supported Agriculture – CSA);

-analisi delle esperienze sull’utilizzo dei prodotti invenduti o non commercializzabili per la riduzione degli sprechi sull’esempio del last minute market;

-analisi di attività didattiche, educative, ricreative per bambini, giovani, famiglie, anziani e analisi dei servizi connessi al verde urbano (nidi, asili, ecc.);

-analisi delle buone pratiche agricole in zone urbane e per agricoltori non professionali (p.es. agricoltura organica) per ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura, promuovendo una sana alimentazione;

-definizione e realizzazione di una forma di gestione associata di servizi tra enti pubblici e produttori agricoli per la co-tutela del territorio;

-analisi delle nuove tecnologie agroalimentari, a supporto delle imprese, del processo di trasferimento dell’innovazione e dei meccanismi di policy (accettabilità, disegno, impatto, efficienza, implementabilità);

-sviluppo di protocolli, indicatori e criteri green per gli appalti pubblici.

Si tratta di attivare tutti i centri di ricerca e sperimentazione e l’insieme delle Università pubbliche e private che operano nell’area romana e creare un saldo legame tra il sistema della conoscenza e dell’innovazione con la realtà economica, sociale, civile e istituzionale locale.

Sarebbe davvero un delitto se la Regione Lazio non dovesse cogliere queste opportunità per far diventare Roma davvero una metropoli europea.

 

 




Disattenzione del Comune di Roma e indifferenza della Regione

 




PIANO DI RIEQUILIBRIO ROMA CAPITALE

 

 

 

 

 




Poeti der Trullo

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Vago solo per la strada
La parola è la mia spada

 

Il coraggio non è un nome
È uno slancio, un aquilone
È scavare fino in fondo
È uno sguardo verso il mondo
Seme storto e disperato
Che se cresce toglie il fiato

Il coraggio è nell’azione
Suona come una canzone
Lo spartito è un cassonetto
Poco spazio e pure stretto
Se ci scrivo qualche verso
Possa aprire un universo
A chi legge e ancora sente
E non resta indifferente

Vago solo per la strada
La parola è la mia spada

Er Quercia

 




Newsletter Maurizio Veloccia

newsletter velocciaCon questa newsletter si conclude un anno di lavoro intenso, svolto in condizioni economiche difficilissime.

In questi mesi siamo stati impegnati in primo luogo a preservare i servizi sociali erogati dal Municipio che non abbiamo voluto tagliare in alcun modo. Ci siamo, inoltre, dedicati ai più piccoli, prestando attenzione, in particolar modo, all’edilizia scolastica e alla qualità dei servizi educativi.

Tante le scuole in cui sono intervenuti i nostri tecnici, per rendere gli edifici scolastici più sicuri ed accoglienti, tanti anche i progetti dedicati ai ragazzi: dall’educazione stradale alla lotta alla violenza di genere, dal premio Borsellino all’incontro con i superstiti della Shoah, solo per indicare alcuni dei molti temi affrontati.

E poi anche fuori scuola: il finanziamento dei centri di aggregazione per i più piccoli e l’apertura dei centri estivi municipali, per aiutare le famiglie e prevenire il disagio.

Ci siamo impegnati per garantire, pur con le minime risorse a disposizione, un’offerta culturale di qualità: ritorno del Premio De André in piazza alla Magliana, l’Estate Romana finalmente “decentrata” che vede protagonisti i Municipi e le periferie.

E ancora, la gestione del quotidiano, con tanti problemi aperti ma anche con una disponibilità ed una tensione a migliorare, che magari non ci fa dormire sereni ma ci rende orgogliosi e fieri dell’impegno profuso quotidianamente: l’emergenza rifiuti che ancora stenta a terminare, ma anche la chiusura di Malagrotta e la vittoria contro l’ipotesi di una nuova discarica nel nostro Municipio. Luci ed ombre in un quadro in cui alcune scelte storiche, dopo anni di ritardi, sono finalmente intraprese: da quanto si parlava di raccolta differenziata? Oggi, seppur tra mille problemi (forse fisiologici), la raccolta differenziata è avviata.

Infine, permettetemi di sottolineare il profondo rinnovamento del Consiglio e della Giunta: tanti ragazzi e ragazze alla prima esperienza che, in questo anno di consiliatura, si sono impegnati con onestà e passione.

Da parte mia l’impegno e l’umiltà a migliorare, a dare sempre maggiori e migliori risposte a questo meraviglioso territorio.

Buona lettura della newsletter e buona estate a tutti voi.

 

Maurizio Veloccia

 

 

Avanzamento lavori sottopasso ferroviario via Portuense

Non si fermano i lavori per l’allargamento della sede stradale di Via Portuense tra Via Belluzzo e via Quirino Majorana all’altezza del cavalcavia ferroviario. Questa opera resta una delle priorità del nostro territorio, per decongestionare il traffico e collegare il quartiere Portuense con il quartiere Marconi. I lavori avevano come prima fase gli scavi archeologici su aree indicate dalla Sovrintendenza Archeologica all’interno dell’area di cantiere. La campagna scavi ha portato alla luce numerosi reperti, alcuni di particolare importanza: muri di epoca medioevale, diverse sepolture della stessa epoca, mosaici, un nuovo tratto della via Campana e nuovo complesso termale. Ciò ha comportato un ritardo nell’avvio dei lavori di allargamento della sede stradale. La buona notizia è che, entro la fine del mese, verranno conclusi gli scavi archeologi ed inizierà il lavoro di collezione della documentazione e chiusura delle trincee di scavo. A fine mese sarà anche possibile visitare il cantiere ed i reperti rinvenuti (le date saranno pubblicate sul sito del Municipio). È la prima volta che si organizza una visita di un cantiere aperto, ma come Municipio vogliamo condividere con i nostri cittadini il lavoro fatto in questi mesi. Ai primi di settembre, poi, potranno iniziare i lavori di cantiere per la realizzazione della carreggiata e la definitiva apertura del sottopasso. Lavori che si protrarranno per 60/90 giorni.

 

A settembre il Premio De André torna in piazza!

Il Premio Fabrizio De André torna alla Magliana, nella piazza dedicata al grande artista genovese. Lo avevamo promesso e ci siamo riusciti. Ma in più il Premio entra a pieno titolo nell’Estate Romana con un’intuizione del Municipio che ha garantito, in un contesto di grandi difficoltà economiche, il finanziamento dell’evento e una sua consacrazione come evento di carattere nazionale riconosciuto da Roma Capitale. Nel corso della manifestazione, in programma in due serate il 12 e 13 settembre, si esibiranno, sul grande palco allestito al centro dell’omonima piazza, talenti musicali emergenti ed artisti affermati. Due i riconoscimenti che saranno assegnati: il Premio alla Canzone d’Autore e il Premio al Miglior Interprete, a cui si aggiunge il Premio per la sezione Poesia. Presidente della giuria sarà come sempre Dori Ghezzi. Riportare un evento di grande qualità alla Magliana, dopo anni di assenza è davvero una grande soddisfazione.

 

Metti una sera…il Cinema a Villa Bonelli oppure una visita al Forte Portuense.

Nell’ambito dell’estate romana, il giardino di Villa Bonelli diventa cinema all’aperto. Fino al 14 settembre una ricca programmazione di film animerà le notti d’estate della Villa, a partire dalle 21 al costo di 5 euro.

Il calendario degli spettacoli è disponibile sul sito del Municipio.

Tre giornate speciali sono in programma al Forte Portuense, che grazie a Fondazione VOLUME!, viene riaperto in occasione dell’Estate Romana, con la mostra Siderare. Ad invadere le stanze del Forte, da giovedì 17 luglio  fino a sabato 19 sarà la manifestazione Siderare: le opere luminose di Alfonso Maria Isonzo verranno disposte in modo da creare un percorso “obbligato” nelle stanze del Forte, invitando ad un viaggio evocativo e re-immaginato. Il 26 settembre, invece, si terrà la serata conclusiva dell’evento: un networking lunch e una conferenza che metteranno a confronto gli organizzatori e gli artisti coinvolti nella manifestazione ed alcuni protagonisti della cultura sul tema “I beni architettonici di particolare interesse e l’arte contemporanea”. Il calendario degli spettacoli del Cinema a Villa Bonelli e il programma completo di Siderare sono consultabili sul sito del Municipio.

 

Nascono gli Orti Urbani nel Municipio

Due grandi orti urbani mediante un affidamento a due associazioni costituite da decine di famiglie ed orticoltori in una sperimentazione innovativa per riqualificare, adattare e realizzare degli orti sociali. Questo è ciò che il Municipio conta di realizzare in un’area di circa un ettaro adiacente al Parco Pino Lecce, nel quartiere Colle del Sole, ed in un’area all’interno della Valle dei Casali, di circa 9100 metri quadri,  in via Isacco Newton. Nei progetti approvati è prevista anche la presenza di iniziative volte all’inserimento di persone diversamente abili nella gestione dei singoli orti. Continua, dunque, l’impegno del Municipio per “riconquistare” gli spazi abbandonati al disuso oppure occupati abusivamente, e restituirli all’utilità pubblica mediante progetti di utilità sociale.

 

Edilizia scolastica: proseguono gli interventi nelle scuole del Municipio

Lo avevamo promesso: l’impegno per restituire ai ragazzi del nostro Municipio il diritto a studiare in scuole accoglienti sarebbe stato massimo. E così proseguono gli interventi di manutenzione negli edifici scolastici del Municipio. Alla scuola Placido Martini, di Via Casetta Mattei, sono stati autorizzati i lavori per la bonifica dei luoghi che avevano evidenziato gravi perdite anche di acque scure: a breve partiranno i lavori che dureranno 120 giorni.

Alla scuola Gramsci, invece, sono iniziati i lavori per l’eliminazione degli stati di pericolo e il rifacimento dell’impermeabilizzazione dei terrazzi. I lavori sono iniziati il 23 giugno scorso ed avranno una durata di 150 giorni.

Proseguono poi i lavori alla scuola Capponi, mentre è avviato il cantiere di ristrutturazione straordinaria della scuola Caproni nel quartiere Portuense. Per quanto riguarda gli asili nido e le scuole dell’infanzia si interverrà durante l’estate nel nido di Via Belluzzo, nel nido di Marconi Aquilone Blu e nel nido Stella Stellina. A giorni anche l’avvio dei lavori della scuola di Via Allievi a Ponte Galeria.

 

Da Roma Capitale otto milioni di euro per investimenti nel Municipio

L’Assemblea Capitolina ha approvato una delibera che nel rimodulare i fondi di Roma Capitale prevede, tra l’altro, otto milioni di euro da investire nel territorio del nostro Municipio, per la realizzazione di importanti opere strategiche. In particolare 4,14 milioni di euro sono destinati alla riqualificazione del Forte Portuense recuperando i fondi che erano stati definanziati dalla precedente giunta Alemanno; 300 mila euro per riavviare i lavori del Palazzetto dello Sport a via Maroi; 1,93 milioni per la viabilità di collegamento Monte Stallonara – Ponte Galeria, e 1,58 milioni per la rotatoria Magliana-Magliana Nuova.

Seguiremo da vicino la progettazione di queste opere ed i vari step amministrativi perché si tratta di interventi importanti che quando realizzati potranno rispondere a molte esigenze del territorio.

 

Monte Stallonara, situazione avanzamento lavori

Proseguono le riunioni con il Dipartimento Urbanistica per affrontare la situazione del Piano di Zona Monte Stallonara. Nonostante le gravi difficoltà ereditate dalla precedente amministrazione comunale, il Municipio e il Dipartimento stanno cercando, insieme ai Comitati dei cittadini e ai Consorzi, di risolvere i problemi, soprattutto quelli relativi alla mancanza di  fondi economici (causati dal mancato versamento delle quote da parte di alcuni consorziati) e quelli di ordine amministrativo inerenti la gestione delle acque meteoriche. In particolare, in questo momento: è in via di risoluzione la questione relativa all’autorizzazione per la costruzione del “ponte”; è stato firmato il terzo stralcio delle opere; si sta cercando, inoltre, di produrre un avanzamento nella questione del deflusso delle acque meteoriche attraverso i canali attualmente presenti, con un progetto che garantisca l’invarianza idraulica e, quindi, possa avere l’approvazione da parte del Consorzio Bonifica del Tevere. Proseguiamo, ovviamente, la nostra opera di costante monitoraggio e vigilanza, supportati, in questo difficile compito, dai cittadini e dai comitati.

 

Linea Tram Marconi

Una linea di tram a viale Marconi che, partendo dall’omonima stazione della linea B, attraverserà tutto il viale e proseguirà in viale Trastevere lungo il percorso dell’attuale linea 3 per concludersi a villa Borghese. Questo è stato l’annuncio del Sindaco Marino che segna una svolta in tema di trasporti e sostenibilità ambientale ed un grande successo per il nostro Municipio. È un orgoglio essere riusciti a convincere la nuova Giunta capitolina, ed in particolare l’Assessore Improta, della bontà di questa proposta, che invece era caduta nel dimenticatoio con la Giunta Alemanno. Rafforzare il trasporto pubblico su ferro, soprattutto in un quadrante della città come quello di Marconi che, dopo l’archiviazione della Linea D, è rimasto del tutto sprovvisto di metropolitana, ha costituito fin dall’inizio del nostro mandato una priorità su cui abbiamo concentrato molti sforzi, lavorando in diverse riunioni con il Dipartimento Mobilità di Roma Capitale, l’Agenzia della Mobilità, nonché con lo stesso Assessore Guido Improta.

 

Il Ponte della Scienza intitolato a Rita Levi Montalcini

Finalmente i lavori del Ponte della Scienza sono terminati e con essi anche le opere a corredo: con forza il Municipio ha voluto che si riqualificasse anche la pista ciclabile sull’argine del Tevere, che è stata riasfaltata, si prolungasse quella di superficie fino al Ponte, anch’essa realizzata, e si creasse il giardino pubblico di fronte al Ponte, quest’ultimo peraltro di gradevole fattezza e provvisto, come da richiesta, di impianto di irrigazione. Il Sindaco Ignazio Marino, accompagnato dal Rettore dell’Università di Roma Tre, Mario Panizza, ha effettuato un sopralluogo nei siti interessati ed ha annunciato, come proposto dal Municipio, la prossima intitolazione del Ponte della Scienza a Rita Levi Montalcini. Con l’occasione della visita abbiamo effettuato anche un sopralluogo agli stabili dell’ex Mira Lanza e abbiamo parlato del progetto di recupero dell’area che sta andando avanti, e del nostro obiettivo di allargare, il più possibile,  il Parco Papareschi per farlo diventare un vero e proprio Parco Urbano del quartiere Marconi.  Il Sindaco si è dimostrato molto interessato a questa ipotesi e abbiamo preso insieme l’impegno a proseguire in questa direzione.

 

Riapertura Teatro India

Abbiamo accolto con grande soddisfazione la notizia della riapertura a settembre di una sala del Teatro India: un ulteriore tassello nel percorso di riqualificazione dell’area Papareschi che il Municipio sta portando avanti. La riapertura del Teatro India, seconda sede del Teatro di Roma, ci aiuterà infatti a rendere sempre più viva questa parte del quartiere ed a rafforzare la nostra volontà di esaltare la nuova vocazione di Marconi, luogo di intrattenimento, di svago, di funzioni pregiate e non solo una distesa di palazzi.

 

Mai più code con “TuPassi”: prenoti l’appuntamento da casa e vieni quando vuoi

Da maggio, presso la sede di Via Portuense, 579 è stata avviata la sperimentazione dell’innovativo sistema di accoglien­za “TuPassi”. Chi deve recarsi presso gli sportelli del Municipio per richie­ste relative ai servizi di Anagrafe e S.U.A.P. potrà prenotare il proprio appuntamento con l’opera­tore direttamente da casa, sceglien­do il giorno e l’ora in cui presentar­si, anche con largo anticipo. Basta collegarsi al portale www.tupassi.it, inserendo solo al primo accesso i propri dati. Per chi non ha accesso a internet è disponibile, nella struttura di Via Portuense, un totem TuPassi per ottenere gli stessi servizi. In que­sto caso il sistema segnalerà anche l’eventuale disponibilità di posti libe­ri per lo stesso giorno.

Il nostro è il primo Municipio a dotarsi di un servizio come questo, a conferma dell’importanza che abbiamo sempre dato al miglioramento ed alla semplificazione dei servizi per gli utenti. Un’Amministrazione sempre più vicina alle esigenze dei cittadini ed una maggiore efficienza e tra­sparenza nell’eroga­zione del servizio!

 

Potature straordinarie Trullo

Sono iniziati alcuni interventi di potatura straordinaria degli alberi nel quartiere Trullo. Le operazioni hanno riguardato piazza Caterina Cicetti e via Ventimiglia, e sono state realizzate dal Servizio Giardini di Roma Capitale. Un primo intervento per eliminare le situazioni di pericolo dovute all’altezza raggiunta dai rami che più volte avevamo sollecitato e che finalmente è stato realizzato. Sappiamo comunque che la questione della manutenzione dell’alberatura del Trullo necessita un’azione più organica e complessiva. Per questo abbiamo chiesto ed ottenuto il suo inserimento tra i primi interventi da effettuarsi non appena sarà approvato il Bilancio di Roma Capitale e riappaltato il servizio di manutenzione. Tuttavia un altro passo per garantire decoro e sicurezza al quartiere è stato fatto.




Corviale: caduta e salvezza di un’utopia.

icaroLa città come laboratorio permanente

1. Le ambizioni di Corviale

[…] cinquant’anni fa c’era ancora, quando io ero ancora studente, la divisione fra “architettura maggiore”, quella per le Istituzioni, e “architettura minore”, quella delle abitazioni. Ma poiché non c’erano istituzioni a sufficienza per appagare il bisogno degli architetti di provarsi sul “sublime”, si finì per far diventare templi proprio gli edifici per le case economiche e popolari; trascurando completamente, in un momento che pure è stato importante per la nostra architettura, la ricerca dei caratteri intimi dell’abitazione. 

Nel 1984, in occasione di una conferenza all’Accademia di S. Luca, così Ludovico Quaroni stigmatizza le derive autocelebrative delle sperimentazioni sul tema della residenza pubblica condotte tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta in Italia. Parole rivolte, in particolar modo, proprio al progetto per Corviale, sostanzialmente assolto per la sua qualità architettonica ma condannato per il fatto di […] obbligare la gente a vivere in un paesaggio bloccato, senza articolazioni in rapporto diretto con le dimensioni reali d’un alloggio.

Come per i nuovi quartieri romani degli anni Settanta di Vigne Nuove, progettato dal gruppo Passarelli, e Laurentino, del gruppo Barucci, la costruzione di Corviale, prevista dal Piano di Zona n. 61, è propiziata dalle Disposizioni per favorire l’acquisizione di aree fabbricabili per l’edilizia economica e popolare della Legge 167 del 1962 e resa possibile da un programma di finanziamenti Gescal finalizzati alla costruzione di abitazioni e servizi. 

Per garantire l’insediamento di 8.500 abitanti, di cui 1.600 da alloggiare in cooperative Gescal e 6.900 nelle abitazioni dello I.A.C.P., l’intervento investe una superficie complessiva di 605.300 mq, prevedendo nel dettaglio 220.580 mq di superfici residenziali, non residenziali e miste, 62.250 mq di servizi pubblici, 256.470 mq destinati a verde pubblico, 66.000 mq di viabilità e parcheggi. 

Situato ai margini del tessuto esistente della periferia Sud-Ovest di Roma, tra via Portuense e via di Casetta Mattei, ben 2 Km all’interno del Grande Raccordo Anulare, il complesso di Nuovo Corviale, secondo le parole dello stesso progettista, si può identificare in un sistema di “direzioni” elementare che si colloca in cresta al terreno, con un sistema servizi lungo le stesse direttrici in preciso rapporto con la città attraverso una ipotesi progettuale concentrata, ad alta densità fondiaria, per poter lasciare naturale e libera l’area restante. 

In questo sistema unitario di circa 200 m di spessore, che recepisce estremizzandole le teorie sulla città per parti di Aldo Rossi e Carlo Aymonino contrapponendosi come organismo autonomo all’aggregato informe della città edificata, l’assetto funzionale è regolato dalla giustapposizione e dai rapporti gerarchici dettati dai tre volumi che accolgono le residenze: l’unità principale, che in lunghezza sfiora il Km, ha una profondità variabile tra i 36 m del basamento, dove sono collocati le cantine, le autorimesse e gli spazi di distribuzione, e i 23,6 m dei piani superiori, che comprendono otto livelli residenziali intervallati da un piano libero pensato per ospitare servizi di tipo commerciale; parallelamente al primo, verso la campagna romana, si sviluppa il secondo edificio, a ballatoio, con due piani fuori terra, su cui si innestano quattro nuclei di servizio; un terzo edificio ruotato di 45°, che al piano terra cinclude un percorso pedonale coperto, connette il sistema alla zona di Casetta Mattei, puntando verso il centro della città.

Coerentemente con le previsioni del PRG del 1962 questo frammento di città lineare, che in maniera perentoria si erge sul crinale di una collina che domina la campagna romana e che pare riecheggiare le mura di cinta della città storica, assume (e mantiene tutt’ora) il duplice ruolo di margine della città e di argine alla sua espansione. 

Di tutti gli interventi di edilizia residenziale pubblica realizzati in Italia, con la sua smisurata fisicità, il complesso I.A.C.P. di Nuovo Corviale si può considerare senz’altro il più perentorio ed estremo, chiara rappresentazione di un corto circuito tra le ambizioni personali del progettista e gli ideali di un’architettura più vicina alle esigenze sociali e rivolta a creare l’ambiente per una nuova civiltà democratica, inseguiti da Fiorentino sin dal ’45 quando, agli esordi della sua carriera, aderisce all’Associazione per l’architettura organica fondata da Bruno Zevi per traghettare l’eredità del funzionalismo verso una pratica architettonica, tecnica e artistica allo stesso tempo, in dichiarata antitesi con il monumentalismo di matrice neoclassica e ad esso alternativa. 

Frutto di una sperimentazione, non priva di contraddizioni, volta ad unificare urbanistica e architettura in un’ideale forma di sintesi di monumentalità e antiretorica, gigantismo e ricerca della dimensione umana, purismo funzionale e finzione distributiva, questo deciso e indelebile segno impresso sul territorio della Capitale che si erge a modello per una nuova dimensione dell’habitat testimonia in realtà dell’idea che incarna la sua irriproducibilità, tanto da rimanere (ed è oggi la sua forza) un caso unico. 

Inseguendo e superando di gran lunga nelle dimensioni alcuni fuori scala che nei secoli hanno fortemente connotato il tessuto urbano di Roma, dal S. Michele (300 m) alla manica lunga del Quirinale (250 m), al fianco della Stazione Termini (500 m), il progetto vuole liberare l’edilizia residenziale economica da una consolidata condizione di subordine nei confronti dell’architettura delle istituzioni ‘promuovendola’ ad un alto livello di rappresentatività e conferendole un ruolo decisivo nei confronti della struttura della città, tale da poterne condizionare la stessa morfologia.

Questa sentita esigenza di riscattare la periferia dall’emarginazione culturale elevando la rappresentatività dei suoi insediamenti, trova ulteriore conferma nelle scelta di Fiorentino di ibridare il proprio linguaggio con quello artistico affidando la progettazione dei pannelli di rivestimento delle facciate a Nicola Carrino, scultore tra i più autorevoli della scena artistica nazionale del quale è amico e collezionista.

Così, alla forza espressiva del ‘serpentone’ si sovrappone e si somma quella di una straordinaria opera minimalista che con il ricorso ad un elementare sistema numerico-matematico fondato sulle variazioni ritmiche di una retta inclinata a 45°, modula la luce secondo una direzione diagonale contrastando, con la sola forza dell’ombra, l’insistita orizzontalità dell’organismo architettonico.

Ma il principio di complementarietà tra i linguaggi dell’architettura e dell’arte non si esaurisce con questo intervento, seppur decisivo. La necessità di orientare abitanti e visitatori dando una diversa connotazione a ciascuno dei cinque ingressi all’edificio principale, identicamente caratterizzati dal deciso segno verticale del volume semicilindrico che si contrappone all’orizzontalità del costruito per identificare i corpi scala principali, conduce Fiorentino a coinvolgere nuovamente Nicola Carrino e, insieme a lui, altri quattro tra i più importanti scultori italiani degli anni ’60 e ’70: Carlo Lorenzetti, Teodosio Magnoni, Pasquale Santoro, Giuseppe Uncini. Le cinque piazze-nodo antistanti gli ingressi avrebbero dovuto includere di questi artisti interventi spaziali di notevoli dimensioni, di grande sobrietà formale e forte impatto, capaci non solo di dare una connotazione univoca agli accessi ma addirittura di incidere sulle stesse modalità di fruizione dei relativi spazi antistanti, snodi di fondamentale importanza nel complesso sistema di distribuzione che conduce agli alloggi.

Fabio Briguglio

 2. Fare Corviale

Immaginare Corviale è un felice esperimento del 2004-5 della Fondazione Olivetti con Stalker /Osservatorio Nomade, nell’ambito della sua attività di riqualificazione per le aree suburbane periferiche, in collaborazione con il XIX Dipartimento per lo Sviluppo e il Recupero delle Periferie del Comune di Roma, e il Laboratorio Territoriale di Roma Ovest: nel ruolo di mediatore, la Fondazione ispirandosi al protocollo dei Nuovi Committenti francesi, ha interfacciato due modalità di intervento ovvero la prospettiva creativa degli artisti e le politiche mirate dell’Istituzione con le aspettative dei residenti,  in un approccio condiviso che rappresenta un parametro valido ed estendibile per analogia ad altre situazioni riferibili ad aree periferiche.

Un titolo esplicativo, che innesca visioni, potenzialità, narrazioni e che ha messo in campo una serie di esiti partecipati coinvolgendo tutta la città attraverso una sinergia, una strategia relazionale tra attori diversi e interagenti, artisti singoli o in gruppo, studi di architettura, ricercatori, videomakers e musicisti con l’obiettivo di aprire quella realtà ad una possibile trasformazione che tenesse conto dell’esistente. I vari laboratori e la produzione di un documento sui progetti condivisi degli artisti , nonchè la pubblicazione di un libro sull’intero progetto, costituiscono gli esiti di esperimento interessante  e in qualche modo esemplare per attivare un cortocircuito sul territorio che ne liberi le potenzialità a partire dai suoi punti nevralgici ed energetici, secondo il concetto di agopuntura urbana  a partire dall’analisi, da parte dell’Osservatorio Nomade, dei rapporti e relazioni  quotidiane stabilite dai residenti con gli spazi interni dell’edificio, – privati e comuni – e con l’esterno. La modalità è stata una coabitazione con i residenti che si è protratta per un anno intero per condividerne disagi, criticità e  lati oscuri, come anche potenzialità implicite e aspettative: partendo dalla comune condizione psicologica, generata da  quel clima di chiusura e invivibilità incombente e di abbandono, si è favorita una percezione diversa dell’edificio quartiere, oltre quella stereotipata, estendibile  anche a coloro i quali vi mettevano piede per la prima volta. 

Questa sperimentazione ha dato luogo ad una serie di realizzazioni: un plastico interattivo dove gli abitanti potevano proiettare le loro aspettative, una Piazza delle arti permanente , il “Corviale urban lab” come luogo di condivisione della vita quotidiana del quartiere , una televisione di strada autogestita, “Corviale network”, dove le persone si raccontavano attraverso puntate settimanali mandate in onda da un canale satellitare, che hanno suscitato interesse e reazioni, catalizzando i media su una realtà completamente rimossa e diffondendo l’immagine nuova di un laboratorio creativo e condiviso a cielo aperto.

Tutto ciò nasce alla luce di una riflessione sulla natura  dello spazio pubblico attraverso strumenti flessibili e imponderabili, ma significanti, all’insegna dell’incidenza delle pratiche artistiche nella trasformazione urbana : un work in progress multidisciplinare nel quale convergono teoria e sguardo sul sociale in un’ ottica inclusiva  con sperimentazioni di progettazione  partecipata, nell’obiettivo di modificare lo stereotipo negativo della periferia italiana.  

“Immaginare Corviale” ha sottolineato la valenza simbolica di un luogo coacervo della memoria storica recente, letteralmente da ridisegnare nell’immaginario collettivo come premessa esemplare per la trasformazione della metropoli contemporanea, per un presente e un futuro vivibile di fatto e non solo all’insegna della mera sopravvivenza: un progetto all’insegna della convivialità e del gioco, delle pratiche partecipative autentiche e non solo indotte rigidamente, della sinergia  e della creatività, nel rispetto delle differenze. Insomma una pratica relazionale attiva reale e non solo teorica con il territorio, col fine di recuperarne la memoria e l’ identità di chi lo abita in  una narrazione in cui i vari operatori come registi dell’operazione, sono riusciti, quantomeno per un lasso di tempo, a riscattare gli abitanti da quel ruolo di comparse a cui il sistema li ha inchiodati, facendone attori protagonisti e consapevoli  per un’autorganizzazione critica del proprio quotidiano alla luce del potere dell’immaginazione più che dell’immaginazione al potere.

Il racconto nasce dal colpo di scena preliminare, quello di una delle rare partnership del Comune di Roma con Fondazioni culturali finalizzato ad una condivisione su vari temi, la riflessione sul ruolo dell’architettura modernista e la funzione dell’arte nel sociale, la relazione e la gestione del territorio, il concetto dell’abitare, la comunicazione, lo spazio pubblico, il tutto calibrato sulla piccola dimensione del quartiere, parte dell’intera realtà urbana. Tutto ruota sul concetto di Corviale “luogo comune” in senso ambivalente, sottratto dallo stereotipo della marginalità del vuoto urbano per inserirlo in una prospettiva di sviluppo nella coscienza dello spazio pubblico, attraverso la partecipazione attiva della sua gestione, come nelle premesse progettuali iniziali da parte di Fiorentino. Corviale come territorio abbandonato in balia della sua astrusa alienità e terra di nessuno ,  ha riacquisito senso e identità attraverso un processo di analisi e ridefinizione condotto da Stalker On-Osservatorio nomade, network che si concentra di volta in volta su varie realtà territoriali applicando una metodologia interdisciplinare e flessibile in un contesto post-metropolitano come “geografia di eventi”,  nella creazione di una sorta di “manuale di istruzioni d’uso”( pubblicato nella rivista “ On/Corviale”),  che  ha riposizionato il quartiere in una nuova visione della condizione metropolitana, attraverso un’esperienza sul campo incentrata sulla realtà dello spazio sociale radicata nelle pratiche situazioniste e nel “diritto alla città” rivendicato negli Anni ‘70. 

Il processo di integrazione  parte  da quelle strategie di sopravvivenza esercitate dai residenti(occupazioni abusive, orti urbani ecc..) che sono la base per il ripristino di un’immagine dell’edificio problematica e complessa, stratificata e consapevole della psicologia collettiva della comunità, in linea con le premesse del progetto originario. 

A fronte di ciò una serie di artisti e architetti progettisti ha poi elaborato altrettante visioni di Corviale, (  Laurent Malone, Armin Linke, Renato Rinaldi, Domènec, goldiechiari, Matteo Fraterno, Cesare Pietroiusti, Giorgio D’Ambrosio, Francesca Recchia, Mario Ciccioli, ellelab, mao/emme azero, M_28 studio, nicole_fvr/2A+P architettura, Aldo Innocenzi, Ilaria Vasdeki, Antonella Fino, Michela Franzoso, Andrea Bassi, Giorgio D’Ambrosio, Romolo Ottaviani, più il nucleo fondatore di Stalker, Francesco Careri e Mauro Romito, tutte documentate in “Ossevatorio Nomade-Immaginare Corviale” a cura di Flaminia Gennari Sartori e Bartolomeo Pietromarchi, Mondadori, 2006),  facendo affiorare percezioni, sguardi, emozioni, interpretazioni, rimozioni, silenzi, stati d’animo, visioni  e letture inedite  dell’inespresso, dei  lati nascosti dello spazio, abbattendo il muro di riserbo e la diffidenza dei suoi abitanti, nel registrare lo stato dell’arte insieme alle sue trasformazioni, adattamenti, aspettative e proiezioni dell’immaginario collettivo. 

Proprio da questa prassi si può attuare la rigenerazione dei luoghi periferici, come spazi separati e negati, a fronte di un’idea di  progettualità fluida e legata più che alla complessità teorica alla situazione, favorendo una dimensione estetica di integrazione fra arte, architettura e spazio pubblico, recuperata attraverso i vissuti e la memoria collettiva secondo processi di auto-organizzazione, recuperando quel portato utopico che l’ha consegnata alla Storia e al suo fallimento. Una sperimentazione che ha contrastando il clima di abbandono con il ripristino di una rete relazionale ambientale e sociale: primo passo per un nuovo approccio urbanistico e ambientale che possa sottrarre Corviale all’alienazione prossima ventura con il valore  di un intento programmatico per fondare in maniera permanente un autentico “spazio delle relazioni”, Istituzioni pubbliche permettendo. Dopo immaginare, è il momento di fare Corviale.

Patrizia Ferri

 3. Verso il 2020

 I criteri fissati dalla Unione Europea per la programmazione del settennio 2014-2020 costituiscono il principale contesto di riferimento per la rinascita di Corviale, da attuare attraverso la messa a sistema delle risorse esistenti e di quelle potenziali, delle visioni utopiche di Fiorentino e delle attuali sperimentazioni per la costituzione di un distretto evoluto, in linea con i più aggiornati parametri di sviluppo delle smart cities.

Un’occasione importante per rientrare nel novero dei progetti finanziati dai fondi UE a gestione diretta e consentire, finalmente, di cantierizzare i progetti in itinere.

Tra i primi a riconoscere nell’eccezionalità di Corviale una straordinaria opportunità per la sua stessa rigenerazione è stata l’associazione Corviale Domani, costituitasi come partenariato locale coordinato da Pino Galeota, che in cinque anni di attività ha riunito intorno a sé associazioni, enti, istituzioni di ricerca, operatori ed esperti di diversi ambiti disciplinari avviando e alimentando un meccanismo virtuoso di partecipazione e aggregazione finalizzato allo sviluppo sostenibile dell’intero territorio del quadrante di Corviale e alla sua promozione. 

Una rete di cittadini e specialisti, alimentata dall’attivazione di percorsi partecipativi, educativi e culturali, fondata sulla condivisione delle finalità e delle esperienze.

A novembre 2013 si è tenuto il Forum Corviale 2020: intelligente, sostenibile, inclusivo che, mettendo a sistema e dando un indirizzo uniforme e congruente ai progetti di riqualificazione in fase di realizzazione e futuri, ha raccolto e condensato in tre giornate numerosi incontri e dibattiti sulle più

accreditate ricerche attualmente in corso che, traguardando il 2020, hanno affrontato i temi fondamentali dello sviluppo intelligente e sostenibile e dello sviluppo inclusivo.

Ampio spazio è stato riservato agli orientamenti e agli impegni assunti dalle istituzioni. Impegni tra i quali il più rilevante è senz’altro quello della sottoscrizione, da parte della Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee del MiBACT, di Roma Capitale, della Regione Lazio, della Sapienza Università di Roma, dell’Università degli Studi del Molise, dell’Ater di Roma, dell’Ente Parco Roma Natura, del Forum Terzo Settore Lazio, del Centro Servizi per il Volontariato del Lazio e di Corviale Domani, di un atto di intesa per un tavolo di concertazione istituzionale a sostegno del futuro del quadrante di Corviale, essenzialmente rivolto a dare una direzione univoca alle strategie di sviluppo e a facilitarne l’attuazione, che va ad integrare l’esistente e già attivo protocollo di intesa tra i Municipi XI e XX e la Commissione Lavori Pubblici di Roma Capitale.

Dopo la pesante battuta d’arresto della Giunta Polverini al programma di recupero previsto dal Contratto di quartiere II, già finanziato con fondi stanziati nel 2003 dal Ministero delle Infrastrutture, dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma, nell’ultimo periodo è stata soprattutto l’ATER, in qualità di proprietaria del complesso, ad attivarsi per riscattare Corviale dalla stasi pressoché assoluta degli anni passati dando impulso alle ormai improrogabili attività di manutenzione dell’edificio e di rigenerazione dell’area che l’accoglie.

Il 15 gennaio 2014, grazie ad uno stanziamento di 446.077 euro da parte dell’Azienda, hanno avuto inizio i lavori di ristrutturazione delle cinque superscale, finalizzati principalmente alla sostituzione dei pannelli translucidi che ne consentono l’illuminazione e alla rimozione e ricostruzione delle pareti laterali in vetrocemento: un primo ma significativo segno di rinnovato interesse per la riqualificazione di uno degli edifici-simbolo della Capitale e del quartiere, e per la qualità della vita della comunità delle 1.300 famiglie che ci vivono, come ha dichiarato il Commissario Straordinario dell’ATER Daniel Modigliani.

Al di là delle contingenze, l’obiettivo strategico è tuttavia quello di delineare un quadro di riferimento per un concorso internazionale che rivolga ai progettisti la duplice istanza di armonizzare tra loro e con il contesto i diversi interventi realizzati o in corso di realizzazione nell’area e di elevare il livello di benessere degli abitanti di Corviale implementandone gli standard di vita mediante l’adozione dei nuovi sistemi di connessione digitale e delle più aggiornate tecnologie sostenibili.

È in tale prospettiva che, con il supporto tecnico e scientifico di tutte le realtà istituzionali coinvolte, l’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale del Comune di Roma sta lavorando alle linee guida necessarie ad assicurare criteri di coerenza e sistematicità nel lungo periodo per i progetti destinati alla rigenerazione urbana del complesso architettonico. 

Il 12 marzo 2014 è stato diffuso un primo documento in cui sono elencati i principali ambiti di intervento: connessioni fisiche con la città (trasporto pubblico, pedonalizzazione, parcheggi e accessibilità ai servizi pubblici); connessioni con i parchi istituiti per l’uso del verde e per le attività produttive; interventi sull’edificio per l’apertura del piano terreno, per rivedere la circolazione funzionale e gli attraversamenti, per recuperare ed adeguare corpi scala e ascensori; densificazione mediante frazionameto degli alloggi sovradimensionati e la realizzazione di nuovi alloggi al 4° piano, in sostituzione di quelli abusivi; consolidamento strutturale; sale condominiali e accessi; adeguamento normativo degli impianti, interventi sui sistemi di isolamento passivo, sulla produzione e sulla riconversione energetica; preparazione della gestione delle parti comuni.

Grazie soprattutto all’integralismo dell’ideologia che incorpora e alle soluzioni estreme che ne sanciscono l’unicità, oggi Corviale, con le sue problematicità, rappresenta una sfida per studiosi, tecnici e politici, tanto da poter essere considerato a pieno titolo uno dei più importanti ed estesi laboratori a cielo aperto di sperimentazione e innovazione a livello nazionale ed europeo. 

Così com’è non funziona ma è pur sempre un ‘monumento’ e, come per ogni altro monumento, ciascun intervento volto alla rifunzionalizzazione e valorizzazione dell’esistente dovrà rispettarne la natura e la percezione, preservarne la logica compositiva e gli equilibri formali.

Fabio Briguglio

4. Respirare Corviale

 Proprio partendo dalle caratteristiche dell’edificio-quartiere perimetrato e rigido, relative alla sua autoreferenzialità architettonica colossale e incombente come un monolite che blocca ogni immaginazione, l’idea dell’apertura, anche se qualche modo protetta, calibrata, manifesta l’esigenza di respirare e relazionarsi, di incontrarsi per uscire da uno stato di stasi e di emergenza continuo, innescando una flessibilità.

L’esigenza espressa dagli abitanti del quartiere è quella di un luogo dove incontrarsi in un quartiere senza una piazza: la mancanza di uno spazio pubblico attrezzato rappresenta infatti una delle questioni ritenute causa di un’ invivibilità di fatto. Da questa esigenza nasce la progettazione di due piazze ecologiche ed autosufficienti, realizzate con materiali e tecnologie ecosostenibili, poste una presso la testata nord, l’altra presso quella a sud dell’edificio, nonché la riqualificazione di via di Poggio verde e dei 5 larghi di ingresso dell’edificio, con il collegamento tra le due piazze e i servizi, le attrezzature e gli altri spazi pubblici del quartiere, che comprende anche i percorsi ippo-ciclo-pedonali previsti dal Piano di Assetto della Riserva Naturale della Tenuta dei Massimi. Il progetto “Respirare Corviale.Urbanistica, Architettura e Arte Pubblica per due piazze condivise e pulsanti” del Laboratorio CorLab, è una sperimentazione che si basa appunto sull’idea di apertura di un luogo sempre visto come chiuso e ingombrante, le cui celebri grate metalliche hanno alimentato l’analogia con la prigione, che spinge in qualche modo ad evadere senza necessariamente uscire dal perimetro, concependo la campagna non solo come una veduta ma come un’integrazione reale dell’abitare: le due piazze pertanto sono due polmoni metaforici che permettono un respiro effettivo ed affettivo. Se rovesciamo la lettura in chiave monumentale di Corviale, affiora l’aspetto di un luogo liberato dal peso del proprio passato, da quell’ipoteca di struttura perfettamente funzionante e funzionale, affiora l’immagine di un dispositivo sociale, collettore di un’energia urbana pulsante anche nei suoi aspetti creativi e progettuali, che suggerisce l’inizio di una metamorfosi percettiva verso una nuova realtà metropolitana e il suo futuro, quello di un organismo il cui tessuto connettivo sono le narrazioni dei vissuti che lo animano,

Il Laboratorio CorLab (responsabili Paolo Colarossi, Patrizia Ferri, Fabio Briguglio), è un’iniziativa del CEDRAP (Centro di Documentazione e Ricerca sull’Arte Pubblica): il primo di una rete di laboratori progettuali integrati e partecipati sul territorio, potenzialmente estendibili a una serie di contesti simili, aventi come obiettivo la sperimentazione progettuale urbanistica in termini di integrazione multidisciplinare con l’architettura e l’arte pubblica, ai fini della crescita e valorizzazione del patrimonio ambientale urbano esistente e in via di realizzazione. La sperimentazione- che peraltro si tiene parallelamente all’elaborazione in corso di un progetto promosso dall’ISVEUR per la piazza Nord, che al momento ha suscitato polemiche da parte degli abitanti e a cui sono state sollevate critiche da parte di CorLab e di “Corviale domani”- si svolge all’interno dell’insegnamento di Progettazione Urbanistica (docente Paolo Colarossi), 5° anno del Corso di Ingegneria Edile-Architettura della Sapienza Università di Roma, presentato nelle sue premesse al Forum Corviale- 2020 “La forza nel Segno- Intelligente sensibile inclusivo” di novembre 2013, promosso da “Corviale Domani- Laboratorio di ricerca multidisciplinare per la rigenerazione del Quadrante Corviale”. Un laboratorio che incarna la rivincita dell’immaginazione e il riscatto dalla stasi, la sua vocazione inclusiva, associazionista e attivista, che nasce come iniziativa di ricerca realizzata da IsICult e finanziata inizialmente da Filas, per la riqualificazione urbanistica del quartiere, promosso dal Coordinamento per il Distretto tecnologico d’Arte, Cultura, Sport e coordinato da Pino Galeota e, tra gli altri, dall’Arch.Mauro Martini con la partecipazione del Comitato di Quartiere.

Oggetto della sperimentazione progettuale partecipata e integrata del Laboratorio sono due piazze verdi e attrezzate, da affidare alla gestione condivisa degli abitanti, da costruire/qualificare sulle due testate dell’edificio Corviale, anche riconsiderando le idee di Mario Fiorentino rispetto alla collocazione di opere d’arte ambientali agli ingressi dello stesso edificio per trasformarne la percezione dall’esterno e dall’interno.

L’integrazione avviene nel lavoro comune che stanno svolgendo studenti, abitanti e il gruppo di docenti-mediatori costituto da un urbanista, (Colarossi) un critico d’arte, (Ferri) un architetto (Briguglio) e un artista (Alfredo Pirri), come interpreti delle aspettative degli abitanti: l’approccio integrato e relazionale inaugura una metodologia, avvalendosi anche dei contributi di Mauro Martini,

Daniel Modigliani, Romolo Ottaviani e Nicola Carrino che ha lavorato all’interno del progetto di Fiorentino, realizzando gli elementi della facciata incisi a intagli diagonali e che figura tra i cinque artisti che elaborano altrettante sculture ambientali in relazione alla grande scala, come contrappunti delle cosiddette “piazze-nodi”, non realizzate, ma presenti come progetti e maquettes alla Biennale di Venezia del ‘76.

L’interagenza di competenze eterogenee disegna un metodo formativo dove l’esperienza di sperimentazione si declina nei vari livelli di approssimazione che si possono riassumere in tre fasi quali: programmazione, progettazione, realizzazione dell’intervento integrato (urbanistico, architettonico e artistico), a fronte di sopralluoghi e questionari agli abitanti. Il laboratorio consente il confronto con temi di interesse reale che consistono in esercitazioni di metodo e sperimentazioni fattive su contestualizzazioni esemplari, coinvolgendo nel team di ricerca figure professionali impegnate concretamente nello sviluppo dei progetti stessi, in grado di guidare e gestire in modo organico la complessità dei nuovi processi culturali e operativi che concorrono alla necessità degli interventi pubblici e di interesse pubblico nella città. Una risposta alle sollecitazioni di un contesto internazionale che vede nella metropoli la rappresentazione del cambiamento e dei processi di sviluppo collettivo, dove l’impegno è una nuova forma di sinergia nella progettazione, nel recupero, nella qualificazione estetica ed etica, nonché nella gestione condivisa dello spazio urbano.

L’inserimento artistico avviene, come nelle istanze di Fiorentino, integrato nella fase preliminare del progetto, così da sottoporre agli studenti una problematica, peraltro molto frequente, che li impegni nell’elaborazione di modalità operative capaci di bypassare le restrizioni di una logica meramente addizionale fondata su una concezione dell’arte come decorazione postuma per puntare invece ad una reale ed equilibrata sinergia. La “Pianificazione integrata” pertanto indica un orientamento disciplinare capace di coniugare pianificazione territoriale e intervento artistico nell’ambito urbano, secondo una logica previsionale ed ecologica di più ampio respiro e con l’obiettivo di lavorare su circuiti capaci di attivare relazioni tra contesti, creando una rete di scambi di esperienze auspicabilmente in crescita costante.

Questo nella logica di una rinnovata partecipazione e a fronte delle esperienze europee più di avanguardia come quella francese dei “Nuovi Committenti”, protocollo importato dalla Fondazione Olivetti dove l’esperto/i diventa mediatore culturale tra l’amministrazione e i cittadini.

La premessa di una specificità progettuale italiana, può essere riletta e interpretata attraverso anche un’analisi dei processi creativi oltre che dell’intervento artistico tout court, volta a fare luce sulle dinamiche di trasformazione urbana relative soprattutto ad approcci relazionali e partecipativi, e alle metodologie rivolte alla fruizione a fronte di una prospettiva etica e trasversale aperta a vari contributi e fuori da rigidi, anche se a volte rassicuranti, stereotipi.

Il progetto delle due piazze di Corviale nasce in un momento in cui l’ATER sta per redigere le linee guida, entro il 2014 “ per assicurare criteri di coerenza e sistematicità nel lungo periodo ai progetti per la rigenerazione urbana del complesso architettonico di Corviale” impegnandosi “a metter in campo quanto necessario all’avvio degli interventi parzialmente finanziati nell’ambito dei Contratti di Quartiere II e immediatamente cantierabili per la riqualificazione,” impegnandosi “ per mantenere quel ruolo centrale di ricerca, sperimentazione e realizzazione di interventi di edilizia residenziale”, annunciando inoltre “la collaborazione al programma sperimentale Corviale-tetto produttivo».

Auspichiamo pertanto che, nella logica dei piccoli spostamenti, nell’avviare una prima collaborazione tra Sedi formative e Istituzioni pubbliche e private, i principi di “sperimentazione”, “ricerca” e “rigenerazione” all’insegna dell’integrazione e della partecipazione effettiva applicati alla misura del quartiere, a cui si ispira l’idea di progettualità finalizzata a spazi pubblici autogestiti nella massima economia del consumo di suolo, a cui sta lavorando CorLab non siano solo slogan e non restino disattesi. Perché da Corviale le periferie escano dalla loro marginalità oppressiva e comincino a “respirare”.

Patrizia Ferri

 Abstract

Paraphrasing “Salvezza e caduta dell’arte moderna” (“Salvation and fall of  modern art”),  famous essay of Giulio Carlo Argan, “Corviale, today, as a theme or a subject, must be faced from a “city as an open and permanent laboratory” perspective, with the awereness of its substantial problems. Issues dealing with a place which symbolizes a real work in progress and, in spite of its singular history, can still be regarded as a fertile ground for sperimentations and redevelopments. Corviale is like an open text, sort of a narrative where imageries, conflicts, vital and creative forces converge as much as social tensions do: ideas for several reflections. The possible transformation of Corviale, symbol of public housing, social architecture and place where illegal constructing and partecipation intertwine, has an immense contemporaneous potential: in a way controversial but vital, this actuality brings Corviale back to its original singularity. Front of its premises, the final salvation of Corviale is still far from a collective breath perspective, being its identity marked by closures, separations and by a ruinous past. In the same time, due to its irreducible original nature, Corviale doesn’t submit itself to a mere survival as an abandoned “part of the city”, colossal UFO left to a marginal fate.

 Keywords: Corviale, experimentation, art, multidisciplinary, reports

 Abstract

Parafrasando il titolo di un celeberrimo saggio di Giulio Carlo Argan, “Salvezza e caduta dell’arte moderna”, il tema Corviale oggi, non può essere affrontato che dall’ottica di una città come laboratorio permanente a cielo aperto, con la consapevolezza della sua criticità sostanziale. Quella di un luogo che, da un certo momento in poi rappresenta un vero e proprio work in progress, che lo vede terreno fertile di laboratori, sperimentazioni e interventi di riqualificazione, caratterizzandosi come testo aperto, narrazione dove convergono immaginari, conflittualità, tensioni vitali e creative, frizioni con il sistema, spunti per altrettanti temi di riflessione. Il tentativo di un processo di trasformazione di un quartiere simbolo dell’edilizia pubblica e dell’ architettura sociale dove si intrecciano abusivismo e partecipazione, derive del moderno e potenzialità contemporanee,  ne fanno una realtà controversa, ma vitale  restituendolo in qualche modo ad una sua emblematicità, anche se il riscatto finale da un’identità segnata dalla chiusura e dalla separazione, da un destino fallimentare  a fronte delle sue premesse, è ancora lontano dalla prospettiva di un respiro collettivo, ma che per la sua irriducibilità di fondo non si rassegna alla mera sopravvivenza di “pezzo di città”, di UFO colossale lasciato al suo destino marginale.

 Parole chiave: Corviale, sperimentazione, arte, multidisciplinarità, relazioni




Siderare al Forte Portuense

forteLa Fondazione VOLUME! apre le porte del Forte Portuense con un progetto site specific. Ispirata al film Stalker di Andrej Tarkovskij, la manifestazione Siderare, prevede una tre giorni di eventi.
Dal 17 al 19 luglio gli spazi del forte si animeranno grazie a perfomances, video proiezioni, concerti, installazioni, itinerari guidati e laboratori ddattici.
Tra gli artisti coinvolti il collettivo LCP. i Quiet Ensemble, Guido Gazzilli, Michel Tripepi, Federico Ridolfi, Alfonso Maria Isonzo, e Gianni Brugnoli.
Obiettivo dell’intero progetto è quello di far entrare il visitatore in una dimensione altra, creando un percorso fatto di suono, luci e immagini, che accompagneranno lo spettatore nell’esperienza dello spazio. Il 26 settembre chiuderà l’evento una giornata di conferenze e talk che coinvolgeranno i principali attori del progetto.

link al sito




Dalle parole ai fatti: Corviale 2020, proposte progetti e iniziative

Corviale 2020 Invito

CONSULTA IL PROGRAMMA

CORVIALE 2020

INTELLIGENTE SOSTENIBILE INCLUSIVO

Lavori in corso: proposte, progetti e iniziative

Martedì 15 luglio 2014 ore 15
Sala Biblioteca, Cortile dei Vecchi – Via di San Michele 22, Roma

Il macro-progetto, multdisciplinare e partecipato, CORVIALE 2020 grande periferia urbana degli anni ’70, è luogo di intervento che comprende una serie di attvità di un programma comune per la promozione, la riqualificazione e la rigenerazione urbana, nonché di ricerca e documentazione relative ai valori artistici, architettoonici, paesaggistici, culturali, sociali ed economici del “Quadrante Corviale” (Tenuta dei Massimi, Valle dei Casali, Casetta Mattei, Bravetta, Trullo, Magliana Vecchia). Tali attività sono coordinate da un Tavolo di Concertazione Istituzionale, che vede coinvolti rappresentanti delle istituzioni statali e territoriali e della società civile.

Il numero di interventi previsti o prevedibili, le diverse tipologie di azioni necessarie, le differenze di scala degli interventi e dei relativi costi, rendono dunque necessario l’attualizzazione di un quadro comune di riferimento per reperire le risorse finanziarie necessarie, coordinare gli interventi, ottimizzare l’utilizzo delle risorse economiche, consentire un monitoraggio del Quadrante ed esercitare ai diversi livelli istituzionali il ruolo di indirizzo.

Un lavoro in corso che vuole essere patrimonio condiviso e arricchito di contenuto e suggerimento per contribuire alla rigenerazione di questo territorio , condividere e valorizzare.

Presentazione:

Maria Grazia Bellisario Direttore Architettura Arte Contemporanee MiBACT

Pino Galeota Presidente Associazione Corviale Domani

Progetti e proposte:

Daniel Modigliani, Lucina Caravaggi, Andrea Volterrani, Stefano PanunziTeresa Bernardini

Interventi:

Alessandra Cattoi Assessore Coordinamento attività per le relazioni con U.E. Politiche educative e giovanili Comune di Roma

Paolo Masini Assessore politiche periferie e individuazione progettazione realizzazione opere pubbliche nei piani di sviluppo locali Comune di Roma

Maurizio Veloccia Presidente Municipio XI

PARTECIPANO:

Pietro Barbieri Portavoce Forum Nazionale del terso Settore

Claudio Bocci Direttore Federculture

Giorgio Boldini Presidente AIVEP – Membro Comitato per lo sviluppo verde pubblico Ministero Ambiente

Eugenio De Crescenzo Presidente nazionale AGCI Solidarietà

Mirella Di Giovine Direttore Dipartimento Patrimonio Sviluppo e Valorizzazione

Alessandro Fuschiotto Dirigente Progetti Pianificazione e Innovazione Agenzia Mobilità Comune di Roma

Maria Immacolata Macioti professore ordinario formazione comunicazione e integrazione sociale

Paola Marrone Coordinamento Università del Lazio al Tavolo Regionale per EXPO’ 2015

Davide Marino Coordinamento Rete internazionale di ricercatori agricoltura urbana e Periurbana

Alfonso Pascale Rete Fattorie Sociali

Bruno Placidi Direzione Regionale Infrastrutture Ambiente e Politiche Abitative

Renata Sansone Responsabile Zetema Progetto Zetema Cultura

Antonio Speranza Presidente CINFAI e Responsabile progetto Smart&Clean EUR

Pietro Valentino Docente di Economia e Diritto

Contatti stampa:

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